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CAMMINARE NELLA LUCE - LibreriadelSanto.it

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Antonio di Padova<br />

<strong>CAMMINARE</strong><br />

<strong>NELLA</strong> <strong>LUCE</strong><br />

Sermoni scelti per l’anno l<strong>it</strong>urgico<br />

A cura<br />

di Mary Melone


PAOLINE Ed<strong>it</strong>oriale Libri<br />

© FIGLIE DI SAN PAOLO, 2009<br />

Via Francesco Albani, 21 - 20149 Milano<br />

www.paoline.<strong>it</strong><br />

edlibri.mi@paoline.<strong>it</strong><br />

Distribuzione: Diffusione San Paolo s.r.l.<br />

Corso Regina Margher<strong>it</strong>a, 2 - 10153 Torino


Sigle e abbreviazioni<br />

COeD Conciliorum Oecumenicorum Decreta,<br />

G. Alberigo (ed.), Bologna 2002.<br />

DS Denzinger H.- Schönmetzer A., Enchiridion<br />

Symbolorum Defin<strong>it</strong>ionum et Declarationum<br />

de rebus fidei et morum<br />

(edizione bilingue a cura di P. Hünermann,<br />

Bologna 1995).<br />

FF Fonti francescane. Scr<strong>it</strong>ti e biografie di s.<br />

Francesco d’Assisi. Cronache e altre testimonianze<br />

del primo secolo francescano.<br />

Scr<strong>it</strong>ti e biografie di s. Chiara d’Assisi, a<br />

cura di E. Caroli, Padova 2004.<br />

PL J.P. Migne (ed.), Patrologiæ cursus completus.<br />

Series Latina, Parisiis.<br />

Assidua V<strong>it</strong>a prima di S. Antonio o « Assidua ».<br />

Introduzione, testo cr<strong>it</strong>ico, versione <strong>it</strong>aliana<br />

e note a cura di V. Gamboso, Padova<br />

1981.<br />

Rb Regola bollata - 1223.<br />

Rnb Regola non bollata - 1221.<br />

Sermoni Antonio di Padova, Sermoni domenicali<br />

e festivi. I testi vengono c<strong>it</strong>ati secondo


6 Sigle e abbreviazioni<br />

l’Edizione cr<strong>it</strong>ica con t<strong>it</strong>olo della domenica/festiv<strong>it</strong>à<br />

e numero del paragrafo.<br />

Fonti e teologia A. Poppi (ed.), Le fonti e la teologia dei<br />

sermoni antoniani (Atti del Congresso<br />

internazionale di studio sui « Sermones<br />

» di S. Antonio di Padova, Padova,<br />

5-10 ottobre 1981), Padova 1982.


INTRODUZIONE


I<br />

PROFILO BIOGRAFICO<br />

DI ANTONIO DI PADOVA<br />

« A frate Antonio, mio vescovo, frate Francesco augura<br />

salute. Ho piacere che tu insegni la sacra teologia ai<br />

frati, purché in questa occupazione non estingua lo spir<strong>it</strong>o<br />

dell’orazione e della devozione, come sta scr<strong>it</strong>to nella<br />

Regola » 1 . Questo biglietto che Francesco, fondatore dell’Ordine<br />

dei frati minori, scrisse ad Antonio nel 1223, per<br />

autorizzarlo all’insegnamento della teologia a Bologna,<br />

potrebbe in qualche modo sintetizzare la v<strong>it</strong>a di colui che<br />

sarebbe divenuto il popolare santo di Padova. Frate della<br />

prima generazione, quella che aveva conosciuto personalmente<br />

Francesco e che aveva attinto da lui la radical<strong>it</strong>à<br />

dell’ideale di v<strong>it</strong>a evangelica, Antonio si distingueva per<br />

la sua solida formazione scr<strong>it</strong>turistica e teologica, insol<strong>it</strong>a<br />

tra i primi seguaci del Poverello, che egli aveva ricevuto<br />

nella precedente esperienza di v<strong>it</strong>a religiosa tra i canonici<br />

agostiniani di Coimbra. L’ingresso tra i francescani gli richiese<br />

di mettere la sua preparazione a disposizione della<br />

missione evangelizzatrice dell’Ordine, attraverso la predicazione<br />

<strong>it</strong>inerante e l’insegnamento ai confratelli. Ca-<br />

1 Francesco d’Assisi, Lettera a Frate Antonio, in Fonti francescane.<br />

Scr<strong>it</strong>ti e biografie di s. Francesco d’Assisi. Cronache e altre testimonianze del<br />

primo secolo francescano. Scr<strong>it</strong>ti e biografie di s. Chiara d’Assisi, a cura di<br />

E. Caroli, Padova 2004, 251. Si avverte il lettore che, nelle note, i testi e gli<br />

studi, dopo la prima indicazione completa, sono c<strong>it</strong>ati in forma abbreviata,<br />

ma sufficiente per la loro identificazione.


10 Introduzione<br />

nonico agostiniano, frate minore, magister e predicatore:<br />

sono queste le tre coordinate entro le quali si può collocare<br />

l’intera esistenza e l’opera di Antonio di Padova.<br />

ANTONIO CANONICO AGOSTINIANO:<br />

IL PERIODO PORTOGHESE<br />

La prima biografia in onore di Antonio di Padova<br />

venne scr<strong>it</strong>ta immediatamente dopo la morte, in occasione<br />

della sua canonizzazione, avvenuta nel 1232. Questa<br />

biografia, chiamata Assidua 2 , cost<strong>it</strong>uirà la fonte e il modello<br />

anche per i successivi testi agiografici 3 perché, nonostante<br />

il suo carattere comprensibilmente affrettato e a<br />

tratti significativamente lacunoso, si avvale di fonti contemporanee<br />

ai fatti che narra e, per le notizie di cui non<br />

può essere stato testimone oculare, l’autore si preoccupa<br />

di indicare l’origine, come ad esempio il vescovo di Lisbona<br />

o gli atti del processo di canonizzazione 4 . È seguendo<br />

2 V<strong>it</strong>a prima di S. Antonio o « Assidua ». Introduzione, testo cr<strong>it</strong>ico,<br />

versione <strong>it</strong>aliana e note a cura di V. Gamboso, Padova 1981. I testi dell’Assidua<br />

vengono indicati con il numero del cap<strong>it</strong>olo e del paragrafo.<br />

3 Tra la seconda metà del XIII e gli inizi del XIV secolo vengono composti<br />

alcuni testi agiografici sostanzialmente dipendenti dall’Assidua, soprattutto<br />

per lo schema biografico, e tuttavia in parte innovativi per le loro<br />

diverse final<strong>it</strong>à: nel 1235 Giuliano da Spira compose l’ufficio r<strong>it</strong>mico in<br />

onore di sant’Antonio e nel 1240 scrisse una nuova biografia, più attenta<br />

alla figura intellettuale del Santo, chiamata V<strong>it</strong>a secunda. Nel 1246 venne<br />

composto il Dialogo, un rifacimento dell’Assidua, e nel 1280 una biografia<br />

ufficiale commissionata dal cap<strong>it</strong>olo generale dei frati a Giovanni Pekham,<br />

denominata Benign<strong>it</strong>as. Nel 1293 Pietro Raymondi raccolse le testimonianze<br />

di alcuni miracoli attribu<strong>it</strong>i al Santo nella cosiddetta Raimundina e<br />

verso la fine del XIII secolo Jean Rigaud compose una biografia, la Rigaldina,<br />

con l’intenzione di recuperare notizie relative al periodo trascorso<br />

da Antonio in Francia, un periodo, questo, ignorato dall’Assidua. A questi<br />

primi documenti agiografici si aggiunge il più tardivo Libro dei miracoli,<br />

composto tra il 1369 e il 1374.<br />

4 Cfr. ad esempio Assidua, Prologo 5; 16,2.


I. Profilo biografico di Antonio 11<br />

dunque l’Assidua, completata dove necessario e dove possibile<br />

con le notizie rilevanti delle biografie successive, che<br />

si possono ricostruire i momenti fondamentali della v<strong>it</strong>a<br />

di Fernando de Bulhôes, come si chiamava in realtà il Santo<br />

di Padova 5 .<br />

Fernando nacque a Lisbona intorno al 1195 6 da una<br />

famiglia forse nobile, sicuramente molto agiata 7 . A confermarlo<br />

ci sono una serie di elementi tra i quali, innanz<strong>it</strong>utto,<br />

la collocazione della casa paterna – al centro di Lisbona,<br />

sul lato occidentale del duomo – e la scelta di<br />

affidare l’educazione di Fernando alla scuola della cattedrale.<br />

Qui ricevette una formazione di base che comprendeva,<br />

secondo l’organizzazione usuale in queste<br />

scuole urbane 8 , l’apprendimento del latino e delle nozioni<br />

fondamentali di grammatica, logica e retorica.<br />

Verso i quindici anni, cioè intorno al 1210, Fernando<br />

maturò la decisione di entrare tra i canonici agostiniani<br />

5 Per i riferimenti biografici rimandiamo fondamentalmente all’Assidua.<br />

Segnaleremo di volta in volta il ricorso a eventuali altre fonti o studi<br />

consultati.<br />

6 I curatori dell’Edizione cr<strong>it</strong>ica dei Sermones riportano anche<br />

l’ipotesi, sostenuta da alcuni studiosi, secondo la quale la data di nasc<strong>it</strong>a<br />

potrebbe essere collocata intorno al 1188. Cfr. Introduzione, XIII.<br />

7 Per quanto riguarda la famiglia di Antonio, si veda in particolare lo<br />

studio di V. Gamboso, La famiglia di sant’Antonio, in Il Santo 39 (1999)<br />

765-772, spec. 765-770. La Benign<strong>it</strong>as 2,1 riporta i nomi dei gen<strong>it</strong>ori: Maria<br />

sarebbe il nome della madre, mentre il padre viene presentato come un<br />

cavaliere di nome Martino di Alfonso; perciò si trova a volte Martins come<br />

nome del casato di Fernando.<br />

8 A partire dal IX secolo, la necess<strong>it</strong>à di assicurare almeno una formazione<br />

di base al clero secolare porterà alla nasc<strong>it</strong>a, accanto alle scuole monastiche,<br />

delle scuole urbane legate alle cattedrali, che si svilupperanno via<br />

via fino a divenire nel XII secolo quei centri di pensiero da cui prenderà<br />

l’avvio la strutturazione univers<strong>it</strong>aria degli studi. Per un approccio al tema<br />

dell’organizzazione degli studi nelle scuole cattedrali si può consultare<br />

R. Quinto, Trivium e teologia: l’organizzazione scolastica nella seconda metà<br />

del secolo dodicesimo e i maestri della sacra pagina, in G. D’Onofrio (ed.),<br />

Storia della teologia nel Medioevo. 2: La grande fior<strong>it</strong>ura, Casale Monferrato<br />

1996, 437-441.


12 Introduzione<br />

della comun<strong>it</strong>à di San Vincenzo: l’Assidua sottolinea che<br />

l’origine di questa decisione va ricondotta alla crisi che accompagnò<br />

il raggiungimento dell’età adolescenziale e che<br />

gli fece sentire fortemente l’attrazione per i piaceri sensuali:<br />

egli reagì radicalmente a questa crisi con la scelta di<br />

entrare in convento. San Vincenzo sorgeva poco lontano<br />

da Lisbona e questo consentiva ai giovani della sua età e<br />

del suo ceto di recarsi spesso a fargli vis<strong>it</strong>a, come era ab<strong>it</strong>udine<br />

in quel tempo tra le classi abbienti. Secondo le fonti<br />

più antiche, fu questo il motivo per il quale egli chiese,<br />

dopo due anni, di essere mandato a Coimbra nella comun<strong>it</strong>à<br />

agostiniana di Santa Croce, dove egli giunse nel 1212.<br />

Studi recenti 9 hanno messo in luce la ricchezza di volumi<br />

di cui poteva disporre la biblioteca del convento di<br />

Santa Croce che, inoltre, beneficiando di rend<strong>it</strong>e appos<strong>it</strong>amente<br />

donate dal re Sanchez I, ebbe anche la possibil<strong>it</strong>à<br />

di preparare i suoi magistri inviandoli a studiare a Parigi,<br />

con molta probabil<strong>it</strong>à presso la scuola di San V<strong>it</strong>tore,<br />

anch’essa tenuta da canonici agostiniani 10 . Questi elementi<br />

consentono di riconoscere negli anni trascorsi da<br />

Fernando a Coimbra il periodo più intenso per la sua formazione,<br />

che si avvalse del contatto con le opere dei Padri<br />

e con quegli strumenti di studio, quali I quattro libri<br />

delle Sentenze di Pietro Lombardo e la Storia scolastica di<br />

Pietro Comestor, che da Parigi cominciavano a diffondersi<br />

un po’ dovunque in Europa.<br />

9 Su questo argomento si vedano in particolare i saggi di F. de Gama<br />

Caeiro, Fonti portoghesi della formazione culturale di sant’Antonio, in<br />

A. Poppi (ed.), Le fonti e la teologia dei sermoni antoniani (Atti del Congresso<br />

internazionale di studio sui « Sermones » di S. Antonio di Padova,<br />

Padova, 5-10 ottobre 1981), Padova 1982, 145-169; spec. 155-160; A. Figuereido<br />

Frias, Lettura ermeneutica dei « Sermones » di Sant’Antonio di<br />

Padova, Padova 1995, qui 18-61.<br />

10 L’ipotesi secondo la quale lo stesso Antonio sarebbe stato mandato<br />

a Parigi per lo studio della teologia non trova oggi molto sostegno: su<br />

questo in particolare cfr. A. Pompei, I “Sermones” di S. Antonio e la teologia<br />

francescana, in Il Santo 22 (1982) 758-786, spec. 759-760.


I. Profilo biografico di Antonio 13<br />

Ma gli anni che egli passò in questo prestigioso monastero<br />

furono segnati anche dall’esperienza sofferta della<br />

corruzione e della dissolutezza, presenti tra le stesse<br />

mura del convento e principalmente a causa di colui che<br />

ne era la guida, il priore don Joâo César 11 . La forte ripercussione<br />

che questa esperienza ebbe su Fernando, e che<br />

dà anche ragione di alcune pagine dei Sermoni in cui si fa<br />

severa la denuncia contro la decadenza nei monasteri, favorì<br />

in un certo senso l’attenzione che egli cominciò a nutrire<br />

verso la forma di v<strong>it</strong>a povera ed evangelica dei frati<br />

minori, che da qualche tempo si erano stabil<strong>it</strong>i a Sant’Antonio<br />

degli Olivi in Coimbra. Questa attenzione si trasformò<br />

in decisione di lasciare la comun<strong>it</strong>à agostiniana<br />

per entrare a far parte dei frati minori nel 1220, anche in<br />

segu<strong>it</strong>o a un episodio che susc<strong>it</strong>ò in lui una forte impressione.<br />

Nel 1220, infatti, cinque frati minori furono uccisi<br />

dai saraceni in Marocco e le loro spoglie furono custod<strong>it</strong>e<br />

per un tempo presso il convento di Santa Cruz. Le fonti<br />

sottolineano concordi che fu proprio il grande desiderio<br />

di martirio a spingere Fernando ad abbracciare la<br />

Regola francescana e ad affrontare le difficoltà che subentrarono<br />

per ottenere il permesso di lasciare gli agostiniani,<br />

sollevate anche da parte dei suoi familiari 12 . E proprio<br />

a causa delle resistenze incontrate, temendo ulteriori<br />

difficoltà, decise il cambiamento del nome: così Fernando<br />

entrò a far parte della fratern<strong>it</strong>à minor<strong>it</strong>ica con il nome<br />

di Antonio.<br />

11 Una ricostruzione abbastanza particolareggiata delle gravi condizioni<br />

in cui versava il monastero di Santa Croce di Coimbra si può trovare<br />

in A.G. Nocilli, Sant’Antonio di Padova nei suoi scr<strong>it</strong>ti, Padova 1995,<br />

15-20.<br />

12 L’Assidua 5,8 sottolinea volutamente che Fernando riuscì a strappare<br />

il permesso del priore con fatica e con molte preghiere.


14 Introduzione<br />

ANTONIO FRATE MINORE:<br />

I PRIMI ANNI NELL’ORDINE FRANCESCANO<br />

Il passaggio tra i frati minori dovette avvenire con verosimiglianza<br />

nell’estate del 1220 13 : Antonio era già sacerdote<br />

e dopo un breve periodo di condivisione con i frati di<br />

Coimbra partì per il Marocco, in cerca di martirio, verso<br />

la fine del 1220. L’insorgere di una grave malattia, che<br />

durò tutto l’inverno, fino ai primi mesi del 1221, lo portò<br />

a prendere la decisione di tornare in Portogallo; tale r<strong>it</strong>orno<br />

fu reso però impossibile dalle condizioni del mare che<br />

costrinsero Antonio e i suoi compagni a sbarcare in Sicilia<br />

14 . Il fallimento della sua missione di evangelizzazione in<br />

Marocco, in realtà, riveste un’importanza maggiore di<br />

quella che le biografie sembrano normalmente riservargli.<br />

Rappresenta infatti una vera e propria conversione, che<br />

incide profondamente sull’esistenza di Antonio: egli, che<br />

aveva cercato di sua iniziativa il martirio, sperimenta il fallimento<br />

e, con esso, la necess<strong>it</strong>à di una reale docil<strong>it</strong>à all’azione<br />

di Dio. A questa esperienza spir<strong>it</strong>uale andranno ricondotte<br />

tutte le sue successive scelte 15 .<br />

Nel maggio del 1221 l’intera famiglia francescana si<br />

riunì ad Assisi per un evento di grande importanza, il<br />

13 Per questi riferimenti rimandiamo alla dettagliata ricostruzione<br />

cronologica elaborata da Gamboso sulla base di una sinossi dei dati attinti<br />

dalle fonti biografiche, di cui egli ha curato l’edizione <strong>it</strong>aliana: cfr.<br />

V. Gamboso, Saggio di cronotassi antoniana, in Il Santo 21 (1981) 515-<br />

598, qui 541-544.<br />

14 Non si è conservata memoria sicura del luogo in cui Antonio<br />

sbarcò. Una tradizione piuttosto tardiva indica Milazzo come luogo di approdo.<br />

L’Assidua afferma solo che Antonio ebbe notizia del “cap<strong>it</strong>olo delle<br />

stuoie” dai frati di Messina, con i quali dunque venne in contatto (cfr.<br />

Assidua 6,6).<br />

15 Sul tema della conversione come schema biografico cfr. C. Leonardi,<br />

L’Antonio delle biografie, in L. Bertazzo (ed.), «V<strong>it</strong>e» e v<strong>it</strong>a di Antonio<br />

di Padova (Atti del Convegno internazionale sull’agiografia antoniana, Padova<br />

29 maggio - 1° giugno 1995), Padova 1997, 31-43, spec. 33.


I. Profilo biografico di Antonio 15<br />

cosiddetto “cap<strong>it</strong>olo delle stuoie”. L’espansione sorprendente<br />

delle fratern<strong>it</strong>à francescane in quasi tutti i<br />

terr<strong>it</strong>ori europei aveva portato in pochi anni alla diffusione<br />

della forma di v<strong>it</strong>a evangelica vissuta da Francesco<br />

d’Assisi determinando, di conseguenza, un’evoluzione<br />

della fisionomia stessa dell’Ordine che rendeva urgente<br />

la stesura di una Regola, adatta a far fronte alle sue nuove<br />

esigenze di strutturazione 16 . Per Antonio, che durante<br />

il soggiorno in Sicilia si era nel frattempo ristabil<strong>it</strong>o in<br />

salute, la partecipazione al cap<strong>it</strong>olo rappresentò l’occa -<br />

sione per una conoscenza diretta di Francesco e per una<br />

visione più completa della realtà vivace e complessa dell’Ordine.<br />

La presenza al “cap<strong>it</strong>olo delle stuoie” segna un’altra<br />

tappa fondamentale dell’esistenza di Antonio, che proprio<br />

in quella circostanza entrò a far parte della provincia<br />

di Romagna. Le fonti più vicine ai fatti narrati sottolineano<br />

concordi la sol<strong>it</strong>udine che Antonio visse a Santa Maria<br />

degli Angeli, rimanendo ai margini dell’evento cap<strong>it</strong>olare<br />

perché sconosciuto a tutti: per questo motivo, al momento<br />

della partenza, egli stesso avrebbe chiesto al ministro<br />

fra’ Graziano di poterlo seguire in Romagna 17 . Altre fonti,<br />

invece, fanno partire l’iniziativa dallo stesso fra’ Grazia-<br />

16 Francesco aveva ricevuto nel 1209 un’approvazione verbale del suo<br />

propos<strong>it</strong>o di v<strong>it</strong>a evangelica dal papa Innocenzo III. Questo propos<strong>it</strong>o di<br />

v<strong>it</strong>a confluì successivamente nella regola del 1221, la cosiddetta regola non<br />

bollata, insieme alle decisioni e alle proposte che con il passare degli anni<br />

erano state accolte nei vari cap<strong>it</strong>oli. Nel 1223 venne infine redatta una<br />

nuova regola con una più marcata formulazione giuridica, denominata in<br />

segu<strong>it</strong>o regola bollata, perché approvata ufficialmente da Onorio III il 29<br />

novembre di quello stesso anno con la bolla Solet annuere.<br />

17 Cfr. Assidua 7,1-2, dove viene rifer<strong>it</strong>a una prassi usuale nei primi<br />

anni di v<strong>it</strong>a dell’Ordine. Infatti, vi si narra di come, al termine del cap<strong>it</strong>olo,<br />

venissero dati dai ministri provinciali gli incarichi e le destinazioni ai<br />

frati da loro dipendenti. Antonio però non solo non dipendeva direttamente<br />

da nessun ministro, ma non era nemmeno stato notato da quelli<br />

presenti, così da poter essere richiesto per particolari comp<strong>it</strong>i. Cfr. anche<br />

V<strong>it</strong>a secunda 3,3.


16 Introduzione<br />

no, il quale avrebbe inv<strong>it</strong>ato Antonio in Romagna perché<br />

sacerdote 18 .<br />

In Romagna, la sua prima fratern<strong>it</strong>à fu l’eremo di<br />

Montepaolo, dove eserc<strong>it</strong>ò il ministero sacerdotale a servizio<br />

di una fratern<strong>it</strong>à composta da fratelli laici. Vi trascorse<br />

molti mesi, probabilmente dal giugno del 1221 fino<br />

al settembre del 1222, quando partecipò con tutti i<br />

frati della sua provincia alle ordinazioni sacerdotali nella<br />

c<strong>it</strong>tà di Forlì. Questo episodio viene caricato di un forte<br />

significato simbolico da tutte le fonti biografiche, perché<br />

rappresentò una svolta determinante sia nell’esistenza di<br />

Antonio, sia nei suoi rapporti con l’intero Ordine francescano.<br />

A Forlì infatti, un inconveniente – vale a dire la<br />

mancanza di un predicatore che facesse il sermone per le<br />

ordinazioni – fu l’occasione per far conoscere le doti di<br />

Antonio: il sermone venne richiesto per necess<strong>it</strong>à a lui e<br />

così, senza che nessuno ne avesse avuto un’idea in precedenza,<br />

si manifestarono la grande familiar<strong>it</strong>à con la Scr<strong>it</strong>tura,<br />

la preparazione teologica e il talento di evangelizzatore<br />

del giovane frate, a tal punto che, immediatamente<br />

dopo, il ministro gli affidò ufficialmente il comp<strong>it</strong>o della<br />

predicazione.<br />

ANTONIO, MAGISTER E PREDICATORE:<br />

LA SUA INTENSA ATTIVITÀ DI EVANGELIZZAZIONE<br />

A partire dal 1222 Antonio comincia a percorrere le<br />

strade del nord Italia come predicatore: le sue prime destinazioni<br />

furono naturalmente le c<strong>it</strong>tà della Romagna,<br />

18 Così ad esempio, in Dialogus 5,2 si afferma che Antonio fu destinato<br />

alla provincia di Romagna su ordine del ministro generale, fra’ Elia; la<br />

Raymundina 6,1-6 attribuisce invece l’iniziativa a fra’ Graziano, in cerca<br />

di sacerdoti, precisando che per questo motivo Antonio venne destinato<br />

all’eremo di Montepaolo, dove si trovavano solo fratelli laici.


I. Profilo biografico di Antonio 17<br />

tra le quali Rimini, dove dovette misurarsi con l’opposi -<br />

zio ne degli eretici 19 . Questo primo periodo di evangelizzazione<br />

si interrompe nel 1223, quando Antonio, forse<br />

per le pressioni ricevute dai suoi confratelli, chiese a<br />

Francesco il permesso di poter avviare i giovani frati allo<br />

studio della teologia. Ricevuta l’approvazione del fondatore,<br />

mediante il noto biglietto, Antonio si dedicò all’insegnamento<br />

della teologia a Bologna, nel convento di<br />

Santa Maria delle Pugliole. Anche questo periodo dedicato<br />

all’insegnamento fu breve, perché nel 1225 Antonio<br />

riprese la sua predicazione <strong>it</strong>inerante raggiungendo la<br />

Francia, dove unì predicazione e insegnamento 20 . In segu<strong>it</strong>o<br />

alla morte di Francesco, avvenuta nel 1226, fra’ Elia<br />

convocò ad Assisi nel maggio del 1227 tutti i ministri dell’Ordine,<br />

per la scelta del nuovo ministro generale: anche<br />

Antonio venne chiamato a partecipare in qual<strong>it</strong>à di custode<br />

di Limonges, comp<strong>it</strong>o che gli era stato affidato nel<br />

19 Qui le fonti annotano che egli convertì il capo degli eretici, Bononillo.<br />

L’immagine di Antonio quale “martello” degli eretici è però una costruzione<br />

successiva, introdotta nelle agiografie in corrispondenza dell’aggravarsi<br />

della diffusione delle eresie, particolarmente nel nord Italia.<br />

Questa funzione antiereticale attribu<strong>it</strong>a al Santo viene confermata attraverso<br />

la narrazione di un numero sorprendente di miracoli, che anche per<br />

questa ragione sembrano prendere il sopravvento nelle biografie più tardive.<br />

Nei Sermoni, al contrario, la lotta all’eresia non sembra cost<strong>it</strong>uire un<br />

tema preponderante, come lo è piuttosto la condanna dei comportamenti<br />

corrotti e depravati del clero, che favoriscono l’eresia stessa, o la tiepidezza<br />

dei cristiani, che per la loro incoerenza vivono di fatto come eretici. Su<br />

questo tema hanno fatto chiarezza in particolare M. D’Alatri, Antonio,<br />

martello degli eretici?, in Il Santo 5 (1965) 123-130; G.G. Merlo, La sant<strong>it</strong>à<br />

di Antonio e il problema degli eretici, in Bertazzo (ed.), « V<strong>it</strong>e » e v<strong>it</strong>a di Antonio,<br />

187-202, spec. 197-199.<br />

20 La notizia di un periodo di insegnamento di Antonio a Montpellier<br />

viene riportata dalla Benign<strong>it</strong>as 17,3 e dal Libro dei miracoli 19,1. Gamboso<br />

fa sua l’ipotesi secondo la quale fu proprio l’insegnamento il motivo<br />

per il quale il Santo venne mandato in Francia: dovendosi organizzare uno<br />

studio per la preparazione dei futuri predicatori, quanto mai necessari nella<br />

lotta contro gli albigesi, si pensò ad Antonio che aveva già guidato quello<br />

di Bologna. Cfr. Gamboso, Saggio di cronotassi antoniana, 556.


18 Introduzione<br />

1226 21 . Fu durante questo cap<strong>it</strong>olo generale che Antonio<br />

ricevette l’incarico di ministro provinciale del nord Italia:<br />

con questa dic<strong>it</strong>ura alquanto generica si indicava un terr<strong>it</strong>orio<br />

vasto, che comprendeva oltre all’Emilia Romagna,<br />

anche Veneto e Lombardia. Il silenzio della prima fonte<br />

su questo periodo lascia nell’incertezza le annotazioni attinte<br />

dalle altre biografie più tardive; nell’Assidua si fa solo<br />

menzione dell’anno in cui il suo servizio come ministro<br />

provinciale termina: si tratta del maggio 1230 e l’occasio -<br />

ne è, ancora una volta, la partecipazione al cap<strong>it</strong>olo generale<br />

tenutosi per la solenne traslazione dei resti mortali di<br />

Francesco nella nuova basilica a lui dedicata.<br />

La presenza di Antonio a questo cap<strong>it</strong>olo è particolarmente<br />

significativa perché egli chiese e ottenne di essere<br />

esonerato dall’incarico di ministro provinciale che, per<br />

la sua salute e per la vast<strong>it</strong>à del terr<strong>it</strong>orio affidatogli, cominciava<br />

a essere troppo gravoso per lui. Ma è significativa<br />

anche in quanto getta luce sull’autorevolezza maturata<br />

da lui in seno all’Ordine: al termine del cap<strong>it</strong>olo,<br />

infatti, fu scelto quale membro della delegazione inviata<br />

al papa per sottoporre questioni delicate relative all’interpretazione<br />

del valore giuridico del Testamento di<br />

Francesco 22 . Dopo la sua morte, infatti, l’evoluzione e la<br />

cresc<strong>it</strong>a dell’Ordine furono accompagnate dal formarsi al<br />

suo interno di posizioni cr<strong>it</strong>iche, in opposizione con il<br />

nuovo corso che esso stava prendendo e che per molti<br />

rappresentava un tradimento della minor<strong>it</strong>à francescana:<br />

21 La notizia del suo incarico quale custode di Limonges viene riportata<br />

più volte nella Rigaldina: 1,2; 6,24; 6,34; 8,2. Non si trovano tuttavia indicazioni<br />

chiare circa la durata dell’incarico; perciò, sottolinea Gamboso,<br />

non si può affermare con certezza che Antonio partecipò al cap<strong>it</strong>olo del<br />

1227 in quanto custode (cfr. Gamboso, Saggio di cronotassi antoniana, 564).<br />

22 L’incontro con Gregorio IX della delegazione di cui era parte Antonio<br />

ebbe come es<strong>it</strong>o la bolla Quo elongati, del settembre 1230, che contiene<br />

la risposta agli interrogativi posti dal cap<strong>it</strong>olo generale dei frati. Cfr.<br />

G.G. Merlo, Nel nome di San Francesco, Padova 2003, spec. 138-141.


I. Profilo biografico di Antonio 19<br />

la s<strong>it</strong>uazione di tensione tra i frati fa cogliere nell’invio di<br />

Antonio con gli altri delegati un tac<strong>it</strong>o riconoscimento<br />

della fiducia che gli veniva attribu<strong>it</strong>a all’interno dell’Ordine.<br />

Nella rilettura agiografica posteriore, tuttavia,<br />

l’incontro con il papa verrà presentato soprattutto come<br />

attestazione della grande sapienza di Antonio, il quale<br />

avrebbe mer<strong>it</strong>ato da Gregorio IX l’elogio di “arca del Testamento”,<br />

a conferma della sua straordinaria conoscenza<br />

della parola di Dio.<br />

Liberato dall’incarico di ministro, Antonio si dedicò<br />

pienamente alla predicazione 23 , stabilendosi a Padova,<br />

c<strong>it</strong>tà alla quale era legato già dal tempo in cui era ministro<br />

provinciale, e dove è probabile che egli abbia anche continuato<br />

la sua attiv<strong>it</strong>à di insegnamento della teologia; una<br />

delle testimonianze più significative del forte impegno di<br />

evangelizzazione di questo periodo è la predicazione che<br />

tenne proprio a Padova quotidianamente durante la<br />

Quaresima nel 1231 24 .<br />

Al termine di questa predicazione quaresimale, in<br />

condizioni di salute molto compromesse, si r<strong>it</strong>irò nell’eremo<br />

di Camposampiero. La tradizione, secondo la quale<br />

egli si fece costruire una cella su un albero di noce, sottolinea<br />

così il suo desiderio, mai spento, di potersi<br />

dedicare in sol<strong>it</strong>udine e silenzio alla preghiera e alla riflessione.<br />

Dopo brevissimo tempo, ormai grave e molto sofferente,<br />

chiese di essere portato a Padova, ma non riuscì<br />

a raggiungere la c<strong>it</strong>tà: morì presso la piccola fratern<strong>it</strong>à dei<br />

minori nella local<strong>it</strong>à dell’Arcella, il 13 giugno del 1231;<br />

23 L’Assidua 11,2 sottolinea che ad Antonio, liberato dalla responsabil<strong>it</strong>à<br />

di ministro provinciale, venne concesso dal ministro generale Giovanni<br />

Parenti piena libertà di dedicarsi alla predicazione, a ulteriore conferma<br />

della stima nutr<strong>it</strong>a dall’Ordine verso di lui.<br />

24 Sembra che Antonio sia stato il primo a impegnarsi in questa for -<br />

ma di evangelizzazione, cioè la predicazione quaresimale quotidiana. Cfr.<br />

C. Gasparotto, La grande missione antoniana a Padova nella Quaresima<br />

1231, in Il Santo 4 (1964) 127-152, spec.135.


20 Introduzione<br />

venne sepolto nella Chiesa di Santa Maria, dove ora sorge<br />

la basilica a lui dedicata.<br />

La sua rapida canonizzazione, avvenuta a Spoleto solo<br />

un anno dopo, a opera di Gregorio IX, riflette la grande<br />

fama di sant<strong>it</strong>à che fin da sub<strong>it</strong>o circondò la sua persona<br />

e che determinò lo sviluppo di una rilevante letteratura<br />

agiografica. Proprio questa letteratura, prodotta nell’arco<br />

del XIII e XIV secolo, attesta il graduale processo di trasformazione<br />

che la figura di Antonio subì: l’immagine del<br />

grande taumaturgo pian piano si sovrappose a quella del<br />

grande predicatore <strong>it</strong>inerante e del primo maestro dell’Ordine<br />

e la serie di clamorosi miracoli a lui attribu<strong>it</strong>i anche<br />

in v<strong>it</strong>a mise in ombra la sua opera e la ricchezza del<br />

suo pensiero 25 . Il conferimento solo nel 1946 del t<strong>it</strong>olo di<br />

dottore della Chiesa al Santo di Padova dimostra quanto<br />

tempo sia stato necessario perché venisse riconosciuto e<br />

riconfermato anche il grande valore ecclesiale del suo insegnamento.<br />

25 È a partire dalla Benign<strong>it</strong>as che l’aspetto miracolistico entra come<br />

elemento di rilievo già durante la v<strong>it</strong>a terrena del Santo: cfr. V. Gamboso,<br />

Fonti storiche antoniane, in L. Bertazzo (ed.), Antonio di Padova, uomo<br />

evangelico. Contributi biografici e dottrinali, Padova 1995, 13-32, spec.<br />

22-23.


SERMONI SCELTI<br />

PER L’ANNO LITURGICO


La presente traduzione è stata fatta sull’edizione cr<strong>it</strong>ica:<br />

Sancti Antonii Patavini, Sermones dominicales et festivi,ad<br />

fidem codicum recogn<strong>it</strong>i, curantibus B. Costa, L. Frasson,<br />

I. Luisetto, coadiuvante P. Marangon, voll. 3, Patavii 1979.<br />

Su questa sono inoltre stati attinti i fondamentali riferimenti<br />

alle fonti.


« SE TU SQUARCIASSI I CIELI »:<br />

LE VENUTE DEL SIGNORE<br />

Sermone per la I domenica di Avvento<br />

Temi del sermone 1<br />

Il Vangelo della prima domenica di Avvento, che inizia con il<br />

versetto: Ci saranno segni nel sole e nella luna, lo divideremo in<br />

quattro parti.<br />

Queste parti saranno precedute innanz<strong>it</strong>utto da un sermone<br />

per i pen<strong>it</strong>enti o per i religiosi, che inizia: In quel giorno<br />

ci sarà il germoglio del Signore.<br />

Poi seguirà un sermone dedicato alla confessione, che inizia:<br />

La gloria del Libano, oIn quel giorno il Signore raderà<br />

il capo.<br />

Prima parte: L’annunciazione del Signore o la nasc<strong>it</strong>a del Signore,<br />

sui versetti: Abbiamo visto il Signore,e Il vasaio che sedeva<br />

alla ruota.<br />

Segue un sermone sulle cinque piaghe della passione del<br />

Signore: Ci saranno cinque c<strong>it</strong>tà.<br />

1 Una delle nov<strong>it</strong>à più originali apportate da Antonio alla struttura<br />

dei Sermoni è quella di premettere un indice dei temi trattati nel sermone,<br />

che consente di conoscere il suo sviluppo e le parti che lo compongono,<br />

di orientarsi nella sua complessa articolazione e di individuare i destinatari<br />

a cui di volta in volta si rivolge. Tuttavia, l’indice offre una<br />

suddivisione diversa rispetto alle parti in cui il sermone viene realmente<br />

strutturato in base al brano evangelico. La stessa dic<strong>it</strong>ura presente nell’indice:<br />

« sermone per… » può trarre in inganno: non si tratta infatti di<br />

sermoni a sé stanti, ma di temi affrontati di volta in volta nello sviluppo<br />

dell’unico sermone che, suggerisce Antonio, potrebbero essere utili un<br />

domani al predicatore, per preparare sermoni per i pen<strong>it</strong>enti, i religiosi, i<br />

lussuriosi ecc. L’indice, in defin<strong>it</strong>iva, va ricollegato alla final<strong>it</strong>à didattica<br />

propria della raccolta antoniana.


112 Antonio di Padova, Sermoni<br />

Seconda parte: Sermone ai pen<strong>it</strong>enti e religiosi, che inizia: Mosè,<br />

preso il sangue.<br />

Poi un sermone per i claustrali sul versetto: Verrà a te la<br />

gloria del Libano e Nell’anno in cui morì il re Ozia.<br />

Segue un sermone contro gli oratori e i sapienti di questo<br />

mondo, che inizia: In quel giorno l’uomo getterà via; la talpa<br />

e il pipistrello.<br />

Infine, un sermone per i pen<strong>it</strong>enti: Alzati, alzati.<br />

Terza parte: Sermone sul momento della morte o sulla sepoltura<br />

del defunto, sul versetto: Guardando in alto.<br />

Segue un sermone contro i lussuriosi e i golosi, che inizia:<br />

Vi vergognerete dei giardini.<br />

Quarta parte: Il tema del sermone riguarda il giorno del giudizio<br />

e la condanna del peccatore: La terra andrà in rovina, e anche<br />

Urlate, perché è vicino, e ancora Il Signore come un uomo<br />

forte, La spada del Signore è coperta di sangue.<br />

ESORDIO. SERMONE AI PENITENTI O AI RELIGIOSI<br />

E SULLA CONFESSIONE<br />

1. In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Ci saranno<br />

segni nel sole, nella luna e nelle stelle a .<br />

Dice Isaia: In quel giorno il germoglio del Signore sarà<br />

nello splendore e nella gloria, e il frutto della terra sarà eccelso<br />

b2 . Commenteremo questo versetto prima in senso<br />

allegorico, in riferimento al Verbo incarnato, poi in senso<br />

morale 3 , in riferimento al peccatore convert<strong>it</strong>o.<br />

a Lc 21,25. b Is 4,2.<br />

2 Il termine sublime ricorre nel commento di questo sermone con più significati:<br />

elevato da terra, eccelso, orgoglioso. Perciò si cercherà di interpretare<br />

lo stesso termine secondo l’accezione più vicina all’intenzione di Antonio.<br />

3 Si ha qui un esempio della distinzione, che rimanda alla dottrina dei<br />

quattro sensi della Scr<strong>it</strong>tura. Antonio applica questa dottrina nella sua esegesi,<br />

secondo la prassi del suo tempo, facendo meno attenzione al senso<br />

letterale per concentrarsi piuttosto su quello allegorico e quello morale,<br />

più adatti a tracciare il cammino della conversione cristiana. Talvolta egli<br />

fa riferimento anche al senso anagogico.


Per la I domenica di Avvento 113<br />

In quel giorno 4 , ossia al tempo di grazia, quando<br />

l’irradiazione della luce eterna c rifulse sopra coloro che<br />

giacevano nelle tenebre d , ci sarà, dice Isaia con profetica<br />

certezza, un germoglio del Signore, cioè il Figlio del Padre;<br />

la beata Vergine, albero della v<strong>it</strong>a, lo generò come un<br />

germoglio nel giorno della sua nasc<strong>it</strong>a. Perciò aggiunge<br />

ancora Isaia: O cieli stillate dall’alto, che significa, secondo<br />

il commento della Glossa: « Venga Gabriele e, portando<br />

il suo annuncio, mandi a noi la rugiada »; e le nubi piovano<br />

il giusto, cioè « i profeti, che inondano i nostri cuori<br />

con la pioggia di salvezza, annunzino la nasc<strong>it</strong>a di Cristo<br />

», si apra la terra, « cioè Maria diventi accogliente nella<br />

fede », e germini il Salvatore e . Colui che fu nello splendore<br />

per la sua predicazione e per il compimento dei<br />

miracoli, e fu nella gloria, per la risurrezione, proprio lui,<br />

frutto della terra che è la beata Vergine, fu anche eccelso<br />

nell’ascensione.<br />

Riguardo allo splendore dei miracoli dice Isaia: Dio<br />

stesso verrà e ci salverà. Allora si schiuderanno gli oc chi ai<br />

ciechi e si apriranno le orecchie ai sordi. Allora lo zoppo<br />

salterà come un cervo e si scioglierà la lingua dei muti f .<br />

Sulla gloria della risurrezione sempre Isaia dice, riferendosi<br />

agli apostoli 5 : Essi vedranno la gloria del Signore e<br />

c Sap 7,26. d Cfr. Mt 4,16. e Is 45,8. f Is 35,4-6.<br />

4 Il procedimento che Antonio adotta nell’analisi dei brani biblici è<br />

stato defin<strong>it</strong>o efficacemente con il termine di atomizzazione (cfr. Smalley,<br />

L’uso della Scr<strong>it</strong>tura nei “Sermones” di sant’Antonio, 16). Esso consiste infatti<br />

nella scomposizione del testo da commentare (qui, ad esempio, il versetto<br />

di Is 4,2) in singoli frammenti, che vengono poi spiegati attraverso la<br />

concordanza con altri testi biblici: il più delle volte si tratta di una concordanza<br />

verbale, cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a da una parola comune; altre volte si ha invece una<br />

concordanza logica. Questo metodo spiega perché nel testo tornino continuamente<br />

alcuni versetti, che non hanno la c<strong>it</strong>azione biblica: viene c<strong>it</strong>ato<br />

inizialmente il testo completo che Antonio vuole commentare e poi via via<br />

segue la sua analisi dettagliata.<br />

5 Si tratta di una interpretazione allegorica che Antonio attinge dalla<br />

Glossa, una delle sue fonti più significative e ricorrenti.


114 Antonio di Padova, Sermoni<br />

la magnificenza del nostro Dio g . Perciò si trova in Giovanni:<br />

Abbiamo visto la sua gloria, gloria come dell’Unigen<strong>it</strong>o<br />

dal Padre h .<br />

Riguardo alla sublim<strong>it</strong>à dell’ascensione dice il Padre<br />

in Isaia, parlando del Figlio: Ecco, il mio servo avrà successo,<br />

sarà innalzato, esaltato e sarà grandemente eccelso i . Il<br />

Figlio viene chiamato servo del Padre, per il fatto che fu<br />

obbediente fino alla morte j .<br />

2. INTERPRETAZIONE MORALE. In quel giorno. « Il giorno<br />

è il sole che brilla sopra la terra » 6 . Quando il sole della<br />

grazia illumina la terra, cioè la mente del peccatore, allora<br />

questa fa scaturire da sé il germoglio del Signore, che<br />

rappresenta la contrizione7 . Sta scr<strong>it</strong>to in Isaia: Discendono<br />

dal cielo la pioggia e la neve, e irrigano la terra, la bagnano<br />

e la fanno germogliare, ed essa dà il seme al seminatore<br />

e il pane da mangiare k . Nella pioggia e nella neve<br />

viene raffigurata la grazia dello Spir<strong>it</strong>o Santo. Per quanto<br />

riguarda la neve, se ne può cercare il significato nel Vangelo<br />

che inizia8 : Gesù prese con sé Pietro l . La grazia è come<br />

la pioggia e la neve che scendono dal cielo della divi-<br />

g Is 35,2. h Gv 1,14. i Is 52,13. j Fil 2,8. k Is 55,10. l Mt 17,1.<br />

6 Cfr. Isidoro, Etimologie 5,30,1. Per le interpretazioni dei nomi propri,<br />

soprattutto biblici, e comuni, verranno indicate le fonti quando si tratta<br />

di Isidoro, di Girolamo o dello stesso Antonio. Quando la fonte non è<br />

indicata, si sottintende la Glossa, che ricorre in continuazione e appesantirebbe<br />

eccessivamente l’apparato delle note. Le interpretazioni attinte<br />

dalla Glossa saranno tuttavia riconoscibili perché segnalate dalle virgolette<br />

“alte”.<br />

7 La necess<strong>it</strong>à di fare pen<strong>it</strong>enza dei propri peccati accostandosi al sacramento<br />

della riconciliazione è uno dei temi che r<strong>it</strong>ornano con maggior<br />

frequenza nel corpus dei sermoni di Antonio. Componente essenziale e necessaria<br />

per intraprendere questo cammino di conversione è la contrizione.<br />

Essa, che ha origine dal dono di grazia dello Spir<strong>it</strong>o Santo, indica<br />

l’amarezza, il dolore, l’avversione per il peccato commesso.<br />

8 La neve raffigura la grazia dello Spir<strong>it</strong>o per la sua freddezza, capace<br />

di estinguere l’ardore del peccato. Cfr. Sermoni, dom. II di Quaresima,<br />

11.


Per la I domenica di Avvento 115<br />

na misericordia e irrigano 9 la terra, vale a dire il peccatore<br />

ded<strong>it</strong>o alle realtà terrene, per renderlo insensibile ad<br />

esse, affl<strong>it</strong>to fino alle lacrime, capace di smascherare il<br />

male nascosto. Questi sono infatti i tre effetti dell’ebbrezza:<br />

rende insensibili, produce le lacrime, manifesta ciò<br />

che è segreto. La grazia bagna il peccatore con lo spir<strong>it</strong>o<br />

di povertà, a propos<strong>it</strong>o del quale dice Isaia: Sia effuso su<br />

di noi uno spir<strong>it</strong>o dall’alto m , perché non avvampi contro<br />

di lui la sete n del desiderio. Lo fa germogliare nello splendore<br />

e questo accade quando egli si consuma completamente<br />

per tutte le colpe commesse e il bene tralasciato; è<br />

allora che la grazia dà il seme delle buone opere al seminatore,<br />

il pen<strong>it</strong>ente che semina nelle lacrime, e il pane da<br />

mangiare, perché egli miete con giubilo o . In quel giorno,<br />

perciò, il germoglio del Signore sarà nello splendore.<br />

Continuiamo. La gloria. Dal germoglio della contrizione<br />

scaturisce la gloria della confessione 10 , di cui parla Isaia<br />

riferendosi all’anima pen<strong>it</strong>ente: Le è stata data la gloria del<br />

Libano, lo splendore del Carmelo e di Saron p . Il Libano significa<br />

“il candore”, il Carmelo “la circoncisione”, Saron<br />

« il canto della tristezza » 11 . Queste sono anche le tre realtà<br />

che opera la confessione: rest<strong>it</strong>uisce il candore all’anima,<br />

elimina ciò che è superfluo, piange tra i lamenti e canta<br />

una triste melodia: La mia anima è triste fino alla morte q .<br />

La donna, infatti, quando sta per partorire è triste r .<br />

m Is 32,15. n Cfr. Gb 18,9 Vg. o Cfr. Sal 126,5. p Is 35,2. q Mt 26,38.<br />

r Gv 16,21.<br />

9 Si noti che nel versetto di Isaia il verbo latino usato per indicare<br />

l’azione della pioggia e della neve è inebriare: inebriat terram, da noi tradotto<br />

con irrigare. Si comprende quindi l’interpretazione morale di Antonio<br />

sugli effetti dell’ebbrezza.<br />

10 La confessione è il secondo momento dell’<strong>it</strong>inerario di conversione,<br />

quello che comporta la confessione sacramentale dei propri peccati,<br />

fatta a un sacerdote. È frequente in Antonio la sottolineatura dell’importanza<br />

di unire la confessione dei singoli peccati a quella delle circostanze<br />

in cui sono stati commessi.<br />

11 Girolamo, I nomi ebraici (PL 23,874).


116 Antonio di Padova, Sermoni<br />

Riguardo al candore rest<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o all’anima liberata dai<br />

peccati, dice Isaia: Quando il Signore avrà lavato le sporcizie<br />

delle figlie di Sion e avrà purificato Gerusalemme dal<br />

sangue sparso in essa, con lo spir<strong>it</strong>o del giudizio e con lo<br />

spir<strong>it</strong>o ardente s . Le sporcizie significano le impur<strong>it</strong>à dei<br />

pensieri, a cui si riferisce Geremia quando dice: La sua<br />

sporcizia è nei lembi della sua veste t , simbolo degli affetti;<br />

il sangue invece indica la lussuria della carne. Il Signore<br />

lava queste sporcizie dalle figlie, che rappresentano le<br />

anime di Sion, cioè della Chiesa, con lo spir<strong>it</strong>o del giudizio,<br />

simbolo della confessione, per mezzo della quale il<br />

pen<strong>it</strong>ente giudica e condanna se stesso; e con lo spir<strong>it</strong>o ardente,<br />

cioè la contrizione: grazie ad essa, infatti, l’anima<br />

infiammata versa lacrime di compunzione.<br />

Per quanto riguarda le cose superflue da eliminare<br />

mediante la confessione, dice Isaia: In quel giorno il Signore,<br />

mediante un rasoio affilato, o preso in prest<strong>it</strong>o, raderà<br />

il capo e i peli delle gambe, e anche tutta la barba a coloro<br />

che sono oltre il fiume u . Il rasoio, così chiamato<br />

perché in un certo qual modo conferisce un aspetto nuovo<br />

all’uomo 12 , è la confessione, che rinnova lo spir<strong>it</strong>o dell’uomo.<br />

Perciò si trova in Geremia: Arate il terreno incolto,<br />

e non seminate tra le spine v , perché queste, quando<br />

crescono, non soffochino w la parola della confessione. Si<br />

dice poi che questo rasoio è affilato o preso in prest<strong>it</strong>o:<br />

affilato, perché tronca il peccato e le sue circostanze; preso<br />

in prest<strong>it</strong>o perché il peccatore, nel suo impegno per la<br />

salvezza, deve prendere in prest<strong>it</strong>o la pen<strong>it</strong>enza, pagandola<br />

mediante la devozione e l’umiltà. Per mezzo di questo<br />

rasoio il Signore raderà il capo a coloro che sono oltre il<br />

s Is 4,4. t Lam 1,9. u Is 7,20. v Ger 4,3. w Cfr. Lc 8,7.<br />

12 Rasoio in latino si dice novacula, e richiama la radice del verbo innovare,<br />

che significa « rendere nuovo ». Da qui la spiegazione del nome: il<br />

rasoio è ciò che rende nuovo il volto. Cfr. Isidoro, Etimologie 20,13,4.


Per la I domenica di Avvento 117<br />

fiume, vale a dire a coloro che hanno attraversato quel<br />

fiume che è il battesimo 13 . La testa e le gambe, a cui allude<br />

il passo di Isaia, simboleggiano l’inizio e la fine della<br />

v<strong>it</strong>a, mentre nella barba si rappresenta la fortezza nel<br />

compiere le buone opere. Il Signore, per mezzo della lama<br />

tagliente di una vera confessione, rade i vizi del pen<strong>it</strong>ente,<br />

rappresentati dai peli, dalla sua nasc<strong>it</strong>a fino alla sua<br />

morte. Rade anche tutta la barba, perché non possa confidare<br />

in nessuna delle buone azioni da lui compiute come<br />

se le avesse fatte davvero lui. Dobbiamo confidare, infatti,<br />

solo in colui che ha fatto noi, e non in ciò che<br />

abbiamo fatto noi. Colui che ha fatto noi è tutto il bene,<br />

il sommo bene 14 ; il bene invece che noi abbiamo fatto è<br />

come panno di donna immonda x15 . Considera allora tu<br />

stesso qual è il bene su cui bisogna far affidamento. Veramente<br />

solo nel buon Signore Gesù, di cui dice il salmista:<br />

Tu sei buono y .<br />

Allo stesso modo, del canto di tristezza, dice Isaia: Salirà<br />

piangendo la sal<strong>it</strong>a di Luch<strong>it</strong> e leveranno grida di dolore<br />

lungo la via di Coronaim z . Su questo si veda quanto ho<br />

scr<strong>it</strong>to in precedenza 16 . Continuando: Il frutto della terra è<br />

x Cfr. Is 64,5. y Sal 119,68. z Is 15,5.<br />

13 Il riferimento al battesimo all’interno del discorso sulla confessione<br />

si spiega con il fatto che, secondo un’espressione utilizzata da Pietro<br />

Lombardo, quest’ultima rappresenta la seconda tavola della salvezza nel<br />

naufragio causato dal peccato, dopo il battesimo che è la prima: essa infatti<br />

rest<strong>it</strong>uisce all’anima la possibil<strong>it</strong>à della comunione con Dio. Cfr. Pietro<br />

Lombardo, I quattro libri delle Sentenze, IV, dist. 4,1-2.<br />

14 Sembra di poter riconoscere in questa espressione un’eco del linguaggio<br />

e dell’esperienza spir<strong>it</strong>uale propria di Francesco di Assisi, che ricorre<br />

ad esempio in un noto passaggio delle Lodi all’Altissimo: « Tu sei il<br />

bene, tutto il bene, il sommo bene » (cfr. Francesco d’Assisi, Lodi di Dio<br />

Altissimo 3: FF 261).<br />

15 Nel linguaggio scr<strong>it</strong>turistico dell’Antico Testamento, la donna è<br />

immonda durante il suo ciclo mestruale mensile, a causa della perd<strong>it</strong>a di<br />

sangue, considerata come perd<strong>it</strong>a di v<strong>it</strong>al<strong>it</strong>à (cfr. Lv 15,19-25).<br />

16 Antonio rimanda al sermone della X dom. dopo Pentecoste, 16,<br />

dove considera le sei disposizioni interiori della preghiera. Tra esse com


118 Antonio di Padova, Sermoni<br />

sublime. Il frutto della terra è la soddisfazione 17 compiuta<br />

dal pen<strong>it</strong>ente. Perciò si legge in Isaia: In questo sta tutto il<br />

frutto: far sì che sia rimosso il suo peccato a . Il frutto della<br />

pen<strong>it</strong>enza è allora sublime quando il pen<strong>it</strong>ente è umile,<br />

perché umilia se stesso per colui che è davvero il sole sublime<br />

ed umile, Cristo, che velò lo splendore della sua luce<br />

con l’ab<strong>it</strong>o di sacco della nostra mortal<strong>it</strong>à 18 . Per questo<br />

si dice nel Vangelo di oggi: Ci saranno segni nel sole.<br />

3. Bisogna far attenzione al fatto che sono quattro le<br />

venute di Gesù Cristo 19 . La prima fu nella carne, di cui si<br />

dice: Ecco verrà il profeta grande, e rinnoverà Gerusalemme<br />

20 . La seconda avviene nell’anima, e di questa si dice:<br />

Verremo a lui e prenderemo dimora b . La terza si compie<br />

nel momento della morte; di questa venuta sta scr<strong>it</strong>to:<br />

Beato quel servo che il padrone, quando verrà, troverà al lavoro<br />

c . La quarta è la sua venuta nella gloria, di cui parla<br />

l’Apocalisse: Ecco verrà sulle nubi e ogni occhio lo vedrà d .<br />

A queste quattro venute fanno riferimento le prime quattro<br />

parole del Vangelo di oggi e noi le prenderemo in<br />

a Is 27,9. b Gv 14,23. c Lc 12,43. d Ap 1,7.<br />

pare la tristezza per i propri peccati, che viene paragonata alla resina, lacrima<br />

delle piante; essa è simbolo delle lacrime che escono come preghiera<br />

dal cuore contr<strong>it</strong>o. Con lo stesso significato si trova anche nella prima<br />

parte del sermone di Natale: vedi più avanti, p. 147.<br />

17 La soddisfazione è il terzo elemento del cammino della pen<strong>it</strong>enza,<br />

dopo la contrizione e la confessione. Particolarmente importante nella visione<br />

di Antonio, la soddisfazione consiste nell’esecuzione di una pen<strong>it</strong>enza<br />

adeguata alla colpa commessa.<br />

18 Il prologo consonante, dedicato all’importanza della confessione,<br />

termina mediante il riferimento allo splendore di Cristo, vero sole: è infatti<br />

la concordanza con questo termine che consente all’autore di r<strong>it</strong>ornare<br />

al brano del Vangelo della domenica: Ci saranno segni nel sole. Sulla<br />

natura del prologo consonante vedi la nostra Introduzione, II, pp.<br />

41-42.<br />

19 Il motivo delle quattro venute è tratto da Innocenzo III, II Domenica<br />

di Avvento, 4; III Domenica di Avvento, 7.<br />

20 Antonio c<strong>it</strong>a la quinta antifona delle Lodi della dom. I di Avvento<br />

del Breviario romano.


Per la I domenica di Avvento 119<br />

considerazione singolarmente 21 . L’antifona di ingresso<br />

della Messa di oggi canta: A te innalzo l’anima mia e ; la<br />

lettura dell’epistola è tratta dalla Lettera di Paolo ai Romani:<br />

Sapete che è ora di svegliarvi f ; vogliamo concordare<br />

questo passo della Lettera di Paolo con il primo e il secondo<br />

avvento, quello che si compie nell’anima; mentre<br />

concorderemo l’intro<strong>it</strong>o della Messa con il terzo e il<br />

quarto avvento. Innanz<strong>it</strong>utto, allora, riflettiamo sulla prima<br />

venuta.<br />

I. IL PRIMO AVVENTO DI CRISTO <strong>NELLA</strong> CARNE<br />

4. Ci saranno segni nel sole e nella luna. Il sole, che è<br />

così chiamato perché è « il solo » 22 che illumina, è Gesù<br />

Cristo; egli solo ab<strong>it</strong>a in una luce inaccessibile g , e il suo<br />

splendore è la sant<strong>it</strong>à, al cui confronto ogni splendore dei<br />

santi viene meno. Perciò dice Isaia: Siamo divenuti tutti<br />

come un uomo immondo, che è il lebbroso, e tutte le nostre<br />

opere di giustizia sono come il panno di una donna immonda<br />

h . Questo sole, come si dice nell’Apocalisse, è diventato<br />

nero come un sacco di crine i . Infatti, con il sacco<br />

della nostra uman<strong>it</strong>à ha oscurato la luce della sua divin<strong>it</strong>à:<br />

Ho indossato un ab<strong>it</strong>o di sacco j . Ma che legame può<br />

e Sal 25,1. f Rm 13,11. g 1Tm 6,16. h Is 64,5. i Ap 6,12. j Sal 69,12.<br />

21 L’esposizione del tema viene preceduta dalla divisione, cioè dall’individuazione<br />

delle parti (clausolae) in cui suddividere il Vangelo. In questo<br />

sermone, essa viene fatta tenendo conto del tema delle quattro venute<br />

di Cristo. Con questa divisione, secondo il metodo quadrigale, l’autore<br />

concorderà l’antifona d’ingresso, dal Sal 25,1-3, e la lettura paolina, Rm<br />

13,11-14. Il quarto elemento della quadriga, la lettura dell’AT presa dal<br />

Breviario, è il brano di Isaia che ha già commentato nel prologo. Riguardo<br />

al metodo della quadriga, vedi la nostra Introduzione, II, pp. 42-46.<br />

22 L’origine del sostantivo latino sol (sole), viene riportata da Isidoro<br />

all’aggettivo solus (solo), dando così luogo all’interpretazione proposta: il<br />

sole è il solo che illumina. Cfr. Isidoro, Etimologie 3,71,1.


INDICE GENERALE<br />

Sigle e abbreviazioni pag. 5<br />

INTRODUZIONE<br />

I. PROFILO BIOGRAFICO<br />

DI ANTONIO DI PADOVA<br />

Antonio canonico agostiniano:<br />

» 9<br />

il periodo portoghese<br />

Antonio frate minore:<br />

» 10<br />

i primi anni nell’Ordine francescano<br />

Antonio magister e predicatore:<br />

» 14<br />

la sua intensa attiv<strong>it</strong>à di evangelizzazione » 16<br />

II. I SERMONI DOMENICALI E FESTIVI » 21<br />

I sermoni nella predicazione del XIII secolo » 21<br />

Predicazione e riforma della Chiesa » 26<br />

Il carattere francescano<br />

della predicazione di Antonio » 27<br />

I Sermoni domenicali e festivi » 32<br />

La composizione dei Sermoni<br />

tra insegnamento e predicazione » 32<br />

L’edificazione e la consolazione:<br />

lo scopo e i destinatari dei Sermoni » 35<br />

La struttura dei Sermoni » 39<br />

Le quattro ruote della quadriga:<br />

l’esposizione della Sacra Scr<strong>it</strong>tura » 42


L’erba, la spiga e il chicco:<br />

i diversi sensi del testo sacro pag. 46<br />

Ruth e le spighe del campo di Booz:<br />

l’ered<strong>it</strong>à dei Padri e le fonti dottrinali » 54<br />

L’insegnamento della “natura”:<br />

il simbolismo di Antonio » 60<br />

III. PERCORSI DI TEOLOGIA<br />

E SPIRITUALITÀ DEI SERMONI » 65<br />

La misericordia del Padre » 65<br />

L’amore redentivo del Figlio » 70<br />

Lo Spir<strong>it</strong>o, “splendore” dell’anima » 78<br />

La visione dell’uomo:<br />

l’appello alla conversione » 80<br />

Il cammino di conformazione a Cristo:<br />

la via pen<strong>it</strong>enziale » 85<br />

Gli ostacoli al cammino di sequela: i vizi » 90<br />

La Vergine Maria: gloriosa e poverella » 92<br />

La matern<strong>it</strong>à della Vergine gloriosa » 93<br />

Le virtù di Maria: umiltà, povertà<br />

e vergin<strong>it</strong>à » 96<br />

Maria mediatrice di misericordia » 98<br />

Bibliografia » 103<br />

SERMONI SCELTI<br />

PER L’ANNO LITURGICO<br />

«SE TU SQUARCIASSI I CIELI »:<br />

LE VENUTE DEL SIGNORE<br />

Sermone per la I domenica di Avvento » 111<br />

Temi del sermone » 111<br />

Esordio. Sermone ai pen<strong>it</strong>enti<br />

o ai religiosi e sulla confessione » 112


I. Il primo avvento di Cristo nella carne pag. 119<br />

II. Il secondo avvento di Cristo nell’anima » 127<br />

III. Il terzo avvento di Cristo al momento<br />

della morte » 134<br />

IV. Il quarto avvento di Cristo nella gloria » 137<br />

«È NATO IL NOSTRO SORRISO »: CRISTO GRAZIA,<br />

GLORIA E SAPIENZA DI DIO<br />

Sermone per il Natale del Signore » 143<br />

I. Il censimento del mondo » 143<br />

II. La nasc<strong>it</strong>a del Salvatore » 148<br />

III. L’annunzio dell’angelo ai pastori » 152<br />

IV. Sermone allegorico » 155<br />

V. Sermone morale » 159<br />

«RIVESTIAMOCI DELL’UOMO NUOVO »:<br />

IL CAMMINO DI CONVERSIONE<br />

Sermone per il mercoledì delle Ceneri » 165<br />

All’inizio del digiuno » 165<br />

I. Il digiuno » 165<br />

II. L’elemosina » 171<br />

III. Sermone morale » 173<br />

SERMONE PER LA I DOMENICA DI QUARESINA (I) » 179<br />

Temi del sermone » 179<br />

Esordio. Il deserto di Engaddi » 179<br />

La triplice tentazione di Adamo e di Cristo » 182<br />

«FIORIRÀ IL MANDORLO »:<br />

L’OPERA DI RI-CREAZIONE DELL’UOMO IN CRISTO<br />

Sermone per la Risurrezione » 187<br />

Esordio. Nella risurrezione<br />

l’uman<strong>it</strong>à di Cristo<br />

fiorisce come la verga di Aronne » 187<br />

I. Sermone allegorico » 188<br />

II. Sermone morale sul valore dell’elemosina » 192


III. Sermone morale sulla rett<strong>it</strong>udine<br />

della coscienza pag. 196<br />

IV. Sermone anagogico » 200<br />

«VI SAZIERÒ DI GRANO, VINO E OLIO »:<br />

L’AZIONE RINNOVATRICE DELLO SPIIRITO<br />

Sermone per la festa di Pentecoste » 203<br />

Esordio. Lo Spir<strong>it</strong>o Santo consolatore » 203<br />

I. Sermone letterale sul Vangelo della festa » 207<br />

II. Sermone allegorico » 209<br />

III. Sermone morale » 212<br />

«<strong>CAMMINARE</strong> <strong>NELLA</strong> MISERICORDIA »<br />

Tempo ordinario: Sermone per la IV domenica<br />

dopo Pentecoste » 216<br />

Temi del sermone » 216<br />

Esordio. Sermone sul predicatore<br />

o sul prelato della Chiesa » 217<br />

I. La misericordia di Dio » 219<br />

II. La misura della gloria eterna » 229<br />

III. La caduta dei ciechi nella fossa » 236<br />

Sermone allegorico » 243<br />

IV. La pagliuzza del peccato nell’occhio<br />

del fratello » 244<br />

«<strong>CAMMINARE</strong> <strong>NELLA</strong> FRATERNITÀ »<br />

Tempo ordinario: Sermone per la VI domenica<br />

dopo Pentecoste » 248<br />

Temi del sermone » 248<br />

Esordio. Sermone sui prelati<br />

e sui predicatori della Chiesa » 249<br />

I. La giustizia degli apostoli » 251<br />

II. La condanna di chi si adira contro il fratello<br />

e lo offende » 260<br />

III. La riconciliazione con il fratello » 266


<strong>CAMMINARE</strong> <strong>NELLA</strong> <strong>LUCE</strong> DI CRISTO<br />

Tempo ordinario: Sermone per la XX domenica<br />

dopo Pentecoste pag. 274<br />

Temi del sermone » 274<br />

Esordio. I tre templi e il loro candelabro » 275<br />

I. Le tre nozze » 280<br />

II. Le tre tende » 289<br />

Sermone morale su Noè » 294<br />

Sermone morale su Lot » 296<br />

III. Le tre vesti nuziali » 297<br />

<strong>CAMMINARE</strong> CON MARIA LA VERGINE GLORIOSA<br />

Sermone per l’Annunciazione » 306<br />

Temi del sermone » 306<br />

Esordio » 306<br />

I. Le virtù e le prerogative della Beata<br />

Vergine Maria » 308<br />

II. Il paragone del Figlio di Dio con la rugiada » 314<br />

III. La nasc<strong>it</strong>a del Signore » 322<br />

Indice scr<strong>it</strong>turistico » 335<br />

Indice onomastico » 345<br />

Indice anal<strong>it</strong>ico » 348

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