la scalinata monumentale del giardino di villa - la Puska

DIPARTIMENTO DI PROGETTAZIONE
DELL'ARCHITETTURA
LA SCALINATA MONUMENTALE DEL GIARDINO DI VILLA “IL CENACOLO”. INDICAZIONI PER
LA CONSERVAZIONE E LA VALORIZZAZIONE DEL MANUFATTO
ANNO 2004 - 2006
Maurizio Boriani, Mariacristina Giambruno, Stefania De Giorgi, Antonia Zizzo

indice
1. Cenni storici 1
2. Cenni descrittivi 2
3. Il degrado del manufatto 3
4. I primi interventi: conoscenza e messa in sicurezza del manufatto 5
5. Linee guida per il progetto di conservazione e di riuso 6
6. Elenco degli interventi di conservazione 7
7. Priorità di intervento 9
SCHEDE TECNICHE DI INTERVENTO

1. Cenni storici
Elemento di decoro dei parchi storici, le scalinate monumentali a collegamento di terrazzamenti e
dislivelli del terreno sono parte integrante e fondamentale degli impianti dei giardini cosiddetti
“all’italiana”. Dunque, la scalinata attualmente rilevabile all’interno del parco di Villa “Il cenacolo”
deve risalire al primo impianto dell’area verde, antecedente alle trasformazioni tardo ottocentesche
del giardino.
La mancanza di documenti di archivio che ne testimoniano l’epoca di realizzazione non consente
di ascrivere la costruzione del manufatto ad una precisa datazione. La scalinata potrebbe dunque
essere stata realizzata sin dal settecento anche se viene citata ed ampiamente descritta
esclusivamente in un atto notarile risalente al 1825 redatto per la verifica della consistenza
dell’intera proprietà: “...A levante del descritto giardino avanti la Casa Civile avviene un altro
formato alla Genovese, rilevante la superficie di circa Pertiche 3 1/2 diviso in tre repiani che si
comunicano mediante gradinata di vivo in due ale, essendo l’ultima anche in due andate e con
parapetto pure di vivo, ed avente all’ingiro N. 42 pezzi di vivo ottagoni per sostegno de’ vasi. Li
muri sostenenti il terrapieno per li ripiani del giardino alla genovese sono coperti di spalliera di
diversi frutti con opportuna intelaiatura di
cottichette, come pure è coperto di
spalliera di frutti il muro che riguarda a
mezzogiorno, e che sostiene il terrapieno
che riguarda il giardino ove esiste la serra”
(1). L’esistenza della scalinata alla metà
dell’Ottocento è testimoniata, nonostante
la scala grafica di realizzazione, anche
dalla precisissima Carta topografica dei
contorni di Milano redatta da Giovanni
Brenna nel 1837.
Certamente oggetto di interventi sino
almeno agli anni cinquanta del Novecento, come testimoniano
gli intonaci cementizi presenti all’interno dei Ninfei, la scalinata
presenta ancora oggi i caratteri morfologici descritti nel
documento citato risalente al 1825.
1
Carta topografica dei contorni di Milano, 1837.
Si noti nell’impianto ancora formale del
giardino del palazzo un accenno al disegno
della scalinata.

2. Cenni descrittivi
La scalinata si apre ad est della villa,
in posizione periferica rispetto al
grande impianto informale del parco,
residuo, come si accennava, del
precedente schema compositivo
dell'area verde. Collega i diversi piani
del giardino, coprendo un dislivello di
circa 9 metri, e costituisce due grandi
terrazzamenti che terminano in un
vasto pianoro che giunge sino al
confine orientale della proprietà.
Poggia su profonde murature
realizzate a sostegno dei differenti
livelli, la prima in blocchi di
conglomerato, la seconda in laterizi
lasciati di vista, di recente fattura vista
la chiara fabbricazione industriali dei
mattoni, la terza, sempre in laterizio,
ma ancora coperta dalla vegetazione
infestante.
Si accede alla scalinata attraverso una
cancellata in ferro battuto, risalente
probabilmente ai primi anni del Novecento. Il piano che disimpegna le due rampe di scale è
realizzato con lastre di serizzo sagomate nella parte anteriore ed unite da grappe in ferro di antica
fattura. A destra e a sinistra si aprono le due scalinate, i cui gradini, in granito arrotondati e
sagomati all'estremità, poggiano da un lato nella muratura di sostegno del terrazzamento, dall'altro
su di una muratura mista coperta da lastre di serizzo unite anch'esse da grappe in ferro.
Giunti sul sottostante terrazzamento si apre un piccolo Ninfeo, ricavato al di sotto delle stesse
rampe di scala chiuse da una muratura in mattoni suddivisa in riquadri trapezoidali sulla quale si
conservano lacerti dell'antico intonaco. Un arco a tutto sesto, con stipiti che conservano tracce dei
cardini di una cancellata ora non più esistente, dà accesso ad una nicchia che segue, in altezza e
forma, l'intero sottoscala. All’interno del piccolo Ninfeo, un gradino porta all’originario piano di
calpestio.
A circa 9 metri dalla prima rampe di scale si accede alla doppia scalinata che porta al secondo
livello, simile per caratteristiche al primo precedentemente descritto. Si differenzia dai primi due il
terzo, dove le scalinate, per coprire il dislivello del terrazzamento, dopo un primo tratto rettilineo
piegano ad arco di cerchio.
Eidotipo di rilievo. Planimetria della scalinata.
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3. Il degrado del manufatto
La scalinata monumentale ed i muri di sostegno dei terrazzamenti, a lungo privati da ogni
intervento di manutenzione, presentano numerose e specifiche patologie di degrado, oltre ad un
generalizzato deposito superficiale.
Murature di sostegno ai terrazzamenti
Le murature di sostegno ai terrazzamenti sono realizzate con
materiali differenti sui tre livelli.
Il primo è composto da blocchi di conglomerato (probabilmente
Ceppo dell’Adda nella qualità rustico), il secondo in mattoni di
recente fabbricazione, il terzo, ancora in conci di pietra.
Le tre murature di sostegno presentano un’erosione
superficiale ma generalizzata dei giunti di malta, localizzate
mancanze dei conci lapidei o dei mattoni, vegetazione
infestante (apparati radicali di piante superiori tagliate al piede)
che ha provocato sconnessioni e localizzati cedimenti.
Balaustre in serizzo delle rampe di scala
Gli elementi fanno rilevare, con differente gravità in relazione
alle diverse rampe di scala, dissesti e scivolamenti, dovuti
probabilmente all’erosione della sottostante tessitura muraria
(perdita generalizzata della malta di allettamento). Mancano,
inoltre, alcune grappe in ferro che connettevano le differenti
lastre lapidee, mentre altre presentano fenomeni di
corrosione del materiale.
Gradini in granito
I gradini presentano, localizzate solo su alcuni, fessurazioni
passanti e rotture. Generalizzato è, invece, lo slittamento in
avanti degli stessi che ha causato un aumento della distanza
tra gli elementi con il conseguente ingresso delle acque
meteoriche nei ninfei.
Apparati radicali di piante superiori sono presenti in un solo
caso, nelle prima rampa della scalinata.
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Le murature di sostegno. Si noti la presenza di
muschi e vegetazione infestante, nonché
l’erosione dei giunti di allettamento.
Veduta della balaustra in serizzo della prima
rampa. Le lastre lapidee fanno registrare
dissesti e scivolamenti causati dalla
sconnessione della cresta muraria di
sostegno.
Lo slittamento dei gradini ed il conseguente
aumento della distanza tra gli stessi provoca
l’ingresso delle acqua meteoriche nei sottostanti
Ninfei.

Piano di disimpegno delle scalinate
Realizzati con lastre di serizzo incastrate a mensola nella
muratura di sostegno, i piani presentano la mancanza della
fugatura nella giunzione delle lastre (che favorisce l’ingresso
delle acque meteoriche nei sottostanti ninfei) e la rottura di
alcune grappe in ferro che un tempo le univano.
Ninfei
Le tre nicchie presentano in primo luogo una imbibizione
generalizzata delle murature dovuta principalmente a due
ragioni, ovvero ad essere appoggiata contro il terreno ed
all’ingresso delle acque meteoriche dalle sconnessioni dei
gradini e delle lastre del piano di disimpegno delle scale.
La presenza di acqua e, probabilmente, la conseguente
perdita totale della malta tra gli elementi, ha causato il crollo
della parte basamentale della muratura.
L’alto tasso di acqua contenuto ha causato inoltre il distacco
e la mancanza dell’intonaco, la presenza di efflorescenze,
l’erosione localizzata dei laterizi, la presenza di patina
biologica. Vi è poi da notare come il pesante intonaco
cementizio presente abbia aggravato le patologie di
degrado impedendo la corretta traspirazione della
muratura.
Prospetti esterni dei Ninfei
I fronti dei ninfei, realizzati in muratura di mattoni pieni, un
tempo intonacata e suddivisa in trapezi da lesene sempre in
mattoni, presenta ormai la quasi totale perdita dell’intonaco e
l’erosione dei giunti di allettamento.
Mancanze, anche di notevoli dimensioni, sono rilevabili sugli
stipiti, in mattoni o in granito nei differenti livelli, degli ingressi
alle nicchie.
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Il piano di disimpegno della prima rampa. Si
noti la mancanza delle fugature tra le lastre.
La muratura di chiusura dei Ninfei. Si notino
l’imbibizione dei laterizi, la presenza di muschi
e di Sali solubili (in alto) e la mancanza della
parte basamentale (sopra).
I prospetti esterni presentano mancanza
dell’intonaco, erosione dei giunti di malta e
presenza di muschi.

4. I primi interventi: conoscenza e messa in sicurezza del manufatto
Preliminare ad ogni intervento di conservazione è l’osservazione diretta ed il rilievo del manufatto.
Tali fasi hanno consentito di determinare i caratteri, i materiali e le patologie di degrado della
scalinata, nonché di provvedere alla definizione di alcuni interventi necessari alla messa in
sicurezza dello stesso.
In primo luogo sono stati fatti effettuare lavori di rimozione delle macerie (dovute al crollo della
parte basamentale della muratura) all’interno dei Ninfei. Tale intervento ha consentito di riscoprire
il piano calpestio delle nicchie che, probabilmente, erano destinate a contenere acqua da utilizzarsi
per l’irrigazione delle specie arboree messe a dimora nei terrazzamenti. Tali ipotesi è supportata
anche dalla scoperta, sempre dovuta alla rimozione del materiale risultante dai crolli, di lastre in
pietra, che dovevano servire da appoggio a chi, forse con secchi, raccoglieva l’acqua, nonché dal
rinvenimento di alcuni gradini, sempre in materiale lapideo, che univano il livello dell’ingresso con il
piano di calpestio delle nicchie.
La rilevante presenza di umidità all’interno delle murature faceva poi supporre che l’acqua
scorresse dal giardino sino all’interno dei ninfei, forse come elemento decorativo delle nicchie, oltre
che per condurla all’interno delle vasche di raccolta precedentemente citate.
Per verificare tale ipotesi sono stati effettuati alcuni scavi a tergo del primo livello della scalinata,
nei pressi del cancello di ingresso. A circa 40 centimetri di profondità è stata reperita una canalina,
di sezione rettangolare, realizzata con mattoni e coperta da lastre in beola che proviene
evidentemente dal parco. Tale manufatto, per la piccola porzione risultante dallo scavo, verrà
lasciato visibile ai visitatori, chiuso da un vetro strutturale che ne consente comunque il calpestio.
Condotti i necessari studi conoscitivi, anche grazie all’impegnativo lavoro di rimozione delle
macerie, a volte di grandi dimensioni tali da richiedere l’impiego di mezzi meccanici, ed al lavoro di
scavo manuale per verificare che non andassero perduti importanti testimonianze, si è provveduto
ad effettuare alcune opere provvisionali, quali il puntellamento con elementi lignei delle murature là
dove si erano verificati i crolli.
È stata inoltre effettuata la rimozione manuale degli intonaci cementizi, sempre all’interno dei
ninfei, ormai distaccati. Tale intervento si rendeva necessario per migliorare la traspirabilità della
muratura ed evitare ulteriori formazioni di efflorescenze dovute al materiale cementizio stesso.
Sui prospetti esterni dei ninfei è stata, invece, realizzata una prima pulitura dalla vegetazione
infestante con mezzi manuali.
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5. Linee guida per il progetto di conservazione e di riuso
Il ruolo della scalinata all’interno del parco, l’interesse storico-documentario della stessa, nonché le
condizioni di degrado in cui versa, impongono la realizzazione di un progetto di conservazione e
valorizzazione del manufatto.
Il progetto di conservazione avrà cura di rimuovere le cause di degrado e conservare il manufatto,
messo in sicurezza, nello stato dei materiali e delle forme che attualmente si rilevano.
Gli interventi non dovranno prevedere il ripristino delle parti non più esistenti, ma esclusivamente la
rimozione o il rallentamento delle patologie di degrado.
Si provvederà, dunque, alla diminuzione della presenza d’acqua all’interno dei ninfei con interventi
di risarcimento delle fessurazione che causano l’ingresso delle acque meteoriche, nonché alla
messa in opera, sempre all’interno delle nicchie, di nuovi intonaci atti a favorire la traspirabilità
delle murature.
I prospetti esterni verranno conservati nell’attuale consistenza, evitando interventi di reintonacatura
e limitandosi, invece, ad una pulitura e ad un risarcimento dei giunti di malta fra i laterizi.
Gli elementi sconnessi verranno riposizionati, previa verifica ed eventuale ricostituzione dei piani di
appoggio.
Realizzate le opere di conservazione, la scalinata dovrà essere resa accessibile al pubblico e
valorizzata all’interno del percorso di visita del parco.
Dovranno pertanto essere progettati e messi in opera elementi di sicurezza quali balaustre sui
piani di disimpegno delle scalinate e cancelli semitrasparenti che consentano la visione degli
interni dei Ninfei ma garantiscano un accesso controllato visti i dislivelli tra la quota di ingresso e il
piano di calpestio. Tali elementi dovranno essere disegnati con forme e materiali contemporanei.
In particolare, per gli elementi di chiusura dei ninfei, dovranno essere studiati materiali “leggeri”
che non gravino eccessivamente sulla struttura.
I ninfei potrebbero, tra l’altro, essere il luogo ideale per ospitare sculture ed altri oggetti d’arte
contemporanea, offrendo a giovani artisti uno spazio per collocare le proprie opere che
diverrebbero, a loro volta, una occasione di valorizzazione del manufatto. In questa ipotesi
dovrebbe essere pensato, oltre a piani di appoggio atti a collocare le opere, un sistema di
illuminazione che le valorizzi e identifichi la scalinata all’interno del parco.
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7. Priorità di intervento
Gli interventi precedentemente elencati potranno essere eseguiti con scansioni temporali differenti,
in rapporto ai costi ed alla disponibilità economica per eseguirli.
Il primo intervento in ordine di tempo dovrà comunque essere la ricostituzione della muratura
basamentale, ove mancante, descritta al punto CO/NF della voce Ninfei.
Successivamente si dovrebbe provvedere, almeno per una rampa di scale, alla sigillatura (si veda
voce CO/SM) della voce Gradini in granito ed al punto CO/SF1 della voce Piano di disimpegno
delle scalinate) delle mancanze dovute agli spostamenti. Tale intervento consente infatti di
controllare l’ingresso meteorico delle acque e testare l’efficacia dell’intervento proposto per poi
poterlo eseguire sulle restanti scalinate.
L’ordine dei restanti interventi potrà essere deciso in rapporto all’esigenza di completare le opere
sui di un solo livello o eseguire le singole opere su ogni parte della scalinata.
Note
1) Descrizione de’ Beni costituenti il podere detto di Lentate proprio dei signori Carlo Grato Zanella rispettivo zio di Giuseppe e Carlo
fratelli Zanella posti per la maggior parte nel Territorio di Lentate ed Uniti e per poca parte in quelli di Copreno e Birago, Distretto V di
Barlassina, provincia di Milano che accompagna la Relazione del giorno, Milano, 24 marzo 1825, redatta dall’ing. Giorgio Mansi, in:
Archivio di Stato di Milano, fondo Notarile, cartella n.49957. Il documento è riportato in: D.Lazzarino, M.Messali, I.Nava, Progetto di
conservazione del parco della villa del Cenacolo a Lentate sul Seveso, Tesi di Laurea, Seconda Facoltà di Architettura del Politecnico di
Milano, A.A. 1998/1999, relatore prof. M.Boriani, correlatore arch. A.Cazzani.
testo di prof. Cristina Giambruno – Politecnico Milano
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