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19.06.2013 Views

INTRODUZIONE Metodo di lavoro: le schede In questa ricerca teorica che precede la progettazione pratica, abbiamo redatto un’analisi di Como che ci permetta di capire e scoprire una gran quantità di caratteristiche legate a questa città. La volontà è stata di sintetizzare diverse tematiche ine- renti la storia, l’evoluzione urbana, il contesto urbano, l’indus- tria e l’area di progetto. Questa scelta nasce dal presupposto che non ci interessava svolgere una ricerca monotematica su di un tema ben preciso, ma piuttosto eravamo propensi ad ac- quisire una conoscenza complessiva della città di Como e del tema scelto. Questo modo di procedere potrebbe portare ad un risultato incompleto visto l’impossibilità d’approfondire nei dettagli tutte le tematiche scelte, ma siamo tuttavia certi che questo metodo di lavoro ci ha portato ad una visione d’insieme che riteniamo indispensabile per il proseguito della progetta- zione. Spesso, quando si comincia un progetto in una città poco conosciuta, il primo passo è sempre quello d’informarsi il più possibile piuttosto che approfondire un aspetto partico- lare. La struttura di questa ricerca è chiaramente scandita dalla presenza di una gran quantità di schede tematiche che toc- cano gli argomenti accennati nel paragrafo precedente, che saranno analizzati in dettaglio nel prossimo capitolo. La scelta della scheda come strumento di lavoro è dettata da una vo- lontà di sintetizzare il più possibile le varie problematiche. Ci siamo posti anche se a volte con difficoltà, l’obiettivo di con- centrare le informazioni essenziali, tratte da più fonti, in uno spazio limitato (un foglio A3). Questa sintesi permette di non appesantire il lavoro e rende la lettura più piacevole. Oltretu- tto grazie all’indipendenza delle schede il lettore può scegliere liberamente il percorso della propria lettura in base ai suoi interessi e le sue conoscenze. Ciò dà la possibilità di acce- dere direttamente ad una problematica precisa senza dover obbligatoriamente immergersi in una lunga lettura per trovare alcune informazioni. Infine riteniamo giusto premettere che questo metodo di lavoro dà una conoscenza solo parziale. Le schede devono 4

1 A. Rossi, “L’architettura della città”, Città Studi Edizioni, Milano 1995, pag. 173. _________________________________ 2 Ibidem, pag. 173. _________________________________ 3 Ibidem, pag. 173. _________________________________ dunque essere interpretate come punto di partenza o spunto per un personale approfondimento. Secondo noi questo pro- cedimento è, e dovrebbe essere intrapreso ogni qual volta si comincia un nuovo progetto d’architettura. Si può parlare di “metodo progettuale” poiché paragonabile all’approccio che si ha quando s’inizia un progetto. Temi delle schede Come detto in precedenza, con queste schede abbiamo trat- tato più tematiche nell’ottica di ottenere una panoramica ge- nerale. Alcune sono legate alla storia, altre legate piuttosto alla comprensione della situazione attuale del sito Ticosa e altre ancora più teoriche, di riflessione e di ragionamento. STORIA Abbiamo sviluppato delle schede legate alla storia vista come strumento di comprensione di una città e di un determinato periodo. Ad esempio abbiamo cercato di spiegare in una sche- da lo sviluppo della città a partire dalla sua nascita mentre in altre come si è evoluta l’architettura industriale in Europa e a Como. Come sostiene A. Rossi “il metodo storico sembra quello capa- ce di offrirci la verifica più sicura di qualsiasi ipotesi sulla città; la città è di per se stessa depositaria di storia” 1 . Egli sostiene inoltre che il metodo storico può essere trattato da due punti di vista dipendenti uno dall’altro. “[...] il primo riguarda lo studio della città come manufatto materiale, un manufatto, la cui costruzione è avvenuta nel tempo e del tempo mantiene le tracce, sia pure in modo discontinuo” 2 . Viene qua ribadita l’importanza della storia; attraverso il “metodo storico” è possibile una comprensione della città. Dunque “le città sono il testo di questa storia […] si offrono a noi attraverso dei fatti urbani dove è preminente l’elemento storico” 3 . L’importanza “dell’elemento storico” è stata sviluppata da Rossi nella sua teoria delle permanenze che prende spunto dagli scritti di Marcel Poète. Rossi scrive che “le persistenze sono rilevabili attraverso i monumenti, i segni fisici del passato, ma anche attraverso la persistenza dei tracciati e del piano [...] le città permangono sui loro assi di sviluppo, mantengono la posizione dei loro tracciati, crescono 5

INTRODUZIONE<br />

Metodo di lavoro: le schede<br />

In questa ricerca teorica che precede la progettazione pratica,<br />

abbiamo redatto un’analisi di Como che ci permetta di capire<br />

e scoprire una gran quantità di caratteristiche legate a questa<br />

città. <strong>La</strong> volontà <strong>è</strong> stata di sintetizzare diverse tematiche ine-<br />

renti la storia, l’evoluzione urbana, il contesto urbano, l’indus-<br />

tria e l’area di progetto. Questa scelta nasce dal presupposto<br />

che non ci interessava svolgere una ricerca monotematica su<br />

di un tema ben preciso, ma piuttosto eravamo propensi ad ac-<br />

quisire una conoscenza complessiva <strong>della</strong> città di Como e del<br />

tema scelto. Questo modo di procedere potrebbe portare ad<br />

un risultato incompleto visto l’impossibilità d’approfondire nei<br />

dettagli tutte le tematiche scelte, ma siamo tuttavia certi che<br />

questo metodo di lavoro ci ha portato ad una visione d’insieme<br />

che riteniamo indispensabile per il proseguito <strong>della</strong> progetta-<br />

zione. Spesso, quando si comincia un progetto in una città<br />

poco conosciuta, il primo passo <strong>è</strong> sempre quello d’informarsi<br />

il più possibile piuttosto che approfondire un aspetto partico-<br />

lare.<br />

<strong>La</strong> struttura di questa ricerca <strong>è</strong> chiaramente scandita dalla<br />

presenza di una gran quantità di schede tematiche che toc-<br />

cano gli argomenti accennati nel paragrafo precedente, che<br />

saranno analizzati in dettaglio nel prossimo capitolo. <strong>La</strong> scelta<br />

<strong>della</strong> scheda come strumento di lavoro <strong>è</strong> dettata da una vo-<br />

lontà di sintetizzare il più possibile le varie problematiche. Ci<br />

siamo posti anche se a volte con difficoltà, l’obiettivo di con-<br />

centrare le informazioni essenziali, tratte da più fonti, in uno<br />

spazio limitato (un foglio A3). Questa sin<strong>tesi</strong> permette di non<br />

appesantire il lavoro e rende la lettura più piacevole. Oltretu-<br />

tto grazie all’indipendenza delle schede il lettore può scegliere<br />

liberamente il percorso <strong>della</strong> propria lettura in base ai suoi<br />

interessi e le sue conoscenze. Ciò dà la possibilità di acce-<br />

dere direttamente ad una problematica precisa senza dover<br />

obbligatoriamente immergersi in una lunga lettura per trovare<br />

alcune informazioni.<br />

Infine riteniamo giusto premettere che questo metodo di<br />

lavoro dà una conoscenza solo parziale. Le schede devono<br />

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