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La presente redazione è l'unione della prima parte della tesi ... - EPFL

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Scheda 8<br />

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Schede 17 e 19<br />

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gna ancora capire cosa <strong>è</strong> un monumento e quale <strong>è</strong> l’importanza<br />

di un suo restauro. Secondo l’art. 1 <strong>della</strong> Carta Internazionale<br />

per la conservazione ed il restauro dei monumenti e dei siti<br />

(Carta di Venezia, 1964), “la nozione di monumento storico<br />

comprende tanto la creazione architettonica isolata quanto<br />

l’ambiente urbano o paesistico che costituisca la testimonianza<br />

di una civiltà particolare, di un’evoluzione significativa o di un<br />

avvenimento storico. Questa nozione si applica non solo alle<br />

grandi opere ma anche alle opere modeste che, con il tempo,<br />

abbiano acquistato un significato culturale”.<br />

Non possiamo certo dire che i due edifici presenti sul sito (che<br />

abbiamo intenzione di ristrutturare) siano delle “grandi opere”,<br />

ma come abbiamo appena visto, nella definizione di monu-<br />

mento storico non sono escluse le “opere modeste”. Questi due<br />

edifici non sono da considerarsi quali monumenti storici, ma<br />

sono caratteristici di un linguaggio costruttivo dell’inizio No-<br />

vecento <strong>presente</strong> in gran <strong>parte</strong> dell’Europa. Sono quindi delle<br />

costruzioni “modeste” ma tuttavia rappresentative e aventi un<br />

valore spaziale. <strong>La</strong> loro conservazione <strong>è</strong> il punto di <strong>parte</strong>nza<br />

per la rivalorizzazione <strong>della</strong> zona industriale Ticosa. Secondo<br />

noi questo sito <strong>è</strong> un’opportunità per ricordare la grande tradi-<br />

zione comasca nell’industria serica (vedi schede architettura<br />

industriale e tipologia architettonica dell’industria serica) e allo<br />

stesso tempo rispondere alle attuali esigenze <strong>della</strong> città.<br />

In questi paragrafi abbiamo sostenuto la <strong>tesi</strong> che <strong>è</strong> possibile<br />

il dialogo tra nuovo e vecchio e che quest’ultimo, attraverso<br />

il restauro degli edifici esistenti, <strong>è</strong> la soluzione più idonea per<br />

far riaffiorare la memoria collettiva. Questa <strong>tesi</strong> potrà essere<br />

dimostrata e suffragata o al contrario confutata e rigettata, ma<br />

questo potrà avvenire solamente dopo una verifica ottenuta<br />

attraverso il lavoro progettuale.<br />

Queste nostre preoccupazioni, il rapporto antico-nuovo e la<br />

questione del restauro, sono state affrontate da G. Grassi nel<br />

suo scritto “Un parere sul restauro”. Qui di seguito riproponia-<br />

mo delle sue riflessioni che possono adattarsi alla nostra situa-<br />

zione e permettono anche di chiarificare il tema in questione:<br />

“[…] mi riferisco piuttosto a quella <strong>parte</strong> del patrimonio architettonico che<br />

sembra aver perduto col tempo un suo ruolo riconoscibile […]. Ruolo che <strong>è</strong><br />

andato perduto per motivi diversi: per le vicende storiche, per i danneggia-<br />

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