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COMMENTARIO MUSICALE DELL'ORFEO di Denis Morrier

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tere <strong>di</strong>vino del canto <strong>di</strong> Orfeo, e serve ammirevolmente il poema, che ci invita a ricongiungerci<br />

alle più altre sfere. «Possente Spirto» fornisce un vero catalogo dei <strong>di</strong>oversi ornamenti<br />

impiegati a quell’epoca: trillo, groppo, ribattuta <strong>di</strong> gola, cascata…<br />

I colori strumentali sono l’utensile scelto da Montever<strong>di</strong> per evocare la «attraversata<br />

dei mon<strong>di</strong>».<br />

La prima stanza ci rinvia alla nostra sfera umana. Essa è accompagnata dai violini,<br />

strumento emblematico <strong>di</strong> Orfeo, le cui volute verso il sovracuto figurano il «passaggio<br />

dell’anima verso l’altra riva».<br />

La seconda evoca la morte e gli Inferi: quella <strong>di</strong> Euri<strong>di</strong>ce e quella, prossima, <strong>di</strong> Orfeo.<br />

Allora si fanno sentire due strumenti infernali: due cornetti.<br />

La terza ci porta alla terza sfera, il Para<strong>di</strong>so. L’arpa <strong>di</strong>venta cetra, emblema dell’armonia<br />

universale. Il canto <strong>di</strong> Orfeo tocca ugualmente il sovrumano: percorre in un soffio tutta<br />

la tessitura da fa acuto al si bem. grave («tanta bellezza»)<br />

All’inizio della quarta stanza, Orfeo proferisce il suo nome, come se fosse caricato da<br />

una virtù magica. Tre parti <strong>di</strong> viole da brazzo si fanno allora sentire, prima emanazione<br />

della lira orfica.<br />

La quinta stanza in cui Orfeo mescola l’implorazione e il ricordo <strong>di</strong> Euri<strong>di</strong>ce, fa apparire<br />

un nuovo modo <strong>di</strong> cantare, devoluto all’espressione delle più forti passioni: il cantare d’affetto<br />

o cantare alla napoletana, tutto in contrasto <strong>di</strong> timbri e registri. L’ornamentazione<br />

virtuosa cessa, il cantante sottolinea l’ampiezza del suo dolore con una pesante <strong>di</strong>ssonanza<br />

(«pene»).

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