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COMMENTARIO MUSICALE DELL'ORFEO di Denis Morrier

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saggera fa sua la voce e il dolore <strong>di</strong> Euri<strong>di</strong>ce. Riprendendo i suoi ultimi gesti e le sue ultime<br />

parole, ella figura lo sforzo della morente con una lunga linea ascendente che culmina in<br />

un grido girato verso il cielo: «Orfeo, Orfeo!». Ma Orfeo non è là e non può rispondere a<br />

questo <strong>di</strong>sperato richiamo: un silenzio della voce lo sottolinea, come il basso continuo,<br />

che fa sentire un nuovo accordo inatteso (sol con terza maggiore) imme<strong>di</strong>atamente incupito<br />

(sol con terza minore) per meglio annunciare l’irrime<strong>di</strong>abile conclusione.<br />

Euri<strong>di</strong>ce è morta! La Messaggera, dopo aver fatto sentire il suo ultimo sospiro, <strong>di</strong>pinge il<br />

proprio smarrimento con un’evoluzione cromatica confinata in un registro estremamente<br />

grave. Il basso accompagna questo percorso erratico in una successione <strong>di</strong> consonanze –<br />

terze, ottave, quinte – che non fanno che sottolineare l‘evoluzione irrazionale della voce,<br />

per finalmente concludere con una cadenza inattesa sul polo iniziale <strong>di</strong> re.<br />

Le ultime parole della Messaggera sono «pietade» e «spavento». Striggio ci offre qui<br />

ancora un riferimento esplicito alla Poetica <strong>di</strong> Aristotele, che ricorda che la buona trage<strong>di</strong>a<br />

deve essere «un’imitazione fatta da personaggi in azione […] che con la me<strong>di</strong>azione<br />

della pietà e del timore realizza la catarsi delle emozioni <strong>di</strong> questo genere», (Cap. VII).<br />

L’ambizione del librettista è dunque chiara, e la <strong>di</strong>mensione morale della sua opera trasparisce<br />

una volta ancora: questo racconto della Messaggera è un atto purificatore. Per la<br />

comunione dello spettatore e dell’attore, si deve ottenere la purga delle passioni nefaste<br />

dell’anima.<br />

Ahi caso acerbo<br />

Il primo pastore reagisce prima <strong>di</strong> tutti gli altri riprendendo l’imprecazione della Messaggera,<br />

con qualche mo<strong>di</strong>ficazione minima del basso. Egli anticipa così il kommos che<br />

concluderà l’atto. Ma il tempo della deplorazione non è ancora venuto.<br />

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