19.06.2013 Views

COMMENTARIO MUSICALE DELL'ORFEO di Denis Morrier

COMMENTARIO MUSICALE DELL'ORFEO di Denis Morrier

COMMENTARIO MUSICALE DELL'ORFEO di Denis Morrier

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

[Quando la Messaggera gli annuncia in maniera lapidaria: «La tua <strong>di</strong>letta sposa è morta»<br />

(con una volta ancora una serie ininterrotta <strong>di</strong> intervalli <strong>di</strong>sgiunti), Orfeo è colpito <strong>di</strong> stupore.<br />

Egli non può emettere, in una sospiro, che un ultimo «Ohimè» cromatico, prima <strong>di</strong><br />

cadere in un mutismo sbigottito.<br />

In un fiorito prato [do 1]<br />

Il lungo «racconto della Messaggera» è un meraviglioso esempio dell’arte monte ver<strong>di</strong>ana<br />

<strong>di</strong> illustrazione sonora delle parole, applicata a uno stile recitativo e non più alla<br />

polifonia madrigalesca. Nell’Orfeo Montever<strong>di</strong> ha fatto considerevolmente evolvere la<br />

nozione <strong>di</strong> stile rappresentativo menzionato per la prima volta nel 1600 nella partitura<br />

dell’Euri<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Caccini. Questo concetto ambiguo <strong>di</strong> «stile rappresentativo» non sottintende<br />

solamente la nozione <strong>di</strong> «rappresentazione teatrale» ma anche quella <strong>di</strong> una «rappresentazione<br />

verosimile» <strong>di</strong> passioni dal punto <strong>di</strong> vista strettamente musicale. Potrebbe<br />

essere definito da questi tre criteri:<br />

le emozioni proprie <strong>di</strong> un in<strong>di</strong>viduo devono essere rappresentate da una persona (la<br />

mono<strong>di</strong>a è resa necessaria per il principio aristotelico della verosimiglianza);<br />

per rendere queste emozioni sensibili, occorre sottolinearle con la musica, grazie alla<br />

corrispondenza parole-suono (figuralismi);<br />

perché l’ascoltatore possa essere recettivo a queste emozioni, occorre vigilare sull’intelligibilità<br />

del testo. Lo stile recitativo <strong>di</strong>venta per questo in<strong>di</strong>spensabile (principio aristotelico<br />

<strong>di</strong> necessità).<br />

Il racconto della Messaggera illustra questa fusione della mono<strong>di</strong>a, dello stile recitativo<br />

e della musica figurata. Come le canzoni e le canzonette dell’inizio dell’atto, esso si apre<br />

con un’evocazione del quadro pastorale e i<strong>di</strong>lliaco dove si svolge l’azione. Ma questa volte,<br />

il «prato fiorito» <strong>di</strong>venta un luogo <strong>di</strong> trage<strong>di</strong>a, ciò che accentua ancora il contrasto drammatico.<br />

La Messaggera riferisce come la bella Driade, facendo ghirlande <strong>di</strong> fiori (nozione<br />

illustrata da un figuralismo ondulante su «una ghirlanda a le sue chiome» fu morsa da un<br />

serpente velenoso. Stranamente Striggio non fa qui riferimento alla tra<strong>di</strong>zione antica. In<br />

effetti Ovi<strong>di</strong>o riporta che Euri<strong>di</strong>ce sarebbe morta cercando <strong>di</strong> fuggire al pastore Aristeo:<br />

un antico pretendente respinto che la perseguitava.<br />

L’esclusione <strong>di</strong> Aristeo (personaggio oltretutto presente nell’Euri<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Rinuccini)<br />

rende il proposito <strong>di</strong> Striggio più trasparente ancora. Il serpente è qualificato <strong>di</strong> «insi<strong>di</strong>oso».<br />

L’identificazione col serpente della Genesi <strong>di</strong>venta così evidente, e il librettista ci<br />

rinvia una volta ancora alla tra<strong>di</strong>zione d’interpretazione neoplatonica.<br />

Questo lungo racconto rivela a quale punto Montever<strong>di</strong> gestisce con arte la tensione<br />

drammatica. Essa è in effetti organizzata seguendo una curva in un primo tempo crescente,<br />

che culmina col grido <strong>di</strong> Euri<strong>di</strong>ce, poi decrescente fino all’ultimo sospiro dell’agonizzante.<br />

L’inizio del racconto è estremamente neutro dal punto <strong>di</strong> vista dell’espressione: si ritrova<br />

il proce<strong>di</strong>mento montever<strong>di</strong>ano (già menzionato per «Rosa del Ciel», atto I°) della staticità<br />

prolungata del basso su un solo polo: re. L’arrivo del serpente vede una prima rottura del<br />

modo e l’apparizione del cromatismo per figurare il dolore del morso («le punse un piè con<br />

31

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!