COMMENTARIO MUSICALE DELL'ORFEO di Denis Morrier
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nuovo l’orchestra «<strong>di</strong> dentro». Notiamo che gli strumenti striduli e sovracuti (violini alla<br />
francese e flautini) sono riservati all’orchestra «da lontano» mentre gli strumenti «or<strong>di</strong>nari»<br />
sono collocati davanti alla scena. I due Pastori evocano le graziose Dria<strong>di</strong> (<strong>di</strong>vinità<br />
protettrici delle foreste, fra le quali figura Euri<strong>di</strong>ce) occupate a raccogliere rose: senza<br />
dubbio Striggio anticipa qui il prossimo racconto del Messaggero, dal quale sarà raccontato<br />
come Euri<strong>di</strong>ce morì mentre coglieva dei fiori.<br />
Dunque Fa’ degn’, Orfeo: Choro [A 5 + B.C. <strong>di</strong>stincte: do 1, do 3, do 4, do 4, fa 4]<br />
Le canzonette del Pastore si concludono su un’ultima strofa che le riunisce tutte.<br />
Quest’ultima stanza infatti è l’amplificazione a cinque voci del duetto precedente: stesso<br />
numero <strong>di</strong> battute, identico basso, l’antica parte del primo tenore <strong>di</strong>venta primo soprano.<br />
Questa strofa invita Orfeo a un nuovo canto che egli accompagnerà con la sua lira.<br />
Ritornello [7]: [A 5: do 1, do 1, do 3, do 4, fa 4]<br />
Fu suonato questo Ritornello <strong>di</strong> dentro da cinque Viole da braccio, un contrabasso, duoi<br />
Clavicembani & tre Chitarroni.<br />
Vi ricorda o bochi ombrosi<br />
La lira d’Orfeo si fa allora sentire, simbolizzata dall’insieme <strong>di</strong> cinque viole da braccio.<br />
Questo Ritornello apre la prima delle due canzoni <strong>di</strong> Orfeo: la seconda apparirà in modo<br />
simmetrico, in mezzo al IV° atto. Mentre ciascuna delle canzonette precedenti non presentava<br />
che due strofe, questa ne propone quattro. I suoi sviluppi letterari, musicali, e l’importante<br />
lavoro ritmico trasformano quest’aria strofica in una vera canzone. Dal punto<br />
<strong>di</strong> vista poetico, Orfeo rimbalza su un teme precedentemente sviluppato dai Pastori: le<br />
foreste («boschi ombrosi»), dominio della bella Driade. Ma questa volta è per ricordare<br />
che esse furono il teatro dei suoi tormenti. Striggio riprende qui la tra<strong>di</strong>zione antica che<br />
<strong>di</strong>ceva che il canto <strong>di</strong> Orfeo rendeva mansuete le bestie feroci, e faceva piangere le pietre.<br />
Il Ritornello e le stanze sono organizzate ritmicamente in modo identico. Ritroviamo le<br />
emiole scritte in semiminime e l’anapesto iniziale della prima canzonetta.