COMMENTARIO MUSICALE DELL'ORFEO di Denis Morrier
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ATTO SECONDO<br />
Dopo un Prologo allegorico e un primo atto con accenti spirituali e moralizzatori, il<br />
secondo atto ci immerge nel mondo delle passioni umane, nella trage<strong>di</strong>a propriamente<br />
detta.<br />
Questo atto è quello della peripezia, definito da Aristotele come il «l’inversione completa<br />
dell’azione» dalla narrazione <strong>di</strong> eventi patetici e <strong>di</strong> passioni violente (pathos). Per<br />
accrescere la forza drammatica <strong>di</strong> questa peripezia, Striggio e Montever<strong>di</strong> hanno <strong>di</strong>viso<br />
questo atto in tre parti <strong>di</strong>stinte.<br />
La prima è una vera pastorale: Orfeo e i Pastori proseguono canzonette e canzoni per<br />
celebrare la felicità dello sposo. L’orchestrazione in tutta questa prima parte è coerente: è<br />
quella, tra<strong>di</strong>zionale, delle pastorali del Rinascimento, con violini e flauti.<br />
La seconda presenta la peripezia propriamente detta, e offre una rottura penetrante<br />
<strong>di</strong> stile poetico e musicale. Il Messaggero (chiamato Silvia) annuncia a Orfeo la morte <strong>di</strong><br />
Euri<strong>di</strong>ce. Questa morte non ci è mostrata, ma riferita secon<strong>di</strong> un proce<strong>di</strong>mento classico<br />
dai molteplici pregi: l’immaginazione è senza dubbio più potente della visione, e soprattutto,<br />
il principio moderno <strong>di</strong> decoro è rispettato. L’orchestrazione cambia: gli strumenti<br />
pastorali tacciono, il clavicembalo e i liuti emergono davanti all’organo <strong>di</strong> legno. Per la sua<br />
presenza, l’orchestra si ammanta <strong>di</strong> colori <strong>di</strong> dolore.<br />
La terza è il coro conclusivo, lo stasimon (canto sul posto). Esso riveste la forma del<br />
kommos aristotelico: «Il kommos è un canto <strong>di</strong> lamentazione comune al coro e agli attori<br />
sulla scena.» (Aristotele, Poetica, cap. 12). la partitura del 1609 non presenta il Choro integralmente<br />
com’è nella stampa del libretto del 1607, ma propone due strofe affidate a un<br />
duetto <strong>di</strong> pastori, alle quali succede un ritornello corale «Ahi caso acerbo». Il libretto originale<br />
comprende una terza strofa, più lunga delle precedenti, <strong>di</strong> nuovo seguita dal ritornello<br />
«Ahi caso acerbo». Come per il primo atto, la musica sembra perduta per sempre.<br />
Il secondo atto è l’atto tragico per eccellenza. Aristotele, nella sua Poetica, precisava<br />
che «per suscitare il dolore e la pietà, l’azione deve <strong>di</strong>pingere il passaggio dalla felicità al<br />
dolore <strong>di</strong> un eroe che non è eccezionale né per il suo valore né per la sua giustizia, che non<br />
cade nel dolore in ragione della sua malvagità o della sua vigliaccheria, ma a causa <strong>di</strong> una<br />
colpa [harmatia]». Qual è stata allora la colpa <strong>di</strong> Orfeo? Senza dubbio quella che gli rinfaccerà<br />
il padre Apollo nell’atto V°: «Troppo gioisti!».<br />
Le tre parti <strong>di</strong> quest’atto sono ben <strong>di</strong>stinte, è nessuna simmetria vi è da mettere in evidenza:<br />
Montever<strong>di</strong> sceglie un’organizzazione lineare, che «coglie» perfettamente il proposito<br />
drammatico.<br />
Analisi lineare<br />
Prima parte: pastorale in cinque canzoni<br />
Sinfonia [1]: [do, 1, do 1, do 3, do 4, fa 4]<br />
Ecco pur ch’a voi ritorno [do 4]<br />
L’inizio del secondo atto si inscrive nella continuità del precedente. Si apre con una Sinfonia<br />
strumentale con la stessa combinazione <strong>di</strong> chiavi del Ritornello dell’ultimo Choro:<br />
essa è dunque destinata all’insieme delle viole da braccio. Anche se <strong>di</strong> scrittura polifonica,<br />
essa è prima <strong>di</strong> tutto <strong>di</strong> essenza ritmica, e propone un metro ine<strong>di</strong>to: l’anapesto (due brevi<br />
una lunga).<br />
Le parole <strong>di</strong> Orfeo («Ecco pur») suggeriscono che egli stia venendo in scena in