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Relazione geologica - Unione dei Comuni del Pratomagno

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7. carta <strong>del</strong>le zone a maggior pericolosità sismica locale<br />

7. carta <strong>del</strong>le zone a maggior pericolosità sismica locale<br />

La carta <strong>del</strong>le Zone a Maggior Pericolosità Sismica Locale (ZMPSL) rientra tra quelle carte di nuova realizzazione,<br />

redatte al fine di rispettare la vigente normativa regionale in materia di indagini geologiche (D.P.G.R. 26/R/2007).<br />

Così come stabilito dalla normativa ”l'elaborazione <strong>del</strong>la carta <strong>del</strong>le Zone a Maggior Pericolosità Sismica Locale<br />

(ZMPSL) interessa tutti i <strong>Comuni</strong>, tranne quelli classificati in zona sismica 4, ed è realizzata solo sui centri<br />

urbani maggiormente significativi che il Comune individua e perimetra secondo i criteri definiti nelle Istruzioni<br />

Tecniche <strong>del</strong> Programma VEL”.<br />

A seguito <strong>del</strong>la Delibera <strong>del</strong>la Giunta Regionale 19 giugno 2006 n° 431 “Riclassificazione sismica <strong>del</strong> territorio<br />

regionale: attuazione <strong>del</strong> D.M. 14 settembre 2005 ed O.P.C.M. n° 3919 <strong>del</strong> 28 aprile 2006”, il Comune di Montevarchi è<br />

classificato in “Zona sismica 3”.<br />

Nella carta prodotta sono state individuate in collaborazione con l'Ufficio di Piano <strong>del</strong> Comune di Montevarchi nove aree<br />

sulle quali definire le classi di pericolosità sismica locale: Moncioni, Ventena, Cocoioni, Mercatale Valdarno, Rendola,<br />

Caposelvi, Ricasoli, il Casino e tutta la fascia di fondovalle compresa tra Levane e La Gruccia oltre alla zona collinare<br />

da Il Praticino a Case Messino.<br />

Nei territori <strong>dei</strong> <strong>Comuni</strong> classificati sismici gli effetti di un evento sismico sono funzione <strong>del</strong>la litologia, <strong>del</strong>le<br />

caratteristiche meccaniche <strong>del</strong>le rocce, <strong>del</strong>la loro stabilità e <strong>del</strong>la morfologia a cui sono associate, cioè di fattori locali<br />

che forniscono una risposta tipica.<br />

Nella cartografia sono presenti nove tipologie di situazioni che potrebbero produrre fenomeni di instabilità sismica<br />

locale (Allegato n. 1 <strong>del</strong>le direttive, Decreto <strong>del</strong> Presidente <strong>del</strong>la Giunta Regionale 27 aprile 2007 n° 26/R):<br />

- 1: zone caratterizzate da movimenti franosi attivi;<br />

- 2A: zone caratterizzate da fenomeni franosi quiescenti;<br />

- 2B: zone potenzialmente franose (pendii con pendenza media >25% costituiti da sabbie sciolte, argille, limi soffici e/<br />

o detriti);<br />

- 3: zone caratterizzate da movimenti franosi inattivi;<br />

- 8: zone di bordo <strong>del</strong>la valle e/o aree di raccordo con il versante;<br />

- 9: zona con presenza di depositi alluvionali granulari e/o sciolti;<br />

- 10: zone con presenze di coltri detritiche di alterazione <strong>del</strong> substrato roccioso e/o coperture colluviali;<br />

- 12: zone di contatto tra litotipi con caratteristiche fisico-meccaniche significativamente diverse;<br />

- 13: contatti tettonici, faglie, sovrascorrimenti e sistemi di fratturazione.<br />

Alla classe 1 è stato associato un buffer di 50 metri, così come nella carta geomorfologica, alla classe 8 un buffer di 20<br />

metri a partire dal contatto verso valle ed alle zone 12 e 13 un buffer di 20 metri.<br />

I possibili effetti derivanti dalla presenza di tali tipologie sono:<br />

- per le zone 1, 2A, 2B e 3: accentuazione <strong>dei</strong> fenomeni di instabilità in atto o potenziali dovuti ad effetti dinamici quali<br />

possono verificarsi in occasione di eventi sismici;<br />

- per la zona 8: amplificazione sismica dovuta a morfologie sepolte;<br />

- per le zone 9 e 10: amplificazione diffusa <strong>del</strong> moto <strong>del</strong> suolo dovuta alla differenza di risposta sismica tra substrato<br />

e copertura dovuta a fenomeni di amplificazione stratigrafica;<br />

- per le zone 12 e 13: amplificazione differenziata <strong>del</strong> moto <strong>del</strong> suolo e <strong>dei</strong> cedimenti; meccanismi di focalizzazione<br />

<strong>del</strong>le onde.<br />

Dal momento che la Carta <strong>del</strong>le ZMPSL è stata rappresentata in scala 1:10.000 ed alcune zone comprese tra quelle<br />

perimetrate in collaborazione con l'Ufficio di Piano <strong>del</strong> Comune di Montevarchi presentano situazioni geologico–<br />

tecniche particolarmente complesse, si è ritenuto opportuno redigere degli estratti in scala 1:5.000, pur mantenendo la<br />

cartografia di base in scala 1:10.000 utilizzata per la stampa <strong>del</strong>la Carta <strong>del</strong>le ZMPSL, in modo da rendere<br />

23 piano strutturale

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