Dicembre 2007 - Comune di Sesto San Giovanni
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iche della Falck. Ha potuto vedere<br />
il progetto che per conto della società<br />
Risanamento del cavalier Luigi<br />
Zunino sta progettando l’architetto<br />
Renzo Piano e che l’Amministrazione<br />
comunale sta esaminando con<br />
attenzione e con grande partecipazione.<br />
Siamo convinti che la trasformazione<br />
delle Falck deve essere<br />
ispirata agli stessi principi che, in<br />
altra <strong>di</strong>mensione, hanno portato al<br />
recupero della Villa Mylius, cioè alla<br />
riqualificazione con funzioni importanti<br />
<strong>di</strong> una delle aree industriali<br />
<strong>di</strong>smesse più rilevanti d’Europa, basata<br />
sul recupero dei lavori, su una<br />
vivibilità <strong>di</strong> alto livello, su un ruolo<br />
strategico della cultura, sulla creazione<br />
<strong>di</strong> servizi essenziali per chi già<br />
vive a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> <strong>Giovanni</strong> e per chi<br />
verrà ad abitare e a lavorare nella<br />
nostra città futura.<br />
Siamo convinti che in questo momento<br />
non facile per il nostro Paese, occorra<br />
avere il coraggio <strong>di</strong> progettare e<br />
realizzare il futuro, assumendo, ognuno<br />
per la parte che gli compete, la<br />
responsabilità <strong>di</strong> affrontare decisioni<br />
che possono contribuire a rilanciare<br />
l’Italia. <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> <strong>Giovanni</strong> con la<br />
riconquista delle sue aree industriali<br />
<strong>di</strong>smesse, a cominciare dalle aree<br />
Falck, può essere uno dei motori del<br />
rilancio del nostro Paese.<br />
primo piano<br />
Signor Presidente,<br />
La ringrazio, a nome della città, <strong>di</strong> essere<br />
stato questa mattina qui con noi,<br />
e già ora Le rivolgo l’invito <strong>di</strong> tornare<br />
presto a trovarci, anche per visitare<br />
sulle aree della ex Breda, della ex Falck<br />
Concor<strong>di</strong>a, della ex Ercole Marelli,<br />
della ex Garelli la parte <strong>di</strong> <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong><br />
<strong>Giovanni</strong> già riconquistata in questi<br />
anni ad un futuro degno delle nostre<br />
tra<strong>di</strong>zioni.<br />
Tante grazie ancora, e un augurio <strong>di</strong><br />
buon lavoro.<br />
Giorgio Oldrini<br />
Sindaco <strong>di</strong> <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> <strong>Giovanni</strong><br />
Qui nella mia città, nella cornice dell’Istituto<br />
<strong>di</strong> Storia dell’Età Contemporanea,<br />
sono particolarmente felice <strong>di</strong><br />
poter parlare con orgoglio della partecipazione<br />
come Provincia <strong>di</strong> Milano<br />
al progetto che Giorgio Oldrini ha<br />
appena annunciato del Museo d’Arte<br />
Contemporanea che sarà realizzato<br />
dall’architetto Renzo Piano. Io lo<br />
prendo non come augurio, ma come<br />
un impegno, nel grande progetto <strong>di</strong><br />
trasformazione urbana con una funzione<br />
e una vocazione <strong>di</strong> rilievo internazionale.<br />
Visitando i luoghi che abbiamo<br />
visto stamattina, mi è tornato<br />
alla memoria una frase del Car<strong>di</strong>nale<br />
Martini del 1997 che <strong>di</strong>sse: bisogna<br />
dare qualcosa alla città, cioè bisogna<br />
darle un’anima e che Don Brigatti,<br />
che è stato tanti anni Prevosto nella<br />
nostra città e si appassionò alla<br />
trasformazione dalla <strong>Sesto</strong> industriale<br />
alla nuova città, interpretò in questo<br />
modo: bisogna però intendersi sul concetto<br />
<strong>di</strong> anima, nel caso citato l’anima<br />
non ha nessuna valenza filosofica o<br />
ideologica. In<strong>di</strong>ca invece una passione<br />
vivace ed intelligente che riscalda le<br />
persone, una passione pulita, senza<br />
egoismi. Un’anima magnanima che<br />
si protende alle cose gran<strong>di</strong> e se ne<br />
fa degna. Penso che probabilmente<br />
ognuno <strong>di</strong> noi riconosce che questa è<br />
stata una città con l’anima e l’anima<br />
proprio nel senso <strong>di</strong> cui parlava Don<br />
Olgiati, nel senso laico e civile che si<br />
è costruita attorno alla fabbrica. La<br />
fabbrica è stata un’occasione <strong>di</strong> lavoro,<br />
<strong>di</strong> riscatto e <strong>di</strong> emancipazione nel<br />
lavoro, riscatto delle tante persone che<br />
sono arrivate e qui hanno trovato un<br />
grande spazio e una grande possibilità<br />
<strong>di</strong> miglioramento della loro vita.<br />
Oggi il progetto continua quella trasformazione<br />
della città industriale in<br />
una città che guarda al futuro e vuole<br />
considerarsi una città che ospita<br />
il lavoro, i nuovi lavori. Quin<strong>di</strong> l’idea<br />
del museo <strong>di</strong> arte contemporanea è<br />
un’idea forte <strong>di</strong> una funzione culturale<br />
che possa <strong>di</strong>ventare il motore culturale,<br />
economico e sociale che velocizzi il<br />
processo <strong>di</strong> trasformazione, così come<br />
è accaduto nelle gran<strong>di</strong> città europee.<br />
Un respiro internazionale che rilancia<br />
il ruolo della nostra città con una visio-