Dicembre 2007 - Comune di Sesto San Giovanni

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19.06.2013 Views

editoriale La città del futuro Nelle parole del Presidente della Repubblica uno stimolo a continuare sulla via della modernità Care e cari sestesi, nei giorni scorsi la nostra città ha avuto l’onore di ricevere il Presidente della Repubblica Gior- gio Napolitano, che ha visitato la ex Falck - dove gli sono state illustrate dall’architetto Renzo Piano le linee guida del progetto di trasformazione delle grandi aree dismes- se - prima di trasferirsi a Villa Mylius, nella sede della Fondazione Istituto storico dell’età contemporanea. Il fatto che una città di medie dimensioni come Sesto San Giovanni abbia ricevuto due visite di altrettanti Presidenti della Repubblica nel breve arco di tre anni dimostra come il nostro passato, il nostro presente e il nostro futuro assumono un’importanza che va ben al di là della estensione fisica della città. Sesto, come ha sottolineato nel 2004 l’ex presidente Ciampi, è stata la culla della siderurgia e dell’elettromec- canica italiana, ma anche di un movimento operaio e democratico che, negli anni bui del fascismo e della seconda guerra mondiale, ha saputo lottare per la de- mocrazia e la libertà di tutti. Un luogo, dunque, simbolo di innovazione, lavoro, produzione ma anche di riscatto sociale, culturale e democratico. Con la recentissima visita del Presidente Napolitano si è guardato invece al presente e, soprattutto, al futuro della nostra città. Con il suo interesse per il progetto di riqualificazione dell’area Falck firmato dall’architetto Renzo Piano, il Presidente ha voluto esprimere una speranza, come da lui stesso dichiarato: “che la città della storia operaia e industriale diventi anche la città del futuro”. Come ho già detto in passato e come non mi stancherò mai di ripetere, il progetto di Renzo Piano non è nato nel chiuso di uno studio di architettura, fosse pure quel- lo dell’architetto più famoso del mondo, ma è il risultato di anni di discussioni ed elaborazioni che la nostra città ha compiuto e che sono diventate patrimonio comune: un grande parco centrale, un mix di funzioni economi- che, un’attenzione alla produzione di energia pulita e rinnovabile, case per tutti gli strati sociali, una mobilità pubblica forte ed agile, nuovi servizi per gli abitanti pre- senti e futuri, il recupero dei grandi edifici di archeologia industriale con funzioni importanti. Esemplare è poi il percorso che ha portato all’elabora- zione del progetto preliminare: i tecnici di Renzo Piano e quelli del Gruppo Zunino hanno accettato di sedersi ad un tavolo di lavoro con i tecnici del Comune per discu- tere assieme gli elementi che compongono il progetto, le situazioni potenzialmente critiche e le loro possibili solu- zioni, le scelte ritenute necessarie dall’Amministrazione e come armonizzarle con la straordinaria inventiva dell’ar- chitetto e con le esigenze legittime della proprietà. Siamo dunque arrivati ad un momento decisivo e so- no convinto che in questo momento non facile per il nostro Paese occorra avere il coraggio di progettare e realizzare il futuro assumendo, ognuno per la parte che gli compete, la responsabilità di affrontare decisioni che possono contribuire a rilanciare l’Italia. Sesto San Giovanni con la riconquista delle sue aree industriali dismesse, a cominciare dalle aree Falck, può essere uno dei motori del rilancio del nostro Paese. Vi auguro buone feste e spero che il prossimo anno sia portatore di felicità per tutti i sestesi e per l’intera città. Giorgio Oldrini 5

e<strong>di</strong>toriale<br />

La città del futuro<br />

Nelle parole del Presidente della Repubblica<br />

uno stimolo a continuare sulla via della modernità<br />

Care e cari sestesi,<br />

nei giorni scorsi la nostra città ha avuto l’onore<br />

<strong>di</strong> ricevere il Presidente della Repubblica Gior-<br />

gio Napolitano, che ha visitato la ex Falck - dove gli sono<br />

state illustrate dall’architetto Renzo Piano le linee guida<br />

del progetto <strong>di</strong> trasformazione delle gran<strong>di</strong> aree <strong>di</strong>smes-<br />

se - prima <strong>di</strong> trasferirsi a Villa Mylius, nella sede della<br />

Fondazione Istituto storico dell’età contemporanea.<br />

Il fatto che una città <strong>di</strong> me<strong>di</strong>e <strong>di</strong>mensioni come <strong>Sesto</strong><br />

<strong>San</strong> <strong>Giovanni</strong> abbia ricevuto due visite <strong>di</strong> altrettanti<br />

Presidenti della Repubblica nel breve arco <strong>di</strong> tre anni<br />

<strong>di</strong>mostra come il nostro passato, il nostro presente e il<br />

nostro futuro assumono un’importanza che va ben al <strong>di</strong><br />

là della estensione fisica della città.<br />

<strong>Sesto</strong>, come ha sottolineato nel 2004 l’ex presidente<br />

Ciampi, è stata la culla della siderurgia e dell’elettromec-<br />

canica italiana, ma anche <strong>di</strong> un movimento operaio e<br />

democratico che, negli anni bui del fascismo e della<br />

seconda guerra mon<strong>di</strong>ale, ha saputo lottare per la de-<br />

mocrazia e la libertà <strong>di</strong> tutti. Un luogo, dunque, simbolo<br />

<strong>di</strong> innovazione, lavoro, produzione ma anche <strong>di</strong> riscatto<br />

sociale, culturale e democratico.<br />

Con la recentissima visita del Presidente Napolitano si<br />

è guardato invece al presente e, soprattutto, al futuro<br />

della nostra città. Con il suo interesse per il progetto<br />

<strong>di</strong> riqualificazione dell’area Falck firmato dall’architetto<br />

Renzo Piano, il Presidente ha voluto esprimere una<br />

speranza, come da lui stesso <strong>di</strong>chiarato: “che la città<br />

della storia operaia e industriale <strong>di</strong>venti anche la città<br />

del futuro”.<br />

Come ho già detto in passato e come non mi stancherò<br />

mai <strong>di</strong> ripetere, il progetto <strong>di</strong> Renzo Piano non è nato<br />

nel chiuso <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> architettura, fosse pure quel-<br />

lo dell’architetto più famoso del mondo, ma è il risultato<br />

<strong>di</strong> anni <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussioni ed elaborazioni che la nostra città<br />

ha compiuto e che sono <strong>di</strong>ventate patrimonio comune:<br />

un grande parco centrale, un mix <strong>di</strong> funzioni economi-<br />

che, un’attenzione alla produzione <strong>di</strong> energia pulita e<br />

rinnovabile, case per tutti gli strati sociali, una mobilità<br />

pubblica forte ed agile, nuovi servizi per gli abitanti pre-<br />

senti e futuri, il recupero dei gran<strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong> archeologia<br />

industriale con funzioni importanti.<br />

Esemplare è poi il percorso che ha portato all’elabora-<br />

zione del progetto preliminare: i tecnici <strong>di</strong> Renzo Piano e<br />

quelli del Gruppo Zunino hanno accettato <strong>di</strong> sedersi ad<br />

un tavolo <strong>di</strong> lavoro con i tecnici del <strong>Comune</strong> per <strong>di</strong>scu-<br />

tere assieme gli elementi che compongono il progetto, le<br />

situazioni potenzialmente critiche e le loro possibili solu-<br />

zioni, le scelte ritenute necessarie dall’Amministrazione e<br />

come armonizzarle con la straor<strong>di</strong>naria inventiva dell’ar-<br />

chitetto e con le esigenze legittime della proprietà.<br />

Siamo dunque arrivati ad un momento decisivo e so-<br />

no convinto che in questo momento non facile per il<br />

nostro Paese occorra avere il coraggio <strong>di</strong> progettare<br />

e realizzare il futuro assumendo, ognuno per la parte<br />

che gli compete, la responsabilità <strong>di</strong> affrontare decisioni<br />

che possono contribuire a rilanciare l’Italia. <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong><br />

<strong>Giovanni</strong> con la riconquista delle sue aree industriali<br />

<strong>di</strong>smesse, a cominciare dalle aree Falck, può essere uno<br />

dei motori del rilancio del nostro Paese.<br />

Vi auguro buone feste e spero che il prossimo anno<br />

sia portatore <strong>di</strong> felicità per tutti i sestesi e per l’intera<br />

città.<br />

Giorgio Oldrini<br />

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