Dicembre 2007 - Comune di Sesto San Giovanni
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sesto, patrimonio per l’umanità<br />
bagliori rossi sulla città<br />
L’alto forno dell’e<strong>di</strong>ficio T3 “colorava”fino al ’96 i cieli<br />
<strong>di</strong> <strong>Sesto</strong>. Dalla siderurgia all’archeologia industriale<br />
Questa pagina è de<strong>di</strong>cata alla<br />
presentazione <strong>di</strong> alcuni dei luoghi<br />
ed e<strong>di</strong>fici che testimoniano<br />
l’unicità del patrimonio industriale <strong>di</strong><br />
<strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> <strong>Giovanni</strong>. Saranno tutti integrati<br />
in un sistema <strong>di</strong> valorizzazione<br />
che abbraccia l’intero territorio citta<strong>di</strong>no,<br />
così come previsto per l’iscrizione<br />
alla Lista del l’Unesco nella categoria<br />
paesaggio culturale evolutivo. “Il paesaggio<br />
culturale evolutivo è una categoria<br />
<strong>di</strong> conservazione e tutela che è<br />
stata elaborata dall’Unesco per quei<br />
“luoghi dove il paesaggio è costituito<br />
dal risultato <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amenti umani<br />
nel corso dei secoli, dalle sinergie delle<br />
forze derivanti dall’ambiente naturale,<br />
dalle <strong>di</strong>namiche sociali, economiche e<br />
culturali”.<br />
Reparto T3 pagoda<br />
Recentemente visitato dal presidente<br />
della Repubblica Giorgio Napolitano,<br />
l’e<strong>di</strong>ficio T3 è tra i più cospicui<br />
e significativi dell’intero complesso<br />
ex-Falck: per le sue monumentali <strong>di</strong>mensioni<br />
e per il caratteristico coronamento<br />
della copertura a forma<br />
<strong>di</strong> gigantesca ganascia dalla quale ne<br />
deriva il soprannome <strong>di</strong> Pagoda.<br />
“ è una struttura fortemente<br />
simbolica che<br />
ricorda le attività siderurgiche<br />
e il carattere<br />
industriale della città ”<br />
Visibile anche a grande <strong>di</strong>stanza, è<br />
una struttura fortemente simbolica<br />
che ricorda le attività siderurgiche<br />
e il carattere industriale della città. Il<br />
T3 risale alla metà<br />
del ‘900 e, coloro<br />
che abitano<br />
nella nostra città<br />
da molti anni,<br />
non possono non<br />
ricordare la colata<br />
continua che<br />
emanava vapori e<br />
bagliori rossastri,<br />
che illuminavano<br />
tutta la città (gli<br />
stessi colori con<br />
i quali Piero Bottoni<br />
volle <strong>di</strong>segnare<br />
il palazzetto<br />
comunale). La<br />
lettera T, che compone il nome, sta<br />
ad in<strong>di</strong>care la <strong>di</strong>tta Tagliaferri che ha<br />
costruito il forno.<br />
Come si può vedere, l’e<strong>di</strong>ficio conserva<br />
imponenti strutture in acciaio<br />
ancora integre, come le coperture<br />
a shed e l’intelaiatura metallica del<br />
sistema <strong>di</strong> chiusure verticali che rappresentano<br />
gli elementi caratterizzanti<br />
dell’architettura industriale.<br />
Posto nel cuore delle aree ex-Falck<br />
e inserito nel complesso dello stabilimento<br />
Unione, il T3 ha visto la<br />
sua graduale <strong>di</strong>smissione tra il 1994<br />
e il 1996 fino alla completa chiusura;<br />
adesso si avvierà la riconversione e<br />
la valorizzazione <strong>di</strong> questo patrimonio<br />
inestimabile che, inserito nel progetto<br />
<strong>di</strong> trasformazione prevista dal<br />
piano regolatore generale, ne definirà<br />
l’utilizzo funzionale e la sua tutela<br />
secondo i criteri <strong>di</strong> conservazione e<br />
valorizzazione che l’Unesco richiede.<br />
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