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PCR (Polymerase Chain Reaction) La PCR è una tecnica che prevede l’amplificazione di una sequenza di DNA di cui si conoscono gli estremi. Per realizzarla si ha bisogno di: - Sequenza da amplificare - nTP (nucleoclosidi tri fosfati, come ATP, cTP, GTP, TTP) - Primer (Sequenze complementarie agli estremi della sequenza da amplificare - TAQ (una polimerasi estratta da un termofilo, in grado di non denaturarsi ad alte temperature) - Buffer (i tamponi necessari per la reazione di elongazione) La PcR avviene in una serie di cicli composti da tre fasi: - nella prima abbiamo la separazione dei frammenti, fase che avviene ad alte temperature - una fase di Annealing, appaiamento, in cui i primer si appaiono a filamenti - a fase in cui la TAQ polimerasi sfruttando l’OH libero fornito dai primer, polimerizza usando come stampo la sequenza. Nel primo ciclo si ha una duplicazione dal primer fino alla fine del frammento, ma ne cicli successivi si ha la amplificazione della sola sequenza compreso tra i due primers. 0
Digestione di molecole di DNA con endonucleasi di restrizione e loro analisi Per la digestione delle molecole di DNA è stata usata 1 unità di enzima per µg di DNA. La reazione di taglio è stata effettuata in una opportuna soluzione tampone specifica per l’ enzima Sau3AI) alla temperatura di 37°C . L’esito della digestione è stato controllato mediante elettroforesi su gel di agarosio alla concentrazione finale del 2%. La corsa elettroforetica è stata effettuata ad un voltaggio costante tra 50 e 150 Volts nel tampone TBE (Tris Base 89mM, acido borico 89mM, EDTA pH 8,3 2mM). I frammenti di DNA prodotti sono stati messi in evidenza mediante l’aggiunta al gel di agarosio di bromuro di etidio alla concentrazione finale di 0,5 mg/ml. Estrazione di proteine totali di lievito Le cellule provenienti da una precoltura contenente glucosio 2%, vengono seminate in tubi batteriologici sterili contenenti 5 ml di terreno YP oppure in 20 ml di terreno minimo in beute, supplementato con le opportune fonti di carbonio. Dopo crescita fino alla fase tardo-esponenziale, le cellule vengono centrifugate per 10 minuti a 3000 rpm a 4 °C e risospese in 180 µl di soluzione contenente TE 1X ( Tris-EDTA pH 7.4) e Triton-X100 allo 0.1% per ogni 0,1g di cellule. La rottura della parete cellulare viene effettuata meccanicamente per agitazione della sospensione di cellule su vortex, dopo aggiunta di sferette di vetro del diametro di 0.5mm. Tale trattamento dura circa 10 minuti e l’avvenuta rottura viene verificata al microscopio ottico. I campioni vengono quindi centrifugati per 5 minuti a 14000 rpm per eliminare il pellet cellulare e il supernatante recuperato viene centrifugato per altri 5 minuti a 15000 rpm permettendo la separazione di una fase solubile. La quantità delle proteine totali presenti nei campioni in esame viene determinata mediante un saggio colorimetrico alla lunghezza d’onda di 595 nanometri utilizzando il reattivo Bradford (Coomassie Brillant Blu G250 0,01%, etanolo 4,7%, acido fosforico 8,5%) (Bradford, 1976). Separazione elettroforetica delle proteine in condizioni non denaturanti Le proteine degli estratti cellulari sono state separate sulla base alla carica elettrica posseduta mediante elettroforesi in condizioni non denaturanti su gel di poliacrilamide al 5%. Il tampone impiegato nella corsa elettroforetica è così composto: Tris base 25 mM, glicina 192 mM, in acqua bidistillata. Sono stati caricati su ogni pozzetto del gel circa 10 µg di proteine totali di ciascun campione diluito in un volume finale di 8-15µl di una soluzione contenente Tris-HCl pH 6.8 50 mM, glicerolo 25%, ß-mercaptoetanolo 100mM e blu di bromofenolo come tracciante. La corsa elettroforetica è stata effettuata a 4°C per circa 1 ora ad un amperaggio costante di 25mA in un apparato per elettroforesi BioRad Mini protean II. Colorazione degli enzimi ADH mediante saggi di colorazione per attività L’attività alcool deidrogenasica (ADH) è stata evidenziata incubando il gel per 10-15 minuti a temperatura ambiente in 5 ml di una soluzione contenente: 10mg di NAD + , 0,4 mg di fenazina metasolfato (PMS) e 1 mg di Sali di blu di nitro tetrazolio (NTB) e 15 µl di etanolo 95%. L’attività enzimatica è stata rilevata mediante la formazione specifica di bande di colore viola-blu nelle regioni del gel in cui è migrata l’attività. Il saggio è basto su reazioni di ossidoriduzione catalizzate dagli enzimi stessi. La colorazione è dovuta alla riduzione del sale di tetrazolio, accettore finale degli elettroni nella reazione innescata dall’enzima. 1
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Digestione di molecole di DNA con endonucleasi di restrizione e loro analisi<br />
Per la digestione delle molecole di DNA è stata usata 1 unità di enzima per µg di DNA. La reazione<br />
di taglio è stata effettuata in una opportuna soluzione tampone specifica per l’ enzima Sau3AI) alla<br />
temperatura di 37°C .<br />
L’esito della digestione è stato controllato mediante elettroforesi su gel di agarosio alla concentrazione<br />
finale del 2%.<br />
La corsa elettroforetica è stata effettuata ad un voltaggio costante tra 50 e 150 Volts nel tampone TBE<br />
(Tris Base 89mM, acido borico 89mM, EDTA pH 8,3 2mM).<br />
I frammenti di DNA prodotti sono stati messi in evidenza mediante l’aggiunta al gel di agarosio di<br />
bromuro di etidio alla concentrazione finale di 0,5 mg/ml.<br />
Estrazione di proteine totali di lievito<br />
Le cellule provenienti da una precoltura contenente glucosio 2%, vengono seminate in tubi batteriologici<br />
sterili contenenti 5 ml di terreno YP oppure in 20 ml di terreno minimo in beute, supplementato con<br />
le opportune fonti di carbonio. Dopo crescita fino alla fase tardo-esponenziale, le cellule vengono<br />
centrifugate per 10 minuti a 3000 rpm a 4 °C e risospese in 180 µl di soluzione contenente TE 1X (<br />
Tris-EDTA pH 7.4) e Triton-X100 allo 0.1% per ogni 0,1g di cellule. La rottura della parete cellulare<br />
viene effettuata meccanicamente per agitazione della sospensione di cellule su vortex, dopo aggiunta di<br />
sferette di vetro del diametro di 0.5mm. Tale trattamento dura circa 10 minuti e l’avvenuta rottura viene<br />
verificata al microscopio ottico. I campioni vengono quindi centrifugati per 5 minuti a 14000 rpm per<br />
eliminare il pellet cellulare e il supernatante recuperato viene centrifugato per altri 5 minuti a 15000 rpm<br />
permettendo la separazione di una fase solubile.<br />
La quantità delle proteine totali presenti nei campioni in esame viene determinata mediante un saggio<br />
colorimetrico alla lunghezza d’onda di 595 nanometri utilizzando il reattivo Bradford (Coomassie<br />
Brillant Blu G250 0,01%, etanolo 4,7%, acido fosforico 8,5%) (Bradford, 1976).<br />
Separazione elettroforetica delle proteine in condizioni non denaturanti<br />
Le proteine degli estratti cellulari sono state separate sulla base alla carica elettrica posseduta mediante<br />
elettroforesi in condizioni non denaturanti su gel di poliacrilamide al 5%. Il tampone impiegato nella<br />
corsa elettroforetica è così composto: Tris base 25 mM, glicina 192 mM, in acqua bidistillata. Sono stati<br />
caricati su ogni pozzetto del gel circa 10 µg di proteine totali di ciascun campione diluito in un volume<br />
finale di 8-15µl di una soluzione contenente Tris-HCl pH 6.8 50 mM, glicerolo 25%, ß-mercaptoetanolo<br />
100mM e blu di bromofenolo come tracciante. La corsa elettroforetica è stata effettuata a 4°C per circa<br />
1 ora ad un amperaggio costante di 25mA in un apparato per elettroforesi BioRad Mini protean II.<br />
Colorazione degli enzimi ADH mediante saggi di colorazione per attività<br />
L’attività alcool deidrogenasica (ADH) è stata evidenziata incubando il gel per 10-15 minuti a temperatura<br />
ambiente in 5 ml di una soluzione contenente: 10mg di NAD + , 0,4 mg di fenazina metasolfato (PMS) e<br />
1 mg di Sali di blu di nitro tetrazolio (NTB) e 15 µl di etanolo 95%.<br />
L’attività enzimatica è stata rilevata mediante la formazione specifica di bande di colore viola-blu nelle<br />
regioni del gel in cui è migrata l’attività.<br />
Il saggio è basto su reazioni di ossidoriduzione catalizzate dagli enzimi stessi. La colorazione è dovuta<br />
alla riduzione del sale di tetrazolio, accettore finale degli elettroni nella reazione innescata dall’enzima.<br />
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