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questo, importante e da tenere in considerazione quando viene programmata la vendemmia.<br />

Dal punto di vista dei trattamenti, l’impiego di ossigeno nel corso della vinificazione non comporta alcun<br />

evento metabolico statisticamente significativo e, pertanto, non trova alcuna giustificazione pratica dal<br />

punto di vista metabolico per il lievito.<br />

In effetti la sintesi dei grassi di cui si era ipotizzato essere influenzata dall’ossigeno è regolata dal buon<br />

utilizzo di acetato intracellulare a sua volta mediato da micronutrienti di natura proteica che il lievito non<br />

è in grado di sintetizzare in anaerobiosi ma che è presente nel mosto fresco.<br />

L’impiego di Ca-pantotenato, può avere un effetto metabolico statisticamente significativo soltanto per<br />

la sintesi di 2-feniletanolo nel senso che la sua presenza comporta una minore produzione.<br />

Il fatto trova una giustificazione in quanto la disponibilità di una migliore utilizzazione di acetato<br />

intracellulare comporta un minor metabolismo di aminoacidi aromatici. Considerato che non è auspicabile<br />

una minore presenza di 2-feniletanolo nel mezzo, il Ca-pantotenato può essere impiegato soltanto in<br />

presenza di una evidente carenza.<br />

Una maggiore disponibilità di azoto sotto forma ammoniacale, quindi di immediata utilizzazione, comporta<br />

significativamente soltanto una minore produzione di 2-feniletanolo e parallelamente di acido acetico;<br />

infatti, la disponibilità di azoto prontamente assimilabile, da un lato comporta un minor metabolismo degli<br />

aminoacidi aromatici, dall’altro, un migliore utilizzo di acetato intracellulare soprattutto di derivazione<br />

mitocondriale venendo a ridursi quello di origine aminoacidico. Dai parametri riscontrati, si evidenzia,<br />

comunque, che pur non essendo significativa la differenza, il 2-feniletanolo in termini assoluti registra<br />

valori più bassi la dove è minore il contenuto in APA azoto facilmente assimilabile; in tal caso abbiamo<br />

una minori disponibilità aminoacidica così come prevedibile per la tesi<br />

MS. Per quest’ultima prova, infatti, la condizione di minore sanità delle<br />

uve ha comportato anche una minore disponibilità aminoacidica.<br />

Anche questo risultato evidenzia come l’impiego di azoto ammoniacale in<br />

fermentazione debba essere limitato soltanto ai casi di effettiva carenza;<br />

deficit azotati nei mosti naturali che non abbiano subito trattamenti<br />

di chiarifica spinti non hanno ragione di essere ed è bene ricordare,<br />

peraltro, che eccedere in trattamenti di chiarifica può comportare gravi<br />

problemi di fermentazione e produzioni eccessive di acido acetico per un<br />

impoverimento del mezzo delle frazioni azotate a peso molecolare basso<br />

quali gli aminoacidi e i piccoli peptidi assimilabili dal lievito.<br />

Prove sperimentali, infatti, hanno dimostrato che un eccessivo<br />

impoverimento della frazione azotata può causare rallentamenti ed arresti<br />

di fermentazione e il fenomeno è legato soprattutto all’asportazione di<br />

micronutrienti proteici responsabili del controllo metabolico della cellula,<br />

micronutrienti che, in condizioni di anaerobiosi, il lievito non è in grado di<br />

sintetizzare.<br />

E’ vero che la somministrazione di azoto ammoniacale comporta una<br />

accelerazione del metabolismo degli zuccheri e quindi della fermentazione,<br />

a questo fatto, però, non corrisponde un metabolismo di migliore qualità nel<br />

precostituire un vino ottimale e rispettoso dell’ambiente di produzione.<br />

Vediamo, ora, i riscontri metabolici statisticamente significativi quando<br />

mettiamo a confronto i due lieviti nell’insieme delle prove e riscontriamo<br />

che cerevisiae si caratterizza per la maggiore produzione di acetati, solfiti,<br />

acidità volatile, così come nelle aspettative, mentre uvarum si caratterizza<br />

per una maggiore produzione di etile-3-OH- butirrato, acido malico, ma<br />

anche fa registrare un valore di acidità titolabile superiore e di glicerina<br />

dell’ordine di 1 g/L e anche più. Questi fati evidenziano il vantaggio<br />

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