SIEC ECHO NEWS - Numero 4 - novembre 2010

SIEC ECHO NEWS - Numero 4 - novembre 2010 SIEC ECHO NEWS - Numero 4 - novembre 2010

18.06.2013 Views

Edizione n. 4 Periodico informatico della Novembre 2010 Società Italiana di Ecografia Cardiovascolare SIEC ECHO NEWS EUROPEAN ASSOCIATION OF ECHO RINNOVA I DIRIGENTI IL GLOBAL LONGITUDINAL STRAIN SUMMIT EUROPEO DEI RESPONSABILI NA- ZIONALI DELLE SOCIETÀ ADERENTI ALL’EAE HOT NEWS FROM ESC IN ECHOCARDIOGRAPHY INTERVISTA AD EUGENIO PICANO NUOVE SFIDE DALL’ESC 2010 CORSO VASCOLARE IN TOSCANA IL PARADISO PUÒ ATTENDERE? 1

Edizione n. 4<br />

Periodico informatico della<br />

Novembre <strong>2010</strong><br />

Società Italiana di Ecografia Cardiovascolare<br />

<strong>SIEC</strong> <strong>ECHO</strong> <strong>NEWS</strong><br />

EUROPEAN ASSOCIATION OF<br />

<strong>ECHO</strong> RINNOVA I DIRIGENTI<br />

IL GLOBAL LONGITUDINAL STRAIN<br />

SUMMIT EUROPEO DEI RESPONSABILI NA-<br />

ZIONALI DELLE SOCIETÀ ADERENTI ALL’EAE<br />

HOT <strong>NEWS</strong> FROM ESC IN <strong>ECHO</strong>CARDIOGRAPHY<br />

INTERVISTA AD EUGENIO PICANO<br />

NUOVE SFIDE DALL’ESC <strong>2010</strong><br />

CORSO VASCOLARE IN TOSCANA<br />

IL PARADISO PUÒ ATTENDERE?<br />

1


<strong>SIEC</strong> <strong>ECHO</strong> <strong>NEWS</strong><br />

Direttore Responsabile:<br />

Pio Caso<br />

Direttore:<br />

F. Antonini Canterin<br />

Caporedattore:<br />

A. D’Andrea<br />

Redazione:<br />

R.Citro, Q. Campi<br />

O. Vriz, L. Riegler<br />

A cura di:<br />

Progetto grafico:<br />

:: Dove va l’ecocardiografia? ::<br />

L’INTERVISTA DEL DIRETTORE ANTONINI<br />

CANTERIN AD EUGENIO PICANO<br />

SUMMIT EUROPEO DEI RESPONSABILI NAZIO-<br />

NALI DELLE SOCIETÀ ADERENTI ALL’EAE<br />

di Pio Caso<br />

IL PARADISO PUÒ ATTENDERE?<br />

di Tonino Bombardini<br />

NUOVE SFIDE DALL’ESC <strong>2010</strong><br />

L’ECOCARDIOGRAFIA NELLA TAVI<br />

di Rodolfo Citro<br />

SONOGRAPHER CARDIOVASCOLARE (SCV)<br />

di Claudio Coletta<br />

UN POTENTE MARKER PROGNOSTICO NEL PAZIENTE<br />

CON INFARTO MIOCARDICO ACUTO<br />

di Antonello D’Andrea<br />

ARTICOLI AUTORI ITALIANI PER <strong>SIEC</strong> <strong>ECHO</strong><br />

di Rodolfo Citro<br />

:: report ::<br />

ECOCARDIOINFORMATICA <strong>2010</strong><br />

di Alfredo Posteraro e Antonino Granatelli<br />

:: news ::<br />

CORSO <strong>SIEC</strong> GENERALE BARI 29.09.<strong>2010</strong> – 02.10.<strong>2010</strong><br />

di Nicola d’Amato<br />

METODICHE DIAGNOSTICHE DI IMAGING CARDIOLO-<br />

GICO NON INVASIVO A CONFRONTO<br />

dott.sse Ketty Savino e Maria Gabriella Pinzagli<br />

OTTIMA RISPOSTA AL NUOVO SITO<br />

:: report ::<br />

CORSO DI COMPETENZA IN<br />

ECOGRAFIA VASCOLARE GENERALE<br />

di Fabio Lattanzi<br />

HOT <strong>NEWS</strong> FROM<br />

ESC IN <strong>ECHO</strong>CARDIOGRAPHY<br />

di Olga Vriz<br />

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L’INTERVISTA<br />

DEL DIRETTORE<br />

ANTONINI CANTERIN<br />

AD EUGENIO PICANO<br />

Prosegue l’iniziativa di dare voce ai personaggi<br />

che hanno fatto la storia dell’ecocardiografia<br />

italiana. Dopo Gian Luigi<br />

Nicolosi è la volta di Eugenio Picano.<br />

Francesco, già l’ incipit mi preoccupa. Nella<br />

storia naturale dell’ intellettuale definita<br />

in tre tappe da Edmondo Berselli, dopo lo<br />

stadio di “ brillante promessa” c’è quello del<br />

“solito stronzo” e solo in età sinodale del “venerato<br />

Maestro” - che però emana un inconfondibile<br />

odore di naftalina e di formalina.<br />

Non sarà che comincio a essere pronto per l’<br />

imbalsamazione?<br />

Caro Eugenio, ci racconti come è avvenuto<br />

il tuo approccio all’ecocardiografia, qualche<br />

anno fa? E’ stato casuale o avevi intuito le<br />

potenzialità della metodica?<br />

Vorrei poter dire che già in calzoncini corti<br />

avevo nitidamente intravisto le potenzialità<br />

della metodica, ma non è così, devo ammettere.<br />

All’ epoca i tracciati eco erano astrusi<br />

geroglifici monodimensionali che pazientemente<br />

mi decodificava nottetempo durante<br />

le (sue) notti di guardia il mio tutor di allora,<br />

il Professor Alessandro Distante, mio Champollion<br />

personale con vero gusto e raro talento<br />

per la didattica. Non mi piaceva in particolare<br />

cardiologia o l’ecocardiografia; mi<br />

piaceva piuttosto l’ambiente dell’Istituto di<br />

Fisiologia Clinica, dove lavorava a fine anni<br />

’70 gente molto fuori dal comune come il cardiologo<br />

Attilio Maseri, lo pneumologo Carlo<br />

Giuntini, il bioingegnere Paolo Mancini. Era<br />

uno spettacolo per me, studente del quarto<br />

anno di medicina, vedere in azione (a lezione<br />

in corsia o in laboratorio) questi quarantenni<br />

all’apice della loro curva di luce, ciascuno<br />

con i suoi eccezionali carismi. In Fisiologia<br />

Clinica si respirava un’atmosfera diversa<br />

rispetto ai paludati e rarefatti ambienti di<br />

altri istituti che si occupavano di discipline<br />

sulla carta a me più congeniali. Ai miei occhi<br />

ingenui la differenza sembrava antropologica.<br />

Da una parte, fuori da IFC, il Capo<br />

aveva sempre ragione, per quanto stram-<br />

Dove va l’Ecocardiografia?<br />

palate apparissero diagnosi cliniche e teorie<br />

scientifiche. In IFC, allora e (purtroppo<br />

per me) anche ora, si è da sempre più attenti<br />

alla sostanza che alla forma e ai pennacchi:<br />

se si parla di ricerca e di idee, il pluridecorato<br />

Direttore e il giovane tesista partono<br />

alla pari, e arriva prima il più veloce – non<br />

raramente, e non sorprendentemente, il secondo.<br />

Quindi non scelsi una disciplina, ma<br />

un habitat intellettuale; e non identificai ad<br />

occhi aperti una metodica, ma istintivamente<br />

un maestro. In fondo, nel nostro lavoro di<br />

medici e di ricercatori, il padre – e anzi i padri,<br />

diversi nelle diverse fasi – si possono e si<br />

devono scegliere. E quando i padri cromosomici<br />

coincidono con i padri professionali, a<br />

volte nascono dei mostri.<br />

Il tuo cavallo di battaglia, l’ecostress. Una<br />

metodica ormai consolidata in clinica. Ritieni<br />

che possa dare ancora molto in termini di<br />

conoscenza fisiopatologica e di ricerca?<br />

Rimane tuttora largamente inesplorato il<br />

contributo dell’ecostress al di fuori della cardiopatia<br />

ischemica. Valvulopatie, ipertensione<br />

polmonare, cardiopatie congenite, trapianto<br />

cardiaco, cardiomiopatie : non più<br />

solo la cinetica regionale del ventricolo sinistro,<br />

ma gradienti, rigurgiti, pressione polmonare,<br />

ventricolo destro. A ciascun paziente<br />

il suo esame. Dal punto di vista scientifico,<br />

l’obiettivo perennemente sfuggente rimane<br />

la quantificazione operatore-indipendente<br />

della cinetica regionale: da opinione a numero.<br />

Ma a parte le perduranti potenzialità<br />

scientifiche, l’ ecostress è oggi una parte irrinunciabile<br />

del training clinico e della buona<br />

pratica cardiologica. E’ questo che caratterizza<br />

la vera innovazione: quello che rimane<br />

quando tutto (articoli, abstract, grant) è<br />

dimenticato.<br />

Come vedi le cosiddette nuove tecnologie:<br />

gadget per pubblicare e vendere apparecchi<br />

o veri strumenti di lavoro?<br />

Dipende. Alcune tecnologie estesamente pubblicizzate<br />

e adoperate in un recente passato<br />

2 3


erano chiaramente inadeguate e perdenti, e<br />

destinate a morire dopo una breve fiammata<br />

congressuale e editoriale: ma quanto tempo<br />

perso e risorse dilapidate per ricercatori<br />

e clinici sedotti da una ecocardiografia per<br />

i congressi e per l’industria, completamente<br />

scriteriata dal punto di vista tecnologico e fisiopatologico.<br />

Altre tecnologie, come il 3-D,<br />

sono invece sicuramente qui per rimanere,<br />

anche se a tutt’ oggi non hanno raggiunto la<br />

piena maturità tecnologica e clinica.<br />

Sono comparsi sul mercato i primi ecografi<br />

palmari tascabili. Il loro costo è di poche migliaia<br />

di euro ed è destinato a calare, come<br />

per i telefonini. E’ verosimile che in pochi anni<br />

saranno una sorta di fonendo nella tasca di<br />

ogni medico. Come vedi questo scenario? Più<br />

luci o più ombre? Ci attende una grossa sfida<br />

in termini di formazione?<br />

L’ecocardiografia - e anzi meglio la ecografia<br />

- viene consegnata nelle mani di tutti, ed<br />

è non solo inevitabile, ma anche giusto così.<br />

E’ una benefica svolta epocale, culturale e<br />

tecnologica, ma certo c’è anche il pericolo<br />

dell’ecocardiografismo-leninismo: il potere<br />

al popolo può creare le premesse di un abuso<br />

e del Far-West diagnostico. Comunque non<br />

c’è scelta, ormai il vaso di Pandora è scoperchiato,<br />

e non ci resta che investire in formazione<br />

per limitare gli svantaggi e amplificare<br />

gli immensi potenziali benefici. La vedo come<br />

un’opportunità per tutti (i medici, l’industria,<br />

le società scientifiche, e soprattutto i pazienti).<br />

Come la rivoluzione informatica: ieri un computer<br />

per ogni scrivania,oggi un ecografo per<br />

ogni stetoscopio. Uno strumento di libertà e<br />

di ricchezza culturale. Poi certo, sta a ciascuno<br />

di noi imparare a evitare rischi, trappole<br />

e delusioni, e adoperare le formidabili nuove<br />

tecnologie con spirito critico e autocritico, che<br />

di solito non si acquisiscono nei pochi giorni<br />

necessari al training di base .<br />

Negli ultimi anni sei stato il protagonista di<br />

una straordinaria e molto efficace campagna<br />

di sensibilizzazione “ecologica” in Cardiologia,<br />

combattendo l’abuso ingiustificato di radiazioni<br />

ionizzanti. A che punto siamo? Sono<br />

in cantiere nuove iniziative?<br />

La necessità di includere il danno oncologico<br />

a lungo termine (per pazienti e operatori)<br />

nella valutazione rischio-beneficio dei test di<br />

diagnostica per immagine era in effetti sradicante<br />

dei paradigmi diagnostici preesistenti<br />

e infatti fu inizialmente proposta (nel 2003 e<br />

2004) tra moltissime resistenze e evocando<br />

reazioni anche spettacolari e coordinate finalizzate<br />

alla “character assassination”. A livello<br />

nazionale e internazionale si lanciarono<br />

scomuniche in affollate<br />

platee congressuali, si parlò e si<br />

scrisse - anche dai pulpiti di autorevoli<br />

società scientifiche (e poi<br />

ci lamentiamo della <strong>SIEC</strong>...) - di<br />

isterismo nucleofobico, terrorismo,<br />

affarismo, si minacciarono<br />

denunce penali e si utilizzò l’argomento<br />

per omicidi concorsuali<br />

su commissione – in concorsi che<br />

poi sarebbero stati di vivo interesse<br />

della magistratura penale.<br />

Oggi, appena pochi anni dopo, l’<br />

idea di dover includere il danno<br />

da radiazioni nel bilanciamento<br />

rischio-beneficio di qualunque<br />

procedura diagnostica o terapeutica<br />

è di fatto pacificamente<br />

recepita con forza da tutte le<br />

linee guida e raccomandazioni<br />

di società scientifiche (American<br />

Heart Association 2009, American<br />

College of Cardiology <strong>2010</strong>),<br />

enti regolatori (FDA February<br />

9th <strong>2010</strong> e IAEA <strong>2010</strong>) e governi<br />

(US President Cancer Panel May<br />

<strong>2010</strong>). Non è più solo un problema<br />

scientifico, ma di politica sanitaria:<br />

bisogna trovare il modo<br />

migliore per far conoscere e trovare<br />

le strade efficaci verso una<br />

sanità più sostenibile, dove meno<br />

è meglio, e la corretta percezione<br />

dei rischi è indispensabile per<br />

la loro minimizzazione per medici e pazienti.<br />

Una politica di appropriatezza diagnostica,<br />

nel caso di test a base di radiazioni ionizzanti,<br />

è il modo migliore per fare prevenzione primaria<br />

di cancro. Se ne stanno accorgendo gli<br />

oncologi, e non a caso l’Istituto Toscana Tumori<br />

ha finanziato all’Istituto di Fisiologia<br />

Clinica di Pisa un progetto di appropriatezza<br />

diagnostica in cardioradiologia per oltre 200<br />

mila euro. E’ il progetto SUIT-Heart (Stop<br />

Useless Imaging Testing in Heart disease),<br />

che si legge come “sweetheart”, fidanzata. Se<br />

si fidanza, per amore intellettuale e per pura<br />

convenienza economica, con l’appropriatezza,<br />

il cardiologo potrà trovare le motivazioni necessarie<br />

per<br />

una dieta<br />

diagnostica,<br />

allo scopo di<br />

far dimagrire<br />

l’attuale<br />

obesità di<br />

esami e riportare<br />

il<br />

sistema al<br />

suo peso forma<br />

di equilibrio<br />

tra<br />

test deglutiti<br />

e forza<br />

diagnostica<br />

sviluppata.<br />

Sarà bene<br />

che le società<br />

scientifiche<br />

e le autorità<br />

di governo<br />

clinico<br />

si pongano<br />

il problema<br />

in maniera<br />

proattiva. In<br />

questo, gli<br />

sforzi della<br />

<strong>SIEC</strong> per<br />

promuovere<br />

l’ appropriatezza<br />

(con Alfredo<br />

Zuppiroli e<br />

Antonio Mantero e tanti altri) sono meritori<br />

e ammirevoli - visto che di campagne pur<br />

sempre difficili e tuttora impopolari si tratta,<br />

almeno se uno si limita alla dimensione puramente<br />

aziendalistica del problema.<br />

La <strong>SIEC</strong> sta facendo un importante sforzo di<br />

rinnovamento e modernizzazione (ricerca,<br />

sito WEB, nuovo GIEC, corsi di formazio-<br />

ne...). Come vedi tutto ciò?<br />

Parliamo in generale. Si tratti di SIEvvC,<br />

SIC, CNR o Università, la gerontocrazia e il<br />

familismo sono un riconosciuto male endemico<br />

del sistema-Paese e un ostacolo alla modernizzazione<br />

e alla competitività. Vedendo<br />

la <strong>SIEC</strong> dall’esterno (sono stato giustamente<br />

cancellato dall’ elenco dei soci molti anni fa<br />

per recidiva morosità nel pagamento delle<br />

quote associative)* e da lontano, e quindi<br />

con superficialità e approssimazione, l’ idea<br />

che mi sono fatto è che oggi, rispetto a prima,<br />

sia un po’ meno bunker antiatomico, e un<br />

po’ più casa di vetro. Le case di vetro, gestite<br />

con logica di trasparenza, collegialità delle<br />

decisioni, turnover delle cariche, rispetto e<br />

riconoscimento delle competenze indipendentemente<br />

dalle appartenenze, sono destinate<br />

a durare assai più a lungo e a garantire agli<br />

abitanti migliore qualità di vita, rispetto ai<br />

bunker antiatomici dove, al riparo di impenetrabili<br />

muri piombati, pochi compagnucci<br />

della parrocchietta si scambiano in gioiosa<br />

quadriglia cariche, complimenti e premi garantendosi<br />

rendite di posizione - che so, a me<br />

il giornale, a te il congresso, a lui il corso. In<br />

fondo, la <strong>SIEC</strong> dovrebbe assomigliare alla<br />

comunità scientifica di riferimento di cui è<br />

l’espressione: e poichè l’ ecocardiografia italiana<br />

è , parametri freddi alla mano, la più<br />

innovativa e produttiva del mondo, a questi<br />

standard di eccellenza internazionale la <strong>SIEC</strong><br />

è condannata ad adeguarsi - altrimenti, perderà<br />

affiliati, rappresentatività, e decoro. Se<br />

ciò avvenisse, sarebbe una sconfitta e una<br />

perdita per l’ intera comunità della conoscenza.<br />

Se poi questo fosse avvenuto in passato,<br />

è forse bene che non si ripeta più in futuro.<br />

I tempi sono cambiati: prima era una questione<br />

di etica, e almeno di estetica: ora è la<br />

stessa sopravvivenza della società scientifica<br />

che sarebbe messa a repentaglio, e presidenti<br />

del vecchio conio rimarrebbero soli soletti<br />

con le truppe cammellate (loro sì, in regola<br />

con il pagamento delle quote associative) che<br />

si sono portati dietro per farsi eleggere.<br />

Nota Direzionale :Il Dott Picano ,risulta non<br />

cancellato dall’elenco, anche se non in regola ,<br />

in quanto proposto a Socio Onorario .<br />

4 5


SUMMIT EUROPEO DEI RESPONSABILI<br />

NAZIONALI DELLE SOCIETÀ ADERENTI ALL’EAE<br />

::: A cura di Pio Caso :::<br />

Si è tenuta a Sophia Antinopolis<br />

(Nizza ,Francia),<br />

il 2 e 3 luglio <strong>2010</strong><br />

presso la sede dell’European<br />

Society of Cardiology<br />

il Summit annuale dei Responsabili<br />

dell’ Associazioni<br />

Nazionali Europee di<br />

Ecocardiografia aderenti<br />

all’European Association of<br />

Echocardiography (EAE ).<br />

Al Summit 2011 dell’EAE<br />

hanno partecipato 50 tra Responsabili<br />

Nazionali e rappresentanti<br />

dell’EAE e staff di<br />

segreteria in rappresentanza<br />

di Spagna, Italia, Svezia,<br />

Francia, Irlanda, Portogal-<br />

lo, Croazia, Norvegia, Regno<br />

Unito, Germania, Ucraina,<br />

Lituania, Olanda, Grecia,<br />

Libano, Danimarca, Belgio,<br />

Israele, Serbia, Turchia, Polonia,<br />

Romania, Albania,<br />

Lettonia, Estonia,Armenia,<br />

Ungheria, Belgio, Bulgaria.<br />

L’incontro è stato introdotto<br />

da Dr Zamorano, Presidente<br />

dell’EAE, il quale<br />

ha illustrato gli obiettivi<br />

dell’Incontro focalizzato su<br />

armonizzazione e standardizzazione<br />

del training e miglioramento<br />

della qualità.<br />

Mentre l’EAE si aspetta dalle Società Nazionali:<br />

1) informazioni ed attiva partecipazione;(Ciascuna Società Nazionale dovrebbero avere ambasciatori dell’EAE a<br />

livello nazionale)<br />

2) diffusione delle conclusione del Summit;<br />

3) incoraggiamento all’adesione all’EAE;<br />

4) omogenizzazione dei cammini formativi nazionali con quello proposto dall’EAE.<br />

5) accreditamento europeo dei laboratori (che sarebbe seguito localmente dalle Società Nazionali);<br />

6) miglioramente della qualità di esecuzione e di refertazione anche nei laboratori piccoli.<br />

Le Società Nazionali aspettano dall EAE un maggior impegno<br />

1) nella formazione per medici (in particolare negli stati dell’est Europa);<br />

2) nel training per sonographers;<br />

3) nei programmi di ricerca, progetti ed studi multicentrici;<br />

4) nella diffusione dei documenti EAE nelle lingue nazionali.<br />

Due questioni aperte : la formazione di medici non cardiologi che aumenteranno con la diffusione<br />

dei portatili e gli esami per accreditamento degli operatori nelle rispettive lingue nazionali.<br />

Luigi Badano ,che dal prossimo Dicembre sarà il Presidente dell’EAE ,ha fatto proprie le linee emerse<br />

,promettendo la realizzazione di esse e l’approfondimento delle questioni aperte.<br />

Ottima l’assistenza da parte dello staff di Segreteria che segue l’EAE.<br />

L’ EAE ha attualmente 1930 iscritti .L’Italia è la prima Società Europea in termini di adesioni all’EAE<br />

con i suoi oltre 200 iscritti ,seguita da Regno Unito, Grecia e Germania.<br />

E’ in fase di avanzata preparazione il Convegno Europeo di Ecocardiografia che si terrà a Copenaghen<br />

8-11 Settembre <strong>2010</strong>,che vedrà la partecipazione di una folta rappresentanza italiana.<br />

6 7


IL PARADISO PUÒ ATTENDERE?<br />

Incremento disponibilità organi per il trapianto cuore con organo valutato mediante ecostress<br />

e prelevato da donatori di età maggiore di 55 anni<br />

::: A cura di Tonino Bombardini :::<br />

Non si è mai troppo avanti negli anni per<br />

donare un cuore sano. I primi risultati<br />

del Progetto “Donazione di cuore marginale”<br />

coordinato dall’Istituto di fisiologia<br />

clinica (IFC) del Cnr di Pisa e attivo in due regioni,<br />

Emilia Romagna e Toscana, sono stati<br />

molto incoraggianti (1). L’estensione del progetto<br />

a tutte le regioni italiane è stato recentemente<br />

approvato e finanziato dal Ministero<br />

della Salute (2). Nel nostro paese ogni anno<br />

quasi 800 persone sono candidate al trapianto.<br />

Nei fatti meno della metà di quei pazienti,<br />

circa 300-350, riceveranno un nuovo cuore<br />

ogni anno. Le liste d’attesa, in media 2-3<br />

anni tanti per chi è costretto a una qualità di<br />

vita difficile, spesso legata ad una macchina,<br />

si mantengono stabili nel tempo solo perché<br />

la mortalità è alta, il 9<br />

per cento dei pazienti<br />

ogni anno, nel frattempo<br />

muore. Il problema<br />

una volta tanto non è<br />

di tipo strutturale, infatti<br />

l’eccellenza della<br />

cardiologia e della cardiochirurgia<br />

italiana<br />

è riconosciuta a livello<br />

mondiale, quanto piuttosto<br />

dovuto a carenza<br />

di donatori. Responsabili in parte l’aumento<br />

degli anziani, sarebbero necessari cuori giovani<br />

e normali ma non ce ne sono a sufficienza<br />

tra i pazienti eleggibili per donazione, in<br />

parte i criteri di donazione piuttosto restrittivi<br />

che impongono quale età limite per la donazione<br />

del cuore (unico tra tutti gli organi)<br />

i 55 anni. In Italia nell’anno 2006 solamente<br />

il 45% dei 1234 donatori effettivi avevano<br />

un’età inferiore ai 55 anni, ritenuta ottimale<br />

per il trapianto di cuore. Appare quindi attraente<br />

e potenzialmente utile utilizzare cuori<br />

di donatori marginali (> 55 anni d’età), se si<br />

escludono coronaropatie prognosticamente<br />

significative e cardiomiopatie occulte (Fig.1).<br />

Se anche solamente un sesto dei 670 donatori<br />

per anno di età superiore ai 55 anni fosse<br />

utilizzato per il trapianto cuore il numero dei<br />

trapianti cuore potrebbe aumentare di più di<br />

100 unità per anno.<br />

“La situazione è simile ovunque persino negli<br />

Stati Uniti dove solo il 7 per cento dei donatori<br />

ha un’età superiore ai 50 anni e la mortalità<br />

in attesa del trapianto supera il 10 per cento,<br />

per questi motivi – dice Giorgio Arpesella,<br />

responsabile del Centro trapianti cuore-polmone<br />

al “S’Orsola” di Bologna, - quasi cinque<br />

anni fa insieme ai ricercatori dell’IFC di Pisa,<br />

abbiamo pensato attraente l’idea di riuscire ad<br />

utilizzare donatori over 55 cosiddetti “marginali”<br />

e di studiare i loro cuori con un’indagine<br />

capace di quantificarne in modo preciso la<br />

“bontà” sotto il profilo funzionale” (3). L’esame<br />

diagnostico con il quale si è potuto in tre<br />

anni selezionare 39 donatori marginali e in 17<br />

casi trapiantare un cuore altrimenti escluso<br />

solo per motivi anagrafici, è l’ecostress farmacologico<br />

con dipiridamolo (Fig. 2). Se il test è<br />

negativo, il cuore è idoneo alla donazione; se<br />

è positivo, il cuore viene escluso e va alla verifica<br />

cardioautoptica. La sopravvivenza dei<br />

riceventi dei cuori selezionati con eco-stress è<br />

stata buona con dati sovrapponibili a quella<br />

dei riceventi di cuore “standard” (4). I dati<br />

iniziali vanno ora estesi e verificati in scala<br />

più ampia per trasformare l’iniziale “proof of<br />

concept” in reale opzione clinica.<br />

Per estendere il protocollo a tutte le regioni<br />

italiane sarà necessario il coinvolgimento dei<br />

centri trapianto cuore del territorio nazionale,<br />

delle organizzazioni trapianti e soprattutto<br />

creando una rete cardiologica preparata sul<br />

territorio nei diversi centri di neuro rianimazione<br />

che statisticamente forniscono il maggior<br />

numero di donazioni (5).<br />

Alla fine della sperimentazione scientifica allargata,<br />

se questa avrà confermato i risultati<br />

soddisfacenti dell’esperienza-pilota, la procedura<br />

di reclutamento dei donatori marginali<br />

potrà essere normata, entrando tra le procedure<br />

standardizzate di buona pratica, e offrire<br />

per intero i dividendi medici e sociali di una<br />

procedura che ha la potenzialità di abbattere,<br />

e forse azzerare, la attuale lista di attesa per<br />

trapianto di cuore.<br />

Bibliografia<br />

1.Leone O, Gherardi S, Targa L, Pasanisi E, Mikus P, Tanganelli P, Maccherini M, Arpesella G,<br />

Picano E, Bombardini T. Stress echocardiography as a gatekeeper to donation in aged marginal<br />

donor hearts: anatomic and pathologic correlations of abnormal stress echocardiography results.<br />

J Heart Lung Transplant 2009; Nov;28(11):1141-9.<br />

2. Ministero della salute. Centro Nazionale per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie. Progetto<br />

esecutivo del 28 giugno <strong>2010</strong> “Incremento disponibilità organi per il trapianto cuore con<br />

organo valutato mediante eco-stress e prelevato da donatori di età maggiore di 55 anni”. Coordinatore<br />

scientifico Dr. Tonino Bombardini .<br />

3. Arpesella G, Gherardi S, Bombardini T, Picano E. Recruitment of aged donor heart with pharmacological<br />

stress echo. A case report. Cardiovascular Ultrasound. 2006 Jan 24;4:3.<br />

4. Bombardini T. et al Extended donor criteria in heart transplantation with pharmacological<br />

stress echocardiography, <strong>2010</strong>,560 Abs, ESC congress Stockholm.<br />

5. Bombardini T. et al. Second-Opinion Stress Tele-Echocardiography for Aged Donor Heart Selection<br />

The Adonhers (Aged Donor Heart Rescue by Stress Echo) Project Cardiovascular Ultrasound,<br />

<strong>2010</strong>, 8:20.<br />

Tonino Bombardini, MD, PhD<br />

Ricercatore Associato IFC, CNR, Pisa<br />

Coordinatore progetto ADONHERS (Aged Donor Heart Rescue by Stress Echo)<br />

8 9


NUOVE SFIDE DALL’ESC <strong>2010</strong><br />

::: L’ECOCARDIOGRAFIA NELLA TAVI :::<br />

::: A cura di Rodolfo Citro :::<br />

Sappiamo dai dati dell’ Euro Heart Survey che un ampio numero di pazienti con stenosi aortica<br />

severa rimane tutt’oggi non trattata a dispetto di quanto indicato nelle linee guida ESC 2007 sulle<br />

gestione delle valvulopatie. Per molti pazienti appartenenti a questa categoria oltre ad un elevato<br />

rischio di mortalità, se non trattati, esiste un rischio elevato connesso alla terapia chirurgica. Lo sviluppo<br />

tecnologico recente ha permesso la realizzazione di protesi valvolari aortiche impiantabili per<br />

via percutanea (TAVI) che rappresentano un nuova opzione terapeutica. Negli ultimi anni un numero<br />

crescente di pazienti (specie anziani con varie comorbidità EUROSCORE ≥ 20%) sono stati trattati con<br />

questa tecnica. I risultati provvisori, derivanti da casistiche e registri che includono un numero limitato<br />

di pazienti, appaiono incoraggianti tanto da indurre alla realizzazione di studi randomizzati, tuttora<br />

in corso, dai quali si attendono dati definitivi. La gestione di questi pazienti e la decisione di eseguire o<br />

meno una TAVI è multidisciplinare e coinvolge il cardiologo generalista, quello interventista, il cardiochirurgo<br />

e l’anestesista. Accanto ad un’attenta valutazione clinica, uno screening anatomico e funzionale<br />

non solo della valvola aortica ma anche degli altri componenti dell’aorta stessa sono fondamentali<br />

sia per una appropriata selezione dei candidati a TAVI che per prevenire eventuali complicanze. Molti<br />

esperti hanno sottolineato al Congresso Europeo di Stoccolma durante un simposio satellite intitolato<br />

“The advent of transcatheter aortic valve implantation (TAVI)- An alternative option for patients with<br />

severe aortic stenosis” come l’ecocardiografia, oltre a confermare il grado di severità della stenosi, abbia<br />

un ruolo cruciale, specie nella modalità transesofagea, in diversi aspetti come:<br />

• nello studio della morfologia della valvola aortica<br />

(tricuspide o bicuspide, estensione delle calcificazioni),<br />

• nella misura del diametro dell’annulus,<br />

• nella definizione della morfologia del tratto di efflusso del ventricolo sinistro,<br />

• nella valutazione della morfologia della radice aortica (seni di Valsalva e loro rapporto con<br />

masse calcifiche),<br />

• valutazione del calibro e decorso dell’aorta toracica (eventuale presenza di aneurismi,<br />

placche complesse etc.),<br />

• nel monitoraggio della procedura (corretto posizionamento della valvola, funzionamento della<br />

protesi, insufficienza aortica residua),<br />

• nel follow-up.<br />

Protesi autoespansibile<br />

CoreValve di taglia<br />

(23 mm e 29 mm).<br />

(SCV)<br />

:: Lettera aperta ::<br />

SONOGRAPHER CARDIOVASCOLARE (SCV)<br />

ROMA, 01/07/<strong>2010</strong><br />

A Conclusione del periodo di lavoro svolto<br />

dalla “Task Force Area Sonographer”, tenuto<br />

conto di tutte le considerazioni e proposte pervenute,<br />

nonché delle conclusioni raggiunte nel<br />

corso della riunione tenutasi a Firenze il giorno<br />

21 maggio, in qualità di coordinatore della<br />

suddetta Task force presento le conclusioni<br />

scaturite in merito a tale questione, da sottoporre<br />

alla valutazione del Consiglio Direttivo:<br />

Si propone il termine di “SONOGRAPHER<br />

CARDIOVASCOLARE (SCV)” quale definizione<br />

indicativa di tutti i professionisti stabilmente<br />

operanti come tecnici di ecocardiografia o sonografisti<br />

presso i laboratori del nostro paese,<br />

non in possesso dalla laurea in medicina e<br />

chirurgia<br />

- A tali professionisti, previa documentazione<br />

della necessaria qualifica (vedi sotto), viene<br />

aperta la possibilità di iscriversi alla <strong>SIEC</strong><br />

in qualità di soci effettivi con il titolo di “Sonographer<br />

Cardiovascolare”. Tale iscrizione<br />

comporta il pagamento della stessa quota<br />

annuale stabilita per i soci medici, gli stessi<br />

diritti (possibilità di voto in sede regionale e<br />

nazionale, accesso al sito WEB, ricevimento<br />

del GIEC, ecc..) e gli stessi doveri relativi alla<br />

loro appartenenza alla società;<br />

- La <strong>SIEC</strong> riconosce i seguenti percorsi formativi<br />

per l’accettazione, come socio ordinario,<br />

del “Sonographer Cardiovascolare”:<br />

a) Diploma Universitario di Master di I livello<br />

per Tecnico di Ecocardiografia o equipollente,<br />

conseguito nel nostro paese;<br />

b) Diploma Universitario di Sonographer<br />

Cardiovascolare o equipollente conseguito<br />

in uno dei paesi della Comunità Europea o,<br />

se in USA, presso una delle scuole riconosciute<br />

dall’ARMDS;<br />

::: A cura di Claudio Coletta :::<br />

NB: In via transitoria (un anno), allo scopo di<br />

“sanare” situazioni e competenze esistenti di<br />

fatto e determinatesi in assenza di una regolamentazione,<br />

verranno altresì prese in considerazione<br />

richieste di associazione da parte<br />

di operatori non i possesso della laurea in Medicina,<br />

effettivamente operanti da almeno tre<br />

anni in laboratori accreditati presso la <strong>SIEC</strong>,<br />

subordinatamente al superamento dell’esame<br />

di competenza <strong>SIEC</strong> in ecocardiografia generale<br />

entro e non oltre 12 mesi dall’iscrizione all<br />

società;<br />

Non si ritiene opportuno istituire un’Area Sonographers<br />

all’interno della società, tuttavia<br />

è auspicabile che vengano individuati spazi di<br />

specifica competenza all’interno degli organi<br />

informativi societari e nell’ambito degli eventi<br />

organizzati (GIEC, Echo News, Congresso Nazionale,<br />

Incontri Regionali) in considerazione<br />

delle peculiari esigenze culturali della nuova<br />

professione e della utilità di riconoscere la peculiarità<br />

del loro status professionale nell’ambito<br />

di un’associazione rivolta, per statuto, a<br />

cultori della materia.<br />

L’unica modifica di statuto necessaria per l’ingresso<br />

dei SCV in <strong>SIEC</strong> sconsiste nella ridefinizione<br />

dei soci secondo la seguente definizione:<br />

1) Soci ordinari Cardiologi<br />

2) Soci ordinari Sonographer Cardiovascolari<br />

3) Soci Aggregati<br />

Distinti saluti,<br />

Claudio Coletta<br />

Protesi Edwards SAPIEN per TAVI<br />

c) Certificazione di competenza in Ecocardiografia<br />

Generale rilasciata dalla Europe-<br />

Sfruttando la maggiore versatilità dell’ecocardiografia, rispetto alle metodiche radiologiche, sarà posan<br />

Association of Echocardiography;<br />

sibile dare una spinta alla definitiva implementazione della TAVI nella pratica clinica contribuendo a<br />

raggiungere una eccellente conquista terapeutica in cardiologia. Appare evidente che gli ecografisti<br />

debbano accogliere questa nuova stimolante sfida!<br />

d) Certificazione di competenza in Ecocardiografia<br />

Generale rilasciata dalla <strong>SIEC</strong>.<br />

10 11


Il Global Longitudinal Strain<br />

UN POTENTE MARKER<br />

PROGNOSTICO NEL PAZIENTE<br />

CON INFARTO MIOCARDICO ACUTO<br />

::: A cura di Antonello D’Andrea :::<br />

UOC Cardiologia Seconda Università Napoli<br />

Il messaggio che emerge da una serie di studi recentemente pubblicati è “forte e chiaro”:<br />

il Global Longitudinal Strain (GLS), parametro ecocardiografico espressione della<br />

capacità di deformazione longitudinale “in toto” del cuore, valutato in maniera semplice<br />

e ripetibile con lo strain bidimensionale (2DSE), è un potente marker prognostico nel<br />

follow-up del paziente dopo sindrome coronarica acuta (SCA) !!<br />

I risultati di questi studi sottolineano con chiarezza il valore incrementale dello studio del<br />

GLS nella stratificazione prognostica complessivamente di più di 1000 pazienti con recente<br />

SCA. Ciò che colpisce è che nei diversi studi il valore del GLS rimane costante indipendentemente<br />

dalla tipologia di infarto (STEMI o NSTEMI), dal timing dell’evento (acuto o subacuto),<br />

dalla strategia riperfusiva (trombolisi o PTCA). In particolare, l’analisi con 2DSE<br />

si è dimostrata in grado di rilevare una deformazione miocardica peggiore nei segmenti<br />

acinetici che non recuperano la loro funzione contrattile dopo terapia di rivascolarizzazione.<br />

E’ stata dimostrata, inoltre, una significativa associazione dell GLS misurato mediante<br />

2DSE sia con il picco di troponina I che con il WMSI, rilevando un ruolo di tale metodica<br />

nella definizione dell’estensione dell’area infartuale. Inoltre, un GLS peggiore in basale ed<br />

il suo mancato miglioramento precoce dopo PTCA risultavano essere predittori indipendenti<br />

di sviluppo di rimodellamento negativo del ventricolo sinistro e di eventi cardiaci al<br />

follow-up. In particolare, un valore di GLS oscillante nei vari studi tra < -12 e < -15 % ha<br />

dimostrato una sensibilità tra l’80 e il 90% ed una specificità tra il 75 e l’85% nel predirre<br />

il mancato recupero della funzione contrattile del ventricolo sinistro. Infine, un valore<br />

< - 15% di GLS post SCA ha dimostrato capacità di identificare la presenza di un’area di<br />

scar > 20% alla cardio RMN, ed un rischio di 4 volte superiore di mortalità cardiaca ad un<br />

follow-up di 12 mesi.<br />

Considerando che il calcolo del GLS in mani esperte è altamente riproducibile e rapido<br />

(meno di 5 minuti), al cardiologo ecocardiografista che lavora in UTIC suggeriamo: pochi<br />

minuti di acquisizione, ed avrai tra le mani uno strumento “prognostico” teoricamente più<br />

potente della frazione di eiezione….!!!<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

1.Sjøli B, Ørn S, Grenne B, Vartdal T, Smiseth OA, Edvardsen T, Brunvand HComparison of left ventricular ejection fraction<br />

and left ventricular global strain as determinants of infarct size in patients with acute myocardial infarction. J Am<br />

Soc Echocardiogr. 2009;22(11):1232-8.<br />

2.Antoni ML, Mollema SA, Atary JZ, Borleffs CJ, Boersma E, van de Veire NR, Holman ER, van der Wall EE, Schalij MJ,<br />

Bax JJ. Time course of global left ventricular strain after acute myocardial infarction. Eur Heart J. <strong>2010</strong>;31(16):2006-13.<br />

3.Antoni ML, Mollema SA, Delgado V, Atary JZ, Borleffs CJ, Boersma E, Holman ER, van der Wall EE, Schalij MJ, Bax<br />

JJ.Prognostic importance of strain and strain rate after acute myocardial infarction. Eur Heart J. <strong>2010</strong> ;31(13):1640-7.<br />

4.Eek C, Grenne B, Brunvand H, Aakhus S, Endresen K, Hol PK, Smith HJ, Smiseth OA, Edvardsen T, Skulstad H. Strain<br />

echocardiography and wall motion score index predicts final infarct size in patients with non-ST-segment-elevation myocardial<br />

infarction. Circ Cardiovasc Imaging. <strong>2010</strong>;3(2):187-94.<br />

5.D’Andrea A, Cocchia R, Caso P, Riegler L, Scarafile R, Salerno G, Golia E, Di Salvo G, Calabrò P, Bigazzi MC, Liccardo<br />

B, Esposito N, Cuomo S, Bossone E, Russo MG, Calabrò R. Global longitudinal speckle-tracking strain is predictive of left<br />

ventricular remodeling after coronary angioplasty in patients with recent non-st elevation myocardial infarction. Int J<br />

Cardiol. <strong>2010</strong> Sep 13. [Epub ahead of print]<br />

12 13


:: Aortic Root Dimensions<br />

in Elite Athletes ::<br />

Antonello D’Andrea, Lucia<br />

Riegler, Rosangela Cocchia,<br />

Raffaella Scarafile, Gemma<br />

Salerno, Rita Gravino, Enrica<br />

Golia, Olga Vriz, Rodolfo Citro,<br />

Giuseppe Limongelli, Paolo<br />

Calabrò, Giovanni Di Salvo,<br />

Sergio Cuomo, Pio Caso, Maria<br />

Giovanna Russo, Raffaele<br />

Calabrò, Eduardo Bossone<br />

Am J Cardiol. <strong>2010</strong> Jun<br />

1;105(11):1629-34.<br />

I ranges di normalità dell’aorta<br />

nell’atleta. La radice<br />

aortica è significativamente<br />

maggiore negli atleti di elite<br />

che praticano sport di potenza<br />

rispetto agli atleti di endurance,<br />

confrontati sia per età<br />

che per sesso. Tuttavia una<br />

significativa dilatazione dell’aorta<br />

ascendente e un rigurgito<br />

aortico non sono riscontrati<br />

comunemente.<br />

:: Prevalence and Clinical<br />

Significance of Aortic Root<br />

Dilation in Highly Trained<br />

Competitive Athletes ::<br />

Antonio Pelliccia, Fernando<br />

M. Di Paolo, Elvira De Blasiis,<br />

Filippo M. Quattrini, Cataldo<br />

Pisicchio, Emanuele Guerra,<br />

Franco Culasso, and Barry J.<br />

Maron<br />

Circulation. <strong>2010</strong> Aug<br />

17;122(7):698-706,<br />

Una dilatazione della radice<br />

aortica >40mm e >34mm,<br />

rispettivamente in atleti ed<br />

atlete altamente allenate non<br />

è comune, è improbabile che<br />

LISTA ARTICOLI<br />

AUTORI ITALIANI<br />

PER <strong>SIEC</strong> <strong>ECHO</strong> <strong>NEWS</strong><br />

::: A cura di Rodolfo Citro :::<br />

rappresenti la conseguenza<br />

fisiologica dell’allenamento, ed<br />

è più probabile che sia l’espressione<br />

di una condizione patologica,<br />

tale da raccomandare<br />

uno stretto controllo clinico.<br />

:: Second-opinion stress<br />

tele-echocardiography for<br />

the Adonhers (Aged donor<br />

heart rescue by stress<br />

echo) project ::<br />

Daniele Franchi, Davide Cini,<br />

Giorgio Arpesella, Sonia Gherardi,<br />

Italo Calamai, Giuseppe<br />

Barletta, Serafina Valente,<br />

Emilio Pasanisi, Stefania Sansoni,<br />

Caterina Ricci, Walter<br />

Serra, Eugenio Picano, Tonino<br />

Bombardini<br />

Cardiovasc Ultrasound. <strong>2010</strong><br />

Jun 1;8:20.<br />

Una seconda opinione ottenuta<br />

grazie alla tele-ecocardiografia<br />

può essere ottenuta in rete<br />

con l’obiettivo di ampliare con<br />

sicurezza il parco dei donatori<br />

per trapianto cardiaco.<br />

:: The PFO anatomy evaluation<br />

as possible tool<br />

to stratify the associated<br />

risks and the benefits arising<br />

from the closure ::<br />

Giovanni Fazio, Giovanni<br />

Ferro, Patrizia Carità, Monica<br />

Lunetta, Alessandro Gullotti,<br />

Renato Trapani, Adele Fabbiano,<br />

Giuseppina Novo, and<br />

Salvatore Novo<br />

Eur J Echocardiogr. <strong>2010</strong><br />

Jul;11(6):488-91<br />

E’ possibile ipotizzare che non<br />

tutti i PFO abbiano lo stesso<br />

valore prognostico. La valutazione<br />

di due caratteristiche<br />

anatomiche (grandezza e<br />

presenza di recessi embrionali)<br />

può permetterci di identificare<br />

quali di questi PFO sono<br />

ad alto rischio e quindi quali<br />

pazienti potranno avere un<br />

maggior beneficio dalla sua<br />

chiusura.<br />

Timing and magnitude of<br />

regional right ventricular<br />

function: a speckle tracking-derived<br />

strain study<br />

of normal subjects and<br />

patients with right ventricular<br />

dysfunction.<br />

Meris A, Faletra F, Conca C,<br />

Klersy C, Regoli F, Klimusina<br />

J, Penco M, Pasotti E, Pedrazzini<br />

GB, Moccetti T, Auricchio<br />

A.<br />

J Am Soc Echocardiogr. <strong>2010</strong><br />

Aug;23(8):823-31. Epub <strong>2010</strong><br />

Jun 19.<br />

Lo “speckle tracking” non solo<br />

rende possibile quantificare la<br />

funzione ventricolare destra<br />

globale e ma anche di identificare<br />

la fisiologia della contrazione<br />

ventricolare destra ed il<br />

pattern di attivazione regionale.<br />

Lo strain misurato tramite<br />

“speckle-tracking potrebbe<br />

diventare un nuovo importante<br />

strumento di valutazione e<br />

di follow-up dei pazienti con<br />

funzione ventricolare destra<br />

compromessa e con ipertensione<br />

polmonare.<br />

:: report ::<br />

ECOCARDIOINFORMATICA <strong>2010</strong><br />

::: A cura di Alfredo Posteraro e Antonino Granatelli :::<br />

o scorso 14 ottobre si è tenuto a Roma il convegno<br />

Ecoc@rdioinformatica <strong>2010</strong>.<br />

Lo spunto che ha dato vita a tale occasione di<br />

incontro nasce dal tentativo di dare risposta ad<br />

una domanda sempre più importante nell’ambiente<br />

cardiologico: perché oggi un medico cardiologo<br />

dovrebbe auspicare l’informatizzazione<br />

del governo clinico dei propri pazienti?<br />

Ecoc@rdioinformatica <strong>2010</strong> quindi è nato con<br />

l’intento di raccogliere le esperienze e le proposte<br />

operative di chi, misuratosi con i problemi e<br />

le contraddizioni della nostra attività lavorativa<br />

quotidiana, ha cercato soluzioni avvalendosi<br />

della tecnologia informatica e per sollecitare<br />

una adeguata sensibilità collettiva verso i problemi<br />

gestionali in Cardiologia.<br />

Poiché l’evoluzione tecnologica della diagnostica<br />

per immagini ha costretto gli operatori a<br />

confrontarsi con lo sviluppo della gestione digitale<br />

dell’imaging, la prima parte della giornata<br />

ha avuto lo scopo di fornire ai partecipanti l’opportunità<br />

di apprendere e valutare i vantaggi<br />

della digitalizzazione del laboratorio di ecocardiografia<br />

e le modalità pratiche per attuare tale<br />

processo. Ciò è avvenuto mediante una selezione<br />

di relazioni mirate ed una ampia dimostrazione<br />

pratica del flusso di lavoro nei laboratori<br />

di ecocardiografia ed emodinamica dalla quale<br />

è emersa in modo inequivocabile la necessità<br />

di integrare non solo le varie modalità di imaging,<br />

ma anche le informazioni cliniche critiche<br />

del paziente, allo scopo di dimostrare come il<br />

corretto utilizzo degli strumenti informatici può<br />

migliorare drasticamente la gestione clinica dei<br />

pazienti e rappresentare uno strumento irrinunciabile<br />

di riduzione dei costi assistenziali.<br />

Nella seconda parte dell’evento l’analisi è stata<br />

estesa alla necessità di avere a disposizione<br />

sistemi all’interno dei quali siano integrate e<br />

disponibili tutte le informazioni critiche per la<br />

gestione clinica del paziente, che consentano<br />

una vera integrazione tra ospedale e territorio<br />

e che siano utilizzabili ed interrogabili anche al<br />

di fuori del sistema (dipartimentale, aziendale,<br />

regionale, nazionale) che le ha prodotte e cioè<br />

in qualsiasi luogo e situazione sia necessario<br />

per la salute del paziente.<br />

Il contributo fattivo alla riuscita dell’evento<br />

che è arrivato dai vertici della <strong>SIEC</strong> (Pio Caso<br />

e Giovanni La Canna) e da chi nella nostra So-<br />

cietà si stanno occupando di Health Technology<br />

Assesment (Gianni Tonti), Area Sonographer<br />

(Claudio Coletta) e Formazione (Paolo Pino),<br />

unito alla sensibilità dell’università (Maria Penco)<br />

alle problematiche aperte sull’argomento, al<br />

coinvolgimento di IHE Italia (Roberto Silverio)<br />

ed alla comunione di intenti con l’Area Informatica<br />

di ANMCO (Guido Giordano, Antonio<br />

Mantero, Mimmo Di Girolamo e Paolo Barbier),<br />

con il GISE (Carlo Trani) e con tutti gli<br />

amici e colleghi (Fabrizio Ammirati, Piero Amodeo,<br />

Nadia Aspromonte, Orazio Bonaccorso,<br />

Roberto Donati, Giuseppe Ferraiuolo, Costanza<br />

Goffredo, Vincenzo Guido, Paolo Trambaiolo)<br />

che hanno voluto contribuire ad approfondire<br />

tali tematiche sono sicuramente un importante<br />

presupposto per lo sviluppo di importanti strategie<br />

comuni future in questo campo.<br />

Infatti, solo con la consapevolezza delle opportunità<br />

tecnologiche a nostra disposizione, con il<br />

dialogo costruttivo con l’ingegneria clinica, con<br />

gli sforzi congiunti delle Società Scientifiche e<br />

con scelte di politica sanitaria adeguate e condivise<br />

potremo avere la chance di governare un<br />

processo che potrà migliorare la nostra attività<br />

lavorativa quotidiana. In altre parole la clinica<br />

non potrà fare a meno dell’informatica se aiuteremo<br />

quest’ultima a sviluppare soluzioni in<br />

grado di assicurare a noi operatori ed ai nostri<br />

pazienti gradi sempre maggiori di semplicità,<br />

qualità e sicurezza.<br />

A breve l’intero slide-set del convegno nonché la<br />

clip relativa alla live-session saranno disponibili<br />

su piattaforma web dedicata con accesso libero<br />

per tutti i soci; le modalità di collegamento<br />

verranno comunicate via mail.<br />

14 15


:: news ::<br />

CORSO <strong>SIEC</strong> GENERALE BARI<br />

29.09.<strong>2010</strong> – 02.10.<strong>2010</strong><br />

::: A cura di Nicola d’Amato :::<br />

Si è concluso a Bari il Corso per<br />

la Certificazione di Competenza<br />

Generale. Sono soddisfatto per<br />

riuscita ed altrettanto lo sono i corsisti.<br />

Devo dire che il gruppo è stato molto<br />

ordinato, attento e puntuale. Persone<br />

tutte molto motivate.<br />

E’ stato un corso sponsorizzato da più<br />

aziende e ci sono stati paganti in proprio,<br />

segno questo della difficoltà economica di questo periodo, ma anche del<br />

confermato gradimento dei nostri corsi.<br />

Per contenere le spese ho organizzato il corso presso l’Ospedale Di Venere<br />

(dove lavoro) e questo ha reso le cose più faticose per me, in quanto ho dovuto<br />

personalmente seguire passo passo tutte le fasi.<br />

I docenti (Tota, D’Amato, Colonna, Marotta, Galgano, Manuppelli, Greco, Pisacane)<br />

si sono privati senza farlo pesare della comodità di un’unica sede (hotel<br />

+ sala convegno).<br />

Un ringraziamento particolare alla nostra Elvira. Con la sua incontenibile esuberanza,<br />

sempre accompagnata dal sorriso, ha animato, stimolato e condotto<br />

a buon fine il lavoro di tutti. Ha saputo attirare nuovi soci, riacchiappare i<br />

vecchi, richiamare l’interesse per tutti i prodotti ed attività della nostra società,<br />

anche con sponsor di passaggio.<br />

Ribadisco la necessità di autorizzare il Delegato Regionale a nominare docenti<br />

anche fuori dall’albo dei docenti e soci <strong>SIEC</strong>, specie quando per varie ragioni si<br />

deve contare solo sulle forze locali.<br />

Se la selezione è contenuta e corretta si possono coinvolgere, in modo meno<br />

ingessato, validi e conosciuti docenti. Non è escluso che alcuni di essi potranno<br />

in seguito proseguire il cammino nella <strong>SIEC</strong>.<br />

Il DR Puglia e Basilicata Nicola D’Amato<br />

:: Convegno ARCA <strong>SIEC</strong> a Perugia ::<br />

METODICHE DIAGNOSTICHE<br />

DI IMAGING CARDIOLOGICO<br />

NON INVASIVO A CONFRONTO<br />

::: A cura delle dott.sse Ketty Savino e Maria Gabriella Pinzagli :::<br />

Il giorno 16 ottobre <strong>2010</strong> presso<br />

la Sede della Facoltà di Medicina<br />

e Chirurgia – Ospedale S. Maria<br />

della Misericordia di Perugia, e con il<br />

patrocinio dell’Università degli Studi<br />

di Perugia – Facoltà di Medicina e<br />

Chirurgia, Azienda Ospedaliera di Perugia,<br />

ASL 3 – Umbria, e della SIMG<br />

sezione di Perugia si è svolto il Convegno<br />

Nazionale congiunto <strong>SIEC</strong> – ARCA.<br />

Il convegno è iniziato con il saluto del<br />

Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia<br />

Prof. Adolfo Puxeddu, del Direttore<br />

Sanitario Prof. Giuseppe Ambrosio<br />

e dei Presidenti della <strong>SIEC</strong> - Dott. Pio<br />

Caso e dell’ARCA - Dott. Giovanni Zito.<br />

Presidente della <strong>SIEC</strong> - Dott. Pio Caso<br />

e dell’ARCA - Dott. Giovanni Zito.<br />

Nel corso delle varie sessioni i Relatori<br />

hanno preso in considerazione caratteristiche,<br />

vantaggi e limiti delle e sono<br />

stati discussi i percorsi diagnostici più<br />

appropriati per ogni cardiopatia al<br />

fine di ottenere una diagnosi accurata<br />

e precoce. Oggi, il cardiologo, ha la possibilità<br />

di effettuare indagini di diversi<br />

livelli con l’obbiettivo di individuare la<br />

metodica più appropriata per ciascuna<br />

patologia cardiovascolare,<br />

sia per ottimizzare<br />

i tempi che<br />

i costi di ciascun iter<br />

diagnostico. Nel susseguirsi<br />

degli interventi<br />

scientifici sono<br />

state affrontate tutte<br />

le tematiche legate<br />

all’utilizzo dei diver-<br />

si livelli delle metodiche diagnostiche:<br />

ecocardiografia standard, ecocardiografia<br />

tridimensionale e quantizzazione<br />

mediante speckle tracking bidimensionale,<br />

scintigrafia miocardica, TC coronarica<br />

e RM cardiaca.<br />

Dal confronto delle<br />

esperienze dei relatori<br />

e dalla discussione<br />

collegiale non è<br />

emerso un conflitto<br />

tra le indagini strumentali<br />

ma una integrazione<br />

delle stesse<br />

al fine di rispondere<br />

a tutti i quesiti di<br />

diagnosi e stratificazione<br />

del rischio cardiovascolare.<br />

Nel corso del Convegno sono state presentate<br />

due Letture Magistrali la prima<br />

del Prof. Giuseppe Ambrosio dal titolo “La<br />

componente microvascolare nella cardiopatia<br />

ischemica”, la seconda del Dott.<br />

Luigi Badano dal titolo “La multi modalità<br />

nel laboratorio di ecocardiografia”.<br />

Il Convegno ha ottenuto un notevole<br />

successo confermato dall’articolata discussione<br />

che ogni intervento ha suscitato<br />

e dall’ampia<br />

presenza dei cardiologi<br />

umbri, degli<br />

Specializzandi in<br />

Cardiologia e degli<br />

studenti del V e VI<br />

anno di Medicina.<br />

Piena soddisfazione<br />

dalla giornata<br />

hanno espresso.<br />

16 17


OTTIMA RISPOSTA AL NUOVO SITO<br />

oltre 80% dei soci ritiene valido il nuovo assetto del sito,<br />

LE VISITE SI SONO TRIPLICATE<br />

NELL’ULTIMO MESE<br />

Visite Periodo: 26/08/<strong>2010</strong> - 25/09/<strong>2010</strong><br />

:: report ::<br />

CORSO DI COMPETENZA IN ECOGRAFIA<br />

VASCOLARE GENERALE<br />

::: A cura di Fabio Lattanzi :::<br />

Delegato Regionale <strong>SIEC</strong> Toscana<br />

Si è svolto in Toscana, a Pisa dal 14 al 16 ottobre <strong>2010</strong>, il primo<br />

Corso di Competenza in Ecografia Vascolare Generale.<br />

Questa prima edizione del corso, peculiare per la presentazione<br />

di un nuovo programma con materiale inedito, e per le<br />

sponsorizzazioni multiple, ha avuto un ottimo successo in ordine<br />

di iscrizioni e di gradimento dei partecipanti . Hanno partecipato<br />

42 allievi, provenienti da varie regioni (Lombardia, Friuli,<br />

Emilia-Romagna, Lazio, Umbria, Campania, Sicilia, oltre ovviamente<br />

la Toscana), di cui circa 1/3 privati non sponsorizzati, a<br />

testimonianza dell’interesse nell’argomento. Il materiale presentato<br />

è stato di alta qualità, come tutte le lezioni. I video clip e le<br />

prove pratiche, rese possibili dalla disponibilità di 3 ecografi, offerti<br />

gentilmente dalla Philips, sono state particolarmente gradite<br />

dagli allievi, ai quali, al termine del corso sono stati consegnati<br />

i CD con le slides ed il materiale didattico relativi alle lezioni. Gli<br />

attestati di gradimento hanno sicuramente ripagato delle fatiche<br />

non indifferenti nell’organizzazione del corso. Un ringraziamento<br />

a tutti i docenti (Anna Marotta, Umberto Conti, Fabio Mori, Alberto<br />

Balbarini) ed in particolare a Danilo Giannini, del Settore<br />

Formazione, responsabile scientifico del corso e di buona parte<br />

del materiale presentato. Una esperienza senz’altro da ripetere,<br />

considerando che anche tra i cardiologi sta crescendo l’interesse e<br />

la volontà ad interessarsi delle patologie “periferiche”, acquisendo,<br />

così, una autonomia gestionale ed un approccio diagnostico<br />

integrato al paziente con patologia cardiovascolare.<br />

18 19


HOT <strong>NEWS</strong> FROM<br />

ESC IN <strong>ECHO</strong>CARDIOGRAPHY<br />

::: A cura di Olga Vriz :::<br />

All’ESC <strong>2010</strong> di Stoccolma è stata sottolineata l’importanza<br />

dell’ecocardiografia sia transtoracica (TTE) che transesofagea<br />

(TEE) in alcune situazioni cliniche molto comuni<br />

come la ricerca di fonti emboligene, ma anche sono state<br />

presentate alcune nuove metodiche che dal laboratorio di ricerca<br />

stanno entrando nella pratica clinica.<br />

“ Management of sources of embolism: the role of echocardiography”.<br />

L’ecocardiografia ha un ruolo determinate nella ricerca<br />

di foci emboligene di origine cardiogena (PFO, ateromasia<br />

aortica, masse cardiache, AF) ma con indicazioni diverse.<br />

La sessione sulle fonti emboligene di origine cardiaca si è aperta<br />

con il punto di vista del neurologo (IM Ferro, Lisbona, PT) per<br />

quale il TTE/TEE non è un esame che ha un marcato impatto<br />

sulla gestione terapeutica del paziente (trombolisi) o sulla stratificazione<br />

prognostica ma ha un suo spazio, secondo il neurologo,<br />

in situazioni non chiare come la ricerca di un patent forame<br />

ovale (PFO).<br />

PFO. Nel PFO ed aneurisma del setto inter-atriale (ASA), P Amarenco<br />

(Paris, F) ha indicato l’utilizzo del TEE/TEE solo quando<br />

le indagini precedenti sono negative visto che a tutt’oggi non ci<br />

sono chiare indicazioni sull’opportunità della chiusura del PFO.<br />

Infatti uno studio ha dimostrato un rischio annuo di stroke del<br />

4% in soggetti con PFO+ASA ed una recente metanalisi ha evidenziato<br />

un RR per il PFO di recidiva di stroke dello 0.52-1.74.<br />

Aorta. A Evangelista (Barcellona, SP) ha proposto una classificazione<br />

TEE dell’ateromasia aortica: grado I normale intimamedia<br />

thickness (IMT); grado II da 1-3.9 mm; grado III: Ateroma;<br />

grado IV: trombo fluttuante. Tale classificazione dovrebbe<br />

contribuire all’approccio terapeutico. Il PICSS study ha infatti<br />

dimostrato una associazione del 65% tra ateroma dell’arco aortico<br />

e stroke embolico e una incidenza alle recidive del 16.4% vs<br />

15.8% (p=0.03) nei paziente trattati con aspirina o warfarin e<br />

non. Masse cardiache. RP Martin (Atlanta, USA) descritto il<br />

ruolo dell’ecocardiografia nella ricerca di masse cardiache come<br />

fonte di embolizzazione:’endocardite, tumori cardiaci primitivi<br />

(mixoma) e metastatici. Il relatore ha sottolineato l’importanza<br />

della gestione del paziente con fibrillazione atriale (AF) argomento<br />

che è stato ulteriormente approfondito nella sezione:<br />

“Cardiac imaging for atrial fibrillation management”. La AF è<br />

la forma di aritmia piu’ frequente (prevalenza del 0.4-1% nella<br />

popolazione generale, 8% della popolazione sopra gli 80 anni).<br />

Lueng (Liverpool, UK) ha proposto dei parametri ecocardiografici<br />

predittivi di insorgenza di AF: volume atriale > 24 ml/m2,<br />

deformazione atriale (strain 20-25%) e Sitges (Barcellona, SP)<br />

ha proposto dei parametri ecocardiografica per l’approccio te-<br />

rapeutico: atrio sinistro molto grande (32 ml/m2), bassa<br />

velocità a livello di auricola, indice di deformazione basso<br />

fanno propendere per il controllo della frequanza piuttosto<br />

che del ritmo cardiaco. Il dr P Colonna (Bari, IT) ha sottolineato<br />

l’utilizzo dell’ecocardiografia, in particolare del TEE,<br />

nella gestione della terapia anticoagulante. Il TEE può: 1)<br />

accorciare i tempi di scoagulazione pre-CVE; 2)individuare<br />

i pazienti ad alto rischio di stroke che necessitano terapia<br />

anticoagulante (presenza di trombo in atrio sx, placche ateromasiche<br />

complesse in aorta, contrasto spontaneo e bassi<br />

flussi in auricola); 3) un TEE ad 1 settimana da una CVE che<br />

dimostri una buona contrattilità dell’auricola puo’ ridurre i<br />

tempi di scoagulazione (in condizioni normali 4 settimane).<br />

Ci sono state un paio di sessioni sulle metodiche emergenti e<br />

che dal laboratorio di ricerca stanno entrando nella pratica<br />

clinica. “Speckle tracking echocardiography: a new window<br />

into coronary artery disease”. R Hoffmann (Aachen, DE) ha<br />

illustrato la possibilita’ di analizzare la disfunzione sistolica<br />

e diastolica attraveso lo strain e lo studio della disfunzione<br />

diastolica a funzione sistolica conservata. Hoffmann<br />

ha dimostrato che la metodica e’ in grado di discriminare<br />

un infarto trasmurale da uno non-transmurale con l’analisi<br />

dello strain regionale radiale a livello di endo-mid ed epicardio<br />

ed i suoi dati di vitalita’ con lo strain sono paragonabili<br />

ai risultati ottenuti con la MRI. GA Derumeaux (Bron, FR)<br />

concentrava la sua presentazione sul significato prognostico<br />

dell’analisi speckle tracking perche’ definisce le dimensioni<br />

dell’infarto, della riserva contrattile e le modificazione<br />

dinamiche nel tempo della regione infartuata. Lo speckle<br />

tracking individua l’area infartuale ma anche la zona peri-infartuale<br />

che e’ ad alto rischio in occasione di un nuovo<br />

evento ischemico. La conclusione e’ che lo speckle tracking ha<br />

un potere prognostico superiore ai paramtri ecocardiografici<br />

tradizionali (frazione di eiezione e wall motion index).<br />

“How to assess left ventricular function?” Dr Voigt (Belgio)<br />

ha esposto l’utilizzo del global strain per la misurazione della<br />

funzione globale del ventricolo sinistro (VS). Ad esempio il<br />

global longitudinal speckle strain potrebbe essere utilizzato<br />

nella definizione delle alterazioni precoci della funzionalità<br />

del VS come ad esempio nella cardiomiopatia da chemioterapia<br />

ed è molto piu’ sensibile della EF e wall motion index.<br />

Monaghan (UK) ha sottolineato il ruolo del 3D per la defizione<br />

della funzione di pompa globale e segmentaria del VS.<br />

E’ stato stressato il fatto che la tecnologia è molto migliorata<br />

con risultati 3D “migliori” del 2D inoltre l’aquisizione del<br />

full volume ora avviene da un singolo battito. Inoltre l’accuratezza<br />

e la riproducibilità del 3D per la determinazione<br />

dei volumi delle camere cardiache e della funzione di pompa<br />

sono paragonabili alla MRI con bassa variabilità inter e intra<br />

osservatore. Il 3D pare ormai una metodica consolidata<br />

nella pratica clinica per la determinazione della funzionalità<br />

del ventricolo sinistro.<br />

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CENSIMENTO DEI<br />

LABORATORI DI<br />

ECOGRAFIA<br />

CARDIOVASCOLARE<br />

Si segnala che è in corso la fase finale del<br />

censimento del laboratori. Si ricorda che tutti<br />

i Laboratori censiti sia Accreditati <strong>SIEC</strong> che<br />

non accreditati faranno parte di una particolare<br />

sezione del sito. La chiusura del censimento<br />

avverrà il 31 Dicembre ,affrettarsi a<br />

scaricare e compilare il modulo dedicato<br />

EUROPEAN ASSOCIATION OF <strong>ECHO</strong><br />

RINNOVA I DIRIGENTI<br />

Al voto per le posizioni di Presidente Eletto, Tesoriere ,Segretario<br />

e Consigliere dell’European Association of Echo sono<br />

chiamati i 240 iscritti Italiani all EAE.<br />

Vi alleghiamo la lista dei candidati con le rispettive posizioni<br />

per cui concorrono .Accanto ai nostri Maurizio Galderisi<br />

e Stefano Rigo vi sono tanti valenti colleghi che hanno dato<br />

lustro all’ecocardiografia europea ,selezionati dall’apposito<br />

comitato per le candidature dell’EAE.<br />

Si voterà dal 15 ottobre al 15 Novembre per via elettronica e<br />

vincano i migliori...<br />

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