6.2.3 L'evasione fiscale - Ateneonline
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<strong>6.2.3</strong> L’evasione <strong>fiscale</strong><br />
Le scelte in condizioni d’incertezza 1<br />
Recentemente, cantanti e campioni sportivi famosi con residenza a Montecarlo sono stati<br />
condannati per aver evaso l’imposta sul reddito.<br />
Ma che cosa c’entra l’evasione <strong>fiscale</strong> (cioè il mancato pagamento d’imposte a cui si è<br />
soggetti per legge) con la teoria delle scelte in condizioni d’incertezza? La decisione di evadere<br />
le imposte è una scelta in condizioni d’incertezza: se non versate al fisco quanto dovreste<br />
e non venite scoperti, vincete; ma c’è anche la possibilità che perdiate. Useremo quindi la<br />
teoria sulle scelte in condizioni d’incertezza per analizzare la decisione di evadere un’imposta<br />
e per definire dei criteri ai quali dovrebbero ispirarsi le politiche contro l’evasione <strong>fiscale</strong>.<br />
Consideriamo la situazione di Leona, una cittadina tendenzialmente disonesta e avversa<br />
al rischio, che ha un reddito lordo di 1500 euro. Il sistema <strong>fiscale</strong> a cui è soggetta ha le seguenti<br />
caratteristiche.<br />
1. L’aliquota imposta su tutto il reddito dichiarato da Leona è pari a t. Per cui, se t 5 1>3,<br />
per ogni euro di reddito denunciato al fisco, Leona deve pagare 0,33 euro. Dal punto<br />
di vista opposto, Leona risparmia t per ogni euro di reddito imponibile che non dichiara<br />
al fisco.<br />
2. Leona sa che la probabilità che siano effettuati accertamenti sulla sua dichiarazione<br />
dei redditi è pari a r. Inoltre, nel caso di un accertamento, se Leona ha frodato il fisco<br />
l’evasione verrà sicuramente scoperta.<br />
3. Se Leona è riconosciuta colpevole di evasione <strong>fiscale</strong>, deve pagare una multa di f per<br />
ogni euro di reddito non dichiarato. Per esempio, se f 5 0,8 Leona deve pagare 0,80<br />
euro di multa per ogni euro d’imponibile non denunciato al fisco. La multa dovrà essere<br />
versata in aggiunta all’imposta evasa.<br />
In questo caso i due beni contingenti sono il consumo se ci sarà un accertamento (c a) e il<br />
consumo se non ci sarà un accertamento (c n). Nella Figura W6.1, c a è misurato sull’asse<br />
orizzontale e c n sull’asse verticale. Per rappresentare le preferenze di Leona, è importante<br />
ricordare che abbiamo ipotizzato che fosse avversa al rischio; quindi le sue curve d’indifferenza<br />
saranno convesse rispetto all’origine. Inoltre, poiché la probabilità che venga effettuato<br />
un accertamento è r, sappiamo anche che, in tutti i punti in cui le curve d’indifferenza<br />
intersecano la retta delle allocazioni certe, il saggio marginale di sostituzione tra c n e c a è<br />
pari a r>(1 2 r), cioè alla quotazione di un accertamento <strong>fiscale</strong>. Una mappa di curve d’indifferenza<br />
con queste caratteristiche è rappresentata nella stessa Figura W6.1.<br />
Occupiamoci ora del vincolo di bilancio di Leona. Una delle possibilità tra cui può scegliere<br />
è quella di non frodare il fisco. Dal momento che l’aliquota d’imposta è pari a 1>3 e<br />
Consumo se non ci sarà<br />
un accertamento (c ) n<br />
1500<br />
c g<br />
n<br />
1000<br />
Imposta evasa<br />
b<br />
e g<br />
a<br />
U 0<br />
U 2<br />
U 1<br />
0 45°<br />
c 1000<br />
Consumo se ci sarà un accertamento (c ) a g<br />
a<br />
Katz, Rosen, Morgan, Bollino, Microeconomia, 4 a edizione, McGraw-Hill, 2011, ISBN 978-88-386-6581-3<br />
Evasione <strong>fiscale</strong><br />
Il mancato pagamento<br />
di imposte a cui il<br />
contribuente è<br />
soggetto per legge.<br />
FIGURA W6.1 L’evasione <strong>fiscale</strong><br />
In tutti i punti in cui le curve d’indifferenza intersecano la<br />
retta inclinata di 45°, passante per l’origine, il saggio<br />
marginale di sostituzione tra i due beni contingenti è r,<br />
dove r è la probabilità di un accertamento <strong>fiscale</strong>.<br />
La pendenza del vincolo di bilancio è pari all’opposto<br />
del rapporto tra l’aliquota marginale dell’imposta (t)<br />
e la multa (f). Nel ρunto e g in situazione di equilibrio,<br />
l’imposta sul reddito viene evasa per un ammontare pari<br />
a(c g n – 1000) euro.
2<br />
Capitolo 6<br />
il suo reddito lordo è di 1500 euro, Leona dovrà pagare 500 euro se decide di comportarsi<br />
onestamente. In questo caso il suo reddito netto sarà pari a 1000 euro, indipendentemente<br />
dal fatto che vengano effettuati accertamenti o meno. Questa combinazione, indicata con a<br />
nella Figura W6.1, corrisponde al paniere delle dotazioni di Leona.<br />
Adesso supponiamo che Leona decida di evadere l’imposta. Per ogni euro che non dichiara<br />
al fisco, il suo consumo sarà di t più elevato, se non sarà effettuato un accertamento<br />
<strong>fiscale</strong>. Di contro, il suo consumo sarà di f più basso se ci sarà un accertamento, perché<br />
dovrà pagare la multa. Sulla base di quanto abbiamo detto nel paragrafo precedente sui vincoli<br />
di bilancio relativi a beni contingenti, possiamo affermare che il vincolo di bilancio di<br />
Leona è una retta che unisce i punti b e a e ha pendenza pari a 2t>f. 1 Si noti che in questo<br />
caso non ha senso prolungare il vincolo di bilancio fino all’asse orizzontale; infatti, se decidete<br />
di pagare più di quanto dovreste in base al vostro reddito imponibile, l’ufficio imposte<br />
non vi darà un premio in caso di accertamento. Analogamente il vincolo di bilancio non si<br />
estende fino all’asse verticale, perché lo Stato non offre un rimborso nel caso il reddito dichiarato<br />
sia negativo.<br />
Dalla Figura W6.1 risulta che Leona massimizza la sua utilità nel punto e g , in corrispondenza<br />
del quale il suo consumo, se non vengono effettuati accertamenti, sarà c g n. Ciò significa<br />
che Leona evade l’imposta sul reddito per un ammontare pari a (c g n 2 1000) euro. In altre<br />
parole, la quota di reddito che non dichiara al fisco è pari a (c g n 2 1000)>t euro. Infatti, se<br />
l’aliquota d’imposta è pari a 1>3, non versare al fisco 200 euro significa dichiarare 600 euro<br />
in meno d’imponibile.<br />
Politiche contro l’evasione <strong>fiscale</strong><br />
Supponiamo ora che il ministero delle Finanze – consapevole che i soggetti avversi al rischio<br />
non accettano una scommessa attuarialmente equa – voglia ridurre l’evasione <strong>fiscale</strong> da parte<br />
dei cittadini come Leona. Allora, data la probabilità di essere sottoposti ad accertamento<br />
(r), occorre determinare una multa prevista per gli evasori (f) in modo tale che il guadagno<br />
atteso in caso di evasione d’imposta su un euro di reddito sia uguale alla perdita attesa nel<br />
caso si venga scoperti. In questo caso, i cittadini come Leona preferiranno non frodare il<br />
fisco. Dati i valori di t e r, indichiamo con | f il valore percentuale della multa che renderebbe<br />
l’evasione <strong>fiscale</strong> una scommessa attuarialmente equa. Per definizione, r 3 | f (la perdita<br />
prevista se Leona sarà sottoposta ad accertamento <strong>fiscale</strong>) deve essere pari a (1 2r) 3 t<br />
(il guadagno previsto se Leona riesce a farla franca):<br />
r3 | f 5 (1 2 r) 3 t<br />
Dividendo entrambi i membri per r si ottiene:<br />
| 1 2 r<br />
f 5 a b 3 t<br />
r<br />
(W6.1)<br />
L’Equazione (W6.1) ci dice che, per combattere efficacemente l’evasione <strong>fiscale</strong>, bisognerebbe<br />
prevedere per gli evasori una multa pari almeno all’aliquota dell’imposta moltiplicata<br />
per la quotazione di non essere sottoposti a controlli. Per esempio, se la probabilità di essere<br />
sottoposti ad accertamento <strong>fiscale</strong> è del 10%, la quotazione di non subire controlli è 9 a 1,<br />
1 Poiché in corrispondenza del paniere delle dotazioni a l’imposta sul reddito è già stata pagata, uno spostamento<br />
di f unità verso sinistra, partendo da a, implica che la multa sia pagata in aggiunta all’imposta.<br />
Katz, Rosen, Morgan, Bollino, Microeconomia, 4 a edizione, McGraw-Hill, 2011, ISBN 978-88-386-6581-3
Le scelte in condizioni d’incertezza 3<br />
per cui sarà necessaria una multa molto elevata. In particolare, se l’aliquota dell’imposta è<br />
pari a 1>3, la multa dovrebbe essere del 300% [5 (0,9>0,1) 3 1>3]. Per ogni euro di reddito<br />
non dichiarato l’evasore dovrebbe pagare una multa di 3,00 euro.<br />
Prima di lasciarci alle spalle l’Equazione (W6.1), è opportuno sottolineare una delle sue<br />
principali implicazioni. Affinché l’equazione sia soddisfatta, data una certa probabilità di<br />
essere sottoposti ad accertamento, se t aumenta deve aumentare anche | f. In altre parole,<br />
quanto più elevate sono le aliquote d’imposta, tanto maggiore dovrà essere la multa, se si<br />
vuole scoraggiare l’evasione <strong>fiscale</strong>. Perché? Perché quanto più alta è l’aliquota d’imposta,<br />
tanto maggiore sarà il guadagno aggiuntivo atteso per ogni euro di reddito non denunciato.<br />
Quindi, se aumenta il vantaggio per chi riesce a frodare il fisco, deve aumentare anche la<br />
pena prevista nel caso si venga scoperti. Tra l’altro, sia in Europa sia in Nord America,<br />
coloro che sono favorevoli a una riduzione delle imposte sostengono che uno dei vantaggi<br />
di questa politica sarebbe la diminuzione dell’evasione <strong>fiscale</strong>.<br />
In conclusione, aliquote d’imposta elevate incoraggiano l’evasione <strong>fiscale</strong>, mentre multe<br />
consistenti e maggiori probabilità di accertamenti fiscali tendono a ridurla, ceteris paribus.<br />
Katz, Rosen, Morgan, Bollino, Microeconomia, 4 a edizione, McGraw-Hill, 2011, ISBN 978-88-386-6581-3