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Scarica - Centro Terapia Cognitiva

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il supervisore è colui che presta la sua professionalità secondo le<br />

proprie teorie di riferimento, consuetudini procedurali e metodologie<br />

che vengono accettate dal gruppo.<br />

Nell’intervisione questi aspetti appaiono diffi cilmente trasportabili<br />

poiché manca il riferimento che permette la gestione del gruppo e<br />

soprattutto i bisogni possono essere diversi.<br />

L’intervisione, a nostro parere, non deve essere un modo per sostituire<br />

la supervisione che mantiene la sua preziosa, indispensabile<br />

e insostituibile funzione di supporto professionale. Riteniamo infatti<br />

che utilizzare l’intervisione come una semplice supervisione<br />

tra pari, senza defi nizione e condivisione della metodologia e delle<br />

modalità di gestione del gruppo, potrebbe diventare rischioso in<br />

termini di concordanza e coordinamento con la possibilità di lasciare<br />

deluse le aspettative iniziali.<br />

Rispetto alla supervisione, la continuità degli incontri acquista notevole<br />

importanza in quanto permette l’affi atamento e la stabilità<br />

del gruppo in un’ottica di fi ducia e disponibilità interpersonale<br />

verso l’altro.<br />

Viste le precedenti considerazioni, l’impostazione di base degli<br />

incontri si potrebbe organizzare intorno alla narrativa personale<br />

del terapeuta (Hoffman, 1998), lasciandolo libero di esprimersi<br />

rispetto al suo modo di articolare l’esperienza e di lasciar emergere<br />

il suo sentimento (Damasio, 1995) in modo spontaneo.<br />

Da questo proviene l’idea di defi nire tale proposta come Intervisione<br />

Narrativa proprio perché pone le sue basi sulle narrative dei<br />

terapeuti.<br />

Di particolare rilevanza è la riduzione dei possibili atteggiamenti<br />

di tipo valutativo e critico rivolti alla competenza professionale<br />

o agli errori. Come evidenziano Safran e Muran (2003), relativamente<br />

al contesto relazionale della supervisione, “Un terapeuta<br />

che si sente giudicato dal suo supervisore può diventare più facilmente<br />

autocritico con i propri pazienti...questo tipo di autocritica<br />

ha probabilità di tradursi in un processo terapeutico negativo”.<br />

All’interno dell’intervisione non utilizzare supporti esterni informativi<br />

(come appunti, cartelle cliniche, ecc.) potrebbe consentire<br />

la riduzione di tali atteggiamenti. Ciò rende i processi di memoria,<br />

all’interno della propria narrativa personale, l’unica fonte “attendibile”<br />

di quanto il terapeuta “porta con sé” nel ricordo esperito ed<br />

incarnato della relazione interpersonale con i propri pazienti.<br />

Riteniamo quindi che proprio le dimenticanze, le incongruenze o<br />

le informazioni molto chiare e distinte, insieme agli infi niti scenari<br />

dei sentimenti, consente di dipingere un quadro di esperienza in-<br />

Scuola di Formazione in Psicoterapia <strong>Cognitiva</strong> - Vol. 2 Anno 2005<br />

Appunti...<br />

del <strong>Centro</strong><br />

<strong>Terapia</strong><br />

<strong>Cognitiva</strong><br />

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