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Scarica - Centro Terapia Cognitiva

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INTERVISIONE NARRATIVA<br />

F. Bianchi*, M. Grobberio**,P. Pintus***<br />

In questa trattazione si suggerisce un’attività di self-help per i terapeuti<br />

senza l’ausilio di un supervisore. Tale metodologia, detta<br />

di intervisione, prende spunto dall’esigenza di chi, entrando a contatto<br />

con il complesso lavoro clinico, potrebbe sentire l’esigenza<br />

di condividere le proprie esperienze in un gruppo di colleghi che<br />

consenta di trovare un luogo in cui poter esplicitare le proprie diffi<br />

coltà professionali.<br />

In tal senso il nostro scopo è anche quello di aprire uno spazio di<br />

rifl essione sui rischi professionali e sull’equilibrio emozionale del<br />

terapeuta, perturbato all’interno dell’attività clinica.<br />

Quanto di seguito proposto non intende assumere una valenza empirica,<br />

mancando elementi strutturali che ne costituirebbero l’ossatura,<br />

il nostro intento è di proporre una base di rifl essione su tale<br />

modello, un’opportunità per il confronto con altri modelli.<br />

Bisogni del terapeuta<br />

La particolare complessità del ruolo terapeutico rende fondamentale<br />

che il clinico, come persona, tenga conto dei propri bisogni<br />

nello svolgimento della propria attività professionale.<br />

Come evidenzia Bara (1996), è necessario proteggere la vita privata<br />

dalla “conoscenza di seconda mano” che proviene dalla professione,<br />

in quanto priva dell’esperienza reale e vissuta attraverso<br />

la narrazione degli altri. Il rischio di ridurre il proprio mondo al<br />

proprio studio e di trasformare la propria vita in “un’unica, grande<br />

seduta” non è da sottovalutare quale segnale di diffi coltà nell’interazione<br />

con il proprio ambiente e nel vivere le proprie passioni. La<br />

fatica del terapeuta, inoltre, nell’entrare in relazioni genuine con<br />

i propri pazienti con un avvicendamento da una seduta all’altra,<br />

espone comunque la persona-terapeuta ad un contatto che può<br />

metterlo in diffi coltà a seconda dei temi che emergono.<br />

La “solitudine psicoterapeutica” può far percepire al terapeuta la<br />

necessità di condividere con i colleghi il proprio sentire attraverso<br />

la narrazione. Ciò può così permettergli di fruire di quell’”appiglio<br />

professionale” che consenta il riordino di sensazioni, immagini,<br />

pensieri ed emozioni non solo attraverso l’esplicitazione delle pro-<br />

Scuola di Formazione in Psicoterapia <strong>Cognitiva</strong> - Vol. 2 Anno 2005<br />

Appunti...<br />

del <strong>Centro</strong><br />

<strong>Terapia</strong><br />

<strong>Cognitiva</strong><br />

Fulvio<br />

Bianchi *<br />

Psicologo,<br />

Psicoterapeuta<br />

cognitivo<br />

Monica<br />

Grobberio**<br />

Psicologa<br />

Psicoterapeuta<br />

cognitiva,<br />

Psicologa presso<br />

il Laboratorio di<br />

Neuropsicologia<br />

e Psicologia<br />

Clinica - U.O di<br />

Neurologia A.O.<br />

S. Anna di Como<br />

Patrizio<br />

Pintus ***<br />

Psicologo,<br />

Psicoterapeuta<br />

cognitivo<br />

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