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consentito di affrontarlo insieme a lei e di modularlo secondo le
sue caratteristiche. Sono apparse chiare le dinamiche utilizzate da
A. per percepire la sua forza all’interno delle relazioni più signifi
cative. Abbiamo visto sopra come A. usasse i sintomi anoressici
come strumento agonistico; per Lei era importantissima la vittoria
perché da essa dipendeva l’interesse dei genitori nei suoi confronti.
Ha imparato quindi ad agire l’agonismo attraverso quello che le
appariva come l’unico modo fruibile, non direttamente, ma attraverso
il sacrifi cio, la fatica e la rinuncia dei sintomi anoressici, sentendosi
forte e vincente. A volte invece l’accudimento invertito le
appariva la via per ottenere la vicinanza parentale. Per esercitarlo
si abbuffava trovando nel cibo la forza e le energie per far fronte
ai suoi doveri. L’attivazione dell’accudimento invertito in luogo del
più fi siologico sistema di attaccamento, la conduceva però a stati
alterati di coscienza che Lei defi nisce “non mi riconoscevo più in
me stessa, non mi piacevo, anzi, non mi piacevo tanto, allora vomitavo
per rientrare in me e per azzerare il meccanismo così da aver
la possibilità di riprovare un’altra volta questo ciclo di piacere”;
in questo modo la sfi da con se stessa era vinta e la sua percezione
di forza molto alta.
Si può desumere come fosse praticamente impossibile per A. accedere
a feedback di percezione della propria forza con caratteristiche
di immediatezza e semplicità; ogni volta era obbligata a complessi
rituali dai costi personali molto onerosi. Dopo la condivisione con
A. di tutto questo, è stato possibile accedere a livelli metacognitivi
di descrizione e spiegazione degli eventi agonistici di vita principali
e del qui ed ora agonistico con noi terapeuti. Attraverso il sistema
agonistico “personalizzato” è stato possibile accedere agli altri sistemi
motivazionali, sia in termini di spiegazione sia in termini di
utilizzo in relazione e di fatto sono comparsi i primi periodi liberi
dai sintomi bulimici. Partendo dalla disorganizzazione del sistema
di attaccamento di A. abbiamo ricostruito la storia e l’utilità dei
sintomi ed abbiamo potuto iniziare un percorso di distanziamento
da essi.
Ritengo questo caso interessante per le caratteristiche di A., affetta
da un disturbo di comportamento alimentare originato dalla disorganizzazione
del sistema motivazionale di attaccamento; i sintomi
rappresentano un tentativo evolutivo di organizzare le informazioni
all’interno di un sistema di attribuzione di signifi cato molto
rigido, dicotomico, fondato sui sistemi motivazionali agonistico e
di accudimento. Attraverso la visione squalifi cante di sé, A. ha trovato
le energie ed il modo di raccontarsi gli eventi della sua vita
66 Scuola di Formazione in Psicoterapia Cognitiva - Vol. 2 Anno 2005