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Scarica - Centro Terapia Cognitiva

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forza, metteva in atto un rituale legato al sacrifi cio ed alla restrizione<br />

alimentare. Date le particolarità di legame con le principali<br />

fi gure di attaccamento, non entrare direttamente in una dinamica<br />

agonistica di defi nizione del rango, le consentiva di non sentire la<br />

solitudine in caso di sconfi tta. Ricorrere alla restrizione alimentare<br />

oppure all’abbuffata con vomito le consentiva di agire l’agonismo<br />

all’interno di un contenitore privilegiato ove la vittoria dipendeva<br />

solo da lei e dove, in caso di sconfi tta (abbuffata) la possibilità di<br />

ricevere conforto con il vomito non l’avrebbe abbandonata. Il “fi -<br />

danzamento” con il vomito autoindotto è durato lunghi anni fi no a<br />

diventare una prigione molto scomoda.<br />

Queste dinamiche non si sono mai interrotte nonostante i corposi<br />

progressi di A. ottenuti attraverso le psicoterapie e le terapie farmacologiche.<br />

Ogni volta che si confi gurava un progresso tangibile,<br />

A. avvertiva inconsciamente il potenziale pericolo nei confronti del<br />

suo meccanismo di legame con la mamma. La credenza profonda<br />

di A. era incentrata sulla impossibilità di accudire la mamma di<br />

fronte ad una crescita fi sica o personale. Ad ogni progresso seguiva<br />

quindi una regressione e di fatto si confi gurava una situazione<br />

di stallo: “se io penso con la mia testa. O ancora peggio...<br />

se io faccio di testa mia, e poi sbaglio è doppiamente una catastrofe:<br />

non ho ascoltato la mamma che sa cosa è giusto per me”.<br />

E ancora:”Quando litigo con la mamma ho paura di perdere il<br />

controllo come quando mangio e poi sto male. Paura di un cambiamento,<br />

di perdere una persona a cui voglio bene( mi ricordo<br />

quando mi ha lasciato Alessandro l’ultimo dell’anno, tornata a<br />

casa le mie mani erano in una scatola di fi occhi di mais, mentre<br />

parlando con i miei mentivo dicendo che era stato un ultimo dell’anno<br />

uguale a tanti altri). Finita la litigata mi sento come un<br />

cane che è stato sgridato dal suo padrone e alla fi ne lo cerca, cerca<br />

conforto. Tutto deve tornare come prima e ho una grande paura di<br />

sfogarmi domani con il cibo.”<br />

Durante il nostro lavoro abbiamo affrontato tante volte il tema<br />

agonistico, senza però ottenere risultati sensibili sul peso e sul numero<br />

degli episodi di vomito autoindotto. Quando sembrava fossimo<br />

destinati a ripercorrere vie già altre volte percorse, abbiamo<br />

intuito quale profondo signifi cato dell’agonismo dividesse A. da<br />

noi terapeuti. Per noi la dimensione agonistica, pur nelle differenze<br />

personali e di genere, assomiglia di più a quella descritta<br />

all’inizio dell’articolo. In particolare ciò è vero per il terapeuta maschio.<br />

Essere riusciti a cogliere quanto differente fosse per A. il<br />

tema agonistico e quanto differenti fossero le sue modalità, ci ha<br />

Scuola di Formazione in Psicoterapia <strong>Cognitiva</strong> - Vol. 2 Anno 2005<br />

Appunti...<br />

del <strong>Centro</strong><br />

<strong>Terapia</strong><br />

<strong>Cognitiva</strong><br />

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