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possibilità di porsi in relazione con l’altro a partire da un immagine
di sé diversa. La Bella Addormentata della favola, propone
una immagine di persona che, non avendo una vitalità propria,
aspetta il bacio del Principe Azzurro. Questi le ridà sì la vita, ma
contemporaneamente mette a grave rischio di frustrazione la Bella
perché, qualora se ne andasse, porterebbe la vita via con sé. La
costringe, inoltre, ad una relazione basata sulla necessità più che
sul desiderio: non si è mai sentita una versione della favola in cui
la Bella Addormentata, risvegliata dal Principe Azzurro, ringrazia
e vive per i fatti suoi!
L’uso delle metafore risponde inoltre alla necessità di evitare di
defi nire e giudicare il paziente. Questo rischio è particolarmente
alto con pazienti psicosomatici, perché più facilmente tendono ad
aderire, per addestramento familiare, alle defi nizioni altrui. Nella
metafora, invece, certe affermazioni vengono attribuite alla Bella
Addormentata nel Bosco e non, ad esempio, alla paziente. In
questo modo ella lascia cadere quello che non le appartiene e al
tempo stesso può utilizzare quello in cui si riconosce. E’ inoltre
importante sottolineare come, nel corso della terapia, la paziente
abbia selezionato e utilizzato solo alcune della metafore proposte,
che pertanto sono diventate parte condivisa della narrazione.
E’ possibile anche ipotizzare che l’utilizzo di metafore possa sviluppare
nei pazienti la capacità di utilizzare metaforicamente e
quindi metacognitivamente i propri sogni. In altre parole, scoperta
la ricchezza fornita dall’uso delle metafore per “leggere” la propria
realtà emotiva, fi no ad allora sconosciuta e inesplorabile, le persone
possono applicare tale possibilità, ai temi proposti dai sogni,
cioè al mondo delle emozioni. Infatti la paziente di prima inizialmente
riportava in seduta i sogni sempre con un tono allarmato
e spaventato, come se il materiale onirico fosse esplosivo e molto
pericoloso. Successivamente, nel corso della terapia, ha cominciato
a descrivere i sogni quasi con entusiasmo, con desiderio impaziente
di condividere parti di sé verso le quali ora provava curiosità ed
affetto.
Il terapeuta impegnato con i pazienti diffi cili incontra spesso una
grande diffi coltà quando il naturale dipanarsi del dialogo terapeutico
viene ostacolato dalla frammentazione della narrazione tipica
delle organizzazioni poco integrate, nonché dai defi cit di monitoraggio
metacognitivo. Sono le situazioni nelle quali è molto forte
la sensazione di non riuscire a comprendere il paziente e di non
riuscire a farsi comprendere da lui. La metafora rappresenta spesso
lo strumento principe per raggiungere l’obiettivo di facilitare
56 Scuola di Formazione in Psicoterapia Cognitiva - Vol. 2 Anno 2005