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cati variabili che “traboccano” infi ne nella coscienza”.
Una defi nizione costruttivista della metafora è quella di Richard R.
Kopp: “Uno specchio che rifl ette le immagini che abbiamo di noi
stessi, della vita e degli altri” (Kopp, 1988). Essa suggerisce l’idea
che sia lo stesso paziente a generare le metafore mentre il terapeuta
lo accompagna nell’esplorazione delle proprie sensazioni, che in
questo modo vengono condivise.
Il costruttivismo attribuisce alla metafora anche la capacità di
aprire un canale emotivo di libertà, privo del concetto di giusto/
sbagliato, e di empatia, oltre che di mobilizzare i processi mentali
del paziente.
Il pensiero metaforico, come pure il sogno, catturano una prima
mappatura dell’esperienza (Liotti 2001) ed è ciò che abbiamo
di più vicino alla conoscenza delle nostre emozioni. E’ necessario
ogniqualvolta si desideri comunicarle ai propri interlocutori.
Può essere defi nito come l’elaborazione implicita della conoscenza
emozionale, che precede la conoscenza cosciente delle emozioni:
un ponte tra pensiero implicito ed esplicito.
Esso fa parte del modo di organizzare la conoscenza: ci viene in
aiuto quando ci allontaniamo dalle esperienze concrete e ci permette
di comprendere un concetto scarsamente defi nito, rintracciando
delle corrispondenze con la struttura di un concetto maggiormente
familiare e soddisfacendo la necessità personale di attribuire un
signifi cato condivisibile.
Nel contesto psicoterapeutico, la metafora possiede la proprietà
di illuminare un campo ignoto (che nel caso del paziente è quello
problematico e doloroso dal quale emerge la sintomatologia), per
mezzo della struttura di un campo noto con il quale viene messo
in relazione.
La connessione tra diversi campi dell’esperienza sembra produrre
un nuovo signifi cato nell’hinc et nunc; nelle presentazioni successive
il paziente si richiama la metafora utilizzandola come base per
rifl ettere, comprendere, osservare una diversa prospettiva.
Sandra, una giovane paziente (Mattei) ha pensieri intrusivi di tipo
sessuale e teme di essere omosessuale. Riferisce: “in certe situazioni,
(nelle quali percepisce un contenuto emotivo per lei pericoloso
come aggressività, sessualità) mi trovo automaticamente a fermare
la scena, come alla moviola e se lo sguardo si sofferma sulla donna,
partono i pensieri angoscianti ai quali devo dare risposte certe.
Continui test ai quali mi sottopongo con il pensiero e mi fermo solo
quando il mio povero cervello va in tilt e mi viene mal di testa.....
ma il dubbio rimane”.
Scuola di Formazione in Psicoterapia Cognitiva - Vol. 2 Anno 2005
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Terapia
Cognitiva
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