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Scarica - Centro Terapia Cognitiva

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di lasciar stare mamma, mi mettevo davanti a lei per difenderla,<br />

ma mio papà si arrabbiava maggiormente. Forse pensava di avere<br />

tutti i fi gli contro e aveva ragione. Una volta mi si è accanito<br />

contro per darmi uno sberlone per farmi spostare ma si è fermato<br />

con il braccio sollevato e non mi ha colpito. Quanto avrei voluto<br />

che divorziassero. Pregavo mia mamma che lo lasciasse ma ogni<br />

volta lei lo perdonava e ritornava tutto come prima: la calma, poi<br />

ancora un’ altra sceneggiata. Ormai era diventata una sceneggiata<br />

per i vicini di casa, al punto che nonostante le nostre grida di<br />

aiuto, il suonare i campanelli, picchiare con insistenza alle porte<br />

per chiedere aiuto, non ci dava più retta nessuno:<br />

forse perché mamma non prendeva mai una decisione defi nitiva.<br />

Le altre volte intervenivano, fermavano mio papà con forza, facevano<br />

molta fatica, infatti ci volevano almeno due persone per impedirgli<br />

ogni movimento: quanta rabbia aveva dentro; sembrava<br />

un diavolo!<br />

Ormai però nessuno mi apriva: bussavo gridavo, pregavo di darmi<br />

aiuto. Maledetti! C’eravamo noi bambini, perché non aiutavano<br />

noi? cosa c’entravamo?<br />

Forse è per questo che non interessavo ad Ernesto; forse è per questo<br />

che di fronte ad un fi danzato vedo ancora la mia famiglia come<br />

causa di una possibile rottura nel rapporto di coppia, chissà.<br />

Quanta voglia che avevo di andare via. Gli anni passavano: ed<br />

ecco le scuole medie. Stranamente il mio caratterino si era placato.<br />

Ero calma, non più aggressiva. Studiavo. Le materie scientifi che<br />

erano sempre le mie preferite mentre storia, geografi a e tutte le<br />

materia orali...che noia: non le digerivo. Avevo preso un’infatuazione<br />

per il più bravo della classe, era anche molto carino ed io<br />

non potevo essere da meno nel rendimento a scuola. Mi immedesimavo<br />

tantissimo in alcuni cartoni animati che davano in televisione:<br />

Candy (forse perché era senza famiglia ma sognava sempre e<br />

non perdeva mai la speranza, aiutava tutti ed era amata da tutti,<br />

sorrideva ed aveva il naso proprio come il mio; Anna dai capelli<br />

rossi, innamorata del suo compagno di classe molto secchione e<br />

con il quale era sempre in competizione; fi no ad arrivare a Bia dotata<br />

di poteri magici. Come sarebbe stato bello possederne un po’;<br />

forse con un briciolo di magia avrei potuto cambiare tante cose.<br />

A volte ci credevo sul serio. Il mio rendimento scolastico non era<br />

proprio al massimo perché perdevo tanto tempo per aiutare tante<br />

compagne. Ricordo che una di quelle liti mostruose era scoppiata<br />

proprio durante i miei esami per il conseguimento della licenza<br />

media. Ma dovevo farcela. Era l’unica cosa che mi rimaneva da<br />

Scuola di Formazione in Psicoterapia <strong>Cognitiva</strong> - Vol. 2 Anno 2005<br />

Appunti...<br />

del <strong>Centro</strong><br />

<strong>Terapia</strong><br />

<strong>Cognitiva</strong><br />

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