Scarica - Centro Terapia Cognitiva
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zata mi pare da una libreria per ragazzi o qualcos’ altro). E’ il<br />
ricordo più bello di quel periodo. Entrare lì era come entrare in un<br />
altro mondo. Tutte quelle caramelle e tutti quei colori. La proprietaria<br />
mi regalava sempre qualcosa. Un’altro bellissimo ricordo è<br />
l’altalena che mio papà mi aveva costruito sul balcone (ma forse<br />
non era realtà, solo un sogno; ho sempre dimenticato di chiedergli<br />
se veramente l’avesse costruita o se fosse stato solo il mio desiderio<br />
di possederne una). Mi sentivo così sola in quella casa. Era tutto<br />
così triste. L’immagine di mia mamma che aspettava il mio papà<br />
che tornasse dal lavoro è un ‘immagine triste. Non ricordo un sorriso<br />
ma solo una donna un po’ grossa che non camminava molto o<br />
forse era sulla sedia a rotelle ed ogni tanto si prendeva cura di me<br />
quando i miei genitori non c’erano.<br />
Non ricordo il momento del trasloco. Le mie immagini passano<br />
direttamente alla casa di XXX vicino la Chiesa. L’asilo si trovava<br />
di fi anco al condominio in cui abitavamo. Ci andavo ogni mattina<br />
passando da un muretto costeggiato da un recinto. Come non mi<br />
piaceva!!<br />
Avevo paura di tutto. C’era una bimba di nome Susanna che mi<br />
sputava sempre addosso ed io cercavo di evitarla. Avevo paura<br />
addirittura di dire se e quando dovevo andare in bagno. Una volta<br />
ricordo che non l’ ho più trattenuta e l’insegnante si è arrabbiata<br />
tantissimo.<br />
Un’ altra volta ancora avevo rotto il bottone della gonnellina e l’ho<br />
ingoiato. Volevo sempre tornare a casa, ma la cosa strana è che<br />
mio papà invece qualche anno fa mi ha detto che preferivo andare<br />
all’asilo anziché tornare a casa. E poi quelle brandine su cui ci<br />
costringevano a fare il riposino pomeridiano. Non mi piaceva, io<br />
volevo muovermi.<br />
Avevo una bicicletta con le rotelle dalla quale i bambini, vicini di<br />
casa, mi facevano sempre cadere spingendomi con forza e prepotenza.<br />
Non volevano mai che io giocassi con loro. Chissà perché.<br />
Ricordo che un giorno sono uscita dal cortile e sono andata nel<br />
negozio di alimentari che c’era dietro l’angolo. Sono entrata ed ho<br />
comprato una di quelle cicche lunghe quanto un dito ed incartata<br />
come una caramella ed ho detto: “Passa dopo mia mamma a pagare!”<br />
Ho ringraziato e sono andata via. Naturalmente mia mamma:<br />
arrabbiata. Chissà cosa mi passava per la testa. Probabilmente<br />
stavo assimilando comportamenti di mia mamma che comprava<br />
le cose e faceva segnare. Forse pensavo che fosse la normalità. Ricordo<br />
un sogno che ho fatto allora. Avrò avuto all’incirca 3 anni e<br />
mezzo: mi trovavo dentro un armadietto (di quelli che s’installano<br />
Scuola di Formazione in Psicoterapia <strong>Cognitiva</strong> - Vol. 2 Anno 2005<br />
Appunti...<br />
del <strong>Centro</strong><br />
<strong>Terapia</strong><br />
<strong>Cognitiva</strong><br />
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