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Scarica - Centro Terapia Cognitiva

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che un giorno, dopo l’ennesima lite, la ragazza sentì di non farcela<br />

più (“ero stufa, non volevo più essere di peso a nessuno”): andò in<br />

bagno e prese “una scatola di pastiglie medicinali”. Uscì di casa e<br />

visto che ai tempi era molto religiosa andò a pregare di fronte ad<br />

una madonnina cui era parecchio devota. Tuttavia non le accadde<br />

nulla; comunicò l’accaduto alla madre solo due giorni dopo. La<br />

donna consultò il medico che disse che se non era successo niente<br />

nelle 48 ore voleva dire che era andata bene. La paziente riferisce<br />

che nel tempo le si sono manifestati dei “problemi intestinali” che<br />

lei attribuisce alle pastiglie assunte in quell’occasione.<br />

Anche dopo il matrimonio di Francesca i familiari, comprese le<br />

due sorelle, hanno continuato a fare riferimento a lei per avere<br />

periodicamente delle somme di denaro che la paziente non riusciva<br />

a negar loro quasi come se fosse una riparazione rispetto al suo<br />

sentirsi “un peso” nel corso della crescita; un’altro ruolo che Francesca<br />

ha sempre ricoperto nel sistema familiare è quello del mediatore<br />

ogniqualvolta c’erano confl itti tra i diversi membri. Ancora<br />

oggi viene cercata a questo scopo dal padre e dalla sorella minore,<br />

ma sente di non reggere più questo ruolo e vorrebbe scrollarselo di<br />

dosso. In terapia si è resa conto del fatto che si è sempre impegnata<br />

in queste funzioni per cercare di farsi amare, “ma è sempre stato<br />

tutto inutile”.<br />

Francesca ricorda che prima di incontrare l’uomo che divenne suo<br />

marito ebbe un’unica relazione sentimentale. Aveva 17 anni e si<br />

mise con questo ragazzo molto possessivo che la voleva sempre<br />

vicino a sé; lei si era molto attaccata a lui perché lo vedeva come<br />

diverso rispetto alla sua famiglia. A quell’epoca la ragazza non sapeva<br />

nulla del sesso e rimase incinta al suo primo rapporto sessuale.<br />

Quando seppe della gravidanza il ragazzo sparì e non le diede<br />

nessun sostegno. Si ripresentò solo dopo che Francesca si era sottoposta<br />

ad interruzione di gravidanza e per cercare di rinconquistarla<br />

mise in scena un tentato suicidio “con il gas”, complice la madre<br />

della ragazza. Francesca dice che i familiari, in quell’occasione,<br />

non la sostennero per nulla “anche se avrebbero potuto farlo”. Dovette<br />

prendere da sola la decisione di abortire anche perché, oltre<br />

al resto, si sentiva già lei un peso per la famiglia (“fi guriamoci se<br />

avessi messo al mondo anche un bambino!”). Il padre quell’occasione<br />

le disse: “Quando l’hai fatto (alludendo al rapporto sessuale)<br />

ti è piaciuto, ora sono fatti tuoi”. Francesca, oggi, sente di aver<br />

fatto la cosa che “era giusto fare” e di avere superato il lutto anche<br />

perché ha “razionalizzato” molto.<br />

Conobbe l’uomo che poi divenne suo marito in un bar dove lei la-<br />

Scuola di Formazione in Psicoterapia <strong>Cognitiva</strong> - Vol. 2 Anno 2005<br />

Appunti...<br />

del <strong>Centro</strong><br />

<strong>Terapia</strong><br />

<strong>Cognitiva</strong><br />

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