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Scarica - Centro Terapia Cognitiva

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non vengano in genere sfruttate (Ruberti, 1996). Secondo lo stesso<br />

Autore anche la sessualità costituisce, per chi si colloca su di<br />

un itinerario depressivo, una dimensione relazionale diffi cile da<br />

affrontare in quanto implicherebbe l’aspettativa di deludere o di<br />

non piacere al partner, vissuto come giudicante, oltre a diffi coltà<br />

riguardanti le capacità di intimità fi sica e di abbandono all’altro.<br />

La sessualità può quindi essere evitata o vissuta come attività fantastica<br />

e masturbatoria oppure come una sfi da tesa a dimostrare a<br />

sé, più che al partner, la propria abilità e dedizione; quasi mai costituisce,<br />

quindi, un’attività fi nalizzata alla comunicazione intima<br />

ed emozionale e al darsi reciprocamente piacere.<br />

In adolescenza le aree dove vengono sperimentate minori diffi coltà<br />

sono quelle in cui è possibile perseguire obiettivi socialmente<br />

apprezzabili. Si tratta in genere di attività condotte in maniera<br />

solitaria con molta serietà e solitamente a prezzo di grande fatica<br />

se non addirittura di sacrifi cio personale. Il fi ne implicito di tali<br />

attività è il riscatto delle parti di sé meno nobili e accettabili e<br />

il rafforzamento dell’immagine di sé più apprezzata socialmente<br />

(Ruberti, 1996).<br />

Nella costruzione dei ricordi da parte di chi segue una traccia di<br />

sviluppo depressiva si ritrova una particolare attitudine ad un massiccio<br />

utilizzo della memoria semantica e ad uno scarso uso della<br />

memoria episodica. Ciò implica una narrazione relativa alla propria<br />

infanzia fatta attraverso giudizi astratti e generali su quanto è<br />

avvenuto in quel periodo e sulla relazione avuta con i genitori, con<br />

scarsi richiami ad episodi particolari. Cosicché un ragazzo può dire<br />

di aver avuto un’infanzia felice senza però saper rievocare episodi<br />

che testimonino tale felicità.<br />

In questo tipo di adolescenti si assiste spesso anche ad una polarizzazione<br />

delle rappresentazioni di sé e degli altri che implicano frequenti<br />

idealizzazioni o svalorizzazioni. Ciò succede in particolare<br />

riguardo ai genitori ma anche negli altri ambiti relazionali e sarebbe<br />

favorito dall’esclusione dalla propria elaborazione di importanti<br />

elementi emotivi e di alcuni dati di esperienza.<br />

Guidano (1988), trattando dell’adolescenza di questi soggetti,<br />

mette l’accento sul decentramento del senso di incontrollabilità. Si<br />

assisterebbe infatti ad uno spostamento della centralità dalla percezione<br />

immediata e negativa della realtà, tipico della fanciullezza,<br />

ad aspetti specifi camente negativi della percezione di sé (da qui i<br />

tipici rimproveri e le autoaccuse) a cui poi questi ragazzi cercano<br />

di contrapporsi attivamente al fi ne di superarli o perlomeno ridurli.<br />

Secondo tale Autore questa attribuzione a Sé sarebbe il processo<br />

Scuola di Formazione in Psicoterapia <strong>Cognitiva</strong> - Vol. 2 Anno 2005<br />

Appunti...<br />

del <strong>Centro</strong><br />

<strong>Terapia</strong><br />

<strong>Cognitiva</strong><br />

17

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