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Tutti, da bambini, abbiamo palpitato per il coraggioso Erno Nemecsek, valoroso e sfortunato eroe prodotto dalla penna di Ferenc Molnàr, in quel capolavoro <strong>del</strong>la letteratura mitteleuropea che è “I ragazzi <strong>del</strong>la Via Pal.” Il piccolo, gracile biondino dal grande cuore, che ha commosso generazioni di lettori. Ebbene, Erno Nemecsek, o almeno un suo perfetto sosia, è ancora tra noi: gioca a tennis e gioca per l’Italia. Si chiama Riccardo Bellotti, non è nato a Budapest ma a Vienna, ha il papà italiano e la mamma di origine ceca. Ad appena vent’anni, alla sua seconda stagione nel circuito, è già intorno al numero 400 <strong>del</strong> mondo. Appena lo incontri, Riccardo, non puoi fare a meno di pensare a Erno Nemecsek. I capelli biondi, i lineamenti fini, gli occhi azzurri, lo sguardo timido, ma fiero e determinato. Si esprime volentieri in italiano, e il forte accento tedesco rende ancora più nette le sue affermazioni, che trasudano ambizione e sicurezza nei propri mezzi, assieme ad una invidiabile serenità di fondo. “Sono nato e cresciuto a Vienna, e ormai da sette anni mi alleno nel team di Stefan Koubek, (ex pro austriaco, mancino, che vanta un best ranking di n. 20 Atp, ndr.). I miei allenatori sono Gunther Bresnik e Wolfgang Thiem. Spesso ho l’opportunità di allenarmi con Stefan: lui è un grande giocatore, ed è stato di grande aiuto per la mia crescita.” Una crescita importante: Riccardo, che aveva iniziato il 2011 fuori dai primi mille, a partire largo ai giovani RICCARDO BELLOTTI Il ragazzo <strong>del</strong>la Via Pal Nato a Vienna, padre italiano e madre ceca, aveva iniziato il 2011 fuori dai primi mille, poi a partire dallo scorso mese di luglio si è aggiudicato ben tre tornei futures. Ora è salito intorno alla 400esima posizione <strong>del</strong> ranking e sta ben figurando anche nei tornei internazionali di categoria superiore dallo scorso mese di luglio ha ingranato la quarta, aggiudicandosi ben 3 tornei future (Innsbruck, Poertschach e Siena) e mettendo assieme altre ottime prestazioni anche nei tornei di categoria superiore. Nel primo turno <strong>del</strong> challenger di Napoli, lo scorso settembre, il nostro indomito biondino ha impegnato per quasi tre ore il forte argentino Leonardo Mayer, un top 100, cedendo solo per 75 al terzo; pochi giorni fa, nelle qualificazioni <strong>del</strong>l’Atp indoor di Vienna, il torneo di casa, ha onorato la wild card concessagli dagli organizzatori disputando un ottimo match contro l’esperto americano Rajeev Ram, mostrando in entrambe le occasioni di avere un livello di gioco molto superiore alla sua attuale classifica. “Si, è vero, ho iniziato a fare risultati un po’ all’improvviso. Giocavo bene già da un po’, ma poi le partite non le vincevo. Super 17 <strong>Tennis</strong> Tutto è cambiato dal match che ho giocato nelle qualificazioni <strong>del</strong> torneo Atp di Kitzbuehel, contro l’argentino Junqueira. A un certo punto ero avanti 61, 32, 40-30… Anche se poi ho perso, quello è stato il momento <strong>del</strong>la svolta, perché lì ho capito che posso giocarmela con tutti.” Sul piano tecnico, Riccardo eccelle per tecnica cristallina e completezza di repertorio. I colpi sono piatti, puliti, portati con aperture compatte. E’ molto incisivo in fase offensiva, grazie soprattutto ad un servizio pungente, difficile da leggere, e ad un diritto molto pesante. Ma è altrettanto valido quando deve difendere, perché è molto rapido negli spostamenti e dispone di una buona manualità nei recuperi. Dal lato <strong>del</strong> rovescio se la cava bene sia nel colpo coperto, eseguito con presa bimane, sia nella variante in back. Sul piano fisico è migliorato moltissimo nell’ultimo anno, DI ROBERTO COMMENTUCCI guadagnando in potenza grazie ad un duro lavoro di potenziamento muscolare. Il suo tennis è molto moderno, geometrico, e si adatta perfettamente sia alla terra battuta, sia alle superfici veloci. I suoi principali limiti, per ora, consistono in una certa prevedibilità negli schemi offensivi “con i miei allenatori sto lavorando per andare più spesso avanti a chiudere il punto: la voleè la gioco abbastanza bene, ma non sono abituato e a rete non ci vado mai” e soprattutto nella mancanza di continuità ad alto livello, per una concentrazione ancora altalenante. “Devo sicuramente eliminare i black out che mi capitano durante le partite” afferma sorridente, “ma sono convinto di poter fare bene: il prossimo anno punto a giocare stabilmente a livello challenger”. Sicuramente Riccardo non può essere considerato un prodotto <strong>del</strong> nostro movimento. “Io ho sempre avuto la doppia nazionalità, italiana e austriaca. L’anno scorso, quando ancora non avevo classifica mondiale, quelli <strong>del</strong>la federazione austriaca mi avevano promesso una wild card per un torneo future, e poi non me l’hanno data. Alla fine l’ho avuta tramite il circolo organizzatore, e ho ottenuto il mio primo punto Atp. Ma sono rimasto molto <strong>del</strong>uso, e ho deciso che avrei giocato per l’Italia. E sono molto contento di vedere che molti appassionati italiani seguono con simpatia i miei progressi. Mi fa immensamente piacere”. Come si fa a non sostenere uno come Erno Nemecsek?