LUG/AGO - Marina di Salivoli
LUG/AGO - Marina di Salivoli
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Notiziario bimestrale della coop l’Ormeggio - Anno 9 - Numero 4 - E<strong>di</strong>zione fuori commercio - Distribuzione gratuita - Aut. Tribunale <strong>di</strong> Livorno n° 19/03 del 10/10/’03 - Spe<strong>di</strong>zione in A.P. Art. 2. Tab.D - L. 662/’96<br />
MARINA DI SALIVOLI<br />
dd’<br />
’<br />
BOZZA ORMEGGIO Luglio - Agosto 2011<br />
coop l’ormeggio<br />
.Y C . IN IV<br />
MAR A DI SAL OLI
G<br />
M<br />
GIEMME snc<br />
IMPIANTI ELETTRICI<br />
Sede Legale ed Amministrativa:<br />
Via Gioberti, 1 - 57025 Piombino (LI)<br />
Uffici:<br />
Via G. Bruno, 2 - 57021 Venturina (LI)<br />
Telefono e Fax 0565 850026<br />
Progettazione ed installazione Impianti elettrici:<br />
Civili - Industriali - Fotovoltaici - Automazione - Sicurezza - Controllo
Direttore:<br />
Aldo Linari<br />
Redazione:<br />
Giuseppe Andreoni<br />
Emanuele Bravin<br />
Alessandro Camerini<br />
Ettore Galli<br />
Roberto Guerrieri<br />
Silvio Pucci<br />
EDITORIALE<br />
_______________<br />
<strong>di</strong> Aldo Linari<br />
BOZZA d’ORMEGGIO<br />
<strong>Marina</strong> <strong>di</strong> <strong>Salivoli</strong> - 57025 Piombino (LI)<br />
www.marina<strong>di</strong>salivoli.it<br />
bdo@marina<strong>di</strong>salivoli.it<br />
Pubblicità max. 70%<br />
Direzione <strong>Marina</strong> e Giornale:<br />
Tel 0565 42809 - Fax 0565 42824<br />
E<strong>di</strong>tore:<br />
COOP Scrl L’Ormeggio<br />
<strong>Marina</strong> <strong>di</strong> <strong>Salivoli</strong> - Piombino<br />
Presidente: Fabrizio Ferri<br />
Grafica:<br />
Luca Fallone<br />
Stampa:<br />
Myck press - Fornacette Pisa -<br />
Foto copertina:<br />
“Sirene a Viticcio”<br />
<strong>di</strong> Mario Pelagatti<br />
Collaborano a questo numero:<br />
Daniele Atzeni<br />
Gianfranco Benedettini<br />
Franco Cecchelli<br />
Clau<strong>di</strong>o Veracini<br />
La collaborazione al giornale è gratuita.<br />
Foto e testi anche se non pubblicati non<br />
si restituiscono.<br />
Chiuso in redazione il 29/07/2011<br />
XLVI<br />
Estate 2011<br />
In questa estate, che tarda ad avere il suo consueto aspetto con<br />
giornate calde e serene, in un contesto ancora incerto sul piano<br />
economico e con un senso <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio sociale che ci fa vivere con<br />
un'uggia continua, dobbiamo comunque affrontare le ferie. E le ferie<br />
sono un'occasione <strong>di</strong> evasione ma anche <strong>di</strong> riflessione.<br />
Nel mio caso la riflessione, accantonati i problemi seri, mi porta ad una<br />
sintesi legata al ruolo <strong>di</strong> <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> questo giornale, ad un bilancio <strong>di</strong><br />
oltre sette anni <strong>di</strong> giornalismo <strong>di</strong>lettantistico con<strong>di</strong>visi in modo un po'<br />
goliar<strong>di</strong>co con una squadra <strong>di</strong> appassionati. Lo spunto nasce da un<br />
articolo mai pubblicato che un socio aveva mandato alla redazione. Se<br />
pure <strong>di</strong> un certo interesse, il pezzo appariva prolisso ed a tratti polemico,<br />
al punto che fu consigliata una lettera aperta, più sintetica, sicuramente<br />
più efficace, da inserire nell'angolo della posta, consiglio poi non<br />
accolto.<br />
La cosa ha aperto una piccola ferita e ci porta ad un esame <strong>di</strong> coscienza.<br />
Mi chiedo: non ci prenderemo troppo sul serio in questa estate tar<strong>di</strong>va<br />
che <strong>di</strong> problemi veri se ne porta <strong>di</strong>etro tanti?<br />
Buone vacanze.<br />
Il Direttore<br />
Pag. Pag. 5 6 - D. H. Regatta il <strong>Marina</strong> Pag. Pag. 5 9 - Il nostro il <strong>Marina</strong> porto Pag.10 Pag. 5 Giubbetti salvagente il <strong>Marina</strong><br />
Pag. Pag.13 5 - Fari Giannutri il <strong>Marina</strong> Pag. Pag.19 5 Caccia Imperiale il <strong>Marina</strong><br />
Pag.<br />
Pag. Pag.20 21<br />
5 Porto Incompiuta <strong>di</strong> il Baratti <strong>Marina</strong><br />
Pag.22 Pag. Pag. 5 Tonnara 6 Fine Cala mandato il <strong>Marina</strong> Vinagra Pag.25 Pag. Pag. 5 Salsa 6 Fine aglio mandato e il acciughe <strong>Marina</strong> Pag. Pag. 5 6 26 Fine - Peter mandato il Blake<br />
<strong>Marina</strong><br />
3
4<br />
L’angolo della posta<br />
Si pregano gli inserzionisti <strong>di</strong> proporre lettere sintetiche. Vista la natura del giornale non saranno pubblicate lettere<br />
che contengono frasi offensive<br />
Si ricorda che la corrispondenza può essere inviata via fax al n° 0565 45824 oppure spe<strong>di</strong>ta via e-mail all’in<strong>di</strong>rizzo<br />
bdo@marina<strong>di</strong>salivoli.it<br />
Riceviamo dal Presidente Ferri<br />
Direttore buongiorno.<br />
Come da accor<strong>di</strong> ti invio la risposta<br />
alle domande del socio Laguzzi da<br />
pubblicare sul prossimo numero <strong>di</strong><br />
BdO.<br />
1) La richiesta <strong>di</strong> chiarimenti<br />
presentata dal socio Bruno Laguzzi<br />
in riferimento al funzionamento delle<br />
pompe per il ricircolo delle acque<br />
interne e la loro vivificazione è<br />
legittimo e purtroppo ancora attuale.<br />
E' un problema che nel tempo questo<br />
CdA ha cercato <strong>di</strong> affrontare con vari<br />
interventi, ma senza ottenere i<br />
risultati delle funzioni iniziali per cui<br />
gli stessi impianti furono installati.<br />
Da sopraluoghi effettuati da sub<br />
esperti, supportati anche da riprese<br />
televisive subacquee, si è<br />
determinato che il mancato<br />
funzionamento delle pompe deriva<br />
dalla insufficiente quantità <strong>di</strong> acqua<br />
che arriva nel pozzetto <strong>di</strong> pescaggio<br />
a causa della occlusione dei tubi <strong>di</strong><br />
aspirazione.<br />
Per non <strong>di</strong>lungarmi oltre nella<br />
esposizione dei fatti, preferisco<br />
allegare un documento che ritengo<br />
esplicativo per la domanda posta.<br />
2) Per quanto riguarda il<br />
“miglioramento della spiaggetta” al<br />
lato dello Scoglio d'Orlando,<br />
qualunque idea si possa avere non<br />
può essere attuata in quanto, si tratta<br />
<strong>di</strong> spiaggia libera, e non rientra nella<br />
concessione demaniale del <strong>Marina</strong>.<br />
3) Le modalità <strong>di</strong> ripartizione delle<br />
spese sostenute per la gestione del<br />
<strong>Marina</strong>, così come suggerito dal<br />
socio Laguzzi (carature millesimali),<br />
credo siano <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile<br />
determinazione. Io non sono un<br />
esperto in questo settore, ma come ben sa il socio Laguzzi che <strong>di</strong><br />
professione fa il geometra, per re<strong>di</strong>gere delle tabelle millesimali<br />
In risposta al socio Agnini<br />
occorre tenere conto <strong>di</strong> molte variabili, che tecnicamente credo si Il socio Agnini pone il problema del parcheggio auto nel periodo<br />
chiamino “coefficienti <strong>di</strong> correzione”. Pertanto per fare piccoli estivo sui piazzali del Porto, ed in particolare la durata massima<br />
esempi: l'esposizione, l'ormeggio interno al molo vale <strong>di</strong> più o <strong>di</strong> della sosta <strong>di</strong> 72 ore. E' un tema che è già stato presentato dallo<br />
meno rispetto a quello esterno, il primo ormeggio partendo dalla stesso socio in occasione <strong>di</strong> una Assembla Or<strong>di</strong>naria ma non ha<br />
testata del molo vale <strong>di</strong> più o <strong>di</strong> meno rispetto all'ultimo, quello più trovato lo spazio per essere <strong>di</strong>battuto approfon<strong>di</strong>tamente sia dal<br />
vicino ai bagni, quello più lontano ai parcheggi, quello lato est CdA che dagli stessi soci presenti. Sicuramente è una esigenza<br />
vicino alla sabbia della spiaggia, quello lato sud esposto alle sentita da molti assegnatari <strong>di</strong> posto barca che vengono da<br />
mareggiate, ecc, ecc. quali valori applicare? lontano e pertanto, deve essere accolta dal CdA per trovare le<br />
Credo che il metodo attualmente adottato (le migliorie sono soluzioni più opportune. Dato che il Regolamento Generale del<br />
sempre bene accolte) sia quello giusto e corretto visto che viene <strong>Marina</strong> non prevede nulla <strong>di</strong> preciso in merito, in qualità <strong>di</strong><br />
applicato dalla quasi totalità dei <strong>Marina</strong> da noi conosciuti. Presidente mi impegno ad inserire nell'or<strong>di</strong>ne del giorno in una<br />
Ringrazio i soci che pongono i loro quesiti e BdO che ci permette <strong>di</strong> prossima seduta del Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione l'argomento<br />
<strong>di</strong>alogare. proposto dal socio Agnini.<br />
Ferri Fabrizio FF
Un'assemblea richiesta dai soci su Poggio Batteria e sulla riorganizzazione del lavoro ed il licenziamento <strong>di</strong><br />
due addetti.<br />
Circa settanta soci hanno richiesto, secondo quanto previsto dallo statuto, la convocazione <strong>di</strong> una assemblea dei soci<br />
sui alcuni temi specifici. L'assemblea si è svolta il 19 giugno, è stata molto partecipata e si è sviluppato un <strong>di</strong>battito<br />
vivace sui tempi all'OdG.<br />
Di seguito una sintesi <strong>di</strong> quanto potrà essere meglio e più dettagliatamente letto sugli atti dell'assemblea.<br />
Progetto Poggio Batteria: a seguito <strong>di</strong> quanto emerso dalla stampa e dalla precedente assemblea del 8 maggio scorso,<br />
i soci hanno chiesto chiarimenti ed approfon<strong>di</strong>menti su una serie <strong>di</strong> aspetti, riferiti al progetto stesso, al tipo <strong>di</strong> impegno<br />
sinora assunto ed alle valutazioni sui rischi patrimoniali e <strong>di</strong> impresa connessi all'eventuale partecipazione <strong>di</strong> Coop e/o<br />
<strong>di</strong> singoli soci. Nei giorni imme<strong>di</strong>atamente precedenti l'assemblea era uscito il giornalino Bozza d'Ormeggio in cui il<br />
Presidente Ferri rilasciava una intervista sul tema, nella quale affrontava alcuni degli aspetti previsti a questo punto<br />
dell'OdG.<br />
Durante il <strong>di</strong>battito su questo tema è stato letto da un socio un parere legale, sui cui contenuti il Presidente si è riservato<br />
<strong>di</strong> fare approfon<strong>di</strong>menti e verifiche, da cui emergerebbe l'impossibilità della Coop <strong>di</strong> partecipare a società spa o srl con<br />
fini <strong>di</strong> lucro.<br />
Riorganizzazione del lavoro Licenziamento <strong>di</strong> due addetti: sono stati richiesti chiarimenti sulla riorganizzazione del<br />
lavoro e su due licenziamenti, <strong>di</strong> cui uno relativo ad una figura professionale prevista dallo statuto. Il Presidente ha<br />
spiegato i motivi delle decisioni prese dal CdA, basati essenzialmente sulla necessità <strong>di</strong> razionalizzare i costi, e che il<br />
CdA avrebbe risolto a breve la problematica legata alla figura professionale rivestita da uno degli addetti licenziati; il<br />
<strong>di</strong>battito sul tema, molto vivace, ha visto numerosi ed articolati interventi dei soci.<br />
Registrazione au<strong>di</strong>o interventi e impostazione dell'OdG con reinserimento <strong>di</strong> 'varie ed eventuali': su questi temi il<br />
Presidente ha accolto l'invito, sottolineando che esistono alcune problematiche <strong>di</strong> carattere legale. Ha dato mandato al<br />
collegio sindacale <strong>di</strong> verificare le modalità che consentano <strong>di</strong> dar corso alle richieste sin dalla prossima assemblea,<br />
senza incorrere in violazioni <strong>di</strong> norme vigenti. Durante il <strong>di</strong>battito un socio ha asserito la necessità <strong>di</strong> adottare un<br />
regolamento assembleare.<br />
L'amico Clau<strong>di</strong>o Veracini, esperto regatante del <strong>Marina</strong> <strong>di</strong> <strong>Salivoli</strong> ha partecipato con Dolcenera, l'X-Yachts 35 dell'armatore<br />
Fabio Bisti alla regata "151 miglia".<br />
Questa manifestazione, appena alla seconda e<strong>di</strong>zione ha già coinvolto un altissimo numero <strong>di</strong> barche grazie ad una<br />
impeccabile organizzazione ed un percorso davvero interessante che si sviluppa appunto per 151 miglia nell'arcipelago<br />
toscano.<br />
Ecco quin<strong>di</strong> il racconto <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o che comunque a margine della nostra intervista ha davvero trattenuto a fatica<br />
l'entusiasmo per questa regata che a suo <strong>di</strong>re sarà presto una delle regine del me<strong>di</strong>terraneo.<br />
"Con alcuni amici <strong>di</strong> Parma dell'Alcoolica Sailing Team e con l'armatore Fabio Bisti abbiamo deciso <strong>di</strong> partecipare per la prima volta<br />
alla "151 miglia", regata che si svolge sul percorso: Livorno, boa a <strong>Marina</strong> <strong>di</strong> Pisa, Faro della Giraglia, passaggio a sud dell'Elba,<br />
Formiche <strong>di</strong> Grosseto e arrivo a Punta Ala.<br />
Il giorno precedente la partenza ci comunicavano che a causa <strong>di</strong> un imprevisto numero <strong>di</strong> iscrizioni rispetto alla scorsa e<strong>di</strong>zione non<br />
c'era posto per l'ormeggio a Livorno e quin<strong>di</strong> decidevamo <strong>di</strong> partire <strong>di</strong>rettamente da Piombino la mattina presto del giorno della<br />
regata.<br />
In perfetta tabella <strong>di</strong> marcia ci trovavamo alle 12:00 della sede dello YC <strong>di</strong> Livorno, dove in una sala affollata fino all'inverosimile<br />
iniziava lo skipper meeting.<br />
Dopo le formalità burocratiche prendeva la parola l'esperta meteorologa del LAMMA che nel proprio sito avevano sviluppato le<br />
previsioni specifiche sulla regata.<br />
Successivamente (visto che erano più delle 13:00) veniva offerto il classico buffet a tutti i regatanti e non con portate <strong>di</strong> pappa al<br />
pomodoro e panzanella <strong>di</strong> mare.<br />
A pancia piena mettiamo gli adesivi dello sponsor sullo scafo, sistemiamo la cambusa assegniamo i compiti a bordo.<br />
Alle 15.30 piano piano tutte le barche si avviavano verso la linea <strong>di</strong> partenza non poco <strong>di</strong>stante dal porto <strong>di</strong> Livorno.<br />
Alle 17:00 in punto veniva dato il segnale <strong>di</strong> partenza con vento costante sui 12 no<strong>di</strong>.<br />
Abbiamo bolinato per un miglio e mezzo in <strong>di</strong>rezione della prima boa che contrariamente alla norma andava lasciata a dritta per<br />
proseguire verso la seconda boa posizionata davanti al lungomare <strong>di</strong> <strong>Marina</strong> <strong>di</strong> Pisa da lasciare a sinistra per poi puntare il faro della<br />
Giraglia.<br />
Alle 23:00 del 3 giugno giravamo il faro della Giraglia circondati da numerosissime luci ver<strong>di</strong>, rosse e bianche e dalla potente<br />
lampada della barca giuria che rilevava il numero velico. Da fare sottofondo a tutto questo, c'era il vociare dei pro<strong>di</strong>eri nelle issate<br />
degli spi effettuate a quell'ora buia con il vento a 20 no<strong>di</strong> ed onde formate, che con le loro lampade frontali comparivano sulle altre<br />
barche a meno <strong>di</strong> una lunghezza da noi.<br />
Una straorza o un strapoggia in queste con<strong>di</strong>zioni poteva avere conseguenze <strong>di</strong>sastrose, ma con un po' <strong>di</strong> esperienza ed un buon<br />
equipaggio, iniziavamo a navigare a 10 no<strong>di</strong> costanti.<br />
Intorno alle 6:00 del mattino, mentre continuavamo a navigare verso sud ci sorprendeva una bonaccia.<br />
Dopo una estenuante attesa, decidevamo <strong>di</strong> ritirarci dal momento che la mattina successiva la barca doveva essere alata per alcuni<br />
lavori in vista dei prossimi campionati".<br />
EB - CV<br />
5
CY. .<br />
L O<br />
6<br />
MARIN ADI SA<br />
IV<br />
LI<br />
Y.C.M.S.<br />
Double Handed Regatta<br />
Una formula <strong>di</strong> successo!<br />
Domenica scorsa a <strong>Salivoli</strong> si è svolta per la prima volta nella Anche i 40 pie<strong>di</strong> KAALA 2 <strong>di</strong> Cecchelli (con Ettore Galli) e SOFFIO<br />
storia del Yacht Club <strong>Marina</strong> <strong>di</strong> <strong>Salivoli</strong> una regata destinata ad <strong>di</strong> Becherelli (con Enzo Manna) sfruttando l'ampia velatura si<br />
equipaggi composti da solo due persone. <strong>di</strong>rigevano rapi<strong>di</strong> verso il secondo <strong>di</strong>simpegno rappresentato da<br />
La manifestazione, rimandata dalla scorsa settimana per cattivo Cerboli da lasciare a sinistra.<br />
tempo, ha trovato purtroppo la concomitanza <strong>di</strong> regate Ancora una volta tra Palamiola e Cerboli la vela giusta era il<br />
organizzate dai vicini Club, ma ha comunque visto alla partenza gennaker e quin<strong>di</strong> nonostante le <strong>di</strong>mensioni della barca chi<br />
ben 17 barche <strong>di</strong> misura compresa tra i 7, 50 metri e gli 11,00 armava l'asimmetrico a prua era favorito: anche AGUARDENTE<br />
metri. <strong>di</strong> Tattini (con il Cillo) veloce si avviava verso la seconda isola.<br />
La cronaca della manifestazione vedeva la partenza alle 12:00 A Cerboli passavano abbastanza compatte KAALA 2, SOFFIO,<br />
con un piacevolissimo maestrale attestato me<strong>di</strong>amente sui sette DELFINO, AMNESIA, ZUBI e ARMORICA, dopo che RAGGIO<br />
no<strong>di</strong> davanti il porto <strong>di</strong> <strong>Salivoli</strong> in <strong>di</strong>rezione Palmaiola da lasciare a BLU era ormai prossimo all'arrivo. A quel punto solo 5 miglia<br />
sinistra. La flotta pertanto al traverso filava veloce verso il primo <strong>di</strong>videvano i primi dall'arrivo posto a <strong>Salivoli</strong>.<br />
<strong>di</strong>simpegno. Per il <strong>di</strong>vertimento <strong>di</strong> tutti anche il vento decideva <strong>di</strong> partecipare<br />
Ottima andatura questa per le barche che armavano il gennaker, più allegro, e quin<strong>di</strong> andando stabilmente sui 10 no<strong>di</strong> il maestrale<br />
ed infatti ZUBI <strong>di</strong> Stefano Poggetti (con la moglie Cinzia) andava faceva bolinare mure a sinistra tutta la flotta.<br />
subito ad insi<strong>di</strong>are le prime posizioni già saldamente consolidate Naturalmente in base alla loro misura le barche si allineavano<br />
da RAGGIO BLU del Presidente del Club Stefano "Tom" Bettini (in verso <strong>Salivoli</strong>: SOFFIO, KAALA 2, ZUBI, ARMORICA, AMNESIA e<br />
coppia con la moglie Antonella "Jerry") ed ARMORICA <strong>di</strong> DELFINO.<br />
Emanuele Bravin (con la moglie Valentina). Ed è stato solo grazie ad una prua più stretta al vento (e <strong>di</strong><br />
Il primo giro <strong>di</strong> boa su Palmaiola ricompattava comunque la flotta, conseguenza una minor quantità <strong>di</strong> strada percorsa) che proprio<br />
fatta eccezione per il velocissimo RAGGIO BLU, ed anche in prossimità <strong>di</strong> P.za Bovio, ARMORICA andava a recuperare<br />
DELFINO <strong>di</strong> Massimo Giorgi (con Lorenzo Tomi) e LUEGO <strong>di</strong> ZUBI e dopo una serie <strong>di</strong> entusiasmanti incroci, riusciva a batterlo<br />
Taddei entravano in velocità tra le prime della corsa. <strong>di</strong> una lunghezza sul traguardo.<br />
Enterprise
In tempo reale quin<strong>di</strong> l'arrivo vedeva RAGGIO BLU, SOFFIO,<br />
KAALA 2, ARMORICA, ZUBI, AMNESIA e DELFINO, seguiva il<br />
resto della flotta.<br />
A terra cominciava la seconda parte della festa, con una<br />
<strong>di</strong>vertentissima premiazione dove grazie ad i numerosi sponsor<br />
venivano offerti a tutti i partecipanti premi ad estrazione.<br />
Classifiche alla mano in OVERALL vinceva la "Double Handed -<br />
SALIVOLI X DUE": RAGGIO BLU seguito da ARMORICA ed<br />
AMNESIA <strong>di</strong> Silvio Pucci (con la moglie Monica).<br />
Nella Categoria A riservata alle barche più competitive, al primo<br />
posto RAGGIO BLU seguita da ARMORICA e ZUBI; seguono in<br />
classifica KAALA 2, AGUARDENTE, LUEGO, ELIXIR <strong>di</strong> Franco<br />
Stefanini (con la moglie Manuela) ed ISLA DE ANDRES <strong>di</strong> De<br />
Petrillo (con la moglie).<br />
Nella Categoria B riservata alle barche più crocieristiche, al primo<br />
posto AMNESIA, seguita da DELFINO e BLUE BELL (<strong>di</strong> Sauro<br />
Gerli con la moglie Sandra); seguono in classifica BORACAI <strong>di</strong><br />
Signorini (con la moglie), EPAMINONADA <strong>di</strong> Celati, MATTANA <strong>di</strong><br />
Francesco Boccalini (con la moglie Paola), ENTERPRISE <strong>di</strong><br />
Bruschi (con la moglie ed il piccolo Francesco) ed ALEX <strong>di</strong><br />
Barbàra (con la moglie Grazia).<br />
Due ulteriori premi speciali sono andati ad EPAMINONDA, barca<br />
più anziana della flotta - 1972 e ad ENTERPRISE per aver tagliato<br />
per ultimo la linea <strong>di</strong> arrivo.<br />
Stefano Bettini, Presidente del Yacht Club commenta con enorme<br />
entusiasmo l'ottima riuscita della giornata: "Sono molto<br />
sod<strong>di</strong>sfatto <strong>di</strong> oggi, abbiamo veleggiato in compagnia <strong>di</strong> amici,<br />
coinvolgendo anche tante delle nostre mogli che hanno<br />
apprezzato lo spirito della competizione senza tuttavia viverlo con<br />
fatica. L'idea <strong>di</strong> regatare in due è davvero coinvolgente e mi ha<br />
fatto molto piacere vedere che tanti armatori si sono riavvicinati<br />
alle regate ed al Club. Da domani lavoreremo per sviluppare più<br />
regate <strong>di</strong> questo tipo durante tutto l'anno!"<br />
Un particolare ringraziamento agli sponsor che hanno permesso<br />
<strong>di</strong> Emanuele Bravin<br />
la realizzazione della manifestazione, e quin<strong>di</strong> per aver messo dei<br />
premi a sorteggio: FLYING YACHT SERVICE <strong>di</strong> Florian Fahr,<br />
EIMB <strong>di</strong> Piero Villani, DI COTTE E DI CRUDE <strong>di</strong> Riccardo Bellini,<br />
NAUTICA FALESIA <strong>di</strong> Marco Ghizzani, TAPPEZZERIA<br />
CAMPINOTI <strong>di</strong> Serena Carpini, UBI MAIOR rappresentata da<br />
Fabio De Simoni, GIORGI VERNICI <strong>di</strong> Franco Giorgi, SAILCULT<br />
<strong>di</strong> Karin, VELERIA NACA SAIL <strong>di</strong> Roberto Zucchi e BALESTRA<br />
MARE.<br />
Main Sponsor della regata: FORMARE - SVILUPPO RISORSE<br />
UMANE <strong>di</strong> Andrea Toninelli, SHENKER rappresentata da Stefano<br />
Mazzoni e BANCA GENERALI rappresentata da Stefano<br />
Poggetti.<br />
Un ultimo affettuoso ringraziamento anche a Sergio Criscuolo ed<br />
a Marco Lupi che hanno seguito la regata per fare foto e riprese<br />
video. EB<br />
DOMENICA RIENTRO LIBERO<br />
E' assolutamente necessario, al fine <strong>di</strong> prenotare i posti barca a Rio <strong>Marina</strong>, ricevere le iscrizioni entro venerdì 2 Settembre.<br />
7
8<br />
TELMARSISTEMI S.r.l.<br />
Marchi rappresentati:<br />
Furuno<br />
B e G Arimar<br />
<strong>di</strong>stributore ufficiale<br />
Servizi Ra<strong>di</strong>omarittimi e Satellitari<br />
Swama<br />
Garmy<br />
Sailor<br />
Raymarine<br />
Navionics<br />
C-Map<br />
P.le Premuda, 6/L - 6/M Piombino (LI) Tel: 0565 221331 Fax: 0565 221319 E.mail: telmar@infol.it<br />
<strong>di</strong> Braglia Enrico & c.<br />
Pavimenti e rivestimenti in ceramica - cotto<br />
Sanitari - arredamenti bagni - caminetti<br />
Via Aurelia Nord<br />
Strada Polledraia, 1<br />
Tel 0565.851364<br />
fax 0565.858609<br />
57029 VENTURINA (Livorno)
Il nostro porto: riflessioni <strong>di</strong> un sessantottenne<br />
<strong>di</strong> Ettore Galli<br />
Sono ormai <strong>di</strong>eci anni che esiste il porto <strong>di</strong> <strong>Salivoli</strong>. Ricordo che<br />
negli anni 60 e 70 si parlava della necessità <strong>di</strong> un qualche approdo<br />
per il <strong>di</strong>porto dato che il porticciolo <strong>di</strong> <strong>Marina</strong> era già saturo;<br />
l'ormeggio avveniva all'arma bianca - preparato l'ormeggio per la<br />
stagione con catene e quant'altro - lasciavi la barca ben<br />
assicurata e te la ritrovavi sciolta libera nel porto. L'alternativa era<br />
Baratti, bellissimo posto ma salire a bordo con il tempaccio era<br />
drammatico; mi restano ancora nella mente le navigate notturne<br />
fino a Portoferraio, con vento da ponente a 35 no<strong>di</strong>, per mettere la<br />
barca in salvo.<br />
Pertanto, quando nel lontano 1984 mi fu proposto <strong>di</strong> aderire ad<br />
una iniziativa per la realizzazione <strong>di</strong> un nuovo <strong>Marina</strong>, aderii con<br />
entusiasmo malgrado fossi conscio che poteva restare solo un pio<br />
desiderio. Per fortuna cosi non è stato; il porto è stato realizzato<br />
anche se dopo 16 anni e mille peripezie. E che porto!<br />
Un plauso è doveroso a chi vi lavorò per portare a compimento<br />
l'iniziativa.<br />
Vorrei ora mettere a fuoco i pregi.<br />
- E' sicuro e le mo<strong>di</strong>fiche effettuate successivamente lo hanno<br />
reso ancor più sicuro. Resiste bene alle mareggiate.<br />
- Con mare formato non si ha moto ondoso all'interno (la cosidetta<br />
“stirazza”).<br />
- Si entra agevolmente anche con mare grosso.<br />
- E' costato relativamente poco.<br />
- E' al centro dell'arcipelago Toscano, in una posizione invi<strong>di</strong>abile,<br />
con la possibilità <strong>di</strong> scegliere mete <strong>di</strong> tutte le taglie; dall'uscitina <strong>di</strong><br />
un'ora nel canale fino a Palmaiola o al Cavo fino a mete più<br />
ambiziose, quelle delle ferie programmate, delle varie isole<br />
maggiori se non ad<strong>di</strong>rittura alle Baleari, ovviamente per chi può!!!<br />
Quando parlo <strong>di</strong> mete parlo del necessario complemento alla<br />
barca. Nell'immaginazione <strong>di</strong> tutti noi, fin da bambini, la barca è<br />
capitan uncino, i pirati, l'isola del tesoro e la conferma <strong>di</strong> quanto<br />
<strong>di</strong>co la ho con i nipoti che quando vengono in barca mi<br />
domandano il nome delle isole che vedono e spesso gridano “<br />
all'arrembaggio!”<br />
Ve lo immaginate un ragazzino che esce con i genitori in barca dal<br />
porto <strong>di</strong> Viareggio e vede solo acqua verde, se è tempo buono, e<br />
una linea d'orizzonte lontana, irraggiungibile; pensate che <strong>di</strong>rà<br />
urrà? No <strong>di</strong>rà che balle!<br />
Questo concetto delle mete, inconsciamente tutti noi l'abbiamo<br />
nel sangue e dà uno scopo alla nostra passione. Quanto è più<br />
bello navigare fra le isole, a vista, piuttosto che stare con gli occhi<br />
i n c o l l a t i s u l l a bussola. Da noi, negli anni 60, sulle poche<br />
barche da <strong>di</strong>porto, la bussola non c'era, non serviva, ma a<br />
Viareggio si che gli serve! La barca è un piacere <strong>di</strong> per<br />
sé, ma se è con<strong>di</strong>ta con una meta, il piacere<br />
migliora parecchio. Tutto questo il nostro<br />
porto ce l'ha. Ho frequentato per anni il<br />
porto <strong>di</strong> Punta Ala, uno dei più bei<br />
porti d'Italia, ma vi devo <strong>di</strong>re che rispetto a <strong>Salivoli</strong> un certo “effetto<br />
Viareggio” ce l'ha. Per trovare una meta con una barca a vela ci<br />
vogliono 3 ore, le 15 miglia <strong>di</strong> Porto Azzurro; il Cavo da <strong>Salivoli</strong> è a<br />
5 miglia! E poi lo scenario! Vuoi mettere! C'è la stessa <strong>di</strong>fferenza<br />
che passa tra andare in moto sull'autostrada e fare una gita nelle<br />
stra<strong>di</strong>ne del Chianti. Un motociclista mi può capire.<br />
Mi è capitato <strong>di</strong> essere stato ospite <strong>di</strong> un amico su un aereo<br />
superleggero e abbiamo sorvolato il nostro porto; vi posso <strong>di</strong>re<br />
che lo scenario è notevole; il porto visto dall'alto con l'Elba sullo<br />
sfondo è un bel vedere.<br />
Dopo quella “sorvolata” quando sono in porto ripenso a quella<br />
vista e ne continuo a trarre go<strong>di</strong>mento. Il mio concetto, più volte<br />
espresso agli amici, è <strong>di</strong> “esserci e vedercisi”.<br />
Cerchiamo <strong>di</strong> apprezzare <strong>di</strong> più ciò che abbiamo ed i Viareggini<br />
non me ne vogliano.<br />
Per noi Piombinesi il porto è sotto casa; mi auguro che nel tempo<br />
<strong>di</strong>venti anche un luogo <strong>di</strong> aggregazione e <strong>di</strong> svago.<br />
Penso alla bella sala <strong>di</strong> ritrovo del <strong>Marina</strong> purtroppo spesso<br />
deserta ma c'è. Sta a noi soci cercare <strong>di</strong> animarla con proposte <strong>di</strong><br />
incontri <strong>di</strong> vario tipo e <strong>di</strong> interesse generale che sicuramente<br />
saranno accolte favorevolmente dal nostro consiglio <strong>di</strong>rettivo.<br />
Attualmente, senza nulla togliere, viene affittata a ven<strong>di</strong>tori <strong>di</strong><br />
pentole o a praticanti dello Yoga.<br />
Io me la immaginavo più come punto <strong>di</strong> incontro e <strong>di</strong> svago, stile<br />
Yacht Club all'inglese in salsa maremmana. Se tutti quanti ci<br />
mettessimo un po' più <strong>di</strong> impegno penso che ce la potremmo fare.<br />
Recupereremmo tanti amici soci che invece <strong>di</strong> valutarli per le loro<br />
doti <strong>di</strong> cultori del <strong>di</strong>ritto cooperativo, li apprezzeremmo per la<br />
comune passione per il mare.<br />
Ovviamente come in tutti gli organismi non tutto gira al meglio,<br />
alcune cose sono da migliorare.<br />
Ne cito qualcuna a mo' <strong>di</strong> esempio:<br />
- La gestione dei servizi igienici.<br />
- La manutenzione delle colonnine acqua e luce.<br />
- L'insufficienza <strong>di</strong> iniziative o <strong>di</strong> attività che ne favorisca la<br />
frequentazione della popolazione piombinese.<br />
- La poca amalgama tra i soci velisti, motoristi e pescatori!<br />
- La <strong>di</strong>ffidenza verso gli organismi presenti.<br />
- E' pieno <strong>di</strong> Piombinesi, me compreso, quelli che scioglievano la<br />
barca al Porticciolo e che se ora gli tocchi la manichetta dell'acqua<br />
si risentono. Quelli che hanno ad<strong>di</strong>rittura richiesto un contatore<br />
acqua e luce per ogni posto barca!<br />
Ma su questi aspetti ci sarebbe da fare la genesi sociale del<br />
territorio; il <strong>di</strong>scorso mi porterebbe troppo<br />
lontano in un terreno che non conosco e nel<br />
quale quin<strong>di</strong> non sono a mio agio. Ma se ci<br />
impegniamo ce la possiamo fare.<br />
EG<br />
Foto: Mario Pelagatti<br />
9
BdO<br />
<strong>di</strong> Emanuele Bravin<br />
Operazione Sicurezza<br />
I GIUBBETTI SALVAGENTE<br />
NORMATIVA E TIPOLOGIE DI ULTIMA GENERAZIONE<br />
La sicurezza in barca non è mai troppa.<br />
Purtroppo noi italiani, popolo <strong>di</strong> naviganti,<br />
continuiamo a prendere un po'<br />
sottogamba questo aspetto dando quasi<br />
per scontato che "perché proprio a noi?"<br />
dovrebbe accadere qualcosa.<br />
Purtroppo le statistiche però sono chiare:<br />
la principale causa <strong>di</strong> decessi per chi<br />
naviga è legata all'abbandono della<br />
barca.<br />
Per evitare <strong>di</strong> perdere contatto con la<br />
barca è fondamentale essere legati ad<br />
essa tramite il cordone <strong>di</strong> sicurezza (ve<strong>di</strong><br />
BdO Luglio/Agosto 2010).<br />
Il secondo passo verso la salvezza è poi<br />
determinato dall'aver indossato un<br />
efficace salvagente.<br />
Al riguardo, la Direzione Generale per il<br />
trasporto marittimo e acque interne con<br />
Circolare 18 marzo 2009, n. 4866, ha<br />
emanato le <strong>di</strong>rettive per l'impiego a bordo<br />
delle unità da <strong>di</strong>porto dei <strong>di</strong>spositivi<br />
in<strong>di</strong>viduali <strong>di</strong> galleggiamento<br />
(salvagente), richiamando l'attenzione<br />
dei soggetti interessati (costruttori,<br />
riven<strong>di</strong>tori e utenza) sul fatto che da<br />
tempo sono state recepite nel nostro<br />
or<strong>di</strong>namento le nuove norme tecniche <strong>di</strong> omologazione dei<br />
giubbotti <strong>di</strong> salvataggio che hanno sostituito la vecchia normativa<br />
EN (Europea) con la nuova normativa ISO 12402<br />
(Internazionale). Di conseguenza le cinture <strong>di</strong> salvataggio con la<br />
stampigliatura EN 395, EN 396 ed EN 399, dopo il 31 marzo 2009,<br />
non solo non possono più essere prodotte, ma neanche<br />
commercializzate. La stessa circolare conferma la possibilità <strong>di</strong><br />
impiegare a bordo delle unità da <strong>di</strong>porto le cinture <strong>di</strong> salvataggio in<br />
uso a bordo della navi commerciali. Ciò nella considerazione che<br />
le medesime sono conformi alla Convenzione Solas <strong>di</strong> tipo<br />
approvato e conformi alla <strong>di</strong>rettiva 96\98\CE MED - nella versione<br />
emendata dalla risoluzione 81 (70) come emendata dalla<br />
risoluzione MSC 200\80 - in quanto, per tipologia <strong>di</strong> test, sono<br />
simili alle cinture <strong>di</strong> salvataggio rispondenti alla normativa ISO<br />
12402. Per coloro che hanno a bordo le vecchie cinture del tipo<br />
EN, la circolare prevede che possono continuare ad essere<br />
utilizzate con l'osservanza delle seguenti prescrizioni e limiti <strong>di</strong><br />
navigazione.<br />
- "Le unità che navigano nella fascia compresa tra i 300 metri dalla<br />
costa e fino a sei miglia o in acque interne, devono avere a bordo<br />
cinture <strong>di</strong> salvataggio conformi, come requisito minimo, al livello<br />
prestazionale 100N".<br />
- "Le unità che navigano oltre le 6 miglia dalla costa devono avere<br />
a bordo cinture <strong>di</strong> salvataggio conformi, come requisito minimo, al<br />
livello prestazionale 150N".<br />
Poiché nella prima fase <strong>di</strong> applicazione della <strong>di</strong>rettiva sono stati<br />
10<br />
sollevati dubbi e perplessità, il Comando Generale delle<br />
Capitanerie <strong>di</strong> Porto, con circolari n. 68485 del 28.7.2009, e n.<br />
94937 del 7.11.2009, intervenendo sulla materia e nell'intento <strong>di</strong><br />
rassicurare il mondo della nautica, ha fornito alcuni chiarimenti<br />
operativi per dar modo all'utenza <strong>di</strong> avere un margine <strong>di</strong> tempo<br />
adeguato per acquisire una corretta informazione in merito alla<br />
nuova normativa. A tale scopo ha <strong>di</strong>sposto che nei casi <strong>di</strong> verifiche<br />
a bordo, qualora gli organi <strong>di</strong> controllo rilevassero <strong>di</strong>sarmonie in<br />
merito ai limiti <strong>di</strong> impiego dei salvagenti, considereranno<br />
tollerabile l'uso delle cinture <strong>di</strong> salvataggio 100N anche oltre le sei<br />
miglia dalla costa, nonché quelle SOLAS conformi alla risoluzione<br />
81 (70), non emendata, fino al termine ultimo del 31 maggio 2010.<br />
Quanto precede nella considerazione che le unità a<strong>di</strong>bite alla<br />
navigazione oltre le sei miglia dalla costa sono, tra l'altro, dotate<br />
anche <strong>di</strong> un mezzo collettivo <strong>di</strong> salvataggio, per cui l'impiego delle<br />
cinture <strong>di</strong> salvataggio 100N, già presenti a bordo <strong>di</strong> tali unità, può<br />
considerarsi adeguato nel periodo transitorio. Al riguardo, è<br />
opportuno procedere ad un controllo dei salvagente a bordo allo<br />
scopo <strong>di</strong> accertare che riportino la stampigliatura tecnica EN 395<br />
(100N) o EN 396 (150N) o EN 399 e <strong>di</strong> utilizzarli poi nei limiti <strong>di</strong><br />
navigazione stabiliti dalle richiamate <strong>di</strong>sposizioni ministeriali.<br />
Prima <strong>di</strong> concludere, facciamo un riepilogo dei vari tipi <strong>di</strong><br />
salvagente che possono essere impiegati a bordo delle unità da<br />
<strong>di</strong>porto, secondo le ultime <strong>di</strong>sposizioni emanate dal Comando<br />
Generale delle Capitanerie <strong>di</strong> Porto, con circolare n. 94937 del 17<br />
novembre 2009.
1) Le seguenti cinture <strong>di</strong> salvataggio già presenti a bordo alla data<br />
del 18 marzo 2009 (circolare ministeriale n. 4686 sopra citata)<br />
possono essere mantenute a bordo fino a quando risultano<br />
efficienti e in buono stato <strong>di</strong> conservazione:<br />
- EN 395, per la navigazione entro le sei miglia alla costa;<br />
- EN 396 e EN 399, per la navigazione senza limiti dalla costa.<br />
- Conformi alla risoluzione IMO MSC 81(70), per la navigazione<br />
senza limiti dalla costa.<br />
2) Le seguenti cinture <strong>di</strong> salvataggio imbarcate a bordo<br />
successivamente al 18 marzo 2009 (data della circolare) possono<br />
essere impiegate per la navigazione e nei limiti temporali a fianco<br />
<strong>di</strong> ciascuna <strong>di</strong> esse in<strong>di</strong>cato:<br />
- ISO 12402-4, 100N per la navigazione entro sei miglia dalla<br />
costa;<br />
- ISO 12402-3, 150N, ISO 12402-2 275N per la navigazione<br />
senza limiti dalla costa;<br />
- EN 395, 100N, per la navigazione senza limiti dalla costa fino al<br />
31 maggio 2010;<br />
- Conformi alla risoluzione IMO MSC 81(70), come<br />
emendata dalla risoluzione MSC 200(80), per la<br />
navigazione senza limiti dalla costa.<br />
- Conformi alla risoluzione IMO MSC 81(70)<br />
per la navigazione senza limiti dalla<br />
Costa fino al 31 maggio 2010.<br />
Bombola <strong>di</strong> Co2 e,<br />
a destra, Pasticca <strong>di</strong> carta<br />
Il quadro riassuntivo, come è facile rilevare, desta qualche<br />
perplessità. Si rileva, infatti, che le cinture <strong>di</strong> salvataggio del tipo<br />
IMO MSC 81 (70) (non emendata) possono essere utilizzate a<br />
bordo senza limiti temporali, se imbarcate prima del 18 marzo<br />
2009, mentre se messe a bordo dopo tale data il limite <strong>di</strong><br />
utilizzazione è fissato al 31 maggio 2010. Come si fa a stabilire<br />
quando è avvenuto realmente l'imbarco a bordo nessuno è a<br />
conoscenza. Quin<strong>di</strong> nei casi <strong>di</strong> controlli in mare, in presenza <strong>di</strong><br />
questo tipo <strong>di</strong> cinture, il <strong>di</strong>portista conosce bene la risposta da<br />
dare. Questa è la burocrazia.<br />
All'atto pratico, è importante vedere che il mercato si è adoperato<br />
per creare dei prodotti sempre più funzionali ed efficienti.<br />
Pren<strong>di</strong>amo in considerazione quelli <strong>di</strong> tipo auto-gonfiabile, cioè<br />
quelli che contengono una camera d'aria che si gonfia solo dopo<br />
l'attivazione.<br />
Sono questi, giubbetti assolutamente poco ingombranti che non<br />
impacciano assolutamente nei movimenti legati alla navigazione.<br />
La camera d'aria che è custo<strong>di</strong>ta dentro un involucro, offre una<br />
spinta standard <strong>di</strong> 150 Newton (alcuni modelli anche 190N o più).<br />
L'involucro quasi sempre <strong>di</strong> cordura ha la chiusura in velcro od a<br />
zip a seconda della preferenza dell'utente. Il tutto è vincolato ad un<br />
imbrago regolabile, e nei modelli più avanzati è presente anche<br />
una doppia cinghia inguinale per dare il massimo della aderenza<br />
al corpo e la migliore spinta al busto.<br />
Sull'imbrago è poi presente in alcuni casi anche un anello (o D-<br />
Ring) che sostituisce a pieno la cintura <strong>di</strong> sicurezza. L'anello infatti<br />
serve per vincolarsi al cordone <strong>di</strong> sicurezza.<br />
Sempre i modelli più avanzati sono anche muniti <strong>di</strong> luce<br />
stroboscopica e dello spryhood, un cappuccio che copre per<br />
intero la testa e che permette <strong>di</strong> respirare anche in caso <strong>di</strong> acqua<br />
nebulizzata, oltre al fischietto che deve essere presente per<br />
omologazione. Il meccanismo <strong>di</strong> gonfiaggio del salvagente è<br />
fondamentalmente <strong>di</strong> due tipi, automatico o manuale.<br />
Nel manuale, tramite un cor<strong>di</strong>no infatti si innesca uno spillo che va<br />
a forare una bomboletta <strong>di</strong> CO2 che in pochi istanti gonfia la<br />
camera d'aria.<br />
Nell'automatico il meccanismo del gonfiaggio è il medesimo, ma<br />
l'attivazione si innesca automaticamente grazie ad una molla che<br />
va a spingere lo spillo.<br />
Per quanto riguarda il sistema della molla del sistema automatico,<br />
ne esistono <strong>di</strong> tre tipi: a pasticca <strong>di</strong> sale, a pasticca <strong>di</strong> carta o<br />
idrostatico (a variazione <strong>di</strong> pressione).<br />
Su questi tre sistemi si possono fare <strong>di</strong>verse considerazioni:<br />
quella <strong>di</strong> sale, infatti, che innesca una molla dopo che il sale si è<br />
sciolto a contatto con l'acqua, pare aver dato problemi in casi <strong>di</strong><br />
forte maltempo, quando le onde o la pioggia hanno innescato il<br />
meccanismo senza che il giubbetto (e relativo indossatore)<br />
fossero in acqua; il sistema con la pasticca <strong>di</strong> carta sembra ad oggi<br />
quello in grado <strong>di</strong> dare maggiori garanzie, e quello idrostatico in<br />
teoria funziona molto bene, ma in rari casi ha presentato dei<br />
problemi <strong>di</strong> tipo meccanico sull'attacco della bombola.<br />
In ogni caso è sempre bene tenere presente che i giubbetti con il<br />
meccanismo automatico, <strong>di</strong> qualunque tipologia sia hanno<br />
sempre il backup manuale.<br />
Ovviamente quanto sopra scritto non è certamente esaustivo<br />
dello scenario merceologico dei giubbetti salvagente, ma spero<br />
sia utile nella scelta a chi ne volesse acquistare ma soprattutto ad<br />
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Giannutri<br />
I fari dell’Arcipelago Toscano<br />
La ve<strong>di</strong>amo a circa 10 mg., bassa sull'orizzonte, uscendo da Cala<br />
Galera e già ci pregustiamo il bagno che faremo a Cala<br />
Spalmatoio. La brezza mattutina ci accompagna mentre ci<br />
<strong>di</strong>rigiamo verso l'isola più a sud dell'arcipelago toscano; piccola<br />
(2,6 Kmq) ma suggestiva e con una popolazione <strong>di</strong> solo 20 abitanti<br />
stanziali.<br />
D'estate è un'altra storia, tra villette costruite negli anni 60 e<br />
barche in rada i frequentatori aumentano assai! I due unici punti <strong>di</strong><br />
sosta possibile sono la Cala Spalmatoio, chiamata così perché qui<br />
si tiravano in secca le barche per impermeabilizzarle con la pece<br />
calda e Cala Maestra, piccola insenatura posta sul lato opposto. Ai<br />
tempi dei romani era un porticciolo con cantine e magazzini. Si<br />
possono vedere ancora le bitte <strong>di</strong> ormeggio e le colonne romane.<br />
Oggi è il punto <strong>di</strong> sbarco “dei Gavinosi”, come <strong>di</strong>rebbe il Neri<br />
Tanfucio al secolo Renato Fucini, che vanno a visitare l'isola con i<br />
barconi.<br />
L'isola è caratterizzata da tre poggi: Capel Rosso (93 mt), monte<br />
Mario (78 mt.) e Poggio del Cannone (83 mt). A Capel Rosso nel<br />
1881 fu installato un faro che restò inattivo per alcuni anni.<br />
L'isola era chiamata Artemisia dai greci e Dianum dai romani, ne<br />
troviamo cenni in alcuni scritti <strong>di</strong> Plinio il Vecchio.<br />
Ruderi della villa romana<br />
<strong>di</strong> Franco Cecchelli<br />
Cala Maestra<br />
Oggi è conosciuta anche come Isola dei Gabbiani per la<br />
numerosa colonia che qui ni<strong>di</strong>fica. Se ci andate a inizio giugno<br />
potrete vedere i piccoli, si fa per <strong>di</strong>re, che stazionano sui cespugli<br />
in attesa <strong>di</strong> imparare a volare. Il loro stri<strong>di</strong>o è a volte molto<br />
fasti<strong>di</strong>oso.<br />
I romani abitarono l'isola; della loro presenza restano i ruderi <strong>di</strong><br />
una grande villa in deplorevole stato <strong>di</strong> abbandono che risale al I-II<br />
sec.d.C.. Apparteneva ai Domizi Aenobarbi, famiglia del marito <strong>di</strong><br />
Agrippina madre <strong>di</strong> Nerone.<br />
Nel III sec. fu abbandonata a causa <strong>di</strong> un terremoto e tale rimase<br />
per moltissimi anni. Divenne rifugio <strong>di</strong> pirati e successivamente<br />
sede <strong>di</strong> monaci che si inse<strong>di</strong>arono usando una parte della villa;<br />
sito chiamato “il Conventaccio”! Passò poi <strong>di</strong> mano numerose<br />
volte. Carlo Magno, nell'800 la donò all'Abbazia <strong>di</strong> Sant'Anastasi.<br />
Gli Aldobrandeschi la possedettero dal 1269.<br />
Dal 1452, <strong>di</strong>viene proprietà degli Orsini e successivamente dei<br />
senesi. Quest'ultimi vengono sconfitti da Carlo V e l'isola entrò a<br />
far parte dei Presi<strong>di</strong>i Spagnoli con capitale, come sappiamo, ad<br />
Orbetello.<br />
13
Faro <strong>di</strong> Capel Rosso Quintino Sella, il Tremonti dell'epoca, regalò l'isola al comune del<br />
Giglio che vi realizzo una colonia agricola. In seguito fu venduta<br />
alla Principessa Ernestina, dei Principi Scaletta e restò proprietà<br />
<strong>di</strong> questa famiglia per alcuni anni.<br />
Nel 1960 vennero costruite numerose ville intorno alla vecchia<br />
torre che guarda la Cala Spalmatoio e vi fu realizzata anche una<br />
piccola pista per gli aerei da turismo. Oggi non più agibile, è<br />
rimpiazzata da un eliporto.<br />
La mia prima visita a Giannutri risale al 1977 con un Freya <strong>di</strong> un<br />
amico che la conosceva bene; ricordo che ormeggiammo proprio<br />
dentro l'insenatura della cala con una cima terra fissata a una<br />
colonna in granito risalente ai tempi dei romani. Il posto non era<br />
ancora invaso dal turismo <strong>di</strong> massa e barche in rada ve ne erano<br />
poche. Nell'antica torre, che ve<strong>di</strong>amo nella foto coperta <strong>di</strong> edera,<br />
vi era un piccolo albergo molto chic e un accogliente ristorante<br />
dove ci fermammo a cena. Il ricordo <strong>di</strong> quella crociera e della pace<br />
dell'isola è rimasto nella mia memoria negli anni seguenti. Il mio<br />
lavoro mi aveva costretto ad allontanarmi per un po' dalla vela ma<br />
il mio obbiettivo era <strong>di</strong> ritornarci prima o poi.<br />
Le scarse risorse sfruttabili fecero si che restasse <strong>di</strong>sabitata per Obbiettivo che riuscii a raggiungere nel 1995 quando comprai un<br />
lungo tempo e per giunta, con la nascita del Regno d'Italia, essa piccolo Swan 37. Ritornandoci ho ricercato l'atmosfera dell'epoca<br />
rimase senza un padrone!!! ma con l'affollamento <strong>di</strong> barche in rada e <strong>di</strong> gente a terra non era<br />
Nel 1981, come anticipato, fu costruito un faro sul Poggio Capel più la stessa cosa!<br />
Rosso, posto all'estremità sud dell'isola che rimase inattivo per Giannutri resta comunque per me un posto magico e ogni anno la<br />
alcuni anni. E' solo con l'arrivo del farista e della famiglia che l'isola inserisco tra le tappe delle mie crociere estive. Le passeggiate<br />
rivede la presenza <strong>di</strong> esseri umani. nella macchia, il bagno a Cala Maestra, la visita ai ruderi della villa<br />
Il faro, oggi comandato automaticamente, ha le seguenti romana sono qualcosa che ti ripaga e da non perdere. Credo<br />
caratteristiche: altezza piano focale 61m.; lampi bianchi ogni 5 superfluo ricordare ai nostri lettori che l'Isola è riserva marina e vi<br />
sec.; Visibilità 13 mg. sono poche zone dove si può transitare e ormeggiare.<br />
Nella foto si vede la costruzione, a striscie bianche e rosse, e la Ho sempre in mente il cazziatone preso alle 7 <strong>di</strong> mattina da un<br />
torretta con lanterna grigia. sottoufficiale della finanza che mi fermò perché uscendo<br />
Il faro è raggiungibile a pie<strong>di</strong> lungo un sentiero sterrato ma non è transitavo a “soli” 300 m. dal promontorio <strong>di</strong> Cala Spalmatoio.<br />
visitabile. La costruzione, l'ultima volta che l'ho vista, era in Distanza minima 1000 m. L'arrivo <strong>di</strong> una chiamata <strong>di</strong> emergenza<br />
pessime con<strong>di</strong>zioni; abbandonata. sul suo VHF mi salvò da una bella multa. Quin<strong>di</strong> occhio!!!<br />
14<br />
Cala Maestra ed il Giglio sullo sfondo<br />
Foto: Mario Pelagatti
Villaggio e Torre <strong>di</strong> Cala Spalmatoio<br />
Come in tutte le isole anche Giannutri ha la sua leggenda.<br />
Essa è legata a due fratelli, Gualtiero e Osvaldo Adami. Essi<br />
approdarono nell'isola nel 1882, Gualtiero era stato un Capitano<br />
<strong>di</strong> Garibal<strong>di</strong> e lo chiamavano “Il garibal<strong>di</strong>no”. Affittarono l'isola per<br />
coltivarla e produrre calce. L'impresa fallì e Osvaldo tornò in<br />
continente; Gualtiero restò e si fece raggiungere dalla nipote<br />
Marietta con la quale ebbe una lunga storia d'amore. L'uomo<br />
giunto a Giannutri malato <strong>di</strong> polmoni, vi visse fino ad oltre 80 anni.<br />
L'aria dell'isola gli aveva fatto bene.<br />
Si devono a lui i primi scavi della villa, della quale sfruttò alcuni<br />
locali come alloggio, utilizzando i pavimenti e i marmi; l'abitazione<br />
fu chiamata in seguito la casa del garibal<strong>di</strong>no. Morì nel 1922 e fu<br />
sepolto al Giglio. Marietta rimasta sola con i ricor<strong>di</strong> della passione<br />
abbandonò l'isola ma i pescatori del Giglio sostengono che <strong>di</strong><br />
notte la si può vedere mentre vaga sulla scogliera, lanciando<br />
grida, <strong>di</strong>sumane con lo sguardo rivolto al Giglio dove giace<br />
Gualtiero! Leggende !!!<br />
Al tramonto, dopo aver girovagato attraverso i sentieri ricchi <strong>di</strong><br />
odori me<strong>di</strong>terranei e aver fatto un bel bagno rinfrescante a Cala<br />
Maestra, an<strong>di</strong>amo a visitare i ruderi della villa romana; da qui ci<br />
go<strong>di</strong>amo una bella vista dell'Isola del Giglio, prossima meta del<br />
viaggio per i fari dell'arcipelago e dove andremo a sentire la storia<br />
<strong>di</strong>rettamente dai pescatori.<br />
Buon Vento FC<br />
Nella Zona 1 fino a 1 km dalla costa è vietata la pesca, la<br />
navigazione, l'accesso, la sosta, l’ancoraggio e<br />
l'immersione.<br />
Nella Zona 2 la pesca è regolamentata dall'Ente Parco.<br />
Principalmente è proibita la pesca e la caccia<br />
subacquea.<br />
15
Corso <strong>di</strong> sopravvivenza FIV / ISAF<br />
<strong>di</strong> Emanuele Bravin<br />
Dopo che Valentina aveva già partecipato al Corso <strong>di</strong> Sopravvivenza FIV/ISAF cinque anni fa, con alcuni amici (la stessa Valentina,<br />
Andrea Galli, Enzo Manna e Paolo Pipeschi) ho deciso <strong>di</strong> parteciparvi anche io.<br />
Il corso si tiene ad Anzio, al Centro Addestramento Soccorso e Sopravvivenza, uno dei pochi in grado <strong>di</strong> rilasciare la certificazione<br />
internazionale "ISAF Approved Offshore Personal Survival".<br />
Questa certificazione ha una duplice utilità: la prima <strong>di</strong> tipo formale, infatti per partecipare ad alcune particolari regate (in me<strong>di</strong>terraneo ad<br />
oggi solo la Middle Sea Race) è necessario che una percentuale dell'equipaggio sia in possesso <strong>di</strong> tale abilitazione; la seconda utilità<br />
riguarda il fatto <strong>di</strong> ricevere delle importanti nozioni sulla sicurezza in mare e sulla gestione delle emergenze.<br />
Per far questo il Centro ha a <strong>di</strong>sposizione numerose aule <strong>di</strong>dattiche, una piscina coperta e riscaldata, strutture esterne <strong>di</strong> vario tipo, dove<br />
ad esempio andare a fare in sicurezza le prove <strong>di</strong> antincen<strong>di</strong>o con gli estintori.<br />
Vorrei tuttavia non entrare nello specifico del corso, perché il tema della sicurezza è un argomento <strong>di</strong> prioritaria importanza e ritengo sia<br />
corretto che siano dei professionisti a parlarne.<br />
Comunque, sinteticamente, il corso dura due giorni, uno dei quali completamente de<strong>di</strong>cato alla teoria: Special Regulations ISAF,<br />
Metereologia, Prevenzione e Sicurezza antincen<strong>di</strong>o, dotazioni <strong>di</strong> sicurezza e loro utilizzo e gestione della zattera <strong>di</strong> salvataggio. Il<br />
secondo giorno invece è de<strong>di</strong>cato alla pratica <strong>di</strong> antincen<strong>di</strong>o e pratica in piscina, dove vengono simulate varie situazione, dalla scuffia<br />
della barca (c'è proprio una cabina che si ribalta sott'acqua), fino a come si viene recuperati da un elicottero <strong>di</strong> soccorso (simulato con un<br />
carroponte), il tutto ricreando quanto possibile situazioni ambientali realmente possibili in caso <strong>di</strong> incidente, come il buio, la nebbia, la<br />
pioggia, i tuoni ed i lampi.<br />
Il corso non è molto economico, questo va detto, ma lo consiglio a chiunque pensi <strong>di</strong> voler andar per mare con delle cognizioni <strong>di</strong><br />
sicurezza più approfon<strong>di</strong>te. EB<br />
Grazie alla cor<strong>di</strong>ale <strong>di</strong>sponibilità del Dr. Massimo De Stefano, me<strong>di</strong>co responsabile del Pronto Soccorso e del Servizio 118 <strong>di</strong><br />
Piombino siamo riusciti ad organizzare una interessantissima serata al nostro Club su come utilizzare il materiale contenuto nelle<br />
Cassette <strong>di</strong> Pronto soccorso che per normativa ministeriale devono essere in barca come dotazione obbligatoria per la navigazione<br />
oltre le 12 miglia nautiche (verificare se non entro le 50). Il Dr. De Stefano ha fatto quin<strong>di</strong> una analisi molto approfon<strong>di</strong>ta dei principali<br />
incidenti che statisticamente accadono in mare ed in barca ed ha suggerito come andare ad intervenire utilizzando quello che<br />
probabilmente avremo a <strong>di</strong>sposizione. Una bella iniziativa che certamente è andata ad arricchire i presenti <strong>di</strong> alcune fondamentali<br />
nozioni che come si <strong>di</strong>ce "in mezzo al mare" possono fare la <strong>di</strong>fferenza! Abbiamo ipotizzato in autunno <strong>di</strong> proseguire questa<br />
importante esperienza con un corso più approfon<strong>di</strong>ti <strong>di</strong> pronto soccorso. Per adesioni od informazioni contattare il Yacht Club <strong>Marina</strong><br />
<strong>di</strong> <strong>Salivoli</strong>.<br />
EB - US.YCMS
Centro Velico Caprera <strong>di</strong> Emanuele Bravin<br />
l Centro Velico Caprera è la più antica scuola <strong>di</strong> vela italiana e, Ad oggi il CVC è inse<strong>di</strong>ato nella parte sud-occidentale dell'isola <strong>di</strong><br />
ad oggi, la più grande del Me<strong>di</strong>terraneo (seconda in Europa a Caprera, tra Punta Coda e il golfo <strong>di</strong> Porto Palma. Sul lato <strong>di</strong> Punta<br />
Iquella dei Glénans). Ha sede legale a Milano e due basi Coda sorgevano vecchi e<strong>di</strong>fici militari a<strong>di</strong>biti con il tempo a<br />
operative: quella principale (ed anche la prima ad essere nata) è camerate, mensa, servizi, aule <strong>di</strong> lezione per i corsi del primo<br />
situata presso l'isola <strong>di</strong> Caprera, mentre l'altra base si trova a livello. Successivamente si costruirono due piccoli villaggi <strong>di</strong> tucul<br />
Lerici, in Liguria. immersi nella macchia, uno ai pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> Monte Fico entro una<br />
La scuola fu creata nel 1967 da un'idea <strong>di</strong> Vittorio <strong>di</strong> Sambuy e <strong>di</strong> piccola cala, l'altro sulla sponda Ovest <strong>di</strong> Porto Palma, per<br />
Marco Notarbartolo <strong>di</strong> Sciara, allora presidente della Sezione <strong>di</strong> ospitare i corsi del perfezionamento (che iniziò nel 1974) e quello<br />
Milano della Lega Navale Italiana, che ottennero in concessione i <strong>di</strong> precrociera. Il corso <strong>di</strong> terzo livello denominato <strong>di</strong> crociera, che<br />
terreni su cui sorse il Centro dall'Ammiraglio Alessandro iniziò nel 1970, non <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> una base propria in quanto del tutto<br />
Michelagnoli, allora Capo <strong>di</strong> Stato Maggiore della <strong>Marina</strong> Militare itinerante. Furono successivamente costruite nella parte Ovest <strong>di</strong><br />
Italiana. Franco Brambilla, presidente del Touring Club Italiano, si Porto Palma anche una carpenteria per la costruzione e la<br />
associò con entusiasmo all'iniziativa degli amici Sambuy e manutenzione delle barche, una veleria, un'officina meccanica.<br />
Notarbartolo, garantendo in tal modo il vitale supporto Fu poi realizzata una rete idrica e furono installati dei generatori <strong>di</strong><br />
organizzativo e amministrativo del Touring Club. Infine Guido corrente.<br />
Colnaghi, che rappresentava in Italia l'associazione francese Il Centro Velico Caprera è "una scuola <strong>di</strong> mare e <strong>di</strong> vela". A<br />
dell'Ecole des Glénans, fornì lo spirito e la <strong>di</strong>dattica <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> altre scuole <strong>di</strong> vela si pone l'obiettivo <strong>di</strong> formare<br />
d'insegnamento che contrad<strong>di</strong>stinse fin dall'inizio il carattere <strong>di</strong>datticamente non solo dei velisti, ma persone che andranno in<br />
particolare della Scuola <strong>di</strong> Caprera. futuro per mare con coscienza e in sicurezza. Per questo motivo,<br />
Ai due Soci fondatori - Lega Navale Sezione <strong>di</strong> Milano e Touring l'organizzazione <strong>di</strong> tutta la base e dell'attività <strong>di</strong>dattica, è<br />
Club - si aggiunse nel 1975 l'Associazione Allievi che, oltre ad modellata per far capire all'allievo la vita <strong>di</strong> equipaggio. A tal fine gli<br />
assicurare la continuità <strong>di</strong> rapporto tra i frequentatori dei corsi allievi contribuiscono in prima persona al funzionamento della<br />
me<strong>di</strong>ante varie iniziative, collabora all'andamento tecnico del scuola, anche attraverso attività a terra, detta "comandata".<br />
CVC e alla promozione del reclutamento degli Istruttori volontari Durante la "comandata", l'allievo contribuisce al mantenimento<br />
sui quali tra<strong>di</strong>zionalmente si fonda l'andamento della Scuola. dell'or<strong>di</strong>ne e della pulizia alla base, contribuisce alla preparazione<br />
Il Centro Velico Caprera è una libera associazione senza fini <strong>di</strong> dei pasti, provvede alla gestione della veleria e della stazione<br />
lucro, membro dell'ISSA (International Sailing School ra<strong>di</strong>o della base. Questa attività è fondamentale per la<br />
Association) e socio dell'AISVE (Associazione Italiana Scuole <strong>di</strong> comprensione dei compiti che spetteranno all'allievo quando sarà<br />
Vela) e gli allievi che lo hanno frequentato sono stati più <strong>di</strong> 90.000. per mare. EB<br />
17
57025 Piombino (LI)<br />
Via del Salice, 12<br />
tel. 0565 225553<br />
mail: puntoe<strong>di</strong>lep@virgilio.it<br />
18
Caccia Imperiale<br />
Non solo mare<br />
<strong>di</strong> Silvio Pucci<br />
Recentemente nel curiosare tra antichi volumi, ho avuto modo <strong>di</strong> sfogliare un vecchio<br />
libro stampato nell'anno XV dell'E.F. cioè nel 1936, sulla Storia e Leggende del soggiorno<br />
<strong>di</strong> Napoleone I° all'Isola d'Elba, <strong>di</strong> Sandro Foresi, pronipote <strong>di</strong> quel Vincenzo Foresi che<br />
fù alla suite dell'Imperatore durante il suo soggiorno elbano.<br />
Tra le varie storie narrate nel libro, tutte curiose ed ine<strong>di</strong>te, riporto lo stralcio <strong>di</strong> un<br />
racconto particolarmente <strong>di</strong>vertente sulla figura <strong>di</strong> Napoleone cacciatore.<br />
“Napoleone pur maldestro cacciatore amava questo genere <strong>di</strong> sport e le auto padelle lo<br />
mettevano <strong>di</strong> buon umore. Non fù così però quando impallinò il Generale Messena. Non<br />
era detto che l'Imperatore delle cento battaglie, l'artigliere formidabile, dal cuore saldo e<br />
dall'occhio infallibile, dovesse essere un bravo cacciatore.<br />
All'Elba del resto si occupò <strong>di</strong> caccia, con una certa attività insolita ma non tanto per<br />
ammazzare le pernici che abbondavano, quanto per ammazzare il tempo o se non altro<br />
per ingannarlo.<br />
Il 25 Maggio 1814 fece cessare l'abuso invalso <strong>di</strong> esercitare la caccia in tutte le stagioni<br />
dell'anno e per <strong>di</strong> più senza avere ottenuto la regolare licenza <strong>di</strong> porto d'armi.<br />
La caccia volle si aprisse il 15 Agosto. Il porto d'armi con <strong>di</strong>sposizioni del 12 Luglio dello<br />
stesso anno veniva concesso me<strong>di</strong>ante tassa <strong>di</strong> 10 fr.<br />
L'Imperatore aveva progettato il taglio audace dell'istmo <strong>di</strong> Capo <strong>di</strong> Stella, in quel <strong>di</strong><br />
Lacona, per ridurre quel promontorio “pigra groppa <strong>di</strong> Ciclope che si è esteso negligente<br />
nell'onda” in ban<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> caccia modello. Capo <strong>di</strong> Stella era ferace <strong>di</strong> lepri e <strong>di</strong> pernici.<br />
Staccata una volta dalla terra doveva essere zona riservata solo a Napoleone.<br />
Aveva severamente proibito la caccia nella vallata <strong>di</strong> San Martino dove l'uccellagione era<br />
abbondante e dove specialmente ni<strong>di</strong>ficavano i canarini (ve<strong>di</strong> box) fra i boschi <strong>di</strong> lecci, le<br />
agavi, i fichi d'In<strong>di</strong>a, i rosmarini, gli aranci, i mandorli che costituivano la flora del luogo,<br />
tutta orientale ed odorosa.<br />
L'imperatore soleva inerpicarsi per le aspre pen<strong>di</strong>ci isolane col fucile a tracolla,<br />
instancabile, molte volte però non sparava colpo perché non si accorgeva della<br />
selvaggina: il suo pensiero era altrove. Invano il suo cane - non so <strong>di</strong> che razza fosse il<br />
suo Alì, lo chiamò come il suo fido servo, un francese travestito da mammalucco,<br />
abbaiava per<br />
richiamarlo alla realtà.<br />
Si spingeva spesso sul Perone e le sue battute <strong>di</strong> caccia finivano<br />
quasi sempre in serene me<strong>di</strong>tazioni in atteggiamenti<br />
contemplativi.”<br />
SP<br />
Avvenuta l'occupazione delle Canarie da parte degli<br />
Spagnoli (1311) il canarino fù tolto dall'avventurato clima<br />
delle Esperi<strong>di</strong>, generalmente ritenute suo paese natio ed<br />
importato dapprima in Spagna, poi anche negli altri stati<br />
d'Europa.<br />
Non tardò molto ad accattivarsi la simpatia delle classi<br />
ricche, le sole che a cagione del prezzo potevano<br />
permettersi il lusso <strong>di</strong> possederlo. Le signore dell'alta<br />
società ricevevano tenendo sull'in<strong>di</strong>ce della mano destra<br />
il loro beniamino pennuto. Diversi <strong>di</strong>pinti dell'epoca fanno<br />
fede <strong>di</strong> tale usanza.<br />
Limitando la ven<strong>di</strong>ta ai soli maschi, i commercianti<br />
spagnoli seppero mantenersi, per oltre un secolo,<br />
l'esclusività <strong>di</strong> questa lucrosa industria sino a tanto che,<br />
alla metà del secolo XVI un fatale ed impreve<strong>di</strong>bile<br />
avvenimento apportò alla loro speculazione un colpo<br />
mortale: una nave spagnola con a bordo un rilevante<br />
carico <strong>di</strong> canarini, in rotta per Livorno, colta da una bufera,<br />
fù sbattuta e sfracellata sugli scogli dell'Isola d'Elba. I<br />
canarini, liberati dal caso, cercarono ricovero e trovato il<br />
clima <strong>di</strong> loro pieno gra<strong>di</strong>mento vi rimasero e ni<strong>di</strong>ficarono.<br />
Gli elbani li presero, li allevarono ed esportarono per tutte<br />
le parti del mondo.<br />
Da Storie e Leggende sul soggiorno <strong>di</strong> Napoleone I°<br />
all'Isola d'Elba <strong>di</strong> Sandro Foresi E<strong>di</strong>zione del Giornale<br />
“Il Popolano” 1936<br />
SP<br />
19
Al termine della salitella che si prende deviando dalla Principessa, Dice <strong>di</strong> aver esaminato molti documenti dai quali emergerebbe<br />
Baratti appare in tutto il suo splendore fatto <strong>di</strong> storia e <strong>di</strong> ambiente come il recipiente da olio venisse in<strong>di</strong>cato con il nome <strong>di</strong><br />
naturale. Per chi entra nel suo golfo, dal mare, lo spettacolo è baractolus <strong>di</strong> genere maschile mentre, per in<strong>di</strong>care il contenitore<br />
altrettanto bello, da mozzafiato. Il sindaco <strong>di</strong> Piombino lo ha dei grani, si usasse baractula <strong>di</strong> genere femminile. Non contenta<br />
proposto come “patrimonio dell'umanità” e tale riconoscimento <strong>di</strong> aver scombussolato le nostre certezze, porta in campo anche la<br />
meriterebbe. Qui incontriamo la storia millenaria che inizia con gli data: portus Baractuli, per Baratti, è attestato fin dal 1117 mentre,<br />
Etruschi. Basta il nome. Qui si è lavorato il ferro ininterrottamente, Castrum Baractuli, lo si trova in Sardegna fin dal 1287. D'altra<br />
da quel tempo ad oggi, costituendo un vero e proprio museo parte, per noi toscani, non è un mistero che “barattolo” sia un<br />
all'aperto del lavoro umano. recipiente dove mettere qualcosa. Magari <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni<br />
Degli Etruschi scriverò in un altro numero e parlerò delle attività ma è, pur sempre, un contenitore! Comunque, dato atto e merito<br />
archeologiche legate al nome <strong>di</strong> Isidoro Falchi e <strong>di</strong> Fabio Fedeli. alla stu<strong>di</strong>osa, noi continuiamo a preferire Baratti a Barattoli anche<br />
Oggi, scrivo <strong>di</strong> Baratti come porto e torre costiera. Intanto, perché perché, con quest'ultimo nome, avremmo ben poche speranze <strong>di</strong><br />
si chiama così? ottenere il riconoscimento chiesto dal Sindaco.<br />
Ne parla lo stu<strong>di</strong>oso locale Mauro Carrara nel suo libro “Torri e Mi sono intrattenuto a lungo sull'origine del toponimo ma il gioco<br />
<strong>di</strong>fese costiere del Principato <strong>di</strong> Piombino” e<strong>di</strong>to nel 2000. Carrara ne valeva la candela, o così credo. E, il porto? L'inglese C.H.<br />
parte dall'ipotesi avanzata dal prof. Romualdo Cardarelli secondo Wilson, nel 1832, <strong>di</strong>segna il golfo con Populonia in alto, la torre<br />
cui “la città (Populonia) restò abbandonata, ma un resto <strong>di</strong> vita della Casaccia nel mezzo e la torre <strong>di</strong> Baratti sul mare.<br />
rimase nel suo porto presso il quale sorse un castelluccio che si La Casaccia è una costruzione che si eleva a 30 metri circa sul<br />
chiamò Baratti come il porto stesso…” nella nota scrive: “il nome livello del mare ergendosi su quella a riva. Forse venne costruita<br />
parrebbe significare mercato e certo il castello si trova a contatto più in alto per meglio avvistare flottiglie nemiche o ritenute tali, da lì<br />
del porto…”. Tale ipotesi ce la siamo portata <strong>di</strong>etro per un sacco <strong>di</strong> si vede anche Populonia, che poteva essere avvisata circa<br />
tempo perché realistica e <strong>di</strong> facile comprensione.<br />
Però, mai <strong>di</strong>re mai quando si tratta <strong>di</strong> storia. E, così, la stu<strong>di</strong>osa<br />
eventuali pericoli.<br />
Catia Renzi Rizzo avanza un'altra ipotesi ritenuta più cre<strong>di</strong>bile.<br />
La Casaccia. Lato Ovest<br />
20<br />
Il porto <strong>di</strong> Baratti<br />
Controversia fra stu<strong>di</strong>osi sull’origine del nome<br />
C.H. Wilson, 1832.<br />
Il Golfo <strong>di</strong> Baratti con la Torre,<br />
la Casaccia e Populonia<br />
<strong>di</strong> Gianfranco Benedettini
La Torre<br />
Naturalmente, le torri erano armate, sennò che torri sarebbero state?<br />
Il castellano Girolamo Speran<strong>di</strong>o (beh, il cognome la <strong>di</strong>ce lunga) nel 1749, ce ne illustra la<br />
dotazione. Quattro cannoni <strong>di</strong> ferro, tre dei quali inservibili (sic); sei fucili, uno solo efficiente<br />
(sic); due spingarde, una inservibile perché priva dell'acciarino; quattro sciabole, quattro<br />
baionette, trentasei palle <strong>di</strong> cannone, due battipalla e ottanta libbre <strong>di</strong> polvere. Sotto <strong>di</strong> lui, un<br />
soldato.<br />
Non c'era da stare allegri! Altri documenti riportano le lamentele dei castellani succeduti a<br />
Speran<strong>di</strong>o ma il personale non aumentava, l'efficienza dell'armamentario neppure, c'era,<br />
davvero da sperare in Dio.<br />
Queste costruzioni si possono vedere anche oggi. Presentano <strong>di</strong>verse mo<strong>di</strong>fiche ma<br />
conservano l'originaria struttura.<br />
E, il porto? Era come ora. Un approdo naturale, reso sicuro dai colli del Promontorio, fondale<br />
basso con tutto quel che ne consegue. Ma è lì, a Baratti che, proprio nell'estate vive la sua<br />
stagione più bella.<br />
GB<br />
Le fotografie sono tratte dai libri:<br />
“Ricordo <strong>di</strong> Piombino 1899-1940” <strong>di</strong> Valerio Guerrieri - Ed. Stu<strong>di</strong>o GE 9, 1988<br />
“Torri e <strong>di</strong>fese costiere del Principato <strong>di</strong> Piombino” <strong>di</strong> Mauro Carrara<br />
- Ed. Bandecchi & Vival<strong>di</strong>, 2000<br />
Il Golfo <strong>di</strong> Baratti ripreso dall’altura <strong>di</strong> Populonia, con il pontile per la spe<strong>di</strong>zione della scoria <strong>di</strong> ferro<br />
21
Cominciai a interessarmi alla pesca del tonno col sistema della<br />
tonnara, alla fine degli anni '90 mentre stu<strong>di</strong>avo cinema a Roma.<br />
Per prepararci a un incontro col regista Vittorio De Seta, noi<br />
studenti vedemmo tutti i suoi documentari girati negli anni '50 fra<br />
Sicilia, Calabria e Sardegna. Rimasi particolarmente colpito da un<br />
documentario intitolato “Conta<strong>di</strong>ni del mare”, girato nel 1955 nella<br />
tonnara <strong>di</strong> Granitola, in Sicilia.<br />
Quello che più mi affascinò del film, oltre alla drammaticità della<br />
sequenza della mattanza, fu la solenne gestualità dei tonnarotti, i<br />
quali svolgevano tutte le operazioni con la cadenza ritmica <strong>di</strong> un<br />
vero e proprio rituale. Grazie a quel film mi appassionai a una<br />
realtà che in Sardegna affonda ra<strong>di</strong>ci profonde. Si hanno infatti<br />
notizie <strong>di</strong> alcune tonnare attive nel Sulcis già nel XVI secolo.<br />
In quel territorio, la pesca era stata portata avanti pressoché<br />
incessantemente fino alla seconda metà del secolo scorso,<br />
quando alcuni fattori, tra cui l'inquinamento prodotto dal sito<br />
industriale <strong>di</strong> Portovesme, contribuirono a limitare la presenza dei<br />
tonni e l'attività fu interrotta.<br />
Da qualche anno questi avevano però ripreso a transitare<br />
numerosi in quel tratto <strong>di</strong> mare e si era pensato <strong>di</strong> provare a calare<br />
nuovamente le tonnare nei luoghi in cui venivano calate in<br />
passato. Approfittando del nuovo interesse per la pesca del tonno,<br />
nel 2003 decisi <strong>di</strong> girare un documentario per raccontare il lavoro<br />
dei tonnarotti sulcitani. Lo intitolai “La leggenda dei santi<br />
pescatori”, citando un'antica leggenda secondo la quale due<br />
pescatori <strong>di</strong> nome Pietro e Antioco, poi <strong>di</strong>venuti santi,<br />
approdarono con la loro barca nelle coste sud-occidentali della<br />
Sardegna e insegnarono ai pescatori locali il sistema della<br />
tonnara.<br />
Contattai una cooperativa <strong>di</strong> pescatori che aveva calato le reti per<br />
la prima volta, dopo <strong>di</strong>versi anni <strong>di</strong> fermo, a Cala Vinagra, nell'isola<br />
<strong>di</strong> San Pietro. Mi fu permesso <strong>di</strong> uscire con i pescatori per fare le<br />
riprese. Intendevo adottare lo stesso registro narrativo del film <strong>di</strong><br />
De Seta. Ossia niente voce narrante e niente musica. Solo le<br />
immagini della pesca accompagnate dalle voci dei pescatori.<br />
L'attività che volevo documentare si presta particolarmente a<br />
22<br />
La tonnara <strong>di</strong> Cala Vinagra <strong>di</strong> Daniele Atzeni<br />
questo tipo <strong>di</strong> operazione. Infatti la pesca in tonnara conserva al<br />
suo interno una sorta <strong>di</strong> sceneggiatura “naturale”, scritta per mano<br />
<strong>di</strong> tutti i tonnarotti che l'hanno praticata nel corso dei secoli.<br />
La pesca è scan<strong>di</strong>ta da vari momenti concatenati fra loro, nei quali<br />
la tensione si alza e si abbassa come nei migliori script,<br />
provocando il classico effetto a “onda”, che raggiunge il climax con<br />
la mattanza finale.<br />
Il giorno della mattanza partimmo dal porto <strong>di</strong> Calasetta (isola <strong>di</strong><br />
Sant'Antioco) alle cinque e mezzo. Il barcareccio era composto da<br />
cinque “bastarde”, imbarcazioni <strong>di</strong> legno a remi, adatte per le<br />
operazioni in tonnara, due vascelli e una “musciara”, tipica<br />
barchetta con la quale il raìs, il capo dei tonnarotti, può spostarsi<br />
agevolmente all'interno della tonnara. Poi c'era un rimorchiatore<br />
che doveva trainare tutte le barche, <strong>di</strong>sposte in fila in<strong>di</strong>ana, fino a<br />
destinazione.<br />
La ciurma era composta da una trentina <strong>di</strong> tonnarotti. In passato<br />
era molto più numerosa, composta anche da un centinaio <strong>di</strong><br />
elementi. Questo perché le reti erano molto più pesanti e si<br />
necessitava della forza <strong>di</strong> più braccia per issarle a bordo.
Dopo un viaggio <strong>di</strong> circa un'ora e mezzo, arrivammo alla tonnara,<br />
segnalata dalle boe per tutto il suo perimetro. La struttura della<br />
tonnara è rimasta pressoché invariata nel corso del tempo. Si<br />
tratta <strong>di</strong> un complesso <strong>di</strong> reti sud<strong>di</strong>viso in “camere”, collegato alla<br />
terraferma tramite una lunga rete chiamata “pedale”. Essa<br />
fornisce un percorso obbligato per i tonni, che vengono<br />
convogliati in questo modo nella tonnara. Qui passano da una<br />
camera all'altra attraverso degli ingressi che vengono aperti e<br />
chiusi dai pescatori per mezzo <strong>di</strong> reti chiamate “leve”. Il percorso<br />
dei tonni si conclude nell'ultima camera, detta “camera della<br />
morte”, dove vengono catturati dai pescatori.<br />
Alle nove in tonnara faceva già un gran caldo e i tonnarotti erano<br />
costretti a lavorare sotto un sole cocente. Dopo alcune operazioni,<br />
<strong>di</strong>sposero le barche su tre lati della camera della morte, e salirono<br />
tutti quanti nel vascello sul quale ero imbarcato. Si attese il<br />
passaggio dei tonni per poi chiudere la leva al comando del raìs.<br />
L'attesa durò <strong>di</strong>versi minuti, durante i quali la ciurma non fiatò. Poi,<br />
all'improvviso, il silenzio fu rotto dalla voce del raìs, che <strong>di</strong>ede<br />
l'or<strong>di</strong>ne. I tonnarotti, incitandosi a vicenda, tirarono le cime della<br />
leva, che chiuse la camera intrappolando i tonni. Poi<br />
cominciarono a issare a bordo il fondo mobile della camera della<br />
morte, avvicinandosi in questo modo alle altre imbarcazioni e<br />
spingendo in superficie i tonni. Fino a quando questi emersero e<br />
cominciarono a <strong>di</strong>menarsi violentemente, producendo una gran<br />
schiuma. Il quadrato era chiuso e ora non rimaneva altro che<br />
catturare i tonni. In passato venivano arpionati e issati a bordo con<br />
la sola forza delle braccia. Ora si utilizzano dei paranchi che<br />
consentono <strong>di</strong> faticare meno e <strong>di</strong> conservare intatta la carne dei<br />
tonni, così come richiesto dai compratori giapponesi, che si<br />
accaparrano quasi tutto il pescato. La mattanza non è più cruenta<br />
come un tempo, quando il mare si tingeva completamente <strong>di</strong><br />
rosso, ma comunque conservava una certa drammaticità.<br />
I tonni pescati erano pochi e <strong>di</strong> piccola taglia, ma ci fu comunque<br />
sod<strong>di</strong>sfazione poiché c'erano buone prospettive per il futuro. I<br />
tonnarotti mangiarono e si riposarono un po', in attesa <strong>di</strong><br />
riprendere la via del rientro. Non prima <strong>di</strong> aver issato nel vascello<br />
la ban<strong>di</strong>era crociata che in<strong>di</strong>ca l'avvenuta mattanza.<br />
DA<br />
Daniele Atzeni è nato a Iglesias nel 1973 e si è <strong>di</strong>plomato in regia cinematografica alla NUCT <strong>di</strong> Roma. Vive in Sardegna dove lavora<br />
come regista, operatore <strong>di</strong> ripresa e montatore e insegna cinema negli istituti superiori e nei corsi <strong>di</strong> formazione.<br />
Nel 2009 ha fondato la casa <strong>di</strong> produzione Araj Film.<br />
Filmografia: Senza titolo (1999, cm), Racconti dal sottosuolo (2002, doc), Cielo <strong>di</strong> roccia (2004, doc), La leggenda dei santi<br />
pescatori (2005, doc), C'era una volta la miniera e c'è ancora (2005, doc), La via dell'argento (2008, doc), Sole nero (2010, doc).<br />
Le immagini sono tratte dal documentario La leggenda dei santi pescatori.<br />
Per informazioni e trailer visitare la pagina http://www.arajfilm.it/leggenda_dei_santi_pescatori.html<br />
Per vedere il documentario visitare il sito http://www.sardegna<strong>di</strong>gitallibrary.it<br />
23
<strong>Marina</strong> <strong>di</strong> <strong>Salivoli</strong> int. 5/b - 57025 PIOMBINO (LI)<br />
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Salsa calda <strong>di</strong> aglio e acciughe<br />
La Kambusa <strong>di</strong> Silvio Pucci<br />
Il celebre navigatore Bernard Moitessier era solito consumare quoti<strong>di</strong>anamente <strong>di</strong>versi spicchi <strong>di</strong> aglio<br />
crudo per curarsi. Del resto è risaputo il potere terapeutico e antibiotico degli appartenenti alla famiglia<br />
delle liliacee commestibili (aglio, scalogno, cipolla, ecc.) ampiamente usati per insaporire gran parte dei<br />
piatti e per costituire la base in<strong>di</strong>spensabile <strong>di</strong> sughi e salse.<br />
Vi suggeriamo pertanto la presente ricetta, <strong>di</strong> facile preparazione anche in barca, in<strong>di</strong>cata per<br />
accompagnare il pesce ma anche per con<strong>di</strong>re verdure crude e cotte.<br />
Portare ad ebollizione in un piccolo recipiente una testa d'aglio <strong>di</strong>visa in spicchi sino a quando non<br />
saranno sufficientemente morbi<strong>di</strong> da schiacciare con una forchetta.<br />
Gettate l'acqua della bollitura e schiacciate gli agli in una terrina, unire 100 gr. <strong>di</strong> acciughe accuratamente<br />
<strong>di</strong>sliscate e <strong>di</strong>ssalate, aggiungere mezzo bicchiere <strong>di</strong> olio extra vergine <strong>di</strong> oliva, e a fuoco lento<br />
amalgamate tutti gli ingre<strong>di</strong>enti sino ad ottenere una composizione omogenea.<br />
A questo punto aggiungere 100 gr. <strong>di</strong> crema <strong>di</strong> formaggio, potete usare del mascarpone o formaggi più<br />
magri come robiola o quei formaggi morbi<strong>di</strong> confezionati, si continua la cottura per il tempo necessario a<br />
ottenere un composto <strong>di</strong> giusta densità: se dovesse essere troppo denso, basterà aggiungere un po' <strong>di</strong><br />
latte.<br />
SP<br />
25
26<br />
NARRATIVA E SAGGISTICA<br />
<strong>di</strong> Emanuele Bravin<br />
L’ultima grande avventura <strong>di</strong> Sir Peter Blake<br />
Autore: Peter Blake<br />
E<strong>di</strong>tore: Mattioli<br />
Nel novembre 2000 Sir Peter Blake parte per la prima<br />
missione ecologista <strong>di</strong> blakexpe<strong>di</strong>tions nel cuore delle<br />
aree a rischio del pianeta.<br />
Salpato a bordo del Seamaster dal porto <strong>di</strong> Auckland,<br />
Nuova Zelanda, Blake raggiunge i Mari antartici e<br />
doppia Capo Horn, per poi esplorare le coste<br />
frastagliate del Beagle Canal, sull'estremità<br />
meri<strong>di</strong>onale del Sud America.<br />
Il Seamaster si spinge quin<strong>di</strong> ai 70 gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> latitu<strong>di</strong>ne<br />
sud, tra gli iceberg dell'Antartide. La navigazione<br />
procede verso nord al largo delle coste<br />
sudamericane, fino al Brasile: qui Blake ed i suoi<br />
risalgono per 1400 miglia il Rio delle Amazzoni e del<br />
Rio Negro.<br />
Questo libro raccoglie i <strong>di</strong>ari <strong>di</strong> bordo del leggendario<br />
skipper neozelandese, insieme alle spettacolari<br />
immagini della sua ultima, grande avventura.<br />
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