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Monologhi - Amici di Gesù

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MONOLOGHI - Due “figlie”, un padre e…….<br />

<strong>di</strong> Marco Cicoletti<br />

Io sono la ragazza<br />

Io sono la ragazza. Mio padre si chiama Giairo. Ricordo perfettamente il giorno in cui<br />

tutto cambiò. Avevo circa do<strong>di</strong>ci anni allora. Fino a quel momento ero stata una<br />

ragazza sana e forte che si preparava a <strong>di</strong>ventare donna. Improvvisamente, un giorno<br />

mi ammalai. In un primo momento pensai che si trattasse <strong>di</strong> una banalissima influenza<br />

che mi faceva sentire debole ma che sarebbe presto passata; ma col passare dei giorni,<br />

le cose cominciarono a precipitare: invece <strong>di</strong> migliorare, io peggioravo. Era terribile<br />

vedere i miei genitori preoccupati e spaventati per me. Ormai non riuscivo più ad<br />

alzarmi dal letto. Mi sentivo sempre più debole; a quel punto, la malattia si era<br />

impossessata non solo del corpo ma anche della mia mente e del mio cuore. Poi<br />

accadde qualcosa <strong>di</strong> molto strano: sentii le mie forze abbandonarmi e il corpo separarsi<br />

dall’anima; non ricordo più nulla dopo questa strana sensazione. Dopo ciò, il buio<br />

totale come se tutte le lampade si fossero spente. Improvvisamente. Mancanza <strong>di</strong><br />

energia. Black-out totale. Pochi istanti prima del buio totale, ricordo i volti <strong>di</strong> mio padre<br />

e mia madre. Doveva esserci tanta gente attorno a me.<br />

Credo <strong>di</strong> aver u<strong>di</strong>to la voce <strong>di</strong> mio padre mentre accennava ad un rabbino <strong>di</strong> nome<br />

<strong>Gesù</strong>. Papà <strong>di</strong>ceva che forse, se il rabbi fosse venuto, avrebbe potuto fare un miracolo<br />

ed il Signore mi avrebbe guarita. Ricordo che mio padre entrò nella mia stanza per<br />

<strong>di</strong>rmi ad<strong>di</strong>o e poi uscì <strong>di</strong> casa. Voleva <strong>di</strong>re arrivederci ma il suo ciao era pieno <strong>di</strong> dolore,<br />

paura e <strong>di</strong>sperazione. Era un ad<strong>di</strong>o più che un arrivederci. Tutto mi appariva strano,<br />

surreale, una sensazione mai provata in precedenza. Avevo un grande sonno …. e così<br />

mi addormentai. Più che dormire fu come precipitare in un abisso. Il sonno mi aveva<br />

inghiottita. Poi …. non ricordo cosa sia successo dopo……<br />

La prima cosa che ricordo nitidamente dopo quel sonno profondo è il suono <strong>di</strong> una<br />

voce: una voce dolce e gentile ...ma ferma e con tono autoritario, un tono deciso <strong>di</strong><br />

comando ... la voce più bella che io abbia mai u<strong>di</strong>to. Mi parlava nella mia lingua: Talità<br />

kum... “Fanciulla, io <strong>di</strong>co a te: alzati!”. Appena u<strong>di</strong>to quelle parole <strong>di</strong> quella ammirabile<br />

voce, io volli obbe<strong>di</strong>re con tutta me stessa! E così aprii gli occhi – e…… <strong>Gesù</strong> era lì<br />

davanti ai miei occhi.. Era bellissimo!<br />

La prima persona che vi<strong>di</strong>, dopo quel sonno mortale, fu proprio Lui. la causa del mio<br />

ritorno in vita. Quin<strong>di</strong>, feci come mi aveva comandato, mi alzai dal letto e mi misi a<br />

camminare per la stanza insieme a Lui. Lui mi sosteneva; stranamente avvertii le forze<br />

1


tornare completamente in me. Un senso <strong>di</strong> calore che dal cuore giunse fino alle<br />

estremità del mio essere. Mia madre e mio padre erano lì - erano così felici <strong>di</strong> vedermi!<br />

In un primo momento, non riuscivo a capire perché piangessero o perché ci fossero<br />

tutte quelle persone in lutto là fuori. Poi mi <strong>di</strong>ssero che ero “stata” morta fino all’arrivo<br />

<strong>di</strong> <strong>Gesù</strong>. Ma poi, Egli aveva parlato con autorità rivolgendosi verso la mia salma - da<br />

quel momento la luce tornò ed insieme ad essa anche i ricor<strong>di</strong>. Ricordo quanto fossi<br />

malata e debole ma i miei ricor<strong>di</strong> si fermano li. Il resto della storia lo conosco perché mi<br />

è stato raccontato; una cosa posso <strong>di</strong>re: quando uscimmo per la porta della mia stanza,<br />

all’inizio, tutti gridarono per lo spavento. Sembrava che avessero visto un fantasma.<br />

Io sono la donna<br />

Io sono la donna. Dopo ciò che mi è accaduto quel giorno, non sono stata più la stessa.<br />

Nessuno mi conosceva e a <strong>di</strong>re il vero ….. nessuno mi ha mai chiesto come mi chiamo….<br />

Comunque da quel giorno la gente non fa altro che sbirciare attraverso la finestra della<br />

Bibbia per ascoltare la mia testimonianza e molti trovano coraggio. Così continuo con<br />

grande gioia e in modo sempre vivo a raccontarla. Mi sembra ieri e son passati duemila<br />

anni!!<br />

Io avevo quasi totalmente rinunciato alla speranza <strong>di</strong> poter star bene <strong>di</strong> nuovo. Stavo<br />

così da do<strong>di</strong>ci anni. Do<strong>di</strong>ci anni <strong>di</strong> dolore. Do<strong>di</strong>ci anni <strong>di</strong> sofferenza. Peggio ancora -<br />

do<strong>di</strong>ci anni <strong>di</strong> ostracismo sociale ed impossibilità <strong>di</strong> partecipare pienamente alla vita<br />

della mia comunità e della sinagoga. Il modo in cui perdevo sangue mi rendeva<br />

ritualmente impura e dovevo stare attenta a non rendere anche gli altri immon<strong>di</strong>. Ho<br />

cercato aiuto dai me<strong>di</strong>ci; a <strong>di</strong>re il vero, ho speso tutti i miei risparmi cercando un<br />

miglioramento. Invece, ogni giorno che passava stavo peggio ed ero sempre più povera.<br />

Così dopo il male anche la paura <strong>di</strong> come fare per tirare avanti. Non potevo lavorare ed<br />

anche se avessi potuto fare qualcosa, quel qualcosa veniva ritenuto impuro perché<br />

proveniva da me.<br />

Secondo la legge, infatti, ciò che mi rendeva impura, faceva <strong>di</strong> me una fonte <strong>di</strong> impurità.<br />

Tutto ciò che toccavo era reso impuro. Ormai ero sull’orlo della <strong>di</strong>sperazione. Avevo<br />

pregato ma Dio non si era fatto vivo. Chissà, pensavo, anche le mie preghiere sono<br />

contaminate!! Ero sull’orlo della <strong>di</strong>sperazione. Oggi conoscete l’AIDS ed anche io ho<br />

visto lo spot televisivo degli anni ottanta: il contagiato con l’aura viola attorno alla sua<br />

persona. Quando l’ho visto la prima volta ho lodato chi lo avesse creato: quella è la<br />

sensazione in cui chi è impuro, contaminato, si sente. Un lebbroso insomma. Spot<br />

azzeccato.<br />

2


Poi un giorno sentii parlare <strong>di</strong> <strong>Gesù</strong>. Hai sentito cosa ha fatto al lebbroso tal dei tali?<br />

<strong>Gesù</strong> ha toccato quell’uomo ed è guarito. Poi ne ha guarito un altro ….. anche se era <strong>di</strong><br />

sabato. Continuavo a sentire dalla finestra i racconti dei miracoli che <strong>Gesù</strong> aveva<br />

compiuto. E così pensai tra me e me - se si è degnato <strong>di</strong> toccare un lebbroso che, come<br />

me, è considerato intoccabile esponendosi al rischio <strong>di</strong> contaminazione fisica e morale<br />

ed ha guarito un uomo <strong>di</strong> sabato quando non è lecito …… fare nulla anche se <strong>di</strong> buono…<br />

beh, forse, sarà <strong>di</strong>sposto anche a guarire una persona come me.<br />

Così quando mi giunse voce che <strong>Gesù</strong> era tornato <strong>di</strong> nuovo nella nostra città, combattei<br />

dentro <strong>di</strong> me da una parte se dovessi rispettare la legge che mi impe<strong>di</strong>va <strong>di</strong> accostarmi<br />

a qualcuno e dall’altra con la spinta della <strong>di</strong>sperazione totale e dell’opportunità da non<br />

lasciarmi sfuggire; così, mi coprii e …… andai a vederlo. Tanto non avevo nulla da<br />

perdere. Ero già costretta a vivere in casa e li sarei comunque rimasta. Uscii <strong>di</strong> casa e<br />

subito mi sentii incoraggiata dalla decisione presa e determinata a vincere ogni<br />

ostacolo che avrei trovato per strada: la folla che sarebbe scappata alla mia vista e che,<br />

però, mi avrebbe permesso <strong>di</strong> arrivare fino a lui. Tutti mi avrebbero guardata con<br />

<strong>di</strong>sdegno ma la posta in gioco era troppo importante per me. Dovetti lottare contro la<br />

voce interiore della Legge che mi ricordava l’illecito della mia azione ma non c’era<br />

alternativa. E così scommessi tutto sull’unica posta: dovevo arrivare fino a <strong>Gesù</strong>.<br />

C'erano molte persone lì ... Cercai <strong>di</strong> avvicinarmi a <strong>Gesù</strong> velocemente ma, in un primo<br />

momento, la calca attorno alla sua persona era tanta. Vedevo malati <strong>di</strong> ogni genere che<br />

facevano ressa….mi scoraggiai..tutti volevano arrivargli più vicino possibile e poi….<br />

Poi scorsi una figura familiare: si trattava <strong>di</strong> uno dei capi della sinagoga - tanto che<br />

provai un tonfo al cuore – anch’egli nel <strong>di</strong>sperato tentativo <strong>di</strong> raggiungere <strong>Gesù</strong>; la sua<br />

figura mi intimorì: mi ricordò le parole della Legge <strong>di</strong> Mosè. Abbassai lo sguardo e mi<br />

protesi in avanti.. allora pensi tra me che, avvicinandomi a lui, avrei avuto la possibilità<br />

<strong>di</strong> arrivare a <strong>Gesù</strong> perché tutti, conoscendo chi fosse, lo avrebbero lasciato passare. Fui<br />

così vicina al capo della sinagoga che, nonostante il rumore della folla, riuscii a sentire<br />

la ragione della sua presenza: chiedeva a <strong>Gesù</strong> <strong>di</strong> andare a casa sua per salvare la figlia<br />

morente. E <strong>Gesù</strong> acconsentì. Io non volevo fermare il Maestro impedendogli <strong>di</strong> andare<br />

ad aiutare quel povero uomo. Anche lui era <strong>di</strong>sperato come me.<br />

Fu allora che lo vi<strong>di</strong> spogliato degli abiti <strong>di</strong> autorità; vi<strong>di</strong> un uomo e non il capo della<br />

sinagoga. Eravamo entrambi mossi dalla <strong>di</strong>sperazione e dalla fiduciosa speranza che<br />

<strong>Gesù</strong> e solo lui potesse fare qualcosa per noi. Mi chiesi cosa fare - <strong>Gesù</strong> non si sarebbe<br />

fermato in quel momento per aiutare me perché era già in procinto <strong>di</strong> andare a<br />

soccorrere quella povera creatura. Più giovane <strong>di</strong> me. Ma non potevo darmi per vinta;<br />

sapevo quanto avessi bisogno <strong>di</strong> esser guarita e sapevo che <strong>Gesù</strong> aveva il potere <strong>di</strong><br />

aiutarmi. E così pensai: "non c’è bisogno che si fermi. Basta solo che gli tocchi le vesti e<br />

sarò guarita”.<br />

Sai perché <strong>di</strong>ssi ciò? Perché era come se da lui emanasse una forza che guarisce. Era<br />

avvolto <strong>di</strong> una potenza che rinvigoriva. Io stessa avvertivo questa forza attorno a Lui.<br />

Inoltre se io avessi toccato le sue vesti mentre era in movimento, anche se ero impura<br />

secondo la legge, non se ne sarebbe accorto. Così mi feci più vicina possibile ….. stesi la<br />

mano….. e riuscii a toccare il lembo del suo mantello. Come le mie <strong>di</strong>ta toccarono quelle<br />

vesti, fu come infilarle nella presa elettrica. Seppi istantaneamente dentro <strong>di</strong> me – non<br />

chiedermi come ma successe – che ero guarita. E subito dopo questa certezza interiore<br />

3


sentii che l'emorragia si era fermata! In qualche modo sapevo anche <strong>di</strong> non aver reso<br />

<strong>Gesù</strong> impuro dopo averlo toccato ... anzi, proprio l’aver toccato Lui mi aveva resa pura -<br />

dentro e fuori. Avrei voluto gridare <strong>di</strong> gioia - ma non potevo perché tutti avrebbero<br />

saputo quello che avevo fatto e non avrei dovuto osare. Ero fuori <strong>di</strong> me e mi era<br />

<strong>di</strong>fficilissimo contenere quella gioia.<br />

Stavo ormai <strong>di</strong>leguandomi tra la folla per svignarmela via quando <strong>Gesù</strong> si fermò,<br />

cominciò a guardarsi attorno tra la folla chiedendo: "Chi mi ha toccato?", quin<strong>di</strong>,<br />

continuò aggiungendo un particolare: "Chi mi ha toccato le vesti?". Gli uomini che gli<br />

stavano attorno erano perplessi. Non capivano. Uno <strong>di</strong> loro gli rispose facendogli<br />

notare che la domanda era fuori luogo vista la ressa ma <strong>Gesù</strong> non si lasciò smuovere.<br />

Continuò a scrutare finché scorse i miei occhi. Era come a scuola quando il professore<br />

sbircia dall’alto in basso il registro per chiamare l’interrogato. Quasi svenni per la<br />

paura. A quel punto gli fu facile identificare il colpevole. Ero paonazza!! Egli aveva<br />

capito tutto. Intanto tra la calca non facevamo che guardarci l’uno con l'altro ma sapevo<br />

che non potevo più nascondermi: voleva che mi facessi avanti. Così, tremante, mi feci<br />

avanti e mi gettai ai suoi pie<strong>di</strong> raccontandogli tutto: la malattia e il mio stato <strong>di</strong><br />

impurità, la mia paura, la mia speranza. E gli <strong>di</strong>ssi anche come lo avevo toccato – e<br />

mentre parlavo, molti tra i presenti si lanciavano occhiate mormorando contro <strong>di</strong> me.<br />

Ma <strong>Gesù</strong> mi sorrise e mi aiutò ad alzarmi da terra. Poi <strong>di</strong>sse qualcosa <strong>di</strong> strano ... "Figlia,<br />

la tua fede ti ha salvata. Vai in pace e sii guarita dal tuo male". Cosa? La mia fede mi ha<br />

guarita? Io e lui sapevamo bene che a guarirmi era stato il suo potere, quella forza che<br />

emana da lui. Ma suppongo che un po’ <strong>di</strong> fede l’abbia avuta - la fede per non gettare la<br />

spugna quando il me<strong>di</strong>co mi <strong>di</strong>sse che non avevo più alcuna speranza ... la fede per non<br />

<strong>di</strong>sperare quando ho continuato a peggiorare ... la fede per credere che <strong>Gesù</strong> potesse<br />

guarire….. e volesse guarire anche me ... la fede <strong>di</strong> stendere la mia mano e toccarlo. La<br />

potenza <strong>di</strong> Dio ...... e la mia fede!<br />

Io sono Giairo<br />

Io sono Giairo. Sono il capo della sinagoga della nostra città. Sono anche il padre <strong>di</strong> una<br />

ragazza che amo molto. Non molto tempo fa accadde un fatto terribile che mi fece<br />

pensare <strong>di</strong> aver perso mia figlia. Aveva do<strong>di</strong>ci anni quando improvvisamente si<br />

ammalò gravemente con febbre altissima. Allora ci mettemmo a pregare seriamente e<br />

tutta la comunità si unì a noi, pazientammo e facemmo tutto ciò che era in nostro<br />

potere ma la situazione invece <strong>di</strong> migliorare peggiorò. Col passare dei giorni, mia figlia<br />

si indeboliva sempre più e più volte fu vicina alla morte. Fu allora che sentii un gran<br />

rumore <strong>di</strong> gente fuori <strong>di</strong> casa; qualcuno mi <strong>di</strong>sse che si trattava <strong>di</strong> gruppo <strong>di</strong> persone<br />

4


che si stava <strong>di</strong>rigendo verso il lago per incontrare un certo <strong>Gesù</strong>. Personalmente avevo<br />

sentito già parlare <strong>di</strong> questo <strong>Gesù</strong> ed avevo visto alcune cose “strane” accadute dopo la<br />

sua pre<strong>di</strong>cazione: un cieco aveva iniziato a vedere… La gente <strong>di</strong>ceva che era un rabbino<br />

<strong>di</strong> Nazareth con grande fama <strong>di</strong> taumaturgo che, quando imponeva le mani sui malati,<br />

questi venivano guariti. Voci <strong>di</strong> popolo….. sai come vanno le cose, la gente ingran<strong>di</strong>sce<br />

tutto ed è sempre in cerca del miracoloso…. Poi con tutti questi se<strong>di</strong>centi “unti” <strong>di</strong> Dio<br />

che promettono miracoli ingannando la gente…!!!<br />

Però….mai <strong>di</strong>re mai. Chissà forse avevano ragione e del resto io il cieco <strong>di</strong> via Roma lo<br />

conoscevo…da sempre…. Che abbia sempre finto <strong>di</strong> esserlo? No. Non mi pareva il tipo. E<br />

poi non solo ora ci vedeva, ora non faceva che lodare Dio in ogni cosa…. era pieno <strong>di</strong><br />

gioia…. era vivo come un bimbo appena nato!! Direi che era “rinato”! Ma la perplessità<br />

rimaneva: esaltazione collettiva?? E se invece la cosa era vera? Del resto nessuno mai<br />

ha iniziato a vedere a seguito <strong>di</strong> un fenomeno <strong>di</strong> esaltazione religiosa collettiva.<br />

Appena mi riferirono della folla e <strong>di</strong> quel <strong>Gesù</strong> mi parve come se Jahwh mi invitasse a<br />

vincere le mie ritrosie. Del resto avevo anche la responsabilità <strong>di</strong> verificare se si<br />

trattasse <strong>di</strong> un folle o <strong>di</strong> un vero profeta. Ammetto che fino a quel giorno non avevo<br />

nutrito molto interesse per il fenomeno: io avevo Mosè, le Scritture….<br />

Ma quel giorno tutto era <strong>di</strong>verso. Questa volta era mia figlia che stava morendo e non la<br />

figlia <strong>di</strong> qualcun altro….<br />

Una coincidenza? Un invito <strong>di</strong>vino? Non avevo tempo per riflettere troppo e come seppi<br />

del luogo in cui si sarebbe radunata la gente, guardai con dolore mia figlia, mi guardai<br />

dentro e nel giro <strong>di</strong> cinque secon<strong>di</strong> ero già fuori <strong>di</strong> casa anch’io in cammino verso<br />

questo <strong>Gesù</strong>!! Del resto non avevo altra chance! Valeva la pena tentare. Se davvero era<br />

come <strong>di</strong>cevano, avrei riavuto mia figlia altrimenti avrei potuto pubblicamente<br />

ad<strong>di</strong>tarlo come un ciarlatano ed impe<strong>di</strong>re che tornasse <strong>di</strong> nuovo in città. “Ho tentato<br />

tutto il possibile e mia figlia sta morendo, <strong>di</strong>ssi a me stesso. Vado da questo rabbino e<br />

gli chiederò <strong>di</strong> aiutarmi”.<br />

Così <strong>di</strong>ssi “ad<strong>di</strong>o” alla mia bambina (non ero certo <strong>di</strong> trovarla ancora in vita al ritorno)<br />

e col cuore combattuto se rimanere al suo fianco o andare, optai per la seconda<br />

opportunità…… (oggi <strong>di</strong>co…..Gloria a Dio!) e mi misi a seguire la folla per strada alla<br />

ricerca <strong>di</strong> <strong>Gesù</strong>. Mi resi subito conto che era la prima volta da anni che mi trovavo ad<br />

esser uno dei tanti, a seguire piuttosto che guidare! Mi trovavo dall’altra parte del<br />

pulpito e……non mi <strong>di</strong>spiaceva affatto. Mi sentivo finalmente parte <strong>di</strong> loro. Che si<br />

trattasse già del primo miracolo compiuto da <strong>Gesù</strong> in me??? Nessuno fece caso alla mia<br />

presenza tra il popolo fin quando non arrivammo da lui. Quelli che erano arrivati per<br />

primi mi riconobbero subito e fecero largo perché potessi raggiungerlo ignorando la<br />

ragione della mia presenza …. Mi sentii in forte imbarazzo. Gli occhi <strong>di</strong> tutti erano<br />

rivolti su me o meglio su ciò che io rappresento per loro….. nel giro <strong>di</strong> qualche secondo<br />

non ero più uno <strong>di</strong> loro. Ero tornato con mio <strong>di</strong>spiacere ad essere “il capo” e non un<br />

uomo. Comunque ciò fu anche una bene<strong>di</strong>zione: riuscii subito ad avvicinarlo e<br />

presentargli la mia richiesta: "Mia figlia sta morendo. Ti prego <strong>di</strong> venire ad imporle le<br />

mani perché sia guarita e viva!!”. Questo fu il momento più sconvolgente della mia vita:<br />

il suo sguardo era fisso su <strong>di</strong> me. Mi sentii penetrare, scrutare ma non avevo paura.<br />

Quegli occhi sembravano gli occhi <strong>di</strong> Dio. Improvvisamente mi resi conto <strong>di</strong> essere alla<br />

presenza <strong>di</strong> ben più <strong>di</strong> un uomo. Quello era Dio! Mi sentii “conosciuto”, amato e come se<br />

lui sapesse tutto <strong>di</strong> me. Tutti i miei ragionamenti svanirono all’istante…. Io mi sentii<br />

5


accolto e non feci altro che innamorarmi <strong>di</strong> Lui. Quegli occhi parlavano <strong>di</strong> compassione<br />

totale. Seppi nel profondo <strong>di</strong> me che quello era Dio e così cad<strong>di</strong> in ginocchio e lo chiamai<br />

“Signore” a voce alta. Feci ciò che nessun ebreo e tanto meno capo <strong>di</strong> sinagoga avrebbe<br />

mai fatto: mi inginocchiai davanti ad un uomo riconoscendolo come Dio. Lo <strong>di</strong>ssi a voce<br />

alta: “Signore!”. Rimasi sconvolto <strong>di</strong> ciò che avevo appena finito <strong>di</strong> <strong>di</strong>re eppure sapevo<br />

che era vero. Non capivo più nulla. Uno sguardo al suo volto ed io fui completamente<br />

perso! Ma non solo…… prima “speravo” che potesse aiutarmi ma ora avevo “certezza”<br />

che lo avrebbe fatto. Poteva e voleva. Ne ero certo. Infatti non avevo ancora finito <strong>di</strong><br />

parlare che la sua risposta mi fermò. “Vengo a casa tua!”. Con assoluta certezza questo<br />

uomo poteva aiutare la mia piccola.<br />

U<strong>di</strong>to il modo in cui lo avevo chiamato – col nome <strong>di</strong> Dio – la folla andò in delirio. “Dio è<br />

in mezzo a noi!! Alleluia!”. Così tutti cominciarono a correre verso <strong>di</strong> noi ma <strong>Gesù</strong> mi<br />

prese sotto braccio per affrettarci; tuttavia, procedevamo molto lentamente<br />

<strong>di</strong>vincolandoci a destra e sinistra. Io ero in para<strong>di</strong>so. A me non importava più nulla <strong>di</strong><br />

nessuno. C’era solo Lui. Avevo tutto. Ma poi una vocina dentro <strong>di</strong> me mi ricordò della<br />

ragione per cui ero con Lui e Lui con me. Ero in un profondo stato <strong>di</strong> pace anche se<br />

ansioso <strong>di</strong> sapere cosa sarebbe accaduto a mia figlia. La folla intanto stringeva da ogni<br />

parte ed era ormai impossibile muovere un solo passo.<br />

Cosa sarebbe successo se non avessimo fatto in tempo? Che cosa sarebbe accaduto a<br />

mia figlia? Sapevo che era molto vicina alla morte. Proprio mentre pensavo che non si<br />

poteva procedere più lentamente <strong>di</strong> così, <strong>Gesù</strong> si fermò del tutto e si voltò. "Chi mi ha<br />

toccato le vesti?", chiese. Voleva scherzare! Uno dei <strong>di</strong>scepoli gli <strong>di</strong>sse quello che anche<br />

io stavo pensando: "Ve<strong>di</strong> quanta folla si accalca attorno a te e tutti cercano <strong>di</strong> toccarti ...<br />

come puoi chiedere chi ti ha toccato?". Stavamo solo sprecando tempo prezioso. Ma<br />

<strong>Gesù</strong> cominciò a fissare una povera donna in mezzo alla folla. E come la poveraccia<br />

confessò <strong>di</strong> averlo toccato cominciando a presentare le sue scuse, mi arrabbiai. Con<br />

quale <strong>di</strong>ritto ci aveva obbligati a fermarci? Mia figlia era in pericolo e questa anonima<br />

donna non faceva altro che rallentare il passo <strong>di</strong> <strong>Gesù</strong> - non poteva aspettare più tar<strong>di</strong>?<br />

Mentre tutto ciò accadeva, qualcuno proveniente dalla mia casa venne verso <strong>di</strong> me e<br />

quando vi<strong>di</strong> la sua faccia, capii che l’irreparabile era successo. "Giairo, mi <strong>di</strong>spiace. Tua<br />

figlia è morta. Ormai è troppo tar<strong>di</strong>. Non importunare più il maestro!”. "Oh la mia<br />

bambina! Come era potuto accaderle ciò? Perché <strong>Gesù</strong> non si era precipitato per<br />

aiutarla? Ormai era troppo tar<strong>di</strong>.<br />

Poi mi resi conto però che <strong>Gesù</strong> era li con me che osservava il dolore sul mio volto.<br />

"Giairo", mi <strong>di</strong>sse, "Non temere; continua solo ad aver fede". In che cosa? Mia figlia era<br />

morta. Che tipo <strong>di</strong> miracolo <strong>Gesù</strong> aveva intenzione <strong>di</strong> fare? Ma la sua voce ed i suoi occhi<br />

erano pieni <strong>di</strong> un amore ed una certezza tali che nonostante tutto, mi fidavo ancora <strong>di</strong><br />

lui. Non capivo ed il mio cuore era appesantito per il dolore ma mi fidai <strong>di</strong> lui e delle<br />

sue parole.<br />

Quando finalmente arrivammo in casa, tutto e tutti erano in subbuglio. Un marea <strong>di</strong><br />

gente in lutto e in lacrime aveva invaso la mia casa. Non era più una casa ma il luogo del<br />

dolore e del tormento. Così corsi subito da mia moglie per confortarla mentre <strong>Gesù</strong><br />

mandò via tutti e fu lui a portarci ne luogo dove giaceva il corpicino <strong>di</strong> nostra figlia. Mi<br />

mise la mano sulla spalla come per <strong>di</strong>re: ora sta a vedere e continua a credere. Quin<strong>di</strong><br />

si avvicinò al letto e prese la mano <strong>di</strong> mia figlia. "Fanciulla, io ti <strong>di</strong>co, alzati!" E lei………….<br />

6


Lei lo fece! Incre<strong>di</strong>bile! Era tornata in vita. Era viva!! Di nuovo!! Cominciò a camminare<br />

per la stanza e si mise a parlare; poi <strong>Gesù</strong> ci chiese <strong>di</strong> farla mangiare….ne aveva<br />

bisogno……. Ma, in realtà, quel cibo servì più a noi perché capissimo che non si trattava<br />

<strong>di</strong> un sogno causato dal dolore. Era tutto vero. E la bambina non solo era viva….ora<br />

godeva <strong>di</strong> piena salute.<br />

Mi voltai per guardare <strong>Gesù</strong> - chi era quest’ uomo che poteva risuscitare anche i morti?<br />

Ripensai poi alla donna che ci aveva costretti a fermarci per strada e come <strong>Gesù</strong><br />

l’avesse chiamata “Figlia!” ed elogiato la fede.<br />

Io sono una guida religiosa – io dovrei aver fede. Questo è ciò che ci si aspetta da uno<br />

come me! Ma non è sempre facile. Quando mi <strong>di</strong>ssero che mia figlia era morta, mi sentii<br />

mancare, altro che fede! Senza parole, senza forze e senza speranza - o almeno, senza<br />

alcuna speranza <strong>di</strong> mio. Ma il rabbino mi <strong>di</strong>sse: "Non temere, continua solo ad aver<br />

fede". Penso proprio che <strong>Gesù</strong> ebbe più fiducia in me <strong>di</strong> quanta ne avessi io in lui.<br />

Persino la donna aveva avuto più fede <strong>di</strong> me. Ma anche io ne ho avuta un po’…. quanto<br />

basta per seguire <strong>Gesù</strong> fino a casa , incerto <strong>di</strong> quello che avrei potuto trovare e <strong>di</strong> ciò<br />

che <strong>Gesù</strong> avrebbe potuto fare. La mia pena era forte, il mio dolore profondo e la mia<br />

fede debole. Ma <strong>Gesù</strong> ha salvato la mia bambina ed ha cambiato il mio pianto in un<br />

sorriso. Da quel momento in poi, io non posso far altro che credere.<br />

Conclusione<br />

Io sono la ragazza. Io ero morta nei miei peccati. Non c'era alcuna speranza per me.<br />

Avevo bisogno <strong>di</strong> un miracolo. Quin<strong>di</strong>, <strong>Gesù</strong> è venuto ed ha cambiato tutto. Mi ha<br />

chiamato <strong>di</strong>cendomi: "Fanciulla, io ti <strong>di</strong>co, alzati. " <strong>Gesù</strong> mi ha salvato e mi ha riportato<br />

alla vita. Ora voglio vivere per lui.<br />

Io sono la donna. Io ero una donna senza speranza e senza futuro forzatamente<br />

allontanata da tutto e da tutti a causa del mio problema. Ero una morta vivente. Avevo<br />

lo stato <strong>di</strong> morte civile. <strong>Gesù</strong> mi ha dato la speranza. Lui mi ha guarito. Mi ha purificata.<br />

E non solo mi ha guarita: <strong>Gesù</strong> mi ha restituito la <strong>di</strong>gnità. Quando mi sentivo sola ed<br />

esclusa Lui mi ha chiamato “figlia” – membro della sua famiglia. Emarginata ed esclusa<br />

dalla vita sociale, Lui mi ha risollevato reintegrandomi nella comunità da cui<br />

forzatamente il male mi aveva esclusa, facendomi confessare in pubblico ciò che era<br />

accaduto. <strong>Gesù</strong> mi ha ridato la salute, la forza, la speranza e la gioia. Ora voglio<br />

obbe<strong>di</strong>rgli.<br />

Ed io sono Giairo. Sono l’unico ad avere tutte le credenziali: una vita <strong>di</strong> fede, una<br />

formazione religiosa, un ruolo <strong>di</strong> guida ed un ministero. Ho visto Dio all'opera nella mia<br />

vita e in quella <strong>di</strong> molti altri. Spesso sono abbastanza cosciente spiritualmente da<br />

riconoscere che le "coincidenze" sono veri e propri miracoli.<br />

Nonostante i doni che Dio mi ha fatto, qualche volta ho ancora problemi con la fede.<br />

Spesso ricorro a <strong>Gesù</strong> come ultima spiaggia perché provare non fa male a nessuno. Ma<br />

anche dopo aver chiesto aiuto, mi preoccupo e mi arrabbio quando le cose non<br />

sembrano andare come dovrebbero …. almeno secondo i miei calcoli! . Quando il dolore<br />

7


e la sofferenza mi si stringono attorno, confesso che è facile avere paura ed è <strong>di</strong>fficile<br />

credere.<br />

Io non conosco il dolore terribile <strong>di</strong> perdere un figlio e prego Dio <strong>di</strong> liberamene ma<br />

posso comprendere quanto debba essere stato <strong>di</strong>fficile per Giairo continuare ad avere<br />

fede in quel momento.<br />

E tu? Come è la tua fede? Riesci a vedere te stesso in uno dei personaggi <strong>di</strong> questa<br />

storia? Come la bambina, hai forse bisogno anche tu <strong>di</strong> quella vita nuova che solo <strong>Gesù</strong><br />

può dare? Oppure come la donna, il tuo cuore sanguina dentro <strong>di</strong> te, ti senti solo,<br />

abbandonato e lotti impotente contro una malattia del corpo o dell'anima che dura da<br />

tanto tempo? O come Giairo conosci il buio e l'agonia del dolore che lascia senza<br />

parole? Hai solo quella poca fede che serve per fidarti delle promesse che <strong>Gesù</strong> ti<br />

aiuterà?<br />

Hai la fede <strong>di</strong> questa donna? Lei credeva che <strong>Gesù</strong> potesse guarirla e che lo avrebbe<br />

fatto. Quando si rese conto che <strong>Gesù</strong> conosceva “il modo” in cui lo aveva toccato cioè la<br />

fede, la donna ebbe il coraggio <strong>di</strong> <strong>di</strong>re a tutta la folla cosa aveva fatto - e ciò che <strong>Gesù</strong><br />

aveva fatto per lei.<br />

In questa storia vi è un incoraggiamento ed una sfida.<br />

Tutte e due queste figlie vennero guarite quel giorno.<br />

Nel momento più buio, quando avere fede si fece più <strong>di</strong>fficile per Giairo, <strong>Gesù</strong> è rimasto<br />

fedele.<br />

Ognuno <strong>di</strong> noi avrà giorni in cui la nostra fede sarà più simile a quella <strong>di</strong> Giairo. A volte<br />

abbiamo solo la fede necessaria per riuscire a <strong>di</strong>re: <strong>Gesù</strong>, ti prego, aiutami. Va bene<br />

anche quella. Giovanni <strong>di</strong>ce che chiunque è nato da Dio vince il mondo ... e la vittoria<br />

che vince il mondo è la nostra fede. Quella fede che talvolta è piccola quanto un<br />

granello <strong>di</strong> senape.<br />

La chiave per comprendere l'intero passo è l’incontro <strong>di</strong> <strong>Gesù</strong> con la donna. La sfida in<br />

questo passaggio consiste nel permettere alla nostra fede <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare come quella<br />

della donna: fede capace <strong>di</strong> vincere la <strong>di</strong>sperazione, fede che si fida della potenza <strong>di</strong><br />

Dio, fede che continua a sperare ... fede che dona il coraggio <strong>di</strong> servire, <strong>di</strong> obbe<strong>di</strong>re e <strong>di</strong><br />

vivere.<br />

Mi auguro che la tua prossima crisi <strong>di</strong> fede non sia devastante come quella che dovette<br />

affrontare Giairo. Ma quando questa busserà alla porta, in qualunque forma essa sia,<br />

ricordati della donna. E ricorda le parole <strong>di</strong> <strong>Gesù</strong> a Giairo ... "Non temere, solo continua<br />

ad aver fede”. Non cedere all’incredulità ma cre<strong>di</strong> alle Mie parole. Cre<strong>di</strong> e vedrai.<br />

Marco Cicoletti<br />

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