Marzo 2010 Numero - Anaci
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UMANITARIA<br />
Pinuccio Del Menico<br />
Si chiama “housing sociale” ed è la<br />
panacea di tutti i mali del settore casa,<br />
magari in coppia con il “project<br />
financing”. In pratica case messe in<br />
vendita o in affitto a prezzo moderato<br />
e costruite con il contributo<br />
dei privati. L’evoluzione della specie<br />
che, nel nostro caso, sono le case<br />
popolari.<br />
Ma si tratta di una storia che Milano<br />
ha già visto e persino raccontato<br />
in numerose pubblicazioni e che ci<br />
riporta a quell’anno così spesso citato<br />
di questi tempi: il 1906. L’anno<br />
dell’Esposizione Internazionale che<br />
adesso si chiama Expo e che allora ci<br />
lasciò in ricordo solamente il Civico<br />
Acquario. Anzi no, pur se le due cose<br />
non hanno avuto un collegamento<br />
diretto. Ecco la storia.<br />
C’era una volta un ricco imprenditore<br />
che si chiamava Prospero Moisè<br />
Loira. Era nato a Mantova nel 1814<br />
da genitori di religione ebraica. Fin<br />
da giovane, con il fratello Angelo, si<br />
dedicò al commercio. Prima quello<br />
del legname a Trieste, poi in Egitto<br />
dove accumularono una ingente<br />
fortuna in qualità di fornitori di<br />
materiale per la costruzione delle<br />
ferrovie. Scelse Milano per trascorrervi<br />
la vecchiaia e per promuovere<br />
il miglioramento delle condizioni di<br />
vita dei lavoratori attraverso la formazione<br />
professionale, l’istruzione<br />
e le forme cooperative di tipo mazziniano.<br />
Insomma non regalava un<br />
pesce, ma insegnava a pescare.<br />
Il Loria, allo scopo, costituì la società<br />
Umanitaria che venne poi istituita<br />
nel 1893, un anno dopo la<br />
sua morte, forte di una lascito di<br />
18<br />
Vita associativa<br />
10 milioni di lire e di alcune aree<br />
edificabili.<br />
Milano allora era una città in piena<br />
espansione demografica che mostrava<br />
i primi segnali di uno sviluppo<br />
industriale con una società composta<br />
da pochi benestanti e troppe<br />
famiglie arrivate dalla provincia alla<br />
ricerca di un benessere che i più<br />
fortunati concretizzavano in 2 lire<br />
di salario giornaliero, dei quali<br />
tre quarti se ne andavano in generi<br />
alimentari.<br />
Il censimento del 1901 contò<br />
491.640 abitanti dei quali oltre<br />
280.000 appartenevano alla classe<br />
operaia. Famiglie che vivevano in<br />
case malsane, prive di servizi, acqua<br />
e fognature e comunque in locali<br />
sovraffollati. Così l’Umanitaria decise<br />
di costruire il primo villaggio<br />
operaio della città su di un terreno<br />
allora in piena campagna e che oggi<br />
si chiama via Solari. Era il 1905<br />
quando partirono i lavori per realiz-<br />
l’amministratore<br />
1907 - Scuola di Ebanisti<br />
zare il progetto firmato dall’architetto<br />
Giovanni Broglio, l’architetto<br />
dei poveri perché realizzò più di<br />
40 quartieri popolari a Milano ed<br />
anche perché nacque povero. A soli<br />
15 anni lavorò come manovale<br />
frequentando nello stesso tempo la<br />
scuola edile prima di conseguire la<br />
laurea al Politecnico. Visse, come<br />
lui stesso raccontò, in una casa che<br />
ospitava 10 persone in due locali.<br />
Sette dormivano in un’unica camera<br />
di 25 mq. con il servizio latrina in<br />
fondo alla ringhiera.<br />
Ed allora ecco i criteri che ispirarono<br />
il suo progetto per le case dei lavoratori:<br />
scale con non più di 15 inquilini<br />
ai piani superiori, locali con<br />
almeno una superficie di 8 mq., una<br />
latrina per ogni alloggio, corpi di<br />
fabbrica di non più di 4 piani e distribuiti<br />
per permettere abbondante<br />
circolazione dell’aria.<br />
Il 29 marzo 1906 le prime famiglie<br />
entrarono nel complesso di via