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del verbo semplice, poi composto in befrieden). È verisimile che Wagner abbia innestato nel significato di frieden<br />
quello di der, die Friedel (medio alto-tedesco vriedel), “l’amante”.<br />
10 Il Tarnhelm, creato da Mime per Alberich (come abbiamo visto nel Rheingold), è un elmo magico che rende invisibile<br />
chi lo porta, o lo trasforma (tarnen) in qualunque aspetto. Poteva anche avere la forma di una maglia (come<br />
si capisce qui dalle parole di Siegfried) o di un cappuccio metallico (Tarnkappe).<br />
11 Per l’arcaica connessione tra parole e cose per somiglianza Siegfried trae dal nome Gutrune il presagio di gute<br />
Runen, di “segni buoni”.<br />
12 Trüg(e)st, congiuntivo di tragen, non trügst indicativo di trügen, come molti hanno interpretato a torto.<br />
13 Zutreiben è usato da Wagner nel genere intransitivo, come fosse antreiben che ha tutti e due i generi verbali.<br />
14 Walvater è uno degli epiteti di Wotan, “il sovrano delle battaglie” o “degli eroi”: die Wal, una delle voci principali<br />
nel lessico eroico dell’Anello, significa “campo di battaglia (comunemente die Walstatt)”, “strage sul campo” e anche<br />
“eroe morto sul campo”, come nel norreno valr. Ricordiamo che con Wal sono composti Walhall, “sala degli<br />
eroi morti”, e Walküre, “colei che raccoglie (küren = kiesen) gli eroi morti”.<br />
15 È quasi certamente una voce di verbo al passato (= durchschweifte), anche se in qualche edizione si legge durchschweift<br />
come verbo al presente: in realtà Waltraute racconta che ora Wotan sta muto e immobile nella sala del<br />
Walhall. C’è anche la variante durchstreift’ con lo stesso significato.<br />
16 Tornano l’immagine e, quasi uguali, le parole della terza Norna nel Prologo.<br />
17 Sono i pomi coltivati da Freia (Holda), dai quali gli dei traevano la giovinezza. Si veda nel Rheingold il discorso<br />
di Fafner al fratello («Mele d’oro crescono nel loro giardino, e le mele lei sola sa coltivare: l’uso del frutto dona alla<br />
stirpe una giovinezza immutabile») e la seguente scena dell’invecchiamento degli dei quando i giganti rapiscono<br />
Freia.<br />
18 Nei miti nordici la figura del corvo è legata alla strage in battaglia e alla morte. Due corvi sempre accompagnano<br />
Odino/Wotan, simboli della sua sovranità in guerra, sui destini degli eroi, sulla morte (si veda appresso la nota 43).<br />
Racconta Snorri nella sua Edda: «Due corvi stanno posati sulle sue spalle e nell’orecchio gli dicono tutto quello<br />
che vedono e che sentono. Si chiamano Hugin e Munin [cioè: Pensiero e Memoria]. All’alba egli li manda via in volo<br />
su tutto il mondo ed essi tornano indietro all’ora del pasto; in questa maniera arriva a lui ogni genere di notizie.<br />
Perciò lo chiamano il dio dei corvi».<br />
19 È la sede dei morti, governata da Hel, sorella di Loki (Loge). A Hella scendono i morti di malattia o di vecchiaia,<br />
non i morti in battaglia, destinati al Walhall.<br />
20 Controversa è l’etimologia di der Alb(e), der Alp, “l’elfo, il démone, l’incubo, il genius”, essere semidivino, luminoso,<br />
come sono gli dei celesti, signori del Walhall, oppure oscuro, notturno, perfido, come sono i nani. Si intende,<br />
quindi, come Wotan possa anche dirsi Licht-Alberich, il “luminoso sovrano degli Alben” (così nel I atto del Siegfried,<br />
nella scena tra Mime e Wotan) e come Alberich (“re degli Alben”?) sia chiamato Schwarz-Alberich (nella<br />
stessa scena del Siegfried), o Nacht-Alberich (così dice Loge nel suo racconto nel Rheingold).<br />
21 Parla di Grimhilde, da lui sedotta: si veda sopra alla nota 6.<br />
22 Col verbo nibeln si esprime il cadere della pioggia sottile, nebbiosa, e Nibelheim, “il paese della nebbia (Nebel),<br />
dell’umidità eterna” è il regno dei morti. Come già sappiamo, è anche la patria sotterranea dei Nibelunghi, gli<br />
Schwarz-Alben, gli “spiriti oscuri”.<br />
23 Già Siegmund aveva esclamato neidlich per la sua spada estratta dal tronco, nel finale del I atto della Walküre.<br />
Questo epiteto ‘wagneriano’ (quasi sconosciuto prima), che unito a Schwert, torna e ritorna in tutto il Ring, ha significato<br />
discusso. Per i Grimm (Deutsches Wörterbuch, XIII, p. 565) vale lo stesso che neidiglich, dunque “feroce,<br />
spietato, ostile, tremendo”, e tale dovrebbe essere il senso che Wagner intese (perché in tutto il dramma domina,<br />
come si è detto, il Neid nel senso dell’odio e del furore ostile, distruttivo). Manacorda segue l’interpretazione di<br />
neidlich come beneidenswert, “degno di invidia”.<br />
24 Per Freia (Holda), dea della fertilità e dell’eterna giovinezza, si veda sopra alla nota 17.<br />
25 Ora che Siegfried come nemico ha violato il luogo e ha assoggettato Brünnhilde, si estingue il magico fuoco suscitato<br />
da Wotan a difesa della Valchiria.<br />
26 empfah(e)n (medio alto-tedesco empfāhen) è oggi empfangen.<br />
27 Per l’aggettivo freislich si veda la nota 8.<br />
28 C’è evidentemente uno scherzo verbale (in verità un po’ grossolano) tra il nome Hagen e il sostantivo der Hagedorn,<br />
«il biancospino» (der Hag «il cespuglio» e der Dorn «la spina, la bacca»): la traduzione ha tentato alla meglio<br />
di legare i due nomi.<br />
29 Forte didascalia scenico-espressiva, assente nel dramma e aggiunta in partitura.<br />
30 Per raunen si veda la nota 1.<br />
31 Del magico potere delle Runen si parla nella nota 1.<br />
32 Se mich è nel dramma poetico, dich, non del tutto logico nella frase di Gunther, è nella I edizione della partitura,<br />
in cui dich sembra confermato dal fraseggio musicale: «che te – anche – generò (come generò me legittimo)»: per<br />
la loro madre si veda qui la nota 6.<br />
33 Allrauner è epiteto creato da Wagner per Wotan, con intenzione mistica e magica, solenne e volutamente enigmatica.<br />
È composto dall’agg. all, “tutto” (e dal sost. neutro das All, “il tutto, l’universo”), e dalla coppia lessicale<br />
raunen / Runen, di cui si è detto nella nota 1. Dunque il significato di Allrauner si estende da “colui che tutto consiglia<br />
in segreto, che conosce tutto” a “sapiente signore dell’universo”.<br />
34 Nella mitologia e nelle favole der Nicker, anche der Necker, der Nix, era “il demonietto acquatico, lo spiritello<br />
fluviale”, spesso ingannatore e insolente: infatti in questo verso e in un successivo poco oltre Wagner istituisce un<br />
nesso di suono e di senso con necken, “burlare, irridere” (che è legato a nagen, “rodere, tormantare” e che quindi<br />
non ha legame linguistico con Necker). C’è anche die Nicker al femminile, “l’ondina, la ninfa” (già comparso nelle<br />
prime parole di Alberich, all’inizio del Rheingold, torna qui, come ho detto, nella risposta di Siegfried).<br />
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