Il Boccaccio e la musica - La Botte e il Cilindro
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" tresti provare come io mi so adirare. Dioneo udendo questo,<br />
" <strong>la</strong>sciate star le ciance, prestamente in cotal guisa cominciò a<br />
" cantare :<br />
Amor, <strong>la</strong> vaga luce, ecc. ecc. „.<br />
Anche altrove troviamo ricordate canzoni comunemente note<br />
a quel tempo. Così al principio del<strong>la</strong> 6* Griornata, leggiamo die<br />
" Dioneo insieme con <strong>La</strong>uretta di Trójolo e di Criseida comin-<br />
" ciarono a cantare „ e, al termine del<strong>la</strong> 7* che " Dioneo e <strong>la</strong><br />
'^ Fiammetta gran pezza cantarono insieme d'Arcita e di Pale-<br />
" mone „. E finalmente troviamo pur fatto cenno di un'altra<br />
canzone che doveva essere molto conosciuta a quel tempo e che<br />
era di origine sic<strong>il</strong>iana, dicendovisi: " fu alcuno che compuose<br />
" quel<strong>la</strong> canzone <strong>la</strong> quale ancora oggi si canta^ cioè:<br />
Quale esso fu lo mal cristiano<br />
Che mi furò <strong>la</strong> grasca, ecc. „.<br />
Tornando ora alle canzoni di genere lirico o soggettivo non<br />
prese in prestito dal<strong>la</strong> poesia e dal<strong>la</strong> <strong>musica</strong> popo<strong>la</strong>re, giova<br />
ricordare in partico<strong>la</strong>r modo quel<strong>la</strong> cantata dal<strong>la</strong> <strong>La</strong>uretta al<br />
termine del<strong>la</strong> 3* Giornata. E giova ricordar<strong>la</strong> perchè da quanto<br />
espone <strong>il</strong> <strong>Boccaccio</strong> parrebbe che <strong>la</strong> canzone fosse stata composta<br />
dal<strong>la</strong> <strong>La</strong>uretta medesima. Egli, in fatto, ci narra come <strong>la</strong> gen-<br />
t<strong>il</strong>e cantatrice invitata da F<strong>il</strong>ostrato a dire una canzone rispondesse:<br />
" Signor mio, delle altrui canzoni io non so, né delle mie<br />
'^ alcuna n'ho al<strong>la</strong> mente che sia assai convenevole a si lieta<br />
" brigata: se voi di quelle ch'io ho volete, io dirò volentieri.<br />
" Al<strong>la</strong> quale <strong>il</strong> Re disse: Ninna tua cosa potrebbe essere altro<br />
" che bel<strong>la</strong> e piacevole: e perciò, tale qual tu l'hai, cotale <strong>la</strong> di.<br />
" <strong>La</strong> <strong>La</strong>uretta allora, con voce assai soave ma con maniera al-<br />
" quanto pietosa, rispondendo l'altre, cominciò cosi:<br />
N'iuna sconso<strong>la</strong>ta<br />
da dolersi ha quant'io<br />
che 'n van sospiro, <strong>la</strong>ssa, innamorata, ecc. ,.<br />
<strong>La</strong> canzone è lunga e assai mesta. Quali note l'avranno accompagnata<br />
? e uscite anch'esse, al pari dei versi, dal<strong>la</strong> fantasia<br />
di <strong>La</strong>uretta? Sarebbe vano indagarlo. Onde ci limiteremo a dire<br />
che, terminato <strong>il</strong> malinconico canto, <strong>il</strong> Re '' su l'erba e in su i