Il numero di Giugno 2009 - ANVGD
Il numero di Giugno 2009 - ANVGD
Il numero di Giugno 2009 - ANVGD
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La Redazione risponde<br />
Beni in libera<br />
<strong>di</strong>sponibilità, esiste<br />
un elenco anche<br />
per la zona B?<br />
A cura dell’Avv.<br />
Vipsania Andreicich<br />
A pagina 5<br />
anno XV - n° 6<br />
<strong>Giugno</strong> <strong>2009</strong><br />
Afferrare le occasioni<br />
dell’attuale fase politica<br />
Questo governo sembra deciso in generale a risolvere i problemi, anche<br />
quelli più annosi e incancreniti (rifiuti, incineratori, immigrazione, ecc.), più<br />
che a procrastinarli limitandosi a <strong>di</strong>mostrare interesse. Questo stesso atteggiamento<br />
si è potuto registrare negli incontri al «tavolo <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento»<br />
FederEsuli-Governo e negli incontri tecnici che si vanno susseguendo a ritmo<br />
serrato nelle se<strong>di</strong> ministeriali competenti. <strong>Il</strong> rischio è oggi quello <strong>di</strong> accettare<br />
“pacchetti” chiusi, preconfezionati, senza verificare quello che c’è<br />
dentro.<br />
Occorre quin<strong>di</strong> cogliere senza esitazioni questa occasione – che potrebbe<br />
essere l’ultima – stando però attenti a quello che ci viene offerto. Potrebbe<br />
essere non tutto oro quello che riluce. Per questo sarebbe necessaria la<br />
massima collaborazione e sintonia tra le associazioni della nostra Diaspora<br />
– che viceversa si sono da sessant’anni <strong>di</strong>visi proprio nei momenti decisivi –<br />
e anche all’interno delle associazioni stesse. È un peccato dare a un<br />
interlocutore, deciso a venirci incontro, l’impressione <strong>di</strong> non sapere quello<br />
che si vuole, perché c’è sempre qualcuno che gioca al rialzo, prendendoci<br />
gusto a ributtare la nave lontano<br />
dalla meta.<br />
Che poi, nella sostanza gli<br />
obiettivi sono comuni. Cambiano<br />
i toni, non le finalità. E in fondo<br />
nemmeno le strategie sono<br />
<strong>di</strong>verse.<br />
<strong>di</strong> Lucio Toth (segue a pagina 2)<br />
Knowing History, to Understand<br />
The eastern border of Italy,<br />
contested by Tito’s Yugoslavia<br />
In english language to page 14<br />
Conocer la historia para entender<br />
Los sucesos del confín oriental italiano<br />
conten<strong>di</strong>do por la Yugoslavia de Tito<br />
En lengua española en la página 15<br />
perio<strong>di</strong>co mensile dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia<br />
Centro Stu<strong>di</strong> padre Flaminio Rocchi<br />
L’evoluzione<br />
politica internazionale<br />
e italiana <strong>di</strong> questi anni<br />
impone realismo<br />
e attenzione,<br />
sia nelle trattative<br />
con il Governo<br />
e le istituzioni<br />
(nella foto,<br />
l’Aula della Camera),<br />
sia nella riconsiderazione<br />
della storia del Novecento<br />
<strong>Il</strong> Consiglio Nazionale <strong>ANVGD</strong><br />
Si sono tenuti a Padova, il 23 maggio scorso, l’Esecutivo nazionale e il<br />
Consiglio nazionale dell’<strong>ANVGD</strong>. Tra le altre attività, il “governo” dell’Associazione<br />
ha ratificato la costituzione del nuovo Comitato provinciale <strong>di</strong><br />
Monza. Erano presenti il presidente Toth (Roma), i vicepresidenti Brazzoduro<br />
(Milano) e Codarin (Trieste), i consiglieri Briani (Verona) e Cuk (Venezia).<br />
<strong>Il</strong> “parlamento” dell’Associazione ha invece ratificato la scioglimento<br />
dell’Esecutivo provinciale <strong>di</strong> Milano e indetto il Congresso nazionale<br />
dell’<strong>ANVGD</strong> che si terrà a Varese dal 27 al 29 novembre prossimi.<br />
Ricevuta al Quirinale una delegazione<br />
delle associazioni degli Esuli<br />
<strong>Il</strong> segretario generale della Presidenza della Repubblica, Donato Marra,<br />
ha ricevuto al Quirinale, lo scorso 20 aprile, il prof. Giuseppe De Vergottini,<br />
presidente <strong>di</strong> “Coor<strong>di</strong>namento Adriatico”, Lucio Toth e Guido Brazzoduro,<br />
rispettivamente vicepresidente e componente dell’Esecutivo della Federazione<br />
delle Associazioni degli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati, e Franco<br />
Luxardo, presidente dell’Associazione Nazionale Dalmati italiani nel mondo.<br />
Poste Italiane SpA - Spe<strong>di</strong>zione in<br />
Abbonamento Postale - D.L.353/2003 (conv. in<br />
L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 DCB - Roma<br />
Agli Esteri il «tavolo <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento»<br />
Governo-FederEsuli su restituzioni e indennizzi<br />
Roma, 21 aprile. <strong>Il</strong> sottosegretario<br />
agli Esteri, Alfredo Mantica, ha<br />
presieduto alla Farnesina una riunione<br />
del «tavolo tecnico <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento»<br />
tra il ministero degli Esteri e<br />
i rappresentanti della FederEsuli e<br />
delle altre associazioni degli esuli<br />
istriani, fiumani e dalmati. Ne dà<br />
notizia il ministero degli Esteri con<br />
una nota. Alla riunione, che fa seguito<br />
al tavolo <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento generale governo-esuli,<br />
tenutasi il 5 febbraio scorso alla presidenza del Consiglio,<br />
ha preso parte il sottosegretario al ministero dell’Economia<br />
e Finanze, Alberto Giorgetti. Entrambi i membri <strong>di</strong> governo<br />
hanno riba<strong>di</strong>to l’impegno dell’Esecutivo in favore della<br />
tutela dei <strong>di</strong>ritti degli esuli istriani, fiumani e dalmati. Tema<br />
centrale del tavolo tecnico è stato il finanziamento della<br />
legge 193/2004 che prevede interventi a tutela del patrimonio<br />
storico e culturale della comunità degli esuli italiani<br />
dell’Istria, <strong>di</strong> Fiume e della Dalmazia. Su questo punto, il<br />
sottosegretario Mantica ha dato assicurazioni sull’avvio<br />
dell’iter procedurale per il rifinanziamento della legge.<br />
Codarin (FederEsuli)<br />
incontra il ministro Frattini<br />
Trieste, 17 maggio. <strong>Il</strong> Presidente della Federazione delle<br />
Associazioni degli Esuli Renzo Codarin ha incontrato a<br />
Trieste il ministro degli Esteri Franco Frattini, a margine del<br />
congresso del gruppo del PPE del Comitato delle Regioni.<br />
«<strong>Il</strong> Ministro Frattini – afferma Codarin in una nota – si è<br />
<strong>di</strong>mostrato attento ai rapporti che intercorrono tra Governo<br />
ed esuli, auspicando che tale collaborazione possa continuare<br />
e proseguire nei prossimi colloqui. Ha sottolineato<br />
l’importanza del <strong>di</strong>alogo volto a in<strong>di</strong>viduare i percorsi da<br />
perseguire per poter immaginare una soluzione alle annose<br />
richieste legate alla vicenda degli esuli istriani, fiumani e<br />
dalmati».<br />
Per il presidente della Federazione, l’attenzione <strong>di</strong>mostrata<br />
dal titolare della Farnesina «rappresenta un punto<br />
fondamentale per la risoluzione <strong>di</strong> no<strong>di</strong> cruciali attraverso<br />
un approccio costruttivo, per poter guardare a future ma<br />
rapide soluzioni».<br />
<strong>Il</strong> confronto<br />
tra la FederEsuli e il<br />
Governo, in particolare<br />
il Ministero degli Esteri,<br />
riguarda tra gli altri punti<br />
all’or<strong>di</strong>ne del giorno<br />
anche la questione<br />
delle restituzioni<br />
(nella foto,<br />
case abbandonate<br />
dagli esuli ad Albona)<br />
Latina ha ospitato il Raduno nazionale<br />
dell’ANA, festoso e<br />
applau<strong>di</strong>tissimo come sempre, che ha<br />
visto accorrere una folla stimata in circa<br />
300.00 persone. Clou del Raduno,<br />
naturalmente, la gran<strong>di</strong>osa sfilata,<br />
aperta gli alpini del 2° Reggimento <strong>di</strong><br />
Cuneo, Ban<strong>di</strong>era <strong>di</strong> guerra in testa. Subito<br />
a seguire, in testa al corteo, <strong>di</strong>etro<br />
i Gonfaloni della Città, della Provincia e della Regione,<br />
gli alpini esuli <strong>di</strong> Zara, Fiume e Pola, con il loro storico<br />
striscione.<br />
Alla sfilata hanno assistito il presidente della Camera,<br />
Gianfranco Fini, il sottosegretario Carlo Giovanar<strong>di</strong>, il ministro<br />
della Difesa, Ignazio La Russa, e il Capo <strong>di</strong> Stato<br />
Sono state esaminate le possibili<br />
semplificazioni amministrative<br />
per l’erogazione dei fon<strong>di</strong> d’intesa<br />
con il ministero dei Beni Culturali,<br />
mentre è giunta da parte degli esuli,<br />
a richiesta <strong>di</strong> accelerare i tempi <strong>di</strong><br />
presentazione dei progetti da inserire<br />
nel piano annuale <strong>di</strong> finanziamento.<br />
Sulle sepolture civili italiane<br />
in Croazia e Slovenia, il sottosegretario<br />
Mantica ha ricordato che la questione è seguita con<br />
attenzione dal Ministero degli Esteri e che essa formerà<br />
oggetto <strong>di</strong> specifica trattazione in occasione delle prossime<br />
riunioni con Croazia e Slovenia.<br />
Sul tema delle restituzioni, si è convenuto <strong>di</strong> costituire<br />
un apposito gruppo <strong>di</strong> lavoro per esaminare le linee d’azione<br />
concordate. <strong>Il</strong> sottosegretario Giorgetti, da parte sua, ha<br />
fornito aggiornamenti sui progressi compiuti nell’esame<br />
delle pratiche d’indennizzo e sui tempi <strong>di</strong> completamento<br />
<strong>di</strong> tutte le istruttorie nonché sul trasferimento degli alloggi<br />
costruiti in base alla Legge 137/52.<br />
Red.<br />
La FederEsuli convocata a Palazzo Chigi<br />
All’or<strong>di</strong>ne del giorno, tra l’altro,<br />
restituzioni, indennizzi, anagrafe<br />
<strong>Il</strong> Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni<br />
Letta, ha convocato la FederEsuli e le Associazioni<br />
federate l’11 giugno prossimo a Palazzo Chigi per un<br />
ulteriore incontro del Tavolo Governo-Esuli, nel quale<br />
saranno trattati temi <strong>di</strong> rilievo quali le restituzioni e gli<br />
indennizzi dei beni abbandonati, il riscatto degli alloggi<br />
popolari, l’anagrafe, la citta<strong>di</strong>nanza, la legge sui<br />
finanziamenti ai progetti delle Associazioni, la conservazione<br />
dei cimiteri italiani, i problemi previdenziali,<br />
l’adeguamento dei programmi scolastici. Un or<strong>di</strong>ne del<br />
giorno, come si vede, intenso ed impegnativo. All’incontro<br />
partecipano i rappresentanti dei Ministeri degli<br />
Esteri, Interno, Lavoro, Rapporti col Parlamento, Regioni,<br />
Infrastrutture e Trasporti, Istruzione, Beni Culturali,<br />
oltre ai delegati dell’Agenzia del Demanio, dell’INPS e<br />
della Regione Friuli-Venezia<br />
Giulia. La FederEsuli conferma<br />
le proposte unitarie delle<br />
sue quattro associazioni<br />
federate: <strong>ANVGD</strong>, Comunità<br />
Istriane, Libero Comune <strong>di</strong><br />
Fiume, Dalmati italiani nel<br />
Mondo. All’incontro l’esecutivo<br />
ha invitato anche altre associazioni<br />
<strong>di</strong> Esuli.<br />
All’82.mo Raduno nazionale<br />
Sfilano a Latina gli Alpini<br />
In testa le Sezioni esuli da Pola, Fiume e Zara<br />
Latina,<br />
apre il lungo corteo<br />
la rappresentanza<br />
delle Sezioni esuli,<br />
<strong>di</strong> Pola, Fiume e Zara,<br />
confortata da intensi applausi<br />
del foltissimo pubblico accorso<br />
Maggiore dell’Esercito, gen. Fabrizio Castagnetti e il comandante<br />
delle Truppe alpine, gen. Alberto Primicerj.<br />
Al Raduno ha preso parte attiva il Comitato <strong>ANVGD</strong><br />
pontino, che ha sfilato con la ban<strong>di</strong>era dell’Associazione.<br />
Sul <strong>numero</strong> <strong>di</strong> luglio ne daremo più ampia notizia<br />
corredata da immagini.
2 DIFESA ADRIATICA <strong>Giugno</strong> <strong>2009</strong><br />
continua dalla prima pagina<br />
Afferrare le occasioni<br />
dell’attuale fase politica<br />
Bisogna soltanto essere preparati e sapere ribattere punto su punto<br />
alle offerte volonterose che ci vengono proposte, quando non ci<br />
convincono pienamente.<br />
C’è un clima generale nel Paese che segna un cambiamento totale<br />
<strong>di</strong> prospettive. Si sente parlare spesso – forse anche troppo – <strong>di</strong><br />
riconciliazione, pacificazione, ricomposizione della memoria.<br />
Se da un lato la polemica politica si fa più aspra, anche per l’approssimarsi<br />
<strong>di</strong> una scadenza elettorale e la crisi economica in corso,<br />
dall’altro si cerca almeno <strong>di</strong> sanare le ferite del passato, sia quelle<br />
più lontane, come la Seconda guerra mon<strong>di</strong>ale e la Liberazione, sia<br />
quelle più vicine, come gli «anni <strong>di</strong> piombo», dai quali comunque<br />
ci separano quasi trent’anni. Anzi più <strong>di</strong> quanto quella stagione della<br />
“peggio gioventù” sia lontana dal maggio <strong>di</strong> sangue del 1945.<br />
Fra la reazione compatta e solidale delle istituzioni al terremoto<br />
dell’Aquila e la celebrazione del 25 Aprile le massime cariche dello<br />
Stato hanno fatto a gara nel sottolineare un afflato comune,<br />
un’impostazione con<strong>di</strong>visa del giu<strong>di</strong>zio storico e della tragicità<br />
irrisolta <strong>di</strong> quegli eventi.<br />
Si chiude un’epoca<br />
e se ne sta aprendo un’altra.<br />
Bisogna cogliere il cambiamento<br />
<strong>Il</strong> Presidente Giorgio Napolitano, il Presidente della Camera Fini<br />
e del Senato Schifani, il Presidente del Consiglio Berlusconi si sono<br />
messi sulla stessa lunghezza d’onda, riconoscendo alla guerra <strong>di</strong><br />
liberazione la sua tragica realtà <strong>di</strong> guerra civile, tributando onore a<br />
tutti i combattenti, ma al tempo stesso riconfermando il carattere<br />
fondante <strong>di</strong> quella guerra per la Costituzione repubblicana e la<br />
riconquista delle libertà democratiche.<br />
Le nostre associazioni, e specialmente l’<strong>ANVGD</strong>, hanno sempre<br />
perseguito un cammino <strong>di</strong> riconciliazione nazionale, fin da quando<br />
i congressi scelsero come presidenti uomini che avevano combattuto<br />
nei campi opposti, come Libero Sauro, Maurizio Mandel, Lino<br />
Drabeni. Per questo abbiamo voluto che il Giorno del Ricordo delle<br />
Foibe e dell’Esodo non fosse un guiderdone della destra, ma una<br />
conquista comune a tutta la cultura politica della nazione, che riconoscesse<br />
in primo luogo l’italianità prevalente delle nostre terre perdute<br />
e farle rientrare nel cuore e nella storia degli italiani, con la loro<br />
arte, la loro musica, la loro tra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> civiltà, che la ferocia e<br />
l’orrore delle Foibe e il dramma collettivo dell’Esodo non possono e<br />
non devono cancellare.<br />
È indubitabile che il modo, documentato, composto e coraggioso<br />
insieme, con il quale abbiamo saputo interpretare la ricorrenza<br />
del 10 Febbraio del 1947, abbia aperto la strada anche ad una comprensione<br />
più me<strong>di</strong>tata e serena del significato del 25 Aprile, come<br />
è stato ricordato nelle parole del Ministro della Difesa e del Sindaco<br />
<strong>di</strong> Roma.<br />
Si sta chiudendo un’epoca e se sta aprendo un’altra. La prima<br />
Repubblica, tramontata nelle aule dei tribunali <strong>di</strong> tangentopoli quin<strong>di</strong>ci<br />
anni fa, si può ormai considerare archiviata, con tutto il suo<br />
impianto ideologico e culturale fondato su una mitologia acritica<br />
dell’antifascismo, che minimizzava il contributo alla Resistenza delle<br />
componenti cattolica, liberale, monarchica, e inchiodava il Paese<br />
ad una contrapposizione anacronistica, sconosciuta agli altri Paesi<br />
europei.<br />
Quanto è necessario come fondamento irrinunciabile della legalità<br />
repubblicana va salvaguardato. Quanto appartiene invece a quella<br />
stagione ideologica e politica va considerato con <strong>di</strong>stacco critico,<br />
serenità e rispetto.<br />
È così che il 10 Febbraio, il 25 Aprile e la Giornata della Memoria<br />
delle vittime del terrorismo vengono ad assumere un unico significato.<br />
Come nella guerra <strong>di</strong> liberazione, così anche nella lotta al<br />
terrorismo e alla criminalità organizzata gli esuli istriani, fiumani e<br />
dalmati hanno portato il loro contributo <strong>di</strong> sacrificio.<br />
Per questo sul sito web dell’Associazione Nazionale Venezia<br />
Giulia e Dalmazia (www.anvgd.it) sono comparsi i nomi e le motivazioni<br />
delle medaglie al valore delle decine <strong>di</strong> soldati, marinai e<br />
aviatori giuliano-dalmati che hanno combattuto nella guerra <strong>di</strong> liberazione.<br />
Non per sminuire il sacrificio e il ricordo <strong>di</strong> chi si è battuto<br />
nelle file della RSI, ma per riba<strong>di</strong>re all’opinione pubblica italiana che<br />
anche in quelle circostanze i nostri padri si comportarono da italiani<br />
e come gli altri italiani, pur sapendo che la sorte della loro terra<br />
natale era in pericolo e che al termine della lotta i sopravissuti non<br />
avrebbero ritrovato neppure la porta <strong>di</strong> casa, ma quella del campoprofughi,<br />
dove si sarebbero ricongiunti ai loro cari che erano riusciti<br />
a salvarsi dagli ecci<strong>di</strong> e dal gulag iugoslavi.<br />
Nella vita come nel fluire delle vicende politiche certi passaggi<br />
non sono eterni. L’attuale fase <strong>di</strong> transizione verso nuovi assetti istituzionali<br />
prima o poi troverà i suoi sbocchi, al momento nemmeno<br />
immaginabili. Bisogna quin<strong>di</strong> operare con rapi<strong>di</strong>tà e realismo, senza<br />
tentennamenti e ricorrenti tergiversazioni, che finiscono per stancare<br />
e deludere chi si sta impegnando nelle istituzioni a dare una soluzione<br />
ai nostri problemi.<br />
Lucio Toth<br />
fatti e commenti<br />
A Lubiana una nuova Via Tito<br />
Le autorità <strong>di</strong> Lubiana hanno approvato<br />
la proposta <strong>di</strong> intitolare nuovamente<br />
una delle vie principali a<br />
Tito, ancora molto popolare non<br />
solo in Slovenia ma anche nelle altre<br />
Repubbliche della ex Federativa.<br />
La decisione, adottata con 24<br />
voti a favore e 4 contrari, è stata contestata<br />
dal leader dell’Sds (partito <strong>di</strong><br />
Ma la decisione del Municipio <strong>di</strong><br />
Lubiana non deve sorprendere più <strong>di</strong><br />
tanto, se anche in Italia non mancano<br />
– benché fortunatamente poche – le<br />
città che “vantano” una via intitolata<br />
al <strong>di</strong>ttatore jugoslavo. La sede nazionale<br />
<strong>ANVGD</strong> ha intrapreso un’indagine<br />
fra gli 8.101 Comuni italiani, dalla<br />
quale sono scaturite alcune sorprese.<br />
In Emilia Romagna, a Reggio<br />
Emilia, ecco Via Josip Broz Tito, per<br />
giunta a ridosso <strong>di</strong> Via Gorizia. Nella<br />
sua provincia, troviamo una Via Josip<br />
Broz a Campegine e una Via Maresciallo<br />
Tito a Montecavolo, frazione <strong>di</strong><br />
Quattro Castella. Segue Parma, con<br />
una Via Josip Broz Tito.<br />
La Lombar<strong>di</strong>a si fa “onore” in provincia<br />
<strong>di</strong> Milano, a Cornaredo, con Via<br />
Maresciallo Tito.<br />
In Sardegna, a Ussana (Cagliari),<br />
Via Tito fa buona compagnia a Via<br />
Togliatti e Via Allende. Nel capoluogo<br />
sardo Nuoro, Via Tito collega Via<br />
Martin Luther King con Via Benedetto<br />
Croce.<br />
In Campania, a Parete (Caserta) Via<br />
Tito si trova tra Via Kennedy e Via<br />
Martin Luther King. A Scampitella<br />
(Avellino) Via Tito ha nelle vicinanze<br />
Via Kennedy e Piazza Libertà; pessimo<br />
accostamento, bocciata.<br />
In Sicilia, ad Aci Sant’Antonio (Catania),<br />
Via Tito si trova insieme ad una<br />
serie <strong>di</strong> denominazioni collegate alla<br />
seconda guerra mon<strong>di</strong>ale. A Palma <strong>di</strong><br />
Montechiaro (Agrigento), Via Tito fa<br />
degna compagnia a Via Che Guevara<br />
e Via Mao Tse Tung.<br />
In Calabria, a Verzino (Crotone) a<br />
Via Tito fanno corona Via Carlo Marx<br />
e Via Pietro Nenni.<br />
<strong>Il</strong> bilancio definitivo dei 12 Comuni<br />
italiani che ancora commemorano<br />
centro-destra), Dimitri Kovacic, il<br />
quale ha stigmatizzato come tale<br />
decisione ignori l’opinione <strong>di</strong> tanti<br />
sloveni contrari ed offenda la memoria<br />
delle vittime del regime comunista.<br />
Dal canto suo, il sindaco <strong>di</strong><br />
Lubiana, Zoran Jankovic, ha <strong>di</strong>feso<br />
la scelta della municipalità, rilevan-<br />
E in Italia 12 Comuni<br />
“vantano” una Via Tito<br />
Tito come grande statista del Novecento,<br />
vede dunque compresi:<br />
- Aci Sant’Antonio (Catania)<br />
- Campegine (Reggio Emilia)<br />
- Cornaredo (Milano)<br />
- Nuoro<br />
- Palma <strong>di</strong> Montechiaro<br />
(Agrigento)<br />
- Parete (Caserta)<br />
- Parma<br />
- Quattro Castella (Reggio Emilia)<br />
- Reggio Emilia<br />
- Scampitella (Avellino)<br />
- Ussana (Cagliari)<br />
- Verzino (Crotone)<br />
L’<strong>ANVGD</strong> ai Sindaci: una vergogna<br />
le vie intitolate in Italia al maresciallo<br />
L’<strong>ANVGD</strong>, stanti questi risultati, è<br />
intervenuta il 24 aprile con una lettera<br />
inviata a tutti i 12 Sindaci e Presidenti<br />
dei Consigli comunali italiani. Nella<br />
comunicazione, la Segreteria nazionale<br />
<strong>ANVGD</strong> sottolinea come tale presenza<br />
sia «in contrasto con tutta la<br />
storiografia contemporanea che, sia in<br />
Italia che nelle Repubbliche della ex<br />
Jugoslavia, identifica oggi l’ex capo <strong>di</strong><br />
stato come il mandante delle più<br />
efferate stragi <strong>di</strong> decine <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong><br />
suoi concitta<strong>di</strong>ni, oltre al massacro <strong>di</strong><br />
migliaia <strong>di</strong> civili italiani inermi, con-<br />
Gli Esuli Giuliano-Dalmati per il 25 Aprile<br />
Una Nazione unita<br />
nel segno della libertà<br />
<strong>Il</strong> comunicato stampa dell’<strong>ANVGD</strong> in occasione<br />
dell’anniversario della Liberazione<br />
In occasione del 25 Aprile, ricorrenza<br />
della Liberazione dell’Italia, la Presidenza<br />
nazionale dell’<strong>ANVGD</strong> ha emesso<br />
un comunicato stampa, ripreso dalle<br />
agenzie italiane, con il quale il presidente<br />
Toth, nel ricordare che si tratta <strong>di</strong><br />
«una ricorrenza cara a tutti gli italiani<br />
perché ha portato alla nazione la libertà<br />
e la democrazia, ponendo fine a venti<br />
anni <strong>di</strong> <strong>di</strong>ttatura e a una guerra <strong>di</strong> cinque<br />
anni, <strong>di</strong> cui venti mesi <strong>di</strong> guerra civile»,<br />
ha voluto ricordare come tuttavia<br />
l’Italia abbia pagato «un prezzo altissimo<br />
con la per<strong>di</strong>ta delle province del<br />
confine orientale, sottoposte ad un nuovo<br />
regime straniero e oppressivo, e il<br />
conseguente esodo <strong>di</strong> centinaia <strong>di</strong> migliaia<br />
<strong>di</strong> italiani dall’Istria, dal Quarnero<br />
do come un recente sondaggio abbia<br />
stimato al 60% i favorevoli tra<br />
gli abitanti della capitale.<br />
L’opposizione <strong>di</strong> centrodestra tuttavia<br />
ha presentato al sindaco una<br />
lista <strong>di</strong> oltre 5.000 firme <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni<br />
i quali ritengono che né Lubiana né<br />
la Slovenia abbiano motivo <strong>di</strong> intitolare<br />
una via a Tito.<br />
clusosi con l’esodo da quelle terre <strong>di</strong><br />
350.000 connazionali».<br />
Facendo riferimento alla legge<br />
istitutiva del Giorno del Ricordo, votata<br />
nel 2004 da tutti gli schieramenti<br />
politici, l’Associazione chiede che ogni<br />
Comune provveda ad una «riparazione<br />
nei confronti <strong>di</strong> una comunità che,<br />
a sessant’anni <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza da quegli<br />
eventi, soffre ancora i patimenti dell’oblio».<br />
Per l’occasione l’Associazione<br />
offre a quelle amministrazioni locali<br />
la sua collaborazione per «una<br />
operazione <strong>di</strong> giustizia che i nostri rappresentati,<br />
quantomeno in rispetto<br />
delle loro sofferenze, meritano ed attendono».<br />
Risponde per primo<br />
il Comune <strong>di</strong> Scampitella<br />
È il Comune <strong>di</strong> Scampitella<br />
(Avellino) il primo a rispondere all’iniziativa<br />
dell’<strong>ANVGD</strong> per la cancellazione<br />
delle 12 vie in Italia de<strong>di</strong>cate al<br />
Maresciallo Tito. <strong>Il</strong> Sindaco del Comune<br />
irpino, Antonio Consalvo, si <strong>di</strong>ce<br />
pronto a portare in Consiglio Comunale<br />
la proposta <strong>di</strong> cambio <strong>di</strong> denominazione.<br />
«Io sono favorevole a cambiare<br />
nome alla strada, aderendo così<br />
alla richiesta dell’ <strong>ANVGD</strong>, ma sarà il<br />
Consiglio a decidere. Nella prossima<br />
riunione l’argomento sarà inserito nell’Or<strong>di</strong>ne<br />
del giorno. Abbiamo tanti<br />
personaggi illustri della nostra terra che<br />
meritano <strong>di</strong> essere ricordati con<br />
l’intitolazione <strong>di</strong> una strada».<br />
Red.<br />
Parma, la via de<strong>di</strong>cata al <strong>di</strong>ttatore jugoslavo<br />
e dalla Dalmazia, dove vivevano da<br />
secoli».<br />
«Centinaia <strong>di</strong> istriani, fiumani e<br />
dalmati – prosegue Toth – hanno combattuto<br />
nelle file della Resistenza e del<br />
Corpo Italiano <strong>di</strong> Liberazione, nella speranza<br />
che il loro sacrificio salvasse alla<br />
madrepatria la loro terra natale. Molti<br />
altri fecero una scelta <strong>di</strong>versa arruolandosi<br />
nei reparti della RSI [Repubblica<br />
Sociale Italiana, n.dr]. Noi li ricor<strong>di</strong>amo<br />
tutti con lo stesso rispetto, perché<br />
Trieste, Palazzo della Prefettura,<br />
vengono esposte le ban<strong>di</strong>ere<br />
neozelandese, italiana<br />
e americana<br />
(foto www.italia-liberazione.it)<br />
hanno uguale spazio nella nostra memoria».<br />
Come l’Italia ha saputo superare le<br />
ferite delle guerre risorgimentali, che ci<br />
hanno dato unità e in<strong>di</strong>pendenza – conclude<br />
il presidente <strong>ANVGD</strong> –, così deve<br />
superare il trauma del periodo 1943-<br />
1945. È tempo <strong>di</strong> riconciliazione».
<strong>Giugno</strong> <strong>2009</strong><br />
DIFESA ADRIATICA<br />
cultura e libri<br />
Chiude “<strong>Il</strong> Banco <strong>di</strong> Lettura”<br />
In una rivista il meglio della letteratura giuliana,<br />
con lo sguardo rivolto all’Europa<br />
Un amore per l’espressione letteraria<br />
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e raffinata impresa e<strong>di</strong>toriale <strong>di</strong><br />
Mariuccia Coretti e Tino Sangiglio, iniziata<br />
a Trieste nell’ormai lontano 1986<br />
e conclusasi con l’ultimo <strong>numero</strong> uscito,<br />
il 36 del 2008, appena <strong>di</strong>stribuito.<br />
La fine <strong>di</strong> una rivista <strong>di</strong> pregio e <strong>di</strong><br />
appassionata militanza letteraria segnala<br />
sempre, nella storia della cultura<br />
<strong>di</strong> un Paese, un lutto, già verificatosi<br />
con l’improvvisa scomparsa, nell’agosto<br />
2008, <strong>di</strong> Sangiglio, docente e traduttore<br />
<strong>di</strong> Letteratura neogreca. Le lettere<br />
italiane contemporanee, per tutto<br />
il Novecento, enumerano una straor<strong>di</strong>naria<br />
serie <strong>di</strong> perio<strong>di</strong>ci che hanno<br />
segnato epoche ed elaborato nuove<br />
estetiche, intrapreso nuovi percorsi<br />
critici, aperto ine<strong>di</strong>ti fronti <strong>di</strong> paragone<br />
con la società e le tendenze: dalla<br />
straor<strong>di</strong>naria “Voce” <strong>di</strong> Prezzolini (con<br />
i suoi Slataper e Burich, Harasim e<br />
Stuparich), dalle prestigiose “Solaria”<br />
e “Letteratura” fiorentine (con i loro<br />
Morovich e Quarantotti Gambini), a<br />
“<strong>Il</strong> Ponte” <strong>di</strong> Calamandrei (con il<br />
fiumano Leo Valiani), a “<strong>Il</strong> Mondo” <strong>di</strong><br />
Pannunzio, che denunciò con la forza<br />
della ritrovata libertà democratica<br />
l’ingiustizia dell’esodo giulianodalmata<br />
e gli ecci<strong>di</strong> delle foibe. Senza<br />
<strong>di</strong>menticare, ai nostri giorni, “la<br />
Battana” <strong>di</strong> Fiume, fonte preziosa e<br />
qualificata della produzione narrativa<br />
<strong>di</strong> lingua italiana in territori <strong>di</strong> antico<br />
inse<strong>di</strong>amento storico.<br />
“<strong>Il</strong> Banco <strong>di</strong> Lettura” è ben appartenuto<br />
a quella nobile visione della<br />
civiltà letteraria che aspira ad offrire<br />
agli addetti ai lavori ma anche al più<br />
vasto pubblico, e senza ce<strong>di</strong>menti<br />
corrivi, strumenti <strong>di</strong> lettura e <strong>di</strong> interpretazione,<br />
percorsi <strong>di</strong> conoscenza <strong>di</strong><br />
una letteratura <strong>di</strong> confine – ma non<br />
solo – innervata <strong>di</strong> infinite e suggestive<br />
inquietu<strong>di</strong>ni; illuminandone negli<br />
anni, con ogni <strong>numero</strong>, i profili <strong>di</strong>versi,<br />
le evoluzioni e gli esiti attraverso le<br />
voci <strong>di</strong> Francesco Bur<strong>di</strong>n, Manlio<br />
È in libreria il nuovo saggio della<br />
scrittrice istriana Anna Maria Mori,<br />
Nove per due, e<strong>di</strong>to da Marsilio nella<br />
collana «Gli specchi» <strong>di</strong>retta da<br />
Fre<strong>di</strong>ano Sessi. Non incentrato, questa<br />
volta, sulle memorie personali e<br />
famigliari dell’Istria – la Mori è nata a<br />
Pola ed è esule in Italia dal dopoguerra<br />
– ma alla maternità come emblema<br />
per eccellenza della con<strong>di</strong>zione femminile<br />
e sintesi delle <strong>di</strong>fficoltà ancora<br />
oggi opposte dall’assetto sociale al pieno<br />
rispetto dei <strong>di</strong>ritti della donna nel<br />
mondo del lavoro: tant’è che il sottotitolo<br />
del libro recita «l’ansia <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare<br />
madre oggi».<br />
E nel volume l’Autrice si confronta<br />
Un <strong>numero</strong> della rivista,<br />
le cui copertine sono <strong>di</strong>segnate<br />
da Bruno Chersicla<br />
Cecovini, Carolus Cergoly, Fabio<br />
Doplicher, Ferruccio Fölkel, Clau<strong>di</strong>o<br />
Grisancich, Stelio Mattioni, Sergio<br />
Miniussi, Enrico Morovich, Renzo<br />
Rosso, Giani Stuparich, Fulvio<br />
Tomizza, Franco Vegliani, Giorgio<br />
Voghera; ed attraverso i contributi critici<br />
<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>osi quali Gillo Dorfles, Elvio<br />
Guagnini, Bruno Maier, Walter Mauro,<br />
Giuliano Manacorda, Giorgio Luti,<br />
Riccardo Scrivano, Ernestina Pellegrini,<br />
Arduino Agnelli.<br />
Ma non volle essere una rivista<br />
avulsa dal contesto più ampio della<br />
migliore narrativa italiana, alla quale<br />
gli autori giuliani apportano storicamente<br />
tensioni e sentori peculiari: ecco<br />
dunque presenti nelle sue pagine Lalla<br />
Kezich, Elio Bartolini, Carlo della Corte,<br />
Rodolfo Doni, Idolina Landolfi,<br />
Margherita Guidacci, Giorgio Bàrberi<br />
Squarotti, Luciano Luisi, Achille Serrao,<br />
David Maria Turoldo, Biancamaria<br />
Frabotta, Franco Loi, Silvio Ramat,<br />
Gilda Musa. E volle e seppe al<br />
contempo aprirsi alle altre <strong>di</strong>scipline,<br />
come le arti figurative, la musica, il<br />
<strong>Il</strong> nuovo libro dell’istriana<br />
Anna Maria Mori<br />
con la propria maternità, con la società<br />
contemporanea, e naturalmente con<br />
la propria madre, veduta con sguardo<br />
<strong>di</strong>verso e partecipe. La Mori si cimenta<br />
in questo volume nell’intento, come<br />
<strong>di</strong>chiara, <strong>di</strong> chiarire la «complessità<br />
della vocazione materna», ma non<br />
<strong>di</strong>mentica, ed anzi cita esplicitamente,<br />
tra i temi che la sua produzione<br />
narrativa ha toccato in questi anni,<br />
anche «il dramma, <strong>di</strong>menticato da tutti<br />
per oltre cinquant’anni, delle foibe e<br />
dell’esodo istriano». Tema, questo, cui<br />
Anna Maria Mori ha de<strong>di</strong>cato il volume<br />
«Bora» del 1999, scritto a quattro<br />
mani con la polesana Nelida Milani<br />
(e<strong>di</strong>to da Frassinelli, Premio Rapallo)<br />
e «Nata in Istria» (e<strong>di</strong>to da Rizzoli nel<br />
2006) e, ancor prima, ha curato per<br />
Rai Uno i documentari «Istria 1943-<br />
1993: cinquant’anni <strong>di</strong> solitu<strong>di</strong>ne» (trasmesso<br />
nel 1993) e «Istria, il <strong>di</strong>ritto alla<br />
memoria», del 1997.<br />
Un lungo impegno dunque, nella<br />
<strong>di</strong>vulgazione della memoria storica<br />
della sua terra natale, per il quale ha<br />
ricevuto nel febbraio <strong>2009</strong> il Premio<br />
Giorno del Ricordo per la letteratura,<br />
assegnatole dall’Associazione Nazionale<br />
Venezia Giulia e Dalmazia.<br />
teatro con rubriche de<strong>di</strong>cate, e ad autori<br />
europei, dell’età classica e contemporanea,<br />
con una particolare pre<strong>di</strong>lezione<br />
per i gran<strong>di</strong> Greci, alle sorgenti<br />
perenni della poesia <strong>di</strong> ogni tempo,<br />
della libera, scan<strong>di</strong>ta parola cui, per<br />
citare Mario Luzi, «si ad<strong>di</strong>ce la temperatura<br />
del fuoco».<br />
La prima apparizione della rivista<br />
ebbe, nel 1986, la veste modesta e fine<br />
<strong>di</strong> un piccolo formato, nel quale trovarono<br />
ospitalità «ine<strong>di</strong>ti <strong>di</strong> autori triestini»<br />
e che oggi si conservano con<br />
grata memoria, e come quasi una deliziosa<br />
rarità bibliografica. Nel 1988,<br />
ormai avviato, “<strong>Il</strong> Banco <strong>di</strong> Lettura”<br />
assunse un formato ben più grande e<br />
la perio<strong>di</strong>cità quadrimestrale; pur sempre<br />
un’officina autentica <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>lezioni<br />
e <strong>di</strong> proposte, libere dalle imposizioni<br />
del mercato e del consumo a<br />
perdere, forte della salda conoscenza<br />
delle lettere italiane ed europee, gradevole<br />
per il garbo al quale tutta la<br />
rivista si è sempre attenuta nelle sue<br />
proposte e nel suo stile.<br />
<strong>Il</strong> 2001 ha segnato la terza fase del<br />
“Banco <strong>di</strong> Lettura”, e<strong>di</strong>to in veste grafica<br />
nuovamente aggiornata e <strong>di</strong>stribuita<br />
semestralmente dall’Istituto Giuliano<br />
<strong>di</strong> Storia, Cultura e Documentazione<br />
<strong>di</strong> Trieste. Sempre animata dai suoi<br />
primi fondatori e curatori, fin quando<br />
un impreve<strong>di</strong>bile evento non ha reciso<br />
una lunga con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> intenti.<br />
Al sentito rammarico per la chiusura<br />
<strong>di</strong> una testata <strong>di</strong> indubbio pregio si<br />
consolida la convinzione del suo meritorio<br />
ruolo <strong>di</strong> raccordo tra narrativa<br />
<strong>di</strong> confine e nazionale, tra l’italiana e<br />
l’europea, essendo stata, nel nostro<br />
secondo Novecento, un’espressione<br />
pregevolissima della sensibilità<br />
irripetibile del sentire <strong>di</strong> frontiera, <strong>di</strong><br />
questa frontiera, verso ogni <strong>di</strong>rezione;<br />
della sua intrinseca e consapevole libertà<br />
<strong>di</strong> sguardo e <strong>di</strong> interpretazione<br />
che non conosce pregiu<strong>di</strong>zi, restrizioni<br />
o <strong>di</strong>scriminanti se non quelle della<br />
qualità espressiva.<br />
Patrizia C. Hansen<br />
Le tragiche vicende dell’Istria dal<br />
1943 al giugno del 1947 trovarono un<br />
testimone puntuale in don Rodolfo<br />
Toncetti (1917-2005), dal novembre<br />
1942 cooperatore della parrocchia <strong>di</strong><br />
Dignano e in seguito, sino alla fuga a<br />
Trieste, parroco <strong>di</strong> Roveria, Gallesano<br />
e Valle d’Istria. Una testimonianza,<br />
quella del sacerdote polesano, che non<br />
costituisce certo una eccezione. Tanti<br />
altri, religiosi o laici, si trovarono infatti<br />
a vivere esperienze non molto <strong>di</strong>ssimili<br />
da quelle narrate da don Toncetti;<br />
coloro, ovviamente, che riuscirono a<br />
sfuggire alla spirale <strong>di</strong> violenza che si<br />
abbatté sulla regione durante l’occupazione<br />
tedesca prima e, soprattutto,<br />
durante quella titina.<br />
Nel caso <strong>di</strong> don Toncetti (passato<br />
anche lui attraverso tante peripezie,<br />
guardato con sospetto dai vari autori<br />
<strong>di</strong> quelle violenze, sfuggito più volte<br />
ad agguati e anche a un “processo<br />
popolare”, una farsa priva <strong>di</strong> qualsiasi<br />
parvenza <strong>di</strong> legalità), la sua posizione<br />
<strong>di</strong> sacerdote ne fece un testimone privilegiato,<br />
a contatto con fascisti, tedeschi<br />
e partigiani, con una naturalezza<br />
che in un’altra persona potrebbe<br />
ingenerare il sospetto <strong>di</strong> doppio o<br />
Un ine<strong>di</strong>to Stuparich<br />
L’erba nocca,<br />
il racconto della semplicità<br />
È un racconto singolare, questo <strong>di</strong><br />
Giani Stuparich L’erba nocca, ristampato<br />
dall’e<strong>di</strong>tore Alba pratalia <strong>di</strong> Verona<br />
in piccola ma elegante veste grafica,<br />
e in sole 600 copie numerate. Un<br />
testo breve, ma intenso e curioso, e<strong>di</strong>to<br />
la prima volta nel 1946 in una e<strong>di</strong>zione<br />
anch’essa limitata, dunque oggi<br />
pressoché introvabile.<br />
Uno Stuparich, questo che traspare<br />
dalle pagine recuperate a cura <strong>di</strong><br />
Giuseppe Sandrini che ne scrive una<br />
bella postfazione, che lascia il lettore<br />
un poco <strong>di</strong>sorientato, per il carattere<br />
fortemente allusivo e malinconicamente<br />
pessimista del testo, molto <strong>di</strong>verso<br />
dall’arioso narrare dello scrittore<br />
<strong>di</strong> origine istriana.<br />
La trama de L’erba nocca è esile,<br />
tutta affidata al <strong>di</strong>scorrere <strong>di</strong> Orsola,<br />
l’io narrante, che ricorda il padre e la<br />
sua infanzia in relazione a lui, figura<br />
sin troppo <strong>di</strong>screta e quasi appartata<br />
rispetto al resto della famiglia, e che a<br />
lungo amava rinchiudersi in me<strong>di</strong>tazione<br />
nella «torre» <strong>di</strong> casa, come a<br />
sancire una <strong>di</strong>stanza, una separatezza<br />
dal suo stesso mondo: come ad esprimere,<br />
forse, un <strong>di</strong>sagio.<br />
Quella che con un toscanismo è<br />
chiamata nocca è una modestissima<br />
erba spontanea che appare all’esor<strong>di</strong>o<br />
della primavera, umile e semplice, priva<br />
della bellezza e delle tonalità dei<br />
vegetali e dei fiori nobili.<br />
Un desiderio <strong>di</strong> semplificazione,<br />
insieme con un’aspirazione alla leggerezza<br />
e alla levità, simbolicamente<br />
rappresentata da Orsola bambina che<br />
si arrampica sul cipresso <strong>di</strong> fronte allo<br />
stu<strong>di</strong>o del padre.<br />
«Quando Orsola si traveste con il<br />
linguaggio dei fiori – annota Sandrini<br />
–, tocca al padre risponderle con la<br />
nu<strong>di</strong>tà semplice e verde dell’erba nocca».<br />
E la semplicità, la spoliazione dagli<br />
orpelli, qui evocate da Stuparich<br />
sottintendono un cammino solitario<br />
verso la morte: che è simbolica, ma<br />
non per questo meno assoluta. È la<br />
triplogiochismo.<br />
Un girovagare, quello <strong>di</strong> don<br />
Toncetti, da una parte all’altra, per salvare<br />
qualcuno dalla prigionia o dalla<br />
morte, per cercare <strong>di</strong> evitare <strong>di</strong>struzioni<br />
o stragi <strong>di</strong> civili (arrivando a volte troppo<br />
tar<strong>di</strong> o non riuscendo a evitare l’inevitabile),<br />
che non fu comunque soltanto<br />
suo. Altri, all’interno della Chiesa<br />
ma anche al <strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> essa, misero<br />
in quei frangenti a repentaglio la propria<br />
vita per salvarne altre; nomi ormai<br />
noti (come quello del questore <strong>di</strong><br />
Fiume Giovanni Palatucci), nomi ancora<br />
sconosciuti ai più. Sconosciuti,<br />
perché su <strong>di</strong> loro è calato lo stesso silenzio<br />
ultradecennale che ha avvolto<br />
il dramma delle terre italiane orientali<br />
e delle loro popolazioni, complici inerzie<br />
pubbliche e private, viltà pubbliche<br />
e private.<br />
Un silenzio ormai in buona parte<br />
rotto, grazie anche a mutamenti<br />
epocali, nazionali e internazionali, e<br />
generazionali, ma che non possono<br />
trovare giustificazioni né storiche, né<br />
politiche, né morali. Ancor meno<br />
giustificabili, però (nemmeno con la<br />
“prudenza” tante volte evocata), i silenzi<br />
<strong>di</strong> chi ha dovuto attendere la data<br />
3<br />
morte della memoria, del passato<br />
famigliare e storico, dell’io profondo<br />
non già <strong>di</strong> un personaggio, ma dello<br />
stesso scrittore, dello stesso Stuparich<br />
che affida a queste pagine pensose<br />
l’epilogo <strong>di</strong> un percorso esistenziale<br />
scan<strong>di</strong>to dalle speranze – gli stu<strong>di</strong>, la<br />
partecipazione alla Grande Guerra, la<br />
redenzione dell’Istria amatissima – e<br />
dalle ferite insanabili – la morte eroica<br />
del fratello Carlo, la detenzione nella<br />
Risiera <strong>di</strong> San Sabba, la trage<strong>di</strong>a dell’esodo<br />
istriano –.<br />
Sandrini coglie bene la novità <strong>di</strong><br />
questo racconto, nel quale «il padre<br />
che muore non è più il vecchio genitore,<br />
venuto dal mare <strong>di</strong> Lussino, ma<br />
lo stesso Giani».<br />
Perché, scrive Stuparich, «ogni creatura<br />
ha il suo moto interiore nascosto<br />
a qualsiasi apparenza.<br />
Noi portiamo in noi il nostro passato,<br />
esso è come una cenere [...] che<br />
abbiamo raccolto su con l’illusione <strong>di</strong><br />
poterla un giorno ravvivare».<br />
Cenere depositata nel cuore, che<br />
la scrittura soltanto può ravvivare <strong>di</strong><br />
fiamma.<br />
p. c. h.<br />
Un sacerdote nell’Istria occupata.<br />
La testimonianza <strong>di</strong> don Rodolfo Toncetti<br />
del 4 ottobre 2008 (con la<br />
beatificazione del piranese don Francesco<br />
Bonifacio) per accorgersi, con<br />
oltre mezzo secolo <strong>di</strong> ritardo, che in<br />
Istria (così come a Fiume e in<br />
Dalmazia) in quei tragici anni erano<br />
stati infoibati o altrimenti eliminati anche<br />
dei sacerdoti, meno fortunati <strong>di</strong><br />
don Toncetti, sopravvissuto a quegli<br />
eventi e morto nel suo letto.<br />
Al. S.<br />
Don Rodolfo Toncetti,<br />
Tra gli orrori della guerra in Istria,<br />
Parrocchia <strong>di</strong> San Biagio,<br />
Dignano d’Istria 2008,<br />
pp. 208. s.i.p.
4 DIFESA ADRIATICA <strong>Giugno</strong> <strong>2009</strong><br />
Luciano Monzali, docente <strong>di</strong> Storia<br />
delle Relazioni Internazionali nell’Università<br />
<strong>di</strong> Bari, torna ad occuparsi<br />
della Dalmazia tra Otto e Novecento,<br />
proseguendo così gli stu<strong>di</strong> iniziati<br />
con precedenti volumi Italiani <strong>di</strong><br />
Dalmazia. Dal Risorgimento alla<br />
Grande Guerra (Le Lettere, 2004) e Italiani<br />
<strong>di</strong> Dalmazia 1914-1924 (Le Lettere,<br />
2007). <strong>Il</strong> recente volume Antonio<br />
Tacconi e la comunità italiana <strong>di</strong> Spalato<br />
(e<strong>di</strong>to dalla Società Dalmata <strong>di</strong><br />
Storia Patria <strong>di</strong> Venezia) ricostruisce –<br />
attraverso lo stu<strong>di</strong>o della personalità e<br />
delle iniziative del senatore spalatino<br />
– un clima storico e politico <strong>di</strong> assoluto<br />
interesse per quanti vogliano comprendere<br />
l’evoluzione della società e<br />
delle istituzioni dalmate al momento<br />
dell’acuirsi dei contrasti nazionali.<br />
Come scrive l’Autore nella Introduzione,<br />
«in modo tragico la vita <strong>di</strong> Antonio<br />
Tacconi coincise con il declino […]<br />
degli italiani <strong>di</strong> Spalato, che, per molti<br />
secoli elemento dominante nella vita<br />
della città, nel corso della prima metà<br />
del Novecento vennero <strong>di</strong>strutti […],<br />
vittime […] della politica violenta ed<br />
intollerante <strong>di</strong> sistemi autoritari e<br />
illiberali, come la Iugoslavia<br />
monarchica, l’Italia fascista e il regime<br />
totalitario comunista iugoslavo».<br />
Innumerevoli e <strong>di</strong>verse le fonti primarie<br />
sulle quali Monzali ha lavorato<br />
in archivi italiani e non. Dal volume<br />
pubblichiamo un estratto, relativo all’inasprirsi<br />
dei rapporti tra Italia e Regno<br />
SHS dalla metà degli anni Venti,<br />
inasprimento che determinò l’isolamento<br />
e la progressiva marginalità<br />
della popolazione italiana autoctona<br />
e della sua plurisecolare influenza<br />
culturale e linguistica nel litorale<br />
dalmato. Le note nel testo sono in questa<br />
sede necessariamente soppresse.<br />
[…] La nuova politica albanese <strong>di</strong><br />
Mussolini provocò un progressivo deterioramento<br />
dei rapporti bilaterali con<br />
Belgrado. Nel governo iugoslavo comincio<br />
a sorgere <strong>di</strong>ffidenza verso l’Italia<br />
e un crescente malumore verso la<br />
politica italiana nei Balcani. A partire<br />
dal luglio 1925, grazie all’accordo fra<br />
ra<strong>di</strong>cali serbi e repubblicani conta<strong>di</strong>ni<br />
croati, che aveva portato alla partecipazione<br />
dei ra<strong>di</strong>ciani [gli aderenti<br />
al Partito Conta<strong>di</strong>no croato <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>c,<br />
ndr] e dei Partiti croati moderati al governo<br />
e alla vita politica legale, l’opinione<br />
pubblica iugoslava riprese a sperare<br />
in una riconciliazione serbocroata<br />
e la stampa iniziò a de<strong>di</strong>care<br />
molta attenzione alle sorti degli sloveni<br />
e dei croati viventi in Italia. II viaggio<br />
<strong>di</strong> Re Alessandro a Spalato e in<br />
Dalmazia nell’ottobre 1925, per esempio,<br />
ebbe una forte intonazione<br />
irredentista e <strong>di</strong> esaltazione della missione<br />
adriatica dello Stato iugoslavo.<br />
Nel corso del 1926 i tentativi <strong>di</strong><br />
Contarini e <strong>di</strong> Nincic <strong>di</strong> salvare i rapporti<br />
bilaterali me<strong>di</strong>ante la conclusione<br />
<strong>di</strong> una nuova convenzione italoiugoslava,<br />
che sviluppasse i patti <strong>di</strong><br />
Roma del 1924, fallirono miseramente.<br />
[…] crebbe al Ministero degli Esteri<br />
il peso del Partito fascista (che con<br />
Dino Gran<strong>di</strong>, sottosegretario dal 1925<br />
La Dalmazia tra Italia e Jugoslavia<br />
<strong>Il</strong> nuovo saggio <strong>di</strong> Luciano Monzali<br />
sulla comunità italiana <strong>di</strong> Spalato<br />
e poi ministro degli Esteri fra il 1929 e<br />
il1932, organizzò una forte<br />
fascistizzazione della <strong>di</strong>plomazia con<br />
l’immissione in carriera <strong>di</strong> <strong>numero</strong>si<br />
politici fascisti e nazionalisti), con la<br />
sua ostilità ideologica allo Stato iugoslavo<br />
e la sua simpatia verso i movimenti<br />
secessionisti anti-serbi. […]<br />
<strong>Il</strong> regime fascista procedette alla<br />
chiusura delle scuole private e pubbliche<br />
croate e slovene, allo scioglimento<br />
delle associazioni e istituzioni culturali,<br />
economiche e sportive delle<br />
minoranze e all’applicazione <strong>di</strong> una<br />
politica d’italianizzazione forzata. Fra<br />
gli anni Venti e Trenta la politica ostile<br />
dell’Italia fascista favorì l’emigrazione<br />
<strong>di</strong> alcune decine <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> croati e<br />
sloveni in Iugoslavia, che andarono ad<br />
alimentare un irredentismo anti-italiano<br />
che rimase sempre vivo a Lubiana<br />
e a Zagabria. <strong>Il</strong> deterioramento delle<br />
relazioni fra Italia e Iugoslavia e la nuova<br />
politica ostile del regime fascista<br />
verso i croati e gli sloveni della Venezia<br />
Giulia danneggiarono fortemente<br />
gli italiani <strong>di</strong> Spalato e della Dalmazia<br />
iugoslava e resero fallimentare la strategia<br />
politica che Antonio Tacconi e i<br />
suoi amici avevano seguito da1 1922<br />
in avanti. L’inevitabile conseguenza<br />
della crisi politica italo-iugoslava fu un<br />
trattamento sempre più duro della<br />
minoranza italiana in Dalmazia da<br />
parte delle autorità iugoslave, che non<br />
casualmente rimandarono la ratifica<br />
degli accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> Nettuno. <strong>Il</strong> senatore<br />
spalatino fu contrario alla nuova politica<br />
repressiva anti-croata e antislovena<br />
decisa da Mussolini.<br />
Nel marzo 1926, un po’ ingenuamente,<br />
sperando <strong>di</strong> scongiurare la<br />
chiusura delle ultime scuole per<br />
allogeni iugoslavi in Venezia Giulia,<br />
Tacconi segnalò agli uffici del Ministero<br />
della Pubblica Istruzione a Roma<br />
che l’esclusione della possibilità dell’apertura<br />
e dell’esercizio <strong>di</strong> scuole<br />
private per allogeni in Italia avrebbe<br />
avuto riflessi in campo internazionale,<br />
e che quin<strong>di</strong> il Ministero degli Esteri<br />
avrebbe dovuto essere interpellato a<br />
tale riguardo. Gli fu risposto che «il<br />
provve<strong>di</strong>mento era <strong>di</strong> carattere interno»<br />
e che, sulla base delle nuove<br />
<strong>di</strong>rettive, il Ministero degli Esteri non<br />
sarebbe stato interpellato. Tacconi percepiva<br />
chiaramente che la chiusura<br />
delle scuole private per croati e sloveni<br />
in Italia avrebbe avuto ripercussioni<br />
negative in Iugoslavia, scatenando<br />
ritorsioni iugoslave contro le scuole italiane<br />
in Dalmazia. Ma il governo fascista<br />
si mostrò sordo a tali esigenze.<br />
Nel corso del 1927 e 1928 le relazioni<br />
italo-iugoslave non fecero che<br />
peggiorare. L’Italia consolidò la sua<br />
egemonia in Albania concludendo<br />
con Zog il trattato d’alleanza del novembre<br />
1927 e la convenzione militare<br />
del 31 agosto 1928, accor<strong>di</strong> con i<br />
quali l’Italia si assicurò un alleato che<br />
indebolì non poco la posizione strategica<br />
del Regno SHS in caso <strong>di</strong> eventuale<br />
conflitto bellico italo-iugoslavo.<br />
La reazione politica del governo <strong>di</strong><br />
Belgrado fu l’avvicinamento alla Francia,<br />
che culminò nel patto d’amicizia<br />
franco-iugoslavo del 1927 e in una<br />
crescente collaborazione economica<br />
e militare fra i due Paesi. Tale mossa<br />
infuriò la classe <strong>di</strong>rigente italiana e fece<br />
sorgere la psicosi della Iugoslavia quale<br />
possibile braccio armato della Francia.<br />
Lo scontro italo-iugoslavo <strong>di</strong>venne<br />
sempre più generalizzato e influenzò<br />
totalmente la politica balcanica <strong>di</strong><br />
Mussolini. La politica italiana nei<br />
Balcani persegui l’obiettivo<br />
dell’accerchiamento dello Stato iugoslavo.<br />
A partire dal 1927 la <strong>di</strong>plomazia<br />
italiana rafforzò i legami politici con<br />
l’Ungheria e la Bulgaria, Potenze ostili<br />
alla Iugoslavia: […]<br />
Le conseguenze dell’aggravarsi<br />
Tre belle immagini della città nel primo decennio del Novecento<br />
delle relazioni politiche fra Italia e Regno<br />
SHS furono estremamente negative<br />
per le popolazioni italiane della<br />
Dalmazia iugoslava. II governo <strong>di</strong><br />
Belgrado – in parte come ritorsione<br />
contro le misure <strong>di</strong> snazionalizzazione<br />
intraprese dal regime fascista contro i<br />
croati e gli sloveni delia Regione<br />
giuliana, in parte come strumento <strong>di</strong><br />
pressione sull’Italia – riprese ad assumere<br />
un atteggiamento ostile verso la<br />
minoranza, lasciando mano libera o<br />
aizzando i gruppi nazionalisti iugoslavi<br />
estremisti contro le collettività italiane.<br />
A partire dal 1926 le autorità iugoslave<br />
cominciarono ad ostacolare il<br />
funzionamento delle scuole e delle<br />
istituzioni italiane nella Dalmazia iugoslava:<br />
a Spalato, per esempio, soppressero<br />
la scuola privata italiana presso<br />
le Ancelle <strong>di</strong> Carità, sciolsero il consiglio<br />
<strong>di</strong> amministrazione dell’asilo De<br />
Marchi e proibirono con rigi<strong>di</strong>tà che<br />
citta<strong>di</strong>ni iugoslavi <strong>di</strong> nazionalità italiana<br />
frequentassero le scuole elementari<br />
italiane. Nel 1927 la legge <strong>di</strong> bilancio<br />
serbo-croato-slovena, con l’articolo<br />
342, reintrodusse il <strong>di</strong>vieto per i citta<strong>di</strong>ni<br />
stranieri <strong>di</strong> acquistare, possedere<br />
o usare beni immobili in territorio iugoslavo<br />
all’interno <strong>di</strong> una fascia <strong>di</strong> 50<br />
chilometri dai confini e dalle coste<br />
senza autorizzazione<br />
Alla fine degli anni Venti le autorità<br />
iugoslave soppressero l’insegnamento<br />
della lingua italiana nelle scuole<br />
secondarie dalmate, poiché, a loro<br />
avviso, la sopravvivenza della cultura<br />
italiana in Dalmazia forniva argomenti<br />
ad alcuni gruppi nazionalisti per avanzare<br />
riven<strong>di</strong>cazioni territoriali verso tale<br />
regione. Vittime del deterioramento dei<br />
rapporti fra Roma e Belgrado furono<br />
anche gli accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> Nettuno [del luglio<br />
1925, che perfezionavano i rapporti<br />
bilaterali dopo quelli del 1922 e<br />
del 1924, ndr]. Se da una parte, il governo<br />
<strong>di</strong> Belgrado fece ratificare gli<br />
accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> Nettuno alla Camera dei<br />
deputati, dall’altra, lasciò mano libera<br />
ai gruppi nazionalisti iugoslavi estremisti,<br />
che nel 1928 suscitarono <strong>numero</strong>si<br />
incidenti anti-italiani e misero a<br />
ferro e fuoco la scuola e varie associazioni<br />
italiane a Spalato. Ma anche<br />
dopo l’approvazione degli accor<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Nettuno, l’ostilità e la <strong>di</strong>ffidenza delle<br />
autorità iugoslave resero assai ardua e<br />
<strong>di</strong>fficile l’applicazione delle garanzie<br />
culturali e amministrative a tutela della<br />
minoranza italiana. […]<br />
In ogni caso, per Antonio Tacconi,<br />
il riesplodere dell’antagonismo italoiugoslavo<br />
e il fallimento della politica<br />
<strong>di</strong> tutela internazionale della minoranza<br />
costituirono una chiara sconfitta<br />
politica. La sua reazione alla crisi italoiugoslava<br />
fu, da una parte, un sempre<br />
maggiore allineamento alla politica<br />
estera dell’Italia fascista, dall’altra, una<br />
<strong>di</strong>fesa puntigliosa e coraggiosa dei <strong>di</strong>ritti<br />
nazionali, culturali e linguistici<br />
delle collettività italiane in Dalmazia,<br />
rispondendo con ricorsi, appelli e denunce<br />
alle continue violazioni degli<br />
accor<strong>di</strong> e alle soppressioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti<br />
messe in atto dalle autorità locali e statali<br />
SHS. Sostanzialmente, in quegli<br />
anni, Antonio Tacconi <strong>di</strong>venne l’avvocato<br />
<strong>di</strong>fensore <strong>di</strong> tutte le comunità italiane<br />
dalmate. Questa politica <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa<br />
nazionale, fatta <strong>di</strong> tanti sforzi e <strong>di</strong><br />
piccole e quoti<strong>di</strong>ane battaglie amministrative<br />
e giu<strong>di</strong>ziarie, perseguita da<br />
Tacconi, Pezzoli e altri esponenti della<br />
minoranza, sembrò qualcosa <strong>di</strong> ingenuo<br />
e inutile a molti <strong>di</strong>rigenti fascisti<br />
e ad alcuni politici dalmati, favorevoli,<br />
piuttosto, ad uno scontro clamoroso<br />
e duro con il nemico iugoslavo.<br />
[…]<br />
Luciano Monzali<br />
Antonio Tacconi<br />
e la comunità italiana <strong>di</strong> Spalato<br />
Società Dalmata <strong>di</strong> Storia Patria,<br />
Venezia 2008,<br />
pp. 460, s.i.p
<strong>Giugno</strong> <strong>2009</strong><br />
DIFESA ADRIATICA<br />
La Redazione risponde<br />
Beni in libera <strong>di</strong>sponibilità, esiste un elenco anche per la Zona B?<br />
A cura dell’Avv.<br />
Vipsania Andreicich<br />
Oltre all’elenco dei beni lasciati nella <strong>di</strong>sponibilità<br />
dei citta<strong>di</strong>ni italiani situati nei così<br />
detti “Territori Ceduti”, c’è anche un elenco <strong>di</strong><br />
beni non sottoposti alla nazionalizzazione da<br />
parte delle autorità jugoslave situati nei territori<br />
in<strong>di</strong>viduati come Zona B?<br />
Lettera firmata<br />
Si ritiene in primo luogo dover precisare<br />
che con il termine “Zona B” si intende in<strong>di</strong>care<br />
una regione <strong>di</strong> oltre 500 kmq posta a sud <strong>di</strong><br />
Trieste della quale fanno parte delle splen<strong>di</strong>de<br />
città quali Portorose, Isola d’Istria, Capo<strong>di</strong>stria<br />
e Pirano.<br />
Con il trattato <strong>di</strong> pace, firmato a Parigi il 10<br />
febbraio 1947, l’Italia aveva pagato tutti i debiti<br />
alla Jugoslavia cedendo tutta l’Istria con Pola,<br />
Fiume e Zara e impegnandosi a pagare una<br />
penale <strong>di</strong> 125 milioni <strong>di</strong> dollari.<br />
Inoltre con il trattato <strong>di</strong> pace, fu prevista la<br />
costituzione del territorio Libero <strong>di</strong> Trieste, risultante<br />
dalla due Zone <strong>di</strong> occupazione (A e<br />
B), le quali non vennero considerate “Territorio<br />
ceduto” alla Jugoslavia e furono affidate rispettivamente<br />
all’amministrazione militare delle<br />
potenze alleate e all’amministrazione militare<br />
jugoslava.<br />
In seguito alle <strong>di</strong>fficoltà insorte per la costituzione<br />
del Territorio Libero <strong>di</strong> Trieste, il pre-<br />
detto regime militare venne mo<strong>di</strong>ficato dal Memorandum<br />
<strong>di</strong> Londra del 5 ottobre 1954, con<br />
il quale si assegnò la Zona A all’amministrazione<br />
civile italiana e la Zona B all’amministrazione<br />
civile jugoslava.<br />
<strong>Il</strong> Memorandum <strong>di</strong> Londra conteneva inoltre<br />
una <strong>di</strong>sposizione relativa ai beni dei citta<strong>di</strong>ni<br />
italiani residenti nella Zona B, nonché <strong>di</strong><br />
quelli che ritornarono in tali territori, la quale<br />
affermava che essi avrebbero goduto degli stessi<br />
<strong>di</strong>ritti degli altri residenti della stessa area e che<br />
i loro beni sarebbe rimasti nella loro <strong>di</strong>sponibilità.<br />
Quin<strong>di</strong> con il Memorandum <strong>di</strong> Londra non<br />
solo permaneva la sovranità giuri<strong>di</strong>ca italiana<br />
su entrambe le Zone del territorio Libero <strong>di</strong> Trieste,<br />
ma i beni dei citta<strong>di</strong>ni italiani siti nella<br />
Zona B sarebbero dovuti rimanere nella loro<br />
piena <strong>di</strong>sponibilità e proprietà.<br />
Ciò, peraltro, era già previsto nel trattato <strong>di</strong><br />
pace del 1947 che escludeva i beni siti nel costituente<br />
Territorio Libero <strong>di</strong> Trieste (si trattava<br />
della stessa garanzia prevista dall’Allegato XIV<br />
per i proprietari dei beni situati nei Territori ceduti).<br />
Lo status giuri<strong>di</strong>co <strong>di</strong> quello che sarebbe<br />
dovuto essere il Territorio Libero <strong>di</strong> Trieste non<br />
subì alcuna novazione e la sovranità rimase<br />
attribuita all’Italia anche sulla Zona B; nel Memorandum<br />
si parla infatti solo <strong>di</strong> “amministrazione<br />
jugoslava” e <strong>di</strong> “linea <strong>di</strong> demarcazione”<br />
anziché <strong>di</strong> confine.<br />
Istria,<br />
case<br />
abbandonate<br />
con l’esodo<br />
dall’ex Zona B<br />
Commissione per gli indennizzi,<br />
la sintesi delle sedute<br />
Sono proseguite in maggio, presso<br />
il Ministero dell’Economia e delle<br />
Finanze, le sedute della “Commissione<br />
sugli indennizzi dei beni perduti”,<br />
che tratta sia i beni degli italiani <strong>di</strong> Istria<br />
e Dalmazia che quelli <strong>di</strong> altre zone<br />
già sotto la sovranità italiana o comunque<br />
detenuti da citta<strong>di</strong>ni italiani all’estero.<br />
Diamo <strong>di</strong> seguito una sintesi delle<br />
delibere.<br />
Seduta del 7 maggio <strong>2009</strong><br />
Posizione 21669/TC<br />
Bozicevich<br />
concesso indennizzo<br />
Posizione 5937/TC<br />
Cherubini<br />
concesso indennizzo integrativo<br />
Posizione 20788/TC<br />
Velenich<br />
rinviata<br />
Posizione 1146/TC<br />
Battigelli<br />
respinti domanda <strong>di</strong> indennizzo<br />
e <strong>di</strong> avviamento commerciale<br />
Posizione 1125 -1694/TC<br />
Zarattini<br />
rinviata<br />
Posizione 7399/TC<br />
Val<strong>di</strong>ni<br />
rinviata<br />
Posizione 10743/TC<br />
Carpenetti<br />
rinviata<br />
Posizione 475/TC<br />
F.i.b.<br />
respinti domanda indennizzo<br />
<strong>di</strong> revisione stima<br />
e <strong>di</strong> avviamento commerciale<br />
Posizione 2418 - 2419/TC<br />
Sicconi<br />
concesso indennizzo<br />
Posizione 11828/TC<br />
Ivancich/Gladulich<br />
concesso indennizzo,<br />
respinto<br />
avviamento commerciale<br />
Posizione 17797/TC<br />
Pomasan<br />
concesso<br />
indennizzo immobile<br />
Posizione 9223/14436/TC<br />
Paliaga/Dessanti<br />
concessi indennizzo<br />
e avviamento<br />
commerciale<br />
Associazione delle Comunità Istriane,<br />
rinnovate le cariche <strong>di</strong>rigenziali<br />
Si sono svolte le elezioni per il rinnovo della <strong>di</strong>rigenza dell’Associazione<br />
delle Comunità Istriane, il sodalizio con sede a Trieste e aderente a<br />
FederEsuli. Ecco i nuovi eletti:<br />
presidente Lorenzo Rovis;<br />
vicepresidenti Manuele Braico e Nicolò Novacco.<br />
Segreteria Chiara Vigini; tesoriere Giuseppe Clean.<br />
Componenti del Consiglio Direttivo: Franco Biloslavo, Bertino Buchich,<br />
Massimo Cimador, Sergio Davia, Mario Paolo Depase, Rita Di Padova,<br />
Licia Tamaro Giadrossi, Bruno Liessi, Guido Maraston, Carlo Marin, Maria<br />
Merlini, Alessandra Norbedo, Carmela Palazzolo, Umberto Parma,<br />
Alma Petrigna, Carla Pocecco, Luigi Pitacco, Carlo Alberto Pizzi, Evelina<br />
Pulin, Valerio Rusconi, Stella Maria Pocecco, Stefano Stuparich, Luigi<br />
Tomaz, Isabella Sapori, Giordano Varin.<br />
Seduta del 14 maggio <strong>2009</strong><br />
La seduta ha riguardato<br />
interamente i beni della Zona B<br />
ed ecco la sintesi delle delibere<br />
Posizione 5761/ZB<br />
Quarantotti Gambini<br />
respinta per carenza<br />
<strong>di</strong> documentazione<br />
Posizione 9683/ZB<br />
Giorgi<br />
concesso indennizzo<br />
Posizione 8570/ZB<br />
Drusciovich<br />
rinviata per approfon<strong>di</strong>menti<br />
Posizione 1846/ZB<br />
Tulliach<br />
concesso indennizzo<br />
<strong>di</strong> quota accantonata<br />
Posizione 9418/ZB<br />
Toscan<br />
concesso indennizzo integrativo<br />
Un’occasione particolare per sperimentare<br />
la professione <strong>di</strong> avvocato è<br />
stata offerta a un’ottantina <strong>di</strong> studenti<br />
della facoltà <strong>di</strong> Giurisprudenza dell’Università<br />
<strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne, coinvolti nella<br />
terza e<strong>di</strong>zione del «Processo comunitario<br />
simulato» svoltasi il 14 maggio.<br />
Nel corso <strong>di</strong> un’immaginaria u<strong>di</strong>enza<br />
pubblica, la Corte <strong>di</strong> giustizia delle<br />
Comunità europee doveva pronunciarsi<br />
su tre casi reali <strong>di</strong> attualità in materia<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti umani, uni dei quali relativo<br />
alla restituzione <strong>di</strong> beni nazionalizzati<br />
degli esuli istriani.<br />
La riprova del fatto che la sovranità giuri<strong>di</strong>ca<br />
su tale area, oltre che la proprietà dei beni,<br />
continuava ad appartenere rispettivamente allo<br />
Stato italiano e ai singoli proprietari, sta nel fatto<br />
che, per risolvere il problema della sovranità<br />
dell’Italia su tale area, venne stipulato il Trattato<br />
<strong>di</strong> Osimo del 10 novembre 1975, il quale<br />
prevedeva che Italia e Jugoslavia avrebbero concluso<br />
un accordo per prevedere un indennizzo<br />
globale forfetario dei beni, <strong>di</strong>ritti e interessi<br />
delle persone fisiche e giuri<strong>di</strong>che italiane che<br />
erano stati sottoposti a misure <strong>di</strong> nazionalizzazione<br />
o <strong>di</strong> esproprio, <strong>di</strong> altri provve<strong>di</strong>menti<br />
restrittivi da parte delle autorità militari, civili,<br />
locali jugoslave. Con il successivo Accordo <strong>di</strong><br />
Roma del 18 febbraio 1983, fu prevista la definitiva<br />
acquisizione a favore della Jugoslavia dei<br />
beni dei citta<strong>di</strong>ni italiani siti nel territorio della<br />
Zona B e la corresponsione <strong>di</strong> un indennizzo<br />
<strong>di</strong> 110 milioni <strong>di</strong> dollari.<br />
Tale Accordo prevedeva inoltre un allegato<br />
con l’elenco <strong>di</strong> 179 beni lasciati in libera<br />
<strong>di</strong>sponibilità dei citta<strong>di</strong>ni italiani.<br />
A titolo informativo ricor<strong>di</strong>amo che la lista<br />
dei beni è <strong>di</strong>sponibile presso la Sede nazionale<br />
dell’<strong>ANVGD</strong>.<br />
Firenze,<br />
il riscatto agevolato degli alloggi<br />
sarà all’esame<br />
della Presidenza del Consiglio<br />
La Presidenza del Consiglio si occuperà della questione della<br />
ven<strong>di</strong>ta degli alloggi ERP (e<strong>di</strong>lizia residenziale pubblica) e del<br />
comparto abitativo riservato ai profughi giuliano-dalmati residenti<br />
nel capoluogo e nella provincia.<br />
È quanto emerso a seguito dell’incontro che l’on. Riccardo Migliori<br />
ha avuto nelle scorse settimane con gli uffici del Sottosegretario<br />
Gianni Letta.<br />
L’esponente toscano ha sottoposto all’attenzione del Governo<br />
la questione della mancata applicazione della Legge nazionale<br />
560/1993 e della successiva Legge Regionale 59/2005, che ha<br />
impe<strong>di</strong>to l’alienazione delle case ai profughi, agli esuli dell’Istria,<br />
della Dalmazia, nonché delle ex Colonie.<br />
Migliori trova inaccettabile che il Comune <strong>di</strong> Firenze, unico in<br />
Italia ed anche in Toscana, si rifiuti <strong>di</strong> dare applicazione alla Legge<br />
Regionale per motivi che ha definito vetero-ideologici, aprendo<br />
un contenzioso che si trascina da qualche anno e che impe<strong>di</strong>sce<br />
ai legittimi assegnatari <strong>di</strong> poter acquistare le case che spettano<br />
loro per legge.<br />
Su questa specifica questione, la Presidenza del Consiglio ha<br />
assicurato un imme<strong>di</strong>ato intervento volto a garantire il rispetto delle<br />
leggi e la tutela dei <strong>di</strong>ritti degli assegnatari.<br />
«<strong>Il</strong> processo simulato – spiega<br />
Maurizio Maresca, or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Diritto<br />
internazionale e <strong>di</strong>ritto dell’Unione<br />
europea, coor<strong>di</strong>natore dell’iniziativa –<br />
rappresenta un’impostazione ormai<br />
(fonte APCOM)<br />
U<strong>di</strong>ne, processo simulato su restituzione<br />
<strong>di</strong> beni espropriati ad un esule istriano<br />
destinato a studenti in Giurisprudenza<br />
5<br />
consolidata nelle metodologie <strong>di</strong>dattiche.<br />
La specificità dell’esperienza<br />
u<strong>di</strong>nese è il coinvolgimento quali giu<strong>di</strong>ci<br />
dei vertici delle istituzioni su temi<br />
<strong>di</strong> estrema attualità». Durante il processo,<br />
la seconda u<strong>di</strong>enza riguarderà<br />
l’istanza dell’esule istriano Giovanni<br />
Fante alla restituzione <strong>di</strong> beni a suo<br />
tempo nazionalizzati dalla Jugoslavia<br />
contro la tesi del Governo sloveno che<br />
invoca la sua estraneità ed in ogni caso<br />
l’applicazione agli accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> Osimo.<br />
(fonte ilgiornaledelfriuli.net)
6 DIFESA ADRIATICA <strong>Giugno</strong> <strong>2009</strong><br />
COMITATO DI BOLOGNA<br />
Per iniziativa del presidente Marino<br />
Segnan si sono incontrati nel capoluogo,<br />
il 6 aprile, alcuni esponenti<br />
della «seconda» e «terza» generazione<br />
impegnati in seno all’<strong>ANVGD</strong>, al fine<br />
<strong>di</strong> intraprendere un confronto interno<br />
sulle prospettive e sui programmi che<br />
l’Associazione dovrà porsi nei mesi e<br />
negli anni a venire per proseguire nella<br />
sua opera <strong>di</strong> tutela e promozione<br />
delle comunità esuli. I convenuti si<br />
sono confrontati su <strong>di</strong>versi punti strategici,<br />
in<strong>di</strong>viduati da Segnan come<br />
piattaforma comune <strong>di</strong> riflessione. Dal<br />
<strong>di</strong>battito sono emersi contributi importanti<br />
e si è verificata la presenza, all’interno<br />
dell’<strong>ANVGD</strong>, <strong>di</strong> persone fortemente<br />
impegnate nel concepire prospettive<br />
future <strong>di</strong> azione, dotate <strong>di</strong> buon<br />
retroterra culturale, e consapevoli dell’evoluzione<br />
del quadro politico e sociale<br />
nazionale ed europeo.<br />
Hanno preso parte all’incontro,<br />
durato una giornata, Fulvio Jelich, Fabio<br />
Rocchi, Rodolfo Ziberna, Davide<br />
Rossi, Simone Peri, Alessandro Cuk,<br />
Patrizia C. Hansen, Manuela Declich,<br />
Massimo Codarin, Roberta Negriolli,<br />
Massimo Gherar<strong>di</strong>, Renzo Codarin.<br />
Rinnovate le cariche<br />
L’Assemblea dei soci <strong>di</strong> Bologna<br />
ha rinnovato le cariche triennali del<br />
sodalizio, eleggendo i nuovi consiglieri<br />
provinciali, i quali hanno poi provveduto<br />
alla <strong>di</strong>stribuzione delle cariche.<br />
I Consiglieri eletti sono risultati:<br />
Marino Segnan, Guido Crisman, Paolo<br />
Jelich, Pietro Stipcevich, Antonio<br />
Curkovic, Simeone Stefani, Sergio<br />
Stipcevich e Lionella Cronia.<br />
Segnan è stato riconfermato presidente,<br />
affiancato da Jelich come vice,<br />
Caterina Nad<strong>di</strong> come segretaria e Pietro<br />
Stipcevich in qualità <strong>di</strong> tesoriere<br />
COMITATO DI GORIZIA<br />
«Qui, a Gorizia, non si può festeggiare<br />
il 25 aprile». Così il presidente<br />
del Comitato isontino, Rodolfo<br />
Ziberna, riba<strong>di</strong>sce: «<strong>Il</strong> 25 aprile, festività<br />
nazionale per ricordare la liberazione<br />
dal fascismo e dal nazismo, nella<br />
Venezia Giulia, <strong>di</strong>versamente che nel<br />
resto del Paese, ha coinciso non con<br />
una liberazione bensì con una brutale<br />
occupazione delle truppe comuniste<br />
del maresciallo Tito. Che la volontà<br />
non fosse quella <strong>di</strong> liberare Gorizia<br />
dalle truppe naziste ma <strong>di</strong> annettere<br />
alla Jugoslavia tutta quella che Tito<br />
chiamava Slavia Veneta, ovvero il Friuli<br />
Venezia Giulia sino al Tagliamento, era<br />
evidente e <strong>di</strong>chiarata. Se non fossero<br />
entrate le truppe titine, infatti, sarebbero<br />
entrate quelle neozelandesi, che<br />
invece furono rallentate dai titini proprio<br />
per poter vantare <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> occupazione<br />
al tavolo dei vincitori».<br />
«Per snazionalizzare rapidamente<br />
Gorizia e per soffocare sul nascere ogni<br />
tentativo <strong>di</strong> ribellione – prosegue<br />
Ziberna – dal 2 maggio iniziò il rastrellamento<br />
<strong>di</strong> tutti coloro che potevano<br />
rappresentare un pericolo per le aspirazioni<br />
annessionistiche <strong>di</strong> Tito. Oltre<br />
650 goriziani pagarono con la<br />
deportazione – avvenute a guerra finita<br />
dopo il 25 aprile – e la vita il loro<br />
amore per Gorizia e l’Italia». «Rispettiamo<br />
i sentimenti <strong>di</strong> tutti coloro che,<br />
in <strong>di</strong>versa misura, hanno subito torti o<br />
violenze dai regimi. In primo luogo la<br />
comunità ebraica, che ha pagato duramente<br />
con milioni <strong>di</strong> vittime la ferocia<br />
dell’uomo sull’uomo. Ma anche<br />
la comunità slovena che ha subito tentativi<br />
<strong>di</strong> snazionalizzazione in questa<br />
area <strong>di</strong> confine, anche con inammissibili<br />
atti <strong>di</strong> violenza e soprusi. Parimenti<br />
va rispettato chi continua – come<br />
noi – ad associare il 25 aprile non già<br />
ad una liberazione, bensì alla brutale<br />
occupazione comunista, che rappresenta,<br />
per tempi e modalità con cui è<br />
avvenuta, la pagina più nera della storia<br />
della nostra città: consumata a guerra<br />
finita e come vittime inermi degli<br />
innocenti. Al <strong>di</strong> là della data, l’<strong>ANVGD</strong><br />
è vicina a chi festeggia la liberazione<br />
da ogni sopruso e violenza, da ogni<br />
regime: nazista, fascista e comunista.<br />
È vicina ai partigiani che in tutt’Italia<br />
hanno imbracciato il fucile per <strong>di</strong>fendere<br />
il suolo patrio e per liberare l’Italia<br />
da tutti questi regimi, condannando<br />
invece chi è stato mosso invece<br />
dalla volontà <strong>di</strong> imporre al Paese un<br />
nuovo regime che avrebbe negato<br />
questa Libertà».<br />
Inaugurata a Monfalcone<br />
la nuova sede <strong>ANVGD</strong><br />
Si è inaugurata a Monfalcone<br />
(Gorizia) una nuova sede dell’<strong>ANVGD</strong>,<br />
in Via Buonarroti 6, in<br />
coabitazione con la Lega Nazionale e<br />
il Comitato 10 Febbraio. L’evento ha<br />
avuto luogo il 29 maggio nella Sala<br />
Conferenze della Biblioteca Municipale<br />
<strong>di</strong> Monfalcone, con la presentazione<br />
da parte dello storico Raoul<br />
Pupo del libro Naufraghi della pace. <strong>Il</strong><br />
1945, i profughi e le memorie <strong>di</strong>vise<br />
d’Europa. <strong>Il</strong> Presidente del Comitato<br />
<strong>ANVGD</strong> isontino, Rodolfo Ziberna, ha<br />
accolto il presidente della FederEsuli,<br />
Renzo Codarin, e il vicepresidente<br />
nazionale dei Comitati 10 Febbraio<br />
Marco Perissa.<br />
Presentato il libro<br />
<strong>di</strong> Giorgio Geromet<br />
La Lega Nazionale <strong>di</strong> Gorizia,<br />
unitamente al Comitato <strong>ANVGD</strong>, hanno<br />
presentato l’ultimo libro <strong>di</strong> Giorgio<br />
Geromet 1915-1918. La liberazione<br />
italiana <strong>di</strong> Gorizia, Trieste e Trento.<br />
Fronte Carso-Isonzo, U<strong>di</strong>ne e Piave,<br />
nel corso del pomeriggio del 18 maggio,<br />
presso il Ridotto del Teatro “G.<br />
Ver<strong>di</strong>” <strong>di</strong> Gorizia. Dopo una introduzione<br />
del Presidente dei due sodalizi<br />
Ziberna, lo storico prof. Fulvio<br />
Salimbeni ha contestualizzato ed illustrato<br />
i contenuti del libro, e<strong>di</strong>to dalle<br />
E<strong>di</strong>zioni Luglio <strong>di</strong> Trieste. Giorgio<br />
dai comitati<br />
Geromet, storiografo ed artista<br />
goriziano d’adozione, ha già pubblicato<br />
<strong>di</strong>versi volumi. Attraverso anche<br />
brani <strong>di</strong> <strong>di</strong>ari <strong>di</strong> guerra e <strong>di</strong>verse testimonianze,<br />
nelle 400 pagine del libro<br />
Geromet narra delle vicende belliche<br />
<strong>di</strong> Gorizia e dell’Isontino, con un ricchissimo<br />
apparato <strong>di</strong> fotografie e <strong>di</strong>segni<br />
illustrativi.<br />
COMITATO DI MONZA<br />
neocostituito, alla guida<br />
il giovane Pietro Cerlienco<br />
L’Esecutivo nazionale <strong>ANVGD</strong> ha<br />
ratificato la costituzione del nuovo<br />
Comitato provinciale <strong>di</strong> Monza. A<br />
guidarlo sarà il giovane Pietro<br />
Cerlienco, <strong>di</strong> famiglia dalmata. Gli altri<br />
incarichi sono così <strong>di</strong>stribuiti:<br />
vicepresidente Diego Formenti, segretario/tesoriere<br />
Guerrino Cerlienco,<br />
consiglieri Graziella Ventura e Marisa<br />
Jurinovich.<br />
<strong>Il</strong> neo-presidente Cerlienco, 24<br />
anni, è un appassionato <strong>di</strong> vela, lavora<br />
nell’azienda <strong>di</strong> famiglia a Monza,<br />
conosce perfettamente tre lingue<br />
straniere, è inserito nei ranghi del<br />
Rotary. È fiero <strong>di</strong> navigare spesso a vela<br />
dall’Istria alle Incoronate, con i nostri<br />
vessilli issati.<br />
A lui e a tutti i soci e <strong>di</strong>rigenti del<br />
nuovo Comitato, i più fervi<strong>di</strong> auguri<br />
<strong>di</strong> un proficuo lavoro in favore della<br />
comunità giuliano-dalmata della<br />
Brianza.<br />
COMITATO DI TORINO<br />
<strong>Il</strong> Comitato piemontese ha curato<br />
anche quest’anno, in occasione del<br />
Giorno del Ricordo, una serie <strong>di</strong> manifestazioni<br />
nel capoluogo e nella sua<br />
provincia.<br />
Tra le più salienti, l’omaggio, presso<br />
il Cimitero, al monumento in memoria<br />
degli Esuli e delle vittime delle<br />
Foibe, alla presenza delle autorità civili<br />
e militari e <strong>di</strong> una folta rappresentanza<br />
<strong>di</strong> giuliani e dalmati; quin<strong>di</strong> la<br />
cerimonia religiosa officiata nel Duomo<br />
<strong>di</strong> Torino e la commemorazione<br />
<strong>di</strong>nanzi alla lapide apposta nel Villaggio<br />
Giuliano-Dalmata. Ecco, località<br />
per località, gli incontri curati dal Comitato<br />
piemontese.<br />
Leinì (Torino), martedì 10 febbraio,<br />
inaugurazione del monumento<br />
commemorativo eseguito dallo scultore<br />
istriano Michele Privileggi in Via<br />
Vittime delle Foibe.<br />
<strong>Il</strong> 3 febbraio, presso la Biblioteca<br />
Civica Cesare Pavese, mostra «Nati in...<br />
Istria e Dalmazia», curata da Francesca<br />
Cattich. Memorie raccontate dai<br />
protagonisti. Sono intervenuti i Esuli<br />
Mario Biasiol, Egi<strong>di</strong>o Rocchi , Ireneo<br />
Giorgini ed il Presidente della Consulta<br />
<strong>ANVGD</strong> del Piemonte Antonio Vatta<br />
<strong>Il</strong> 5 febbraio, nella Circoscrizione<br />
Gorizia 1945, un drappello <strong>di</strong> partigiani jugoslavi (dal volume<br />
<strong>di</strong> G. Rumici, Infoibati). «Qui, a Gorizia, non si può festeggiare il 25 aprile».<br />
Così il presidente del Comitato isontino, Rodolfo Ziberna<br />
10, presso la Sala Polivalente, incontro<br />
con le scuole e citta<strong>di</strong>nanza su Esodo<br />
e Foibe.<br />
<strong>Il</strong> 7 febbraio, nella Circoscrizione<br />
5 presso il Centro Culturale Principessa<br />
Isabella, proiezione del trailer sull’Esodo<br />
Istriano, Fiumano e Dalmata<br />
a Torino. Interventi del regista Fulvio<br />
Montano, del presidente della Circoscrizione<br />
5 Paola Bragantin, del coor<strong>di</strong>natore<br />
della V Commissione della<br />
Circoscrizione 5, Antonio Ciavarra, del<br />
Presidente della Consulta <strong>ANVGD</strong> del<br />
Piemonte Antonio Vatta e del presi-<br />
Torino, i labari delle città e dei territori perduti<br />
Torino, nel Duomo la Messa solenne<br />
in memoria delle vittime delle Foibe e dell’esodo<br />
L’omaggio della Municipalità <strong>di</strong> Torino<br />
al monumento agli Esuli nel Cimitero monumentale<br />
La cerimonia in C.so Cincinnato, nel corso della quale<br />
è stata deposta una corona d’alloro davanti alla Targa<br />
in memoria degli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati
<strong>Giugno</strong> <strong>2009</strong><br />
dente del Comitato <strong>ANVGD</strong> <strong>di</strong> Torino,<br />
Fulvio Aquilante.<br />
Torino<br />
<strong>Il</strong> 10 febbraio, S. Messa al Duomo<br />
<strong>di</strong> Torino. Alle ore 11.15 Cerimonia<br />
commemorativa al Cimitero<br />
Monumentale presso il monumento<br />
de<strong>di</strong>cato alle Vittime delle Foibe e dell’Esodo.<br />
Nel pomeriggio, presso l’ISTORETO,<br />
Sala Conferenze presentazione del volume<br />
Dall’Impero austro-ungarico alle<br />
foibe. Conflitti nell’area alto-adriatica.<br />
Interventi dell’assessore alla Cultura<br />
della Regione Piemonte Gianni Oliva,<br />
dell’assessore alla Cultura della Provincia<br />
<strong>di</strong> Torino Umberto D’Ottavio e<br />
del presidente della Consulta Regionale<br />
<strong>ANVGD</strong>, Vatta. <strong>Il</strong> Teatro Piccolo<br />
Regio <strong>di</strong> Torino, alle 21.00, ha ospitato<br />
il concerto letterario del<br />
Mitteleuropa Ensamble Chamber<br />
Quartet<br />
<strong>Il</strong> 13 febbraio, presso l’ISTORETO, incontro-<strong>di</strong>battito<br />
dal titolo L’ Esodo<br />
Istriano: ricerca e comunicazione , con<br />
interventi del vicepresidente del Consiglio<br />
Regionale del Piemonte, Roberto<br />
Placido, dell’assessore all’ Istruzione<br />
della Provincia <strong>di</strong> Torino, Umberto<br />
D’Ottavio, del presidente del Comitato<br />
<strong>ANVGD</strong> <strong>di</strong> Torino Fulvio Aquilante e<br />
frl Presidente ISTORETO Clau<strong>di</strong>o<br />
Devalle. <strong>Il</strong> 16 febbraio, nell’ Istituto<br />
“Aldo Moro” incontro con gli studenti<br />
delle quinte superiori su Foibe ed Esodo.<br />
<strong>Il</strong> 17 febbraio, nella Circoscrizione<br />
8 alla Scuola Arduino, celebrazione<br />
e riflessioni sull’Esodo. <strong>Il</strong> 18 febbraio,<br />
nella Circoscrizione 7 Primo<br />
Liceo Artistico incontro con gli studenti.<br />
<strong>Il</strong> 20 febbraio, presso C.so Cincinnato<br />
angolo Via Pirano , posa <strong>di</strong> una<br />
corona d’alloro davanti alla Targa in<br />
Memoria degli Esuli Istriani, Fiumani<br />
e Dalmati<br />
<strong>Il</strong> 25 febbraio, nella sede della<br />
Scuola Me<strong>di</strong>a “Antonelli”, conferenza<br />
sull’Esodo e sulle Foibe con la partecipazione<br />
delle scolaresche e degli<br />
insegnanti. <strong>Il</strong> 26 Febbraio nella Circoscrizione<br />
IV, Sala Consiliare, conferenza<br />
sull’Esodo e sulle Foibe. Interventi<br />
del presidente della Consulta <strong>ANVGD</strong><br />
del Piemonte, Vatta e del Presidente<br />
del Comitato <strong>ANVGD</strong> <strong>di</strong> Torino, Fulvio<br />
Aquilante.<br />
COMITATO DI TRENTO<br />
<strong>Il</strong> Comune <strong>di</strong> Flavon (Val <strong>di</strong> Non -<br />
Trentino), paese natale <strong>di</strong> don Felice<br />
Odorizzi , ha organizzato un viaggio<br />
sabato e domenica, 16-17 maggio, per<br />
conoscere i luoghi in cui ha vissuto il<br />
sacerdote loro conterraneo e celebrare<br />
una S. Messa a ricordo della preziosa<br />
opera <strong>di</strong> aiuto morale che il sacerdote<br />
noneso ha dato agli abitanti<br />
<strong>di</strong> Pola nel momento dell’esodo. <strong>Il</strong><br />
gruppo ha fatto tappa a Capo<strong>di</strong>stria,<br />
quin<strong>di</strong> a Pirano, ove era previsto il<br />
pranzo libero, ed in seguito a Rovigno,<br />
altra piacevolissima sorpresa non in<br />
programma. Quin<strong>di</strong> pernottamento a<br />
Medolino. La mattina del 17, domenica,<br />
S. Messa in italiano in Duomo a<br />
Pola, officianti mons. Bulesic, anziano<br />
Vescovo della contea istriana, don<br />
Staver ed altri due sacerdoti. Ha accompagnato<br />
la cerimonia religiosa il<br />
canto del coro “Lino Mariani” <strong>di</strong> Pola.<br />
Una lunga memoria a ricordo <strong>di</strong> don<br />
Felice l’ha letta la nipote del Vescovo,<br />
prof. Silvana Micovilli Wruss. <strong>Il</strong> Duomo<br />
era gremito <strong>di</strong> gente, in assoluto<br />
silenzio.<br />
Chi scrive ha rivolto un saluto ai<br />
presenti, poche parole per esprimere<br />
la profonda commozione che il luogo<br />
ed il momento rammentavano: agli<br />
anni della guerra, della comunione,<br />
della cresima, i funerali dei polesani<br />
vittime dello scoppio <strong>di</strong> Vergarolla, ma<br />
erano ricor<strong>di</strong> personali che non ho<br />
voluto proporre all’u<strong>di</strong>torio. Le gente<br />
della Val <strong>di</strong> Non era coinvolta quanto<br />
me e Mariangela. Erano anche sbalor<strong>di</strong>ti<br />
per l’importanza che il cerimoniale<br />
religioso aveva dato al loro don Felice<br />
Odorizzi.<br />
Sono mancati purtroppo i rappresentanti<br />
ufficiali della Comunità Italiana,<br />
quali l’on. Ra<strong>di</strong>n; non si è ritenuto<br />
opportuno farci aprire la sede della<br />
Comunità, ragione per la quale un<br />
sobrio rinfresco ci è stato offerto dal<br />
Coro <strong>di</strong> Pola in un ristorante vicino al<br />
Duomo. Un ringraziamento gran<strong>di</strong>ssimo<br />
alla bravissima Loretta Go<strong>di</strong>gna,<br />
al Coro <strong>di</strong> Pola, a mons. Staver: hanno<br />
regalato un momento magico a tutti i<br />
presenti in Duomo.<br />
Anna Maria Marcozzi Keller<br />
presidente Comitato <strong>di</strong> Trento<br />
COMITATO DI TRIESTE<br />
<strong>Il</strong> Comitato provinciale <strong>ANVGD</strong> <strong>di</strong><br />
Trieste, dopo le elezioni svoltesi nei<br />
termini previsti dallo Statuto, ha <strong>di</strong> recente<br />
rinnovato le cariche sociali. <strong>Il</strong><br />
presidente ed i consiglieri così eletti<br />
rimarranno in carica fino all’aprile del<br />
2012. Presidente è stato riconfermato<br />
Renzo Codarin che sarà affiancato da<br />
due vicepresidenti, Clau<strong>di</strong>o Grizon e<br />
Silvio Rovatti. Sono stati eletti nel ruolo<br />
<strong>di</strong> consiglieri: Ernesto Beacovich,<br />
Annamaria Bologna in Fabbri, Livio<br />
Ceppi, Massimo Codarin, Luca<br />
Coslovich, Francesco Damiani <strong>di</strong> Vergata,<br />
Albino Debernar<strong>di</strong>, Manuela<br />
Declich, Erminia Dionis ved. Bernobi,<br />
Giovanni Gasparini, Antonio Perossa,<br />
Simone Peri.<br />
COMITATO DI VERONA<br />
Premio Letterario<br />
“Loris Tanzella” <strong>2009</strong><br />
VIII E<strong>di</strong>zione<br />
Nel calendario delle <strong>numero</strong>se<br />
manifestazioni organizzate dal Comitato<br />
Provinciale <strong>di</strong> Verona per onorare<br />
il Giorno del Ricordo, la cerimonia <strong>di</strong><br />
premiazione del Premio Letterario<br />
“Loris Tanzella” , giunto quest’anno<br />
alla VIII e<strong>di</strong>zione, rappresenta un evento<br />
significativo che contribuisce a rendere<br />
note, attraverso la memoria collettiva<br />
e in<strong>di</strong>viduale che caratterizza<br />
molte delle opere presentate, le complesse<br />
vicende della causa giulianodalmata,<br />
culminate nell’olocausto delle<br />
foibe e nell’esodo dalla loro terra<br />
delle genti istriane, fiumane e dalmate.<br />
Se in questo universo risulta<br />
preponderante il tema della memoria,<br />
non mancano, tra i lavori in concorso,<br />
importanti ricerche <strong>di</strong> carattere storico,<br />
artistico e linguistico che <strong>di</strong>vulgano<br />
la conoscenza del patrimonio culturale,<br />
colto nella sua ricchezza e bellezza,<br />
sviluppatosi nel corso <strong>di</strong> una<br />
civiltà bimillenaria prima romana e poi<br />
veneta.<br />
Anche quest’anno la cerimonia <strong>di</strong><br />
premiazione ha riunito un folto pubblico<br />
<strong>di</strong> esuli e loro <strong>di</strong>scendenti, ma<br />
anche <strong>numero</strong>si citta<strong>di</strong>ni veronesi sensibili<br />
alle vicende che hanno determinato<br />
la storia del confine orientale nel<br />
corso della seconda guerra mon<strong>di</strong>ale<br />
e nell’imme<strong>di</strong>ato dopoguerra con il<br />
suo tragico epilogo.<br />
La presidente del Comitato veronese,<br />
avv. Francesca Briani, ha<br />
evidenziato le finalità del Premio “Loris<br />
Tanzella”, sempre più conosciuto ed<br />
apprezzato nel territorio nazionale, e<br />
che ha registrato, anche quest’anno,<br />
una <strong>numero</strong>sa partecipazione <strong>di</strong> autori.<br />
La presidente della Giuria, prof.ssa<br />
Loredana Gioseffi, ha quin<strong>di</strong> illustrato<br />
le opere in concorso ripartite nelle se-<br />
DIFESA ADRIATICA<br />
dai comitati<br />
guenti Sezioni: Storia dell’arte, Biografie,<br />
Narrativa, Poesia, Testimonianze e<br />
i componenti della Giuria, Tullia<br />
Manzin, Donatella Veronesi, Dolores<br />
Ribaudo e Giuseppe Piro, hanno successivamente<br />
conferito i premi ai vincitori<br />
in un clima <strong>di</strong> sentita partecipazione.<br />
Sono state premiate le seguenti<br />
opere:<br />
Premio per la migliore opera della<br />
Sezione Storia dell’arte: Emanuela<br />
Bellemo, per il volume Vittore e Benedetto<br />
Carpaccio in Istria. Una storia<br />
svelata.<br />
Premio per la migliore opera della<br />
Sezione Biografie: Meyra Moise<br />
Lucchi per il saggio Francesco Patrizi.<br />
Filosofo, storico e innovatore del sapere.<br />
Primo premio della Sezione Narrativa:<br />
Gabrio Gabriele, per Carte <strong>di</strong><br />
famiglia;<br />
secondo premio della Sezione<br />
Narrativa: Franco Enrico Gaspar<strong>di</strong>s<br />
per Verso la salvezza. Un raggio <strong>di</strong> sole<br />
sulla foiba e altri racconti sull’esodo<br />
da Fiume.<br />
Primo premio della Sezione Poesia:<br />
Luigi Donorà per Sentimenti del<br />
tempo;<br />
secondo premio della Sezione<br />
Poesia: Sergio Fantasma Bianco cucal;<br />
secondo premio ex aequo della<br />
Sezione Poesia: Grazia Maria Giassi<br />
Refoli de bora;<br />
secondo premio ex aequo della<br />
sezione Poesia: Sauro Gottar<strong>di</strong><br />
L’armada <strong>di</strong>sarmada. Filastroca contro<br />
la guera.<br />
Premio per la migliore opera della<br />
Sezione Testimonianze: Amelia Sidari<br />
Viaggio in Ungheria 1915.<br />
Nel corso della cerimonia la presidente<br />
Francesca Briani ha ricordato<br />
la nobile figura <strong>di</strong> Padre Flaminio<br />
Rocchi, autore dell’opera, universalmente<br />
conosciuta ed apprezzata nel<br />
mondo degli esuli e non solo, L’esodo<br />
dei 350.000 giuliani, fiumani e<br />
dalmati.<br />
In considerazione <strong>di</strong> ciò il Direttivo<br />
del Comitato <strong>ANVGD</strong> <strong>di</strong> Verona aveva<br />
precedentemente approvato, all’unanimità<br />
e con piena sod<strong>di</strong>sfazione, su<br />
proposta della presidente della Giuria<br />
del Premio “Loris Tanzella” Loredana<br />
Gioseffi, il conferimento <strong>di</strong> una Menzione<br />
d’Onore alla Memoria <strong>di</strong> Padre<br />
Flaminio Rocchi con la seguente motivazione:<br />
«Opera <strong>di</strong> grande respiro per<br />
la complessità dei temi trattati inerenti<br />
alla trage<strong>di</strong>a che colpì la popolazione<br />
giuliano-dalmata, trage<strong>di</strong>a culminata<br />
negli ecci<strong>di</strong> delle foibe e nell’esodo<br />
forzato dalle terre italiane del confine<br />
orientale. <strong>Il</strong> libro presenta una documentazione<br />
storica ricca e dettagliata<br />
e fornisce una ricostruzione così at-<br />
tenta e puntuale degli eventi considerati,<br />
tale da costituire una pietra miliare<br />
per la conoscenza della storia<br />
dell’Istria, <strong>di</strong> Fiume e della Dalmazia,<br />
terre dalla bimillenaria civiltà romana<br />
e veneta».<br />
Alla conclusione della cerimonia<br />
la nipote dell’autore, Sig.ra Fulvia<br />
Rocchi, ha ricevuto dalle mani della<br />
presidente dell’<strong>ANVGD</strong> veronese il riconoscimento<br />
e, senza nascondere la<br />
sua commozione che ha coinvolto<br />
anche i presenti, ha ricordato con affetto<br />
qualche significativo episo<strong>di</strong>o<br />
della vita dello zio. Nel finale, la musica<br />
del Maestro Luigi Donorà, con<br />
l’esecuzione <strong>di</strong> alcuni brani al pianoforte,<br />
ha allietato il pubblico presente<br />
che lo ha calorosamente applau<strong>di</strong>to.<br />
Loredana Gioseffi<br />
La celebrazione<br />
del Giorno del Ricordo<br />
Come già era emerso negli anni<br />
precedenti, la commemorazione de<strong>di</strong>cata<br />
al Giorno del Ricordo, tenutasi<br />
presso l’Au<strong>di</strong>torium del Palazzo della<br />
Gran Guar<strong>di</strong>a mercoledì 11 febbraio<br />
<strong>2009</strong>, si è confermata un appuntamento<br />
irrinunciabile, nel ventaglio delle<br />
iniziative proposte dall’<strong>ANVGD</strong> <strong>di</strong> Verona.<br />
Irrinunciabile per il prestigio della<br />
sede che la ospita, per la presenza sempre<br />
partecipe delle Autorità citta<strong>di</strong>ne,<br />
ma soprattutto per il pubblico a cui<br />
specificamente si rivolge, ossia gli studenti<br />
e gli insegnanti delle scuole <strong>di</strong><br />
città e provincia. Irrinunciabile, come<br />
lo è, sempre <strong>di</strong> più, l’esigenza <strong>di</strong><br />
sensibilizzare i giovani alle vicende del<br />
popolo istriano-dalmata, fornendo loro<br />
almeno le linee fondamentali <strong>di</strong> una<br />
storia che, recentemente riscoperta,<br />
necessita costantemente <strong>di</strong> essere tutelata<br />
da possibili ricadute nell’oblio.<br />
Proprio su questo tema della “<strong>di</strong>fesa”<br />
<strong>di</strong> una storia fragile, perché lungamente<br />
osteggiata, si sono aperti gli<br />
interventi delle Autorità, con l’assessore<br />
Erminia Perbellini, che ha<br />
ripercorso brevemente gli avvenimenti<br />
del confine orientale italiano dopo la<br />
seconda guerra mon<strong>di</strong>ale. Senza timore<br />
<strong>di</strong> usare le giuste definizioni <strong>di</strong> “pulizia<br />
etnica” e “genoci<strong>di</strong>o culturale”,<br />
l’assessore Perbellini ha ringraziato<br />
l’<strong>ANVGD</strong> per aver protetto dalla <strong>di</strong>menticanza,<br />
e dunque trasmesso, una pagina<br />
<strong>di</strong> storia che appartiene a tutti,<br />
come un bene comune. A seguire, l’assessore<br />
Alberto Martelletto, in rappresentanza<br />
del presidente della Provincia<br />
<strong>di</strong> Verona Elio Mosele, ha convenuto<br />
che la storia dell’esodo va annoverata,<br />
anche se tar<strong>di</strong>vamente, tra i<br />
dolori della nostra Patria, e insieme ad<br />
essi compianta e ricordata.<br />
Applau<strong>di</strong>tissimo è stata poi il <strong>di</strong>-<br />
Verona, un’istantanea della cerimonia<br />
<strong>di</strong>nnanzi al Monumento ai caduti giuliani e dalmati<br />
7<br />
scorso del nostro presidente <strong>ANVGD</strong> <strong>di</strong><br />
Verona, avv. Francesca Briani: con<br />
parole tanto lucide e incisive quanto<br />
toccanti, ha trasmesso all’u<strong>di</strong>torio quella<br />
verità che soltanto gli esuli e i loro<br />
<strong>di</strong>scendenti possono sapere, e cioè<br />
che, ben prima della sua istituzione<br />
ufficiale, il Giorno del Ricordo, per<br />
oltre 350.000 istriani e giulianodalmati,<br />
si è celebrato ogni giorno, per<br />
60 anni, come un quoti<strong>di</strong>ano lutto privato,<br />
vissuto con <strong>di</strong>gnità in mezzo all’in<strong>di</strong>fferenza<br />
generale. Infine, il Presidente<br />
<strong>di</strong> Assoarma Verona, gen.<br />
Edgardo Pisani, ha ricordato i soldati<br />
italiani, e in particolare i bersaglieri,<br />
scomparsi nelle foibe (circa 682 persone),<br />
esprimendo solidarietà agli esuli<br />
per il loro calvario.<br />
Dopo questa prima parte, ha avuto<br />
inizio la rappresentazione teatrale<br />
Esodo, per la regia <strong>di</strong> Loredana Gioseffi<br />
e immagini a cura <strong>di</strong> Paolo Plazzi. In<br />
un sapiente ed efficace intreccio <strong>di</strong><br />
poesia, letteratura e testimonianza <strong>di</strong>retta,<br />
lo spettacolo ha letteralmente<br />
avvinto i <strong>numero</strong>si presenti in sala (lo<br />
si ricorda, per la maggior parte studenti),<br />
anche grazie alla bravura del gruppo<br />
“Canone in verso”, che vi ha preso<br />
parte. Le voci recitanti (Francesco Gini,<br />
Daniele Piccoli e Stefania Ta<strong>di</strong>ello)<br />
hanno interpretato, con un pathos<br />
sempre calibrato e mai sopra le righe,<br />
brani tratti dall’Eneide e dalla Divina<br />
Comme<strong>di</strong>a, imperniati sul tema dell’esilio,<br />
nonché i celeberrimi A Zacinto<br />
<strong>di</strong> Foscolo e Ad<strong>di</strong>o monti dai Promessi<br />
Sposi. L’elegantissimo accompagnamento<br />
musicale ai brani è stato curato<br />
da Marianna Pasetto al violino e Alessandro<br />
Mainolfi alla chitarra. Di forte<br />
impatto, come spesso riescono ad essere<br />
solo le testimonianze in prima<br />
persona, è stata la riflessione <strong>di</strong> Giuseppe<br />
Gioseffi, esule da Rovigno<br />
d’Istria, che ha dato voce, nel riferire<br />
la propria esperienza, alle tante storie<br />
simili o analoghe che per tanti anni<br />
sono circolate nella ristretta cerchia<br />
degli esuli.<br />
Ora, narrate ad un pubblico più<br />
vasto, queste storie rivelano tutta la loro<br />
ricchezza storica e umana, e i giovani<br />
ne percepiscono il valore, rispondendo<br />
in modo inequivocabile. Un’attenzione<br />
palpabile ha accompagnato tutti<br />
i momenti dello spettacolo, che ha fra<br />
l’altro ricostruito (ricorrendo a materiale<br />
fotografico, giornalistico e documentario)<br />
il volto delle città italiane<br />
d’Istria, Fiume e Dalmazia prima che<br />
la guerra e la presa <strong>di</strong> possesso jugoslava<br />
ne stravolgesse la fisionomia urbanistica<br />
e architettonica, oltre che il<br />
tessuto sociale. Insomma, Esodo ha<br />
offerto una miscela equilibrata e avvincente<br />
<strong>di</strong> storia e rievocazione, alternando<br />
la rigorosa e necessaria ricostruzione<br />
<strong>di</strong> eventi, luoghi e <strong>di</strong>namiche<br />
agli spazi più cal<strong>di</strong> e vivi, aperti<br />
dalla suggestione, dalla nostalgia e dal<br />
sentimento. Chi lo ha visto auspica che<br />
possa essere proposto ancora, a Verona<br />
e altrove, perché le immagini, la<br />
poesia e la musica parlino ancora <strong>di</strong><br />
ciò che la storiografia ufficiale, per<br />
decenni, non ha voluto <strong>di</strong>re.<br />
Veronica Santoro
8 DIFESA ADRIATICA <strong>Giugno</strong> <strong>2009</strong><br />
Torino,<br />
i polesani a raduno.<br />
Argeo Benco<br />
il nuovo sindaco<br />
<strong>Il</strong> 53.esimo Raduno nazionale<br />
degli esuli <strong>di</strong> Pola si è svolto a Torino<br />
dal 22 al 24 maggio. In apertura,<br />
venerdì 22 maggio, ha avuto<br />
luogo la presentazione del dvd<br />
“Istria, Terra amata”, tratto dall’opera<br />
La cisterna <strong>di</strong> Bruno Carra<br />
Nascimbeni.<br />
La mattina <strong>di</strong> sabato 23 si è riunito<br />
in seduta il Consiglio comunale.<br />
Nel pomeriggio, si è svolta<br />
l’Assemblea generale dei soci nel<br />
corso il sindaco uscente del Libero<br />
Comune <strong>di</strong> Pola, gen.<br />
Mazzaroli, ha tenuto la sua relazione.<br />
Sono seguiti il <strong>di</strong>battito e la<br />
votazione per il rinnovo delle cariche<br />
associative. Al termine della<br />
giornata concerto <strong>di</strong> Mario<br />
Fragiacomo ed il suo «Mittel Europa<br />
Ensemble».<br />
Domenica, giornata conclusiva<br />
del Raduno, è stata convocata<br />
la riunione del neoeletto Consiglio<br />
Comunale, nel corso della quale<br />
si è eletto il nuovo sindaco, nella<br />
persona <strong>di</strong> Argeo Benco. Suo vice<br />
sarà Tito Sidari. Benco, che ricopriva<br />
finora la carica <strong>di</strong><br />
vicepresidente, succede a Silvio<br />
Mazzaroli, alla guida del Comune<br />
negli ultimi anni. Sidari invece<br />
sale alla vicepresidenza dopo essere<br />
stato consigliere. A chiusura<br />
del raduno è seguita una cerimonia<br />
religiosa, accompagnata dai<br />
musicisti Chiara e Giovanni<br />
Bertoglio.<br />
L’ISIS “Leonardo da Vinci” <strong>di</strong> Firenze<br />
ha ricevuto a Roma, il 9 febbraio<br />
scorso, il Premio Giorno del Ricordo<br />
inde to da la Sede nazionale <strong>ANVGD</strong> per<br />
la sezione de<strong>di</strong>cata alle scuole, risultando<br />
vincitore per la qualità delle ricerche<br />
svolte sotto la guida degli insegnanti<br />
sul tema dell’esodo e delle<br />
Foibe. Dagli studenti premiati ci giunge<br />
questo contributo, che unitamente<br />
ad alcune fotografie volentieri pubblichiamo.<br />
È, questo, un capitolo <strong>di</strong> storia che<br />
ha coinvolto una regione importante<br />
dell’Europa. Ma non spicca nelle pagine<br />
che noi studenti siamo abituati a<br />
sfogliare, talvolta in modo superficiale:<br />
ad<strong>di</strong>rittura sembra non essere mai<br />
stato scritto. Sono poche le righe che<br />
anche i migliori testi adottati de<strong>di</strong>cano<br />
alla storia dei confini orientali dell’Italia.<br />
Eppure stiamo parlando <strong>di</strong> fatti<br />
che hanno coinvolto gran<strong>di</strong> masse <strong>di</strong><br />
uomini e donne, <strong>di</strong> gravi conflitti sociali,<br />
etnici e religiosi, <strong>di</strong> persecuzioni<br />
e massacri, <strong>di</strong> esili forzati e per<strong>di</strong>te<br />
collettive <strong>di</strong> identità, verificatesi in un<br />
quadrante geografico ricco <strong>di</strong><br />
stratificazioni linguistiche, culturali e<br />
religiose. È la storia <strong>di</strong> un popolo, ricca<br />
<strong>di</strong> sfumature, contrad<strong>di</strong>zioni, complicazioni,<br />
conflitti aggiuntivi rispetto<br />
a quelli noti e altisonanti.<br />
Accostandoci a questo tema così,<br />
semplicemente, con i dati <strong>di</strong>sponibili,<br />
abbiamo avvertito che le pagine lette<br />
ci narravano vicende ancora molto<br />
controverse, che per tanti decenni sono<br />
state nascoste e rimosse, e che tuttora<br />
suscitano emozioni e reazioni forti fra<br />
coloro che le hanno vissute sulla propria<br />
pelle o che se ne occupano per<br />
motivi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o o <strong>di</strong> proposta politica.<br />
Spesso ci è mancata la completezza<br />
dell’informazione, ridotta o influenzata<br />
I rappresentanti degli studenti premiati<br />
con il preside dell’ITIS “Leonardo da Vinci” <strong>di</strong> Firenze<br />
dai comitati<br />
I confini orientali dell’Italia dagli irredentismi<br />
alla formazione dell’Unione Europea:<br />
Venezia Giulia, Istria, Dalmazia<br />
L’approccio degli studenti dell’Isis “Leonardo da Vinci” <strong>di</strong> Firenze<br />
ai temi del confine orientale<br />
– magari – da interpretazioni poco<br />
obiettive, superficiali o tendenti alla<br />
censura.<br />
Abbiamo imparato quin<strong>di</strong> - anche<br />
attraverso questa esperienza - che qualsiasi<br />
capitolo <strong>di</strong> storia deve<br />
partire da fatti accertati e darne<br />
conto, senza tagli o manipolazioni, e<br />
prendere in esame le interpretazioni<br />
anche contrapposte che <strong>di</strong> quei fatti<br />
forniscono i protagonisti.<br />
Molti <strong>di</strong> loro, testimoni <strong>di</strong>retti, narratori<br />
<strong>di</strong> realtà sconcertanti leggibili in<br />
ogni ruga dei loro volti, sono ancora<br />
qui, <strong>di</strong>sponibili a riscrivere con noi ciò<br />
che ha determinato quei confini a nord<br />
est.<br />
Con il loro contributo prezioso,<br />
puntiamo ad arricchire una porzione<br />
della storia dell’Italia degli ultimi decenni<br />
che sembra rimossa, un tassello<br />
delicato ed emblematico del complesso<br />
mosaico balcanico, un in<strong>di</strong>catore<br />
e anticipatore della stessa complessità<br />
del movimento <strong>di</strong> resistenza al fascismo<br />
e al nazismo nel nostro Paese.<br />
<strong>Il</strong> tema dei confini orientali ci è<br />
apparso in effetti come un oggetto <strong>di</strong><br />
indagine particolarmente ricco, punto<br />
<strong>di</strong> incrocio fra i passaggi storici che<br />
hanno accompagnato la formazione<br />
dello Stato nazionale italiano e il suo<br />
sviluppo in senso prima liberale, poi<br />
totalitario e infine democratico, da una<br />
parte, e le domande urgenti che pone<br />
alla contemporaneità l’area balcanica,<br />
con l’insorgenza o il rigurgito <strong>di</strong> vecchi<br />
e mai sopiti conflitti, dall’altra.<br />
Strada facendo, la nostra attenzione<br />
è cresciuta. Ci hanno appassionato<br />
gli eventi vissuti da questa gente semplice,<br />
da intere popolazioni fatte oggetto<br />
<strong>di</strong> soprusi e <strong>di</strong> violenze, costrette<br />
all’esodo verso altre regioni d’Italia,<br />
attraverso il continente europeo o anche<br />
oltre oceano.<br />
Gli studenti in visita alla Scuola Dalmata <strong>di</strong> S. Giorgio a Venezia<br />
In visita alla Foiba <strong>di</strong> Basovizza<br />
con la guida dello storico Roberto Spazzali<br />
Infine, la classica foto <strong>di</strong> gruppo finale,<br />
in riva all’Adriatico
<strong>Giugno</strong> <strong>2009</strong><br />
Ci siamo prefissi obiettivi ambiziosi,<br />
solo una parte dei quali siamo ancora<br />
riusciti a raggiungere: come la<br />
raccolta e l’analisi dei dati relativi all’ambiente<br />
e alle motivazioni degli attori<br />
sociali; la creazione <strong>di</strong> in<strong>di</strong>ci<br />
bibliografici e multime<strong>di</strong>ali; l’allestimento<br />
<strong>di</strong> in<strong>di</strong>ci ragionati delle fonti<br />
strutturate (associazioni, istituzioni<br />
culturali, centri stu<strong>di</strong>, musei, ecc.), dei<br />
siti web, dei contatti; l’allestimento <strong>di</strong><br />
cataloghi fotografici e cartografici<br />
tematici; una rassegna stampa; la realizzazione<br />
<strong>di</strong> interviste video e au<strong>di</strong>o<br />
a fonti <strong>di</strong>rette; la ricerca, foto-documentazione<br />
e catalogazione <strong>di</strong> documenti<br />
e altri materiali <strong>di</strong> archivio; l’attivazione<br />
<strong>di</strong> gemellaggi con le scuole<br />
me<strong>di</strong>e superiori del Nord Est, della<br />
Slovenia e della Croazia, e in particolare<br />
con quelle della Comunità italiana<br />
lì residente; la creazione <strong>di</strong> una sezione<br />
specifica <strong>di</strong> materiali cartacei e<br />
<strong>di</strong> in<strong>di</strong>ci multime<strong>di</strong>ali presso la Biblioteca<br />
del nostro ISIS “Leonardo da Vinci”<br />
<strong>di</strong> Firenze.<br />
<strong>Il</strong> nostro progetto è stato presentato<br />
e proposto alla Regione Toscana –<br />
finora senza molta fortuna – come<br />
percorso <strong>di</strong>dattico ed educativo pilota,<br />
che miri a sviluppare nei ragazzi le<br />
capacità <strong>di</strong> indagine e <strong>di</strong> ascolto, in<strong>di</strong>rizzandoli<br />
verso un approccio critico<br />
alle fonti della storiografia contemporanea,<br />
a promuovere l’autonomia nella<br />
formazione delle valutazioni dei processi<br />
storici, a incoraggiare un atteggiamento<br />
attivo, che renda la scuola<br />
non un semplice referente passivo ma<br />
anche un soggetto in grado <strong>di</strong> dare<br />
contributi alla ricerca e alla <strong>di</strong>vulgazione.<br />
Abbiamo iniziato nell’anno scolastico<br />
2006-2007 e siamo adesso al<br />
terzo anno <strong>di</strong> sperimentazione <strong>di</strong> questo<br />
itinerario critico della memoria. Noi<br />
studenti delle specializzazioni <strong>di</strong> Fotografia<br />
e Grafica del “Leonardo da<br />
Vinci” veniamo educati a cogliere <strong>di</strong>rettamente<br />
nei luoghi sensazioni, documenti<br />
e opinioni.<br />
Per questo non potevano mancare<br />
viaggi <strong>di</strong> documentazione, come<br />
quello che abbiamo effettuato fra il 12<br />
e il 16 marzo 2207 a Gonars,<br />
Caporetto, Tolmino, Trieste, Pola,<br />
Rovigno e Parenzo, che ci ha messo<br />
in <strong>di</strong>retto contatto <strong>di</strong>retto con fonti orali,<br />
documenti e luoghi della memoria<br />
Di grande aiuto è stata la collaborazione<br />
prestata da Myriam Andreatini,<br />
delegata dell’<strong>ANVGD</strong>, e dalla Biblioteca<br />
delle Oblate <strong>di</strong> Firenze, dotata grazie<br />
all’opera <strong>di</strong> Myriam <strong>di</strong> un ricco<br />
Fondo Istria Fiume Dalmazia. In particolare,<br />
poi, siamo riusciti a dar voce<br />
alla richiesta <strong>di</strong> restauro del monumento<br />
a Dante donato a Tolmino nel 1929<br />
proprio dalla città <strong>di</strong> Firenze: nella città<br />
isontina abbiamo consegnato al sindaco<br />
Uros Brezan la lettera affidataci<br />
a questo scopo dall’assessore alla Cultura<br />
del nostro Comune.<br />
L’anno scolastico in corso ci vede<br />
impegnati infine nella realizzazione <strong>di</strong><br />
un’e<strong>di</strong>zione commentata <strong>di</strong> un testo<br />
emblematico, Nemico del popolo, <strong>di</strong><br />
Antonio Bu<strong>di</strong>cin (oggi esaurito).<br />
Ci avvaliamo qui della collaborazione<br />
dell’IRCI, dell’<strong>ANVGD</strong>, della Biblioteca<br />
delle Oblate e dei nostri amici<br />
esuli a Firenze, istriani e dalmati, coi<br />
quali è nato nel frattempo un rapporto<br />
<strong>di</strong> profonda e calda amicizia. L’intero<br />
ciclo <strong>di</strong> produzione del libro potrà essere<br />
realizzato all’interno del nostro<br />
Istituto, dotato <strong>di</strong> una propria tipografia:<br />
sarà il terzo volume <strong>di</strong> una collana<br />
de<strong>di</strong>cata alla storia del territorio raccontato<br />
“dal basso”.<br />
Ginevra Abbandonati<br />
II Operatori<br />
della Comunicazione Fotografica,<br />
ISIS “Leonardo da Vinci”, Firenze<br />
DIFESA ADRIATICA<br />
Roma, a rischio la cappella<br />
dei Patroni giuliani e dalmati<br />
Una sottoscrizione per lavori <strong>di</strong> massima urgenza<br />
Roma. La Cappella dei Santi Patroni<br />
giuliano-dalmati, che si trova<br />
nella parrocchia <strong>di</strong> San Marco Evangelista<br />
nel quartiere giulianodalmata,<br />
versa in gravi con<strong>di</strong>zioni.<br />
Infiltrazioni d’acqua provenienti<br />
dalla sovrastante copertura stanno<br />
infatti minando i mosaici dei Maestri<br />
<strong>di</strong> Spilimbergo, benedetti da Giovanni<br />
Paolo II nel 1984 in San Pietro<br />
e poi installati nella cappella.<br />
Aldo Clemente, già Segretario<br />
generale dell’Opera Profughi e dell’Associazione<br />
Triestini e Goriziani<br />
<strong>di</strong> Roma, ha lanciato una sottoscrizione<br />
in favore degli urgenti lavori<br />
<strong>di</strong> restauro, in quanto la Comunità<br />
francescana <strong>di</strong> San Marco, già impegnata<br />
in altri lavori nella chiesa<br />
madre, non è in grado <strong>di</strong> far fronte<br />
ai costi.<br />
Chi desidera venire incontro a<br />
questa necessità può partecipare inviando<br />
il proprio contributo tramite<br />
bonifico bancario sul conto corrente<br />
intestato “Parrocchia San Marco<br />
Evangelista” presso la Banca Popo-<br />
Patrimonio culturale serbo in Kosovo:<br />
Belgrado protesta con l’Unesco<br />
<strong>Il</strong> ministro degli Esteri serbo,<br />
Vuk Jeremic, ha protestato nelle<br />
scorse settimane per il tentativo,<br />
definito «scandaloso» e «oltraggioso»,<br />
<strong>di</strong> registrare presso<br />
l’UNESCO come appartenente alla<br />
cultura me<strong>di</strong>evale kosovaro i monasteri<br />
e le chiese ortodossi e altre<br />
espressioni del patrimonio<br />
culturale serbo in Kosovo.<br />
«Questo tentativo scandaloso<br />
e oltraggioso <strong>di</strong> mistificare l’identità<br />
culturale non è mai avvenuto<br />
prima in seno a questa organizzazione,<br />
e noi non consentiremo<br />
che avvenga ora», ha detto<br />
Jeremic ai giornalisti.<br />
A proporre <strong>di</strong> definire patrimonio<br />
culturale del Kosovo i<br />
monasteri serbi e le altre opere<br />
d’arte della cultura serba situate<br />
nella provincia a maggioranza<br />
albanese <strong>di</strong>chiaratasi in<strong>di</strong>pendente<br />
da Belgrado sono stati alcuni<br />
Paesi, a cominciare dall’Albania.<br />
La proposta verrà presentata<br />
alla riunione che il comitato<br />
dell’UNESCO per il patrimonio culturale,<br />
fissata dal 22 al 30 giugno<br />
a Siviglia, in Spagna.<br />
Si ripropone dunque, in altri<br />
luoghi e altri contesti, la pessima<br />
abitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> tentare <strong>di</strong> appropriarsi<br />
del patrimonio culturale<br />
altrui, così come avviene da decenni<br />
con la civiltà architet-tonica<br />
e artistica italiana dell’Adriatico<br />
orientale da parte <strong>di</strong> ampi<br />
settori croati e sloveni.<br />
L’esponente serbo bene ha fatto<br />
a protestare a chiare lettere.<br />
Vogliamo auspicare che analoga<br />
fermezza sia manifestata dalle<br />
istituzioni italiane, politiche e<br />
culturali, ogni qual volta si tenti<br />
<strong>di</strong> accre<strong>di</strong>tare presso il grande<br />
pubblico una versione falsa e frequentemente<br />
ri<strong>di</strong>cola del<br />
retaggio storico-artistico dell’Istria<br />
e della Dalmazia.<br />
d.a.<br />
lare <strong>di</strong> Sondrio, Ag. 10 <strong>di</strong> Roma,<br />
utilizzando il co<strong>di</strong>ce IBAN IT62<br />
Q056 9603 2100 0000 5373 X29.<br />
Tramite la stampa verrà reso pubblico<br />
l’elenco dei donatori.<br />
I gran<strong>di</strong> mosaici propongono le<br />
A destra: Valle d’Istria,<br />
castello Soardo-Bembo (XV sec.),<br />
eleganti profili veneziani.<br />
Valle, e<strong>di</strong>ficata intorno al castello,<br />
appare nei primi documenti scritti<br />
come romana Castrum Vallis<br />
In basso: Sebenico, la Cattedrale <strong>di</strong> S. Giacomo,<br />
alla quale lavorarono <strong>numero</strong>si artisti veneti.<br />
Nel 1441 il Gran Consiglio citta<strong>di</strong>no affidò i lavori<br />
a Giorgio Orsini, che vi lavorò fino alla sua morte,<br />
avvenuta nel 1475. Tra il 1475 ed il 1536 i lavori<br />
vennero proseguiti dal maestro toscano<br />
Niccolò <strong>di</strong> Giovanni Fiorentino.<br />
Dopo la morte <strong>di</strong> Fiorentino del 1505<br />
la costruzione venne terminata<br />
da un altro gruppo <strong>di</strong> artisti veneziani<br />
immagini <strong>di</strong> San Servolo (Buie), San<br />
Nazario (Capo<strong>di</strong>stria), Sant’Isidoro<br />
(Cherso), San Girolamo (Dalmazia),<br />
Santi Vito e Modesto (Fiume), Santi<br />
<strong>Il</strong>ario e Taziano (Gorizia), San Giorgio<br />
(Laurana-Pinguente), San<br />
9<br />
Martino (Lussinpiccolo), Santo Stefano<br />
(Montona), Madonna della Salute<br />
(Neresine), San Gaudenzio<br />
(Ossero), San Mauro (Parenzo), San<br />
Mauro (Parenzo), San Nicolò<br />
(Pisino), San Tommaso (Pola),<br />
Sant’Eufemia (Rovigno), San Giusto<br />
(Trieste), San Marco (Venezia),<br />
Sant’Anastasia (Zara), San Biagio<br />
(Dignano), Sant’Antonio Abate<br />
(Lussingrande). Particolari su questi<br />
splen<strong>di</strong><strong>di</strong> mosaici potete trovarli su<br />
questo sito internet:<br />
http://xoomer.virgilio.it/<br />
arupinum/croVGD2b.html
10 DIFESA ADRIATICA <strong>Giugno</strong> <strong>2009</strong><br />
Deportati e scomparsi,<br />
due lettere chiedono rispetto e notizie<br />
Ci ha scritto la signora Rosa Vasile,<br />
figlia <strong>di</strong> un impiegato nella Questura<br />
<strong>di</strong> Fiume deportato dai partigiani jugoslavi<br />
e mai tornato, una lettera già<br />
pubblicata integralmente sul sito nazionale<br />
dell’Associazione www.anvgd.it,<br />
che riproduciamo nelle parti più significative<br />
a beneficio dei Lettori che non<br />
abbiano modo <strong>di</strong> leggerla on line.<br />
«Sul quoti<strong>di</strong>ano “<strong>Il</strong> Piccolo” <strong>di</strong> Trieste<br />
<strong>di</strong> lunedì 2 marzo u.s. – esor<strong>di</strong>sce<br />
la signora Vasile – ho letto la sconcertante<br />
<strong>di</strong>chiarazione rilasciata dal segretario<br />
dell’Unione Slovena <strong>di</strong> Trieste,<br />
Peter Mocnik, a seguito dei fatti oltremodo<br />
oltraggiosi avvenuti alla foiba <strong>di</strong><br />
Golobivnica, a Corgnale, ad opera <strong>di</strong><br />
un gruppo <strong>di</strong> manifestanti sloveni contro<br />
una delegazione dell’Unione degli<br />
Istriani che portava omaggio al sito,<br />
regolarmente autorizzata dalle autorità<br />
slovene.<br />
Detta <strong>di</strong>chiarazione recita: “[…]<br />
male informato, il Presidente<br />
Napolitano premia ogni anno nella<br />
Giornata del Ricordo figli e nipoti <strong>di</strong><br />
criminali <strong>di</strong> guerra”.<br />
Essendo personalmente figlia <strong>di</strong><br />
una vittima dell’o<strong>di</strong>o etnico ed ideologico<br />
jugoslavo, per cui il 10 febbraio<br />
2008 ho ricevuto la medaglia<br />
commemorativa dal Presidente<br />
Napolitano, esprimo profonda amarezza<br />
e sdegno. Mio padre, Gerlando<br />
Vasile, <strong>di</strong> anni 48, usciere presso la<br />
Questura <strong>di</strong> Fiume, era un uomo semplice,<br />
padre <strong>di</strong> cinque figli, marito<br />
esemplare, conduceva una vita mo-<br />
desta, tutta de<strong>di</strong>ta al lavoro e alla famiglia.<br />
<strong>Il</strong> 3 maggio 1945, come <strong>di</strong> consueto,<br />
si recò in ufficio da cui non fece<br />
più ritorno. Dopo qualche giorno <strong>di</strong><br />
detenzione nel carcere <strong>di</strong> Fiume, <strong>di</strong><br />
notte, come ci riferirono alcuni abitanti<br />
vicini al carcere, fu trasportato su<br />
un camion insieme a tutto il personale<br />
della Questura per ignota destinazione.<br />
Ci fu riferito che mio padre gridava<br />
straziante “lasciatemi, ho cinque<br />
figli, non ho mai fatto male a nessuno”.<br />
[…] Profondamente ferita nell’animo,<br />
offesa per la mia <strong>di</strong>gnità <strong>di</strong> figlia<br />
<strong>di</strong> una vittima innocente, oggetto <strong>di</strong><br />
un’affermazione <strong>di</strong>ffamatoria così grave,<br />
mi rivolgo alle autorità preposte per<br />
la tutela della nostra onorabilità.<br />
[…] Non più sentimenti <strong>di</strong> rancore,<br />
<strong>di</strong> vendetta, ma solo bisogno <strong>di</strong><br />
conoscere il luogo in cui i nostri cari<br />
hanno tragicamente concluso la loro<br />
vita, per portarvi noi congiunti (almeno<br />
quelli che siamo rimasti) un fiore,<br />
una preghiera».<br />
La Società <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Fiumani informa<br />
che il 4 maggio <strong>2009</strong>, presso<br />
la Chiesa parrocchiale <strong>di</strong> Castua<br />
(Kastav), non lontano da Fiume, si è<br />
celebrata una S.Messa in suffragio e<br />
a ricordo dei caduti italiani sepolti a<br />
Castua, tra cui il senatore fiumano<br />
Riccardo Gigante.<br />
Da <strong>di</strong>eci anni si svolge la cerimonia<br />
religiosa a cui fa seguito un<br />
pellegrinaggio presso la fossa comune<br />
(bosco della Loza), dove furono<br />
gettati il 4 maggio 1945 i nostri sfortunati<br />
connazionali, dopo essere stati<br />
trucidati dai partigiani jugoslavi<br />
senza processo.<br />
Esiste a tutt’oggi una pratica <strong>di</strong><br />
riesumazione in corso che iniziò su<br />
espressa richiesta della Società <strong>di</strong><br />
Stu<strong>di</strong> Fiumani e dei parenti del senatore<br />
Gigante.<br />
La scoperta avvenne nell’ambi-<br />
La sua lettera ha suscitato la solidarietà<br />
delle signore Grazia Bruno e<br />
Maria Cacciola, esuli istriane e figlie<br />
<strong>di</strong> Carabinieri scomparsi rispettivamente<br />
a Rovigno nel 1943 e a Dignano<br />
nel ’45, che ci hanno scritto per esprimere<br />
il loro apprezzamento per la lettera<br />
della signora Vasile. «Anche noi,<br />
il 10 febbraio 2008 – scrivono tra l’altro<br />
le signore Bruno e Cacciola –, siamo<br />
state insignite dal Presidente<br />
Napolitano con onorificenza e relativa<br />
medaglia, per il sacrificio fatto dai<br />
nostri padri scomparsi in Istria, durante<br />
l’ultima guerra, a causa dell’o<strong>di</strong>o e<br />
della ferocia dei partigiani titini.<br />
Addolorate e ferite – proseguono<br />
le due firmatarie nella missiva –, profondamente<br />
per le parole pronunciate<br />
dal Mocnik, offensive nei confronti<br />
della memoria, per noi sacra, dei nostri<br />
cari, rei solo <strong>di</strong> aver dato la vita per<br />
l’italianità dell’Istria, ci associamo all’appello<br />
della sig.ra Vasile affinché simili<br />
episo<strong>di</strong> non abbiano più a verificarsi<br />
e venga, infine riconosciuto ai<br />
nostri congiunti il rispetto e la <strong>di</strong>gnità<br />
che meritano e conoscere, finalmente,<br />
il luogo dove giacciono le loro spoglie».<br />
Con l’occasione, la signora<br />
Cacciola lancia, attraverso il sito<br />
internet dell’Anvgd e dalle colonne <strong>di</strong><br />
“Difesa Adriatica” un appello a chi<br />
possa fornirle notizie del padre, scomparso<br />
e del quale non ha mai saputo<br />
più nulla. Ecco tutti i dati.<br />
Antonino Cacciola, <strong>di</strong> Gaetano e<br />
Castua, ricordato<br />
dalla Società <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Fiumani<br />
il sen. Riccardo Gigante<br />
Fu trucidato dai partigiani jugoslavi<br />
insieme con altri connazionali<br />
Ti sei iscritto all’<strong>ANVGD</strong>?<br />
Continua la campagna abbonamenti <strong>2009</strong><br />
Cosa aspetti? Noi Ti aspettiamo<br />
Rivolgiti ai nostri Comitati Provinciali<br />
o contatta la nostra Sede nazionale<br />
(tel. 06 5816852)<br />
L’abbonamento a Difesa Adriatica<br />
non equivale alla quota associativa<br />
to della ricerca italo-croata sulle vittime<br />
<strong>di</strong> nazionalità italiana a Fiume<br />
e <strong>di</strong>ntorni, promossa dalla stessa Società<br />
<strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> e dall’Istituto Croato<br />
per la Storia <strong>di</strong> Zagabria. Tale richiesta<br />
fu successivamente accolta da<br />
Onorcaduti e dalle autorità governative<br />
croate.<br />
Al momento si attende la ripresa<br />
dei lavori della Commissione italocroata<br />
per le sepoltura <strong>di</strong> guerra e si<br />
spera che entro il 2010 possano iniziare<br />
le operazioni relative<br />
all’esumazione dei poveri resti.<br />
Quest’anno il presidente della<br />
Società <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Fiumani, Amleto<br />
Ballarini, e il segretario Generale,<br />
Marino Micich, hanno avuto ulteriori<br />
rassicurazioni sulla questione<br />
dal Ministero italiano degli Affari<br />
Esteri.<br />
Si spera che le autorità comunali<br />
<strong>di</strong> Castua non si oppongano come<br />
è avvenuto in passato a tale iniziativa,<br />
che ha già avuto il benestare del<br />
Ministero croato competente.<br />
Alla cerimonia del 4 maggio<br />
hanno partecipato, oltre ai <strong>di</strong>rigenti<br />
della Società <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Fiumani, anche<br />
i <strong>di</strong>rigenti del Libero Comune<br />
<strong>di</strong> Fiume in esilio, Guido<br />
Brazzoduro, Mario Stalzer e Laura<br />
Calci, i rappresentati della Lega Nazionale<br />
- sezione <strong>di</strong> Fiume, i <strong>di</strong>rigenti<br />
della Comunità degli Italiani<br />
<strong>di</strong> Fiume e come <strong>di</strong> consueto le autorità<br />
consolari italiane. La Messa è<br />
stata celebrata dal parroco <strong>di</strong> Castua,<br />
don Franjo Jurcevic.<br />
Maria Ucciardello, nato a Messina il<br />
22 marzo 1910. In servizio alla stazione<br />
Carabinieri <strong>di</strong> Sanvincenti (Pola)<br />
fino al 5 luglio 1944, quando transitò<br />
nella M.d.t. 2° Rgt. Istria. Alla fine <strong>di</strong><br />
aprile del 1945, da Dignano partì per<br />
ignota destinazione. Fu presumibilmente<br />
catturato dai partigiani titini e<br />
da allora non si ebbero più sue notizie.<br />
Nonostante <strong>numero</strong>se ricerche<br />
fatte negli ultimi anni, il suo nome non<br />
risulta in nessun elenco ufficiale e non.<br />
Per eventuali informazioni scriveteci<br />
a info@anvgd.itIn<strong>di</strong>rizzo e-mail<br />
protetto dal bots spam , deve abilitare<br />
Javascript per vederlo.<br />
Red.<br />
Inse<strong>di</strong>ata la Commisssione italo-tedesca<br />
sugli internati italiani in Germania<br />
Si è svolto, sotto gli auspici dei Ministri degli Esteri <strong>di</strong> Germania e Italia,<br />
presso il Centro Italo-Tedesco Villa Vigoni (Loveno <strong>di</strong> Menaggio, Como) la<br />
Conferenza <strong>di</strong> presentazione della Commissione <strong>di</strong> storici italo-tedeschi<br />
che approfon<strong>di</strong>rà gli eventi bellici e le vicende degli internati militari italiani<br />
dopo l’8 settembre1943. Lo ha reso noto la Farnesina, che ricorda la decisione<br />
<strong>di</strong> istituire tale Commissione assunta al Vertice bilaterale tenutosi a<br />
Trieste il 18 novembre 2008, in cui i Governi <strong>di</strong> Germania e Italia, nel<br />
riba<strong>di</strong>re la loro fedeltà agli ideali <strong>di</strong> riconciliazione, solidarietà e integrazione,<br />
hanno convenuto <strong>di</strong> dare vita ad un organismo costituito da storici<br />
italiani e tedeschi con il mandato <strong>di</strong> un approfon<strong>di</strong>mento comune sul passato<br />
<strong>di</strong> guerra italo-tedesco e in particolare sugli internati militari italiani.<br />
<strong>Il</strong> Ministro Federale degli Affari Esteri, Steinmeier, ha manifestato alle<br />
vittime ed ai loro familiari la profonda partecipazione della Germania, sottolineando<br />
ancora una volta che a loro e al loro destino si deve commemorazione<br />
e riflessione, non silenzio e rimozione. Nel rendere omaggio a tutte<br />
le vittime del nazismo e del fascismo, il Ministro Frattini ha a sua volta<br />
ricordato il sacrificio degli internati militari, la cui vicenda è ancora poco<br />
nota ed il cui rifiuto <strong>di</strong> continuare a combattere «fu una coraggiosa scelta <strong>di</strong><br />
civiltà, pagata con la deportazione, l’internamento, il lavoro forzato e, in<br />
tanti casi, con la vita».<br />
(fonte ANSA).<br />
Note dolorose...<br />
<strong>Il</strong> 15 marzo è morto, dopo una dolorosa malattia,<br />
Lucio (Bartolomeo) Mandarà<br />
nato a Fiume il 2 <strong>di</strong>cembre 1923. Con la sua morte questo mondo <strong>di</strong> oggi è<br />
<strong>di</strong>ventato più povero, perché Lucio, oltre ad essere un uomo <strong>di</strong> grande cultura,<br />
era la lealtà, l’onestà e il coraggio personificati. Come tutti gli italiani non me<strong>di</strong>ocri,<br />
non ha mai fatto parte del piccolo gruppo <strong>di</strong> intellettuali esaltati dalla Tv,<br />
sebbene per più <strong>di</strong> 40 anni abbia scritto per la televisione:<br />
tra i suoi testi più importanti ricor<strong>di</strong>amo <strong>Il</strong> giovane Garibal<strong>di</strong>,<br />
La fine <strong>di</strong> un regno, e La baronessa <strong>di</strong> Carini, ritrasmesso<br />
pochi mesi orsono. È anche autore <strong>di</strong> un romanzo, La grotta<br />
<strong>di</strong> Ernesto: è la storia vera <strong>di</strong> un istriano colpito da un’ingiusta<br />
condanna, che sopravvive per anni quasi ignorato,<br />
in una grotta in Sicilia.<br />
Lo ricordano, oltre alla figlia Francesca, due compagne<br />
del corso A del Liceo Classico Dante Alighieri <strong>di</strong> Fiume,<br />
Maria Silvia Codecasa e Meyra Moise Lucchi.<br />
Si è spento a Roma, il 25 aprile <strong>2009</strong>,<br />
Antonio Raccamarich<br />
Zaratino, volontario universitario del GUF <strong>di</strong> Zara, assieme al fratello Bruno,<br />
nel febbraio 1941 a Roma nel 2° Rgt. Bersaglieri, partecipò subito dopo alle<br />
operazioni <strong>di</strong> guerra nei Balcani con il glorioso 6° Rgt.<br />
Bersaglieri <strong>di</strong> Bologna. Nel cruciale 1943, ufficiale al 5°<br />
Rgt. <strong>di</strong> Reggio Emilia, coerente con i Suoi principi e con le<br />
scelte già operate, continua a servire la Patria in armi nei<br />
momenti più <strong>di</strong>fficili con de<strong>di</strong>zione e fedeltà.<br />
Decorato con Croce al Merito <strong>di</strong> Guerra. Nella vita civile<br />
maestro elementare a Roma per lunghissimi anni e<br />
successivamente, a fine carriera, operatore autonomo, concessionario<br />
romano dell’E<strong>di</strong>trice Bignami. Legato profondamente<br />
alla famiglia e attaccato fortemente alle origini,<br />
soffrì il destino crudele della Sua città che rivisitò straziata da bombardamenti e<br />
ne conservò il ricordo.<br />
È deceduto il 25 aprile alla soglia degli 88 anni dopo lunghe e debilitanti<br />
afflizioni fisiche sopportate storicamente con cristiana rassegnazione, assistito<br />
amorevolmente dalla figlia Isabella, me<strong>di</strong>co. Riposa nel cimitero romano <strong>di</strong><br />
Prima Porta.<br />
<strong>Il</strong> fratello Bruno devolve Euro 100,00 in Sua memoria.
<strong>Giugno</strong> <strong>2009</strong><br />
ELARGIZIONI<br />
E ABBONAMENTI<br />
Questa rubrica riporta:<br />
- le elargizioni a “Difesa Adriatica”<br />
<strong>di</strong> importo superiore all’abbonamento<br />
or<strong>di</strong>nario;<br />
- le elargizioni <strong>di</strong>rette alla Sede<br />
nazionale Anvgd;<br />
- gli abbonamenti or<strong>di</strong>nari sottoscritti<br />
a “Difesa Adriatica”;<br />
All’interno <strong>di</strong> ogni gruppo, i nominativi<br />
sono elencati in or<strong>di</strong>ne<br />
alfabetico. In rispetto della normativa<br />
sulla privacy non vengono citate le<br />
località <strong>di</strong> residenza degli offerenti.<br />
Ringraziamo da queste pagine tutti<br />
coloro che, con il loro riconoscimento,<br />
ci inviano il segno del loro apprezzamento<br />
e del loro sostegno. Le offerte<br />
qui in<strong>di</strong>cate non comprendono le<br />
elargizioni ricevute dai singoli Comitati<br />
provinciali dell’Anvgd.<br />
ABBONAMENTI ORDINARI<br />
A “DIFESA ADRIATICA”<br />
(ccp 32888000)<br />
<strong>Il</strong> rinnovo degli abbonamenti si<br />
concentra maggiormente tra fine e inizio<br />
anno, quando i lettori ricevono<br />
insieme al giornale il bollettino postale<br />
precompilato. L’elenco comprende<br />
solo coloro che hanno versato la quota<br />
or<strong>di</strong>naria <strong>di</strong> abbonamento.<br />
Segue dal <strong>numero</strong> precedente<br />
GENNAIO Giovannini Carlo,<br />
Giovannini Luciano, Giral<strong>di</strong> Mario,<br />
Girau<strong>di</strong> Bergamo Rita, Gissi Maria,<br />
Giuppani Pietro, Giurina Maria,<br />
Giurini Mariella, Giurini Mirella,<br />
Giurissich Flora, Giusti Anteo,<br />
Gliubicich Caterina, Gloder Gian Antonio,<br />
Gobbo Vittorio, Gobis Livia,<br />
Gortan Ermanno, Gortan Chert Rina,<br />
Graber Regina, Grahor Irene, Gran<strong>di</strong><br />
Duilio, Grassi Mario, Grebaz Dino,<br />
Grego Massimo, Gregori Mario,<br />
Grisan Franco, Grohovaz Luciano,<br />
Grossi Scacchi Maria, Grubessi Mattei<br />
Nives, Grubissa Augusto, Guidoni<br />
Silva, Handl Argentina, Herlinger Romano,<br />
Hess Walter, Hodl Adolfina,<br />
Hodl Roberto, Host Micheli Caterina,<br />
Hroncich Iacono Maria, Hroncich<br />
Michelina ved. Perillo, Iacobacci<br />
Giulia, Iacopacci Annamaria, Iannotta<br />
Tullia, Ianora Livia, Incani Antonio,<br />
Iskra Giulio, Iurissevich Valerio, Iurman<br />
Giovanni, Iurzolla M. Federica,<br />
Ivancich Antonella, Ivanov Franca,<br />
Ivanov Tommaso, Jankovits Marisa,<br />
Jelich Fioretta, Joncich Giuliana, Jugo<br />
Gina, Jurassich Emilio, Jurinovich Antonio,<br />
Justin Erio, Kail Elda, Kiss Marina<br />
ved. Russian, Klun Livio, Kokich<br />
Livio, Konig Giorgio, Kotlar Guerrino,<br />
Kresina Zlatka, Krevatin Armido,<br />
Krivitz Aldo, Ladava Adelma, La<strong>di</strong>llo<br />
Gianfranco, La<strong>di</strong>llo Giorgio, La Grasta<br />
Giovanni, Laruccia Antonio, Laube<br />
Franco, Laude Sergio, Lederer Cesare,<br />
Lei<strong>di</strong> Franco, Lanzoni Vanni Iris,<br />
Lazzarini Tullio Giuseppe, Lechich<br />
Elsa, Leinweber Antonietta, Leonar<strong>di</strong><br />
Maria Luisa, Ligovic Norma, Linar<strong>di</strong><br />
Andrea, Lipizer Grazia, Liubicich<br />
Arno, Locatelli Tullio, Lombar<strong>di</strong> Franca,<br />
Longo Biancamaria, Lotzniker Silvio,<br />
Lovrencich Giovanni, Lubiana<br />
Aquilino, Luciani Laura Giulia, Luini<br />
Aurelia, Lulli Andrea, Lupini Silvia,<br />
Luppis Clelia, Maburzio Armando,<br />
Maburzio Bianca, Magazzini Trieste<br />
Srl, Maggiora Vergano Martina,<br />
Malacrida Genio, Malnich Lauro,<br />
Malusà Bruno, Malusà Nicolò, Manca<br />
Astrid, Man<strong>di</strong>ch Tiziano, Man<strong>di</strong>ch<br />
Virgilio, Maniglio Rosanna, Manni<br />
Dario, Manolà Vittorio, Manoni Alceo,<br />
Mansillo Annibale, Manzin Ida,<br />
Manzin Silvano, Manzoni Gianna,<br />
Marampon Licia, Maraston Maria,<br />
Maraston Mariano, Marazzato Giovanni,<br />
Marcellino Teresa Maria,<br />
Mariconti Giacomo, Marieni Alfonso<br />
Giovanna, Marin Lauro, Marinaz Icilio,<br />
Marini Bianca de Toma, Marinzuli<br />
Giovanni, Marion Giovanni, Marioni<br />
Aldo, Mariotto Craincevich Bruna,<br />
Mariotto Italo, Marocchi Maria<br />
Antonietta, Marsich Giuseppe, Martini<br />
Clemente, Martini Gianfranco,<br />
Marussi Luisa, Marussi Nunziante Paola,<br />
Marussich Ettore, Marussich Li<strong>di</strong>a,<br />
Marzola Mario, Massafra Teresa,<br />
Massalin Elso, Massarotto Sergio, Massi<br />
Giovanni, Massidda Paolico,<br />
Matcovich Clau<strong>di</strong>a, Matcovich Maria,<br />
Matessich Mario, Mattelli Sachs Carla,<br />
Matticchio Maria Grazia, Mattiussi<br />
Antonio, Mattossi Dario, Mattossi Pietro,<br />
Mattossovich Adele, Mattossovich<br />
Nives, Matulich Aldo, Matulich<br />
Iolanda, Maurini Mariano, Mauro Lea,<br />
Maurovich Mario, Mavcovich<br />
Codazzi Mirella, Mazzànovich Ivo,<br />
Mechis Elda, Medvescek Alda,<br />
Meladossi Antonio, Melli Corva Maria,<br />
Melom Marelli Stefania, Mengaziol<br />
Licia, Meriggioli Alessandro, Merzliak<br />
Guido, Mezzacasa Maria Elisa,<br />
Miancich Giancarlo, Michicich Maria,<br />
Miglia Nereo, Mihalich<br />
Annamaria, Mikulich Serenalla, Milanese<br />
Adriana, Milani Daniela,<br />
Milanich Lodovico, Miletti Vittorio,<br />
Millevoi Arreghini Elda, Milliava Ireo,<br />
Millo Nerina, Minach Ferruccio,<br />
Minach Giovanni, Minguzzi Anna,<br />
Mini Ni<strong>di</strong> Angela, Miss Nella Degan,<br />
Missan Anita, Mocorovi Antonio,<br />
Mogioni Silvana, Moise Jolanda, Momi<br />
Giovanni, Monica Giuseppe, Montanari<br />
Clau<strong>di</strong>o, Montanari Zito Maria,<br />
Moraro Mario, Moscheni Bruno,<br />
Moscheni Omero, Moscolin Bruno,<br />
Mottica Giacomo, Mottica Polato<br />
Corinna, Muggia Wanda, Muscar<strong>di</strong>n<br />
Isacco, Muscar<strong>di</strong>n Luciano, Musich<br />
Antonio, Musich Maria Russo, Musina<br />
Livio, Musini Giovanbattista, Nad<strong>di</strong><br />
Caterina, Nani Tamino Melita, Napoli<br />
Carmelo, Napolitano Paleologo Cristina,<br />
Nasazio De Pol Silvana, Nebel<br />
Olga ved. Lorenzini, Negovetich Boris,<br />
Negriolli Roberta, Nerini Fiammetta,<br />
Niccoli Giovanni, Nicolich Antonio,<br />
Nicolich Federica, Notaris Cappellani<br />
Graziella, Novelli Eugenia, Odoni<br />
Dario, Ognibene Ada, Orefice<br />
Guglielmo, Orlan<strong>di</strong>ni Mario, Ostoni<br />
Gualtiero, Ostrini Bruna, Ostrogovich<br />
Francesco, Pagnetti Franco, Palaoro<br />
Narciso, Palci Nella, Palin Augusta,<br />
Pamich Abdon, Pamich Irma, Paniek<br />
Albino, Paoletti Ottilia, Paoli Bruna,<br />
Paolone Fantozzi Rossana, Papo Antonio,<br />
Papo Luigi, Parisi Marco,<br />
Paronuzzi Arnalda, Pasquali Gisella,<br />
Pasquali Sergio, Pasquali Wanda,<br />
Passelli Gabriella, Pastrovicchio<br />
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che operano in altre se<strong>di</strong> la propria<br />
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del foro <strong>di</strong> Trani e del <strong>di</strong>stretto della<br />
Corte <strong>di</strong> Appello <strong>di</strong> Bari nei seguenti<br />
settori <strong>di</strong> competenza:<br />
- Diritto civile e penale<br />
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Gaudenzio, Patelli Andrea, Paulovich<br />
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Pe<strong>di</strong>cchio Graziella Vianini, Pelligra<br />
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Aldo, Pesto Laura, Petranich Anna<br />
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Giovanni, Pitacco Arrigo, Pitacco Giorgio,<br />
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Honoré, Piutti Antonino, Piutti<br />
Faustino, Piutti Graziano, Pizzinat Armando,<br />
Pizzini Franco, Plank Anna<br />
Maria, Pocorni Oreste, Polgar Giovanni,<br />
Poli Martino, Polo Leda, Polonio<br />
Giuseppe, Poropat Guido, Porro<br />
Renata, Poso Armanda, Poso<br />
Mariagrazia, Postet Piero, Predonzani<br />
M. Luisa Favretto, Prelez Edoardo,<br />
Premate Gabriella, Premuda Olivi<br />
Fulvia, Premuda Leila, Prencis Clau<strong>di</strong>o,<br />
Primeri Iolanda, Prioglio Giuseppe,<br />
Prodan Giovanni, Pugliese Aldo,<br />
Puz Miriam, Quaglierini Teodoro,<br />
Quarantotto Lucio, Quarantotto Tullia,<br />
Quattrone Maria Ausilia, Racchi Franco,<br />
Ra<strong>di</strong>llo Battiglia Maria, Radmann<br />
Emerico, Raffin Osvaldo, Rampon<br />
Francesco, Ran<strong>di</strong> Renato, Ranno<br />
Rossana, Re Alfio, Reatti Guido, Rech<br />
Margherita, Rensi Chiara, Retta Guido,<br />
Richard Vittoria, Rigutto Plinio,<br />
Rinal<strong>di</strong> Mariano, Rinaldo Alda,<br />
Rismondo Franco, Rocchetti<br />
Piergiorgio, Rocchi Santamaria Elda,<br />
Rocco Edda, Rocco Renato, Rock Laura,<br />
Ro<strong>di</strong>zza Horvat Edda, Rosiglioni<br />
Ennio, Rossi Aldo, Rossi Nerina, Rota<br />
Antonia, Rotelli Romeo Manfre<strong>di</strong>,<br />
Rovatti Fulvio, Rovis Silvano, Rubini<br />
Tullia Russini, Rubinich Mosetti Sonia,<br />
Rupena Olga, Rusich Piera,<br />
Rusignacco Gemma, Russi Marisa,<br />
Saba<strong>di</strong>n Emilio, Sabatti Livio, Sabatti<br />
Matilde, Sablich Antonio, Sabptha<br />
Bernardo, Sabotha Eleonora, Sacchetti<br />
Maria, Sacchi Calbiani Fiorella, Saggini<br />
Bruno, Salvador Paolo, Salvagno<br />
Iolanda Mutascio, Sambo Licia,<br />
Sandorfi Amerigo, Sangalli Angelo,<br />
Sanguinetti Bruna, Sani Nevia,<br />
Sarmientos Ida, Sardo Silvana, Sarto<br />
Nicola, Sartori Graziano, Sascor Stelio,<br />
Sau Silvio, Sauco Gianfranco, Saule<br />
Fiore, Savinetti Mirelli Consuelo,<br />
Savorgnan Sylva, Sbissich Antonia,<br />
Sbrizzai Maria Grazia, Scantamburlo<br />
Libera, Scappin Tarcisio, Scarascia<br />
Alfano Edda, Scatton Manlio, Sceusa<br />
Gioacchino, Schiaroli Elio, Schiattino<br />
Domizio, Schiavoni Marisa, Schiffini<br />
Daria, Schlechter Annamaria,<br />
Schmeiser Euro, Schoenburg<br />
Waldenburg Anna Luisa, Sciortino Stefano,<br />
Scomazzetto Luciano,<br />
Scomersich Giordano, Scopinich Federico,<br />
Segnan Vincenzo, Seguini<br />
Glauco, Selenati Adriana, Semprevivo<br />
Gabriele, Sepich Annalisa, Sepich<br />
Aurelia, Sepich Ervino, Sepich Mirella,<br />
Serdoz Negroni Bianca, Serdoz Laura,<br />
Serrai Mario, Sestan Stelia, Sevieri<br />
Enzo, Sidroni Emma, Sifari Virgilio, Silli<br />
Caterina, Silvi Poretti Mercedes, Silvino<br />
Giuseppe, Silz Lia Nella, Simone Maria,<br />
Simoneschi Pietro, Simonetti Anita,<br />
Sirna Codan Mafalda, Skert Elfrida,<br />
Slaviero Delio, Smaila Marina, Smaila<br />
Roberto, Smareglia Corinna,<br />
Smillovich Alessandra, Smillovich Pietro,<br />
Smolcich Rita, Solari Silvano,<br />
Soletti Olga in Grusovin, Solis Loretta,<br />
Soltich Curletto Diana, Sorci Aldo,<br />
Sorgarello Maria, Sorge Giuseppe,<br />
Sotte Francesco, Sotte Silvano,<br />
Souczek Ambretta, Spada Eneo, Spada<br />
Paolo, Spinelli Livia, Sponza Cesira,<br />
Stanflin Maria Cristina, Stanich Ottavio,<br />
Stefani Donatella, Steffè Alda, Steffè<br />
Marina, Stenberger Flora, De Fanfogna<br />
Gabriella, Stepancich Nives, Stella<br />
Laura, Stergar Silvana, Stilli Licia,<br />
Stipcevich Bruno, Stipcevich Pietro,<br />
Stipcevich Sergio, Stipanovich Campana<br />
Maria, Stocchi Sergio, Stocco<br />
Luciana, Stoja Fiorella, Stoppari Francesco,<br />
Stossich Turrisi Francesca, Stra<strong>di</strong><br />
Diego, Stroppolo Alberta Marini,<br />
Stuparich Criscione Giovanna, Suffi<br />
Guido, Superina Basilio, Superina<br />
Mario, Superina Olinda, Superina<br />
Remigio, Susani Ezio, Svorinich Anna,<br />
Svorinich Loretta, Szolil Guglielmo,<br />
Tagini Amalia, Tamaro Francesca,<br />
Tamaro Lavinia, Tardo Santa La Vecchia,<br />
Tedeschi Giuseppe, Ter<strong>di</strong>s<br />
Armida, Tesi Guantini Liliana, Tesi<br />
Mario, Tessaris Ida, Tessarolo Aurelio,<br />
Ticozzi Mitton Maria, Tischler Alfredo,<br />
Toffetti Antonio, Toffetti Graziella, Tolja<br />
Mario Bianco, Tollardo Maria<br />
Lodovica, Tomada Giovanni,<br />
Tomasello Angelo, Tomasini<br />
Giacomina, Tomassoni Poggiolini<br />
- Condominio e locazioni<br />
- Infortunistica<br />
Nello svolgimento <strong>di</strong> queste attività<br />
egli garantisce, ovviamente,<br />
massima serietà ed affidabilità. Ecco<br />
dunque i suoi recapiti, che ci autorizza<br />
a pubblicare su “Difesa”:<br />
Avv. Michele Dicuonzo<br />
Via Giron<strong>di</strong>, 66<br />
70051 Barletta<br />
Tel. 0883.331 097<br />
Miriam, Tomatis Costanzo, Tommasi<br />
Gianfranco, Tomsich Ala, Tonelli<br />
Marinella, Tonon Redovnicovich Elsa,<br />
Tonon Rolando, Tonsi Ersilia, Tornari<br />
Tito, Torre Salvatore, Tossi Emo, Treleani<br />
Carmen, Trentini Ezio, Tretti Mario,<br />
Treveri Laura, Trigari Nicolò, Tripalo<br />
Ervino, Troiani Ervina Cicogna, Trotta<br />
Dario, Tuchtan Novella, Turchetto Trani<br />
Lavinia, Turre Enrico, Tutti Bonifacio<br />
Bianca, Uccello Enrico, Ugussi Luciano,<br />
Ujcic Li<strong>di</strong>a, Ulianich Giuseppe,<br />
Uljanich Sergio, Unich Gianni, Urbini<br />
Vanna, Valdemarin Maria, Valenta<br />
Giuseppe, Valenta Luciano, Valente<br />
Santo, Valenti Rita, Valerio Mario, Valli<br />
Morpurgo Graziella, Vallini Bruno,<br />
Vallone Celio, Vanelli Emilia, Varin<br />
Maria, Vasile Rosa, Vatova Giuseppe,<br />
Veggian Giorgio, Velenich Marcello,<br />
Velenich Vittorio, Velicogna Alfredo,<br />
Venari Luisa, Venier Carmen, Venutti<br />
Mario, Ver<strong>di</strong>n Lucio, Vernier Luisa,<br />
Veronese Brunello, Vesnaver Franco,<br />
Vesnaver Marcello, Vezzali Maria, Viale<br />
Bertazzi Jone, Vianelli Silvestro,<br />
Vianello Maria, Vianello Maria Grazia,<br />
Vianello Rosanna, Vidal Renato,<br />
Vidali Giovanni, Vidoli Ezio, Vidossi<br />
Aligi, Vidotto Maria, Vidulich Manlio,<br />
Vidulich Premuda Nicoletta, Vigiak<br />
Mario, Viroli Aldo, Vittori Maria Cristina,<br />
Viviani Fiorina ved. Pavesi, Vocetti<br />
Salvi Mercede, Voivoda Na<strong>di</strong>a,<br />
Vollman Edoardo, Volpi Silvia, Vori<br />
Maria, Vosilla Silvano, Zadeu Nivetta,<br />
Zagabria Giovanna e Teresa, Zagabria<br />
Giovanni, Zagabria Persich Maris,<br />
Zambon Liliana, Zanchini Arride,<br />
Zanelli Aldo, Zanelli Riccarda, Zanetti<br />
Matteo, Zanier Alide, Zanini Iginio,<br />
Zannini Franco, Zardus Silvano, Zelco<br />
Giuliana, Zencovich Margherita,<br />
Zevoli Giuseppe, Ziliotto Luigi, Zimich<br />
Mario, Zito Pietro, Zizzi Maria Pia,<br />
Zoltan Andrea, Zonta Marino, Zucca<br />
Di Tommaso Daniela, Zuccheri Antonio,<br />
Zucchi Flaminio, Zuccoli Albina,<br />
Zuccoli Onorato, Zuccon Cesari Maria,<br />
Zulini Maria, Zurk Rodolfo, Zustovi<br />
Onorato, Zvietich Violetta.<br />
Perio<strong>di</strong>co mensile dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia<br />
Centro stu<strong>di</strong> padre Flaminio Rocchi<br />
DIRETTORE RESPONSABILE<br />
Patrizia C. Hansen<br />
E<strong>di</strong>trice:<br />
ASSOCIAZIONE NAZIONALE<br />
VENEZIA GIULIA E DALMAZIA<br />
Via Leopoldo Serra, 32<br />
00153 Roma - 06.5816852<br />
Con il contributo della legge 72/2001<br />
Redazione e amministrazione<br />
Via Leopoldo Serra, 32<br />
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Tel./Fax 06.5816852<br />
Grafica e impianti:<br />
CATERINI EDITORE (Roma)<br />
Servizi Integrati per l’E<strong>di</strong>toria e la Comunicazione<br />
Tel. 06.58332424 Fax 06.97255609<br />
E-mail: posta@caterinie<strong>di</strong>tore.com<br />
Abbonamenti:<br />
Annuo 30 euro<br />
Sostenitore 50 euro<br />
Solidarietà a piacere<br />
Estero omaggio<br />
Una copia 2 euro - Arretrati 3 euro<br />
C/c postale n° 32888000<br />
Intestato a “Difesa Adriatica”<br />
Autorizzazione del Tribunale <strong>di</strong> Roma<br />
n° 91/94 dell’11 marzo 1994<br />
Spe<strong>di</strong>zione in abbonamento Postale <strong>di</strong> ROMA<br />
Stampa:<br />
Romana E<strong>di</strong>trice Srl - S. Cesareo (RM)<br />
Finito <strong>di</strong> stampare il 22 giugno <strong>2009</strong>
12 DIFESA ADRIATICA <strong>Giugno</strong> <strong>2009</strong><br />
Ansa<br />
27 marzo <strong>2009</strong><br />
La saga dei Cosulich<br />
sbarcata a Genova<br />
Le vicende <strong>di</strong> una famiglia <strong>di</strong> armatori<br />
originaria <strong>di</strong> Lussino, i Cosulich,<br />
che hanno fatto un pezzo <strong>di</strong> storia della<br />
navigazione e dell’impren<strong>di</strong>toria italiana,<br />
è illustrata nella mostra «Sulla<br />
rotta dei Cosulich. Navi e cantieri tra<br />
l’Adriatico, Trieste e Genova», da oggi<br />
RASSEGNA<br />
al Galata Museo del mare sino al 28<br />
settembre. Come illustrato dal presidente<br />
del MUMA Maria Paola Profumo<br />
l’esposizione, curata da Pierangelo<br />
Campodonico e Giulio Mellinato, proveniente<br />
da Trieste, contiene oggetti<br />
<strong>Il</strong> manifesto pubblicitario (autore A. Dondou)<br />
della linea Espresso per il Nord e Sud America<br />
Una brochure della Cosulich Line del 1930 circa,<br />
pubblicata a Trieste dalla “Cosulich S.N.T. “<br />
della marinaria austriaca del Museo<br />
Civico del Mare <strong>di</strong> Trieste, testimonianze<br />
sulla costruzione dei brigantini a<br />
palo <strong>di</strong> metà Ottocento, documenti<br />
sulla nascita del cantiere <strong>di</strong><br />
Monfalcone, i modelli dei transatlantici<br />
anni Venti Saturnia e Vulcania, fino<br />
alle vicende più recenti dello shipping.<br />
Insomma, come ha sintetizzato il<br />
presidente della Cosulich, Antonio<br />
Cosulich, «è un’emozione che dura da<br />
un po’ <strong>di</strong> anni, partita da Lussin Piccolo,<br />
poi consolidata a Trieste e a Genova».<br />
Giulio Mellinato ha rimarcato<br />
come «le generazioni Cosulich siano<br />
state prima legati ai velieri, poi ai piroscafi,<br />
le motonavi e oggi allo<br />
shipping, i servizi e il bunkeraggio».<br />
[…]. La mostra è promossa dall’Associazione<br />
promotori musei del mare col<br />
sostegno della Fratelli Cosulich e organizzata<br />
dal MUMA in collaborazione<br />
con l’assessorato alla cultura del<br />
Comune <strong>di</strong> Trieste.<br />
“La Voce del Popolo”<br />
28 marzo <strong>2009</strong><br />
«Via i monumenti ai crimini titini»<br />
Tutto prende l’avvio dalla <strong>di</strong>chiarazione<br />
<strong>di</strong> Jansa, […] con<strong>di</strong>visa da<br />
parte della popolazione slovena, nella<br />
quale si chiede <strong>di</strong> togliere i monumenti<br />
de<strong>di</strong>cati a Tito, Kardelj e Kidric<br />
in quanto «erano tra i fautori principali<br />
delle esecuzioni sommarie sul territorio<br />
sloveno dopo la fine della seconda<br />
guerra mon<strong>di</strong>ale» e come tali non<br />
devono essere ricordati. L’iniziativa <strong>di</strong><br />
Jansa non ha trovato l’assenso del presidente<br />
sloveno, Danilo Türk, ma è in<br />
perfetta sintonia con quella intrapresa<br />
dal Presidente della Lega Nazionale<br />
avv. Paolo Sardos Albertini a Trieste,<br />
che nel <strong>di</strong>cembre del 2008 ha inviato<br />
una lettera a tutti i sindaci della Regione<br />
nella quale chiede sia fatto un censimento<br />
dei monumenti, targhe, iscrizioni<br />
o intitolazioni che ricordano i<br />
personaggi coinvolti nei crimini del<br />
dopoguerra. I primi esempi non mancano:<br />
una scuola elementare statale<br />
con insegnamento in lingua slovena a<br />
Sgonico ricorda il «1. Maj 1945»,<br />
mentre a Monrupino si commemora<br />
«il passaggio della gloriosa armata del<br />
maresciallo Tito». […]<br />
Invece, conclude Sardos Albertini,<br />
«gli obiettivi da raggiungere sono alti:<br />
che in quelle terre si ricrei la situazione<br />
e lo spirito <strong>di</strong> pacifica convivenza,<br />
come avveniva ai tempi <strong>di</strong> Venezia.<br />
Prospettate anche manifestazioni congiunte<br />
italo-slovene a Basovizza e nei<br />
luoghi in Slovenia che ricordano le<br />
vittime». […]<br />
Daria Garbin<br />
“La Voce del Popolo”<br />
28 marzo <strong>2009</strong><br />
Brin<strong>di</strong>si renderà omaggio<br />
ad Antonio Varisco<br />
<strong>Il</strong> prossimo 5 giugno, festa dell’Arma<br />
dei Carabinieri, l’Aula Magna dell’Istituto<br />
Tecnico Commerciale <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si<br />
(già sede del Collegio Niccolò<br />
Tommaseo che come noto, nell’imme<strong>di</strong>ato<br />
dopoguerra, ospitò lui e tanti altri<br />
giovani esuli) sarà intitolata allo<br />
zaratino Antonio Varisco, colonnello<br />
dell’Arma freddato nel 1979 dalla furia<br />
omicida delle Brigate Rosse. Un’iniziativa<br />
fortemente voluta da Enrico<br />
Sierra, anche lui esule, che <strong>di</strong> Varisco<br />
fu compagno e grande amico.<br />
Tanti furono i giovani esuli,<br />
fiumani, istriani e dalmati che al<br />
Tommaseo <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si conclusero gli<br />
stu<strong>di</strong> superiori e alcuni sul loro soggiorno<br />
a Brin<strong>di</strong>si, scrissero anche dei<br />
libri, come Ennio Milanese, autore de<br />
La Nave d’Argento e de <strong>Il</strong> Ricordo più<br />
lungo, che parla dell’esodo nei ricor<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> trenta «muli del Tommaseo». E Antonio<br />
Varisco era uno <strong>di</strong> loro. […]<br />
“Bellunesi nel Mondo”<br />
aprile <strong>2009</strong><br />
Esodo <strong>di</strong> un popolo <strong>di</strong>menticato<br />
Sono gli esuli giuliani, istriani e<br />
dalmati ai quali finalmente, dopo le<br />
trage<strong>di</strong>e della pulizia etnica e delle<br />
stragi,si restituisce voce e riconoscenza<br />
alla fine <strong>di</strong> un lungo oblio. Eppure<br />
erano e sono italiani <strong>di</strong> sangue e <strong>di</strong><br />
storia. Abbiamo pregato con loro nel<br />
giorno della memoria, il 10 febbraio,<br />
quando l’intera nazione li ha ricordati<br />
per le loro sofferenze e lutti. Nella<br />
Chiesa <strong>di</strong> San Rocco, Piazza dei Martiri<br />
in Belluno, alla Messa celebrata da<br />
don Carlo Onorini, nobile figura <strong>di</strong><br />
sacerdote e per <strong>di</strong> più istriano, ampia<br />
presenza <strong>di</strong> protagonisti e <strong>di</strong>scendenti<br />
accompagnati dalle massime autorità<br />
citta<strong>di</strong>ne, il prefetto, il vice sindaco e<br />
rappresentanze militari e civili.<br />
Non poteva mancare l’Associazione<br />
Bellunesi nel Mondo consapevole<br />
per <strong>di</strong>retta conoscenza circa la <strong>di</strong>spersione<br />
dei profughi nel mondo fra i<br />
nostri concitta<strong>di</strong>ni, gente valorosa e<br />
sfortunata, specialmente in Australia,<br />
Canada, Argentina ed altrove. Un sentimento<br />
profondo <strong>di</strong> grande stima e<br />
riconoscenza. Dovevano andarsene,<br />
sparire: erano italiani. […] Anche se il<br />
tempo con il suo scorrere lenisce lutti<br />
e sofferenza, almeno ora che esiste il<br />
<strong>di</strong>alogo tra gli Stati contermini,vengano<br />
riconosciuti i giusti indennizzi materiali<br />
perla per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> ogni bene allora<br />
posseduto ed espropriato.<br />
Renato De Fanti<br />
“<strong>Il</strong> Piccolo”<br />
3 aprile <strong>2009</strong><br />
Piemonte d’Istria:<br />
9 milioni per il recupero<br />
L’ambasciatore italiano a Zagabria<br />
Alessandro Pignatti Morano <strong>di</strong> Custoza<br />
ha riba<strong>di</strong>to ieri sera l’appoggio del suo<br />
Paese al progetto secondo cui la pittoresca<br />
località <strong>di</strong> Piemonte d’Istria nel-<br />
Una emblematica immagine <strong>di</strong> Piemonte d’Istria,<br />
citta<strong>di</strong>na per la quale è stato approvato un importante progetto<br />
europeo <strong>di</strong> recupero e valorizzazione<br />
Un particolare dell’ex collegio “Tommaseo” <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si,<br />
nelle con<strong>di</strong>zioni in cui versa oggi (foto www.provincia.brin<strong>di</strong>si.it)<br />
Una foto d’epoca dell’ingresso dell’istituto, nel quale hanno<br />
stu<strong>di</strong>ato generazioni <strong>di</strong> giovani esuli, tra i quali il gen. Antonio Varisco<br />
(foto www.provincia.brin<strong>di</strong>si.it)
<strong>Giugno</strong> <strong>2009</strong><br />
l’Alto Buiese con soli 37 abitanti (un<br />
tempo ne aveva 2.000), <strong>di</strong>venterà<br />
monumento culturale sotto tutela grazie<br />
a un progetto già avviato, <strong>di</strong> ben 9<br />
milioni <strong>di</strong> euro stanziati nell’ambito <strong>di</strong><br />
un partenariato tra settore pubblico e<br />
privato, inquadrato nel programma<br />
europeo «Redd Hill» (Rural and<br />
Economic Development of a<br />
Disadvantaged Historical Istrian<br />
Locality).<br />
In pratica tutto il borgo <strong>di</strong>venterà<br />
un albergo a 4 stelle con la reception<br />
nel castello e le dépendance nelle altre<br />
costruzioni storiche. I partner nell’intero<br />
progetto sono il Comune e l’Ente<br />
turistico <strong>di</strong> Grisignana, le Regioni italiane<br />
Veneto, Abruzzo e Puglia mentre<br />
come collaboratori figurano la Comunità<br />
degli italiani <strong>di</strong> Grisignana e l’Agenzia<br />
per la Democrazia locale <strong>di</strong><br />
Verteneglio. <strong>Il</strong> Veneto, tramite la Legge<br />
su recupero del patrimonio culturale<br />
della Serenissima in Istria, Fiume e<br />
Dalmazia, ha già versato la donazione<br />
<strong>di</strong> 100.000 euro per il restauro <strong>di</strong> Castello<br />
Contarini, <strong>di</strong> cui però non è ancora<br />
pronto il progetto esecutivo. […]<br />
Sempre ieri l’ambasciatore Pignatti<br />
e il suo seguito hanno fatto una tappa<br />
anche a Rovigno, accolti dal presidente<br />
della Regione Istria Ivan Nino Jakovcic<br />
e dal sindaco Giovanni Sponza. […]<br />
L’ambasciatore ha anche visitato il<br />
Centro <strong>di</strong> ricerche storiche <strong>di</strong> Rovigno,<br />
confermando l’apprezzamento per la<br />
lunga attività dell’istituto. […]<br />
(p.r.)<br />
“<strong>Il</strong> Piccolo”<br />
4 aprile <strong>2009</strong><br />
Governo sloveno,<br />
tagli alle minoranze<br />
C’è malumore, nelle comunità italiana<br />
e ungherese della Slovenia, per i<br />
tagli ai mezzi per le minoranze approvati<br />
pochi giorni fa nell’ambito della<br />
manovra correttiva della Finanziaria<br />
<strong>2009</strong>. Formalmente, per i programmi<br />
ra<strong>di</strong>otelevisivi minoritari - e dunque<br />
anche per i programmi italiani <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o<br />
e Tv Capo<strong>di</strong>stria - i mezzi nel <strong>2009</strong><br />
saranno esattamente quelli approvati<br />
al momento della stesura della Finanziaria,<br />
nell’autunno 2007, ma <strong>di</strong> fatto<br />
si tratta <strong>di</strong> ben 414.000 euro in meno<br />
rispetto alla cifra che le due testate italiane,<br />
grazie a un intervento straor<strong>di</strong>nario<br />
del governo, avevano a <strong>di</strong>sposizione<br />
nel 2008. […] In una lettera inviata<br />
al premier Borut Pahor, il deputato<br />
ungherese nonché presidente della<br />
Commissione parlamentare per le<br />
nazionalità, Laszlo Goncz, ha parlato<br />
<strong>di</strong> «precedente negativo». Per la prima<br />
volta, si legge nella lettera, è venuto<br />
meno il principio <strong>di</strong> «<strong>di</strong>scriminazione<br />
positiva» delle minoranze, visto<br />
che tutti i loro emendamenti sono stati<br />
respinti. Alla protesta si è unita la<br />
Comunità autogestita costiera della<br />
nazionalità italiana […]. «Ancora una<br />
volta – ha rilevato il presidente della<br />
CAN costiera Flavio Forlani ai microfoni<br />
<strong>di</strong> Tv Capo<strong>di</strong>stria – le minoranze non<br />
sono state consultate in fase <strong>di</strong> stesura<br />
della manovra finanziaria, anche se la<br />
Legge sulle CAN prevede esplicitamente<br />
l’obbligo <strong>di</strong> consultare le comunità<br />
nazionali ogni qualvolta si <strong>di</strong>scute o<br />
deve essere approvata una norma che<br />
li riguarda da vicino». […]<br />
“Corriere della Sera”<br />
4 aprile <strong>2009</strong><br />
Lettere a Romano: gli Schiavoni<br />
Caro Romano, nella sua esposizione<br />
sul declino della Serenissima, che<br />
con<strong>di</strong>vido pienamente, volevo farle<br />
notare una piccola imprecisione quando<br />
scrive «i reggimenti slavi erano<br />
pronti a morire per la Serenissima». In<br />
Dalmazia, nel lungo periodo <strong>di</strong> dominio<br />
veneziano, esistevano due etnie:<br />
quella illirico latino-veneta e quella<br />
slava <strong>di</strong> Dalmazia, chiamata da Anto-<br />
DIFESA ADRIATICA<br />
RASSEGNA<br />
Le uniformi dell’Infanteria<br />
ultramarina della Repubblica<br />
<strong>di</strong> Venezia nel XVIII sec. Per la FederEsuli<br />
da sin. R. de’ Vidovich, R. Codarin (presidente) e L. Rovis<br />
nio Bajamonti e Nicolò Tommaseo<br />
«dalmatina» (traduzione veneta e italiana<br />
dell’aggettivo «dalmatinci»).<br />
Queste due etnie, sotto l’accorta<br />
politica della «Dominante», che assicurava<br />
a entrambe pari <strong>di</strong>ritti e doveri,<br />
si rispettavano, convivendo pacificamente,<br />
anche in funzione del sempre<br />
incombente pericolo dei Turchi; esse<br />
erano conosciute come gli Schiavoni,<br />
i cui reggimenti presi<strong>di</strong>avano le città<br />
venete <strong>di</strong> Treviso, Padova e Verona e<br />
che furono a forza imbarcate sulle navi<br />
il 12 maggio 1797 e rimandate, pur<br />
essendo recalcitranti, in Dalmazia,<br />
dalla riva omonima <strong>di</strong> Venezia; partendo,<br />
salutarono la morente Serenissima<br />
con una scarica <strong>di</strong> fucileria.<br />
Paolo Luxardo<br />
Lei ha reso agli Schiavoni un omaggio<br />
dovuto.<br />
Sergio Romano<br />
“<strong>Il</strong> Piccolo”<br />
12 aprile <strong>2009</strong><br />
Giuliani a Montevideo:<br />
successo della Mostra<br />
«Con le nostre ra<strong>di</strong>ci<br />
nel nuovo Millennio»<br />
La Segreteria <strong>di</strong> Stato del Ministero<br />
del turismo e dello sport<br />
dell’Uruguay ha <strong>di</strong>chiarato <strong>di</strong> interesse<br />
turistico nazionale ed internazionale<br />
la mostra storico-documentaria «Con<br />
le nostre ra<strong>di</strong>ci nel nuovo Millennio»,<br />
realizzata dall’Associazione Giuliani<br />
nel Mondo <strong>di</strong> Trieste in collaborazione<br />
con il Circolo Giuliano<br />
dell’Uruguay, attualmente allestita all’Istituto<br />
Italiano <strong>di</strong> Cultura <strong>di</strong><br />
Montevideo. […] La mostra passerà<br />
poi a Santiago in Cile, a Caracas in<br />
Venezuela e in ben cinque metropoli<br />
del Brasile. La mostra de<strong>di</strong>cata all’emigrazione<br />
giuliano dalmata nell’area<br />
dell’America Latina si concluderà a<br />
settembre a Porto Alegre in occasione<br />
del convegno dei giovani attivi nel<br />
mondo sudamericano.<br />
“<strong>Il</strong> Piccolo”<br />
16 aprile <strong>2009</strong><br />
Fon<strong>di</strong> per la cura<br />
delle tombe in Istria<br />
I parenti dei defunti italiani sepolti<br />
nei cimiteri della costa adriatica orientale,<br />
dall’Istria all’estrema parte meri<strong>di</strong>onale<br />
della Dalmazia, saranno agevolati<br />
nella manutenzione delle tombe<br />
<strong>di</strong> famiglia e, forse, potranno<br />
beneficiare <strong>di</strong> un contributo economico<br />
da parte dello Stato italiano. È questo<br />
l’annuncio più importante fatto ieri<br />
dal presidente della Federazione delle<br />
Associazioni degli esuli istriani,<br />
fiumani e dalmati, Renzo Codarin, alla<br />
vigilia dell’apertura del Tavolo governativo<br />
prevista per martedì prossimo<br />
a palazzo Chigi, nel corso <strong>di</strong> quale si<br />
chiederà <strong>di</strong> finanziare la manutenzione<br />
delle tombe. In tale occasione, il<br />
senatore Alfredo Mantica, sottosegretario<br />
agli Esteri, che presiederà la riu-<br />
nione, <strong>di</strong>scuterà con i rappresentanti<br />
degli esuli, del problema delle tombe<br />
e <strong>di</strong> altri temi cari alla Federazione. «È<br />
prossima al rifinanziamento la legge a<br />
favore delle attività culturali svolte dalle<br />
nostre associazioni – ha spiegato<br />
Codarin – e parleremo ancora della<br />
restituzione dei beni abbandonati e<br />
delle ipotesi <strong>di</strong> indennizzo. Infine – ha<br />
concluso – proporremo <strong>di</strong> dare definitiva<br />
sistemazione, all’interno del Civico<br />
Museo della cultura istriana, fiumana<br />
e dalmata <strong>di</strong> Trieste, recentemente<br />
inaugurato, delle opere d’arte provenienti<br />
dall’Istria e attualmente sistemate<br />
nelle gallerie del Civico Museo<br />
Sartorio».<br />
Alla sod<strong>di</strong>sfazione per i risultati<br />
ottenuti espressa da Codarin, si è aggiunta<br />
quella <strong>di</strong> Lorenzo Rovis, presidente<br />
dell’Associazione delle Comunità<br />
istriane: «L’attenzione alle<br />
sepolture – ha sottolineato – rappresenta<br />
un aspetto importante dell’identità<br />
<strong>di</strong> un popolo. Lungo la costa adriatica<br />
orientale – ha proseguito – ci sono<br />
tombe monumentali e classiche civili,<br />
entrambe molto importanti». […]<br />
(u.s.)<br />
Ansa<br />
27 aprile <strong>2009</strong><br />
Frattini: non bloccare<br />
ingresso Croazia in UE<br />
La <strong>di</strong>sputa bilaterale tra Slovenia e<br />
Croazia sui confini marittimi «non può<br />
bloccare il negoziato <strong>di</strong> adesione della<br />
Croazia: pena la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>bilità<br />
della UE»: lo ha detto il ministro<br />
degli Esteri Franco Frattini, intervenendo<br />
al Consiglio Esteri della Ue oggi a<br />
Lussemburgo che ha <strong>di</strong>scusso <strong>di</strong> come<br />
sbloccare la situazione che ha causato<br />
il rinvio della conferenza <strong>di</strong> adesione<br />
della Croazia all’Unione europea,<br />
prevista lo scorso 24 aprile. […] «È una<br />
questione bilaterale – ha premesso<br />
Frattini –. È vero che il principio <strong>di</strong> buon<br />
vicinato è una regola europea. Questa<br />
regola […] non ha però impe<strong>di</strong>to<br />
in precedenza, e giustamente, ad altri<br />
paesi con questioni territoriali pendenti,<br />
<strong>di</strong> continuare i negoziati <strong>di</strong> adesione».<br />
[…]<br />
www.arcipelagoadriatico.it<br />
30 aprile <strong>2009</strong><br />
Ricordata a Trieste<br />
l’insurrezione del 30 aprile<br />
È stato celebrato al Parco della<br />
Rimembranza il 64°anniversario dell’insurrezione<br />
della citta<strong>di</strong>nanza <strong>di</strong> Trieste<br />
contro le truppe tedesche che<br />
occupavano la città. […] Fabio Forti,<br />
presidente dell’Associazione Volontari<br />
per la Libertà <strong>di</strong> Trieste ha voluto ricordare<br />
i 3.500 giovanissimi triestini,<br />
ragazzi <strong>di</strong> poco più <strong>di</strong> 17 anni che insorgono<br />
su or<strong>di</strong>ne impartito dal CLN il<br />
25 aprile 1945 a tutte le forze partigiane<br />
italiane. […]<br />
Questa pagina della nostra storia<br />
per lungo tempo è stata cancellata<br />
perché si confondeva il patriottismo<br />
democratico con il nazionalismo, precisa<br />
Stelio Spadaro. Forti ha voluto ricordare<br />
il tenente colonnello Antonio<br />
Fonda Savio, comandante dei partigiani<br />
italiani <strong>di</strong> Trieste, e don Edoardo<br />
Marzari, presidente del CLN e dell’Istria<br />
[…]. Purtroppo dopo «l’insurrezione<br />
attuata dal Corpo Volontari della Libertà<br />
italiano», ha sottolineato Renzo<br />
Codarin, presidente Comitato <strong>ANVGD</strong>,<br />
«a Trieste e nel resto della Venezia<br />
Giulia è arrivata l’occupazione comunista<br />
jugoslava che da tempo mirava<br />
ad annettere la città alla Federativa<br />
socialista jugoslava. Cominciano le<br />
persecuzioni, il controllo spietato, la<br />
caccia ai membri del CLN costretti a<br />
fuggire in Italia o a tornare in una precaria<br />
clandestinità. Ma quella data e<br />
quell’insurrezione costituiscono un<br />
simbolo per tutti noi, per tutta la Resistenza<br />
patriottica e democratica della<br />
13<br />
Venezia Giulia e <strong>di</strong> Fiume che ha ra<strong>di</strong>ci<br />
profonde nella storia e nella cultura<br />
<strong>di</strong> queste terre». Agli italiani che<br />
si sentivano democratici che si sentivano<br />
e volevano essere parte dell’Italia<br />
che stava risorgendo, ha riba<strong>di</strong>to<br />
Codarin a nome <strong>di</strong> una grande moltitu<strong>di</strong>ne<br />
<strong>di</strong> Esuli e figli <strong>di</strong> esuli dall’Istria,<br />
Fiume e Dalmazia «rendo omaggio al<br />
sacrificio degli uomini del 30 aprile<br />
1945, esprimendo la nostra gratitu<strong>di</strong>ne<br />
all’Associazione Volontari della Libertà<br />
<strong>di</strong> Trieste che tutti questi decenni<br />
hanno saputo tener viva la memoria<br />
<strong>di</strong> quella giornata e <strong>di</strong> quei patrioti che<br />
hanno onorato la città e l’Italia». […].<br />
Daria Garbin<br />
Ansa<br />
30 aprile <strong>2009</strong><br />
Dagli esuli zolle terra<br />
all’Ara Pacis <strong>di</strong> Medea<br />
Medea (Gorizia). Verrà inaugurato<br />
il 17 maggio prossimo, con la deposizione<br />
delle zolle <strong>di</strong> terra <strong>di</strong> alcune foibe<br />
dell’ex Jugoslavia, il nuovo Ipogeo<br />
dell’Ara Pacis Mun<strong>di</strong> <strong>di</strong> Medea<br />
(Gorizia), storico monumento alla Pace<br />
tra i Popoli. <strong>Il</strong> complesso isontino, realizzato<br />
nel 1951 e contenente le zolle<br />
provenienti dagli 800 cimiteri <strong>di</strong> guerra<br />
nazionali e stranieri in Italia e nel<br />
mondo, è stato ristrutturato dall’amministrazione<br />
comunale, d’intesa con il<br />
Ministero della Difesa.<br />
Accanto alla grande urna <strong>di</strong><br />
travertino contenente la terra dei cimiteri,<br />
il nuovo Ipogeo è destinato a<br />
raccogliere altre piccole urne <strong>di</strong> terra<br />
dei cimiteri <strong>di</strong> quelle zone che, dal<br />
dopoguerra a oggi, sono state teatro <strong>di</strong><br />
conflitti. La cerimonia è organizzata<br />
in collaborazione con le associazioni<br />
degli esuli istriani, fiumani e dalmati.<br />
Nell’Ipogeo verranno collocate anche<br />
zolle provenienti da Nassiriya, finora<br />
custo<strong>di</strong>te nel Municipio <strong>di</strong><br />
Medea.<br />
Un’inquadratura dell’Ara Pacis <strong>di</strong> Medea, nei pressi <strong>di</strong> Gorizia<br />
Trieste, il monumento ai Caduti sulla sommità del colle <strong>di</strong> S. Giusto
14 DIFESA ADRIATICA <strong>Giugno</strong> <strong>2009</strong><br />
The eastern border of Italy,<br />
contested by Tito’s Yugoslavia<br />
Knowing History, to Understand<br />
A large slice of modern<br />
historiography, both in political spheres<br />
and public opinion, has understood<br />
in full the meaning of the Day of<br />
Remembrance, and has “re<strong>di</strong>scovered”<br />
those chapters of Italian history<br />
that were buried for so long, due to<br />
national and international interests.<br />
There remains, however, an evershrinking<br />
minority of those who cling<br />
to their nostalgia for totalitarian<br />
ideologies: these people persist in<br />
<strong>di</strong>vulging a <strong>di</strong>storted telling of the story<br />
of the eastern border, in an attempt to<br />
perpetuate an unjust condemnation<br />
and silence towards the thousands of<br />
Italians of Istria, Dalmatia and Fiume,<br />
forced into exile.<br />
The article that follows is brief but<br />
full of meaning: it rejects the old<br />
vulgate of the Yugoslav stance, that of<br />
justifying the violence carried out on<br />
the local civilian Italian population in<br />
order to force it into exile, and to<br />
sanction, well before the end of the<br />
war and the peace treaty, the<br />
annexation of those territories to Tito’s<br />
Yugoslavia.<br />
Perio<strong>di</strong>cally there emerge, from<br />
Slovenian and Croatian fonts as well<br />
as from Italians who base their<br />
reasoning on documentation collected<br />
by Yugoslav communists, accusations<br />
against various Italian governments<br />
and the attitude of Italians in general,<br />
from 1918 to 1943. It is perfectly accurate<br />
to respond that all these<br />
accusations repeat the theses of the socalled<br />
“white books” that the exgovernment<br />
of Yugoslavia presented<br />
against Italy during the 1947 peace<br />
treaty negotiations, and successively in<br />
order to prevent Italy’s entrance into<br />
the U.N., and which were used by<br />
Slovenia in 1994, when Italy requested<br />
that the properties of Italians who left<br />
Istria be given back to their rightful<br />
owners.<br />
Every time, these “white books”<br />
were sent back to the Yugoslavs by the<br />
Allies, who, in the imme<strong>di</strong>ate post-war<br />
period, had already tried the Italian<br />
military men accused of crimes<br />
punishable by international law, and<br />
who had not found any crimes of<br />
significance for sentencing.<br />
Unfortunately, school books in<br />
Slovenia and Croatia continue to <strong>di</strong>ffuse<br />
wrong information of this kind<br />
(similarly to the schools in Arab<br />
countries, who teach even today that<br />
Jewish people carry out human<br />
In 1941, Croatia<br />
had formed an independent state,<br />
ultra-nationalist and allied with<br />
the Nazis. It was headed by Ante<br />
Pavelic, the “poglavnik” (head,<br />
or leader). In this propaganda<br />
poster we can see the Nazi<br />
inspiration in the sol<strong>di</strong>er’s uniform.<br />
Analogously in Slovenia a<br />
collaborationist unit, the so-called<br />
“domobrani”, was formed<br />
Upon their arrival in Italy, the Italian exiles from Venezia-Giulia<br />
and Dalmatia were placed in refugee camps or makeshift detention<br />
centers, where they often remained for years. Life in the camps<br />
was extremely uncomfortable. People and families were separated<br />
by sheets hung to give a minimal semblance of privacy,<br />
and kitchens and bathrooms were shared<br />
sacrifices during Yom Kippur).<br />
First of all, Italy had not “occupied”<br />
Slovenia for over twenty years, but only<br />
of two years and five months (from<br />
April 1942 to September 8th, 1943).<br />
The part of today’s Slovenia on this side<br />
of the Alps, which was part of the old<br />
Venezia-Giulia, was not “occupied”,<br />
but rather legally assigned to Italy,<br />
liberal and not fascist, at the end of the<br />
First World War, with the Treaty of<br />
Rapallo in 1920. This was a regular<br />
treaty, recognized by all the nations of<br />
the world, inclu<strong>di</strong>ng Yugoslavia. By<br />
ignoring international law, a nation can<br />
justify any territorial pretence<br />
whatsoever, causing a subsequent lack<br />
of stability in international relations.<br />
It is true that, in the ex-region of<br />
Venezia-Giulia, there was a strong<br />
Slovenian and Croatian minority,<br />
especially in the Alpine valleys, the<br />
Carso, and inland Istria. This minority<br />
was, in any case, numerically inferior<br />
to the Italian majority, concentrated in<br />
cities large and small (Trieste, Pola,<br />
Parenzo, Pisino, Gorizia, Capo<strong>di</strong>stria,<br />
Pirano, etc.) on the Istrian coasts and<br />
the Quarnaro islands. This minority<br />
never underwent any kind of<br />
“genocide”, but rather a failed attempt<br />
at linguistic assimilation (much as in<br />
the valleys of South Tyrol). In fact, this<br />
minority has remained where it always<br />
had been, while 350,000 Italians were<br />
forced away with the terror of the foibe,<br />
mass deportation, and political<br />
persecution.<br />
In the Italian provinces of ex-Venezia-Giulia,<br />
from 1922 to 1943, there<br />
were carried out ten capital<br />
condemnations against persons<br />
accused of terrorist acts, such as<br />
homicide in newspaper headquarters,<br />
and killings of Italian and Slavic farmers<br />
during a religious feast. These were<br />
nationalistic, and not antifascist,<br />
elements. Thousands of Slovenes<br />
volunteered, in response, in the Fascist<br />
Militia (MVSN) and fought with honor<br />
on various fronts, from Eastern Africa<br />
up to the Second World War.<br />
During the Second World War, the<br />
Italian troops entering Lubiana were<br />
hailed with flags waving and flowers,<br />
as documented by photos and films of<br />
that time. There was a part of the<br />
Slovenian population that hoped for<br />
Slovenia’s liberation from Yugoslavia (it<br />
achieved independence in 1991).<br />
Only after these facts <strong>di</strong>d the anti-Italian<br />
and anti-German resistance begin, led<br />
by the underground communist party,<br />
who never wanted to associate<br />
themselves with Catholic and Liberalminded<br />
anti-fascist groups. After<br />
partisan attacks, the Italian troops<br />
responded with searches, deportations<br />
of entire families and villages suspected<br />
of collaborating with the resistance,<br />
and shootings of collaborators, even<br />
civilians, as unfortunately happens<br />
whenever an occupying army needs<br />
to face guerrillas. This is all welldocumented.<br />
But it is also consolidated<br />
opinion, in Slovenian, Croatian, and<br />
Serbian historiography, that the Italian<br />
repression was far less violent and<br />
random than repression by Germans,<br />
Bulgarians, Rumanians, and<br />
Hungarians, in areas of Yugoslavia<br />
occupied by those countries.<br />
In fact, on September the 8th, the<br />
local population helped the Italians<br />
who were fleeing imprisonment by the<br />
Germans, ai<strong>di</strong>ng them in their flight<br />
towards Venezia-Giulia. This proves<br />
that there <strong>di</strong>d not exist any popular<br />
hatred towards the Italian military.<br />
The phenomenon of the foibe,<br />
on the other hand, was a typical<br />
program of ethnic cleansing, as clearly<br />
pronounced by the Italian government<br />
and parliamentarians of every party.<br />
This was also underlined firmly by ex-<br />
President Ciampi and current President<br />
Napolitano, in official declarations.<br />
These programs were carried out by<br />
orders of the highest ranks (and this is<br />
recognized by Slovenian historians, as<br />
“state violence”) and it was <strong>di</strong>rected<br />
against the local, native Italian<br />
population which <strong>di</strong>d not accept the<br />
Yugoslav annexation.<br />
At the same time, partisan<br />
formations, in the regions of ex-<br />
Yugoslavia, were slaughtering<br />
hundreds of thousands of Croats and<br />
Slovenes who had fought against them<br />
( Ustashi in Croatia, Domobrani and<br />
Belagar<strong>di</strong>sti in Slovenia), as well as<br />
Serbian Chetniks who had formed a<br />
non-communist resistance. The<br />
millions of Yugoslav deaths attributed<br />
to foreign occupying troops were<br />
mainly due to internal massacres,<br />
committed first by the Ustashi against<br />
the Serbian population of Krajina and<br />
Bosnia, and later, in May and June of<br />
1945, by communist partisan <strong>di</strong>visions,<br />
which is recognized today by<br />
Slovenian and Croatian historians.<br />
L. T.<br />
Pola,<br />
February 1947.<br />
Italians waiting<br />
in line to board<br />
the “Toscana”,<br />
the ship that<br />
would bring<br />
them to Italy,<br />
after Pola<br />
was ceded to Tito’s<br />
Yugoslavia.<br />
The population<br />
was allowed<br />
to take away<br />
only a limited<br />
amount<br />
of personal<br />
belongings<br />
Tito’s Partisan Communists in Trieste, who entered the city on the first<br />
of May, 1945. For forty days the Italian city – even though Allied<br />
military forces were present – lived through the ferocious violence of<br />
Yugoslav bands, who entered Trieste even before they liberated Zagreb<br />
or Belgrade, so as to gain cre<strong>di</strong>t in the upcoming peace negotiations<br />
The Giuliani-Dalmati for April 25th<br />
A Nation United under Liberty<br />
The <strong>ANVGD</strong> press release<br />
for the Anniversary of Liberation<br />
In occasion of the 25 th of April, in which we commemorate the Liberation<br />
of Italy, the National Presidency of the <strong>ANVGD</strong> put out a press release, received<br />
by the Italian national press agencies, in which President Toth, while<br />
remembering that this is an “anniversary dear to all Italians, since it brought<br />
liberty and democracy to the nation, bringing to an end twenty years of<br />
<strong>di</strong>ctatorship and five years of war, inclu<strong>di</strong>ng twenty months of civil war”,<br />
still reminded all that Italy paid a “terribly high price with the loss of its<br />
eastern territories, which were placed under a new, foreign, and oppressive<br />
regime, and the consequent exodus of hundreds of thousands of Italian<br />
from Istria, Quarnero, and Dalmatia, where they had lived for centuries.<br />
“Hundreds of Istrians, Dalmatians and Fiumani” continues Toth, “fought<br />
in the ranks of the Resistance and the Italian Liberation Core, in the hopes<br />
that their sacrifice would keep their native regions safe for the Motherland.<br />
Many others made a <strong>di</strong>fferent decision, enrolling in the RSI (Italian Social<br />
Republic). We remember them all with equal respect, because they have<br />
the same space in our memory.<br />
“In the same way that Italy was able to overcome the wounds of the<br />
wars of the Risorgimento, which gave us unity and independence,”<br />
concludes the <strong>ANVGD</strong> President, “it must overcome the trauma of 1943-<br />
1945. It is time for reconciliation”.<br />
(Traduzioni <strong>di</strong> Lorie Simicich Ballarin)<br />
The post-war period was long and hard for Italy’s eastern<br />
provinces. The Paris peace treaty of 1947 approved the cession of<br />
the territories of Pola, Fiume, and Zara to Tito’s Yugoslavia, while<br />
Trieste remained under Allied administration for years. Trieste was<br />
returned to Italy only in October 1954 (the photo shows the<br />
enormous crowd of Trieste citizens who hail the arrival of Italian<br />
ships on the waterfront)
<strong>Giugno</strong> <strong>2009</strong><br />
DIFESA ADRIATICA<br />
Los sucesos del confín oriental italiano<br />
conten<strong>di</strong>do por la Yugoslavia de Tito<br />
Una importante parte de la<br />
historiográfica contemporánea, del<br />
mundo político e institucional y de la<br />
opinión publica ha plenamente<br />
recibido el significado del Día del<br />
Recuerdo y ha “redescubierto” sucesos<br />
de la historia de Italia acantonados<br />
desde la posguerra por las<br />
conveniencias de política interna e<br />
internacional. Un frente cada vez más<br />
minoritario y aislado de nostálgicos de<br />
las ideologías totalitarias persiste<br />
todavía en el <strong>di</strong>vulgar una historia<br />
<strong>di</strong>storsionada de los sucesos del confín<br />
oriental, en el intento de perpetuar una<br />
condena y un silencio sumamente<br />
injustos de cara a los cientos de miles<br />
de italianos originarios de Istria, de Fiume<br />
y de Dalmazia obligados al éxodo.<br />
El documento que sigue, sintético<br />
pero significativo, confuta las viejas<br />
vulgatas de matriz yugoslava, con<br />
intención de justificar las violencias<br />
perpetradas a la población civil italiana<br />
para inducirla a la fuga y a<br />
sancionar, antes del fin del conflicto y<br />
del tratado de paz, la anexión de<br />
aquellos territorios a la Yugoslavia de<br />
Tito.<br />
A las recurrentes acusaciones<br />
contra los Gobiernos italianos y el<br />
comportamiento de Italia en general<br />
entre el 1918 y el 1943, que provienen<br />
perió<strong>di</strong>camente ya sea de algunos<br />
ambientes eslovenos y croatas que de<br />
ambientes italianos que se basan sobre<br />
documentaciones recogidas por los<br />
gobiernos de la ex Yugoslavia comunista,<br />
se puede ágilmente responder<br />
que todas las acusaciones repiten las<br />
tesis de los «libros blancos» que el ex<br />
gobierno yugoslavo presentó contra<br />
Italia durante las tratativas para el<br />
tratado de paz del 1947 y<br />
sucesivamente paras impe<strong>di</strong>r el ingreso<br />
de Italia en la ONU y que fueron<br />
retomadas por el gobierno esloveno<br />
en el 1994, cuando el gobierno de<br />
Roma pi<strong>di</strong>ó por primera vez la<br />
Conocer la historia para entender<br />
restitución de los bienes expropiados<br />
a los italianos de Istria.<br />
Todas las veces estos «libros<br />
blancos» fueron remandados al<br />
remitente por los gobiernos aliados,<br />
que ya habían sometido a juicio en la<br />
inme<strong>di</strong>ata posguerra a los militares<br />
italianos acusados de crímenes<br />
castigados por las convenciones<br />
internacionales, sin que se hayan<br />
emitido nunca sentencias de condena<br />
significativas.<br />
Por desgracia los libros de escuela<br />
eslovenos y croatas continúan<br />
<strong>di</strong>fun<strong>di</strong>endo estas deformaciones de<br />
la realidad histórica (un poco como<br />
en las escuelas de los países árabes se<br />
enseña todavía que los hebreos llevan<br />
a cabo sacrificios humanos durante la<br />
fiesta del Kippur).<br />
En primer lugar, en efecto, Italia no<br />
ha «ocupado» Eslovenia por más de<br />
veinte años, sino solo por dos años y<br />
cinco meses (desde abril del 1941 al<br />
8 de septiembre del 1943). Aquella<br />
parte de la actual Eslovenia de esta<br />
parte de los Alpes, que era<br />
compren<strong>di</strong>da en la vieja Venecia<br />
Giulia, no fue «ocupada», sino<br />
asignada al Estado italiano, liberal y<br />
no fascista, al final de la Primera guerra<br />
mun<strong>di</strong>al con el Tratado de Rapallo<br />
del 1920, que era un regular tratado<br />
internacional reconocido por todos los<br />
Estados del mundo, Yugoslavia<br />
incluida. Ignorar el derecho<br />
internacional significa justificar<br />
cualquier reivin<strong>di</strong>cación territorial con<br />
efectos desestabilizadores en las<br />
relaciones entre las naciones.<br />
Es verdad que en la ex región italiana<br />
de Venecia Giulia, entre el 1920<br />
y el 1947, vivía una fuerte minoría<br />
eslovena y croata, especialmente en<br />
las baladas alpinas, en el Carso y en el<br />
interior de Istria, de todas maneras<br />
inferior numéricamente a la mayoría<br />
italiana, que vivía en las ciudades<br />
pequeñas y grandes (de Trieste a Pola,<br />
La ocupación de Istria y de Fiume por parte de las bandas partidarias de<br />
Tito entre 1943 y 1945 y también después llevó consigo intimidaciones,<br />
deportaciones y estragos. Tristemente notorias son las «foibe»,<br />
profundas cavidades carsicas en las que <strong>di</strong>versos miles de civiles<br />
italianos fueron tirados en un <strong>di</strong>seño de limpieza étnica de Venecia<br />
Giulia de la población italiana autóctona (en la foto, se re exhuman con<br />
mucha <strong>di</strong>ficultad los pobres restos de las victimas)<br />
a Parenzo, a Pisino, Gorizia,<br />
Capo<strong>di</strong>stria, Pirano, etc.), en las costas<br />
istrianas y en las islas del Quarnaro.<br />
Esta minoría eslovena y croata no ha<br />
sufrido ningún «genoci<strong>di</strong>o», sino mas<br />
bien un intento frustrado de<br />
asimilación lingüística (come en las<br />
baladas del Alto A<strong>di</strong>ge), hasta el punto<br />
que ha permanecido exactamente<br />
donde estaba, mientras 350.000<br />
italianos han sido expulsados con el<br />
terror de las foibe, la deportación en<br />
masa y la persecución política.<br />
En las provincias italianas de la ex<br />
Venecia Giulia durante todo el<br />
veinteno fascista (1922-1943) fueron<br />
ejecutadas <strong>di</strong>ez condenas capitales<br />
contra personas juzgadas culpables de<br />
actos de terrorismo, con homici<strong>di</strong>os<br />
en las sedes de perió<strong>di</strong>cos y estragos<br />
de campesinos italianos y eslavos durante<br />
una fiesta religiosa. Se trataba de<br />
elementos nacionalistas (y no<br />
antifascistas). Miles de eslovenos por<br />
contra se alistaron voluntarios en la<br />
Milicia fascista (MVSN) y se<br />
comportaron con honor en los varios<br />
frentes, desde África Oriental hasta la<br />
Segunda guerra mun<strong>di</strong>al.<br />
Durante la segunda guerra<br />
mun<strong>di</strong>al las tropas italianas fueron<br />
acogidas en Lubiana y en la Eslovenia<br />
de entonces, más allá del viejo confín<br />
alpino del 1920, con flores y banderas,<br />
como muestra la documentación<br />
fotográfica y cinematográfica. Una<br />
parte de la opinión pública eslovena<br />
esperaba obtener la independencia de<br />
Yugoslavia (conseguida después en el<br />
1991). Solo sucesivamente inició la<br />
resistencia anti-italiana y anti-alemana,<br />
guiada por el partido comunista clandestino,<br />
a la que no quisieron asociarse<br />
nunca los partidos antifascistas de<br />
inspiración católica y liberal. A las<br />
emboscadas de los partisanos las<br />
tropas italianas respon<strong>di</strong>eron – como<br />
ha sido reconocido desde hace<br />
decenios por la historiográfica italiana<br />
– con persecuciones, deportación<br />
de enteras familias y villas sospechadas<br />
de complicidad con la resistencia y<br />
fusilamientos también de civiles<br />
retenidos corresponsables de los actos<br />
de hostilidad, como se verifica<br />
desgraciadamente cuando los ejércitos<br />
de ocupación se ven enfrentando una<br />
guerrilla. Pero es una opinión<br />
consolidada en la misma<br />
historiográfica eslovena, croata y serbia<br />
que la represión italiana fue mucho<br />
menos violenta e in<strong>di</strong>scriminada que<br />
la alemana, húngara, rumana y búlgara<br />
en las zonas yugoslavas ocupadas por<br />
aquellos países del Asse.<br />
Es un hecho que el 8 de septiembre<br />
la población local socorrió a los<br />
militares italianos que se sustraían a la<br />
cautividad alemana ayudándoles a<br />
huir hacia Venecia Giulia. Esto prueba<br />
que no existía un o<strong>di</strong>o popular contra<br />
los militares italianos.<br />
La cesión de Venecia Giulia<br />
y de Zara a Yugoslavia titina<br />
provocó en Italia una serie de<br />
protestas en muchas ciudades.<br />
Se manifestaba contra<br />
la injusticia de la asignación<br />
de territorios históricamente<br />
italianos, contra las violencias<br />
de los yugoslavos a los civiles<br />
italianos y sobre el incierto<br />
destino de la ciudad de Trieste,<br />
que permaneció administrada<br />
por los aliados hasta octubre<br />
de 1954, para después venir<br />
asignada a Italia, como<br />
deseaba (en la imagen,<br />
una manifestación por la<br />
italianidad de Trieste y<br />
de Venecia Giulia del 1953)<br />
La ciudad de Pola,<br />
en Istria, fue<br />
abandonada casi<br />
totalmente por sus<br />
habitantes italianos<br />
en febrero del 1947,<br />
cuando el tratado de<br />
paz de Paris la ce<strong>di</strong>ó,<br />
junto con Istria,<br />
Fiume y Zara<br />
a Yugoslavia<br />
(en la foto,<br />
una imagen<br />
de Pola desierta<br />
inme<strong>di</strong>atamente<br />
después del éxodo.<br />
Foto Life)<br />
El fenómeno de las Foibe en Istria<br />
y en el territorio de Fiume y de los<br />
asesinatos en Dalmazia fue sin<br />
embargo un típico programa de<br />
«limpieza étnica», como ha sido<br />
definido con claridad por exponentes<br />
del Gobierno y del Parlamento italiano<br />
de todas las tendencias y como<br />
rebatido con vigor por los Presidentes<br />
de la República Carlo Azeglio Ciampi<br />
y Giorgio Napolitano en<br />
declaraciones oficiales. El programa<br />
fue conducido bajo las <strong>di</strong>rectivas<br />
provenientes de arriba (tanto de ser<br />
reconocido por los mismos<br />
historiadores eslovenos como<br />
«violencia de Estado») y era <strong>di</strong>rigido a<br />
liberarse de la población italiana<br />
autóctona que no aceptaba la anexión<br />
yugoslava.<br />
Contemporáneamente las forma-<br />
15<br />
ciones partisanas masacraban, en las<br />
regiones de la ex Yugoslavia,<br />
centenares de miles de croatas y de<br />
eslovenos que habían combatido<br />
contra ellos (Ustascia en Croacia,<br />
Domobrani y Belagar<strong>di</strong>sti en<br />
Eslovenia), además de serbios que<br />
habían militado en la resistencia no<br />
comunista (Cetnici). El millón de<br />
muertos yugoslavos atribuido a las<br />
tropas de ocupación extranjeras se<br />
debe en gran parte a las masacres<br />
internas, cometidas primero por los<br />
Ustascia a las poblaciones serbias de<br />
las Kraijne y de Bosnia y después, en<br />
mayo-junio de 1945 por las <strong>di</strong>visiones<br />
partidarias comunistas, como viene<br />
hoy revelado por los historiadores<br />
croatas y eslovenos.<br />
Los Desterrados Giuliano-Dalmatas para el 25 de abril<br />
Una Nación unida<br />
en señal de la libertad<br />
El comunicado de prensa de la <strong>ANVGD</strong> en<br />
ocasión del aniversario de la Liberación<br />
En ocasión del 25 de Abril, aniversario de la Liberación de Italia, la<br />
Presidencia nacional de la <strong>ANVGD</strong> ha emitido un comunicado de prensa,<br />
retomado por las agencias italianas, con el que el presidente Toth, al recordar<br />
que se trata de «un aniversario querido por todos los italianos porque ha<br />
llevado a la nación a la libertad y a la democracia, poniendo fin a veinte<br />
años de <strong>di</strong>ctadura y a una guerra de cinco años, de los que veinte meses de<br />
guerra civil», ha querido recordar como todavía Italia haya pagado «un<br />
precio altísimo con la per<strong>di</strong>da de las provincias del confín oriental, sometidas<br />
a un nuevo régimen extranjero y opresivo, y el consiguiente éxodo de<br />
centenares de miles de italianos de Istria, de Quarnero y de Dalmazia,<br />
donde vivían hace siglos».<br />
«Centenares de istrianos, fiumanos y dalmatas – prosigue Toth – han<br />
combatido en las filas de la Resistencia y del Cuerpo Italiano de Liberación,<br />
en la esperanza de que su sacrificio salvase a la madre patria su tierra natal.<br />
Muchos otros hicieron una elección <strong>di</strong>versa alistándose en los repartos de<br />
la RSI [Repubblica Sociale Italiana, n.dr]. Nosotros recordamos a todos<br />
con el mismo respeto, porque tienen el mismo espacio en nuestra memoria».<br />
Como Italia ha sabido superar las heridas de las guerras del resurgimiento,<br />
que nos han dado unidad e independencia – concluye el presidente <strong>ANVGD</strong><br />
–, así debe superar el trauma del periodo 1943-1945. Es tiempo de<br />
reconciliación».<br />
(Traduzioni <strong>di</strong> Marta Cobian)<br />
El 25 de Abril Italia<br />
celebra el aniversario<br />
de la Liberación,<br />
después de la segunda<br />
guerra mun<strong>di</strong>al, los infinitos<br />
lutos, las destrucciones.<br />
Pero en el confín oriental<br />
la guerra no se había<br />
acabado, Istria y Dalmazia<br />
se convirtieron en teatro<br />
de la feroz ocupación<br />
yugoslava que obligó<br />
a casi 350.000 italianos<br />
originarios de aquellos<br />
territorios a repararse<br />
en Italia. La verdadera<br />
Liberación llegó a Trieste –<br />
pero no a Venecia Giulia –<br />
solo en octubre de 1954,<br />
cuando (en la foto)<br />
de los e<strong>di</strong>ficios públicos<br />
fue amainada<br />
la bandera yugoslava<br />
L. T.
16 DIFESA ADRIATICA <strong>Giugno</strong> <strong>2009</strong><br />
L’ex campo profughi <strong>di</strong> Aversa<br />
<strong>di</strong>venta zona esclusiva<br />
2 aprile <strong>2009</strong><br />
L’area dell’ex campo profughi <strong>di</strong><br />
Aversa (ora Parco Pozzi), unico polmone<br />
verde della città in provincia <strong>di</strong><br />
Caserta, che ospitò e vide il passaggio<br />
<strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> nostri Esuli, sarà trasformato<br />
a breve in un parco esclusivo con<br />
villette private. È quanto ha deciso<br />
l’Amministrazione comunale. […] Nel<br />
1935 […] l’area in questione viene […]<br />
in<strong>di</strong>viduata dal Ministero della Guerra<br />
come quella possibile per costituire,<br />
all’interno del Parco, un presi<strong>di</strong>o<br />
ospedaliero destinato all’assistenza ai<br />
soldati impegnati nelle operazioni<br />
militari in Africa orientale. Nasce in<br />
questo modo l’Ospedale Militare<br />
Baraccato che prende il nome <strong>di</strong><br />
Arnaldo Mussolini. […] Con la <strong>di</strong>sfatta<br />
della seconda guerra mon<strong>di</strong>ale il<br />
Comando alleato requisisce l’area che<br />
viene svincolata nel 1946 […] concessa<br />
in maniera temporanea al Comune<br />
ed utilizzata come ricovero dei<br />
profughi provenienti dalla Grecia, dall’Egeo,<br />
dalla Venezia Giulia, dall’Istria<br />
e dall’Egitto. […]<br />
(fonte www.pupia.tv)<br />
Comunità Istriane:<br />
terza Tavola rotonda sugli Eso<strong>di</strong><br />
14 aprile <strong>2009</strong><br />
Proseguono con la Terza tavola<br />
rotonda, venerdì 17 aprile, i <strong>di</strong>battiti<br />
sulla con<strong>di</strong>zione dell’esule, all’Associazione<br />
delle Comunità Istriane in via<br />
Belpoggio 29/1 a Trieste. All’incontro,<br />
coor<strong>di</strong>nato come i precedenti da<br />
Carmen Palazzolo Debianchi, saranno<br />
presentate altre esperienze <strong>di</strong> eso<strong>di</strong><br />
a cui si aggiungeranno quelle <strong>di</strong> chi<br />
è rimasto sul posto e la memoria dei<br />
fatti e della terra <strong>di</strong> appartenenza da<br />
loro trasmessa ai <strong>di</strong>scendenti, attraverso<br />
la loro voce.<br />
<strong>Il</strong> logo dell’Associazione<br />
Comunità Istriane <strong>di</strong> Trieste<br />
I ‘‘bumbari’’<br />
<strong>di</strong> Dignano d’Istria<br />
18 aprile <strong>2009</strong><br />
<strong>Il</strong> nostro lettore Silvano Manzin<br />
(Verona), che abitò per un certo tempo<br />
a Dignano d’Istria fino all’esodo, ci<br />
chiede come mai i citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong>gnanesi<br />
venissero chiamati “bumbari”.<br />
Esau<strong>di</strong>amo questo desiderio <strong>di</strong> conoscenza<br />
con l’aiuto del sito<br />
www.istriadalmazia.it. I vecchi abitanti<br />
<strong>di</strong> Dignano d’Istria parlano ancora<br />
un antico <strong>di</strong>aletto romanzo e sono fieri<br />
dei loro soprannomi – spesso fantasiosi,<br />
ogni famiglia ha il suo – anche<br />
se uno li unisce tutti. […]<br />
Ed ecco quin<strong>di</strong> la leggenda legata<br />
a questo soprannome. Nel corso del<br />
suo regno Francesco I d’Asburgo visitò<br />
parecchi paesi della bassa Istria tra i<br />
quali, appunto, Dignano. […] L’imperatore<br />
venne accolto dalla folla con<br />
applausi […]. Al che l’imperatore Francesco<br />
I rispose: «Davvero mi congratulo<br />
con lei e con la sua gente perché<br />
costumi, canti e balli sono davvero<br />
molto belli, però ho notato che i suoi<br />
concitta<strong>di</strong>ni sono un po’, come <strong>di</strong>re,<br />
burberi». Partito l’imperatore tutti domandarono<br />
subito all’esimio podestà:<br />
«Che jo deito l’imperatur?» Un po’<br />
piccato il podestà rispose: «El jo deito<br />
che sogni bei, bravi ma un po’<br />
boumbari».<br />
Gli Esuli da Ossero<br />
il 31 maggio a Monfalcone<br />
20 aprile <strong>2009</strong><br />
Sarà Monfalcone (GO) la sede che<br />
ospiterà il 31 maggio prossimo il 61°<br />
Raduno degli Osserini, occasione per<br />
Aversa (Caserta), un’istantanea<br />
dell’ex campo profughi, oggi Parco<br />
Pozzi, in pressoché totale abbandono<br />
festeggiare il Santo patrono San<br />
Gaudenzio.<br />
Domenica 31 maggio l’incontro<br />
inizierà presso il Santuario della B.V.<br />
Marcelliana con una S. Messa officiata<br />
da don Guido Corelli, a cui seguirà il<br />
bacio delle reliquie; ritrovo poi sul<br />
sagrato della chiesa per i saluti e una<br />
foto ricordo.<br />
UE-Croazia:<br />
slitta conferenza adesione<br />
24 aprile <strong>2009</strong><br />
La presidenza dell’Unione Europea<br />
ha deciso <strong>di</strong> rimandare la conferenza<br />
<strong>di</strong> accesso della Croazia prevista<br />
per domani, perché la Slovenia<br />
mantiene il suo veto all’ingresso <strong>di</strong><br />
Zagabria a causa <strong>di</strong> una <strong>di</strong>sputa sui<br />
confini. Secondo quanto si legge in un<br />
comunicato della presidenza della<br />
Repubblica Ceca dell’UE, «la <strong>di</strong>sputa<br />
sui confini tra Slovenia e Croazia non<br />
è ancora risolta e la UE fisserà una nuova<br />
data per la conferenza <strong>di</strong> accesso<br />
non appena vi saranno progressi». […]<br />
La presidenza UE rende noto che «le<br />
tre presidenze semestrali, Francia, Repubblica<br />
Ceca e Svezia, assieme al<br />
commissario all’Allargamento Olli<br />
Rehn, si sono incontrate ieri con le<br />
autorità <strong>di</strong> Slovenia e Croazia».<br />
(fonte ANSA)<br />
Ad<strong>di</strong>o a Vitrotti,<br />
il cineoperatore delle foibe<br />
25 aprile <strong>2009</strong><br />
È morto il 24 aprile a Trieste Gianni<br />
Alberto Vitrotti, all’età <strong>di</strong> 87 anni,<br />
cineoperatore e reporter della sede RAI<br />
per il Friuli Venezia Giulia, che filmò<br />
le foibe e il dramma dell’esodo. […]<br />
Era nato nel 1922 a Berlino, […].<br />
Nel 1945, finita la guerra Gianni Alberto<br />
parte per Trieste, occupata dalle<br />
truppe alleate, alla ricerca del fratello<br />
ferito, Franco. Trova lavoro come cor-<br />
La rubrica <strong>di</strong> “Difesa”<br />
www.anvgd.it<br />
Gianni Alberto Vitrotti, cineoperatore, corrispondente da Trieste per<br />
agenzie italiane e internazionali negli anni cruciali del secondo dopoguerra,<br />
girò nel 1947 un documentario sull’esodo da Pola, le cui immagini<br />
vennero utilizzate dal film «La città dolente»<br />
(nella foto, la locan<strong>di</strong>na della pellicola)<br />
rispondente per l’agenzia <strong>di</strong> stampa<br />
americana Associated Press Photo, poi<br />
come operatore per la Nec e per la<br />
Universal Film Newsreel <strong>di</strong> New York.<br />
Con il fratello realizza nel 1947 il<br />
documentario «Ad<strong>di</strong>o mia cara Pola»,<br />
le cui riprese <strong>di</strong>vennero spunto e parte<br />
integrante dell’unico film <strong>di</strong> finzione<br />
sull’esodo istriano, «La città dolente»<br />
<strong>di</strong> Mario Bonnard. Nello stesso<br />
anno Gianni Alberto gira un altro documentario,<br />
«Giustizia per la Venezia<br />
Giulia», incentrato sul tema delle foibe<br />
del Carso triestino e sloveno.<br />
Segue poi «Genti Giulie», con la<br />
firma del Trattato <strong>di</strong> pace <strong>di</strong> Parigi che<br />
restituisce Monfalcone e Gorizia all’Italia,<br />
mentre Vitrotti continua a raccogliere<br />
immagini e testimonianze dei<br />
fatti del dopoguerra nell’area della<br />
Venezia Giulia e dell’Istria, e degli<br />
eventi triestini negli anni del Governo<br />
Militare Alleato. […]<br />
(Daniele Terzoli<br />
“<strong>Il</strong> Piccolo”, 25 aprile <strong>2009</strong>)<br />
Spalato: bruciate<br />
ban<strong>di</strong>ere italiane a Sinj<br />
27 aprile <strong>2009</strong><br />
Non è la prima volta che accade<br />
in Croazia. Nella […] citta<strong>di</strong>na<br />
dalmata <strong>di</strong> Sinj (entroterra <strong>di</strong> Spalato),<br />
ignoti hanno tolto una trentina <strong>di</strong><br />
ban<strong>di</strong>erine italiane, issate ai pali dell’illuminazione<br />
pubblica, e quin<strong>di</strong> le<br />
Dignano,<br />
uno scorcio<br />
con il campanile<br />
della Chiesa<br />
<strong>di</strong> S. Biagio<br />
hanno date alle fiamme.<br />
I piccoli tricolori erano stati esposti<br />
in pieno centro, in occasione dell’arrivo<br />
a Sinj <strong>di</strong> una qualificata rappresentanza<br />
della città amica <strong>di</strong><br />
Montemarciano (Marche). Accortisi<br />
dell’atto vandalico, alcuni citta<strong>di</strong>ni si<br />
sono rivolti alla polizia, che ha avviato<br />
subito le indagini per risalire agli<br />
autori dell’ inqualificabile episo<strong>di</strong>o,<br />
peraltro condannato con fermezza dal<br />
ministero croato degli Esteri e delle<br />
Integrazioni europee. […]<br />
A rivolgersi ai giornalisti è stata la<br />
portavoce della questura <strong>di</strong> Spalato,<br />
Marina Kraljevic Gudelj, la quale ha<br />
confermato che si tratta <strong>di</strong> un episo<strong>di</strong>o<br />
[…]. A poche ore dall’accaduto,<br />
le ban<strong>di</strong>erine tricolori sono state<br />
ricollocate lungo le principali vie e<br />
piazze della citta<strong>di</strong>na alle spalle <strong>di</strong><br />
Spalato. […]<br />
È ancora fresco nella memoria<br />
quanto avvenne a Spalato, dove ignoti<br />
strapparono la ban<strong>di</strong>era italiana dalla<br />
sede della Comunità degli Italiani.<br />
[…] Identico destino è toccato anche<br />
al Tricolore che sventolava dall’e<strong>di</strong>ficio<br />
della Comunità degli Italiani <strong>di</strong><br />
Parenzo.<br />
Come se non bastasse, altri accaduti<br />
hanno turbato i connazionali che<br />
vivono in Croazia, dal danneggiamento<br />
della targa della Comunità degli Italiani<br />
<strong>di</strong> Zara, ad atti vandalici contro<br />
le Comunità degli Italiani <strong>di</strong> Sissano e<br />
Pola e contro la Scuola me<strong>di</strong>a superiore<br />
italiana <strong>di</strong> Pola, dalla <strong>di</strong>struzione<br />
a Montona <strong>di</strong> una croce e <strong>di</strong> una targa<br />
commemorativa per gli italiani trucidati<br />
nel 1945, al danneggiamento della<br />
segnaletica bilingue all’incrocio delle<br />
strade per Umago, Buie e Cittanova.<br />
[…].<br />
(Andrea Marsanich<br />
“<strong>Il</strong> Piccolo”, 27 aprile <strong>2009</strong>)<br />
Guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Finanza decorata<br />
per la <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong> Istria e Dalmazia<br />
10 maggio <strong>2009</strong><br />
«Al <strong>di</strong> là del significato letterario, il<br />
vostro motto, Nec recisa rece<strong>di</strong>t, ha il<br />
suo significato nell’esperienza <strong>di</strong> vita».<br />
[…] Lo ha affermato il ministro dell’Economia,<br />
Giulio Tremonti, oggi a<br />
Bergamo, per la cerimonia <strong>di</strong> giuramento<br />
dei ‘cadetti’ dell’Accademia<br />
della Guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Finanza della città. <strong>Il</strong><br />
motto Nec recisa rece<strong>di</strong>t, neanche<br />
spezzata retrocede, è dal 1933 il motto<br />
della Guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Finanza, detto latino<br />
proposto da Gabriele D’Annunzio.<br />
[…] Nel corso della cerimonia è<br />
stata conferita la Medaglia d’Oro al<br />
Merito Civile alla Ban<strong>di</strong>era <strong>di</strong> Guerra<br />
della Guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Finanza per il tributo<br />
<strong>di</strong> sangue pagato, dopo l’8 settembre<br />
del 1943, dai Reparti delle Fiamme<br />
Gialle <strong>di</strong>slocati lungo il confine orientale,<br />
per la <strong>di</strong>fesa delle terre dell’Istria,<br />
<strong>di</strong> Fiume e della Dalmazia. […]<br />
(fonte Adnkronos)<br />
La Ban<strong>di</strong>era <strong>di</strong> guerra della Guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Finanza,<br />
insignita della Medaglia d’Oro al merito Civile