IL MURO, ELEMENTO IDENTITARIO E STRUTTURANTE DELL ...

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Come secondo caso studio analizziamo l’insediamento di Mértola, nel baixo Alentejo, in Portogallo. Un centro di crinale costituito da un tessuto a fusi prevalentemente di case a cellula elementare, delimitato da mura di cinta. Il tessuto insediativo in questo caso non mostra una vera e propria gerarchia dello spazio urbano (ad eccezione delle soluzioni in prossimità degli edifici pubblici e religiosi) e il rapporto spazio pubblico/privato si risolve sostanzialmente sempre allo stesso modo. È interessante notare come lo sviluppo e lo studio delle relazioni spaziali non sia leggibile con l’analisi di un singolo isolato, ma risulti fondamentale comprendere le relazioni esistenti tra coppie di isolati nella genesi dei rapporti privatopubblico-privato. Fig.4: Mértola. Lettura del tessuto insediativo e delle interrelazioni spaziali tra spazio pubblico e privato. 6
Infatti le aperture delle abitazioni, ridotte all’essenziale, si aprono su strada instaurando un rapporto diretto tra spazio privato domestico e spazio pubblico, quest’ultimo delimitato dal muro cieco e continuo dell’isolato posto frontalmente. In questo modo la stessa strada si configura come spazio ibrido, divenendo, all’occasione, propaggine dello spazio domestico. Anche in questo tipo di insediamenti possiamo individuare, in linea di massima due tipi di rapporti: edificio-strada-corte = muro v – spazio urbano – muro s Le aperture (interruzione muraria) sono poche e concentrate su un solo lato della strada, hanno funzione di accesso e illuminazione/ventilazione. Lo spazio pubblico è delimitato da una abitazione (muro-v) e dal recinto della corte (muro-s). Il muro appare come un continuum spaziale, occludendo e parzializzando la vista. edificio-strada-edificio = muro v – spazio urbano – muro v Le aperture (interruzione muraria) sono poche e concentrate su un solo lato della strada, hanno funzione di accesso e illuminazione/ventilazione. Lo spazio pubblico è delimitato da due abitazioni (muro-v). La mancanza di aperture su uno dei lati, non sempre fa percepire la massa volumetrica, e anche in questo tipo il muro appare come un continuum spaziale, occludendo e parzializzando la vista. In alcuni casi in cui il salto di quota è consistente, il muro della corte è leggermente più basso, ma comunque ad un’altezza tale da occludere la vista, e la funzione di schermatura e protezione viene affidata alle fronde degli alberi presenti al suo interno. A Mértola, cosi come in molti insediamenti cintati, il muro assolve, alle diverse scale, funzione di: - protezione (del villaggio in primo luogo e dello spazio domestico all’interno di esso) - delimitazione (legata all’estensione dell’abitato e alle proprietà) - esclusione (dalle mura urbane; e in secondo luogo per il tessuto insediativo l’esclusione completa si manifesta solitamente sul lato opposto dell’affaccio su strada dell’abitazione) - gerarchizzazione lo spazio urbano - regolazione dei rapporti tra spazio pubblico e spazio privato. Nell’insediamento Norberg-Schulz individua due aspetti fondamentali dell’abitare, l’identificazione e l’orientamento, specificando che “mentre l’identificazione si riferisce alle qualità delle cose, l’orientamento ne coglie la loro interrelazione «spaziale»” [6]. Possiamo affermare che nel Mediterraneo, il muro partecipa alla definizione di entrambe. L’effetto di spaesamento (nel senso proprio del termine, ossia nell’assenza di riconoscimento dei caratteri che hanno reso per secoli identificabile quel paese nella memoria storica di una comunità) è dato dalla asettica relazione tra gli spazi pubblici e privati, che delegittima questi stessi privandoli di riconoscibilità e qualità. Identificazione e orientamento sono strettamente legati agli aspetti percettivi. Se analizziamo il rapporto visivo tra villaggio e paesaggio circostante, attraverso il duplice gioco tra inclusione ed esclusione, possiamo notare come entrambi i centri mostrano all’esterno la propria forza, attraverso la massa compatta dell’edificato rispetto alla campagna. Tale “chiusura” all’esterno tende ad essere di tipo “visivo” se data dalla compattezza del tessuto insediativo concluso e chiaramente riconoscibile, o “fisico” quando si concretizza con la presenza delle mura di cinta, come nel caso di Mértola e di molti centri alentejani. Se invertiamo punto di vista e soggetto, possiamo osservare come proprio la compattezza e l’unitarietà interna all’insediamento, le relazioni reciproche tra gli aggregati urbani, sia determinante nella percezione del paesaggio esterno.I muri trasformano la percezione del paesaggio, la presenza stessa del muro focalizza l’attenzione su una porzione precisa dello spazio esterno, rende selettiva la vista. Questa qualità è uno di quei tratti identitari comuni dell’architettura del mediterraneo. Fig.5: Mértola, Alentejo, Portogallo (foto B. Pau). 7
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