IL MURO, ELEMENTO IDENTITARIO E STRUTTURANTE DELL ...

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18.06.2013 Views

possedevano forme severe. Queste aperture ancora più che consentire alla luce di entrare brillavano intensamente sostituendosi così alla luce stessa; […] Una luce, questa, che perforando l’interno dell’architettura produceva spazi di solida e risoluta configurazione. Le aperture realizzate con simile severità segmentavano il movimento della luce con precisione e lo spazio era modellato, quasi in maniera scultorea, da linee luminose che spezzavano l’oscurità e la cui configurazione mutava in ogni momento. […] L’architettura moderna ha prodotto un mondo eccessivamente trasparente, omogeneamente illuminato, unicamente brillante, privo di oscurità. Questo mondo su cui la luce diffonde il suo alone ha decretato la morte dello spazio e dell’oscurità” [9]. 3.Conclusioni La ricerca vuole mettere in luce, attraverso l’analisi approfondita degli insiemi elencati, come coesistano almeno due livelli di attenzione strategici per il progetto contemporaneo nei contesti minori dell’area mediterranea. Da un lato la forza identitaria che possiede l’immagine ambientale interna dell’abitato mediterraneo derivante dalla capacità dell’elemento murario di dare unitarietà all’ambiente urbano, contemporaneamente ordinando e organizzando lo spazio secondo logiche consolidate. In secondo luogo, alla scala del sito (che è quella che potremmo considerare più direttamente progettuale), le potenzialità specifiche che possiede il materiale con cui questi sistemi e tessuti sono costruiti, di dare sempre n interpretazioni possibili. Le infinite variabili di ricerca progettuale su ognuno di questi insiemi e la loro combinazione, sono in grado di offrire una varietas che rende sempre attuale e sperimentale il progetto contemporaneo. Tutti questi aspetti possono essere investigati per contribuire ad una maggiore qualità dei progetti exnovo, come dei progetti di recupero, a partire dalla riflessione sull’importanza di alcuni caratteri essenziali dell’architettura che possono dare un valore aggiunto al progetto, alla scala dell’inserimento urbano così come alla scala del dettaglio architettonico, basti pensare alle potenzialità che mette in campo la capacità di saper plasmare i volumi attraverso la luce, la permeabilità e le trame. Riferimenti bibliografici [1] CANIGGIA Gianfranco, MAFFEI Gian Luigi. Lettura dell’edilizia di base. Venezia: Marsilio editore, 1979, p. 22. [2] BRAUDEL Fernand. Il Mediterraneo: lo spazio e la storia, gli uomini e la tradizione. Roma: Newton&Compton, 2002. [3] DI DOMENICO, Giovanni. L’idea di recinto. Il recinto come essenza e forma primaria dell’architettura. Roma: Officina, 1998, p. 17. [4] ZANIRATO, Claudio. Architettura al limite. Il limite dell’architettura, l’architettura del limite. Firenze: Alinea editrice, 1999, p.10. [5] HANS VAN DER LAAN, Dom. Lo spazio architettonico. In FERLENGA Alberto, VERDE Paola. Dom Hans van der Laan. Le opere e gli scritti. Milano: Electa, 2000, p. 201. [6] NORBERG-SCHULZ, Christian. L’abitare. L’insediamento, lo spazio urbano, la casa. Milano: Electa, 1984, p. 15. [7] APARICIO GUISADO, Jesus Maria. El Muro. Buenos Aires: Libreria Tecnica, 2000, p. 194. [8] ZUMTHOR, Peter. Pensare Architettura. Milano: Electa, 2004. [9] ANDO, Tadao. Luce. In DAL CO, Francesco. Tadao Ando: le opere, gli scritti, la critica. Milano: Electa, 1994, p. 519. 10

possedevano forme severe. Queste aperture ancora più che consentire alla luce di entrare brillavano<br />

intensamente sostituendosi così alla luce stessa; […] Una luce, questa, che perforando l’interno<br />

dell’architettura produceva spazi di solida e risoluta configurazione. Le aperture realizzate con simile<br />

severità segmentavano il movimento della luce con precisione e lo spazio era modellato, quasi in<br />

maniera scultorea, da linee luminose che spezzavano l’oscurità e la cui configurazione mutava in ogni<br />

momento. […] L’architettura moderna ha prodotto un mondo eccessivamente trasparente,<br />

omogeneamente illuminato, unicamente brillante, privo di oscurità. Questo mondo su cui la luce<br />

diffonde il suo alone ha decretato la morte dello spazio e dell’oscurità” [9].<br />

3.Conclusioni<br />

La ricerca vuole mettere in luce, attraverso l’analisi approfondita degli insiemi elencati, come<br />

coesistano almeno due livelli di attenzione strategici per il progetto contemporaneo nei contesti minori<br />

dell’area mediterranea.<br />

Da un lato la forza identitaria che possiede l’immagine ambientale interna dell’abitato mediterraneo<br />

derivante dalla capacità dell’elemento murario di dare unitarietà all’ambiente urbano,<br />

contemporaneamente ordinando e organizzando lo spazio secondo logiche consolidate.<br />

In secondo luogo, alla scala del sito (che è quella che potremmo considerare più direttamente<br />

progettuale), le potenzialità specifiche che possiede il materiale con cui questi sistemi e tessuti sono<br />

costruiti, di dare sempre n interpretazioni possibili. Le infinite variabili di ricerca progettuale su ognuno<br />

di questi insiemi e la loro combinazione, sono in grado di offrire una varietas che rende sempre attuale<br />

e sperimentale il progetto contemporaneo.<br />

Tutti questi aspetti possono essere investigati per contribuire ad una maggiore qualità dei progetti exnovo,<br />

come dei progetti di recupero, a partire dalla riflessione sull’importanza di alcuni caratteri<br />

essenziali dell’architettura che possono dare un valore aggiunto al progetto, alla scala dell’inserimento<br />

urbano così come alla scala del dettaglio architettonico, basti pensare alle potenzialità che mette in<br />

campo la capacità di saper plasmare i volumi attraverso la luce, la permeabilità e le trame.<br />

Riferimenti bibliografici<br />

[1] CANIGGIA Gianfranco, MAFFEI Gian Luigi. Lettura dell’edilizia di base. Venezia: Marsilio editore,<br />

1979, p. 22.<br />

[2] BRAUDEL Fernand. Il Mediterraneo: lo spazio e la storia, gli uomini e la tradizione. Roma:<br />

Newton&Compton, 2002.<br />

[3] DI DOMENICO, Giovanni. L’idea di recinto. Il recinto come essenza e forma primaria<br />

dell’architettura. Roma: Officina, 1998, p. 17.<br />

[4] ZANIRATO, Claudio. Architettura al limite. Il limite dell’architettura, l’architettura del limite. Firenze:<br />

Alinea editrice, 1999, p.10.<br />

[5] HANS VAN DER LAAN, Dom. Lo spazio architettonico. In FERLENGA Alberto, VERDE Paola.<br />

Dom Hans van der Laan. Le opere e gli scritti. Milano: Electa, 2000, p. 201.<br />

[6] NORBERG-SCHULZ, Christian. L’abitare. L’insediamento, lo spazio urbano, la casa. Milano:<br />

Electa, 1984, p. 15.<br />

[7] APARICIO GUISADO, Jesus Maria. El Muro. Buenos Aires: Libreria Tecnica, 2000, p. 194.<br />

[8] ZUMTHOR, Peter. Pensare Architettura. Milano: Electa, 2004.<br />

[9] ANDO, Tadao. Luce. In DAL CO, Francesco. Tadao Ando: le opere, gli scritti, la critica. Milano:<br />

Electa, 1994, p. 519.<br />

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