Paura e carne - Sardegna Cultura
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anche se un morto non lo si può definire un nessuno.<br />
Comunque si voglia argomentare, magari anche in versi,<br />
maggiore Belasco, il primo e definitivo evento è stato<br />
lo scoppio del cuore. Per questo motivo non è uscito<br />
sangue dal collo nonostante il laccio lo abbia inciso e<br />
per lo stesso motivo non è uscito sangue dalla testa, né<br />
dalla spalla. Non c’era nessuna pozza di sangue intorno<br />
al cadavere, ne sono sicuro! È vero?<br />
– Sì, è vero, – Belasco guarda Marchi. – Non c’era<br />
sangue intorno.<br />
– Il torrente del sangue, espressione poetica che,<br />
però, fulmina il concetto, era già fermo e l’avvocato era<br />
già morto. Si chiama determinismo la ricerca…<br />
Belasco non ce la fa, proprio non ce la fa. Quel giovane<br />
con l’indice universale gli causa come un dolore al<br />
collo che non se ne va se rimane zitto: – Determinismo,<br />
dottor Marini, determinismo? Ma quante parole dobbiamo<br />
ancora sentire? Quante volte devo vedere quel<br />
suo dito presuntuoso? Neppure fosse il dito della creazione!<br />
Abbiamo capito! Lei ha fatto il suo lavoro. La<br />
seconda parte, la mummificazione, dico, non è stata richiesta<br />
dalla legge ma da una madre vecchissima che<br />
vuole il figlio conservato. Tutto qui! E lei, invece, orna,<br />
incornicia, abbellisce tutto quello che dice come se…<br />
Il lato infantile e dispettoso di Efisio è simmetrico a<br />
quello che lo trascina all’esibizione: – Voi vi lamentate<br />
del mio indice? Voi? E cosa si dovrebbe dire del<br />
vostro busto dritto che sembra non abbia cartilagini e<br />
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ossa come tutti? E della vostra voce che andrebbe bene<br />
per una parata? E cosa devo pensare di chi giudica<br />
fatti che non può comprendere? Non vi siete neppure<br />
chiesto perché intorno al cadavere di Giovanni Làconi<br />
non c’era sangue! No, maggiore, aquila non captat<br />
muscas…<br />
A Belasco si gonfia una vena in fronte: – L’aquila non<br />
cattura mosche? Voi sareste l’aquila e io una mosca petulante?<br />
Questo volete dire?<br />
– Dico che non mi curo di voi, maggiore, ecco cosa<br />
voglio dire. Io, io vi ho fornito in tre quarti d’ora la spiegazione<br />
di fatti che il dottor Sau vi avrebbe fornito in<br />
una settimana, io ho ridato forma umana all’avvocato<br />
Làconi mentre voi l’avreste interrato così com’era, col<br />
braccio staccato e la fronte sfondata. Io lo conserverò<br />
perché una piccolissima parte del mistero…<br />
Marchi è un uomo di intelligenza sostanziale che,<br />
però, scorre lenta e, soprattutto, esce raramente dalle<br />
aule del palazzo della regia udienza. Non guarda neppure<br />
Efisio e Belasco i quali, quando il giudice parla, si<br />
zittiscono.<br />
– Questa faccenda rischia di non chiudersi mai. La famiglia<br />
Làconi, e tutti gli avvocati della città, chiederanno<br />
chi è apparso a Giovanni Làconi sul molo, chi ha fatto<br />
tutto questo… chi, chi chi all’infinito. Resterà nella<br />
memoria, corromperà gli archivi… e il giudice Marchi<br />
se lo ricorderanno perché non ha trovato e quindi non<br />
ha giudicato l’assassino di un uomo già morto.<br />
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