Paura e carne - Sardegna Cultura
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arrivavano le sue lettere alle quali nessuno risponde<br />
più da molto tempo.<br />
Guardava, guardava e se ne tornava all’oasi dove si<br />
curava col succo raccolto.<br />
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Il tratto di acciottolato ripido percorso in calesse ha<br />
mezzo disarticolato il piccolo corpo di Michela Làconi.<br />
La nipote Giacinta l’ha aiutata ad arrampicarsi sulla<br />
poltrona dello studio di Efisio.<br />
– Io conoscevo i tuoi nonni, Efisio. Ora lui, che aveva<br />
un anno più di me, ne avrebbe novantatré e lei ottantotto.<br />
Buoni e gentili… ma non si sono conservati.<br />
Nonostante il risparmio la vecchia si dimentica<br />
quello che ha messo da parte in testa per dirlo a Efisio<br />
e allora si massaggia le tempie: – Vedi? Mi devo spremere<br />
proprio qui dove c’è la memoria, le mie ossa ormai<br />
sono di carta e mi massaggio il cervello. Tu sei medico<br />
e lo capisci come funziona un vecchio. Ho preso<br />
sole per venire qua e il sole consuma. Basta guardare<br />
cosa fa alla terra e si capisce cosa fa a un corpicino come<br />
il mio.<br />
Ancora un silenzio e poi acchiappa l’idea: – Io so dei<br />
tuoi studi Efisio, ne parlano tutti… e hai solo ventisei<br />
anni.<br />
– Ne ho quasi ventisette, bisogna essere precisi col<br />
tempo, come voi.<br />
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