Paura e carne - Sardegna Cultura
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La vecchia non vuole aria aperta e non vorrebbe<br />
mangiare.<br />
Per lei alimentarsi è un processo alchemico d’equilibrio<br />
tra l’acqua che beve a gocce come un cardellino e<br />
quella che elimina; e così fa anche col cibo, ogni giorno<br />
lo stesso, nella stessa quantità. In questo modo è certa<br />
di battere - nascosta in casa - l’eternità, senza doversi<br />
umiliare con preghiere che secondo lei nessuno sente.<br />
Senza entrare in cattedrale neppure una volta. Eppure<br />
le forze per fare la salita sino alla chiesa le ha, le ha tutte.<br />
Per il maggiore Belasco ha fatto preparare un caffè in<br />
una tazzina piccola come lei.<br />
– Il mio unico figlio! Chissà quanto avrebbe campato…<br />
Quanta vita gli hanno tolto… Aveva cinquantasei<br />
anni, e diritto ad almeno altri quarantaquattro per arrivare<br />
a cento, come il nonno. E invece è morto giovane<br />
come il padre. La vita non si spreca, tanta fatica per<br />
metterne da parte un pochino e lo hanno ammazzato…<br />
Chissà che paura ha avuto.<br />
* * *<br />
Il maggiore lo sa, lo sanno tutti nel quartiere alto di<br />
Castello, che la signora Michela è una donna che sopra<br />
ogni cosa mette un’idea di economia della vita e del<br />
corpo - un corpo di una quarantina di chili, che riduce<br />
in millesimi le idee, i sentimenti, e, per conseguenza,<br />
anche le cose e i fatti perché pesino meno.<br />
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Del patrimonio che ha accumulato faceva parte anche<br />
il figlio Giovanni. Aveva faticato per averlo. Si era<br />
perfino dovuta sottomettere - ma come una cassetta di<br />
risparmio - al marito che per questo avvelenamento era<br />
morto sbigottito oltre cinquant’anni prima, subito dopo<br />
che la pancia della moglie, grande quanto una bomboniera,<br />
si era alleggerita del suo piccolo peso, secondo<br />
una propria contabilità naturale delle energie.<br />
Il neonato, rugoso come un guscio di noce, era stato<br />
cresciuto a razioni materne e a sedici anni era alto un<br />
metro e mezzo. Quando si era laureato la lunghezza era<br />
poco di più e la crescita finita.<br />
Ora, tutto pesato e tutto riportato alla memoria, Michela<br />
trova tra le costoline porose un singhiozzo breve<br />
che al maggiore Belasco sembra solo un raschietto in<br />
gola.<br />
Dunque, tre singhiozzi per Giovanni Làconi che nell’aula<br />
della regia udienza entrava già inchinato sino dal<br />
corridoio, con la cartella dei documenti stretta al petto<br />
come un ex voto da consegnare al santo degli avvocati,<br />
camminando come si sfila in una processione.<br />
Ma un assassinato è un assassinato e il maggiore Belasco<br />
il respiro l’aveva trattenuto davanti al morto. Era<br />
quasi scappato.<br />
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