Paura e carne - Sardegna Cultura
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Tea Làconi ha un corpo che ricorda la carestia e gli zigomi<br />
tesi come tamburelli.<br />
– Signora, vostro marito, l’avvocato Giovanni Làconi,<br />
mancava da stamattina…<br />
Lei si siede. Sta tramontando e le finestre aperte sono<br />
viola, il maggiore Belasco si è preparato le cose da dire<br />
e usa la bella voce bassa: – … la vostra premonizione,<br />
proprio così l’avete chiamata: premonizione… era<br />
esatta. Domenico Zonza, un pescatore del molo, lo ha<br />
trovato poco fa. Condoglianze.<br />
Tea, asciutta anche nel nome, socchiude le persiane<br />
del salotto perché per lei questo tramonto fa scandalo,<br />
il mare rosso, la natura esagerata è tutta uno scandalo.<br />
Belasco notifica il dolore che le sta occupando la testa e<br />
il corpo. Però è solo il dolore della moglie e non è una<br />
passione mortale.<br />
– Scusate, maggiore.<br />
Va in camera, prende uno scialle nero dall’armadio<br />
ma vede il grande letto con le candele sui comodini,<br />
pensa alla propria vita e le viene fuori un singhiozzo<br />
stentato come lei. Poi, col collo piegato su una spalla in<br />
segno di pietà, ritorna nel salotto e si siede.<br />
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