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TFO - Tesi Filosofiche Online - Online Philosophical Theses SWIF ...

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Spengler...è la vera concezione di un artista del<br />

processo della vita." (Nin, pp. 170-1)<br />

Miller era rimasto affascinato dal tono profetico e visionario di quelle<br />

pagine, dal fitto intrecciarsi di immagini simboliche che davano alla<br />

scrittura una cadenza epica, dal sapore biblico. 'La corona' è un testo<br />

singolare, un impasto multiforme di poesia e prosa, di riflessioni sulla<br />

guerra (siamo nel 1915) e di slanci lirici: ha l'andamento di un inno<br />

sacro, ritmato sulla presenza di figure simboliche che mettono in<br />

immagine i concetti.<br />

A partire da questa lettura, la prospettiva su Lawrence cambia<br />

decisamente. La testimonianza più eloquente la troviamo in Max e i<br />

fagociti bianchi, nel saggio 'L'universo della morte': Lawrence diventa<br />

un controsimbolo della morte, l'immagine dell'artista che al processo<br />

di disgregazione oppone il potere dell'elemento vitale:<br />

"All'infuori di Lawrence, non abbiamo più a che fare<br />

con uomini vivi, uomini per i quali la Parola è cosa<br />

viva. La vita e le opere di Lawrence rappresentano<br />

un dramma che ha per centro il tentativo di sfuggire a<br />

una morte durante l'esistenza." (Max, p. 925)<br />

La trasfigurazione è completa e fa di Lawrence un simbolo di<br />

speranza per l'umanità, un "life-giver" opposto ai "death-eaters" Proust<br />

e Joyce. Questi si arrendono alla crisi dell'uomo occidentale e si<br />

limitano a descriverla, a rispecchiarla: sono grandi figure, certo, ma<br />

figure tragiche, testimonianza di una scissione che non si riesce a<br />

ricomporre. Per Proust vivere e fare arte ha senso solo come<br />

"memoria": è lo sguardo retrospettivo di chi rievoca una realtà un<br />

tempo viva, e che ora non lo è più. In Joyce il mondo appare già<br />

pietrificato, fenomeno inorganico sul quale si esercita l'abilità tecnicolinguistica<br />

dello scrittore; se con Proust abbiamo sotto gli occhi forme<br />

organiche in via di corruzione, con Joyce siamo già proiettati oltre la<br />

marcescenza, in una dimensione dove non c'è più nulla di animato.<br />

Lawrence invece combatte, portando nella lotta tutta la forza positiva<br />

delle origini, della vitalità, della passione. In questo senso egli sta su un<br />

gradino superiore agli altri due, che pure appaiono "più<br />

rappresentativi, 'riflettono' i tempi" (ibidem, p. 927). Joyce e Proust<br />

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