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TFO - Tesi Filosofiche Online - Online Philosophical Theses SWIF ...

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Joyce è il simbolo dell'arte moderna senz'anima, intellettualizzata:<br />

l'Ulisse descrive la parabola dell'uomo contemporaneo che, perso il<br />

contatto con le proprie radici vitali e con le fonti della creatività, si<br />

aggira in un mondo inanimato, schiacciato da una "malattia dello<br />

spirito" per la quale non ha altro rimedio che le armi spuntate del<br />

proprio intelletto. Con Joyce "entriamo nel mondo inorganico, nel<br />

regno dei minerali, dei fossili, delle rovine", in una realtà dove l'arte<br />

diventa il surrogato della vita, l'unica via di fuga, il baluardo eretto<br />

dall'uomo per risparmiarsi il dolore di vivere" 4 : l'arte insomma diventa<br />

tecnica, "letteratura", e con questo la vita non è più in gioco.<br />

Se questa è il senso della lettura milleriana di Joyce, è evidente che il<br />

suo accostamento a Lawrence tradisce un approccio decisamente<br />

critico nei confronti dello scrittore inglese. Ma questa impostazione<br />

subirà un radicale rovesciamento nel corso della stesura del<br />

manoscritto: i passaggi possono essere stati graduali, ma c'è un<br />

avvenimento che viene richiamato da Miller come decisivo in questa<br />

revisione, ed è la lettura di un breve saggio di Lawrence dal titolo 'La<br />

corona', contenuto nella raccolta Morte di un porcospino 5. Miller vi si<br />

imbatte nel maggio del '33, e, con la sua caratteristica propensione<br />

all'enfasi, ne parla subito come di una rivelazione mistica. Notiamo<br />

che, nel riferirne ad Anais Nin, egli fa un accenno, breve ma decisivo,<br />

a Spengler:<br />

"Tu non sai che cosa mi hai dato prestandomi Morte<br />

di un porcospino. Il saggio intitolato 'La corona'<br />

(lungo un centinaio di pagine) è di gran lunga la cosa<br />

migliore che Lawrence abbia mai scritto. [...] è stato<br />

tremendamente piacevole aprirsi un varco fino a<br />

questo e trovare la risposta a tutti gli enigmi che egli<br />

presenta.[...] E' profetico ed è un giudizio sul genere<br />

umano. [...] E' come una nuova rivelazione. Si basa<br />

su Spengler, anche se può darsi che Lawrence non<br />

sapesse nemmeno di lui, allora. E va oltre<br />

4 - Per tutta l'interpretazione milleriana di Joyce, e di Lawrence come simbolo dell'artista<br />

opposto al "letterato", vedi 'L'universo della morte' in Max, pp. 925-952.<br />

5 - D.H.Lawrence, Reflections on the Death of a Porcuspine, and Other Essays,<br />

Philadelphia, 1925. Per 'La Corona' i riferimenti saranno all'edizione italiana, D.H.L.,<br />

La Corona, Milano, SE, 1985.<br />

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