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TFO - Tesi Filosofiche Online - Online Philosophical Theses SWIF ...

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decadenza dei valori del mondo occidente e la vive in tutta la sua<br />

lacerante complessità; in questo viene contrapposto a Tolstoj, il<br />

prototipo del pensatore "sociale", l'intellettuale che riflette sulla base<br />

della distinzione tra conservatorismo e progresso, oscurantismo e<br />

dominio della ragione. Dostoevskij si colloca più in alto; il suo<br />

sguardo è quello dell'aquila, che si libra oltre le prospettive sancite dai<br />

limiti di categorie come "conservatorismo", "riformismo",<br />

"rivoluzione" o "comunismo": queste sono tutte prospettive limitate in<br />

quanto variabili di un'unica realtà, cioè della civiltà delle metropoli, che<br />

sorgevano allora a dominare il territorio, prefigurazione delle società<br />

tecnocratiche del XX secolo. Per Spengler, Tolstoj è solo un maestro<br />

del romanzo occidentale, un tecnico, un buon artigiano, mentre<br />

Dostoevskij è un santo, un apostolo del cristianesimo primitivo, un<br />

mistico che osserva dall'alto di una prospettiva metafisica gli eventi<br />

della storia, e che quindi è in grado di scorgerne quelli che sono i veri,<br />

grandi movimenti. Dostoevskij intuisce che l'alternativa non è tra<br />

riforma agraria o latifondo, tra zarismo e comunismo (il secondo è anzi<br />

l'esito estremo del primo, come un degradarsi di prospettiva, dalla<br />

metafisica ai problemi sociali), ma tra l'Occidente e nuove forme di<br />

civiltà. Tutti i problemi che il pensiero sociale prende in considerazione<br />

sono relativi al mondo occidentale, ed hanno quindi una ragion<br />

d'essere solo per chi resta all'interno di quel panorama concettuale: il<br />

futuro, e il destino dell'umanità, stanno invece in una cultura che sappia<br />

pensare l'avvenire fuori dalle categorie classiche del pensiero<br />

occidentale.<br />

Dostoevskij si colloca simbolicamente all'origine del problema della<br />

decadenza: questa almeno è la collocazione attribuitagli tanto da<br />

Spengler quanto da Miller. Lo scrittore russo è uno dei più ammirati<br />

dal filosofo tedesco e forse il più venerato da Miller. I due sono vicini<br />

anche nei termini del loro apprezzamento: in Dostoevskij ammirano<br />

non tanto, o non solo, lo scrittore, quanto la figura complessiva di<br />

uomo, la sua immagine mistica, profetica. Scrive Spengler:<br />

"l'opera su Cristo, che egli ebbe sempre l'intenzione<br />

di scrivere, sarebbe divenuta un vero Vangelo, un<br />

Vangelo come quelli del cristianesimo primitivo, che<br />

caddero completamente fuori dai quadri di tutte le<br />

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