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TFO - Tesi Filosofiche Online - Online Philosophical Theses SWIF ...

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Miller, dal primo, disastroso matrimonio, all'incontro con Mona (da<br />

"monos", "unica"), alias June Mansfield, seconda moglie dello<br />

scrittore. June è la donna che ha trasformato la sua vita: lo ha<br />

mantenuto con lavori equivoci, permettendogli di abbandonare il<br />

lavoro e dedicarsi alla scrittura, lo ha spinto a lasciare l'America e a<br />

recarsi a Parigi, gli ha fatto da musa ispiratrice per i primi romanzi, e<br />

qui, nella trilogia americana, è la protagonista assoluta. I tre romanzi<br />

sono autobiografici, anche se vicende e personaggi sono stati<br />

ampiamente rielaborati. Siamo a New York, alla fine degli anni venti,<br />

nel pieno della grande depressione succeduta alla crisi economica del<br />

1929. Sono gli anni che chiudono definitivamente con le illusioni<br />

dell'inizio del secolo e degli "anni ruggenti", un'epoca di crisi e di<br />

profondi ripensamenti, ripensamenti che, per Miller, si svolgono sulla<br />

traccia delle osservazioni spengleriane. Il Tramonto dell'Occidente<br />

forniva una chiave di lettura per la crisi dell'America e dell'Occidente,<br />

descriveva in modo acuto e persuasivo il disfacimento di un mondo,<br />

l'alienazione delle grandi metropoli e del lavoro meccanizzato, la<br />

frantumazione dei rapporti sociali. In questa descrizione dell'uomo<br />

della "Spatestadt" Miller si ritrovava in pieno, e ha dato testimonianza<br />

di tutta la sua frustrazione ed il suo odio nei confronti del proprio<br />

mondo in opere come L'incubo ad aria condizionata e Tropico del<br />

Capricorno, dove si legge:<br />

"Pochi mesi dopo me ne stavo in scanna nella "Piazza<br />

del Tramonto", ad assumere e licenziare come un<br />

demonio. Era un macello, e che Dio mi aiuti. Una<br />

cosa insensata da capo a fondo, uno spreco di<br />

uomini, di materiale e di fatica. Una farsa ripugnante<br />

contro uno sfondo di sudore e di miseria."<br />

(Capricorno, p. 315)<br />

Il diciassettesimo capitolo costituisce una delle caratteristiche<br />

digressioni milleriane; si apre con una lunga citazione dalla prefazione<br />

all'edizione definitiva de Il Tramonto dell'Occidente, dove Spengler<br />

dichiara le sue ascendenze: Nietzsche, dal quale ha tratto la facoltà di<br />

porre tutto in forse, sistematizzandone in una sintesi organica le<br />

intuizioni frammentarie, e Goethe, dal quale ha preso il metodo, la<br />

visione morfologica, cioè l'ideale organico di una storia che segue i<br />

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