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TFO - Tesi Filosofiche Online - Online Philosophical Theses SWIF ...

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non potrà che essere un fenomeno unitario, omogeneo: per l'anima<br />

occidentale solo un'arte è possibile, solo uno stile, e questo stile<br />

"decide" l'artista, lo informa di sé.<br />

L'artista diventa un "tipo", ovverosia un modello che si riproduce<br />

sempre identico all'interno di uno stesso dominio di forme. Se l'arte<br />

esprime l'essenza di una civiltà, allora ogni artista non potrà che<br />

esprimere sempre e soltanto quest'anima; la forma imposta dall'anima è<br />

un destino cui egli non può sfuggire. Il fondamento del suo valore starà<br />

nella capacità di farsi strumento, veicolo del significato dell'anima. La<br />

sua dignità è la dignità di chi sa piegarsi, cosicché la gerarchia tra artisti<br />

si viene a determinare non in base alle capacità tecniche o alle personali<br />

doti di fantasia (elementi che schiaccerebbero l'arte o nel dominio del<br />

meccanicismo o in quello del futile, del non necessario), ma a seconda<br />

della maggiore o minore capacità di espressione dell'unico stile.<br />

Il concetto di "tipo" consente a Spengler di avere un principio<br />

unitario sia sul piano della creazione delle forme, sia su quello della<br />

comprensione del loro significato: da una parte il "destino" e l'"anima",<br />

dall'altra lo "stile". Anima e destino rappresentano una comune origine<br />

che genera i simboli dell'arte e che è sottesa alla loro apparente varietà.<br />

Lo stile è invece il principio unitario in sede comprensione estetica,<br />

principio che ci consente di riunire diverse forme sotto un unico<br />

dominio espressivo.<br />

La tipicità dell'artista ha un'ulteriore sfumatura di significato. Scrive<br />

Spengler:<br />

"Si può chiamar viva la lingua delle forme di un'arte<br />

solo quando una collettività di artisti la usa come la<br />

sua lingua materna senza nemmeno pensare alla<br />

struttura che essa ha." (ibidem, p. 819)<br />

Lo stile di una civiltà informa l'artista, ma inconsciamente. Il<br />

radicamento all'anima, e quindi all'oggettività dell'espressione, non<br />

avviene come "progetto", ma come adesione immediata, non ragionata<br />

ma sentita. Per Spengler, romanticamente, l'opera d'arte non appartiene<br />

all'artista; piuttosto è vero il contrario. È l'artista che si fa strumento<br />

per la realizzazione di una possibilità del mondo. Egli è un semplice<br />

tramite, che agisce sostanzialmente senza sapere ciò che fa. Questo<br />

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