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n. 4 - ottobre - dicembre 2005 - Associazione Nazionale Granatieri ...

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ORGANO UFFICIALE DELLA PRESIDENZA DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE GRANATIERI DI SARDEGNA<br />

ANNO LVIII - N. 4 - OTTOBRE - DICEMBRE <strong>2005</strong> - PUBB. TRIMESTRALE - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE ART. 2 – COMMA 20/C DELLA LEGGE 662/96 - FILIALE DI ROMA<br />

Di noi tremò la nostra vecchia gloria.<br />

Tre secoli di fede e una vittoria<br />

G. D'Annunzio


LA LETTERA DAL DIRETTORE<br />

Nel momento che iniziammo a realizzare la rivista nel nuovo formato, ci eravamo ripromessi di<br />

evitare di riportare in copertina un singolo personaggio, ma di utilizzare la stessa a corredo delle<br />

notizie degli eventi o dei fatti dei quali si parlava nei testi pubblicati. Questa volta, però, riteniamo<br />

di dover venir meno all’intimo impegno che ci eravamo assunti, per pubblicare la foto<br />

di un personaggio: il colonnello Massimo Meinero che, per due anni, ha avuto il comando del<br />

1° reggimento <strong>Granatieri</strong> di Sardegna. Due anni nei quali, grazie alla sua disponibilità ed ad<br />

una buona dose di coraggio nell’assunzione di responsabilità personali, doti entrambe da lui<br />

possedute in maniera eccezionale, si è realizzata quella simbiosi ottimale fra i reparti granatieri<br />

in armi e l’<strong>Associazione</strong>. E’ merito suo, infatti, se i <strong>Granatieri</strong> “con le stellette” sono stati praticamente<br />

presenti, su tutto il territorio nazionale, nelle più importanti manifestazioni associative<br />

e, comunque, dove venivano richiesti. Fra l’altro, nonostante i gravosi impegni di comando, egli<br />

ha garantito la costante ”alimentazione” della rubrica “Alamari con le stellette” (chi non ha letto<br />

i tanti pezzi firmati Emanuel o Miccia ?) che ha contribuito notevolmente a dare prestigio alla<br />

nostra pubblicazione e al Corpo dei <strong>Granatieri</strong> e a creare interesse nei lettori. Grazie, quindi,<br />

caro Comandante per tutto quello che hai fatto e per quello che, riteniamo, potrai continuare<br />

a fare. La lontananza, sai, è come il vento che fa dimenticar chi non si ama... e tu hai ampiamente<br />

dimostrato di amare la tua, la nostra Specialità. Nell’augurarti un futuro colmo di ogni<br />

possibile soddisfazione, quindi, ci aspettiamo di vederti sempre fra noi, nei nostri ranghi. Con<br />

queste parole, suggerite da una sincera riconoscenza, chiudiamo l’ultimo numero della rivista<br />

per l’anno <strong>2005</strong>.<br />

Che il prossimo 2006 sia per tutti noi un anno sereno e colmo d’ogni possibile felicità.<br />

Almeno speriamo!<br />

Direttore responsabile: Antonino Torre<br />

Redazione:<br />

Claudio Conti, Alba Maria Mendico,<br />

Guido Tamburini<br />

Segreteria: Feliciano di Felice, Corrado Trambusti<br />

–––––––––––––<br />

Autor. Trib. N. 5244 del 22-5-1956<br />

Iscrizione al Registro degli Operatori della Comunicazione (R.O.C.)<br />

n. 1599 del 10 <strong>ottobre</strong> 2001<br />

–––––––––––––<br />

Composizione: Topsygraph snc - Via Buccari, 3<br />

00195 Roma - Tel. 06/39746446 - info@topsy.it<br />

–––––––––––––<br />

Stampa: Arti grafiche Roma<br />

per conto di Grafiche Professionali - Roma - graf.professionali@libero.it<br />

–––––––––––––<br />

Editore: ASSOCIAZIONE NAZIONALE GRANATIERI DI SARDEGNA<br />

00185 Roma, piazza Santa Croce in Gerusalemme, 7<br />

Tel 06/7028289 - Fax. 06/7021752<br />

Presidente Onorario: On. Lino Fornale<br />

Presidente: Mario Buscemi<br />

Vice Presidente: Gianfranco Imperatori<br />

Segretario <strong>Nazionale</strong>: Antonio Lattanzio<br />

Comitato Centrale: Arsenio Rossoni, Guido Tamburini,<br />

Gian Paolo Torrini, Corrado Trambusti<br />

–––––––––––––<br />

CONDIZIONI DI CESSIONE DEL PERIODICO<br />

Una copia Euro 2,00<br />

Abbonamento ordinario Euro 5,00<br />

Abbonamento sostenitore Euro 15,00<br />

Abbonamento benemerito Euro 25,00<br />

Una copia arretrata Euro 2,50<br />

Gli abbonamenti possono essere sottoscritti anche mediante il c/c postale<br />

n. 34577007 intestato alla Presidenza <strong>Nazionale</strong> ANGS avendo<br />

cura di indicare nella causale: “sottoscrizione abbonamento”<br />

–––––––––––––<br />

Quanto espresso dai singoli autori negli articoli firmati non<br />

rispecchia necessariamente il pensiero dell'editore e del direttore<br />

La collaborazione al giornale avviene a titolo volontario e gratuito. Tutto il materiale che<br />

perviene in Redazione, anche se non pubblicato, non viene restituito. La redazione si riserva<br />

la facoltà di modificare e/o sintetizzare i testi che vengono forniti.<br />

Chiuso in tipografia il 28 <strong>dicembre</strong> <strong>2005</strong><br />

In copertina: il...<br />

2 <strong>ottobre</strong> - <strong>dicembre</strong> <strong>2005</strong><br />

IN QUESTO NUMERO<br />

Speciale Raduno<br />

nazionale di Jesi<br />

Guido Vidoni<br />

è andato avanti<br />

Attività<br />

associativa<br />

3-11<br />

Alamari<br />

con le stellette<br />

Il 1° Reggimento<br />

al colle dell’Assietta<br />

13<br />

17<br />

20<br />

Dal 3° <strong>Granatieri</strong><br />

alla Riserva selezionata<br />

26<br />

28


Si chiude un anno:<br />

tempo di consuntivi<br />

Si chiude un anno di vita dell’<strong>Associazione</strong>, il terzo<br />

del mio mandato come Presidente <strong>Nazionale</strong>.<br />

E’ stato un anno sostanzialmente positivo anche<br />

se, come ben noto, la vita delle Associazioni<br />

d’Arma non è sempre facile per la scarsezza di risorse<br />

finanziarie che è ormai divenuta cronica.<br />

In proposito, a seguito delle decisioni assunte in<br />

sede di Consiglio <strong>Nazionale</strong>, è stata rivitalizzata la<br />

figura del Consigliere Amministrativo che ha impostato<br />

la tenuta della contabilità e del bilancio in<br />

termini più formalmente aderenti alle richieste<br />

manifestate da parte di taluni Presidenti di Centro<br />

Regionale.<br />

Resta il fatto che, al di là delle modalità di presentazione<br />

dei conti, nel 2003 e nel 2004 si era riusciti<br />

a bloccare i notevoli esuberi di spesa degli anni<br />

precedenti. E questo soprattutto per il ricorso a<br />

contributi per gli inserti promozionali nel nostro<br />

giornale e per le forti limitazioni apportate ai rimborsi<br />

spese, nonché per la totale eliminazione<br />

delle cosiddette spese di rappresentanza di pertinenza<br />

del Presidente <strong>Nazionale</strong>. Era stato così<br />

possibile anche assegnare i sia pur modesti contributi<br />

per i Centri Regionali, prima totalmente privi<br />

di risorse. Si era giunti così a chiudere queste due<br />

annate addirittura in attivo, fatto questo da ritenere<br />

assolutamente rilevante, cui non è stato forse<br />

dato il dovuto riconoscimento.<br />

Il bilancio <strong>2005</strong>, elaborato secondo criteri più professionali<br />

dal punto di vista ragio-nieristico, sarà<br />

presentato al prossimo Consiglio e c’è da sperare<br />

che soddisfi anche i palati più sensibili ed attenti<br />

alle complesse regole della tenuta della contabi-<br />

lità. Ribadisco tuttavia<br />

che si tratta di<br />

precisazioni formali<br />

che non incidono<br />

sulla correttezza sostanziale<br />

dei prece- Mario Buscemi<br />

denti rendiconti, come peraltro da tutti riconosciuto.<br />

Al di là di questi aspetti, che furono oggetto di approfondito<br />

dibattito, quest’anno qualche ombra<br />

sembra purtroppo palesarsi proprio nella sostanza<br />

dei conti, per le spese per i canoni di affitto che<br />

cominciano a gravare in periferia e per un disastroso<br />

“buco” risalente al 1993 che vede la Presidenza<br />

in debito verso il Comando Brigata <strong>Granatieri</strong>.<br />

In merito abbiamo ottenuto che si costituisca<br />

una commissione mista, nella speranza di ottenere<br />

una giusta definizione di quanto dovuto. Le decisioni<br />

slitteranno probabilmente, comunque, al<br />

prossimo anno.<br />

A seguito di ripetute istanze, formulate in ambito<br />

Assoarma e sostenute - grazie anche a contatti personali<br />

- dallo stesso Capo di Stato Maggiore dell’Esercito,<br />

il Ministro della Difesa ha annunciato per<br />

il futuro il raddoppio del contributo a favore delle<br />

Associazioni d’Arma. Ma la situazione finanziaria<br />

dei conti pubblici, come sappiamo, è drammatica<br />

e non dobbiamo quindi farci molte illusioni. E’ da<br />

ricordare, in proposito, che il contributo ricevuto<br />

per il 2004 non copriva nemmeno il costo del Calendario<br />

da noi pubblicato lo scorso <strong>dicembre</strong>.<br />

segue a pagina 4<br />

L’EDITORIALE<br />

<strong>ottobre</strong> - <strong>dicembre</strong> <strong>2005</strong> 3


L’EDITORIALE<br />

4 <strong>ottobre</strong> - <strong>dicembre</strong> <strong>2005</strong><br />

Significato determinante hanno perciò le quote associative,<br />

che sono mantenute ad un livello molto<br />

basso e che potrebbero, con un modesto incremento,<br />

risolvere molti problemi ... Ma per il momento<br />

“resistiamo” per non gravare troppo sui<br />

singoli componenti del nostro sodalizio, facendo<br />

affidamento soprattutto sulla crescita delle iscrizioni,<br />

che quest’anno sono risultate maggiori delle<br />

perdite per decessi o per … defezioni. In questo<br />

senso è molto importante guardare al Sud ed alle<br />

isole da cui provengono ormai totalmente i nostri<br />

volontari. Puglia, Sicilia e Sardegna hanno dato<br />

positivi segni di fermento e di vitalità; ora stiamo<br />

guardando fiduciosi anche alla Calabria. Grazie ad<br />

un’approfondita indagine svolta dal Comando Brigata<br />

è stato altresì possibile reperire gli indirizzi di<br />

circa 15mila granatieri in congedo, a partire dall’inizio<br />

degli anni 90. La lista è stata già inoltrata ai<br />

Centri Regionali del Settentrione, che provvederanno<br />

a trasmetterla via, via a tutti gli altri perché<br />

possano essere avviate le opportune ricerche ed<br />

acquisite nuove adesioni.<br />

Preso atto di questa disamina di carattere tecnicofinanziario,<br />

certamente non esaltante ma comunque<br />

necessaria, sembra opportuno guardare agli<br />

aspetti positivi del nostro impegno,<br />

motivo di molto maggiori<br />

soddisfazioni.<br />

Come già segnalato<br />

sul “Granatiere”,<br />

i Presidenti di<br />

tutte le Associazioni<br />

d’Arma dell’Esercito<br />

hanno deciso<br />

di incontrarsi periodicamente<br />

per esaminare argomenti<br />

di interesse<br />

comune e della<br />

nostra Forza<br />

Armate, dando<br />

vita ad un’attivitàdenominata<br />

ARDE (AssociazioniRiuniteDell’Esercito)<br />

e di cui il<br />

Presidente<br />

dell’<strong>Associazione</strong><strong>Granatieri</strong><br />

è stato<br />

incaricato di<br />

essere portavoce<br />

presso<br />

le massime<br />

Autorità<br />

Istituzionali.<br />

ARDE ha<br />

consentito<br />

alle Associazionidell’Esercito,<br />

ed alla nostra<br />

in particolare, di<br />

ben figurare nella<br />

grandiosa manifestazioneorganizzata<br />

a Roma d’intesa<br />

con lo Stato Mag-<br />

giore dell’Esercito e con<br />

l’Industria della Difesa<br />

nel maggio scorso. L’evento,<br />

denominato<br />

AEA (Associations of<br />

Europeans Armies)<br />

ha visto la partecipazione<br />

di molte<br />

rappresentanze<br />

straniere di militari<br />

in servizio<br />

ed in<br />

congedo<br />

ed ha<br />

avuto olt<br />

r e<br />

10mila<br />

visitatori.<br />

Nella<br />

spianata<br />

della Cecchignola,<br />

fra cannoni,<br />

elicotteri e<br />

mezzi tecnici di<br />

ogni genere, le gloriose<br />

uniformi<br />

storiche dello<br />

stand approntato<br />

dalla nostra<br />

<strong>Associazione</strong>ammonivanosimbolicamente<br />

che per le<br />

Forze Armate non può esservi<br />

futuro se non si coltivano<br />

e non si valorizzano le<br />

gloriose tradizioni del passato.<br />

Le attività sociali sono state anche<br />

quest’anno particolarmente<br />

intense in tutte le Regioni, come<br />

diffusamente riportato sulle pagine<br />

del nostro giornale. E’ comunque<br />

importante ricordarne alcune<br />

che hanno rilevanza ben più<br />

vasta dell’ambito regionale. Mi riferisco<br />

in particolare alla cerimonia sul monte<br />

Cengio alla quale tutti siamo naturalmente legati,<br />

nonché alla vera e propria “festa” dell’Assietta<br />

che, per lo spirito di iniziativa dei<br />

<strong>Granatieri</strong> piemontesi, ha riportato nella giusta<br />

luce e con pieno successo una gloria tutta<br />

nostra, di cui altri si erano di fatto appropriati.<br />

Un commento a parte merita poi il Raduno<br />

<strong>Nazionale</strong> di Jesi. Ho seguito da vicino l’attività<br />

del Comitato Organizzatore e posso testimo-


niare, con vera soddisfazione, di aver visto grande<br />

entusiasmo, efficace pianificazione, appassionato<br />

attivismo. Purtroppo il maltempo non ci ha favorito,<br />

ma la capacità di reagire alle difficoltà e di riorganizzare<br />

“sul tamburo” la cerimonia al coperto<br />

ha dimostrato veramente alta professionalità ed efficienza.<br />

Jesi sarà ricordato come un evento assolutamente<br />

fuori dell’ordinario, che in molti sensi<br />

potrà far scuola anche per il futuro, ad esempio<br />

per la valida iniziativa di prevedere un grande<br />

convivio associativo per tutti i partecipanti al Raduno.<br />

Vivissimo si è naturalmente mantenuto il ricordo<br />

dello scomparso Generale, Padre Gianfranco<br />

Chiti. In molte sedi si sono celebrate Messe di suffragio<br />

e la Sua tomba è sempre oggetto di continue<br />

visite, tali da far pensare ad un vero e proprio<br />

pellegrinaggio Purtroppo l’iniziativa di mantenere<br />

una certa continuità di rapporti fra il convento di<br />

S. Crispino e la nostra <strong>Associazione</strong> sembra non<br />

sia destinata a sensibili sviluppi futuri, ma è prematuro<br />

disperare.<br />

Altri dolorosi lutti ci hanno colpito e le pagine del<br />

“Granatiere”, dedicate a quelli che “sono andati<br />

avanti”, sono sempre più piene di fotografie, di<br />

nomi, di ricordi. Ritengo doveroso ricordare in<br />

particolare i Presidenti Regionali Vidoni e Coppola<br />

che hanno lasciato di recente un grande vuoto<br />

nelle nostre file.<br />

Specifica menzione meritano poi i rapporti fra<br />

l’<strong>Associazione</strong> e la Forza Armata, sia per quanto riguarda<br />

la nostra Brigata e il nostro Reggimento sia<br />

per l’impatto che la specialità dei <strong>Granatieri</strong> sta<br />

avendo sull’Esercito nel suo insieme.<br />

A mia memoria, e certo anche in forza dei miei<br />

“precedenti di mestiere”, non ricordo di aver mai<br />

visto un legame così stretto e solidale fra militari in<br />

servizio e in congedo. Forse chi non vive le vicende<br />

della Capitale può meno apprezzare certe<br />

situazioni, certi stati d’animo, ma è bene che questi<br />

siano conosciuti più a fondo. Ho citato il lavoro<br />

svolto dal Reggimento per raccogliere i dati sui<br />

<strong>Granatieri</strong> in congedo, voglio ricordare il sistematico<br />

invio di rappresentanze in uniforme alle varie<br />

cerimonie in tutto l’Italia e la piena disponibilità<br />

dei locali del Museo nuovamente concessi in ogni<br />

circostanza, così come quelli della Caserma Gandin,<br />

nel cui Circolo Ufficiali l’<strong>Associazione</strong> aveva<br />

assai poco messo piede nel passato. E’ stata inoltre<br />

messa a punto - dopo un delicato lavoro di coordinamento<br />

che ha interessato i massimi livelli di<br />

comando dell’Esercito che ho potuto curare personalmente<br />

- una convenzione per la collaborazione<br />

culturale fra l’<strong>Associazione</strong> ed il Museo foriera<br />

di notevoli sviluppi non appena il generale<br />

Torre, Curatore designato, riuscirà a mettere in<br />

moto il delicato meccanismo configurato.<br />

La partecipazione della Brigata, con numerosi articoli,<br />

alla vita del giornale è poi da considerare un<br />

segno di stretta coesione e di reciproco interesse.<br />

I contatti con lo Stato Maggiore dell’Esercito sono<br />

stati pressocchè continui, e certo ricchi di risultati.<br />

Si pensi, ad esempio, al considerevole concorso di<br />

oltre 500 uomini e donne partecipanti allo schieramento<br />

militare alla cerimonia conclusiva del Raduno<br />

di Jesi ed alla disponibilità concessa, in via<br />

del tutto eccezionale, della foresteria Pio IX in occasione<br />

dei Consigli Nazionali.<br />

Sono da ricordare altresì gli impegni assunti per la<br />

ricostituzione del 2° <strong>Granatieri</strong> a Spoleto, dove abbiamo<br />

già ottenuto il ritorno di una prima aliquota<br />

di <strong>Granatieri</strong>, ed il recupero delle destinazioni di<br />

impiego operativo nelle operazioni di pace, da cui<br />

i <strong>Granatieri</strong> erano stati da anni esclusi.<br />

Come già messo in risalto con piena soddisfazione,<br />

ci sono stati poi i notevoli successi in ter-<br />

segue a pagina 6<br />

L’EDITORIALE<br />

<strong>ottobre</strong> - <strong>dicembre</strong> <strong>2005</strong> 5


L’EDITORIALE<br />

6 <strong>ottobre</strong> - <strong>dicembre</strong> <strong>2005</strong><br />

mini sia concreti sia di<br />

prestigio per le vere e<br />

proprie “vittorie” conseguite<br />

nelle due “battaglie”<br />

combattute<br />

quest’anno.<br />

Mi riferisco in primo<br />

luogo al ritorno dello<br />

sfilamento del 1° Reggimento<br />

con la Grande<br />

Uniforme Speciale<br />

(comunemente ma impropriamente<br />

detta<br />

“storica”) nella parata<br />

del 2 giugno, da cui<br />

era stato inopinatamente<br />

escluso per diversi<br />

anni.<br />

Vogliamo inoltre annoverare<br />

il precipitoso<br />

“marcia indietro” delle<br />

massime Autorità, ottenuto<br />

a seguito della<br />

corale levata di scudi di tutta l’<strong>Associazione</strong> contro<br />

l’assurda ipotesi di scioglimento della Brigata<br />

<strong>Granatieri</strong>. E’ questo il segno più tangibile del rilevante<br />

peso di immagine e di prestigio che l’<strong>Associazione</strong><br />

è finalmente riuscita a conseguire in questi<br />

ultimi anni.<br />

Il <strong>2005</strong> volge al temine, ma , come accennavo, si<br />

conclude anche il triennio del mio mandato. Sento<br />

perciò il bisogno di estendere qualche annotazione<br />

anche agli anni precedenti.<br />

L’inizio non è stato facile per la perdita del compianto<br />

Generale Venturini, “storico” Segretario <strong>Nazionale</strong>,<br />

e per i problemi della Segreteria, ridotta<br />

ad un solo esponente in occasione della laboriosa<br />

organizzazione del mini-raduno dell’8 settembre<br />

2003. Quell’evento fu comunque un successo,<br />

sanzionato dal biancheggiare dei nostri alamari in<br />

molte trasmissioni televisive dedicate alla storica<br />

ricorrenza.<br />

Gradualmente la situazione è poi migliorata, anche<br />

se il ruolo del Presidente si è sostanzialmente<br />

modificato e si è di fatto integrato con quello del<br />

Segretario <strong>Nazionale</strong> in quanto i validissimi titolari<br />

di quest’ultimo incarico sono stati, e continuano<br />

ad esserlo, letteralmente travolti da una continua<br />

serie d’esigenze familiari che non hanno mai consentito<br />

quella presenza quotidiana, assolutamente<br />

indispensabile per il buon andamento dell’ufficio<br />

di Presidenza. E’ mancata altresì la figura del<br />

Consigliere Amministrativo, che per noti motivi<br />

era risultata troppo costosa, con la conseguenza di<br />

una gestione più elementare del bilancio, che ha<br />

comportato le osservazioni di cui si è fatto prima<br />

cenno, e che ora è da sperare siano superate.<br />

Si è anche finalmente risolta l’annosa vertenza sul<br />

Fondo Giacchi, oggetto per lungo tempo d’infinite<br />

recriminazioni. Il Centro Studi ha validamente<br />

operato per il perfezionamento della figura del Socio<br />

Benemerito; i<br />

Collegi dei Probiviri<br />

e dei Revisori hanno<br />

regolarmente svolto<br />

il loro ruolo.<br />

Nel contempo, grazie<br />

ai ripetuti interventi<br />

del Vicepresidente<br />

Imperatori, è<br />

stato fortemente valorizzato<br />

il prestigio<br />

dell’<strong>Associazione</strong> a<br />

livello nazionale,<br />

anche al di fuori<br />

dello specifico ambito<br />

militare, ed è<br />

stato possibile ottenere<br />

un considerevole<br />

afflusso di contributi,<br />

che ha reso<br />

di fatto autosufficiente<br />

la spesa per il<br />

giornale.<br />

In proposito, lodi al<br />

Generale Torre per<br />

l’ottima produzione


del nostro periodico sono giunte da ogni dove. Il<br />

suo diuturno impegno ed il pieno successo del<br />

suo lavoro sono troppo noti a tutti per richiedere<br />

ulteriori riconoscimenti. Il giornale è certamente il<br />

più significativo punto di riferimento del nostro<br />

sodalizio, la sua efficacia è perciò vitale ed incomparabile.<br />

Sento altresì il bisogno di citare fra i più assidui<br />

partecipi della vita della Presidenza il generale<br />

Torrini ed il Presidente Regionale Conti, nonché i<br />

miei validissimi collaboratori Baldi, Chiepolo e<br />

Scalzi cui si affianca, attualmente, l’opera generosa<br />

e disinteressata del dottor Santelli.<br />

Ai generali in servizio Garassino, Del Casale e<br />

Venci, Comandanti in successione della nostra Brigata<br />

ed all’appassionato Colonnello Meinero, Comandante<br />

del 1°, va dato infine atto per tutto il sostegno<br />

che ci hanno sempre fornito con quello<br />

spirito di solidarietà che ho già citato e che ci fa<br />

sentire veramente tutti - in armi ed in congedo –<br />

componenti di una sola indissolubile comunità.<br />

Nonostante i tanti aspetti positivi della vita associativa<br />

di questi ultimi anni, che ho voluto con un<br />

certo orgoglio ricordare, non tutti si sentono pienamente<br />

soddisfatti, e un velo di malcontento, anche<br />

se non esplicitamente dichiarato, sembra talvolta<br />

affacciarsi alla ribalta. E’ logico che la molteplicità<br />

di formazione, di sede, di situazioni e di impegni<br />

che ci caratterizza porti a visioni diverse<br />

della nostra deontologia. E’ fuor di dubbio, ad<br />

esempio che i problemi a livello regionale siano<br />

lontani da quelli vissuti a Roma. Il grande prestigio<br />

recentemente recuperato a livello nazionale può<br />

addirittura lasciare indifferenti coloro che debbono<br />

dibattersi in ben diverse questioni, alle quali<br />

il “centro” potrebbe essere considerato poco attento.<br />

Per fortuna la nostra è una struttura democratica<br />

ed aperta al dibattito. La prossima scadenza<br />

elettorale e le proposte alternative, che mi auguro<br />

vengano sin d’ora espresse chiaramente e senza<br />

sotterfugi, potranno chiarire dubbi e perplessità.<br />

Si tratta soprattutto di mettere a fuoco se si è d’accordo<br />

sull’attuale indirizzo, fedele allo spirito tradizionale<br />

dell’<strong>Associazione</strong> e prevalentemente rivolto<br />

alla valorizzazione dell’aspetto “militare” dei<br />

nostri interessi. Indirizzo ispirato al ricordo del<br />

servizio prestato con gli alamari, per il vincolo che<br />

ci unisce a coloro che portano ancora l’uniforme,<br />

per il prestigio ed il rispetto del nostro Corpo, primogenito<br />

di tutto l’Esercito.<br />

Questo modo di pensare è inevitabilmente poco<br />

sensibile alle disquisizioni di carattere ragionieristico,<br />

ai rimborsi spese, alle partite IVA , alla numerazione<br />

delle fatture e a quant’altro di simile<br />

siamo troppo spesso chiamati a discutere, anziché<br />

guardare un po’ più in alto, alle questioni di sostanza<br />

e di concretezza funzionale e di gestione,<br />

non disgiunte dal rispetto per la funzione storica e<br />

morale del nostro sodalizio.<br />

C’è poi una visione alternativa, peraltro certamente<br />

rispettabile, che si può invece definire più<br />

“laica” e che guarda ad un futuro diverso, ove sia<br />

possibile avvalersi del riferimento emblematico<br />

allo spirito granatieresco, e della struttura organizzativa<br />

in atto, per intraprendere altre attività d’interesse<br />

sociale, sullo schema ed alla stregua delle<br />

numerose strutture di volontariato già esistenti,<br />

come ad esempio l’<strong>Associazione</strong> <strong>Nazionale</strong> Alpini.<br />

Alcuni tentativi avviati in tal senso hanno posto in<br />

risalto che non si tratta di un’impresa facile, in relazione<br />

alle risorse umane di cui disponiamo (occorrono<br />

soprattutto giovani, sia a livello direttivo<br />

sia esecutivo) ed alla scarsa attitudine imprenditoriale<br />

della più parte di noi. Ma un eventuale<br />

orientamento in tal senso potrebbe suggerire di<br />

provare ancora, purché non si scivoli in alcunché<br />

di sostanzialmente commerciale ...<br />

Non conosco altre possibili istanze innovative, a<br />

meno che non sussistano diverse motivazioni rimaste<br />

inespresse o solo sussurrate. In tal caso sarebbe<br />

bene che queste siano esplicitamente dichiarate,<br />

perché possano arricchire tempestivamente<br />

il dibattito, prima del voto, sentendo i pareri<br />

della base anziché essere oggetto di riunioni<br />

dell’ultima ora, riservate agli amici da indottrinare.<br />

Con tali considerazioni, concludo queste annotazioni<br />

sul triennio del mio mandato. Nonostante le<br />

difficoltà finanziarie, ho cercato d’essere vicino il<br />

più possibile ai nostri <strong>Granatieri</strong> ed alle loro famiglie,<br />

da Torino a Maglie, da Trieste a Catania, ed<br />

ho ricevuto sempre un’ottima, calorosa accoglienza.<br />

A tutti vada il mio grato saluto per la stima<br />

dimostratami in tante occasioni.<br />

Qualunque decisione scaturirà dalle prossime elezioni<br />

sarà da me accolta di buon grado: sarò<br />

pronto a proseguire l’opera svolta sinora o a passare<br />

la mano senza inorgoglirmi o drammatizzare,<br />

con assoluta serenità d’animo e consapevole spirito<br />

di servizio, nell’interesse dell’<strong>Associazione</strong> e<br />

ancor più dei <strong>Granatieri</strong> tutti.<br />

Mario Buscemi<br />

L’EDITORIALE<br />

<strong>ottobre</strong> - <strong>dicembre</strong> <strong>2005</strong> 7


CONSUNTIVO DELLA REDAZIONE<br />

8 <strong>ottobre</strong> - <strong>dicembre</strong> <strong>2005</strong><br />

Anche la Redazione<br />

tira le somme<br />

Alla scadenza del quarto anno d’attività, anche la Redazione<br />

intende tirare le somme allo scopo di informare i lettori sui<br />

traguardi raggiunti.<br />

L’attività editoriale vera e propria è note poiché i suoi risultati<br />

sono sotto gli occhi di tutti i lettori. In apertura lo stesso<br />

Presidente nazionale, nel tracciare il proprio consuntivo,<br />

giustamente, liquida l’argomento giornale in pochissime righe,<br />

rimandando alle generiche “lodi ... giunte da ogni dove”.<br />

D’altro canto il suo mandato presidenziale è iniziato<br />

quando già il nuovo Direttore era insediato e aveva cominciato<br />

la sua attività, quindi, è quasi inevitabile che egli dia<br />

per scontato – e forse per dovuto - tutto quanto ruoti attorno<br />

al lavoro della Redazione. Del resto, come detto da qualcuno,<br />

il giornale si faceva da più di cinquant’anni e, in ogni<br />

caso, si sarebbe continuato a fare.<br />

In queste righe, pertanto, vogliamo solo ricordare – e a questo<br />

teniamo particolarmente - che sono stati mantenuti tutti<br />

gli impegni che il Direttore aveva sottoscritto nel momento<br />

in cui accettava l’incarico (V/d l’articolo “Il giornale come lo<br />

intendo io” pubblicato nel numero 1 del Gennaio-Marzo<br />

2002), compreso quello, non certo meno importante, di reperire<br />

finanziamenti al di fuori dell’<strong>Associazione</strong> per fare<br />

fronte ai costi di produzione del giornale. Cosa questa puntualmente<br />

avvenuta anche grazie all’interessamento determinante<br />

del vice Presidente nazionale, professor Gianfanco<br />

Imperatori.<br />

Ma, se non parliamo del giornale, dei calendari che ad iniziare<br />

dal 2001 (per la prima volta) sono stati prodotti in tutti<br />

gli anni a seguire, del fumetto sulla Difesa di Roma, realizzato<br />

a costo zero per l’<strong>Associazione</strong>, di cosa dobbiamo parlare?<br />

Intendiamo parlare, prima che ne parlino altri, solamente<br />

del “nuovo”, di qualcosa che non è stata forse ancora<br />

recepita nel giusto valore dai vertici associativi, ma che<br />

mette l’<strong>Associazione</strong> al<br />

passo con i tempi: il sito<br />

INTERNET nato per un’iniziativa<br />

della Redazione<br />

(anche questo senza costi<br />

!) e, per farlo, usiamo di- Feliciano di Felice<br />

rettamente la relazione periodica del “Web Master”, l’ottimo<br />

granatiere Massimo Ceci, già comandante del I Battaglione<br />

e del 1° Reggimento.<br />

Aggiornamento al 9 <strong>dicembre</strong> <strong>2005</strong><br />

Il sito ufficiale dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Nazionale</strong> “<strong>Granatieri</strong> di<br />

Sardegna”, ha fatto il suo ingresso sulla rete internet il 3<br />

maggio <strong>2005</strong>, con poche pagine dedicate all’<strong>Associazione</strong><br />

ed alla storia dei <strong>Granatieri</strong>.<br />

Oggi, il sito è presente in rete con più di 150 pagine web registrate<br />

sui principali e più importanti motori di ricerca e<br />

dedicate, in massima parte, ai <strong>Granatieri</strong>. Al tempo stesso,<br />

il nostro sito cerca di spaziare a 360°, mediante opportuni<br />

collegamenti ad altri siti, per dare, nel suo piccolo, a tutti i<br />

“navigatori”, la massima disponibilità d’ausili informatici<br />

ed interattivi utili a mantenere aggiornate le conoscenze generali.<br />

In questi 7 mesi di vita si sono avuti ben 4.000 ingressi<br />

circa con più di 80 persone che si sono registrate ed i<br />

cui messaggi sono consultabili nella pagina a loro dedicata.<br />

Sono stati pubblicati, inoltre, 45 articoli, anche loro a disposizione<br />

nella pagina dal titolo “Gli amici dei <strong>Granatieri</strong><br />

scrivono”.<br />

Nella “home-page” (pagina d’apertura) è presente, fra gli altri,<br />

un “link” (collegamento) con il quale è possibile accedere<br />

ad un’interessante galleria fotografica che contiene, al<br />

momento, più di 200 fotografie, storiche o d’attualità, per-<br />

IMPORTANTE RICONOSCIMENTO AL GENERALE CORRADO<br />

Con una significativa cerimonia, il 20 settembre <strong>2005</strong>, nell’Aula<br />

Magna dell’Università di Firenze, il Magnifico Rettore Augusto<br />

Marinelli alla presenza del Senato Accademico ha consegnato il<br />

“Salomone d’oro” al generale Michele Corrado per gli alti meriti<br />

acquisti nel periodo in cui è stato responsabile dell’Istituto<br />

Geografico Militare. L’Università di Firenze, che nell’anno 2004<br />

ha festeggiato gli ottant’anni dalla fondazione, ha voluto con il<br />

simbolo di Salomone attribuire uno speciale riconoscimento a<br />

personalità che si sono particolarmente distinte in campo economico,<br />

civile, scientifico e artistico.<br />

“L’Università, ha spiegato Marinelli, deve rafforzare i legami con<br />

il territorio, con le istituzioni, con gli imprenditori e con chi è impegnato<br />

nella ricerca. Ecco come è nato questo premio. L’intento<br />

Il Rettore Magnifico consegna l’onorificenza al generale<br />

Corrado<br />

è anche quello di creare una rete di amici dell’Università, amici<br />

che si sentano parte del nostro lavoro e ci aiutino a rafforzare tutti<br />

quei legami che possono rendere l’Università sempre più protago-<br />

nista nella società.”. Il Generale Corrado, nel suo breve intervento, ha voluto specificare che l’Istituto Geografico Militare ha<br />

sempre collaborato con diverse università fra le quali, in particolare, quelle di Firenze e di Venezia. Sotto il suo comando, infatti,<br />

è stato possibile riprendere l’aggiornamento dell’Atlante geografico d’Italia che, guarda caso, era stato a suo tempo composto<br />

da un illustre cartografo di nome Marinelli. D’altra parte, le Forze Armate italiane, ormai collaborano attivamente con<br />

l’Università soprattutto nella formazione e preparazione degli ufficiali del nuovo Esercito che attualmente ricevono una preparazione<br />

di livello universitario. Dopo la cerimonia, il generale Corrado, insieme con la gentile consorte hanno offerto agli intervenuti<br />

una cena al Circolo degli ufficiali di Firenze. In quell’occasione il Presidente regionale Gian Luigi le Divelec ha consegnato<br />

all’illustre Granatiere una pergamena con la nomina dello stesso a Socio Benemerito della Sezione di Firenze.


venute da vari “naviganti”. Ogni numero del “Granatiere”,<br />

infine, è consultabile sul sito in un’edizione che, per motivi<br />

tecnici, non è comprensiva delle fotografie.<br />

… insomma, per essere appena nato già mostra doti di tutto<br />

rispetto … Speriano che il nuovo anno sia foriero di nuovi<br />

traguardi … anche sul “web” naturalmente!!<br />

Da parte nostra non possiamo che essere grati ai granatieri<br />

Massimo Ceci (Web Master) e Ernesto Tiraboschi (Segretario<br />

del sito) per quanto hanno saputo realizzare, ognuno per la<br />

parte di competenza, e per l’impegno diuturno che profondono,<br />

fuori dalle ore di servizio e di lavoro, in questa importante<br />

attività.<br />

Cogliamo l’occasione per ricordare un’altra realizzazione,<br />

non a tutti nota, dovuta alla preziosa collaborazione di Feliciano<br />

Di Felice, marinaio in congedo, funzionario delle ferrovie<br />

in pensione e, cosa più importante, amico del Direttore.<br />

Con cura certosina e con piglio a volte “teutonico” (noto ad<br />

alcuni Presidenti di Sezione che sono stati contattati telefonicamente<br />

per richiesta di informazioni) è riuscito a mettere<br />

in piedi e a tenere aggiornato l’archivio elettronico dei<br />

soci. La sua oscura attività, portata avanti con non poche<br />

difficoltà nell’ambito della Redazione, ha sopperito ad una<br />

grave lacuna presente nella Presidenza nazionale: la mancanza<br />

di un archivio informatico degli iscritti direttamente<br />

consultabile e aggiornabile (in precedenza, con tutti i numerosi<br />

problemi che ne derivavano, ci si avvaleva di una<br />

ditta esterna). L’importante realizzazione ha reso possibile,<br />

fra l’altro, la tenuta della situazione dei soci e degli abbona-<br />

ti, anche ai fini amministrativi, e la produzione delle tessere<br />

di nuovo tipo.<br />

Riteniamo che rendere note queste particolari e per certi<br />

versi “oscure” attività sia un modo per gratificare in qualche<br />

maniera chi le supporta con impegno, dedizione e senso<br />

di appartenenza.<br />

Il Direttore e la Redazione tutta non possono che<br />

esprimere a questi valenti collaboratori un grazie di<br />

vero cuore.<br />

Indirizzi internet: http://clik.to/granatieri<br />

e-mail: angs.roma@libero.it<br />

IL CALENDARIO 2006 DELL’ ESERCITO<br />

Omaggio della Forza Armata al mondo della Comunicazione<br />

Roma 24 novembre <strong>2005</strong>. Il rapporto fra i mezzi d’informazione e le<br />

Forze Armate, e in particolare l’Esercito, si è andato sempre più consolidando<br />

a partire dagli anni ’80. Il quel periodo i nostri militari per<br />

la prima volta, dopo la fine della 2ª guerra mondiale, furono impiegati<br />

fuori dai confini nazionali in un’operazione di pace. Per tutta la<br />

durata dell’intervento militare, durato a cavallo degli anni 1982-1983,<br />

nell’accampamento italiano di Beiut fu costante la presenza di numerosi<br />

esponenti del mondo dell’informazione sia della carta stampata,<br />

sia di quella televisiva, richiamati dagli avvenimenti, nella veste, del<br />

tutto nuova per il tempo, di “corrispondenti dalla zona delle operazioni”.<br />

Negli anni successivi, gli interventi militari di pace all’estero, si<br />

sono poi succeduti sempre più numerosi e, conseguentemente, un<br />

sempre più gran numero di operatori della comunicazione ha avuto<br />

modo di condividere, con i nostri militari, i pericoli, le ansie, le preoccupazioni e i disagi derivanti dalla presenza in zone di crisi<br />

e di drammatiche situazioni conflittuali. Cosa questa – il contatto diretto con i nostri soldati - che ha favorito la rimozione, nel<br />

mondo della comunicazione, di molti stereotipi e luoghi comuni negativi che venivano nutriti nei riguardi degli uomini con le<br />

stellette.<br />

E proprio ai giornalisti, pertanto, che va attribuito il merito di aver fatto conoscere, all’opinione pubblica nazionale, i valori che<br />

i nostri militari riescono a esprimere, con una costante dose di umanità unita alla fermezza e alla professionalità, nelle numerose<br />

situazioni di crisi in cui si trovano ad operare in difesa della pace e della democrazia nelle più remote zone del mondo.Il “Calendesercito<br />

2006”, è una sorta di ringraziamento a quegli uomini e quelle donne della comunicazione che, con la loro presenza<br />

accanto ai nostri soldati, hanno imparato a conoscerli e a stimarli. Le pagine del calendario, infatti, riferite ai dodici mesi dell’anno,<br />

presentano i volti di altrettanti operatori del mondo della comunicazione che hanno concesso la loro immagine e la loro<br />

testimonianza per la realizzarlo. Franco Di Mare, Toni Capuozzo, Letizia Leviti, Gabriella Simoni, Fabio Chiucconi, Francesco<br />

Cito, Ennio Remondino, Anna Bigotto, Luca Del Re, Carmen Lasorella, Mauro Maurizi, Giovanna Botteri, fotografati dal maestro<br />

Pino Settanni, sono i personaggi di questo originale calendario che verrà ufficialmente presentato, nella biblioteca dello Stato Maggiore<br />

dell’Esercito alle ore 11 di oggi.<br />

Antonino Torre<br />

da: “Il Giornale” del 24 novembre <strong>2005</strong><br />

Riportiamo la notizia anche perché direttamente interessati come <strong>Granatieri</strong>. Il Calendario 2006, infatti, nel primo mese dell’anno riporta, accanto<br />

alla fotografia di Franco Di Mare, corrispondente televisivo, quella nel tenente colonnello dei <strong>Granatieri</strong> Emiliani (notare lo stemma sul<br />

braccio), che da poco ha lasciato il comando del I battaglione.<br />

CONSUNTIVO DELLA REDAZIONE<br />

<strong>ottobre</strong> - <strong>dicembre</strong> <strong>2005</strong> 9


Mario Coppola è andato avanti<br />

Aveva comandato il 3° “Guardie”<br />

ed era il Presidente del C.R. Umbria della ANGS<br />

10 <strong>ottobre</strong> - <strong>dicembre</strong> <strong>2005</strong><br />

Il Presidente del Centro Regionale Umbria, il generale<br />

Mario Coppola, è venuto a mancare all’improvviso,<br />

nella sua residenza di Orvieto, alle prime ore della<br />

mattina del 3 novembre scorso.<br />

Era nato a Napoli il 10 settembre 1933. Acquisita la<br />

maturità classica, aveva frequentato il 17° Corso<br />

A.U.C. nel 1956, quindi, passato in SPE, la Scuola di<br />

Applicazione nel biennio 1959/1960.<br />

Ufficiale subalterno alla Scuola di Fanteria ed al III/17°<br />

Reggimento, sempre nella sede di Cesano di Roma,<br />

viene successivamente assegnato all’80° Reggimento<br />

Fanteria “Roma” a Cassino e poi ad Orvieto. In questa<br />

ultima sede, a seguito della ristrutturazione dell’Esercito,<br />

riprende vita il 3° battaglione <strong>Granatieri</strong><br />

“Guardie”. E in questo momento che l’allora capitano<br />

Coppola entra nella grande famiglia dei <strong>Granatieri</strong><br />

mettendo subito, al servizio dei bianchi Alamari il suo<br />

encomiabile attaccamento al dovere e il suo non comune<br />

senso di appartenenza. Prima Aiutante Maggiore,<br />

poi vice Comandante del ricostituito 3°<br />

“Guardie”, rappresenta l’elemento trainante non solo<br />

per l’attività specifica di servizio, ma anche per l’impegno<br />

profuso nella diffusione dello spirito granatieresco<br />

nell’ambito del reparto.<br />

Nel settembre del 1980, corona il suo grande sogno<br />

quando assume il comando del Battaglione che sente,<br />

legittimamente, una sua creatura. Nel settembre del<br />

1982 organizza ad Orvieto, sotto l’egida della Presidenza<br />

nazionale ANGS, il Raduno nazionale che si<br />

conclude con un meritato successo e con l’inaugurazione<br />

di un “possente” monumento ai <strong>Granatieri</strong> del<br />

3°, che, anche oggi, fa bella mostra di sé in una delle<br />

piazze più importanti della città ed è oggetto degli<br />

onori dovuti nelle circostanze istituzionali.<br />

Lasciato il comando, nel settembre del 1983, presta<br />

servizio a MOTORDIFE e, di nuovo, nella Brigata <strong>Granatieri</strong><br />

come Capo dell’ufficio logistico e come Addetto<br />

al vice Comandante. Promosso colonnello, assume<br />

il comando della Banda dell’Esercito.<br />

Lascia il servizio attivo – quello con le stellette – ma,<br />

non cessa mai di essere al servizio degli altri nell’ANGS<br />

e in associazioni umanitarie e di beneficenza.<br />

In ognuno di tali sodalizi lascia la sua impronta indelebile<br />

di trascinatore in quanto a operosità, attaccamento<br />

e dedizione.<br />

Ora, purtroppo, rimane un grande vuoto che sarà<br />

molto difficile colmare.<br />

GRAZIE, Mario, da tutti quelli che hanno avuto il privilegio<br />

di conoscerTi, perché tutti hanno avuto da Te<br />

solo beneficio.<br />

Alla cara ed inseparabile Wanda, alle amatissime figlie<br />

Cinzia, Maria e Stefania e rispettive famiglie, la consolazione<br />

che il ricordo di Mario sarà vivo e riconoscente<br />

in tanta e tanta gente.<br />

Paolo Biagini<br />

Completiamo il ricordo del generale Mario Coppola con le parole che il Presidente <strong>Nazionale</strong>, generale Mario Buscemi, ha<br />

scritto alla consorte del defunto nel momento che è venuto a conoscenza della ferale notizia.<br />

Gentile Signora Coppola,<br />

ho appreso con vero sconcerto dell’improvvisa scomparsa di Suo marito, mio compagno d’armi di molti anni fa e Presidente<br />

dei <strong>Granatieri</strong> in congedo dell’Umbria.<br />

Sono veramente scosso, per l’improvviso e inaspettato verificarsi dell’evento e per i legami che mi univano al nostro Mario,<br />

non solo per il lavoro svolto insieme al Comando della Brigata <strong>Granatieri</strong> di Sardegna nel lontano ’85 e per la stretta e più<br />

recente collaborazione nell’ambito dell’<strong>Associazione</strong>, ma soprattutto per i vincoli umani di stima e rispetto reciproco che ci<br />

univano. Non esito a dire che ci intendevamo bene e che siamo stati sempre all’unisono in ogni circostanza.<br />

Sono perciò veramente, profondamente, intimamente addolorato per la grave perdita che colpisce la Sua famiglia, ma<br />

anche – mi creda – tutti noi.<br />

Mi sento profondamente partecipe del Suo dolore e sono altresì spiacente di non poter partecipare al rito funebre d’ estremo<br />

saluto al caro Mario perché impegnato in termini inderogabili.<br />

Le sono comunque molto affettuosamente vicino come lo sono tutti i <strong>Granatieri</strong> che lo conobbero e l’apprezzarono.<br />

Non lo dimenticheremo.<br />

Suo generale Mario Buscemi.


Frà Gianfranco Maria Chiti<br />

è sempre presente<br />

E’ passato un anno, sembra ieri, da quando il nostro<br />

amato Comandante e Padre spirituale ha lasciato<br />

questo mondo, per raggiungere i suoi commilitoni<br />

“andati avanti” e i fratelli nella fede nel grande Raduno<br />

- quello più importante - in atto nel Regno dei Cieli.<br />

Dire, comunque, che Fra’ Gianfranco è sempre presente,<br />

come titolano queste poche righe, non è un’affermazione<br />

di tipo retorico, bensì una constatazione<br />

basata su fatti concreti che si verificano nella nostra<br />

vita di tutti i giorni.<br />

La sua figura e i riferimenti alla sua persona, infatti,<br />

emergono costantemente in qualsiasi momento della<br />

vita associativa e anche negli incontri che avvengono<br />

casualmente fra <strong>Granatieri</strong>.<br />

Ogni occasione è buona per ricordarlo, per far rivivere<br />

gli incontri che ognuno di noi ha avuto con lui,<br />

per narrare uno dei numerosi aneddoti che lo riguardano,<br />

per ripetere le sue parole, per ipotizzare come<br />

lui si sarebbe comportato in certe situazioni.<br />

Ed è un continuo fiorire d’iniziative che vanno dall’organizzazione,<br />

in numerose località italiane, di riti religiosi<br />

di suffragio, ai pellegrinaggi nel Camposanto di<br />

Pesaro, dove sono custodite le sue spoglie mortali,<br />

fino alla ricerca, quasi spasmodica, delle immagini<br />

che lo ritraggono. Tutte cose, queste, che lo rendono<br />

effettivamente ancora presente e vivo nella famiglia<br />

dei bianchi Alamari e per quanti – e sono tanti - ebbero<br />

la fortuna di conoscerlo.<br />

Ad un anno dalla sua dipartita, lo vogliamo ricordare<br />

con una foto eccezionale che lo ritrae, all’età di circa<br />

19 anni, nell’uniforme di Allievo del terzo anno della<br />

Scuola Militare di Roma. Foto a lui molto cara, come<br />

si può dedurre dalla cura con la quale la conservava.<br />

Per interessamento del generale Michele Corrado e su<br />

concessione dei legittimi eredi, sono stati recuperati<br />

molti oggetti e documenti che appartennero a Fra’<br />

Gianfranco, fra i quali,<br />

la foto inedita che pubblichiamo.<br />

La realizzazione<br />

del fascicolo commemorativo,<br />

già annun-<br />

ciata dalle righe di questo giornale, pertanto, è rimandata<br />

al completamento dell’attività di ricognizione<br />

di tutto il materiale documentale ricevuto dagli<br />

eredi.<br />

Il valente artista Vittorio Ragazzini di Modena, già famoso per la produzione di<br />

apprezzate statuette in ceramica di carattere uniformologico, si è cimentato<br />

questa volta, riteniamo con successo, nella realizzazione di un soggetto<br />

particolarmente difficile e molto amato dai <strong>Granatieri</strong>: Fra’ Gianfranco Maria<br />

Chiti. La bella statuetta, realizzata in preziosa porcellana “bisquit” è alta circa 35<br />

centimetri e si ispira ad una foto abbastanza conosciuta del nostro<br />

indimenticabile Padre spirituale. La somiglianza del volto, viste le ridotte<br />

dimensioni, è sicuramente apprezzabile.<br />

Considerata la limitata tiratura, il materiale impiegato e la realizzazione<br />

completamente fatta a mano che rende quasi tutti unici i vari pezzi, il prezzo di<br />

cessione richiesto dall’artista è di 75 euro.<br />

Chi fosse interessato all’acquisto, può contattare direttamente il Ragazzini per<br />

telefono o per posta elettronica.<br />

Telefono dello studio: 0546639179<br />

e.mail: Vittorio.Ragazzini@poste.it<br />

<strong>ottobre</strong> - <strong>dicembre</strong> <strong>2005</strong> 11


CULTURA<br />

12 <strong>ottobre</strong> - <strong>dicembre</strong> <strong>2005</strong><br />

Gianfranco Imperatori<br />

e la cultura<br />

Non è da tutti destare l’attenzione dei mezzi d’informazione<br />

al punto di veder dedicata un’intera pagina<br />

di un quotidiano a livello nazionale alla propria<br />

persona e alle proprie idee. E’ quanto avvenuto al nostro<br />

vice Presidente <strong>Nazionale</strong>, il granatiere professor<br />

Gianfranco Imperatori, con un’intervista su “Affari&<br />

Finanza” (supplemento di “La Repubblica”) del<br />

giorno 17 <strong>ottobre</strong> <strong>2005</strong> dal titolo: “Facciamo della<br />

cultura il grande detonatore di un ciclo di sviluppo”.<br />

Imperatori, in qualità di Segretario generale di CI-<br />

VITA, associazione culturale che provvede, fra l’altro,<br />

alla gestione di decine di musei italiani, ha illustrato<br />

al suo intervistatore gli enormi vantaggi che potrebbero<br />

pervenire all’economia italiana da una gestione<br />

attenta e intelligente del nostro patrimonio primario,<br />

quello che qualcuno ha definito “il petrolio italiano”,<br />

ossia la Cultura e i Beni culturali dei quali disponiamo<br />

con grande dovizia.<br />

Riportiamo alcuni dei passi ritenuti più importanti<br />

dell’intervista effettuata a Imperatori dal giornalista<br />

Marco Panara.<br />

Cosa c’entra la cultura con l’economia?<br />

La cultura può essere un motore, e un motore potente<br />

per chi, come l’Italia, ha un patrimonio culturale immenso.<br />

Facciamo la Disneyland della cultura?<br />

No facciamo della cultura una leva per lo sviluppo.<br />

Ambizioso.<br />

Ci dobbiamo rendere conto che il mondo è cambiato.<br />

La globalizzazione sta dividendo il pianeta tra coloro<br />

che possono portare avanti un modello di crescita di<br />

tipo quantitativo, e coloro che invece devono adottare<br />

un modello di sviluppo qualitativo.<br />

L’Italia da che parte sta?<br />

Inequivocabilmente nella seconda. L’Italia e l’Europa:<br />

Lisbona ha sancito con chiarezza che la nostra sfida è<br />

il passaggio da un’economia prevalentemente materiale<br />

ad una prevelentemente immateriale.<br />

MESSA IN SUFFRAGIO DEI CADUTI<br />

Per scendere dalla filosofia alla realtà, cosa vuol<br />

dire ‘un modello di sviluppo qualitativo’?<br />

Vuol dire puntare non solo sulla produzione di beni<br />

materiali, gli oggetti fisici, ma anche e sempre di più<br />

su quelli immateriali, che sono beni anch’essi e spesso<br />

si possono configurare come prodotti.<br />

Per esempio?<br />

La salute, è un bene dietro al quale c’è un’ attività economica<br />

qualitativa, tanta occupazione, tanto sapere,<br />

tante tecnologie e tanta ricerca. La sicurezza è un altro<br />

settore, oggi più che mai importante, dietro al quale ci<br />

sono attività economica, occupazione, ricerca, imprese.<br />

L’ambiente è un bene che può essere organizzato<br />

e valorizzato. La cultura è un bene che, grazie alle<br />

capacità organizzative, tecnologiche e di marketing,<br />

può essere un nuovo “made in italy”. La Cultura e i<br />

Beni Culturali sono oggi, infatti, un valore per sviluppare<br />

una filiera produttiva che ne garantisce la tutela e<br />

ne favorisce una migliore fruizione, creando imprese<br />

ed occupazione, fra l’altro, nei settori del restauro,<br />

della multimedialità, dell’informatica, dell’editoria e<br />

dell’accoglienza.<br />

Roma, 2 novembre <strong>2005</strong>. Anche quest’anno la Presidenza nazionale ha voluto<br />

ricordare i Caduti in guerra e tutti i <strong>Granatieri</strong> che, comunque, “ sono andati<br />

avanti”. Nel Salone d’Onore del Museo, appositamente approntato a cura del<br />

maresciallo Iannarone, l’ex Cappellano della Brigata, don Bruno, ha celebrato<br />

una Santa Messa di suffragio. Il rito religioso ha raggiunto toni di grande commozione<br />

quando è stata rievocata la figura di fra’ Gianfranco che, fino al 2003,<br />

partendo da Orvieto sulla sua sgangherata 500, assicurava la sua presenza a<br />

tale cerimonia in qualità di officiante. Circa 200 persone, fra soci, famigliari, ex<br />

comandanti di Reggimento e di Brigata, hanno risposto all’invito del Presidente<br />

Buscemi, assicurando la propria presenza alla cerimonia religiosa. Fra i militari<br />

in servizio è doveroso ricordare il generale di C.A. Giorgio Ruggieri, già comandante<br />

della Brigata <strong>Granatieri</strong> e attualmente Ispettore logistico dell’Esercito, il generale Antonio Venci e il colonnello Massimo<br />

Meinero. Il colonnello dei Bersaglieri, Antonio Mancinetti, Direttore del Museo della Fanteria, prima del rito religioso, ha deposto un<br />

omaggio floreale, dai colori cremisi e bianco-rosso, nel Sacrario del Museo dimostrando grande sensibilità ed attaccamento a quei<br />

<strong>Granatieri</strong> nella cui Brigata ha prestato servizio per tanti anni. Guido Tamburini


Le navi dei <strong>Granatieri</strong><br />

Si fregiava del nome “Granatiere” una nave militare<br />

d’alto mare della Regia Marina, costruita nel<br />

1908. Essa, per prima, fece suo l’antico motto dei<br />

<strong>Granatieri</strong> di Sardegna “A me le Guardie per l’onore<br />

di Casa Savoia” che i <strong>Granatieri</strong> acquisirono<br />

dopo la battaglia di Goito del 1848.<br />

Era un cacciatorpediniere, derivazione migliorata<br />

di quelli della classe “Nembo”, con qualche maggiorazione<br />

di carico, rispetto a questi, dovuta all’armamento<br />

e all’apparato motore che ne elevò il<br />

dislocamento da 370 a 415 tonnellate, per ottenere<br />

una velocità di 24 nodi e mezzo. Alle prove,<br />

però, ne ottenne quasi 28: per l’epoca una velocità<br />

eccezionale.<br />

Faceva parte di un gruppo di undici CC.TT. della<br />

classe “Soldati” denominati, rispettivamente: Alpino,<br />

Artigliere, Ascaro, Bersagliere, Carabiniere,<br />

Corazziere, Fuciliere, Granatiere, Garibaldino,<br />

Lanciere e Pontiere. I cacciatorpediniere furono<br />

progettati dalla ditta Ansaldo Armstrong & c. di<br />

Sestri Ponente ed ivi costruiti nei locali cantieri<br />

navali. Per la precisione, il “Granatiere” venne<br />

impostato il 24 luglio 1905, varato il 27 <strong>ottobre</strong><br />

1906 e consegnato alla Marina Militare il 5 giugno<br />

1907. La sua storia fu ampia e articolata; per cominciare,<br />

risalì perigliosamente il Tevere fino a<br />

Roma, per ricevere la Bandiera di Combattimento<br />

direttamente dalla Brigata <strong>Granatieri</strong> alla presenza<br />

dei Sovrani al Porto di Ripa Grande, ora Lungotevere<br />

di Ripetta, nei pressi dell’Ara Pacis. Era<br />

il 18 maggio 1908. Dopo un duro addestramento<br />

preliminare a La Spezia, con la 3^ squadriglia<br />

CC.TT., assegnato al Dipartimento dell’Alto Tirreno,<br />

il “Granatiere” ebbe a soccorrere le popolazioni<br />

colpite dal terremoto di Messina e, subito<br />

dopo (1909), lo troviamo in Medio Oriente, a protezione<br />

dei connazionali, durante le persecuzioni<br />

contro i cristiani che portarono al massacro degli<br />

Armeni da parte dei Turchi.<br />

Nel 1910 a Monaco, presenziò all’inaugurazione<br />

del Museo Oceanografico di quel Principato e,<br />

quindi, fu di scorta alla nave reale “Trinacria” in<br />

occasione della crociera in Sardegna e Sicilia dei<br />

Sovrani. In seguito, il “Granatiere” fu impiegato<br />

nella guerra Italo-Turca (1911), operando nelle<br />

difficili condizioni ambientali del Mar Rosso, insieme<br />

al “Bersagliere” e all’ “Artigliere”. L’anno<br />

successivo (1912), operò a difesa degli interessi<br />

nazionali nel Dodecanneso, in Grecia, in Turchia.<br />

Incredibilmente, per una così intensa attività operativa,<br />

si rese sufficiente una breve sosta a Taranto<br />

per lavori e prove di routine (1914). Dopo le<br />

operazioni di guerra in Libia (nel Museo dei <strong>Granatieri</strong><br />

sono del 1939 i fregi in ottone di una nave<br />

turca affondata), partecipò attivamente al I Conflitto<br />

Mondiale come scorta convogli per l’Albania,<br />

come cacciasommergibili in Alto Tirreno e<br />

Basso Adriatico, per collegamento e scorta con<br />

Gibilterra, Marsiglia, la Sicilia e Malta. Con la fine<br />

della guerra fu impiegata nel Dodecanneso<br />

(1921-1924) e stazionò a Rodi, quale nave con<br />

l’insegna del Comandante Superiore Navale in<br />

quel possedimento. Nel 1925 fu assegnato alla<br />

Cartolina ricordo, tirata in 40 esemplari, dalla Brigata<br />

<strong>Granatieri</strong> che propone, in maniera allegorica, nave<br />

“Granatiere”, da pochi giorni operativa, e i simboli del Corpo<br />

dei <strong>Granatieri</strong> (foto Ferlunga).<br />

Scuola Meccanici della M.M. di Venezia fino alla<br />

sua radiazione, avvenuta il 3 novembre 1927, dopo<br />

essere stato declassato a “torpediniera” e aver<br />

prestato venti anni d’onorato servizio.<br />

Una seconda unità con il nome “Granatiere” venne<br />

impostata nel 1937, presso i Cantieri Navali<br />

Riuniti di Palermo, nell’ambito del vasto potenziamento<br />

della Regia Marina che prevedeva una<br />

nuova linea di CC.TT. della classe “Aviere” basata<br />

su complessive 19 unità: 12 della prima e 7 della<br />

seconda serie. I cantieri che realizzarono tali navi,<br />

oltre a quelli già citati di Palermo, furono quelli<br />

di Livorno, Ancona e Riva Trigoso.<br />

La Bandiera di Combattimento, a ciascuno dei 12<br />

cacciatorpediniere della 1^ serie che comprendeva<br />

nave “Granatiere”, venne consegnata a Livorno,<br />

con una manifestazione contemporanea e<br />

molto suggestiva, il 15 giugno 1939.<br />

Il “Granatiere”, assegnato alla 13^ squadriglia<br />

della I^ Squadra Navale, nello stesso anno effettuò<br />

una crociera nei porti spagnoli e successivamente,<br />

durante il II Conflitto Mondiale (1940-<br />

1943), portò a termine un’intensa attività operativa<br />

con ben 124 missioni di guerra e percorrendo<br />

47.000 miglia. Partecipò, fra l’altro, alle battaglie<br />

segue a pagina 14<br />

LA STORIA<br />

15 giugno1939 Livorno. Lo schieramento per la consegna della Bandiera di<br />

Combattimento al gruppo di cacciatorpediniere fra i quali era presente la seconda<br />

versione di nave Granatiere.<br />

<strong>ottobre</strong> - <strong>dicembre</strong> <strong>2005</strong> 13


LA STORIA<br />

14 <strong>ottobre</strong> - <strong>dicembre</strong> <strong>2005</strong><br />

di Punta Stilo, Capo Teulada, Capo Matapan, e alla<br />

prima della Sirte, sempre con grande onore e<br />

in alterne vicende, anche in sezione con altre<br />

unità similari. Non si contano gli episodi epici<br />

che, in quel periodo, videro come protagonista<br />

nave “Granatiere” che, il 18 <strong>dicembre</strong> 1941, veniva<br />

in collisione con il CT “Corazziere”, subendo<br />

l’asportazione della parte prodiera nonché la<br />

perdita di tre marinai.<br />

Alla fine del 1942, al termine di una sosta lavori<br />

effettuati prima a Navarrino poi a Taranto, la nave<br />

fu nuovamente pronta per l’impiego. Purtroppo,<br />

il 20 marzo 1943, l’unità fu coinvolta nel pesante<br />

bombardamento di Palermo con perdite di<br />

uomini e materiali. Il successivo 8 settembre<br />

1943, la nave venne sorpresa dall’armistizio a Taranto<br />

ai lavori che durarono fino al 15 <strong>ottobre</strong><br />

dello stesso anno. Nel primo dopoguerra nave<br />

“Granatiere” svolse intensa attività a fianco delle<br />

marine anglo-americane per esercitazioni di tiro<br />

contro costa, missioni di scorta e trasporto personale<br />

per il Mar Rosso e l’Africa Settentrionale.<br />

Di rilievo il salvataggio del piroscafo jugoslavo<br />

“Kumanov” nelle acque del Canale di Sicilia il 27<br />

e 28 <strong>dicembre</strong> 1944. Nel 1949, dopo un anno di<br />

lavori di trasformazione, il “Granatiere” rientrava<br />

nella ricomposta Squadra Navale italiana come<br />

Unità assegnata alla 1^ Squadriglia cacciatorpediniere.<br />

Effettuati nuovamente lavori di notevole trasformazione<br />

(1953-1954) per assicurare la funzione<br />

di scoperta e la caccia anti-sommergibile, riprese<br />

ininterrottamente l’attività addestrativa fino al<br />

passaggio nella riserva (1958) dopo il declassamento<br />

alla classe di “fregata”. Ivi rimase fino alla<br />

definitiva “pensione”, dopo circa 20 anni di servizio.<br />

Era rimasto l’unico C.T. superstite, assieme<br />

al “Carabiniere” , della sua intera linea di 19 unità.<br />

Una terza unità di nome “Granatiere” nasce il<br />

14 aprile 1983 come “fregata” della classe “Artigliere”<br />

nei Cantieri Navali di Riva Trigoso. Varata<br />

il 14 novembre 1985, viene allestita nei Cantieri<br />

Versione attuale di nave “Granatiere”<br />

del Muggiano alla Spezia assieme a altre tre navi<br />

della stessa classe.<br />

Trattasi di quattro Unità, in origine costruite per<br />

conto dell’Iraq, modificate rispetto alle analoghe<br />

fregate di classe “Lupo”, e mai consegnate al<br />

committente per l’applicazione del noto embargo<br />

a quel Paese. Tali Unità vengono acquisite dalla<br />

Marina Militare italiana nel 1992 e con successive<br />

trasformazioni, effettuate tra il 1993 e il 1996,<br />

vengono ammodernate per il prevalente compito<br />

di omando e Controllo, lotta antinave, scoperta<br />

radar e antimissile e per appoggio di fuoco.<br />

Consegnato alla Marina come “Pattugliatore di<br />

Squadra”, la versione attuale del “Granatiere” (sigla<br />

navale F 585) riceve la Bandiera di Combattimento<br />

in una cerimonia congiunta con l’“Artigliere”<br />

(F 582), l’ “Aviere” (F 583) e il “Bersagliere” (F<br />

584).<br />

E’ venerdì 5 luglio 1996: il generale Roberto Di<br />

Nardo, Presidente <strong>Nazionale</strong> dell’<strong>Associazione</strong><br />

<strong>Granatieri</strong> di Sardegna, effettua la prolusione d’apertura<br />

della cerimonia e consegna al Comandante<br />

della nave, a nome dell’<strong>Associazione</strong>, un<br />

artistico cofano in legno intarsiato per la conservazione<br />

della Bandiera.<br />

Il “Granatiere” è armato con torre OTO Melara da<br />

127/54, due impianti Breda da 40/70, otto missili<br />

“Teseo”, un lanciatore per otto missili “Aspide”,<br />

due lanciarazzi da 105 mm. e un elicottero A/B<br />

212 per l’attività “antisom”. Può sviluppare una<br />

velocità di 35 nodi per un dislocamento, a pieno<br />

carico, di 2.528 tonnellate. L’equipaggio è di 185<br />

uomini. Attualmente il “Granatiere” è operativo<br />

ed in armamento presso la Squadra Navale di Taranto,<br />

facendo parte di COMFORAL (Comando<br />

Forze Navali d’Altura), con compiti di concorso<br />

alle operazioni navali in Medio Oriente e nel Golfo<br />

Persico, per il mantenimento della pace e della<br />

sicurezza fra i popoli. Ciò a piena conferma<br />

dell’atavico e sintomatico motto della nave: “A<br />

me le Guardie”.<br />

Giulio Cesare Rovinetti


Le calze nere di Anita<br />

La<br />

mente si apre all’improvviso<br />

e ti appare un fotogramma,<br />

limpido, nessuna ombra.<br />

Tutto come prima, in quel momento di<br />

allora, e ti chiedi il perché di quel prodigio.<br />

Correva l’anno 1941 e ti viene da<br />

chiederti – nell’assurdo della scena apparsa<br />

– perché gli anni debbano<br />

sempre correre, forse a dimostrare che<br />

sono tutti al passato e che è inutile che<br />

ti sforzi per riportarli al presente. Come<br />

la storia che il fotogramma ti ha riportato<br />

alla mente: le calze nere di Anita.<br />

A bordo del “Neptunia”, da poco salpato<br />

da Taranto alla volta di Tripoli, alcuni<br />

soldati si e stavano chiedendo: ma<br />

come è possibile rassegnarsi ad attendere la fine della<br />

traversata, chiusi nelle belle cabine, sotto il livello del<br />

mare, nel timore e nella speranza che il siluro finisse<br />

altrove, onde evitare l’indesiderato bagno. Ma c’era<br />

Tonci Vukasina, i calzoni militari già ridotti a calzoncini<br />

(roba da Tribunale militare!): Non ci sto e me ne<br />

vado in coperta; chi viene con me?<br />

Salimmo in coperta e il mare era da per tutto, infinito<br />

e, sullo sfondo, il fumo degli incrociatori di scorta; il<br />

nostro era un convoglio prezioso. «Ci scommetto – diceva<br />

Tonci – e vedrai che avranno bisogno di noi». Infatti,<br />

stavano cercando dei volontari per il servizio antiaereo,<br />

a guardare il cielo e, se fosse capitatoli caso,<br />

sparare con le mitragliatrici. Con tanti soldati a bordo,<br />

era apparso inutile imbarcare anche mitraglieri di professione.<br />

Tonci stava indossando un paio di calze nere, sul tipo<br />

di quelle che erano parte della divisa delle Giovani fasciste.«Vedete,<br />

ci disse Vukasina, i pescecani sono orbi<br />

e non vedono il nero. Ho il mio pugnale e quanti dovessi<br />

incontrarne, tanti ne sbudellerò». A dire il vero io<br />

mi fidavo più della buona sorte e del salvagente che<br />

mi avevano dato, essendo di guardia. Ma tutto andò<br />

per il meglio e rimase in noi il fotogramma con i pantaloncini<br />

e le calze nere, che era stata Anita, sua sorella,<br />

a regalargli.<br />

Il re di maggio<br />

T utto<br />

merito della Sezione di Roma dell’<strong>Associazione</strong><br />

<strong>Granatieri</strong> se ho potuto rivisitare, dai<br />

tempi della mia infanzia, il Palazzo del Quirinale.<br />

Un desiderio, il mio, nutrito non solo per interessi<br />

culturali, ma anche per quella spinta rievocativa<br />

che gli anni ti danno. E mentre il 6 giugno<br />

<strong>2005</strong>, il gruppo attendeva di essere completo per l’ingresso,<br />

mi sono rivista bambina, tenuta per mano<br />

dalle mie sorelle, vicino alla statua dei Dioscuri. Ci<br />

aveva portato in quella celebre piazza, lo spontaneo<br />

entusiasmo di cui si accendeva la gente di Roma a<br />

quell’epoca. Era una mattina del 1930.<br />

Il Principe ereditario Umberto di Savoia aveva sposato,<br />

nella Cappella Paolina, la Principessa Maria<br />

Josè del Belgio. Si attendeva che gli sposi si affacciassero<br />

al balcone per il saluto alla folla. Per me,<br />

tutto era ancora legato al mondo delle favole.<br />

A Zara erano tutti per l’autonomia operativa,<br />

tanto che – allo scoppio delle<br />

ostilità – gli Avanguardisti zaratini, complice<br />

una barca con marinaio, erano andati<br />

a conquistare la batteria jugoslava<br />

che, dall’isolotto di fronte, minacciava<br />

la città. Operazione conclusa senza<br />

sparare un colpo, catturata la batteria,<br />

fatti prigionieri quegli incolpevoli nemici,<br />

e le Giovani italiane, dal giorno<br />

dopo, e le Giovani italiane, a remare<br />

con vigoria per portare ai valorosi i viveri.<br />

Già, perché anche in guerra si<br />

deve mangiare! A Zara e agli zaratini<br />

poteva capitare di tutto.<br />

Martedì 14 giugno, a Genova, dalmati<br />

ed amici si erano riuniti per ricordare Antonio Vukasina,<br />

proprio quello delle calze nere, tornato dall’Africa<br />

Settentrionale per andare a morire davanti alla<br />

sua Zara. Distaccato in posizione avanzata a Gacelezi<br />

di Vodizze, attaccato in forze, non aveva tteso. Ferito<br />

ripetutamente, aveva continuato a combattere, fino<br />

alla morte. La sorella Anita, nel ricordo e nella fede,<br />

aveva preso il suo posto ed era fiera di quella Medaglia<br />

d’Oro al Valor Militare che era toccato a lei costudire<br />

e far vedere a tutti, davanti a tutti, nelle riunioni<br />

dei dalmati, nelle adunate dei granatieri. Tonci aveva<br />

chiuso la sua battaglia il 7 giugno del 1943, lontano il<br />

pensiero da ogni vicenda politica, perché per Zara e i<br />

zaratini prima l’Italia, anzi tutto l’Italia. Rivedo in un fotogramma<br />

– sfocato perché gli occhi sono appannati<br />

– Anita a fianco di Stenio Contigliozzi, vice presidente<br />

dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Granatieri</strong> di Sardegna, ma porta la<br />

Colonnella della Compagnia dei volontari universitari<br />

del 3°. Tutti in fila, anche per rendere gli onori ad<br />

Anita che in quel 14 giugno di questo <strong>2005</strong> ha chiuso,<br />

in silenzio, la sua passione dalmatica.<br />

Sugli attenti, passa la nostra Colonnella e Anita è<br />

sempre davanti ed è andata avanti per ricongiungersi<br />

con tutti gli altri zaratini e giuliani, tutti granatieri, nell’indissolubilità<br />

di un destino.<br />

LUIGI PAPO<br />

Il mio interesse era rivolto più ad una grassoccia signora<br />

straniera che spostava frequentemente, di<br />

qua e di là, un basso seggiolino di legno su cui saliva<br />

cercando di poter meglio vedere la coppia regale<br />

affacciata al balcone.<br />

Dopo qualche tempo ebbi occasione di visitare le sale<br />

del Palazzo. Naturalmente, data la mia età, fui attratta<br />

da quelle più sontuose ed ho sempre ricordato<br />

la “Sala degli specchi”. E’ tuttora splendente per le<br />

grandi specchiere dalle cornici ricercate e dorate e<br />

per i suoi preziosi e grandi lampadari di cristallo. A<br />

dire il vero, però, un ricordo più recente (beh, si fa<br />

per dire) domina su tutti gli altri legati a quello storico<br />

palazzo. Eravamo negli anni ancora scomposti<br />

del dopo-guerra. Con il “referendum” del 1946 gli<br />

segue a pagina 16<br />

LA STORIA<br />

<strong>ottobre</strong> - <strong>dicembre</strong> <strong>2005</strong> 15


LA STORIAitaliani,<br />

non si sa con quanta serenità d’animo e co-<br />

calda e luminosa. Da Piazza Barberini,<br />

dove era il mio ottico, ritornavo<br />

16 <strong>ottobre</strong> - <strong>dicembre</strong> <strong>2005</strong><br />

noscenza della questione, avevano optato per la Repubblica.<br />

Non c’era più ragione che Umberto II di<br />

Savoia, che aveva assunto la Corona, dopo l’abdicazione<br />

del padre il 9 maggio 1946,<br />

rimanesse ancora al Quirinale. Fu<br />

costretto, quindi, il 13 giugno 1946<br />

ad abbandonare il trono ed il Paese<br />

e scelse di andare in esilio a Cascais,<br />

in Portogallo. Era una mattinata<br />

a casa. All’altezza di via Quattro<br />

Fontane incontrai una mia ex compagna<br />

di studi che mi convinse ad<br />

andare con lei al Quirinale, a salutare<br />

il Re che stava lasciando Roma.<br />

Da buona napoletana piangeva<br />

sulla sorte della Monarchia. Quel Re<br />

poi, così buono, così bello, così alto ed<br />

ancora così giovane! Era vero. Somigliava alla Regina<br />

Madre montenegrina ed era alto si. Non per<br />

niente era stato Granatiere ed aveva prestato servizio<br />

nella caserma in Piazza Santa Croce in Geru-<br />

Ciao, Maresciallo!<br />

E’<br />

salemme. Il suo regno era durato una trentina di<br />

giorni, tanto da essere soprannominato il “Re di<br />

Maggio”. Lo vedemmo uscire dalla grande vetrata in<br />

fondo al cortile, accompagnato da alte personalità.<br />

Salutò la folla raccoltasi sotto le arcate,<br />

salì sull’auto che lentamente si<br />

avviava all’uscita.<br />

Fu allora che un giovane “capo” della<br />

Marina, che era vicino a noi, come<br />

preso da un raptus, si lanciò verso<br />

l’auto nel tentativo di aggrapparvisi<br />

per dare ancora un saluto al Re. Malauguratamente<br />

invece cadde. Venne<br />

aiutato a rialzarsi e ci accorgemmo<br />

che sanguinava dalla fronte. Fu accompagnato<br />

in un locale sotto il porticato<br />

per la medicazione. Rimasi<br />

Re Umberto II<br />

vota per il referendum<br />

così, è andato avanti un altro di quelli che hanno fatto tremare la<br />

nostra vecchia gloria!<br />

Voglio ricordare, alla famiglia granatieresca, Felice Miserocchi,<br />

modello di vita come sposo (ha oggi raggiunto la sua amatissima Eria),<br />

padre, lavoratore, soldato. Soprattutto soldato: io l’ho conosciuto perché<br />

come Lui ho portato i bianchi Alamari dei <strong>Granatieri</strong>, perché come Lui e<br />

con Lui, negli anni, ho partecipato a tanti raduni, a tanti incontri, a tante<br />

ricorrenze, meste e festose, a ricordare battaglie e fatti d’arme e fatti d’onore.<br />

E quante volte mi ha raccontato della Sua lunga vita di soldato, dal ’38 al<br />

’43, prima in Albania e in Jugoslavia e poi a Roma, a difendere l’onore d’Italia<br />

nei giorni bui dell’armistizio dell’otto settembre, quando in tanti, in<br />

troppi, il Re in primis, preferirono abbandonare il campo, mentre Lui,<br />

con i suoi commilitoni del 1° e del 2° reggimento, vollero e seppero tener<br />

testa alla travolgente macchina da guerra tedesca.<br />

E a Roma, nel 1993, nel cinquantesimo anniversario di quei dolorosi fatti,<br />

scossa per questo incidente. Al dispiacere<br />

morale si era aggiunto il dolore<br />

fisico per il povero marinaio! Narrato<br />

ora, questo episodio può sembrare ridicolo e destare<br />

qualche sorriso. Ma la gente che era lì non rise affatto;<br />

piangeva per ben altro.<br />

ALBA MARIA MENDICO<br />

Miserocchi con la mamma<br />

in una licenza dal fronte<br />

siamo tornati insieme a rivedere la Sua caserma (quella di Santa Croce), le Sue camerate (che non c’erano<br />

più) ma che rivivevano in quel Suo raccontare travolgente; e non si poteva io, come l’amico Castagnoli e<br />

l’amico Garelli, non stargli appresso e sperare chissà, che effettivamente, dietro quella porta ci fosse un’antica<br />

branda e non un salone di rappresentanza pieno di quadri e di cimeli o che fuori, a fianco al muro di<br />

cinta, anziché un moderno e squallido ufficio, potessimo trovare il posto guardia del 1938!<br />

E come non ricordare quanto pianto, in quella sera di settembre del ’93, quando alla Cecchignola, nel bel<br />

mezzo del Carosello Storico, fu chiamato a marciare ancora – Lui con altri combattenti della Difesa di Roma<br />

– in mezzo ai giovani <strong>Granatieri</strong> d’oggi! Come tanti soldati che per lungo tempo hanno visto la morte in<br />

faccia, quegli anni si erano impressi indelebilmente nella Sua memoria e aveva la necessità di comunicare<br />

a tutti quelle esperienze terribili dove aveva trovato però anche valori sublimi quali: il dovere, l’amicizia e<br />

l’onestà. Felice, il Maresciallo dei <strong>Granatieri</strong>, come lo chiamavano nella Sua Durazzano di Ravenna, mazziniano<br />

convinto, servì, senza tentennamenti, la Patria nel Corpo prediletto dai Savoia e mi ricordava sovente<br />

di essere stato recluta e poi caporale e poi sergente in quella 4ª compagnia del 2° reggimento dove,<br />

anni prima, re Umberto II, il Re di Maggio, era stato ufficiale dei <strong>Granatieri</strong>.<br />

Sarebbe troppo lungo ricordare quei tanti e tanti episodi da Lui testimoniati e che serberemo per noi, suoi<br />

amici granatieri, fra i ricordi più preziosi. E voglio ricordarLo così, oggi come ieri: uomo allegro, sincero,<br />

probo, soldato fedele e sereno, amico di tanti incontri: sarà sempre con noi e fra noi. Nei raduni e nelle adunate,<br />

a Zattaglia come a Casola, al Monte Cengio come al Flambro, ad Oslavia come a Redipuglia; rimarrà<br />

così per sempre, con i Suoi Alamari al collo, il granatiere Felice Miserocchi.<br />

Ciao, Maresciallo!<br />

ERMETE GUERRA


Guglielmo Reiss Romoli,<br />

il cuore di un granatiere<br />

Una via del Quartiere Giuliano-Dalamata di Roma<br />

è intitolata ai “Fratelli Reiss Romoli”. Non molti<br />

sanno, però, che i fratelli Reiss militarono come<br />

ufficiali nel 1° reggimento <strong>Granatieri</strong> di Sardegna<br />

nella Grande Guerra e che Guglielmo, in particolare,<br />

per il valore dimostrato in combattimento,<br />

ebbe a meritare la Medaglia d’Argento al Valor<br />

Militare. Prendiamo lo spunto da una recente rievocazione<br />

della figura di Guglielmo, fatta da<br />

Luigi Papo nel corso di un convegno tenutosi a Roma,<br />

per riproporre, con alcuni significativi stralci<br />

tratti dal discorso dello stesso Papo, la figura di<br />

questo grande italiano e valoroso granatiere delle<br />

terre irredente. Ci sembra molto opportuno, fra<br />

l’altro, per ricordare tutti i “ragazzi” con gli Alamari,<br />

(i due reggimenti <strong>Granatieri</strong>, durante il periodo<br />

della 1^ guerra mondiale, ebbero complessivamente<br />

7.332 morti e 13.485 feriti) che combatterono<br />

in quella Grande Guerra, “l’ultima dell’Indipendenza<br />

nazionale”, come qualcuno la ha<br />

definita, della quale ricorre il 90° anniversario<br />

senza che alcuno, in forma solenne e ufficiale, lo<br />

ricordasse.<br />

«Nell’esistenza di ciascuno di noi – ed a volte non<br />

ce ne accorgiamo – ci sono dei punti fermi, posti<br />

quasi per metterci sull’avviso: attento, è scoppiata<br />

la guerra; cosa devi fare?<br />

A Trieste, come in Istria ed in Dalmazia, ier l’altro<br />

quel punto fermo si presentò davanti agli occhi di<br />

due giovanissimi fratelli: Giorgio e Guglielmo<br />

Reiss. Piantarono tutto in asso e, varcata la vecchia<br />

frontiera, divennero <strong>Granatieri</strong> del 1° Reggimento.<br />

Giorgio, che era medico, morì in battaglia. Guglielmo,<br />

divenuto tenente e comandante di una compagnia:<br />

“... mentre sotto l’infernale tiro di sbarramento,<br />

alla testa dei suoi granatieri li trascinava,<br />

con l’esempio e con la parola, ad un assalto impetuoso<br />

contro agguerrite posizioni nemiche, rimaneva<br />

ferito ad ambedue le gambe da schegge di<br />

granata; non cessava per questo d’infiammare ed<br />

incitare i suoi alla vittoria, finché esausto veniva<br />

portato via dal campo di battaglia ... “. Così recita<br />

la motivazione della Medaglia d’Argento al Valor<br />

Militare, conferitagli dall’Alto Comando.<br />

Come tutti i volontari irredenti, aveva assunto un<br />

cognome di copertura, di battaglia, rimasto poi,<br />

per tutti, un titolo d’onore. E fu, così come lo abbiamo<br />

conosciuto noi, Guglielmo Reiss Romoli.<br />

Ai due fratelli Roma ha dedicato una via, una di<br />

quelle che caratterizzano il Quartiere Giuliano-<br />

Dalmata, il solo a Roma a portare il nome dei fondatori.<br />

Per diversi anni fu attivo funzionario di banca, tanto<br />

da assumere, a New York, la direzione di quella<br />

agenzia della Banca Commerciale. Al rientro in Italia,<br />

occupò varie posizioni in aziende di Stato, come<br />

Italgas e STET, della quale fu a capo dal 1945,<br />

dedicandosi alla ricostruzione e all’ ammodernamento<br />

del settore. Una vita esemplare, ma per noi,<br />

Nella foto: una stampa della Grande Guerra, granatiere della<br />

vittoria<br />

nel ricordo, ci sono dei particolari di notevole importanza:<br />

Guglielmo Reiss Romoli era uomo dal<br />

cuore d’oro ed è questo l’aspetto essenziale della<br />

vita che lo ha caratterizzato. Aldo Clemente ne<br />

tracciò un non dimenticabile ritratto. Ma fu anche,<br />

per noi essenziale, per un biennio Presidente dell’Opera<br />

Assistenza Profughi Giuliani e Dalmati, un<br />

esempio – l’Opera – di come si doveva aiutare i<br />

profughi; puntare alla sostanza; impostare e risolvere<br />

i problemi, che andavano dall’assistenza alla<br />

sussistenza, dalla casa all’istruzione, dalle cure agli<br />

svaghi sportivi».<br />

«... Fu un esempio di onestà e di operosità, a conferma<br />

di una dirittura di vita che è il vanto della nostra<br />

gente».<br />

«... Ebbi il piacere di incontrarlo varie volte; mai<br />

ebbi a chiedergli neppure una cortesia, come nel<br />

mio animo. Ma quanti si rivolsero a lui, ebbero<br />

sempre una risposta positiva. Lo ammirai, anche,<br />

per l’innegabile spirito di corpo: l’appartenenza ai<br />

<strong>Granatieri</strong> di Sardegna.<br />

Quelle poche volte, purtroppo, che passo per Via<br />

Fratelli Raiss Romoli sento la necessità di una breve<br />

sosta e penso ai <strong>Granatieri</strong> accanto ai quali mi<br />

mossi verso la guerra, ai Missoni, Vukasina, Inchiostri,<br />

ragazzi di casa nostra, come i fratelli<br />

Reiss».<br />

LA STORIA<br />

<strong>ottobre</strong> - <strong>dicembre</strong> <strong>2005</strong> 17


LA STORIA<br />

18 <strong>ottobre</strong> - <strong>dicembre</strong> <strong>2005</strong><br />

Tre foto, una storia<br />

Due lettori, uno di Padova e uno di Trieste, ci<br />

hanno inviato, a distanza di tempo ravvicinata<br />

nel periodo giugno-luglio, tre immagini fotografiche<br />

relative a quel raggruppamento battaglioni<br />

granatieri da sbarco che, costituito nel<br />

1942, assunse la denominazione ufficiale di<br />

“Raggruppamento Speciale <strong>Granatieri</strong> di Sardegna”<br />

ed era acquartierato nell’Isola d’Elba.<br />

Tale Raggruppamento, all’inizio dell’attività<br />

operativa, che lo portò a partecipare all’occupazione<br />

della Corsica agli ordini del colonnello<br />

Trojsi, era formato da due battaglioni. Successivamente<br />

gli venne aggiunto un terzo battaglione<br />

che, nel trasferimento via mare verso la<br />

Corsica, fu pesantemente decimato dall’affondamento<br />

del vettore di trasporto, il Piroscafo<br />

“Francesco Crispi”, silurato il 18 aprile 1943, al<br />

largo delle coste della Corsica da un sottomarino<br />

avversario.<br />

Le perdite umane furono ingenti, fra i milletrecento<br />

uomini imbarcati, dei quali 178 <strong>Granatieri</strong><br />

tratti dal primo Reggimento e 356 dal terzo.<br />

Si pensava di utilizzare le foto e i testi pervenuti,<br />

dai due diretti testimoni, per ricordare<br />

l’anniversario dell’enorme sciagura che aveva<br />

colpito i nostri ragazzi degli anni ’40, ma la cronaca<br />

ha riportato d’attualità la storia del Raggruppamento<br />

Speciale per un fatto di “burocrazia”,<br />

se così possiamo definirlo. Alcune testate<br />

nazionali (La Repubblica, Il Corriere della<br />

Sera, Leggo), infatti, hanno annunciato il ritro-<br />

Foto 2. Isola d’Elba 1942. Il granatiere Ianche fra i due<br />

Caduti, gli ufficiali Tomassini e Vecchio.<br />

vamento, da parte della famiglia, della salma di<br />

un loro congiunto ritenuto, per ben sessant’anni,<br />

disperso in mare e, invece, sepolto nel<br />

camposanto di Oneglia, vicino a Imperia.<br />

Si tratta dei resti mortali di Sabatino Moretti di<br />

Monte Castello di Vibio Perugia, soldato del 1°<br />

Reggimento <strong>Granatieri</strong> di Sardegna. La scoperta<br />

è stata fatta, in maniera del tutto casuale, dal figlio<br />

di Sabatino, Tullio di 67 anni, nel corso di<br />

un disbrigo, presso il comune, di una sua pratica<br />

INPS.<br />

Il figlio, dal suo punto di vista giustamente indignato,<br />

ha dichiarato alla stampa: «E’ stato uno<br />

Foto 1. Isola d’Elba 1942. In attesa di sbarcare in Corsica. Da sinistra: il sottotenente Mendico (fratello della nostra collaboratrice Alba Maria);<br />

Francesco Ianche; il sottotenente Alberto Tomassini (cadrà in Corsica il 17 settembre 1943 in un combattimento con i tedeschi in località Santa<br />

Maria in Siche); il capitano Cesare Marzorati; il sottotenente Piero Moro; il tenente Michele Vecchio (cadrà nell’agosto del ’43 in un agguato dei<br />

maquis corsi sulla strada Zonza-Sartene).


choc: ho passato la mia infanzia, come i miei<br />

due fratelli e mia madre, a pensarlo disperso.<br />

Non abbiamo avuto, per oltre sessant’anni un<br />

posto per pregarlo».<br />

La notizia che i resti del granatiere Moretti erano<br />

custoditi presso il camposanto di Oneglia e non<br />

dispersi in mare, come si credeva, era agli atti<br />

del comune umbro dal 1953. Nessuno, a detta<br />

dei congiunti, «si era sentito in dovere d’informarli».<br />

La Presidenza nazionale, interessata sull’argomento<br />

dal granatiere Gino Montefusco, un altro<br />

reduce della Corsica, ha immediatamente attivato<br />

gli organi del ministero della Difesa competenti<br />

per la particolare materia. La risposta,<br />

pervenuta al generale Buscemi, è stata immediata<br />

ed esaustiva: tutti gli adempimenti previsti<br />

erano stati espletati puntualmente da parte delle<br />

Autorità militari e quanto accaduto sembrerebbe<br />

addebitabile, almeno in parte, alla scarsa<br />

conoscenza della famiglia del Caduto delle procedure,<br />

appunto, di tipo burocratico.<br />

Ma, ritorniamo alle foto, nella speranza che il<br />

povero Granatiere, che nella verde gioventù ha<br />

donato la vita alla Patria, possa avere quegli<br />

onori che fin’ora gli sono stati negati. Magari<br />

per iniziativa del nostro Centro Regionale che,<br />

come noi, avrà raccolto la notizia dalla stampa.<br />

Noi, nel nostro piccolo, pensiamo di farlo pubblicando<br />

proprio quelle foto che in qualche misura<br />

lo riguardano.<br />

Le due foto inviate dal granatiere Francesco<br />

Ianche di Trieste, datate 1942, documentano<br />

momenti dei granatieri del Raggruppamento<br />

Speciale all’Isola d’Elba. Vengono proposte con<br />

le didascalie suggerite dallo stesso Ianche.<br />

La foto, fattaci pervenire dal granatiere Costantino<br />

Di Natale ci riporta, invece, al dopo armistizio,<br />

quando il Raggruppamento si trasferì in<br />

Sardegna per poi essere inquadrato, dopo varie<br />

vicissitudini, con il Gruppo da combattimento<br />

“Friuli” per partecipare alla Guerra di Liberazione.<br />

Anche quest’ultima foto la pubblichiamo<br />

commentata dal testo redatto dallo stesso Di<br />

Natale.<br />

Guido Tamburini<br />

LA STORIA<br />

Sono trascorsi oltre sessant’anni da quel fatidico 8 settembre 1943 quando, con il Raggruppamento Speciale <strong>Granatieri</strong><br />

in Corsica, ci siamo trovati coinvolti in furiosi combattimenti contro i tedeschi nel triangolo: Zonza, Leviè,<br />

Serra di Scopamene e poi, al ripiegamento dei nostri avversari motorizzati che mandammo letteralmente “al diavolo”.<br />

Tra i ricordi, vi invio la foto che ci ritrae, dopo gli avvenimenti in Corsica, nella località di Sedini (SS) nel<br />

momento che ci accingevamo a rendere gli onori ai nostri Caduti. Io sono il primo da sinistra.<br />

Costantino Di Natale.<br />

<strong>ottobre</strong> - <strong>dicembre</strong> <strong>2005</strong> 19


ALAMARI CON LE STELLETTE<br />

20 <strong>ottobre</strong> - <strong>dicembre</strong> <strong>2005</strong><br />

Fine della missione<br />

dei <strong>Granatieri</strong> di Sardegna in Kosovo<br />

Il personale della brigata <strong>Granatieri</strong> di Sardegna<br />

ha ultimato, negli ultimi giorni di novembre, il<br />

mandato semestrale presso la Brigata Multinazionale<br />

Sud-Ovest di stanza a Priznen in Kosovo.<br />

La caratteristica peculiare di questa Brigata, posta<br />

alle dipendenze del Comando delle forze NATO<br />

in Kosovo di Pristina e comandata, nel periodo in<br />

questione, dal generale Norbert Stier (Cte della<br />

23^ Brigata Fanteria da montagna), e´ quella di<br />

essere composta da elementi e reparti provenienti<br />

da 11 nazioni diverse.<br />

Gli Ufficiali, Sottufficiali e i Volontari, provenienti<br />

dalle fila della Brigata <strong>Granatieri</strong> di Sardegna,<br />

sono stati impiegati in tutti i settori della Brigata<br />

Multinazionale, oltre che nell’ Italian National<br />

Support Element (il Comando di Supporto <strong>Nazionale</strong><br />

italiano), ed hanno operato egregiamente<br />

a stretto contatto con i colleghi di altra nazionalità riuscendo ad ottenere l´apprezzamento dei superiori italiani<br />

e stranieri ed in particolare del Vice Comandante della Brigata, il colonnello Antonio Alecci, e del Capo di Stato<br />

Maggiore della Brigata, il colonnello Paolo Stendardo.<br />

Le attivita´ svolte quotidianamente, sette giorni su sette, da maggio a novembre, sono state molteplici ed intense,<br />

tutte mirate a migliorare le condizioni di vita degli abitanti del Kosovo di ogni etnia o religione, a garantire un<br />

ambiente sicuro ed ad assistere la popolazione locale nel difficile cammino verso il ritorno alla normalita´.<br />

Orgogliosi di aver contribuito, con il loro operato, a migliorare le condizioni di vita di chi e´ stato meno fortunato,<br />

i nostri granatieri tornano in Patria dove, dopo un periodo di ricondizionamento, continueranno ad operare<br />

con lo stesso entusiasmo nei ranghi della Brigata <strong>Granatieri</strong> di Sardegna. L´esperienza maturata in ambito<br />

multinazionale da tutti loro, a prescindere dal grado, rappresenta un passo fondamentale e necessario per implementare<br />

ed acquisire importanti conoscenze procedurali, tali da garantire alla Brigata di poter essere impiegata,<br />

anche in futuro, nei contesti internazionali.<br />

Luca Cicogna<br />

Gira gira l’elica romba il motor…<br />

I <strong>Granatieri</strong> si addestrano all’elitrasporto<br />

con gli elicotteri dell’Aviazione dell’Esercito<br />

Viterbo, 7-8 settembre <strong>2005</strong>. I “Fanti Prolungati” del<br />

1° <strong>Granatieri</strong> hanno eseguito un interessante e proficuo<br />

addestramento presso il 1° Rgt. AVES (Aviazione<br />

dell’Esercito) “Antares” in Viterbo. Durante un breve<br />

ma intenso ciclo di attività presso l’aeroporto militare<br />

della Città che vide i natali del glorioso 3° Rgt. <strong>Granatieri</strong><br />

nel 1923, una consistente aliquota di <strong>Granatieri</strong><br />

della 4 a Compagnia Mortai “Piemonte” hanno conse-<br />

guito l’abilitazione all’elitrasporto sull’elicottero CH-47<br />

Chinook. In gergo militare l’elicottero è definito ETM<br />

ovvero Elicottero da Trasporto Medio. Questo addestramento<br />

aviatorio si è reso necessario per consentire<br />

a tale Compagnia di raggiungere il massimo livello di<br />

operatività: il combat ready ! Con l’introduzione in<br />

servizio del nuovo mortaio rigato Thompson da 120<br />

mm., un moderno sistema d’arma di concezione “artiglieresca”<br />

dalle prestazioni operative eccezionali per<br />

precisione, mobilità tattica e gittata (si può battere un<br />

obiettivo distante 13 km.), è stato introdotto per i mortaisti<br />

il requisito di essere “abilitati all’elitrasporto”. In<br />

caso operativo, le squadre mortai salgono a bordo<br />

dell’ETM mentre il mortaio viene “appeso” al gancio<br />

baricentrico ventrale dell’elicottero. Il risultato che si<br />

ottiene è che la compagnia mortai, oltre che per itinerari<br />

terrestri, si può muovere sfruttando la terza dimensione.<br />

I mortai, incuneandosi grazie all’elitrasporto<br />

in profondità nel dispositivo nemico, sono in<br />

grado di battere le posizioni nemiche, i nodi della via-


ilità, disarticolando anche i rifornimenti logistici e l’alimentazione<br />

delle prime schiere nemiche. Tutto<br />

questo può oggi avvenire in tempi ristrettissimi, aggirando<br />

verticalmente le linee nemiche grazie all’impiego<br />

degli elicotteri.<br />

I commilitoni Baschi Azzurri hanno accolto con cameratismo<br />

e simpatia i granatieri e hanno fornito loro<br />

un addestramento basato su lezioni teoriche – in aula<br />

e sulla pista – propedeutiche alla fase in volo a bordo<br />

dell’aeromobile ad ala rotante. Osservando i movimenti<br />

sincronizzati dei granatieri intorno agli elicotteri<br />

il pensiero è andato a quel lontano 7 aprile 1939<br />

quando un Reggimento di formazione di <strong>Granatieri</strong> di<br />

Sardegna al comando del colonnello Mannerini, costituito<br />

da elementi provenienti da tutti e tre i Reggimenti<br />

della Specialità, fu aerotrasportato in terra albanese<br />

per occuparne la capitale Tirana. L’Esercito Italiano ha<br />

da pochi anni costituito la Brigata Aeromobile “Friuli”<br />

di stanza in Emilia-Romagna composta da fanti e per-<br />

Roma, 28 settembre <strong>2005</strong>. Alla testa dell’unità operativa<br />

del 1° Reggimento <strong>Granatieri</strong> di Sardegna, subentra,<br />

al tenente colonnello Carlo Emiliani, il tenente<br />

colonnello Massimo Siragusa. La cerimonia di passaggio<br />

del comando si è svolta , come di consueto,<br />

nella Caserma “Gandin”, sede del Reggimento e del<br />

Comando della Brigata “<strong>Granatieri</strong> di Sardegna”. Presiedeva<br />

la cerimonia, il Comandante della Brigata, generale<br />

Massimiliano Del Casale. Emiliani ha lasciato<br />

l’incarico dopo un anno vissuto intensamente durante<br />

sonale dell’AVES che stanno dando vita ad una nuova<br />

specialità della fanteria detta appunto “aeromobile”.<br />

Storicamente, però, i primi fanti “aeromobili” fummo<br />

noi <strong>Granatieri</strong> di Sardegna. E già 66 anni fa !!! Non<br />

per niente, per noi <strong>Granatieri</strong> è sempre valido il motto<br />

“la nostra storia è tutto il nostro orgoglio”<br />

emanuel<br />

Il Battaglione “Assietta”<br />

ha un nuovo comandante<br />

Passaggio di consegne tra i tenenti colonnelli Emiliani e Stragusa<br />

il quale è stato sospeso il servizio di leva, sono affluite<br />

le prime “granatiere”, si è incrementato il numero dei<br />

VFB (Volontari in Ferma Breve) effettivi al Reggimento.<br />

Durante il suo periodo di comando, inoltre,<br />

sono giunti al battaglione i primi VFP1 con i quali si è<br />

iniziata la trasformazione del Reggimento in un’Unità<br />

composta solo da “professionisti”. Con grande attenzione<br />

ed impegno, Emiliani ha condotto i suoi granatieri<br />

nello svolgimento dell’Operazione “Domino”, attività<br />

che vede i <strong>Granatieri</strong> impegnati, in concorso alle<br />

Forze dell’Ordine, nel controllo di obiettivi “sensibili”<br />

presenti in varie zone dell’Italia Centrale, in contrasto<br />

alla minaccia, definita “asimmetrica”, rappresentata<br />

dal terrorismo internazionale<br />

Il tenente colonnello Massimo Siragusa, granatiere da<br />

sempre, era precedentemente in servizio presso il Comando<br />

della Brigata <strong>Granatieri</strong> dove svolgeva l’incarico<br />

di Capo Ufficio OAI. Il nuovo comandante proviene<br />

dai Corsi regolari dell’Accademia Militare di Modena,<br />

dove ha frequentato il 168° corso; è laureato in<br />

Scienza dell’Informazione; è sposato ed ha una<br />

coppia di figli gemelli. La cerimonia del cambio, austera<br />

e semplice nella forma ma, come sempre, di profondo<br />

significato spirituale, si è svolta in un contesto<br />

ricco di contenuti. Lo schieramento delle Compagnie<br />

in armi del Battaglione, tra le quali anche quella che<br />

riuniva i granatieri della 4 a e della 5 a compagnia fucilieri<br />

di stanza a Spoleto, faceva da splendida cornice.<br />

Alcuni <strong>Granatieri</strong> indossavano le prestigiose uniformi<br />

della Specialità, da quelle del passato fino a quelle<br />

odierne. La Musica d’Ordinanza del 1° Reggimento<br />

“<strong>Granatieri</strong> di Sardegna” sottolineava i passaggi salienti<br />

della cerimonia. Come da protocollo, presenziava<br />

l’evento il colonnello Meinero, Comandante del<br />

reggimento, che ha effettuato il proprio intervento<br />

con la consueta passionalità. Nel commentare il passaggio<br />

di consegne tra i due Comandanti, egli ha sot-<br />

segue a pagina 22<br />

ALAMARI CON LE STELLETTE<br />

<strong>ottobre</strong> - <strong>dicembre</strong> <strong>2005</strong> 21


ALAMARI CON LE STELLETTE<br />

tolineato l’importanza del ruolo del Comandante di<br />

Battaglione quale diretto responsabile e principale artefice<br />

della formazione e dell’addestramento dei granatieri<br />

del Reggimento. Molto apprezzato dal pubblico,<br />

il brano del discorso con il quale Meinero ha evidenziato<br />

l’importanza che la famiglia assume nella vita<br />

dei militari per conseguire l’auspicata serenità, condizione<br />

indispensabile per ben figurare professionalmente.<br />

L’oratore ha poi pubblicamente indirizzato le<br />

più cordiali felicitazioni ai coniugi Siragusa – Zinali,<br />

che nella stessa giornata festeggiavano la data del loro<br />

matrimonio.<br />

Il passaggio delle consegne è idealmente avvenuto<br />

quando il Comandante cedente, Emiliani, ha materialmente<br />

passato nelle mani del subentrante la “Bandiera<br />

d’Ordinanza del Battaglione”, quella bandiera<br />

che è stata ideata e voluta dal tenente colonnello Ceci<br />

e che oggi è presente in tutte le attività che vedono<br />

agire il Battaglione.<br />

Ci piace concludere la cronaca con le parole pronunciate,<br />

in chiusura dell’intervento, dal colonnello Meinero:<br />

.<br />

Emanuel<br />

Cambio del Comandante<br />

alla Brigata <strong>Granatieri</strong><br />

Come avevamo annunciato el numero<br />

precedente, il giorno 7 <strong>ottobre</strong><br />

<strong>2005</strong>, nella Piazza d’Armi<br />

della caserma “Gandin” di Pietralata,<br />

di fronte a un reggimento di<br />

formazione, comandato dal co-<br />

22 <strong>ottobre</strong> - <strong>dicembre</strong> <strong>2005</strong><br />

Venci è subentrato a Del Casale<br />

lonnello Massimo Meinero e composto<br />

dalle rappresentanze di tutti<br />

i reggimenti che costituiscono la<br />

Brigata, è avvenuto il passaggio<br />

del “testimone” fra il comandante<br />

della Brigata Grantieri cedente,<br />

generale Massimiliano Del Casale<br />

e quello subentrante, il generale<br />

Antonio Venci. Entrambi <strong>Granatieri</strong><br />

da sempre.<br />

Più che con la cronaca, che potrebbe<br />

risultare per certi versi banale,<br />

di una cerimonia svoltasi con<br />

il rituale di sempre, abbiamo voluto<br />

ricordare l’evento con le belle<br />

e sentite parole pronunciate dal<br />

generale Venci nel momento dell’assunzione<br />

del comando.<br />


zurro, al Medagliere dell’<strong>Associazione</strong><br />

<strong>Nazionale</strong> <strong>Granatieri</strong> di<br />

Sardegna, simbolo di valore militare<br />

e di memoria del tributo di<br />

sacrificio della più antica Specialità<br />

della Fanteria, al Gonfalone<br />

della Città di Roma decorato di<br />

Medaglia d’Oro al Valor Militare<br />

e ai Labari delle Associazioni<br />

combattentistiche e d’Arma.<br />

Ringrazio il Comandante del 2°<br />

Comando di Difesa per aver voluto<br />

onorare, con la sua presenza,<br />

questa cerimonia.<br />

Un grato saluto rivolgo ai rappresentanti<br />

delle associazioni<br />

d’Arma qui convenuti, tra i quali<br />

riconosco alcuni dei miei più autorevoli<br />

maestri. Ad essi mi lega<br />

un sentimento di deferente gratitudine<br />

per gli impareggiabili insegnamenti,<br />

in campo tecnico e di<br />

deontologia militare.<br />

Un particolare ringraziamento rivolgo<br />

alle Autorità ed ai gentili<br />

ospiti che, con la loro presenza,<br />

dimostrano quanto le nostre<br />

Unità siano apprezzate e considerate,<br />

anche al di fuori della realtà<br />

militare.<br />

Al generale Del Casale, formulo<br />

l’augurio che il suo impegno consegua<br />

il pieno successo, per la<br />

soddisfazione sua e l’interesse<br />

della Forza Armata, andando<br />

egli a ricoprire un incarico di<br />

Staff nell’organizzazione di vertice.<br />

E’ per me un giorno lieto.<br />

Soldati, comandanti e gregari,<br />

personale civile, oggi sono chiamato<br />

a condividere con tutti voi,<br />

il privilegio di appartenere, nuovamente,<br />

a questa Unità operativa<br />

dell’Esercito Italiano: efficiente<br />

e di antica tradizione di<br />

virtù militari.<br />

La storia dei Corpi in cui voi servite<br />

è esempio di dedizione al dovere,<br />

così luminoso da ispirare e<br />

motivare l’impegno quotidiano,<br />

in qualsiasi contingenza.<br />

Tale sentimento d’appartenenza è<br />

rinforzato in me dalla percezione<br />

del vostro valore, umano e professionale.<br />

Ammiro e mi compiaccio delle<br />

medaglie che portate sull’uniforme<br />

da parata. Esse sono mo-<br />

tivo di giusto orgoglio: voi possedete<br />

esperienza per le missioni<br />

compiute in Patria e all’estero.<br />

Avete operato in situazioni critiche<br />

che richiedono competenza<br />

e discernimento.<br />

Queste medaglie ben si associano<br />

all’umanità che è nei vostri cuori:<br />

una incommensurabile ricchezza<br />

per l’Esercito e per l’Italia.<br />

Sono certo che, guidati da tali<br />

virtù, seguendo il solco della<br />

storia plurisecolare dei nostri Reggimenti<br />

e della nostra Brigata, sapremo<br />

affrontare i cimenti che ci<br />

riserva il futuro.>><br />

Ai granatieri Venci e Del Casale,<br />

nostri generali, vada il più sincero<br />

e affettuoso “in bocca al lupo” per<br />

le successive tappe della carriera<br />

ed un cordiale voto augurale per<br />

le loro famiglie.<br />

ANTOR<br />

MEDAGLIA D’ARGENTO AL MERITO DELLA CROCE ROSSA<br />

Il tenente colonnello dei granatieri, Renato de Marco, il 28 <strong>ottobre</strong> <strong>2005</strong> e’ stato insignito della Medaglia d’Argento<br />

al Merito della Croce Rossa per l’intervento umanitario effettuato a favore di un bambino Kosovaro, di<br />

etnia Albanese, durante il periodo di missione in Kosovo, nel quale espletava l’incarico di Ufficiale di collegamento<br />

presso il comando delle Nazioni Unite. L’evento che ha portato alla concessione dell’importante<br />

riconoscimento, ebbe inizio il 28 settembre 2003 in Prizren, una cittadina del Sud del Kosovo, quando il signor<br />

Afrim Hoxha, interprete presso la Polizia delle Nazioni Unite, informava l’Ispettore Capo della Polizia<br />

di Stato Italiana, Pietro Tripodi, vice comandante della Polizia Regionale<br />

di Prizren, che suo figlio Armand era nato con una grave malformazione<br />

che poteva portarlo alla morte.<br />

Il piccolo, nato la notte del 27 settembre, infatti, risultava affetto da una<br />

letale forma di “spina bifida” e, stante le carenze igienico sanitarie delle<br />

locali strutture ospedaliere, era stato dichiarato in pericolo di vita dal<br />

personale medico, considerata anche l’impossibilita’ di intervenire chirurgicamente<br />

– come sarebbe stato necessario - nel piu’ breve tempo<br />

possibile. L’Ispettore Tripodi, quindi, informava il tenente colonnello de<br />

Marco, al fine di trovare una possibile soluzione a questa drammatica situazione.<br />

De Marco, coadiuvato dal citato Ispettore Tripodi, e con l’assistenza<br />

del personale appartenente al contingente italiano in Kosovo,<br />

in particolare di Sorella Spinosi, della Croce Rossa Militare, metteva in<br />

atto tutte le procedure per una rapida evacuazione sanitaria del bambino presso una struttura ospedaliera italiana.<br />

Il 3 <strong>ottobre</strong>, dopo soli quattro giorni dal primo interessamento, il piccolo Armand, tramite vettore aereo messo<br />

a disposizione dall’Esercito Italiano, raggiungeva il Policlinico “Gemelli” di Roma dove, il giorno seguente,<br />

veniva operato con successo.<br />

Il comportamento del tenente colonnello de Marco, dell’Ispettore Tripodi e degli altri italiani interessati, ha<br />

dimostrato per l’ennesima volta, qualora ce ne fosse stato bisogno, il senso del dovere e l’iniziativa umanitaria<br />

che caratterizza le missioni dei nostri connazionali, con e senza stellette, nelle varie missioni di pace nelle<br />

aree di crisi del mondo.<br />

ALAMARI CON LE STELLETTE<br />

<strong>ottobre</strong> - <strong>dicembre</strong> <strong>2005</strong> 23


ALAMARI CON LE STELLETTE<br />

24 <strong>ottobre</strong> - <strong>dicembre</strong> <strong>2005</strong><br />

Il 91° Comandante<br />

del 1° <strong>Granatieri</strong> lascia l’incarico<br />

Meinero passa il testimone a Monaco<br />

Il colonnello Massimo Meinero, il 12 <strong>dicembre</strong><br />

<strong>2005</strong>, ha lasciato l’incarico di comandante del 1°<br />

Reggimento <strong>Granatieri</strong> di Sardegna, incarico che<br />

aveva assunto, ancora con il grado di tenente colonnello,<br />

il 1° agosto del 2003. A lui succede, nel<br />

prestigioso comando, il colonnello Attilio Monaco<br />

che, in precedenza, aveva comandato del I Battaglione<br />

granatieri.<br />

Alla cerimonia del passaggio di consegne, presieduta<br />

dal generale Antonio Venci, che si è svolta<br />

nella Piazza d’armi della Caserma Gandin con lo<br />

schieramento di tutto il Reggimento, era presente<br />

un folto pubblico formato da superiori, fra i quali i<br />

generali di Brigata, Del Casale e di Divisione, Lops,<br />

e da colleghi amici e conoscenti dei due colonnelli.<br />

Fra i presenti, spiccava una numerosa rappresentanza<br />

di <strong>Granatieri</strong> in congedo, guidata dal Presidente<br />

Buscemi, venuti, con le rispettive Colonnelle<br />

e i Presidenti di Sezione e regionali, anche da regioni<br />

lontane come l’Umbria, l’Emilia-Romagna e il<br />

Piemonte. Il Lazio era rappresentato, dalle Sezioni<br />

di Roma, Frosinone, Civitavecchia accompagnate<br />

dalla Colonnella e dal Presidente del Centro regionale.<br />

Non basterebbe un’intera annata del “Granatiere”,<br />

per tessere le lodi del bravo Meinero e per esternare<br />

la gratitudine che l’intera <strong>Associazione</strong> gli<br />

deve. Difficilmente potrà essere eguagliato per l’attaccamento,<br />

non di facciata, che egli nutre per la<br />

Specialità. Forse sarà irripetibile la sua vicinanza e<br />

la disponibilità dimostrata nei riguardi dell’Associa-<br />

zione, deputata ad esaltare, su tutto il territorio nazionale,<br />

l’immagine e il valore dei <strong>Granatieri</strong> di Sardegna<br />

e di quanto gli stessi rappresentano.<br />

Ma: “morto il Re ... viva il Re”. Siamo sicuri che il colonnello<br />

Attilio Monaco saprà seguire le orme del<br />

suo predecessore, anzi, sicuramente saprà guadagnarsi<br />

una stima anche maggiore.<br />

Ai due colonnelli, comunque, il più sincero “in<br />

bocca al lupo” per il prosieguo della carriera.<br />

Nel prossimo numero sarà pubblicato il bellissimo e<br />

toccante discorso di commiato di Meinero, applaudito<br />

calorosamente dai presenti per quasi due minuti<br />

e la scheda di presentazione del 92° Comandante.


La longevità del Comando<br />

Stabilito un nuovo record di durata al comando del 1° Reggimento<br />

Dall’esame dei periodi trascorsi dai vari colonnelli<br />

comandanti alla guida del 1° Reggimento<br />

<strong>Granatieri</strong>nei - prendendo in considerazione<br />

solamente quelli che si sono succeduti<br />

dal 1946 ai giorni nostri (in epoche<br />

più remote non ci sarebbe competizione<br />

perché spesso i comandanti<br />

restavano alla testa del<br />

reggimento anche per 10 – 15<br />

anni) - emerge che il colonnello<br />

Massimo Meinero ha<br />

infranto il primato di durata<br />

in comando che resisteva dal<br />

1957, anno in cui il 66°<br />

Comandante – il colonnello<br />

Domenico PIPOLA – lo stabilì<br />

in 2 anni, 3 mesi e 29 giorni. Il<br />

colonnello Pipola guidò i granatieri<br />

dal 20 aprile 1955 al 19 agosto<br />

1957.<br />

Oggi, il 91° Comandante, il colonnello<br />

Meinero, avendo assunto l’incarico il 1 agosto<br />

2003 e lasciandolo il 12 <strong>dicembre</strong> <strong>2005</strong> al colonnello<br />

Attilio Monaco, ha infranto il record prece-<br />

dente portandolo a 2 anni, 4 mesi e 11 giorni!<br />

Attualmente, il terzo posto è tenuto dal 72°<br />

Comandante, il colonnello Enrico Amodei (15<br />

set 1963 / 9 ott 1965) con 2 anni e 24<br />

giorni.<br />

Retrocede, invece, al 4° posto l’ 88°<br />

Comandante, il colonnello Paolo<br />

Nanni (22 set 2000 / 25 set<br />

2002) con 2 anni e 3 giorni.<br />

Da più parti oggi si afferma<br />

che la qualità è preminente<br />

rispetto alla quantità.<br />

Quando però si parla di periodi<br />

di comando, quest’affermazione<br />

molte volte perde<br />

di validità ... e coloro che sono<br />

stati investiti di responsabilità di<br />

comando, possono certamente<br />

confermarlo.<br />

Complimenti al colonnello Meinero e ...<br />

chi migliorerà il suo primato ?<br />

ANTOR<br />

GRADUTORIA ALLA DATA DEL DICEMBRE <strong>2005</strong><br />

1° Col. Meinero (2003-<strong>2005</strong>): 2 anni, 4 mesi e 11 giorni;<br />

2° Col. Pipola (1955-1957): 2 anni, 3 mesi e 29 giorni;<br />

3° Col. Amodei (1963-1965): 2 anni e 24 giorni;<br />

4° Col. Nanni (2000-2002): 2 anni e 3 giorni;<br />

5° Col. Falconi A. (1992-1994) e Col. Caparro (1994-1996): 1 anno, 11 mesi e 23 giorni;<br />

6° Col. Castelluccio (1998-2000): 1 anno, 5 mesi e 1 giorno;<br />

7° Col. Marini (1965-1967): 1 anno, 9 mesi e 22 giorni;<br />

8° Col. Santilli (1997-1998): 1 anno, 1 mese e 27 giorni;<br />

9° Col. Caccamo (1967-1969): 1 anno, 7 mesi e 8 giorni;<br />

10° Col. Pucci (1962-1963) e Col. Moauro (1967-1969): 1 anno, 6 mesi e 16 giorni;<br />

11° Col. Falconi E. (1958-1960): 1 anno, 4 mesi e 12 giorni;<br />

12° Col. Castagnoli (1946-1947): 1 anno e 2 mesi;<br />

13° Col. Ammassari (1948-1949): 1 anno e 1 mese;<br />

14° Col. Trabucchi (1950-1951): 1 anno e 13 giorni;<br />

15° Col. Perfetti (1949-1950): 1 anno e 3 giorni;<br />

seguono n. 12 Colonnelli con 1 anno di comando e n. 5 Colonnelli con periodi inferiori ad 1 anno.<br />

ALAMARI CON LE STELLETTE<br />

<strong>ottobre</strong> - <strong>dicembre</strong> <strong>2005</strong> 25


LETTUREDaniele Sanna<br />

26 <strong>ottobre</strong> - <strong>dicembre</strong> <strong>2005</strong><br />

DA PORTA SAN PAOLO<br />

A SALO’<br />

Gioacchino Solinas,<br />

comandante antitedesco<br />

AM&D Edizioni<br />

Sono passati ormai più di 60 anni, eppure le vicende legate<br />

all’inizio della guerra civile che dilaniò l’Italia alla<br />

fine del secondo conflitto mondiale continuano a susci-<br />

tare grande interesse. La distanza temporale dagli avvenimenti<br />

– ma soprattutto il reperimento di documenti<br />

inediti - aiuta a rendere sempre più chiaro il quadro di<br />

quegli eventi che i protagonisti per primi non riuscirono<br />

a capire a fondo. E di quella tragedia che fu l’otto settembre<br />

romano, Gioacchino Solinas, comandante della<br />

<strong>Granatieri</strong> di Sardegna, fu certamente un protagonista:<br />

lui diede inizio alle ostilità con la controparte tedesca e il<br />

celebrato episodio di Porta San Paolo non è che l’epilogo<br />

di sanguinosi combattimenti da lui coordinati. Eppure,<br />

gli è toccato in sorte l’oblio storiografico, dato che aderì<br />

a Salò. Insomma, in un quadro in cui i protagonisti sono<br />

sempre tratteggiati a tinte forti, senza a loro concedere alcuna<br />

incertezza o titubanza, questo personaggio risulta<br />

incomprensibile: agisce con assoluta determinazione<br />

contro i tedeschi - alleati del giorno prima - alle porte di<br />

Roma, ma poi abbraccia il nuovo corso del fascismo.<br />

Perché?<br />

La prima parte del libro ci costringe a vedere quello che<br />

è comunemente ritenuto il primo episodio della Resistenza<br />

italiana da nuove angolazioni, e la viva voce del<br />

Comandate della <strong>Granatieri</strong> emerge con grande potenza<br />

espressiva: “Il caposaldo n.5, nei pressi della Magliana…era<br />

stato catturato da paracadutisti tedeschi.<br />

Per me fu il secondo fulmine della giornata, dopo essere<br />

venuto a conoscenza dell’armistizio come un qualunque<br />

cenciaiuolo di Porta Portese, e di essere rimasto<br />

senza ordini di sorta. Tutto si poteva immaginare, meno<br />

che i Tedeschi arrivassero alla mia Divisione senza che<br />

venisse sparata una cannonata […]. Questa non era<br />

una guerra, ma uno sfacelo, una debâcle”.<br />

E dopo il secondo armistizio, in meno di due giorni, la<br />

strada per Salò, a cui si aderiva “volenti o nolenti”. Moltissimi<br />

furono gli ufficiali italiani rimasti nell’Urbe (miracolosamente<br />

ricomparsi dopo il cessate il fuoco) che si<br />

trasferirono al Nord, grazie anche alla campagna di terrore<br />

seminata da Graziani a proposito di “notti di San<br />

Bartolomeo” che avrebbero atteso infallibilmente tutti<br />

quegli ufficiali del Regno che non avessero ubbidito agli<br />

ordini dei “nuovi padroni di casa”. E si può ben immaginare<br />

come l’unico alto ufficiale che fronteggiò i tedeschi<br />

fosse tenuto sotto stretta sorveglianza, e che gli fosse<br />

impossibile nascondersi o fuggire.<br />

Nella seconda parte del libro l’Autore ricostruisce capillarmente<br />

l’azione di comando di Solinas della piazza<br />

lombarda, svelando in modo magistrale e con documenti<br />

alla mano, scontri, dissidi e loschi affari tra gerarchi,<br />

personaggi ambigui e alti ufficiali nella Repubblica<br />

di Mussolini, mostrando in quale contesto il Generale<br />

si trovò a operare. Ma, anche nell’esercito della RSI,<br />

emerge la condotta di un ufficiale di grande spessore,<br />

visto da subito con sospetto a causa della determinazione<br />

con cui si oppose all’avanzata della Wermacht.<br />

Anche qui, nell’ultima avventura repubblicana di Mussolini,<br />

agì fermamente contro le prepotenze dell’esercito te-<br />

desco, e tanta risolutezza sfociò nella decurtazione dello<br />

stipendio e infine nell’internamento.<br />

Questa vicenda dimostra come siano ormai vetuste e insostenibili<br />

le ricostruzioni che ravvisano in tutti i combattenti<br />

della guerra civile, e in particolare in quelli di Salò,<br />

una scelta politica matura e compiuta. Ma ancor di più<br />

contribuisce a smantellare le tesi, peraltro sostenute da<br />

debolissima storiografia, che cercano a posteriori di consegnare<br />

patenti di legittimità a chi, dopo il settembre del<br />

’43, sostenne le armate di Hitler in Italia. In realtà l’ideologia<br />

da sola è del tutto insufficiente a spiegare il comportamento<br />

dei funzionari dello Stato nel momento della<br />

massima crisi delle sue istituzioni militari e civili. Per capire<br />

come si svolsero i fatti bisogna valutare le situazioni<br />

personali soffermandosi sul contesto disastroso in cui<br />

questi uomini si trovavano ad operare, tenendo presente<br />

che nelle istituzioni militari, più che in quelle civili, il funzionamento<br />

della gerarchia è fondamentale. Le storie dei<br />

singoli comandanti e ufficiali ci aiutano a comprendere<br />

cosa sia significato, e cosa sia costato, all’Esercito Italiano<br />

il periodo che intercorre tra l’armistizio e la fine della<br />

guerra. Eppure proprio in questi frangenti emerge la<br />

qualità dall’uomo e dell’ufficiale, che resta saldo di fronte<br />

alla fuga di tutti i suoi superiori gerarchici combattendo<br />

strenuamente i tedeschi, per poi pagare con l’internamento<br />

la sua inflessibilità nei confronti dell’ingombrante<br />

alleato germanico.<br />

A Daniele Sanna il merito di svelare una parte della nostra<br />

storia recente, facendo emergere il profilo del Generale<br />

sardo nella sua umanità, sia usandone le memorie –<br />

inedite - sugli avvenimenti di quel tragico settembre romano,<br />

sia ricostruendo l’azione di comando della piazza<br />

lombarda utilizzando documenti di grande interesse<br />

anch’ essi in gran parte inediti.<br />

Beppe Sassu


Caro Direttore,<br />

mi riferisco ai suoi dubbi sul pagamento delle quote sociali, espressi nella “Lettera dal Direttore” del<br />

n. 3/<strong>2005</strong> del periodico da lei diretto.<br />

Leggo nel dizionario della lingua italiana di DEVOTO e OLI: farraginoso: “accentuatamente prolisso<br />

e confuso”.<br />

Leggo l’articolo 13, sesto capoverso del nostro Regolamento: “La spedizione del giornale ai soci in<br />

regola col pagamento della quota sociale relativa all’anno in corso verrà considerata anche per<br />

l’anno successivo; sarà sospesa se, entro tale periodo, l’interessato non avrà provveduto a regolarizzare<br />

la propria posizione”.<br />

Che cosa c’è di “farraginoso”, “difficoltoso”, e quasi “ingestibile” in tutto ciò?<br />

Non è facile ottenere ad una scadenza fissa le quote associative. E i Presidenti delle Sezioni lo sanno<br />

bene ...<br />

Perciò si attende l’anno successivo per escludere dall’<strong>Associazione</strong> i “morosi” sperando in un ripensamento<br />

in extremis. Tutto qui.<br />

Comunque, ne potremo riparlare al Consiglio <strong>Nazionale</strong>.<br />

Con stima e cordialità.<br />

Il Presidente <strong>Nazionale</strong><br />

Gen. C.A. (ris.) Mario Buscemi<br />

Egregio Presidente,<br />

La sola lettura dell’articolo da Lei citato già giustifica, anche se in parte, le perplessità da me<br />

espresse in merito alla particolare materia. La forma del testo, infatti, ingenera dubbi per l’improprietà<br />

di un termine utilizzato: la spedizione non dovrebbe essere “considerata”, bensì “confermata<br />

o effettuata”. Forse l’estensore dell’articolo non disponeva, come Lei, di un dizionario della<br />

lingua italiana!<br />

Per venire poi agli effetti più concreti del problema che, fra l’altro, non mi riguarda minimamente<br />

dal punto di vista della mia collocazione associativa – ma che ho sollevato solo perché non riesco,<br />

quando ritengo di dover collaborare, a non comunicare agli altri quello che penso - ho avuto<br />

modo di constatare, in un recente passato, come il pagamento differito ad un anno delle quote associative<br />

abbia comportato, in alcuni casi concreti, il “salto” del pagamento, da parte delle Sezioni<br />

interessate, delle quote riferite all’anno precedente.<br />

Questo, ripeto, in un recente passato, quando, per citare le Sue parole, per motivi contingenti e del<br />

tutto giustificati, si era stati costretti ad adottare “ una gestione più elementare del bilancio”. Ora,<br />

con la presenza di un Consigliere amministrativo – Guido Tamburini - di alta professionalità,<br />

spero che si possa pervenire ad un miglioramento di tutto il sistema contabile – cosa che mi è stata<br />

assicurata dallo stesso Consigliere amministrativo. Anche per quanto riferito al pagamento delle<br />

quote, così come regolamentato, si fa per dire, dall’articolo 13 del Regolamento.<br />

Ricambio le cordialità.<br />

Antonino Torre<br />

Egregio Direttore,<br />

vengo a Lei per salutarLa e anche per ringraziarLa<br />

di come viene fatto e diretto il giornale.<br />

Caro Direttore, mi presento: sono il granatiere<br />

Cataldo Tota, classe 1949, e ho svolto il servizio<br />

militare a Roma, al 1° reggimento <strong>Granatieri</strong> di<br />

Sardegna. E’ stato l’anno più bello della mia<br />

vita, ho fatto molte conoscenze e ancora oggi,<br />

a distanza di tanti anni, ci scambiamo i saluti<br />

con gli amici commilitoni.<br />

Caro Direttore Antonino Torre, tramite Lei e il<br />

giornale vorrei salutare, se possibile, il signor<br />

generale Antonio Lattanzio, Segretario <strong>Nazionale</strong><br />

che io ricordo tenente con queste parole:<br />

«Carissimo Signor Tenente, mi auguro di non<br />

sbagliarmi sulla Sua identità, comunque vada,<br />

io La saluto ugualmente.<br />

Nel 1969 prestavo servizio al 1° Reggimento a<br />

Roma, Lei era Tenente Vice Comandante della<br />

5ª compagnia; il Signor Nicola Canarile era Capitano<br />

e Comandante della stessa e approfitto<br />

per salutare anche lui. E’ dal Natale 2004 che<br />

non ci sentiamo.<br />

Carissimo Segretario, sono felice di vedere il<br />

Suo nome su “IL GRANATIERE”. Vengo spesso<br />

a Roma e chissà se un giorno non potremo incontrarci.<br />

Ho la mia cravatta firmata da Lei e<br />

dagli amici di allora. Per il momento non aggiungo<br />

altro. Spero di risentirci.».<br />

Cataldo Tota<br />

Via R.Paolillo, 21 71036 Lucera (FG)<br />

tel. 0881 546372<br />

LETTERE AL DIRETTORE<br />

<strong>ottobre</strong> - <strong>dicembre</strong> <strong>2005</strong> 27


BREVI E LIETE<br />

28 <strong>ottobre</strong> - <strong>dicembre</strong> <strong>2005</strong><br />

RICONOSCIMENTO AL GENERALE AGOSTINO PIROTTI<br />

Il comune di Cerreto d’Esi, una<br />

ridente cittadina delle Marche,<br />

ha concesso la cittadinanza<br />

onoraria al generale Agostino<br />

Pirotti, già ufficiale dei <strong>Granatieri</strong><br />

e ora socio della Sezione di<br />

Roma, il quale, con il nome di<br />

battaglia di “Comandante Agostino”,<br />

guidò il gruppo di Volontari<br />

della Libertà della Porcarella,<br />

forte di oltre 250 elementi,<br />

nel periodo settembre<br />

1943 - luglio 1944.<br />

Il Pirrotti, all’epoca giovane ufficiale,<br />

ma provvisto di un<br />

grande carisma, riuscì, come<br />

recita la motivazione del riconoscimento,<br />

a stipulare “un<br />

patto d’alleanza con la Comunità<br />

Cerretese che favorì la Resistenza<br />

ma evitò alla popolazione rovine e lutti”.<br />

Egli, in effetti, creò quella sorta di zona franca che<br />

l’onorevole Bartolo Ciccardini, cerretese d’origine,<br />

ha definito in un suo libro interamente dedicato<br />

all’operato del generale, la piccola “Repubblica<br />

autonoma di Cerreto”.<br />

La cerimonia, che oltre alla concessione della cittadinanza<br />

onoraria ha visto la consegna al nostro<br />

generale, da parte del Sindaco, dottor Alessandroni,<br />

di una medaglia commemorativa in oro, si<br />

è svolta nel suggestivo scenario offerto dall’anfiteatro<br />

di Piazza Caraffa, alla presenza del Consiglio<br />

Comunale convocato in seduta straordinaria,<br />

di numerose autorità, venute anche dalla capitale,<br />

e di un gran numero di cittadini.<br />

GuiTamb<br />

✩✩✩<br />

Fiocchi rosa e azzurri al Reggimento <strong>Granatieri</strong><br />

Nel numero precedente, con lo stesso titolo, abbiamo annunciato la nascita di due femminucce (Eleonora<br />

e Sabrina) e di un bambino (Antonio). Mentre per Antonio abbiamo riportato la fotografia, così<br />

non è stato per le due belle bambine le cui immagini sono andate inspiegabilmente perdute. Rimediamo<br />

questa volta, scusandoci con chi ci aveva proposto la notizia.<br />

Eleonora Pirotti<br />

Nata a Roma il 14 maggio <strong>2005</strong>.<br />

Sabrina Castello<br />

Nata a Napoli il 13 maggio <strong>2005</strong>.<br />

✩✩✩<br />

Fiocco azzurro a Vigevano<br />

Lo scorso 18 aprile, nel giorno del 346° compleanno<br />

dei <strong>Granatieri</strong> di Sardegna, è nato Fabio,<br />

figlio secondogenito del granatiere Sergio Oldani,<br />

vice Presidente della Sezione di Vigevano e della<br />

Lomellina.<br />

I <strong>Granatieri</strong> della Sezione partecipano alla gioia<br />

del granatiere Oldani, della gentile signora Marta<br />

e del primogenito undicenne Claudio. Alla gioia<br />

dei commilitoni e dei famigliari si unisce la Redazione,<br />

interprete dei sentimenti di tutta famiglia<br />

granatieresca.<br />

✩✩✩<br />

Onorificenza a De Micco<br />

Il 1° Maresciallo Luogotenente e 1° Decano della<br />

storia più recente del Reggimento <strong>Granatieri</strong>, granatiere<br />

Antonio De Micco, in data 26 giugno <strong>2005</strong>,<br />

ha ricevuto dal Presidente della Repubblica l’onorificenza<br />

di Ufficiale “Al merito della Repubblica<br />

Italiana” »in riconoscimento del lungo e segnalato<br />

servizio prestato nelle Forze Armate».<br />

La comunicazione gli è stata data dal Ministro<br />

della Difesa in persona, onorevole professor Antonio<br />

Martino, in data 31 agosto <strong>2005</strong>.<br />

Al neo Ufficiale, i più sentiti rallegramenti per<br />

l’alto riconoscimento ricevuto.


<strong>Granatieri</strong> del 1953<br />

Roma, 15 settembre 1953. La foto che vi proponiamo<br />

ritrae, nella loro baldanza giovanile e con<br />

l’uniforme estiva dell’epoca, tre giovani graduati<br />

del 1° Reggimento <strong>Granatieri</strong> di Sardegna, da poco ricostituito<br />

e, a quel tempo, dislocato nella caserma di Via Lepanto.<br />

Al centro, seduto, Pietro De Luca divenuto, dopo il congedo<br />

con il grado di maresciallo, funzionario dell’ENEL,<br />

Maestro del Lavoro e Cavaliere Ufficiale della Repubblica.<br />

A destra di De Luca, Aurelio Fracassi del quale non abbiamo<br />

altre notizie.<br />

A sinistra, infine, Alvaro Silvij il quale, congedatosi con il<br />

grado di sergente, ha costituito un importante Corpo di<br />

Vigilanza denominato “Europol”, che fra l’altro svolge a titolo<br />

gratuito la sorveglianza del Museo dei <strong>Granatieri</strong>,<br />

Corpo del quale è l’attuale colonnello comandante e che<br />

raccoglie nelle proprie file, organizzate militarmente, un<br />

gran numero di <strong>Granatieri</strong>. La foto c’è stata fornita personalmente<br />

dal granatiere De Luca che, passando per<br />

Roma, ha approfittato della cosa per venirci a trovare e<br />

per brindare con noi, come era stato auspicato dalla redazione<br />

in occasione della pubblicazione, sul nostro periodico,<br />

della notizia del suo anniversario di nozze e della<br />

concomitante concessione dell’alta onorificenza della<br />

quale si fregia. AntTor<br />

Ritrovarsi a Jesi<br />

Si<br />

erano lasciati, al momento del congedo<br />

dal 1° reggimento <strong>Granatieri</strong><br />

di Sardegna, il 1° luglio del 1965. Da<br />

allora non si erano più rivisti. Lo hanno<br />

fatto, con grande gioia, dopo quarant’anni,<br />

al Raduno di Jesi.<br />

Pubblichiamo volentieri la foto, scattata dal<br />

nostro Direttore, che li ritrae in un momento<br />

dell’incontro.<br />

Essi, da sinistra, sono: Bernardo Rebecca di<br />

Monte Fiore, Luciano Pistolato di Zelarino e<br />

il granatiere Carmelitano di Acquavia Picena.<br />

Tutti regolarmente iscritti alla nostra<br />

<strong>Associazione</strong>.<br />

In… maggiorità<br />

Il<br />

socio Dalmazio Rastellotti, della Sezione di Vercelli, già sergente<br />

del 1° reggimento <strong>Granatieri</strong> di Sardegna, nell’inviarci la bella<br />

fotografia che pubblichiamo, ci ha chiesto, con molto garbo, di<br />

apporvi la seguente didascalia:<br />

“1° reggimento <strong>Granatieri</strong> di Sardegna – Caserma Gandin – Ufficio<br />

Maggiorità nell’agosto 1969. Colonnello comandante: Renzo Moauro,<br />

Aiutante maggiore in 1ª, capitano Luciano Venturini”.<br />

Nella foto sono ritratti in alto da sx: granatiere Frattini, sergente Pellicanò<br />

(senza cravatta e già in posa da attore), sergente Rastellotti, caporale<br />

Teodori; in basso da sx: granatiere Farina, caporal maggiore<br />

Delle Piane, caporal maggiore Vanetti.<br />

Auguriamo al bravo Rastellotti di poter ritrovare qualcuno dei suoi<br />

camerati al Raduno di Jesi!<br />

RITROVARSI<br />

<strong>ottobre</strong> - <strong>dicembre</strong> <strong>2005</strong> 29


ATTIVITA’ ASSOCIATIVA<br />

La stele commemorativa<br />

30 <strong>ottobre</strong> - <strong>dicembre</strong> <strong>2005</strong><br />

SEZIONE DI TORTONA<br />

Il giorno 15 maggio <strong>2005</strong>, la Sezione di Tortona ha<br />

organizzato un incontro conviviale fra i propri<br />

iscritti. Il pranzo sociale, al quale hanno partecipato<br />

numerosi associati, è servito a rinsaldare quei<br />

legami di amicizia e di fratellanza tipici di chi ha<br />

militato nei reparti <strong>Granatieri</strong>.<br />

Pubblichiamo la bella foto che documenta un momento<br />

della riuscita manifestazione.<br />

RICORDATI A GROSSETO<br />

I CADUTI DI TAKRUNA<br />

Domenica 25 maggio <strong>2005</strong>, a Vetulonia in provincia<br />

di Grosseto, presso il podere La Sagrona,<br />

sono stati ricordati i <strong>Granatieri</strong> che, sopravvissuti<br />

alla battaglia di El Alamein, parteciparono all’estrema<br />

difesa dell’ultimo lembo di territorio tunisino<br />

ancora in possesso delle Forze dell’Asse: la<br />

piccola città di Takruna. In quell’occasione, Valentino<br />

Tolazzi, valoroso tenente dei <strong>Granatieri</strong> del<br />

IV battaglione controcarri, meritò la Medaglia d’Argento<br />

al Valor Militare per l’eroico comportamento<br />

dimostrato in battaglia, nelle giornate del 20 e 21<br />

aprile 1943.<br />

Sergio Micheli, uno di quelli che ebbero, fra l’altro,<br />

la sabbia nelle orecchie, per ricordare i suoi camerati<br />

che non ritornarono a casa, si è fatto carico di<br />

realizzare nel proprio podere, proprio quello denominato<br />

“La Sagrona”, una stele commemorativa<br />

affiancata da un rustico altare da campo.<br />

Anche quest’anno, La Sagrona é stata meta di numerosi<br />

<strong>Granatieri</strong> che hanno voluto ricordare, con<br />

Micheli, i combattenti della sfortunata campagna<br />

d’Africa.<br />

Dopo una succulenta colazione, preparata dalla si-<br />

gnora Micheli, i convenuti<br />

hanno assistito<br />

alla Santa Messa in ricordo<br />

di quelli andati<br />

avanti, officiata da un<br />

Cappellano militare. Il<br />

C.R. Toscana, competente<br />

per territorio, era<br />

presente con il Presidente,<br />

Gianluigi Le Divelec,<br />

quattro Colonnelle<br />

e alcuni granatieri.<br />

Hanno partecipato<br />

alla bella giornata<br />

rievocativa,<br />

inoltre, il generale<br />

Torrini della Presidenza<br />

nazionale, e i<br />

Presidenti dei Centri<br />

regionale del Lazio e<br />

Il granatiere Sergio Micheli delle Marche, rispettivamente<br />

Sorbi e Conti, e<br />

alcuni <strong>Granatieri</strong> della Sezione di Roma.<br />

Il 1° reggimento aveva inviato, per l’occasione,<br />

quattro <strong>Granatieri</strong> con le uniformi storiche.<br />

ALPHA BETA<br />

A TRIESTE LA MOSTRA<br />

“MEMORIA E IDENTITA’”<br />

«Un solo principio fondamentale: il nostro compito<br />

è essere sentinelle della verità. Un messaggio particolare<br />

per amministratori, insegnanti, genitori: tramandare<br />

la memoria per essere protagonisti liberi<br />

del nostro futuro, con giustizia e chiarezza. Attraverso<br />

la salvaguardia della tradizione, della cultura,<br />

dei valori, del rispetto, della capacità imprenditoriale,<br />

si può essere attori e testimoni della storia<br />

moderna recuperando, nella pace, quanto si è perduto<br />

iniquamente con la guerra o per la debolezza<br />

dei governanti».<br />

Con queste belle parole, Marco Drabeni, Presidente<br />

della Sezione di Trieste, ha aperto la mostra<br />

finalizzata a far conoscere la storia della comunità<br />

giuliano-dalmata di Roma attraverso le immagini<br />

fotografiche e le testimonianze dirette di chi visse<br />

quei drammatici giorni dell’esodo forzato. Ad arricchire<br />

la mostra, inoltre, gli elaborati, i disegni, le<br />

poesie degli studenti romani del Quartiere Giuliano-Dalmata<br />

che, nella maggioranza dei casi, rappresentano<br />

ormai la terza generazione di quella<br />

espressione dell’italianità altamente sofferta delle<br />

genti dell’Istria e della Dalmazia.<br />

Manco a dirlo, con la presenza del nostro Drabeni<br />

che tale mostra ha voluto come giusto corona-


mento della Staffetta Roma-Trieste da lui organizzata<br />

in occasione del 50° anniversario del ritorno di<br />

Trieste all’Italia, la presenza “granatieresca” in tutte<br />

le fasi dell’evento era molto marcata. Nel pieghevole<br />

di presentazione della mostra, infatti, un terzo<br />

dello spazio era riservato alla ANGS e ai decorati<br />

triestini del Corpo dei <strong>Granatieri</strong> di Sardegna fra i<br />

quali, non ultimo, il padre dello stesso Drabeni, tenente<br />

colonnello Lino, pluridecorato nel secondo<br />

conflitto mondiale e fondatore del primo nucleo<br />

dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Nazionale</strong> Venezia Giulia e Dalmazia.<br />

Nella foto che pubblichiamo, che fissa un momento<br />

della cerimonia di presentazione della Mostra,<br />

da sinistra possiamo riconoscere: Graziano<br />

Valdemarin, vice Presidente della Sezione di<br />

Trieste; il senatore zaratino Lucio Toth, già granatiere;<br />

il Presidente dell’<strong>Associazione</strong> Venezia Giulia<br />

e Dalmazia; l’avvocato Paolo Sardos Albertini, Presidente<br />

della Lega <strong>Nazionale</strong>; la dottoressa Clementina<br />

Frescura, Dirigente scolastico dell’ Istituto<br />

“Max Fabiani” di Trieste; il Presidente ANGS Marco<br />

Drabeni; il professor Adriano De Vecchi, Dirigente<br />

dell’Istituto regionale Friuli-Venezia Giulia; la dottoressa<br />

Roberta Fidansia.<br />

In piedi, con la Colonnella della Sezione ANGS<br />

triestina, l’afiere, il granatiere Fulvio Luciani.<br />

INCONTRO FRA REDUCI<br />

Il nostro Massimilano Scarpa, granatiere “reduce”<br />

dell’intervento di pace in Somalia, è stato ospite ad<br />

Arcugnano, in provincia di Vicenza, dei veterani<br />

della Legione Straniera Francese di origine italiana,<br />

aderenti all’<strong>Associazione</strong> presieduta dal signor Colombo,<br />

che ogni anno si incontrano per ricordare i<br />

loro trascorsi militari e per onorare i camerati Caduti<br />

in pace e in guerra.<br />

da sinistra a destra: legionario Zuccarello, granatiere Scarpa,<br />

capitano della Legione Zandonai, legionario Arrigo<br />

Al rito religioso, officiato da don Alfio Spampinato,<br />

già Legionario paracadutista e attualmente cappellano<br />

militare, è seguito un incontro conviviale durante<br />

il quale, con il cerimoniale austero e imponente<br />

tipico della Legione, sono state consegnate<br />

dal legionario, generale Tresti, alcune importanti<br />

ricompense militari, fra cui due della Legion d’onore,<br />

ad alcuni veterani. Gli Alamari del giovane<br />

granatiere hanno destato molta curiosità fra i convenuti,<br />

cosa questa che ha consentito allo stesso di<br />

illustrare la trisecolare storia del Corpo d’appartenenza.<br />

Massimiliano, particolarmente colpito dall’incontro,<br />

si è ripromesso di partecipare, il prossimo<br />

anno, alla cerimonia di commemorazione<br />

della Battaglia di Camerone, la prima combattuta<br />

dalla Legione Straniera nel Sud America, che si celebra<br />

ogni anno, come il nostro Duca di San Pietro,<br />

in Francia, a Oubagne vicino Marsiglia, dove c’è la<br />

Scuola e il museo della Legione Straniera.<br />

SEZIONE DI ROMA<br />

Il 28 giugno <strong>2005</strong>, nella sala assemblee della Sezione<br />

di Roma, si è svolta una delle conferenze<br />

previste nel programma <strong>2005</strong>.<br />

Gli incontri mensili della Sezione dedicati alla cultura<br />

hanno visto sempre la presenza d’illustri relatori,<br />

particolarmente esperti nelle varie materie<br />

trattate. Questa volta, l’impegnativo tema della<br />

conferenza era : “ Roma d’una volta. Urbanistica<br />

dell’Urbe da Romolo ai giorni nostri”.<br />

La Relatrice è stata la professoressa Angela De Corato,<br />

particolarmente esperta nella branca Urbanistica<br />

della Storia dell’Arte. La sua interessante e<br />

qualificata esposizione è stata integrata dalla proiezione<br />

di una vasta quantità di diapositive che materializzavano,<br />

con le loro immagini, agli attenti e<br />

numerosi spettatori, gli argomenti in corso di trattazione.<br />

E’ seguito, poi, un breve dibattito che ha<br />

chiuso la riuscita serata culturale.<br />

Il Presidente della Sezione, granatiere Bruno Sorvillo,<br />

organizzatore dell’evento, ringrazia a nostro<br />

mezzo la professoressa De Corato per la sua disponibilità<br />

e da appuntamento a tutti per il prossimo<br />

incontro.<br />

ALPHA BETA<br />

CENTRO REGIONALE TOSCANA<br />

Nel luglio del <strong>2005</strong> si è svolta una significativa cerimonia<br />

per l’inaugurazione della nuova sede della<br />

Sezione di Lucca. Era presente l’onorevole Francesco<br />

Bosi, sottosegretario alla Difesa, ed il generale<br />

Pensabene, Presidente dell’<strong>Associazione</strong> del<br />

Nastro Azzurro.<br />

Hanno fatto gli onori di casa il Vicepresidente Regionale<br />

granatiere Rolando Bertolini ed il Presidente<br />

della Sezione di Lucca, granatiere Filiberto<br />

Lunardi. Quest’ultimo, validissimo socio novantenne,<br />

era stato rieletto alla carica di Presidente per<br />

il triennio <strong>2005</strong> –2008 in occasione delle elezioni<br />

svoltesi a Lucca il 2 aprile <strong>2005</strong>.<br />

Nel giugno dello stesso anno, in occasione di una<br />

gita fatta dalla Sezione di Pisa al Monumento in<br />

memoria del Granatiere Stellato Spalletti, a Ponte a<br />

Egola, si sono svolte le elezioni per assegnare le<br />

granatiere Rolando Bertolini, generale Pensabene, onorevole<br />

Francesco Bosi, diversi <strong>Granatieri</strong> e granatiere Filiberto<br />

Lunardi.<br />

ATTIVITA’ ASSOCIATIVA<br />

<strong>ottobre</strong> - <strong>dicembre</strong> <strong>2005</strong> 31


ATTIVITA’ ASSOCIATIVA<br />

32 <strong>ottobre</strong> - <strong>dicembre</strong> <strong>2005</strong><br />

cariche sociali. Presiedeva la riunione il Vicepresidente<br />

Regionale Gra. Rolando Bertolini, che chiedeva<br />

a tutti una maggiore collaborazione per incrementare<br />

il numero delle iscrizioni all’<strong>Associazione</strong>.<br />

In quell’occasione veniva eletto, Presidente<br />

della Sezione di Pisa, il granatiere Piero Corti.<br />

La Sezione di Pisa a Ponte a Egola<br />

Il 10 novembre <strong>2005</strong>, infine, si sono svolte le elezioni<br />

per il rinnovo delle cariche sociali della regione<br />

Toscana. Era giunto da Roma, su incarico<br />

della Presidenza <strong>Nazionale</strong>, il Consigliere granatiere<br />

Corrado Trambusti che doveva verificare la<br />

validità della procedura per il rinnovo delle cariche.<br />

Presiedeva l’Assemblea il granatiere Filiberto<br />

Lunardi della Sezione di Lucca. Al termine delle<br />

operazioni di voto, sono risultati eletti i seguenti<br />

granatieri: Gian Luigi le Divelec Lemmi – Presidente<br />

Regionale; Rolando Bertolini – Vicepresidente<br />

Regionale; Eolo Grasso – Segretario Regionale.<br />

IL CENTRO REGIONALE FVG<br />

A FLAMBRO<br />

Anche quest’anno, i granatieri del Friuli - Venezia<br />

Giulia hanno commemorato, a Flambro di Talmasson<br />

(UD), la battaglia che fu condotta, con<br />

grande valore, dal 2° reggimento <strong>Granatieri</strong> nelle<br />

giornate del 30 e 31 <strong>ottobre</strong> del 1917, giornate che<br />

seguirono quelle tragiche di Caporetto.<br />

La commemorazione ha visto la deposizione di<br />

una corona, da parte della Sezione di Codroipo, al<br />

cippo esistente presso il ponte sul fiume Tagliamento<br />

alla presenza di varie autorità della vicina<br />

Codroipo. Subito dopo, sono state deposte due corone<br />

d’alloro nella frazione di Flambro; una alla<br />

stele che ricorda tutti i <strong>Granatieri</strong> caduti nella battaglia,<br />

posta davanti alla chiesetta di San Giovanni,<br />

l’altra al cippo dove fu colpito a morte la MOVM,<br />

colonnello Emidio Spinucci. E’ stato reso omaggio,<br />

infine, al monumento ai Caduti del Comune di Talmasson.<br />

Il ricordo di quanti spesero la propria vita per la<br />

Patria si è concluso con la Santa Messa, celebrata<br />

dal granatiere Padre Defendente Belotti, nella<br />

chiesa parrocchiale di Flambro. Alle varie cerimonie<br />

commemorative hanno partecipato, con le<br />

rispettive Colonnelle, rappresentanze di granatieri<br />

di tutte le Sezioni del Centro Regionale (Trieste,<br />

Gorizia, Udine, Latisana, Codroipo, Tamai, Sacile,<br />

San Vito al Tagliamento, Zoppola), e anche di altre<br />

Regioni (Dolo, Eraclea, Portogruaro, Spinea, Mestre,<br />

Padova, Montebelluna, Mogliano Veneto, Jesolo,<br />

Modena).<br />

Erano, inoltre, presenti rappresentanti degli Alpini,<br />

degli Avieri e dei Carabinieri.<br />

Molto apprezzata è risultata, infine, la presenza di<br />

quattro granatieri “con le stellette” inviati appositamente<br />

da Roma, grazie alla disponibilità dimostrata<br />

dal comando di Reggimento.<br />

Durante il convivio associativo, il Sindaco di Talmasson,<br />

la professoressa Anna Maria Toneatto, ha<br />

donato una targa alla Signora Letizia, per molti<br />

anni compagna dello scomparso Presidente Vidoni.Cosa<br />

analoga hanno fatto i <strong>Granatieri</strong>, dimostrando,<br />

ancora una volta, l’affetto che li legava al<br />

loro Presidente venuto a mancare nella passata<br />

estate.<br />

COMMEMORATO IL SACRIFICIO<br />

DELLA “ACQUI” E DELLA<br />

“GRANATIERI DI SARDEGNA”<br />

I granatieri torinesi alla commemorazione dei<br />

primi Caduti della Guerra di Liberazione<br />

BUSSOLENO - Insieme per onorare i Caduti e i Reduci<br />

e per riflettere sui tragici eventi del settembre<br />

’43. Con questo spirito, la sezione torinese dell’<strong>Associazione</strong><br />

<strong>Granatieri</strong> di Sardegna si è affiancata a<br />

un cartello di Enti e Associazioni (F.I.V.L., Reduci e<br />

Famiglie Caduti “Divisione Acqui”, Comuni di Bussoleno<br />

e Chianocco, Comunità Montana, A.N.P.I.,<br />

A.N.A.) in una giornata dedicata a due eroiche Divisioni<br />

che, quando tutto crollava, vollero tenere<br />

alta la bandiera dell’onore: la “<strong>Granatieri</strong> di Sardegna”<br />

a Roma e la “Acqui” a Cefalonia. Il raduno<br />

si è tenuto domenica 11 settembre a Bussoleno,<br />

nelle località Argiassera e Foresto.<br />

Tra i presenti, sindaci e amministratori di Bussoleno,<br />

Chianocco, Borgone, Vaie, Sant’Antonino,<br />

Meana. E poi autorità militari, rappresentanze di<br />

volontari per la libertà, associazioni d’arma, molti<br />

cittadini. Ben visibili i granatieri della sezione di


Torino, inappuntabili nell’ ”uniforme” del sodalizio<br />

Colonnella al vento, a rappresentare idealmente<br />

tutti i <strong>Granatieri</strong> piemontesi. Molto applaudito il<br />

messaggio di saluto, fatto pervenire dal colonnello<br />

Massimo Meinero con il quale sono state enunciate<br />

le affinità ed i legami tra la Divisione Acqui e la Brigata<br />

<strong>Granatieri</strong> di Sardegna. Rigoroso e documentato<br />

l’intervento dell’oratore, il professor Gigi Richetto.<br />

Momento speciale, la forte stretta di mano<br />

tra “chi c’era”: due ex combattenti della Divisione<br />

Acqui, superstiti della strage di Cefalonia, Michele<br />

Giai e Pasquale Nicco, e due veterani della Difesa<br />

di Roma, i granatieri Aldo Cimenti e Giacomo Girardi.<br />

In quel settembre del ’43 i quattro non si sottrassero<br />

a una lotta impari per compiere fino in<br />

fondo il loro dovere di soldati. Altro momento speciale<br />

del raduno, il ricordo e l’abbraccio a Eldo Parile,<br />

un ragazzo di campagna sveglio, classe 1920,<br />

di Foresto. La cartolina precetto gli arriva nel<br />

marzo 1940. Arruolato nei <strong>Granatieri</strong> di Sardegna,<br />

combatte in Jugoslavia e in Albania. Rientra a<br />

Roma nel febbraio del ’43 col grado di Caporale.<br />

L’alba del 9 settembre fu un’alba di battaglia, di valore<br />

e di morte: i corpi dei caduti furono sepolti in<br />

una fossa comune, le piastrine asportate. Eldo è<br />

ancora a Roma, non identificato, ma non è solo:<br />

con lui sono i compagni che ne condivisero la<br />

sorte.<br />

Nel piccolo cimitero di Foresto, dove c’è una lapide<br />

alla memoria di Eldo, è confluito il corteo<br />

delle autorità, delle associazioni d’arma, dei cittadini,<br />

con il fratello Quinto, nipoti e pronipoti. Deposizione<br />

della corona: “E’ il primo valsusino caduto<br />

per la liberazione dell’Italia!”- afferma un rappresentante<br />

dell’A.N.P.I. di Foresto nel suo apprezzato<br />

discorso, elogiando il comportamento dei granatieri<br />

alla difesa di Roma. Quinto Parile, ottant’anni<br />

ben portati, ha commosso i presenti con la<br />

lettura della sua poesia in piemontese dedicata al<br />

fratello maggiore Eldo. Al termine la consegna a<br />

Quinto Parile della tessera “ad honorem”<br />

dell’A.N.P.I. e la commovente testimonianza sulla<br />

Difesa di Roma del reduce Girardi.<br />

Angelo Masperone<br />

con la collaborazione di Giancarlo Sibille<br />

LA SEZIONE DI TRIESTE<br />

AL RADUNO DEI CARRISTI<br />

Nella giornata del 2 <strong>ottobre</strong> <strong>2005</strong>, a Trieste, si è<br />

svolto il Raduno nazionale dei Carristi. Le varie manifestazioni<br />

previste, fra l’altro un applaudito concerto<br />

in un Teatro cittadino messo a disposizione<br />

dalle Autorità comunali, si sono concluse con lo sfilamento<br />

dei radunisti e dei reparti militari a Piazza<br />

dell’Unità d’Italia. La Sezione ANGS, di cui è ben<br />

noto l’alto senso di italianità che caratterizza i suoi<br />

soci, era presente con la Colonnella e un congruo<br />

numero di iscritti che spiccavano fra tutti i presenti<br />

per quantità, prestanza e per i vistosi baveri rossi,<br />

sormontati dagli Alamari, che indossavano.<br />

Il Presidente nazionale ANGS, generale Mario Buscemi,<br />

alla vista del nutrito gruppo, è sceso dal<br />

palco delle autorità, per salutare i <strong>Granatieri</strong>. Egli indossava,<br />

per l’occasione, il bavero dei carristi nei<br />

quali prestò servizio negli anni giovanili per stigmatizzare<br />

il fatto che, per una molto discutibile e riteniamo<br />

inopportuna necessità di razionalizzazione,<br />

con un tratto di penna, si è cancellata la gloriosa<br />

Specialità dei Carristi, facendola confluire, come del<br />

resto fu fatto per l’Aviazione dell’Esercito, nell’arma<br />

di Cavalleria.<br />

Nella foto, da sinistra, si riconoscono i <strong>Granatieri</strong>: De Min (tesoriere),<br />

Valdemarin (vice Presidente), il Presidente Buscemi,<br />

Nicola Puntin, neo eletto Presidente della regione F.V.G.,<br />

Luciani (alfiere), Fabbris e Pastrovicchio.<br />

TAVOLA ROTONDA<br />

ALLA SEZIONE DI ROMA<br />

Il 26 <strong>ottobre</strong> scorso, nell’ambito delle attività culturali<br />

svolte presso la Sezione di Roma, si è tenuta un’interessante<br />

tavola rotonda su un tema di grande attualità:<br />

“La presenza dei soldati italiani, quali uomini<br />

di pace, nel martoriato Sudan”. Tema di grande interesse<br />

in quanto la nostra presenza, in quella lontana<br />

regione, non è molto nota al grande pubblico<br />

che, con un sistema ormai purtroppo consolidato,<br />

viene informato dai mezzi di comunicazione, per<br />

quanto riferito alle nostre Forze Armate, solo al verificarsi<br />

di eventi negativi che possono coinvolgerle in<br />

qualche misura. L’interessante argomento è stato ampiamente<br />

trattato da tre qualificati relatori, ognuno<br />

dei quali ha presentato un particolare aspetto del<br />

problema. I granatieri Bruno Sorvillo, Presidente<br />

della Sezione; Nicola Canarile, Presidente provinciale<br />

e Saverio Cascone si sono brillantemente alternati<br />

nell’esposizione, suscitando l’attenzione del numeroso<br />

pubblico presente.Alla tavola rotonda, che si<br />

è conclusa con una cena fredda, era presente il Presidente<br />

nazionale, generale Mario Buscemi.<br />

ALPHA BETA<br />

ATTIVITA’ ASSOCIATIVA<br />

<strong>ottobre</strong> - <strong>dicembre</strong> <strong>2005</strong> 33


ATTIVITA’ ASSOCIATIVA<br />

34 <strong>ottobre</strong> - <strong>dicembre</strong> <strong>2005</strong><br />

INCONTRO DEI GRANATIERI UMBRI<br />

Alcuni <strong>Granatieri</strong> in congedo dell’Umbria si sono<br />

incontrati, il 29 <strong>ottobre</strong> scorso, a Montone in provincia<br />

di Perugia. Ospite d’onore, per l’occasione,<br />

il Presidente nazionale Mario Buscemi.<br />

Nella foto si possono riconoscere, da sinistra, i granatieri:<br />

Benedetti, Passeri, Mariotti, Tofoni, Beccari, Buscemi, Storto,<br />

Monacelli, Paparella, Rossi Massimo, Coppola, Rossi<br />

Giancarlo, Pascucci.<br />

LA SEZIONE DI TRIESTE A FLAMBRO<br />

Una rappresentanza della sezione di Trieste, con<br />

Colonnella, ha preso parte alla commemorazione<br />

della battaglia di Flambro, organizzata dal Centro<br />

regionale Friuli-Venezia Giulia il 30 <strong>ottobre</strong> <strong>2005</strong>.<br />

La pattuglia di triestini era guidata dal vice Presidente<br />

Graziano Valdemarin e comprendeva il Presidente<br />

onorario Scabar, il Consigliere De Min e<br />

l’Alfiere Luciani.<br />

Nella foto, la delegazione triestina, i granatieri in armi giunti<br />

da Roma e, secondo da sinistra, il nuovo Presidente regionale<br />

Nicola Puntin.<br />

Durante il “rancio” che, come consuetudine,<br />

chiude gioiosamente tutte le manifestazioni associative,<br />

è stata donata, a nome della Sezione di<br />

Trieste, una targa ricordo alla compagna del compianto<br />

Presidente Guido Vidoni.<br />

IL 4 NOVEMBRE A CIVITAVECCHIA<br />

Riprendendo una bella tradizione in uso nelle città<br />

italiane alcuni anni fa, la Sezione di Civitavecchia<br />

ha ricordato il 4 novembre, nato come anniversario<br />

della Vittoria nella Grande Guerra e ora Giornata<br />

delle Forze Armate, con l’allestimento di una<br />

vetrina dedicata, ovviamente, al Corpo dei <strong>Granatieri</strong>.<br />

I granatieri, Franco Caruso e Enrico Malizia, con<br />

impegno, capacità e spirito realizzativo hanno<br />

concretizzato l’idea nata nell’ambito della Sezione<br />

e, grazie alla disponibilità di un importante ed elegante<br />

esercizio commerciale, sito al centro della<br />

città e gestito dal signor Mario Gaballo (già combattente<br />

della 2ª Guerra mondiale), tre uniformi<br />

dei <strong>Granatieri</strong> di varie epoche e altri oggetti granatiereschi,<br />

hanno fatto bella mostra di se in una<br />

grande vetrina.<br />

Il Presidente della sezione, il granatiere Antonio<br />

Andreani, visto il successo dell’iniziativa che ha destato<br />

grande interesse nella cittadinanza, ha manifestato<br />

l’intenzione di riproporla, magari su più<br />

vasta scala, in un prossimo futuro.<br />

Nella foto, da sinistra sono riconoscibili: il colonnello Caruso,<br />

il signor Gaballo, il Presidente Andriani.<br />

SEZIONE DI ABIATEGRASSO<br />

Nella scorsa giornata di domenica 6 novembre, i<br />

<strong>Granatieri</strong> si sono ritrovati nel Parco cittadino intitolato<br />

alla loro Specialità per ricevere da parte dell’amministrazione<br />

comunale, unitamente al<br />

Comitato di quartiere di Castelletto dove il parco è<br />

ubicato, la “Convenzione per l’utilizzo del Parco<br />

dei <strong>Granatieri</strong> di Via Tenca” – atto ufficiale con cui<br />

la Sezione <strong>Granatieri</strong> e il Comitato di quartiere vengono<br />

investiti di alcuni compiti nella gestione della<br />

bella struttura, inaugurata lo scorso 17 aprile alla<br />

presenza del Presidente regionale ANGS Mario<br />

Bovati, come già riportato alle pagine di questo<br />

giornale.<br />

L’occasione è stata favorevole per trasformare l’evento<br />

in una bella festa popolare, con tanto di distribuzione<br />

di ”caldarroste”, cui ha partecipato un<br />

gran numero di cittadini.<br />

Nella foto, da<br />

sinistra: il dottor<br />

Luciano Belussi,<br />

Presidente del<br />

Comitato di<br />

Quartiere<br />

“Castelletto”; il<br />

Presidente della<br />

Sezione,<br />

granatiere<br />

Giovanni Perin; il<br />

dottor Emilio<br />

Florio, Assessore<br />

alla Cultura del<br />

Comune (alle sue<br />

spalle s’intravede il<br />

Presidente Bovati);<br />

il dottor<br />

Alessandro Mola,<br />

vice Sindaco di<br />

Abiategrasso.


SEZIONE DI CUNEO<br />

Sono trascorsi 261 anni, dal settembre 1744,<br />

quando le truppe piemontesi, fra le quali il Reggimento<br />

delle Guardie, comandate dal barone Von<br />

Letrum e il popolo insorto posero fine, con una<br />

cruenta battagli in località della Madonna dell’Olmo,<br />

all’assedio alla città di Cuneo messo in atto,<br />

da lungo tempo, dalle truppe franco-ispaniche.<br />

La sezione <strong>Granatieri</strong> di Cuneo, come ogni anno, ha<br />

commemorato l’anniversario di quest’antica battaglia<br />

con la presenza di tanti granatieri e degli abitanti<br />

dei luoghi che furono direttamente interessati<br />

dagli avvenimenti che sono ricordati da una bella<br />

realizzazione scultorea, sistemata a ridosso del Santuario<br />

che dà il nome alla località, dal Centro regionale<br />

Piemonte in occasione del precedente Raduno<br />

nazionale.<br />

Il Santuario della Madonna dell’Olmo, allora scenario<br />

di guerra, diviene, ogni anno, la scena di<br />

un’assemblea di fedeli, in massima parte, <strong>Granatieri</strong><br />

dai bianchi Alamari con al seguito numerose Colonnelle:<br />

quest’anno erano presenti alla celebrazione<br />

anche i figuranti del Gruppo Storico “Madonna<br />

dell’Olmo”. Dopo il rito religioso, il corteo<br />

ha percorso le vie cittadine, accompagnato da un<br />

complesso musicale.<br />

Il canto dell’inno di Mameli ha accomunato tutti i<br />

presenti nel momento dell’omaggio ai Caduti culminato,<br />

dopo la deposizione di una corona d’alloro,<br />

con le note del Silenzio. Poi il convivio, come<br />

momento di gioia e d’unione, quando con gli occhi<br />

ancora umidi dalla commozione, giunge il momento<br />

dei saluti e dei ringraziamento a quanti<br />

hanno collaborato per l’ottima riuscita della manifestazione.<br />

Renato Notabella<br />

Gruppo storico “Madonna dell’Olmo”<br />

I GRANATIERI DEL BATTAGLIONE<br />

“CHRISTIN” RICORDANO PADRE CHITI<br />

Nel primo anniversario della scomparsa di Padre<br />

Chiti, ed in coincidenza con la Messa organizzata<br />

in Orvieto dalla Sezione di Roma, i granatieri di<br />

Sardegna del battaglione Christin (1943/1945)<br />

hanno partecipato ad una Messa celebrata a Roma.<br />

Motivo di ciò è stato il voler offrire, tanto a don Fei,<br />

celebrante e già Cappellano militare di quel reparto,<br />

quanto ai reduci, una maggiore comodità, in<br />

considerazione delle loro età che variano dagli 80<br />

ai felici 93 anni di don Fei. Il risultato è stato la presenza<br />

di ben cinquanta partecipanti.. Grande commozione,<br />

indotta da quella del celebrante per un’amicizia<br />

nata nella tragedia e condivisa nella fede.<br />

In conclusione, il dottore-poeta Luigi Monaco ha<br />

detto brevi, intensi, drammatici versi dedicati ai Caduti.<br />

Mario Holzer<br />

CENTRO REGIONALE<br />

DELLA SARDEGNA<br />

Il Centro regionale della Sardegna, dopo un periodo<br />

di assenza dal contesto associativo, ha ripreso<br />

appieno, dai primi giorni del <strong>2005</strong>, la propria<br />

attività. Il Presidente del CR, Rodolfo Mori Ubaldini,<br />

dopo aver avviato una consistente attività di<br />

“reclutamento”, intesa come recupero dei granatieri<br />

sardi in congedo, ha cercato di promuovere,<br />

su tutto il territorio, l’immagine del Corpo dei <strong>Granatieri</strong><br />

che, nonostante l’appellativo “di Sardegna”,<br />

non è molto affermata e conosciuta nell’isola. Le<br />

iniziative del tipo che potremo definire promozionale,<br />

sono state tante e diversificate: fra di esse ne<br />

vogliamo ricordarne alcune.<br />

Villamassargia. Giornata dedicata al maresciallo Marco Diana.<br />

Il Presidente Mori Ubaldini fa una breve allocuzione alla presenza<br />

del festeggiato e del sindaco del paese.<br />

Nel giugno <strong>2005</strong>, troviamo i granatieri presenti,<br />

con uniformi e cimeli, in una grande vetrina messa<br />

a disposizione dalla ”Rinascente” di Cagliari. Nel<br />

mese di luglio i granatieri sardi sono a Carloforte –<br />

isola di San Pietro - a rendere omaggio, con la deposizione<br />

di un cuscino di fiori, alla lapide che ricorda<br />

il duca di San Pietro, fondatore del Reggimento<br />

Fanteria di Sardegna e al monumento dedicato<br />

a Carlo Emanuele II, che nel lontano 1659<br />

fondò il Reggimento delle Guardie. Nel successivo<br />

mese di agosto, a Villa Massargia, in provincia di<br />

Cagliari, viene festeggiato dalla cittadinanza, il maresciallo<br />

dei granatieri, Marco Diana, reduce dell’Operazione<br />

Ibis in Somalia. E’ presente il Sindaco<br />

Secci e una nutrita rappresentanza di granatieri in<br />

ATTIVITA’ ASSOCIATIVA<br />

<strong>ottobre</strong> - <strong>dicembre</strong> <strong>2005</strong> 35


ATTIVITA’ ASSOCIATIVA<br />

36 <strong>ottobre</strong> - <strong>dicembre</strong> <strong>2005</strong><br />

congedo.<br />

Nel settembre, una pattuglia di granatieri sardi partecipa,<br />

con la Colonnella, al Raduno nazionale di<br />

Jesi. Nello stesso mese, troviamo i granatieri, a Villanova<br />

Franca, ad una mostra organizzata nel<br />

Museo “I Mulini”. I circa 600 visitatori possono ammirare<br />

le uniformi, i cimeli di guerra e le insegne<br />

associative dei <strong>Granatieri</strong> di Sardegna in un allestimento<br />

brillantemente realizzato dal Centro regionale<br />

ANGS.<br />

A Cagliari, in occasione della celebrazione del 4<br />

novembre, il Centro regionale era presente alla cerimonia<br />

ufficiale e il Corpo dei <strong>Granatieri</strong> veniva ricordato<br />

con l’allestimento di una vetrina nell’elegante<br />

e centrale negozio di “elena mirò”. La Colonnella<br />

associativa, accompagnata dai granatieri<br />

Renzo Carta e Marco Diana, inoltre, sempre in occasione<br />

della Festa della Vittoria, ha presenziato a<br />

Selargius ad una cerimonia in ricordo dei Caduti<br />

organizzata dall’autorità comunale.<br />

A questo punto, parafrasando un vecchio e noto<br />

detto popolare, potremmo chiudere queste brevi<br />

note di cronaca dicendo: E, forse, se continueranno<br />

così, a breve termine, non saranno<br />

neanche più tanto pochi! Complimenti, comunque,<br />

al Presidente Mori Ubaldini e ai suoi valenti<br />

collaboratori.<br />

ANTTOR<br />

I <strong>Granatieri</strong> sardi al Raduno di Jesi. Da sinistra: Rodolfo Mori<br />

Ubaldini, Marco Diana, Giorgio Caddeo, Renzo Carta, Silvano<br />

Almerighi.<br />

Rinnovi o conferme delle cariche associative<br />

CENTRI REGIONALI<br />

24.09.<strong>2005</strong> – Centro Regionale del Friuli – Venezia Giulia<br />

Presidente: Nicola PUNTIN; Vice Presidente: Daniele ZULIAN,<br />

Segretario: Graziano VALDEMARIN (nominato dal Presidente).<br />

30. 10.<strong>2005</strong> – Centro Regionale Abruzzo<br />

Presidente: Giovanni SCARPELLI; vice Presidente: Vincenzo<br />

D’ORAZIO; Segretario: Salvatore CARMIGNANI.<br />

10.11.<strong>2005</strong> – Centro Regionale Toscana<br />

Presidente: Gian Luigi LE DIVELEC LEMMI; vice Presidente: Rolando<br />

BERTOLINI; Segretario: Eolo GRASSO.<br />

12.11.<strong>2005</strong> – Centro Regionale Lombardia<br />

Presidente: Mario BOVATI; vice Presidente: Roberto BONINI.<br />

19.11.<strong>2005</strong> – Centro Regionale Lazio<br />

Presidente: Gianfranco SORB I; vice Presidente: Enrico MA-<br />

LIZIA.<br />

06.12.<strong>2005</strong> – Centro Regionale Puglia<br />

Presidente: Giovanni Di Biase<br />

CENTRI PROVINCIALI<br />

02.06.<strong>2005</strong> – Centro Provinciale di Pescara<br />

Presidente: Enrico DE PASCALE<br />

04.06.<strong>2005</strong> – Centro Provinciale di Verona<br />

Presidente: Giuseppe TOFFANIN<br />

12.06.<strong>2005</strong> – Centro Provinciale di Alessandria<br />

Presidente: Romeo BETTARELLO<br />

15.10.<strong>2005</strong> – Centro Provinciale di Pordenone<br />

Presidente: Renzo ROS<br />

30.10.<strong>2005</strong> – Centro Provinciale di Chieti<br />

Presidente: Antonio GIOVANNELLI<br />

07.11.<strong>2005</strong> - Centro Provinciale di Modena<br />

Presidente: Gian Marco ANDREOTTI; vice Presidente: Gilberto<br />

BERGONZINI.<br />

12.11.<strong>2005</strong> – Centro Provinciale di Milano<br />

Presidente: Enrico MEZZENZANA.<br />

SEZIONI<br />

O5.01.<strong>2005</strong> – Sezione di S. Bonifacio (VR)<br />

Presidente: Efisio FRANCO<br />

03.05.<strong>2005</strong> – Sezione di Lucca<br />

Presidente: Filiberto LUNARDI; Consiglieri: Livio BORELLI,<br />

Eraldo CATELLI, Arturo VIANI; Segretario: Rolando BERTOLINI.<br />

25.05.<strong>2005</strong> – Sezione di Spoleto(TR)<br />

Presidente Onorario: Giovanni ANTONELLI<br />

Presidente: Giuseppe MORICHELLI; Vice Presidente Giampietro<br />

PASCUCCI; Consiglieri: Enrico PICCIONI, Tiberio MATTIOLI,<br />

Nello MASSARI; Segretario: Gabriele GRADASSI; Tesoriere:<br />

Gian Paolo PAPI.<br />

04.06.<strong>2005</strong> – Sezione di Verona<br />

Presidente: Roberto PELLEGRINI; Vice Presidente: Oreste BER-<br />

TAGNOLI; Consiglieri: Erasmo GREZZANI; Massimo MOS-<br />

SENTA; Segretario Paolo CRISTIANI.<br />

19.06.<strong>2005</strong> – Sezione di Pisa<br />

Presidente: Piero CORTI; Consiglieri: Alfredo MARCHI, Vittorio<br />

BARSANTI, Roberto BASSONI.<br />

23.10.<strong>2005</strong> – Sezione di Mantova<br />

Presidente: Roberto BONINI; Vice Presidente: Paolo MORTONI;<br />

Segretario: Daniele NORASSI; Consiglieri: Secondo MARA-<br />

NINI; Giovanni BUSSELLI.<br />

28.10.<strong>2005</strong> – Sezione di Napoli<br />

Presidente: Carmine LEPORE; vice Presidente: Vincenzo CAN-<br />

DURRO; Consiglieri: Antonio CANDURRO, Benito RIZZO; Segretario:<br />

Marcello PONZI.<br />

30.10.<strong>2005</strong> – Sezione di Urgnano<br />

Presidente: Luigi MOMBRINI; vice Presidente: Luigi GUAR-<br />

NIERI; Consiglieri: Pietro SEGHEZZI, Agostino DRAGO, Francesco<br />

FERRI; Segretario: Franco BRUGALI.<br />

05.11.<strong>2005</strong> – Sezione di Udine<br />

Presidente : Francesco URSIC<br />

05.11.<strong>2005</strong> – Sezione di Castelfranco Emilia<br />

Presidente: Renzo BALLESTRAZZI; vice Presidente: Ruffino<br />

ROSSI.<br />

07.11.<strong>2005</strong> – Sezione di Modena<br />

Presidente: Gian Marco ANDREOTTI; vice Presidente: Gilberto<br />

BERGONZINI; Consiglieri: Paolo CASOLARI, Albano CAVIC-<br />

CHIOLI, Remo GIUSTI; Alfiere: Andrea GUIZZARDI.<br />

15.11.<strong>2005</strong> – Sezione di Vignola<br />

Presidente: Enzo PRINI; vice Presidente: Ennio MOZZARELLI;<br />

Consigliere: Enio MAESTRI.


SFILERANNO SEMPRE CON LE NOSTRE COLONNELLE<br />

La rubrica “Sfileranno sempre con le nostre colonnelle” è finalizzata a ricordare i soli soci dell’<strong>Associazione</strong> che<br />

hanno lasciato questo mondo per ritornare alla casa del Padre. Si sottolinea: I SOLI SOCI.<br />

Chi segnala il triste evento per la pubblicazione, dovrà comunicare le seguenti informazioni necessarie per la stesura<br />

del necrologio:<br />

Sezione d’appartenenza; Data di nascita e di morte; Motivi del decesso; Reparto <strong>Granatieri</strong> nel quale il defunto<br />

ha prestato servizio; Eventuali campagne di guerra e decorazioni ricevute; Eventuali cariche associative rivestite.<br />

E’ opportuno, inoltre, che venga inviata una foto originale del defunto e non, come spesso avviene, fotocopie o<br />

copie riprese da giornali. Tutti i testi, comunque, non supereranno le 12 righe, salvo le eccezioni che si potranno<br />

avere a insindacabile giudizio della Redazione.<br />

La Redazione, infine, sarà particolarmente grata a chi, avendone la possibilità, invierà un’offerta come, del resto,<br />

è previsto dal comma 5 dell’articolo 13 del Regolamento dell’<strong>Associazione</strong>.<br />

Francesco Reineri<br />

FRANCESCO REINERI<br />

Sezione di Fossano<br />

Apparteneva alla classe 1920 e,<br />

come tale, partecipò, con i<br />

<strong>Granatieri</strong> al secondo conflitto<br />

mondiale prima sul Fronte<br />

Occidentale e poi su quello grecoalbanese.<br />

Associato fedelissimo, animato da<br />

un chiaro spirito granatieresco,<br />

sempre disponibile a partecipare a<br />

tutte le iniziative, era entrato<br />

nell’<strong>Associazione</strong> nel 1964. Nella<br />

vita civile, fu ottimo padre di famiglia<br />

e oculato manager della sua<br />

azienda.<br />

Al rito funebre di saluto erano presenti,<br />

uniti al dolore dei famigliari,<br />

numerosi granatieri delle Sezioni di<br />

Fossano e Mondovì e il Presidente<br />

del C.P. di Cuneo, granatiere Italo<br />

Rulfi.<br />

ROBERTO BOLZANI<br />

Sezione di Torino<br />

Il 21 settembre <strong>2005</strong>, dopo una<br />

breve ma purtroppo dolorosa e<br />

inesorabile malattia, ci ha lasciato.<br />

Era della classe 1931 ed era iscritto<br />

all’ANGS dal 20 agosto 1956 rivestendo,<br />

per più di venti anni, la carica<br />

di Segretario della Sezione.<br />

Era stimato da tutti coloro che lo<br />

conoscevano, sia nell’ambiente<br />

granatieresco sia in quello cittadino.<br />

Prova ne è il risalto dato dalla<br />

stampa locale alla sua dipartita e il<br />

gran numero di <strong>Granatieri</strong> che<br />

Roberto Bolzani Enzo Faugno Augusto Pastorelli Leonello Moro<br />

hanno partecipato al rito funebre di<br />

saluto.<br />

Un necrologio, pubblicato da “La<br />

Stampa”, così lo ricorda con le parole<br />

suggerite della vedova, gentile<br />

signora Maria Teresa: «Morbo subdolo<br />

e crudele s’è portato via<br />

Roberto Bolzani, granatiere di<br />

Sardegna un uomo buono ...». Con<br />

queste belle parole, vogliamo<br />

anche noi unirci al dolore dei famigliari<br />

e dei commilitoni granatieri.<br />

ENZO FAUGNO<br />

Sezione di Pescara<br />

Si è spento serenamente il giorno 8<br />

<strong>ottobre</strong> <strong>2005</strong>, con il conforto dei<br />

suoi cari, all’età di 86 anni. Aveva<br />

preso parte, nei ranghi del 3°<br />

<strong>Granatieri</strong>, alla guerra d’Albania<br />

subendo l’amputazione degli atri inferiori.<br />

Era un granatiere convinto,<br />

sempre vicino alle attività del sodalizio<br />

al quale era iscritto, in qualità<br />

di socio fondatore della Sezione, dal<br />

maggio del 1962.<br />

I commilitoni di Pescara, tramite il<br />

loro Presidente, granatiere Carlo<br />

Isacco, si uniscono al dolore della<br />

moglie, gentile signora Tosca, del figlio,<br />

avvocato Massimo, della nuora<br />

Rosalba e dei nipoti Kavin e Ricky.<br />

AUGUSTO PASTORELLI<br />

Sezione di Vignola<br />

Apparteneva alla classe 1921 ed<br />

aveva combattuto, sul fronte jugos-<br />

lavo, nei ranghi del 2° Reggimento.<br />

Era Presidente onorario del Centro<br />

Provinciale di Modena e Presidente<br />

della Sezione di Vignola, da lui fondata<br />

oltre cinquant’anni fa.<br />

Nell’ambito associativo si è sempre<br />

distinto per l’impegno e l’instancabile<br />

attività realizzativa. Da dirigente<br />

illuminato, aveva favorito<br />

l’inserimento nei quadri associativi<br />

di elementi giovani con i quali ha<br />

sempre mantenuto un ottimo rapporto.<br />

E’ stato sempre presente, fino agli<br />

ultimi giorni della sua esistenza terrena,<br />

a tutte le manifestazioni sia in<br />

ambito locale sia in quelle a carattere<br />

nazionale.<br />

Anche nel Raduno di Jesi, il suo lavoro<br />

è stato fondamentale per assicurare<br />

la partecipazione dei granatieri<br />

modenesi. E’ venuto a mancare<br />

il 16 <strong>ottobre</strong> scorso. Al rito funebre<br />

di saluto hanno partecipato<br />

numerosi granatieri, fra i quali segnaliamo<br />

il generale Pellegrini e il<br />

Presidente del CP Mantova, Bonini.<br />

I granatieri modenesi si associano<br />

al dolore dei famigliari.<br />

LEONELLO MORO<br />

Sezione di Meolo<br />

Appartenente alla Classe 1917 e<br />

Segretario della Sezione fin dal<br />

1966, anno della fonazione, il<br />

giorno 23 novembre <strong>2005</strong> è venuto<br />

a mancare all’affetto dei suoi cari e<br />

dei commilitoni.<br />

<strong>ottobre</strong> - <strong>dicembre</strong> <strong>2005</strong> 37


SFILERANNO SEMPRE CON LE NOSTRE COLONNELLE<br />

Giuseppe Cenzon Giuseppe Zulian Aibano Tomasini Tomaso Aurelio Visentin Luigi Menini<br />

Alle esequie funebri hanno partecipato,<br />

con le rispettive Colonnelle, il<br />

Presidente della provincia di<br />

Venezia e della Sezione di Eraclea,<br />

Lino Marian, il Presidente della<br />

Sezione di Musile di Piave, Rino<br />

Lorenzon, e i granatieri della sezione<br />

di appartenenza accompagnati<br />

dal Presidente, Angelo<br />

Bortoletto.<br />

GIUSEPPE CENZON<br />

Sezione di Cittadella<br />

Era residente a Carmignano di<br />

Brenta. Nato il 27 agosto del ’25 è<br />

deceduto il 25 maggio del corrente<br />

anno. E’ ritornato alla “casa del<br />

Padre” dopo una lunga malattia<br />

sopportata con rassegnazione e<br />

coraggio, assistito amorevolmente<br />

dalla moglie e dai suoi sette figli.<br />

Granatiere aperto e generoso, ha<br />

partecipato alla vita della sezione<br />

con entusiasmo ed orgoglio fino a<br />

quando il suo stato di salute lo ha<br />

consentito. I commilitoni si uniscono<br />

al dolore della famiglia.<br />

GIUSEPPE ZULIAN<br />

Sezione di Cittadella<br />

Nato il 20 aprile del 1915, è deceduto<br />

a San Martino di Lipari il 18<br />

luglio <strong>2005</strong>. Era orfano di Guerra<br />

della Grande Guerra. Venne arruolato<br />

nel 2° Reggimento <strong>Granatieri</strong><br />

e partecipò a tutti i cicli bellici cui<br />

partecipò tale reggimento, fino<br />

alla Difesa di Roma del 1943.<br />

Persona semplice e allegra,<br />

benché afflitto da numerosi malanni<br />

dovuti all’età, con il suo inseparabile<br />

bastone era sempre<br />

presente alle manifestazioni associative.<br />

Tutti lo ricordano, al<br />

Raduno nazionale di Cuneo<br />

quando, a bordo di un automezzo<br />

militare, incitava il pubblico alzando<br />

le mani in segno dell’entusiasmo<br />

di essere Granatiere.<br />

38 <strong>ottobre</strong> - <strong>dicembre</strong> <strong>2005</strong><br />

ALBANO TOMASINI TOMASO<br />

Sezione di Pordenone<br />

Appartenente alla classe 1931, è venuto<br />

a mancare all’affetto dei suoi<br />

cari e dei commilitoni granatieri il<br />

21 <strong>ottobre</strong> <strong>2005</strong>.<br />

In vita, è stato per molti anni<br />

Presidente della Sezione ANGS,<br />

sempre attivo, presente e pieno di<br />

entusiasmo. La sua ultima uscita associativa,<br />

costretto su una sedia a<br />

rotelle, è stata nel Raduno di<br />

Cuneo.<br />

I commilitoni hanno partecipato al<br />

lutto della famiglia, partecipando al<br />

rito funebre di commiato.<br />

AURELIO VISINTIN<br />

Sezione di Gorizia<br />

Nato il 10 settembre del 1923, poteva<br />

essere considerato un granatiere<br />

della “Vecchia Guardia” che,<br />

fra l’altro, partecipò alla Difesa di<br />

Roma. Per tutta la vita è stato orgoglioso<br />

di aver indossato i bianchi<br />

Alamari anche quando, dopo la<br />

guerra, indossò l’uniforme del<br />

Corpo Forestale dello Stato.<br />

Per parecchi anni è stato Presidente<br />

della Sezione ANGS, e negli ultimi<br />

tempi anche Presidente provinciale.<br />

Ci ha lasciato, dopo diversi<br />

mesi di ospedale sopportati con dignità,<br />

il giorno 5 <strong>ottobre</strong> <strong>2005</strong>. Alle<br />

esequie ha partecipato il<br />

Presidente del CR FVG, Nicola<br />

Putin e una delegazione di granatieri<br />

della provincia di Pordenone.<br />

La sua ripartita, quale Presidente<br />

dei <strong>Granatieri</strong> di Sardegna, è stata<br />

annunciata anche dalla stampa locale.<br />

LUIGI MENINI<br />

Sezione di Villabartolomea<br />

Il 26 settembre <strong>2005</strong>, esattamente a<br />

81 anni della nascita avvenuta nello<br />

stesso giorno del 1924, è “andato<br />

avanti”, come diceva Padre Chiti<br />

del quale era stato amico. “Rimarrà<br />

sempre nei nostri cuori l’amore<br />

che hai avuto per noi”, recita un<br />

versetto nella foto ricordo; in effetti,<br />

la frase ben si attaglia a questo<br />

bravo Granatiere che ha lasciato un<br />

vuoto nel cuore dei parenti e dei<br />

commilitoni. Era iscritto alla<br />

Sezione dal lontano 1951 e una<br />

rappresenta di soci, con la<br />

Colonnella, ha partecipato al rito<br />

funebre di saluto.<br />

GINO SAVIGNI<br />

Sezione di Castelfranco Emilia<br />

Era della classe 1916 e, come tale,<br />

aveva preso parte, da granatiere,<br />

alle varie vicende belliche che interessarono<br />

la sua generazione. Era<br />

iscritto all’<strong>Associazione</strong> dal 1972.<br />

Il Presidente Gilberto Bergonzini si<br />

è reso interprete di tutti i commilitoni<br />

in congedo che partecipano<br />

commossi al lutto dei famigliari.<br />

Senza foto<br />

MARIO PALTRINIERI<br />

Sezione di San Felice sul Panaro<br />

Il Presidente della Sezione comunica<br />

la dipartita di questo bravo<br />

granatiere verso la casa del Padre<br />

e, a nome di tutti gli iscritti, porge<br />

le più sentite condoglianze ai famigliari.<br />

Senza foto<br />

La Presidenza <strong>Nazionale</strong><br />

dell’A.N.G.S. e la Redazione de:<br />

IL GRANATIERE si associano al<br />

dolore dei familiari ai quali<br />

rinnovano le più sentite condoglianze<br />

e l’invito a continuare,<br />

nel ricordo dei cari granatieri<br />

Scomparsi, ad essere vicini<br />

alle loro Sezioni.

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