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SS - Mare Nostrum

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LA PROVINCIA DI SA<strong>SS</strong>ARI<br />

provincia<br />

<strong>SS</strong><br />

superficie 428.214 ettari, comuni 66, abitanti 322.326<br />

Presidente Alessandra Giudici<br />

sede: Piazza d’Italia, 31 - 07100 Sassari tel. 079 2069000<br />

SA<strong>SS</strong>ARI<br />

Alghero<br />

Anela<br />

Ardara<br />

Banari<br />

Benetutti<br />

Bessude<br />

Bonnanaro<br />

Bono<br />

Bonorva<br />

Borutta<br />

Bottidda<br />

Bultei<br />

Bulzi<br />

Burgos<br />

Cargeghe<br />

Castelsardo<br />

Cheremule<br />

Chiaramonti<br />

Codrongianos<br />

Cossoine<br />

Erula<br />

Esporlatu<br />

Florinas<br />

Giave<br />

Illorai<br />

Ittireddu<br />

Ittiri<br />

Laerru<br />

Mara<br />

Martis<br />

Monteleone Rocca Doria<br />

Mores<br />

Muros<br />

Nughedu S. Nicolò<br />

Nule<br />

Nulvi<br />

Olmedo<br />

Osilo<br />

Ossi<br />

Ozieri<br />

Padria<br />

Pattada<br />

Perfugas<br />

Ploaghe<br />

Porto Torres<br />

Pozzomaggiore<br />

Putifigari<br />

Romana<br />

S.Maria Coghinas<br />

Sassari<br />

Sedini<br />

Semestene<br />

Sennori<br />

Siligo<br />

Sorso<br />

Stintino<br />

Tergu<br />

Thiesi<br />

Tissi<br />

Torralba<br />

Tula<br />

Uri<br />

Usini<br />

Valledoria<br />

Viddalba<br />

Villanova Monteleone<br />

LEGENDA LEGENDE LEGEND<br />

superstrada, con uscita Schnellstraße, mit<br />

Ausfahrt motorway, with exit<br />

strada a percorrenza veloce, senza spartitraffico<br />

Einbahnige Schnellstraße rapid way<br />

strada statale Bundesstraße<br />

hightway<br />

strada asfaltata Asphaltierte Straße<br />

paved road<br />

strada non asfaltata Nicht asphaltierte Straße<br />

unpaved road<br />

distanze chilometriche Entfemungen in<br />

Kilometer<br />

distances in km<br />

traghetto Fähre<br />

ferry-boat<br />

linea di navigazione Schiffahrtslinie<br />

motorship-line<br />

faro, fanale Leuchtturm, feuer<br />

lighthouse, beacon<br />

porto Hafen<br />

port<br />

ferrovia, con stazione Einsenbahn, mit Bahnohof<br />

railway, with station<br />

aeroporto Flughafen<br />

airport<br />

campeggio Zeltplatz<br />

camping<br />

rifugio montano Berghütte<br />

mountain hotel<br />

nuraghe nuraghe<br />

nuraghe<br />

zona archeologica Ausgrabungsstätte<br />

archeological excavation<br />

torre Turn<br />

tower<br />

rocca Schloß, Burg<br />

castel, fortress<br />

Abbazia Abtei<br />

abbey<br />

grotta Höhle<br />

cavern<br />

spiaggia attrezzata Bewachter<br />

strand guarded beach<br />

confine di provincia<br />

Provinzgrenze<br />

provincial boundary<br />

acque Gewässer<br />

waters<br />

monte Berg mount<br />

altitudine Höhe<br />

spot elevation<br />

bosco Wald<br />

wood<br />

parco naturale Naturpark<br />

natural park<br />

59<br />

© Copyright <strong>Mare</strong> nostrum editrice. Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata dalla legge. Nessuna parte di questa cartina può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dell’editore.


VELE<br />

LATINE<br />

Il veliero Miriella,<br />

classe 1898, sfila<br />

veloce davanti<br />

all'isola di<br />

Maddalena.<br />

C U L T U R A E S T O R I A<br />

Testo e foto di Antonio Mannu<br />

C<br />

ome d'abitudine il calendario sardo di regate dedicate alla vela latina, l'affascinante<br />

armo tradizionale delle barche da pesca costiera e di piccolo cabotaggio del Mar<br />

Mediterraneo, è, anche in questo 2007, particolarmente nutrito, a dimostrazione che<br />

la Sardegna continua ad essere la vera patria del rinascimento di questa splendida<br />

specialità. L'esordio si è avuto il 19 e 20 maggio ad Olbia con la Regata della Saurra,<br />

organizzata dalla sezione olbiese della Lega Navale Italiana e dall'Associazione Vela<br />

Latina di Olbia. E' questa l'unica manifestazione di cui siamo in grado di raccontare i<br />

risultati, poichè conclusa prima della chiusura di questo numero della rivista. La vittoria<br />

assoluta é andata alla lancetta sulcitana Shardana, che ha<br />

vinto anche nella sua classe; il Leone di Gallura di Leo Rossi,<br />

dell'Associazione Vela Latina di Olbia, primo tra i gozzi, grazie alla terza vittoria<br />

consecutiva si è aggiudicato definitivamente il Trofeo Challenge<br />

Ministero dell'Ambiente, in palio tra imbarcazioni di stanza nel comune di<br />

Olbia. Il Trofeo Andrea Campesi, messo in palio dalla famiglia del mitico<br />

nostromo del Marina di Porto Rotondo, destinato all'ultimo classificato, é<br />

andato invece ad un'altra barca olbiese, il Nonno Peppe. Tra le lance si è piombo<br />

imposta Lavinia Mia e nella classe gozzetti vittoria dello scafo stintinese<br />

Maschjarana. Si è proseguito il 27 maggio a Porto Torres con la Regata del<br />

Pescatore, organizzata dalla locale Associazione di Vela Latina in occasione dei festeggiamenti per i Santi<br />

Martiri, Gavino, Proto e Gianuario, patroni dell'antica Turris Lybissonis. Si tratta di una regata/rievocazione storica<br />

che prevede una partenza da riva, con le barche<br />

spiaggiate, poppa sulla sabbia e vele chiuse; l’equipaggio<br />

sta tutto a bordo, tranne uno dei regatanti<br />

che, presa con se una virtuale attrezzatura da pesca,<br />

parte da terra spingendo la barca e salendovi lestamente<br />

a bordo. Raggiunte le acque libere si armano<br />

i remi e si voga fino a raggiungere la “zona di pesca”.<br />

Qui si getta un peso a mare, assicurato ad un galleggiante,<br />

che rappresenta l'attrezzatura da pesca; tutto<br />

ciò viene recuperato dopo la prova velica, che si<br />

effettua raggiungendo, sempre a remi, il punto stabilito<br />

dal comitato di regata per dare vela. Issate le<br />

vele, si gira attorno ad un triangolo e si fa rientro<br />

verso il “punto di pesca” dove si recupera il segnale<br />

lasciato a mare, si serrano le vele e, a remi, si torna<br />

verso la spiaggia dove tutto ha preso il via. Un po'<br />

"giochi senza frontiere" ma sicuramente uno spettacolo<br />

godibile per chi lo ha seguito da terra e per i<br />

partecipanti. A giugno si è cominciato a far sul serio,<br />

con un appuntamento importante e di respiro nazionale:<br />

dal 7 al 10 del mese La Maddalena ha ospitato<br />

la terza edizione del Campionato Nazionale di Vela<br />

Latina, disputato in una cornice ideale, in quella che<br />

è ormai di diritto la patria dei grandi vascelli armati<br />

con l'elegante attrezzatura latina. La manifestazione<br />

è stata organizzata dalla sezione locale della Lega<br />

Navale Italiana, in collaborazione con<br />

l'Associazione Velieri di La Maddalena, con il supporto<br />

tecnico dell' Associazione Italiana Vela Latina,<br />

sotto l’egida della Federazione Italiana Vela. E' stata<br />

patrocinata dalla Regione Autonoma della Sardegna,<br />

dalla Provincia di Olbia-Tempio, dal Comune di La<br />

Maddalena, dalla Marina Militare, dalla Capitaneria<br />

di Porto, dal Consorzio del Parco di La Maddalena,<br />

dal Panathlon di La Maddalena, dall' Istituto Tecnico<br />

Nautico e dalla Pro Loco maddalenini,<br />

dall'Associazione Recupero Imbarcazioni d’Epoca. A<br />

fine mese era previsto un po' di affollamento: il 23 e<br />

24 giugno ad Alghero si è disputato il Trofeo San<br />

Lunga dieci metri il<br />

Bombresso ed antenna<br />

del Machiavelli risplendono<br />

nella calda<br />

luce del tramonto.<br />

Machiavelli fu costruita per<br />

il trasporto del minerale di


Il gozzo Leone di<br />

Gallura, vittorioso nella<br />

sua classe all'ultima<br />

edizione della Regata<br />

della Saurra.<br />

62<br />

C U L T U R A E S T O R I A<br />

Joan, organizzato dallo Yacht Club Alghero; in concomitanza, dal 22 al 24, l'Associazione Vela Latina Porto<br />

Torres ha organizzato la tradizionale Bordeggiata a Vela Latina; domenica 24 regata latina anche a Calasetta,<br />

sull'isola di Sant'Antioco. Forse un po' troppo, in particolare per il nord Sardegna. Nel primo fine settimana<br />

del mese successivo, ancora una concomitanza: il 7 e l'8 luglio a Cagliari, per le cure dello Yacht Club Cagliari,<br />

trofeo Kalaris, in concomitanza, a Stintino, organizzato dalla L.N.I. Golfo Asinara, Il viaggio del Postale e la<br />

regata detta del "Postalino". Il fine settimana successivo, 14 e 15 Luglio, il Windsurf e Vela Club di Portoscuso<br />

organizza la "Rotta delle Tonnare". A fine mese ancora un doppione: il 28 e 29 luglio il Circolo Nautico<br />

Calasetta organizza il Trofeo Città di Calasetta, mentre la L.N.I. di Olbia e la locale Associazione Vela Latina<br />

curano insieme la realizzazione del trofeo Re di Tavolara. Agosto moglie mia... dice il proverbio, ed in effetti<br />

il nutrito calendario di eventi velici in salsa latina contribuisce a dar ragione all'antico e un poco sciovinista<br />

luogo comune che voleva le mogli nemiche giurate e assai gelose dell'amante lignea e curva del proprio consorte:<br />

la barca. Per fortuna ora i tempi son cambiati ed oggi sono numerose le donne e le mogli che si godono<br />

i piaceri della navigazione e delle regate. Il 4 e 5 Agosto a Sant'Antioco l'Associazione Marinai d'Italia organizza<br />

il Trofeo Presidente della Regione Sardegna; si prosegue a Carloforte, sempre nel Sulcis, l'11 ed il 12<br />

con il Trofeo Giuseppe Covacivich, un grande appassionato di vela, comunque declinata e quindi anche latina.<br />

Poi ci si sposta al nord, sempre sulla costa occidentale, e si raggiunge Alghero dove, il 18 e il 19 Agosto,<br />

la sezione locale della Lega Navale Italiana organizza la Regata di Sant'Elm. La settimana successiva ci troviamo<br />

ancora di fronte ad un affollamento forse eccessivo: dal 23 al 26 agosto Stintino ospita la venticinquesima<br />

edizione della Regata della Vela Latina-Trofeo Presidente della Repubblica, la più longeva manifestazione<br />

dedicata all'armo sia in Sardegna che nell'intero Mediterraneo. E' organizzata dall'AveLa Tradizionale. Nel fine<br />

settimana a Bosa il locale circolo nautico organizza il Trofeo Città di Bosa. Settembre poi verrà, diceva una<br />

canzone, ed il mese si apre a Stintino, dove l'1 ed il 2 il Circolo Nautico Torres, che è il più anziano sodalizio<br />

nautico della Sardegna, fondato nell'immediato dopoguerra, mette in campo la seconda edizione della Regata<br />

di Stintino, abbinata al Trofeo Antonio Addis, un grande e competente appassionato dell'armo, tra gli indiscussi<br />

protagonisti della sua conservazione e della sua rinascita. Si salta quindi al penultimo fine settimana del<br />

mese della vendemmia e ci si sposta di nazione, si va addirittura in Francia, ops, in Corsica, in acque che non<br />

sono mai state davvero francesi o italiane, ma piuttosto franche, acque di contrabbando. Ed è da questa storia,<br />

oramai tramontata con la nascita dell'Europa unita, che prende il nome questa manifestazione bonifacina,<br />

che si terrà il 21 ed il 22 di settembre: Route des Contrebandiers. E' organizzata dagli sforzi congiunti<br />

dell'Associazione Latina Mora e dell'AIVel, l'associazione di classe di vela latina, che ha in Sardegna il maggior<br />

numero di associati e la sede ufficiale. Il mese si chiude con una tre giorni ancora di respiro internazionale,<br />

che sposterà di poco la flotta dei gozzi e delle lance: dal 27 al 30 lo Yacht Club Porto Rotondo organizza<br />

il 3° Campionato del Mediterraneo di Vela Latina. Arriva ottobre mese di abbadu e di vinetta, quella bevanda<br />

moderatamente alcolica che si ottiene sciacquando le vinacce fermentate con acqua buona da bere. Vinetta<br />

è sostantivo tabarkino e ligure, ed infatti il 6 ed il 7 di questo mese autunnale la Lega Navale Italiana di<br />

Carloforte organizza il Trofeo Peppino Ferrando e la Vinetta Cup. Passa una settimana e si passa da isola nell'isola<br />

ad isola nell'isola: da Carloforte a La Maddalena, dove si regatta per due settimane consecutive: il 13<br />

ed 14 di ottobre si tiene il Trofeo di Mezzo Passo, il 20 ed 21 del mese il Trofeo Domenico Millelire, il coraggioso<br />

maddalenino che fermò il giovane Napoleone Bonaparte, allora appena colonnello, nel suo tentativo di<br />

conquistare l'isola. Entrambe le manifestazioni son organizzate dalla L.N.I. La Maddalena. Il calendario si<br />

chiude a Porto Rotondo il 27 ed il 28 di ottobre. Lo Y.C.P.R. presenta "Vele latine a Porto Rotondo". A molte di<br />

queste regate parteciperà la bilancella carlofortina Machiavelli, oggi di stanza a Porto Torres. Si tratta quasi di<br />

sicuro della vela latina con più anni sotto la chiglia, di tutto il Mediterraneo e probabilmente di una delle più<br />

longeve imbarcazioni della penisola italiana tuttora naviganti. La sua storia comincia nell’Isola di San Pietro<br />

nel lontano 1869. In quell’anno il mastro d’ascia Giuseppe Biggio “du Gastordi”, all’epoca 37enne, varò l’imbarcazione,<br />

battezzandola col nome dell’illustre fiorentino per un motivo di natura strettamente venale: una<br />

A bordo del veliero<br />

maddalenino Nuovo<br />

Aquilone. Manovrare<br />

le vele di una grande<br />

barca a vela latina non<br />

è cosa semplice, specie<br />

in condizioni di<br />

vento fresco. A bordo<br />

si lavora ancora essenzialmente<br />

a<br />

sola forza di braccia,<br />

con l'aiuto di qualche<br />

bozzello e paranco.<br />

Non troverete a bordo<br />

traccia dei "coffe grinder",<br />

i cosiddetti macinini<br />

da caffè, potenti verricelli<br />

in genere manovrati<br />

da una coppia di<br />

robusti marcantoni.<br />

63


Una cima d'antico<br />

sapore raccolta in bell'ordine<br />

sulla coperta<br />

del Machiavelli.<br />

Il gozzetto Maria<br />

Grazia in bonaccia<br />

feroce nelle acque<br />

maddalenine.<br />

64<br />

C U L T U R A E S T O R I A<br />

legge del Regno d’Italia prevedeva infatti un contributo economico a favore di coloro che davano il nome di<br />

italiani eminenti ad un’imbarcazione. Lunga dieci metri il Machiavelli fu costruita per il trasporto del minerale<br />

di piombo, la cosidetta "galanza", dalle vicine miniere di Masua, Irgurtosu, Gennamari, Nebida ed altre,<br />

tutte poste sulla terra ferma. Dalle miniere il materiale veniva portato a Carloforte, porto sicuro per i grandi<br />

bastimenti, provenienti dalla penisola, che trasportavano poi il minerale alla destinazione finale. L’utilizzo<br />

delle bilancelle, era reso necessario dalla conformazione costiera delle zone minerarie. L’unico modo per caricare<br />

il minerale era quello di accostarsi il più possibile alle spiagge aperte, raggiungere la battigia per mezzo<br />

di lunghe e strette tavole e, con l’ausilio di ceste, portare a bordo il minerale. Le barche venivano stivate all’inverosimile,<br />

a volte anche oltre la sicurezza, e non sono mancati i casi di perdite di imbarcazioni e di vite<br />

umane lungo quel tratto di costa che può diventare tutto a un tratto infido per via del maestrale. Il Machiavelli,<br />

oltre a trasportare la “galanza” dalle coste vicine, si diede anche al traffico di terraglie dalla lontana isola di<br />

Malta e fu la prima imbarcazione carlofortina a raggiungere l’isola, impresa non di poco conto per una bilancella<br />

di 12 tonnellate e di soli 10 metri di lunghezza. La barca fu quindi acquistata da un mugnaio, noto<br />

"Serafinu u mugnà", il quale le mutò il nome, ribattezzandola "Battista figlio" e la adibì al trasporto del grano.<br />

Ne ritroviamo tracce negli anni precedenti il secondo conflitto mondiale quando, comandata da Serafino<br />

D'Amico, usava trasportare materiali per l'edilizia da e per Sant'Antioco. Molto probabilmente fu in quel<br />

periodo che sull'imbarcazione venne montato un motore svedese: marca Bolinderis, tipo W3-M-15. Nel 1964<br />

il nostro Machiavelli passa ancora di mano e muta nome, viene chiamata “Testuggine”, e subisce dei cambiamenti<br />

importanti ad opera dei nuovi proprietari, tali Livio Marceddu e Mario Poddine. Il glorioso armo latino<br />

viene sostituito da una velatura di tipo marconi, nasce una grande tuga con le sue cabine, e la Machiavelli-<br />

Testuggine diventa una barca da diporto. Dal 1985 al 1987 altro passaggio: diventano armatori Luciano<br />

Carboni e Salvatore Uggias, che continuano ad usarla come panfilo. Nell’87 viene venduta ad Arturo<br />

Cappellini, sempre col nome di “Testuggine”, che ne rimane proprietario sino al novembre 2004. Viene quindi<br />

acquistato da Vincenzo Ginatempo, l'attuale armatore che lo rintracciò mentre cercava la bilancella<br />

"Battista Figlio". Questa barca, presente sino alla fine degli anni '40 a Carloforte, era poi stata venduta e trasferita<br />

a Cagliari. La “Testuggine”, nonostante fosse radicalmente mutata d’aspetto a causa delle sovrastrutture<br />

aggiunte col tempo, conservava le tipiche linee costruttive carlofortine. Il dubbio che potesse non essere il<br />

"Battista Figlio", ma un’altra bilancella sopravvissuta è stato fugato dalle ricerche effettuate sui Registri Navali,<br />

che hanno confermato che si trattava della stessa barca. Si è poi accertato che il "Battista Figlio" altri non era


Machiavelli, nato a<br />

Carloforte nel 1869,<br />

naviga a vele spiegate<br />

davanti al porto di<br />

Stintino.<br />

66<br />

C U L T U R A E S T O R I A<br />

che il "Machiavelli". La barca è stata quindi sottoposta ad un eccellente ed approfondito restauro, eseguito a<br />

Porto Torres presso il cantiere "Costruzioni Navali Golfo dell'Asinara" dei fratelli Di Meglio, rispettando quanto<br />

più possibile, forme, materiali e armo originari. Questo è stato possibile grazie ad una meticolosa ricerca<br />

storica ed iconografica avviata a Carloforte, avvalendosi di vecchie foto, progetti originari d'imbarcazioni analoghe,<br />

traendo spunti e consigli dai mastri d'ascia locali, in special modo da Tonino Sanna, grande esperto di<br />

questa tipologia di imbarcazioni. Le prime operazioni sono state quelle dello smantellamento delle parti<br />

aggiunte nel corso degli anni (tuga, cabine, cuccette, bagno) e della bruciatura ed asportazione dei vari strati<br />

di vernice che erano stati sovrapposti sulle tavole del fasciame. Sono stati quindi individuati i vari tipi di legno<br />

utilizzati e se n’é saggiato lo stato di salute; data la gravità dello stato generale della barca gli interventi necessari<br />

al completo restauro hanno interessato gran parte dell'imbarcazione. Come già detto il Machiavelli è il più<br />

antico battello carlofortino sopravvissuto di quella grande flotta che, già prima della Grande Guerra, superava<br />

le 250 unità. Quasi tutte quelle imbarcazioni sono andate perdute. Per ciò che conosciamo, attualmente sono<br />

soltanto altre tre le imbarcazioni provenienti da quella flotta che navigano ancora: il "Ruggero II", del 1893,<br />

che si trova a Carloforte; il "Maria", del 1895, di stanza a La Maddalena; il “Miriella”, del 1898, anch’essa a<br />

La Maddalena. Machiavelli, in tutto il suo splendore, è stato varato, per un'ennesima volta, nel maggio del<br />

2006.


LA PROVINCIA DI OLBIA TEMPIO<br />

provincia<br />

OT<br />

superficie 339.856 ettari, comuni 26, abitanti 138.334<br />

Presidente Pietrina Murrighile<br />

sedi provvisorie: Palazzo degli Scolopi, Piazza del Carmine - 07029 Tempio Pausania tel. 079 6725701-18 fax 079 6725717<br />

Via Nanni, 17/19 07026 Olbia tel. 0789 5576100-12 fax 0789 21833<br />

OLBIA-TEMPIO<br />

Aggius<br />

Aglientu<br />

Alà Dei Sardi<br />

Arzachena<br />

Badesi<br />

Berchidda<br />

Bortigiadas<br />

Buddusò<br />

Budoni<br />

Calangianus<br />

Golfo Aranci<br />

La Maddalena<br />

Loiri Porto San Paolo<br />

Luogosanto<br />

Luras<br />

Monti<br />

Olbia<br />

Oschiri<br />

Padru<br />

Palau<br />

San Teodoro<br />

Santa Teresa di Gallura<br />

S. Antonio di Gallura<br />

Telti<br />

Tempio Pausania<br />

Trinità d’Agultu<br />

LEGENDA LEGENDE LEGEND<br />

superstrada, con uscita Schnellstraße, mit<br />

Ausfahrt motorway, with exit<br />

strada a percorrenza veloce, senza spartitraffico<br />

Einbahnige Schnellstraße rapid way<br />

strada statale Bundesstraße<br />

hightway<br />

strada asfaltata Asphaltierte Straße<br />

paved road<br />

strada non asfaltata Nicht asphaltierte Straße<br />

unpaved road<br />

distanze chilometriche Entfemungen in<br />

Kilometer<br />

distances in km<br />

traghetto Fähre<br />

ferry-boat<br />

linea di navigazione Schiffahrtslinie<br />

motorship-line<br />

faro, fanale Leuchtturm, feuer<br />

lighthouse, beacon<br />

porto Hafen<br />

port<br />

ferrovia, con stazione Einsenbahn, mit Bahnohof<br />

railway, with station<br />

aeroporto Flughafen<br />

airport<br />

campeggio Zeltplatz<br />

camping<br />

rifugio montano Berghütte<br />

mountain hotel<br />

nuraghe nuraghe<br />

nuraghe<br />

zona archeologica Ausgrabungsstätte<br />

archeological excavation<br />

torre Turn<br />

tower<br />

rocca Schloß, Burg<br />

castel, fortress<br />

Abbazia Abtei<br />

abbey<br />

grotta Höhle<br />

cavern<br />

spiaggia attrezzata Bewachter<br />

strand guarded beach<br />

confine di provincia<br />

Provinzgrenze<br />

provincial boundary<br />

acque Gewässer<br />

waters<br />

monte Berg mount<br />

altitudine Höhe<br />

spot elevation<br />

bosco Wald<br />

wood<br />

parco naturale Naturpark<br />

natural park<br />

69<br />

© Copyright <strong>Mare</strong> nostrum editrice. Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata dalla legge. Nessuna parte di questa cartina può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dell’editore.


Narciso nostrale.<br />

A M B I E N T E<br />

Testo e foto di Fabio Presutti<br />

ITINERARIO<br />

NELL’ISOLA DI<br />

CAPRERA<br />

L’<br />

isola di Caprera, è resa famosa<br />

dal suo illustre abitante e proprietario,<br />

Giuseppe<br />

Garibaldi, il quale dopo varie<br />

visite vi si stabilì definitivamente<br />

nel 1856. Oggi la sua<br />

abitazione, la “Casa Bianca”, è<br />

un museo visitato ogni anno da<br />

migliaia di persone. Ma questa isola granitica,<br />

aspra e selvaggia, battuta per buona parte dell’anno<br />

dai venti, è soprattutto custode di ineguagliabili<br />

bellezze naturali: fazzoletti di fine sabbia raccolti in<br />

piccole insenature bagnate da un mare limpidissimo,<br />

fantasiose rocce scolpite dagli agenti atmosferici, piante<br />

e animali rari dalle antiche origini.<br />

Superata la diga ponte che collega l'isola a La Maddalena si va avanti lasciando alla sinistra il bivio che conduce<br />

al Club Mediterranee. Proseguendo sulla strada principale, a breve distanza dal bivio (1,2 km), troviamo<br />

i cartelli indicanti le direzioni da seguire per arrivare al compendio garibaldino ed al C.E.A. (Centro di<br />

Educazione Ambientale del Parco Nazionale Arcipelago di La Maddalena) di Stagnali. Da qui imbocchiamo la<br />

strada che conduce al borgo di Stagnali, dopo circa 100 mt svoltiamo sulla sinistra, proseguendo verso nord.<br />

Seguendo la strada, dopo 3,1 km si arriva nei pressi dell’Opera Arbuticci dove, lasciata la macchina, ci inoltriamo<br />

per un piccolo sentiero in salita e poco agevole, che ci condurrà alla vecchia<br />

abitazione del custode delle fortificazioni settentrionali dell’isola (Casa Casula)<br />

sita a ridosso di una parete rocciosa. La strada che percorriamo da questo punto,<br />

una carrettiera che serviva per rifornire di armi e viveri i militari, si snoda in una<br />

serie di tornanti in discesa, su un fondo pietroso sul quale è consigliabile camminare<br />

con estrema cautela soprattutto nel periodo invernale, quando i numerosi rigagnoli<br />

rendono il terreno molto scivoloso. Man mano che si scende, si possono scorgere<br />

i fortini e le enormi formazioni granitiche immerse nella macchia mediterranea<br />

composta in prevalenza da: ginepro fenicio (Juniperus phoenicea), mirto<br />

(Myrtus commuis), calicotome (Calycotome villosa), cisto (Cistus monspeliensis),<br />

la borracina azzurra,<br />

fa capolino tra gli<br />

anfratti rocciosi<br />

Gigaro mangiamosche.<br />

Cala Coticcio<br />

controluce.<br />

71


Inizio sentiero per<br />

Candeo.<br />

72<br />

A M B I E N T E<br />

corbezzolo (Arbutus unedo), ed euforbia arborescente (Euphorbia dendroides). Il canto del passero solitario<br />

(Monticola solitarius), del pettirosso di Sardegna (Erithacus rubecula sardus) e dello scricciolo di Sardegna<br />

(Troglodytes troglodytes koenigi) accompagnano gli escursionisti per tutto il percorso. Sono molte le specie di<br />

uccelli che tra queste rocce trovano rifugio e nidificano: il pigliamosche (Muscicapa striata), la magnanina<br />

sarda (Sylvia sarda), il gabbiano reale (Larus cachinnans), il marangone dal ciuffo (Phalacrocorax aristotelis),<br />

la poiana di Sardegna (Buteo buteo arrigonii), il corvo imperiale (Corvus corax) numerosi piccioni selvatici<br />

(Columba livia) e rondini montane (Ptyonoprogne rupestris). Terminato il sentiero principale, giungiamo ad una<br />

piccola banchina dove si può effettuare una sosta e, se la stagione lo consente, fare un bagno nelle acque cristalline.<br />

Da questo punto si prende un sentiero sulla sinistra che si inerpica verso le fortificazioni. Qui la vegetazione<br />

si dirada e la macchia alta lascia il posto alle piante caratteristiche dei rocciai e della gariga: l'aromatico<br />

elicriso (Helichrysum italicum) dai numerosi fiorellini gialli, il becco di gru corso (Erodium corsicum) un<br />

piccolo geranio endemico, la borracina azzurra (Sedum caeruleum) dal vivissimo color rosso che fa capolino<br />

tra gli anfratti rocciosi, e ancora l'asfodelo (Asphodelus microcarpus), la scilla marittima (Urginea maritima) e<br />

il giglio stella (Pancratium illyricum). Da ricordare anche, per gli amanti della buona cucina, la gradita presenza<br />

in autunno-inverno, del saporito Pleurotus ferulae, un fungo che cresce in simbiosi con le radici della ferula<br />

(Ferula communis), molto ricercato dagli isolani e noto con il nome di Sallazzaro. La prima tappa del percorso,<br />

della durata di circa 45 minuti, termina alla Batteria antinave di Candeo. Questa costruzione, risalente<br />

alla seconda guerra mondiale è perfettamente mimetizzata nell'ambiente granitico, ed è caratterizzata da<br />

numerose vedette, ingressi e cunicoli nascosti tra le rocce molto interessanti da visitare. L'itinerario può proseguire,<br />

per i più esperti ed allenati, seguendo la costa verso sud, per raggiungere Cala Coticcio. Va ricordato<br />

che da questo punto in poi, come stabilito dal Regolamento del Parco Nazionale Arcipelago di La<br />

Maddalena, si entra nella zona TA dove l'accesso ai non residenti è consentito solo se accompagnati da Guide<br />

Esclusive del Parco o da personale autorizzato. Questa seconda tappa è molto impegnativa, poiché non esistono<br />

veri e propri sentieri, ma bisogna effettuare un fuoripista tra le rocce e la macchia mediterranea senza allontanarsi<br />

mai dalla costa per evitare zone troppo impervie. Proprio per l'assenza di sentieri, avrete modo di visitare<br />

una delle zone più selvagge di tutto l'Arcipelago, dove la presenza umana è tradita soltanto da due vecchi<br />

ruderi e una vedetta risalenti alla seconda guerra mondiale. La parte iniziale della costa si presenta con<br />

delle scogliere ripide a picco sul mare, dove vivono una miriade di gabbiani reali, marangoni dal ciuffo e<br />

colombi selvatici. Sulla nostra sinistra, per tutta la durata del percorso si ha una stupenda vista sul mare aperto<br />

con in lontananza gli Isolotti dei Monaci. Gli spettacolari tafoni modellati dal vento e dalla pioggia, di cui<br />

è ricca questa zona, oltre ad essere custodi di importanti endemismi della flora come la margherita piccolissima<br />

(Nananthea perpusilla) e la menta di Requien (Mentha requienii), sono anche il riparo di un branco di<br />

capre selvatiche, che pascolano spesso in questa zona alla ricerca di teneri germogli da brucare. Ampi tratti di<br />

alta macchia mediterranea, profonde valli percorse da ruscelli nella stagione delle piogge, ed in primavera pic-<br />

coli prati colorati da orchidee, crochi, romulee, pratoline e narcisi, si intervallano con le rocce granitiche<br />

durante tutto il percorso. Dopo circa due ore di cammino, quando la roccia lascia spazio alla vegetazione, si<br />

incontra un sentiero ben visibile che ci conduce sino a Cala Coticcio. Qui tra le spaccature delle rocce, vivono<br />

due importanti endemismi sardo-corsi: uno appartenente al regno animale, la lucertola di Bedriaga<br />

(Archaeolacerta bedriagae) dal color grigio fumo e dai riflessi blu-verdastri; l'altro, appartenente al mondo<br />

vegetale, il gigaro mangiamosche (Dracunculus muscivorus), una pianta erbacea con una caratteristica infiorescenza<br />

a spadice di colore bruno-violacea emanante un cattivo odore che fiorisce in aprile-maggio. Si segue<br />

il sentiero fino ad un incrocio dove svoltando a sinistra si trova un rudere; da qui inizia una lieve discesa che<br />

attraversa un tratto costeggiato da rocce fino ad arrivare ad una bella baia caratterizzata da grossi ciottoli. A<br />

Marangoni dal ciuffo.<br />

Ginepro tra le rocce.<br />

73


Cala Coticcio.<br />

Lucertola di Bedriaga.<br />

74<br />

A M B I E N T E<br />

sud di questa, dopo pochi minuti arriviamo a Cala Coticcio, nota anche con il nome di “Tahiti”, una delle località<br />

più rinomate di tutto l'Arcipelago. Questa cala comprende due piccole cale riparate dai venti dominanti<br />

che soffiano da ovest, con piccole spiagge di sabbia fine e bianca, ed un mare di colore smeraldo e limpidissimo.<br />

Gli enormi scogli arrotondati che sovrastano la cala ci offrono la possibilità di ammirare questo fantastico<br />

scenario stando comodamente sdraiati per recuperare così le forze dopo questo percorso così impegnativo.<br />

Il nostro itinerario termina qui, ed il rientro si presenta meno faticoso, infatti percorrendo a ritroso l'ultimo<br />

tratto del sentiero che ci ha condotto alla meta, arriviamo dopo circa 40 minuti alla strada asfaltata, dove proseguendo<br />

verso destra, dopo circa 400 mt, giungiamo al punto in cui avevamo lasciato la macchina.

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