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copertina AAA - Associazione Arma Aeronautica

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VARIE<br />

Il 2 agosto 1990, esattamente<br />

vent’anni fa, le forze corazzate<br />

irachene, già posizionate da alcuni<br />

giorni per un’improbabile<br />

esercitazione, invadevano il<br />

Kuwait. Erano i prodromi della<br />

Guerra del Golfo, la prima ad essere<br />

esplicitamente combattuta per<br />

il petrolio e di fatto l’ultima – se si<br />

esclude quella ancora con troppe<br />

ombre per l’abbattimento di Saddam<br />

Hussein – ad essere combattuta<br />

come vera guerra, secondo<br />

dottrina e senza troppe falsificazioni<br />

ideologiche. Il pretesto era<br />

stato il rifiuto dell’Emirato ad accettare<br />

una serie di richieste da<br />

parte irachena: cancellazione del<br />

debito contratto nei confronti del<br />

Kuwait durante la guerra con l’Iran;<br />

pagamento di svariati miliardi<br />

di dollari come rimborso per una<br />

presunta frode di petrolio dai pozzi<br />

di frontiera; revisione dei confini<br />

tra i due paesi che prevedeva,<br />

tra l’altro, la cessione di alcune<br />

isole.<br />

Governo, parlamento e<br />

forze armate<br />

Immediatamente il Consiglio di<br />

Sicurezza approva all’unanimità la<br />

risoluzione 660 – ne seguiranno<br />

altre undici – che invita l’Iraq a un<br />

ritiro immediato, varando anche<br />

sanzioni economiche ed embargo<br />

militare. La flotta americana muove<br />

verso il Golfo, dove il 13 agosto<br />

scatta il blocco navale, mentre il<br />

presidente Bush inizia consultazioni<br />

che porteranno ad una coali-<br />

24<br />

Diario di una guerra dimenticata<br />

di Mario Arpino<br />

“…una cosa di cui non si parla non è mai esistita…”<br />

Oscar Wilde<br />

zione militare di 35 nazioni, Egitto<br />

e Siria comprese. Il 25 agosto<br />

un’altra risoluzione autorizza l’eventuale<br />

uso della forza per far rispettare<br />

l’embargo, e in questo<br />

contesto il governo italiano – presieduto<br />

da Giulio Andreotti - nel<br />

turno di presidenza Cee, a nome<br />

dei dodici paesi condanna l’invasione<br />

e aderisce alla richiesta Onu<br />

di ritiro immediato. E’ in questo<br />

quadro che già il 14 agosto il consiglio<br />

dei ministri delibera l’invio<br />

della nostra Marina – viene costituito<br />

il 20° Gruppo navale – che il<br />

successivo 21 agosto fa rotta per il<br />

Golfo, dopo che i nove paesi Ueo<br />

hanno espresso la determinazione<br />

a far rispettare l’embargo anche<br />

con l’uso della forza. Mentre le nostre<br />

navi sono già in rotta, il Parlamento<br />

italiano si esprime a larga<br />

maggioranza in favore del coinvolgimento<br />

italiano nella crisi. Ma<br />

non si parla ancora di guerra. Il 14<br />

settembre il Governo, alla vigilia<br />

della visita a Roma del segretario<br />

di stato americano James Baker,<br />

annuncia il rischieramento nel<br />

Golfo di un gruppo di caccia-bombardieri<br />

Tornado. Il Consiglio di<br />

Sicurezza decreta all’unanimità<br />

anche l’embargo aereo e il 25 settembre<br />

i Tornado, riconfigurati<br />

per il deserto e con la nuova livrea<br />

color sabbia, decollano da Gioia<br />

del Colle per raggiungere la base<br />

di al-Dhafra, negli Emirati Arabi<br />

Uniti, che fino alla metà di marzo<br />

dell’anno successivo sarà sede del<br />

neo-costituito Reparto Autonomo<br />

dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare. Ancora<br />

non si parla di guerra e ufficialmente<br />

i caccia-bombardieri sono<br />

là per proteggere il nostro Gruppo<br />

navale. Gli equipaggi, comunque,<br />

possiedono tutti la qualifica di<br />

“pronti al combattimento” secondo<br />

standard Nato e, con un ulteriore<br />

addestramento congiunto<br />

per assimilare nuove procedure<br />

operative, sarebbero in grado di<br />

integrarsi con celerità nelle forze<br />

aeree della Coalizione.<br />

Una svolta verso la guerra<br />

La svolta avviene il 29 novembre,<br />

quando il Consiglio di Sicurezza<br />

approva la risoluzione 678, che autorizza<br />

l’uso della forza se l’Iraq<br />

non si ritirasse dal Kuwait entro le<br />

24.00 del 15 gennaio 1991 (06.00<br />

del 16 gennaio, ora di Roma). Anche<br />

in Italia si comincia ora a parlare<br />

di guerra, ci sono discussioni<br />

in Parlamento e proteste nel Paese,<br />

dove le frange pacifiste sono<br />

assai attive, ma alla fine anche i<br />

nostri Tornado vengono autorizzati<br />

ad addestrarsi con la coalizione<br />

nel ruolo che è loro proprio (Desert<br />

Shield). Cessa così un improbabile<br />

supporto a una flotta che,<br />

comunque, opera fuori dalla portata<br />

della minaccia aerea irachena.<br />

Il 6 gennaio decolla per la Turchia<br />

anche un’aliquota di RF-104G da<br />

ricognizione, per contribuire alla<br />

sorveglianza dei confini con l’Iraq.<br />

In Italia parlare di guerra ovviamente<br />

è difficile, e così la nostra<br />

Unità di coordinamento aereo<br />

(Ucaereo Riyadh), a pochi giorni<br />

dalla scadenza dell’ultimatum dell’Onu,<br />

non dispone ancora dell’au-<br />

AERONAUTICA 8-9/2010

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