copertina AAA - Associazione Arma Aeronautica
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STORIA AERONAUTICA<br />
Cartina con lo schizzo del tracciato della<br />
rotta da Lakenheath a Tripoli. Il tracciato<br />
fu concepito in modo da passare sempre<br />
su acque internazionali. Nella cartina, le<br />
stelle nere corrispondono, in linea di massima,<br />
alle zone di rifornimento in volo, sia<br />
per la rotta di andata che per quella di ritorno.<br />
Capo Bon, non evidenziato sulla<br />
cartina, costituisce l’estrema punta orientale<br />
della Tunisia.<br />
sorvolati dai bombardieri e dagli aerei<br />
cisterna, di base in Gran Bretagna,<br />
oppure, servire da basi di<br />
partenza per alcuni aerei. Dopo un<br />
giro di colloqui diplomatici emerse<br />
che Francia, Spagna, Portogallo, Germania<br />
e Italia, oltre ad essere contrari<br />
all’operazione, non intendevano<br />
concedere il permesso di sorvolo ai<br />
bombardieri americani diretti in Libia,<br />
partendo dal Regno Unito, qualunque<br />
fosse la rotta prescelta,<br />
inclusa quella più diretta; anzi il go-<br />
Il Boeing KC-10 Extender. Un nutrito numero<br />
di questi aerei, assieme ai più anziani<br />
Boeing KC-135, assicurarono il<br />
rifornimento in volo degli F-111F. Il KC-10<br />
era in grado di erogare, complessivamente,<br />
162 tonnellate di carburante, mentre il<br />
KC-135 poteva erogarne solo 92 tonnellate<br />
circa. (Air Force Magazine, may 2010)<br />
verno tedesco, che non aveva<br />
accesso ai messaggi decrittati<br />
di cui abbiamo parlato, rifiutò<br />
addirittura di<br />
considerare la Libia un paese<br />
terrorista.<br />
Il Regno Unito, invece, il cui<br />
primo ministro, Margaret<br />
Thatcher, era a conoscenza<br />
della situazione e del ruolo<br />
della Libia nelle attività terroristiche,<br />
dette il suo pieno<br />
appoggio al piano degli Stati<br />
Uniti, le cui basi principali<br />
in Inghilterra erano quelle di<br />
Lakenheath e di Mildenhall,<br />
situate entrambe a nord di<br />
Londra. A Lakenheath stazionavano<br />
due Stormi di<br />
bombardieri General Dynamics<br />
F-111F, con ali a freccia<br />
variabile, mentre Mildenhall<br />
era la base degli aerei cisterna<br />
americani KC-135A Stratotanker,<br />
KC-10 Extender e di altri<br />
Gruppi di volo. Inoltre, la Thatcher<br />
mise a disposizione anche gli aeroporti<br />
RAF di Fairford e Upper<br />
Heyford, per ospitare altri aerei cisterna,<br />
e anche l’aeroporto RAF di<br />
Akrotiri, sull’isola di Cipro, a sud della<br />
Turchia. L’unica condizione posta<br />
dal primo Ministro inglese, fu che l’operazione<br />
contro la Libia apparisse<br />
come un’azione armata di difesa, sulla<br />
base dell’articolo 51 della Carta<br />
dell’ONU, che prevedeva il diritto di<br />
difendersi dagli attacchi nemici.<br />
La Grecia, infine, acconsentì che, sull’aeroporto<br />
di Hellenikón, venissero<br />
rischierati due aerei per lo spionaggio<br />
elettronico RC-135W Rivet Joint<br />
che dovevano raccogliere informazioni<br />
preventive sul sistema di difesa aerea<br />
libico, necessarie per la<br />
pianificazione dell’operazione. Queste<br />
informazioni, infatti, dovevano<br />
essere fuse con quelle elettroniche e<br />
fotografiche acquisite da due ricognitori<br />
supersonici da altissima quota<br />
SR-71A Blackbird, che operavano da<br />
Mildenhall, e da tre ricognitori subsonici,<br />
sempre da altissima quota, costituiti<br />
da due TR-1A e da un U-2R,<br />
che operavano da Akrotiri.<br />
Quando gli altri alleati europei si resero<br />
conto che la minacciata azione<br />
americana si stava concretizzando,<br />
tentarono di dissuadere Washington.<br />
Come tentativo estremo, il 14 aprile<br />
fu tenuta una riunione all’Aja, in<br />
Olanda, in cui i governi europei<br />
espressero l’intenzione di aderire alle<br />
sanzioni contro la Libia, osteggiate<br />
all’inizio dell’anno; ma, questo ripensamento<br />
arrivò fuori tempo massimo.<br />
Alle 17,45 di quello stesso 14 aprile,<br />
infatti, iniziò l’operazione “El Dorado<br />
Canyon”, con il decollo, da Mildenhall,<br />
dei primi sei aerei cisterna<br />
KC-135A, seguiti da un KC-10A. Poco<br />
dopo, da Lakenheath, decollò il primo<br />
dei previsti 24 bombardieri F-<br />
111F, assistiti da cinque aerei<br />
EF-111A ECM (Electronic Counter<br />
Measures) decollati da Upper<br />
Heyford; di questi, sei F-111F e due<br />
EF-111A, fungendo da riserva, tornarono<br />
alle loro basi dopo qualche ora.<br />
Altri aerei cisterna incominciarono a<br />
decollare, a orari rigorosamente prestabiliti,<br />
dall’aeroporto di Fairford, a<br />
partire dalle ore 18,00. Intanto, le<br />
portaerei CVA 66 America e CV 43 Coral<br />
Sea, che si erano portate a sud-est<br />
della Sicilia, alle 22,20 del giorno 14<br />
iniziarono i lanci di una forza complessiva<br />
di 14 aerei Grumman A-6E<br />
Intruder, sei McDonnel Douglas F/A-<br />
18A Hornet, sei Vought A-7E Corsair<br />
II e un numero imprecisato di F-14A<br />
Tomcat, oltre a sei Grumman EA-6B<br />
Prowler, per il disturbo elettronico, a<br />
un paio di Grumman E-2C Hawkeye,<br />
per l’avvistamento radar lontano, e di<br />
alcuni aerorifornitori Grumman KA-<br />
6D.<br />
Mentre gli Intruder dovevano attaccare<br />
gli obiettivi a Bengasi e dintorni,<br />
gli Hornet e i Corsair II dovevano<br />
neutralizzare le postazioni SAM con i<br />
loro missili antiradiazione “Shrike”<br />
ed “HARM”. I Tomcat, infine, dovevano<br />
assicurare la copertura contro l’eventuale<br />
reazione dei caccia libici.<br />
La portaerei CVA 66 America, che, con i<br />
suoi aerei, partecipò al raid contro la Libia.<br />
La pianificazione della missione, per<br />
i bombardieri F-111F, fu notevolmente<br />
complessa. Non potendo seguire<br />
una rotta diretta, o comunque breve,<br />
tra Lakenheath e Tripoli, i pianificatori<br />
furono costretti a tracciare un<br />
lungo tragitto spezzettato, con la tratta<br />
principale sull’Oceano Atlantico.<br />
Tale rotta prevedeva di passare al largo<br />
dalle acque territoriali francesi,<br />
spagnole e portoghesi e di sorvolare<br />
le acque internazionali dello Stretto<br />
di Gibilterra, per entrare nel Mediterraneo;<br />
su questo mare, il tracciato<br />
della rotta evitava le acque territoriali<br />
marocchine, algerine e tunisine e,<br />
una volta superato Capo Bon, in Tunisia,<br />
gli aerei potevano virare verso<br />
Tripoli. La rotta di andata, quindi,<br />
12 AERONAUTICA 8-9/2010