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copertina AAA - Associazione Arma Aeronautica

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Direzione, Redazione, Amministrazione - via Marcantonio Colonna, 23 - 00192 Roma<br />

Anno LV<br />

N. 8-9 AGOSTO-SETTEMBRE 2010


8-9<br />

AGOSTO -SETTEMBRE 2010<br />

ANNO LV<br />

In <strong>copertina</strong><br />

Le “Frecce Tricolori” hanno festeggiato<br />

il loro 50° compleanno.<br />

All’evento è dedicato l’articolo a<br />

pag. 6.<br />

La foto in <strong>copertina</strong> è di Marco<br />

Tuveri.<br />

In quarta di <strong>copertina</strong><br />

L’ultimo “special color” di un F-104<br />

del 37° Stormo.<br />

Un dono degli “ex comandanti PAN”<br />

alle attuali “Frecce Tricolori”<br />

In occasione del 50° anniversario delle<br />

“Frecce Tricolori” e nel corso della cena di<br />

gala svoltasi il 10 settembre a Villa Manin di<br />

Passariano per il 10° raduno dei piloti delle<br />

Pattuglie acrobatiche italiane con la partecipazione<br />

del capo di Stato Maggiore dell’AM<br />

gen. SA Giuseppe Bernardis, gli ex comandanti<br />

PAN hanno donato alla attuale formazione<br />

della PAN un significativo quadro,<br />

opera dell’artista Marcella Mencherini.<br />

AERONAUTICA<br />

Anno di fondazione 1956<br />

Pubblicazione mensile edita dall’<strong>Associazione</strong> <strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong><br />

Direttore editoriale<br />

GIANBORTOLO PARISI<br />

Direttore responsabile<br />

SILVANO BRONCHINI<br />

Direzione, Redazione, Amministrazione<br />

00192 - Roma, via Marcantonio Colonna, 23<br />

Tel. 06/3215145 - Tel. e Fax 06/3216882<br />

C.F. 80248150585 – Partita IVA n. 10925071002<br />

e-mail: assoaerorivista@libero.it (per il periodico sociale)<br />

e-mail:assoaeroamministra@libero.it (per l’amministrazione)<br />

www.assoaeronautica.it (per l’<strong>Associazione</strong>)<br />

www.cesmaweb.org (per il Centro Studi Militari Aeronautici)<br />

c/c.p. ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA, 310003<br />

c/c. banc. n. 000000136949 Banca Popolare di Lodi Ag. 4 -<br />

via Pompeo Magno, 25 - 00192 Roma -<br />

IBAN: IT20 F 05164 03204 000000136949<br />

Realizzazione grafica e stampa<br />

Raia srl - 00166 Roma, via G. B. Impallomeni, 66<br />

Tel. 06/5571229 - Fax 06/5599675 - e-mail: a.raia@veant.it<br />

Registr. Tribunale di Roma n. 5315 del 12.7.56<br />

Iscrizione al R.O.C. n. 6972<br />

“<strong>Aeronautica</strong>” fruisce dei contributi statali diretti di cui alla L. 7/8/1990, n. 250<br />

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana<br />

Gli articoli rispecchiano esclusivamente le opinioni degli autori.<br />

Proprietà letteraria, artistica e scientifica riservata.<br />

Per le riproduzioni, anche se parziali, dei testi,<br />

è fatto obbligo citare la fonte.<br />

I testi delle collaborazioni - che si intendono comunque inviati a titolo di liberalità<br />

- anche se non pubblicati, non si restituiscono.<br />

Chiuso in redazione il 14 settembre 2010.<br />

Il periodico sarà inviato in omaggio a “sostenitori” che verseranno almeno una<br />

somma annuale di € 21,00; il predetto invio si riferisce al solo territorio nazionale.<br />

Per spedizioni all’estero si invita a prendere contatti con l’amministrazione.<br />

ISSN: 0391-7630


Tematiche politico-militari 4<br />

Riflessioni per un’etica militare<br />

di Vincenzo Camporini<br />

L’<strong>Aeronautica</strong> Militare 6<br />

Celebrato il “cinquantesimo” delle “Frecce Tricolori”<br />

Costituito il Reparto Mobile di Comando e Controllo dell’AM<br />

Storia aeronautica 10<br />

Operazione “El Dorado Canyon”: il bombardamento di Tripoli del 1986<br />

di Ferdinando Sguerri<br />

Scienza, tecnica e industria 15<br />

Sul filo dei ricordi 17<br />

Varie<br />

Diario di una guerra dimenticata<br />

di Mario Arpino<br />

La mia trasvolata su Malta nel dicembre 1941<br />

di Ernesto Zanlucchi<br />

Sempre all’erta, specie se in volo con un altro pilota<br />

di Umberto Formisano<br />

Quell’avventurosa sostituzione di un motore<br />

di Pasquale Di Nuzzo<br />

Ancora ricordi della mia vita in grigio-azzurro<br />

di Vincenzo Nostro<br />

Il 47° Salone aeronautico di Farnborough<br />

Legislazione, pensionistica e trattamenti economici 32<br />

L’<strong>Associazione</strong> <strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong> 33<br />

Libri 43<br />

23<br />

SS<br />

OO<br />

MM<br />

MM<br />

AA<br />

RR<br />

II<br />

OO


TEMATICHE<br />

POLITICO-MILITARI<br />

Tratto da ”Informazioni della Difesa” n. 3/2010, che ringraziamo per avercelo concesso, pubblichiamo il testo<br />

dell’intervento che il capo di Stato Maggiore della Difesa ha tenuto a Roma il 1° giugno scorso in occasione<br />

della cerimonia per la chiusura dell’anno accademico 2009-10 del Centro Alti Studi per la Difesa.<br />

vero piacere che porgo a tutti il saluto caloroso<br />

delle Forze <strong>Arma</strong>te e mio personale in occasione<br />

E’con<br />

della cerimonia di chiusura dell’anno accademico<br />

2009/2010 del Centro Alti Studi per la Difesa che, nella sua<br />

tradizionale e significativa ricorrenza, rappresenta il momento<br />

conclusivo dell’attività formativa di questo istituto.<br />

Momento conclusivo ma anche momento di partenza e di<br />

ringiovanimento.<br />

Ma ringiovanire non significa solamente avere<br />

frequentatori e insegnanti più giovani: significa<br />

guardare al mondo militare con nuovi occhi e<br />

con nuove prospettive senza, tuttavia, perdere<br />

di vista valori che caratterizzano le Forze <strong>Arma</strong>te<br />

e che, in momenti particolari come quelli<br />

odierni, caratterizzati da insicurezza economica,<br />

da instabilità ed incertezza, diventano<br />

un’àncora e una guida sicura.<br />

Ciò che emerge nell’attività di ogni giorno, messa<br />

in atto dai nostri uomini e donne, e che ne<br />

nobilita ogni gesto, è il fortissimo senso morale<br />

e di etica militare che ho potuto riscontrare in<br />

ogni reparto e in ogni singola persona, ad ogni<br />

livello di responsabilità, in Italia come all’estero.<br />

Ed è proprio sul particolare tema dell’etica che<br />

desidero oggi soffermarmi, condividendo alcune<br />

riflessioni che ritengo possano contribuire a ricordare, qualora<br />

ve ne sia ancora bisogno, qual è e quale continuerà ad<br />

essere il ruolo delle Forze <strong>Arma</strong>te nel contesto sociale italiano<br />

ed internazionale.<br />

Etica e morale, comunemente considerati sinonimi, ma con<br />

accezioni leggermente diverse.<br />

L’etica viene spesso identificata con la morale ma, mentre<br />

la morale identifica i comportamenti individuali nei confronti<br />

del bene e del male, l’etica riguarda i principi comportamentali<br />

di una collettività, ovvero l’insieme delle norme di condotta<br />

pubblica e privata che i componenti di un gruppo si<br />

danno e decidono di seguire.<br />

La rettitudine dei comportamenti, il rispetto dei valori etici e<br />

deontologici, sono, in qualsiasi Stato di diritto, la base di<br />

una ordinata convivenza civile, per il bene delle istituzioni,<br />

per il benessere e il progresso dei cittadini.<br />

Nella vita di ognuno questi valori devono prevalere e, in<br />

particolare, devono quasi essere un patrimonio genetico<br />

per il cittadino soldato che si riconosce nei principi dell’etica<br />

militare, considerata quale elemento propulsore di motivazione,<br />

di sacrificio cosciente, di onestà intellettuale e di<br />

onore.<br />

Questi valori di riferimento, questa ricchezza umana della<br />

professione militare, potremmo dire del “mestiere delle ar-<br />

4<br />

Riflessioni per un’etica militare<br />

di Vincenzo Camporini<br />

mi”, non sono cambiati nel tempo.<br />

Anche nel XXI secolo sono gli stessi e si traducono in vario<br />

modo: totale disponibilità ad un rapporto di ben dichiarata e<br />

definita dedizione finalizzato, anche al costo della vita, al<br />

servizio, al senso del dovere e alla fedeltà incondizionata<br />

alla Patria.<br />

Parlare di Patria, parlare di sacrificio e, ancor più, di sacrificio<br />

della vita appare oggi di un’attualità forte e, contemporaneamente,<br />

di una lontananza culturale e<br />

sociale quasi inconcepibile.<br />

Il militare, quindi, opera secondo una sua etica<br />

che si traduce e interagisce con quelle di<br />

altre persone che possono non coincidere<br />

con le proprie.<br />

Esiste, in altri termini, un’etica universale del<br />

militare che deve tradursi di volta in volta in<br />

comportamenti morali adeguati alle circostanze.<br />

Questo è ancor più vero oggi, nel momento<br />

in cui i nostri uomini e le nostre donne sono<br />

impegnati in operazioni fuori dai confini nazionali,<br />

in aree geografiche lontane dall’Italia<br />

non solo nello spazio ma anche negli usi,<br />

nelle consuetudini, nei comportamenti, nella<br />

cultura e nella religione.<br />

In questi contesti, una particolare attenzione va posta nella<br />

valutazione che facciamo - in base alla nostra morale di italiani,<br />

di occidentali e delle indubitabili radici cristiane - della<br />

realtà con cui ci confrontiamo.<br />

Dobbiamo porre, pertanto, un’attenzione sempre aperta a<br />

non deformare, con le lenti della nostra morale, la lettura<br />

dei contesti nei quali operiamo.<br />

Usi e costumi sono naturalmente diversi - “altri dai nostri”<br />

come dicono gli antropologi - ma sono però i valori etici, generalmente<br />

condivisi dall’uomo e parte integrante dell’essere<br />

militari, a far dialogare le persone e le culture.<br />

Fattore aggregante diventa, allora, la ricerca di valori etici<br />

comuni da assumere come riferimenti certi per gestire le relazioni<br />

sociali in modo da consentire a ciascun uomo l’esercizio<br />

di diritti universalmente riconosciuti.<br />

E questi valori sicuramente si allontanano e si differenziano<br />

molto dall’etica del libero mercato e della performance ad<br />

ogni costo; valori che si staccano sempre più per differenza<br />

con quelli edonistici, libertari e privatistici di una società fondata<br />

sul mercato.<br />

In effetti non è accaduto quello che la sociologia classica<br />

sosteneva e cioè che il sottosistema militare sarebbe stato<br />

assorbito dal più ampio sistema sociale in cui era inserito.<br />

Questo processo, che sembrava effettivamente realizzarsi<br />

AERONAUTICA 8-9/2010


si è fermato e, anzi, è subentrata una nuova orgogliosa<br />

consapevolezza: quella che è importante contrastare tale<br />

assorbimento, garantendo la sopravvivenza, nel più ampio<br />

sistema sociale della specificità e irrinunciabilità dei valori di<br />

riferimento e dei modi di funzionare dell’organizzazione militare.<br />

Le Forze <strong>Arma</strong>te, quindi, sono state e sono tuttora “portatrici<br />

sane” di quei valori etici che una parte della nostra società<br />

non dico abbia smarrito ma, forse, ha più o meno<br />

consapevolmente messo al margine dei propri comportamenti.<br />

Oggi un’inarrestabile forza centripeta sta riportando verso il<br />

“centro”, inteso come luogo metaforico delle cose importanti,<br />

quei comportamenti sociali tipici dei valori militari caratterizzati<br />

da scelte impegnative, difficili e di sacrificio.<br />

L’etica militare non si presenta, infatti, semplicisticamente<br />

come un’etica della convinzione basata sulla corrispondenza<br />

del comportamento alle norme, ma soprattutto come<br />

un’etica della responsabilità per cui il comportamento del<br />

singolo viene giudicato non solo per la sua rispondenza al<br />

sistema dei valori stabilito, ma anche per le conseguenze a<br />

cui dà luogo.<br />

Ed è il continuo essere presenti a se stessi, la valutazione<br />

degli effetti del proprio comportamento sul piano etico, che<br />

ispirano l’azione del militare e che lo espongono anche al<br />

concreto rischio della vita.<br />

Azione che non deve mai fondarsi sul timore della sanzione,<br />

bensì sulla sola intima convinzione del militare circa la<br />

necessità di assolvere il compito che gli è assegnato.<br />

Tale indubbia forza dell’etica non può essere misconosciuta,<br />

né si può fondare una compagine militare su fattori che<br />

non la tengano nel dovuto conto, salvo voler procedere ad<br />

una sostanziale “laicizzazione” delle Forze <strong>Arma</strong>te.<br />

L’etica, nel campo della disciplina militare, costituisce l’unica<br />

vera garanzia che principi quali onore, disciplina, coraggio<br />

ed abnegazione non si infrangano davanti a interessi<br />

personali o, più realisticamente, di fronte ai gravi rischi per-<br />

AERONAUTICA 8-9/2010<br />

TEMATICHE POLITICO-MILITARI<br />

sonali cui può andare incontro il militare.<br />

Ecco perché appare indispensabile coltivare e promuovere<br />

l’etica come fattore di principale coesione ed efficacia, a garanzia<br />

dell’assolvimento dei compiti propri delle Forze <strong>Arma</strong>te.<br />

Al diritto basta la sola legalità, alla morale no: così un’azione,<br />

non condannabile giuridicamente, può esserlo moralmente<br />

perché implica una valutazione non solo esterna del<br />

comportamento ma anche interiore, cioè dell’intenzione e<br />

della volontà che ne sono all’origine.<br />

Queste riflessioni acquistano uno spessore più profondo alla<br />

luce degli attuali impegni delle Forze <strong>Arma</strong>te.<br />

Il ruolo di pacificatore nel campo della politica di sicurezza,<br />

esterna ed interna, richiede al militare una chiara sensibilità<br />

professionale motivata dalla consapevolezza dei valori etici<br />

che ispirano una condotta razionale e prudente nella gestione<br />

e nell’impiego dei sistemi d’arma per garantire condizioni<br />

di stabilità per una convivenza pacifica.<br />

In sintesi, il militare deve qualificarsi come un cittadino<br />

esemplare, membro attivo di un’organizzazione che, contrariamente<br />

a quanto avveniva e avviene negli Stati assoluti<br />

dove le Forze <strong>Arma</strong>te sono asservite alla politica del Sovrano,<br />

è, nello Stato democratico, al servizio della comunità<br />

nazionale ed internazionale.<br />

E’ questa la riflessione su cui devono ruotare sempre di più<br />

i percorsi di formazione militare: garantire alla comunità che<br />

il professionista in armi non sia soggetto alle mode delle<br />

“morali”, all’oscillare del senso comune di ciò che è giusto e<br />

di ciò che è sbagliato.<br />

Oggi più che mai, in un momento storico di notevoli difficoltà<br />

sociali ed economiche che non risparmiano nessuna<br />

regione del mondo, è vitale che i militari mantengano saldamente<br />

il senso etico del loro operare, continuando in ogni<br />

momento e circostanza a valutare le conseguenze del proprio<br />

agire sempre per il bene delle comunità al cui servizio<br />

sono impegnati anche a rischio del bene più prezioso.<br />

Ultimo volo del Piaggio P.166 DL3<br />

Il 10 settembre, a Pratica di Mare, il 71° Gruppo del 14°<br />

Stormo ha salutato il velivolo Piaggio P.166 DL3 che sta<br />

lasciando la linea operativa dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare.<br />

Per l’occasione - che ha visto anche il raduno del personale<br />

che ha fatto parte del 71° Gruppo - è stata allestita una<br />

mostra statica dei velivoli del reparto ed una esposizione<br />

fotografica relativa al periodo di attività del velivolo, prima<br />

in linea con il 303° G.A. a Guidonia e successivamente a<br />

Pratica di Mare con il “Perseo”.<br />

Presenti alla cerimonia, oltre al gen.B.A. Vincenzo Parma,<br />

comandante delle Forze di Mobilità e Supporto, anche il<br />

col. nav. Giorgio Serravalle comandante del 14° Stormo.<br />

La cerimonia si è conclusa con il sorvolo del luogo da parte<br />

di due DL3 accompagnati da quattro P.180, aerei che li<br />

stanno sostituendo nella linea volo.<br />

5


AERONAUTICA<br />

MILITARE<br />

AERONAUTICA MILITARE<br />

Con una grande manifestazione aerea sull’aeroporto di Rivolto<br />

Celebrato il “cinquantesimo” delle “Frecce Tricolori”<br />

L’11 e il 12 settembre, a Rivolto, sede del 2° Stormo e del<br />

313° A.A., è stato celebrato il 50° anniversario della costituzione<br />

delle “Frecce Tricolori” che ha avuto come eventi centrali<br />

una grande manifestazione aerea - alla quale hanno<br />

partecipato le più importanti pattuglie acrobatiche militari<br />

del mondo, da sempre vicine alla Pattuglia Acrobatica Nazionale<br />

(PAN) – e una mostra statica che ha visto l’esposizione<br />

di una ventina tra velivoli storici, aerei militari delle<br />

nostre Forze <strong>Arma</strong>te e aerei civili.<br />

La manifestazione di Rivolto si è sviluppata in due giornate:<br />

l’11 come prova generale ed alla quale hanno assistito<br />

comunque migliaia di spettatori, ed il giorno successivo come<br />

evento ufficiale celebrativo del “compleanno” della PAN.<br />

Evento, questo - nel cui ambito si è svolto anche il 10°<br />

Raduno dei piloti e degli specialisti delle Pattuglie acrobatiche<br />

italiane del passato – al quale hanno assisitito il ministro<br />

della Difesa Ignazio La Russa, il capo di Stato Maggiore<br />

della Difesa gen. Vincenzo Camporini, il capo di Stato Maggiore<br />

dell’AM gen. SA Giuseppe Bernardis con le più alte cariche<br />

della forza armata, altre alte autorità civili e militari e,<br />

provenienti da ogni parte d’Italia, isole maggiori comprese,<br />

circa 450.000 spettatori entusiasti e plaudenti tra i quali le<br />

nutrite rappresentanze di molte nostre sezioni <strong>AAA</strong> – alle<br />

quali è stata riservata una particolare e affettuosa accoglienza<br />

in un apposito spazio – gli appartenenti a numerosi<br />

“Club Frecce Tricolori e i rappresentanti dei mezzi d’informazione<br />

con circa 300 giornalisti italiani e stranieri.<br />

Aperta al mattino dal sorvolo di un elicottero AB.212<br />

con bandiera, la manifestazione ha poi visto l’esibizione di<br />

un MB.339 del Reparto Sperimentale Volo (RSV) seguita da<br />

quella della Pattuglia Iskry (“scintille bianche e rosse”) della<br />

Polonia su TS-11 Iskra.<br />

Dopo il volo di un Tornado del RSV è stata quindi la volta<br />

del team della Croazia Krila Oluje (“ali della tempesta”)<br />

su Pilatus PC-7 al quale ha fatto seguito l’esibizione di un<br />

I piloti delle varie pattuglie acrobatiche che si sono esibite a Rivolto<br />

AMX del RSV, quella della pattuglia Royal Jordanian Falcon<br />

su Extra EA300 e dell’M-346, ultimo e modernissimo addestratore<br />

di Alenia Aermacchi.<br />

E poi, via via, la Patrulla Aguila della Spagna su Casa C-<br />

101, la Patrouille Suisse su Northrop F-5E Tiger II, la sempre<br />

spettacolare esibizione di un bimotore C-27J Spartan<br />

del RSV, quella della pattuglia acrobatica francese su<br />

Alphajet (unica pattuglia con una donna come capo formazione)<br />

e di quella britannica delle Red Arrows su BAE Hawk<br />

T1A.<br />

E stata quindi la volta di un EF-2000 del RSV e, infine,<br />

dopo un sorvolo di un AB.212 con bandiera mentre gli altoparlanti<br />

diffondevano le note dell’inno nazionale, la splendida,<br />

impeccabile esibizione dei dieci aviogetti delle<br />

festeggiatissime “Frecce Tricolori” che, oltre all’entusiasmo<br />

del pubblico, hanno suscitato profonda commozione e nostalgia<br />

nei tanti ex piloti acrobatici convenuti per il loro Raduno.<br />

Presenti anche, come partecipanti non in volo, i piloti<br />

delle pattuglie acrobatiche “Black Eagles” della Corea del<br />

Sud, “Blue Impulse” del Giappone e “Silver Falcon” del Sud<br />

Africa.<br />

Nell’ambito delle sue attività di utilità sociale l’<strong>Aeronautica</strong><br />

Militare, in questa particolare occasione, ha messo a disposizione<br />

del pubblico oltre 100.000 gadget, alla vendita<br />

dei quali hanno collaborato i soci della sezione <strong>AAA</strong> di Campoformido<br />

ed il cui ricavato è stato devoluto all’<strong>Associazione</strong><br />

Italiana Ricerca sul Cancro (AIRC).<br />

La manifestazione aerea - perfettamente pianificata e<br />

organizzata anche con gli apprezzati apporti e collaborazioni<br />

della Regione Friuli Venezia Giulia, delle forze dell’ordine,<br />

della CRI, della Protezione civile, di altri enti vari civili,<br />

di aziende e di imprenditori – è stata trasmessa in diretta su<br />

RaiUno e su RaiSport all’interno del programma “Azzurro<br />

Tricolore”.<br />

Da sottolineare, infine, che, dopo i francobolli da 45 e 60<br />

6 AERONAUTICA 8-9/2010


Il ministro della Difesa con le “Frecce Tricolori”<br />

centesimi dedicati alla Pattuglia nel 2005 in occasione del<br />

suo 45° anniversario, le Poste italiane hanno emesso un<br />

nuovo francobollo da 60 centesimi per celebrarne il “Cinquantesimo”<br />

e che a Rivolto è stato distribuito a tutti gli<br />

appassionati un numero speciale di “Airplanes – The Italian<br />

Aviation Magazine”.<br />

E’ da ricordare che “il Cinquantenario” era stato ufficialmente<br />

presentato alla stampa il 2 settembre alla Casa<br />

dell’Aviatore alla presenza del capo di Stato Maggiore dell’AM,<br />

del comandante della PAN, ten. col. Marco Lant, del<br />

presidente del Comitato AIRC (<strong>Associazione</strong> Italiana Ricerca<br />

sul Cancro) del Friuli Venezia Giulia, Sergio Gelmi Di<br />

Caporiacco, del vice presidente della Regione Friuli Venezia<br />

Giulia, Luca Ciriani e di responsabili della RAI-TV.<br />

In tale occasione era stato anche presentato il Volume<br />

‘Frecce Tricolori - Un volo lungo cinquant’anni’, edito dalla<br />

De Agostini in collaborazione con la Aviator Edizioni e con<br />

il coordinamento della Rivista <strong>Aeronautica</strong>, e proiettata<br />

Ricordiamo che, in Italia, l’acrobazia<br />

aerea nacque su iniziativa<br />

del colonnello Rino Corso Fougier<br />

che nel 1930, a Campoformido,<br />

costituì la prima pattuglia acrobatica, la<br />

“Pattuglia Folle” montata su Fiat CR.20<br />

che, sin dal suo esordio, fece subito<br />

storia. Dopo anni di prestigiosi successi<br />

in Europa, in particolare con le manifestazioni<br />

aeree di Budapest e di<br />

Berlino, e in Sud America, la Seconda<br />

Guerra Mondiale chiuse per un decennio<br />

l’attività acrobatica che riprese nel<br />

1952 con la pattuglia del “Cavallino<br />

Rampante”, costituita con quattro velivoli<br />

DH.100 Vampire del 4° Stormo di<br />

stanza a Capodichino.<br />

In quegli anni, la disponibilità di velivoli<br />

in carico alle Aerobrigate permise<br />

la costituzione di una pattuglia acrobatica<br />

l’anno e di una in addestramento<br />

per l’anno successivo. Nell’arco di nove<br />

anni si succedettero le pattuglie dei<br />

“Getti Tonanti” della 5ª Aerobrigata su<br />

AERONAUTICA 8-9/2010<br />

F-84G Thunderjet (1953-55), delle “Tigri<br />

Bianche” della 51ª Aerobrigata su<br />

F-84G Thunderjet (1955-56), ancora<br />

del “Cavallino Rampante” su F-86E<br />

Sabre (1956-57), dei “Diavoli Rossi”<br />

della 6ª Aerobrigata su F-84F Thunderstreak<br />

(1957-59), dei Lancieri Neri della<br />

2ª Aerobrigata su F-86E Sabre<br />

AERONAUTICA MILITARE<br />

un’anteprima del filmato inedito sulle Frecce Tricolori, realizzato<br />

dal Centro Produzione Audiovisivi - ‘Troupe Azzurra’<br />

del 5° Reparto dello Stato Maggiore <strong>Aeronautica</strong>, le cui<br />

immagini, girate in alta definizione sia a terra che in volo,<br />

saranno disponibili entro settembre in un cofanetto contenente<br />

entrambe le versioni (Blu-Ray e DVD). Tale prodotto,<br />

oltre al filmato principale, conterrà anche nove videoclip<br />

descrittive delle varie attività della PAN.<br />

Alla Casa dell’Aviatore era stata anche illustrata l’opera<br />

a fascicoli realizzata in collaborazione con la RCS sulla storia<br />

dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare che comprenderà per ognuno,<br />

oltre ad un inserto illustrato dedicato ai velivoli e alle imprese<br />

belliche e civili della Forza <strong>Arma</strong>ta, una scheda con<br />

l’approfondimento tecnico ed un modellino del velivolo a<br />

cui si riferisce che, in occasione della prima uscita, è dedicata<br />

all’ MB.339 PAN.<br />

Infine, era stato distribuito il fascicolo n. 4/2010 della<br />

Rivista <strong>Aeronautica</strong>, per metà dedicato al 50° anniversario<br />

della PAN.<br />

(1958-59), nuovamente dei “Getti Tonanti”<br />

su F-84F Thunderstreak (1959-<br />

60) fin quando, alla fine del 1960, lo<br />

Stato Maggiore dell’AM decise di costituire<br />

una pattuglia acrobatica nazionale<br />

permanente, le “Frecce Tricolori”,<br />

individuando nella pattuglia della 4ª<br />

Aerobrigata “Cavallino Rampante” il<br />

nucleo originario dal quale sarebbe nato<br />

il 313° Gruppo Addestramento Acrobatico<br />

Pattuglia Acrobatica Nazionale<br />

“Frecce Tricolori” con sede a Rivolto.<br />

In quel lontano 1960 il “Cavallino Rampante”<br />

ricopriva il ruolo di pattuglia di<br />

riserva del team titolare dei “Getti Tonanti”<br />

della 5ª AB in base alla consuetudine<br />

di affidare a turno ai reparti da<br />

caccia dell’<strong>Aeronautica</strong> la responsabilità<br />

di preparare una rappresentativa<br />

acrobatica.<br />

Da allora le “Frecce Tricolori” sono<br />

state equipaggiate prima con gli F-86E<br />

Sabre, poi con i FIAT G.91 PAN e attualmente<br />

con gli MB.339PAN.<br />

7


AERONAUTICA MILITARE<br />

Cambi di comando e<br />

assunzioni d’incarico nell’AM<br />

Il 16 luglio, a Centocelle (Roma), il col.AAra Giuseppe<br />

Raucci ha assunto il comando del Quartier Generale del<br />

Comando Squadra Aerea - Comando aeroporto di Centocelle,<br />

subentrando al col. pil. Paolo Agostini.<br />

Il 2 agosto, il gen. SA Mario Renzo<br />

Ottone è diventato il nuovo comandante<br />

del Combined Air Operations<br />

Center (CAOC 5) di Poggio Renatico.<br />

Il gen. Ottone ha, inoltre, assunto l’incarico<br />

di vice comandante del Comando<br />

Operativo delle Forze Aeree<br />

(COFA) e di comandante del neo costituito<br />

Comando Operazioni Aeree<br />

(COA), articolazione del Comando Squadra Aerea (CSA).<br />

Il gen. Ottone, nato ad Arona (NO) nel 1952, dopo la frequenza<br />

dell’Accademia <strong>Aeronautica</strong> con il corso Orione 3°<br />

e il conseguimento del brevetto di pilota militare è stato assegnato<br />

al 5° Stormo conseguendo l’abilitazione Combat<br />

Ready su velivolo F104/S. Divenuto pilota sperimentatore<br />

dal 1984, ha poi partecipato a importanti programmi di sviluppo<br />

di sistemi d’arma.<br />

Dopo aver comandato il 37° Stormo di Trapani-Birgi e il<br />

Centro Sperimentale di Volo (CSV) dell’AM, è stato capo<br />

Divisione J5 Piani e successivamente capo Reparto pianificazione<br />

presso il Comando Operativo di vertice Interforze<br />

(COI) e, infine, vicecomandante dell’Air Component<br />

Command della NATO a Izmir (Turchia). Ha al suo attivo<br />

oltre 3.500 ore di volo su più di 50 tipi di velivoli.<br />

Il 1° settembre, a Grosseto, il col. pil. Michele Morelli ha<br />

sostituito il pari grado Achille Cazzaniga nel comando<br />

del 4° Stormo.<br />

Il 1° settembre, a Grazzanise, il col. pil. Marino Francavilla<br />

ha assunto il comando del 9° Stormo subentrando al<br />

pari grado Fabio Rinaldi.<br />

Il 2 settembre, a Istrana, il col. pil. Enrico Garettini è subentrato<br />

al pari grado Giandomenico Taricco nel comando<br />

del 51° Stormo.<br />

Il 9 settembre, sull’aeroporto di Al Bateen (Emirati Arabi<br />

Uniti), il col. pil. Massimo Mucci ha assunto il comando<br />

della Task Force Air (TFA) in sostituzione del pari grado<br />

Stefano Porcedda.<br />

Il 14 settembre, a Pratica di Mare, il col. pil. Andrea Viperini<br />

ha sostituito il col. nav. Giorgio Serravalle nel comando<br />

del 14° Stormo.<br />

Prorogato l’incarico al gen.<br />

Camporini<br />

Il 22 luglio il Consiglio dei ministri ha deliberato la proroga<br />

fino al 17 gennaio 2011 dell’incarico di capo di Stato Maggiore<br />

della Difesa al generale Vincenzo Camporini.<br />

Costituito il Reparto Mobile di<br />

Comando e Controllo dell’AM<br />

L’11 agosto, a Bari, presso il Quartier Generale del Comando<br />

Scuole dell’AM - 3ª Regione Aerea ha avuto luogo – alla presenza<br />

del capo del Reparto Supporto Operativo del Comando<br />

Operativo Forze Aeree (COFA), gen. BA Roberto Azzolin,<br />

la cerimonia per l’inaugurazione del Reparto Mobile di Comando<br />

e Controllo del quale è stato nominato responsabile il<br />

brig. gen. Vito Vincenzo Ventrella.<br />


Il Reparto Mobile di Comando e Controllo ha il compito di fornire<br />

e assicurare uno strumento militare rischierabile di tipo<br />

modulare, trasportabile, flessibile, sicuro, tecnicamente autosufficiente,<br />

integrato con i sistemi nazionali di Forza <strong>Arma</strong>ta<br />

ed interoperabile con quelli interforze, NATO e dei paesi alleati,<br />

che ingloba componenti operative e tecniche idonee a<br />

permettere al COFA, nonché al comandante di teatro (quando<br />

rischierato), l’esercizio della funzione di comando e controllo<br />

tramite gli strumenti atti a pianificare, dirigere ed<br />

eseguire operazioni aeree, autonomamente o in concorso<br />

con altre Forze <strong>Arma</strong>te.<br />

Al Servizio Meteo dell’AM il premio<br />

“Väisälä 2010”<br />

Il 1 settembre, a Helisinki, il Servizio Meteorologico dell’AM<br />

ha ricevuto il premio “Väisälä 2010” attribuitogli dal Consiglio<br />

Esecutivo dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale<br />

(OMM) al termine dei lavori svoltisi a Ginevra dall’8 al 18 giugno<br />

scorsi.<br />

Il premio - consegnato alla nostra istituzione quale riconoscimento<br />

della migliore produzione internazionale sul tema “Sviluppo<br />

ed Implementazione di Strumenti e Metodi di<br />

Osservazione” – è intitolato al professore meteorologo e fisico<br />

finlandese Vilho Väisälä ed è stato istituito dall’OMM nel<br />

1985 allo scopo di stimolare interesse nella ricerca nel settore<br />

della meteorologia.<br />

In particolare, è da sottolineare come il riconoscimento sia<br />

stato concesso per i significativi risultati ottenuti nella campagna<br />

per la sperimentazione di strumenti di misura dell’intensità<br />

delle precipitazioni, campagna che fu condotta presso il<br />

Reparto Sperimentazioni di Meteorologia <strong>Aeronautica</strong> (Re-<br />

SMA) di Vigna di Valle dal 1 ottobre 2007 al 26 giugno 2009,<br />

in collaborazione con l’Università di Genova (v. anche pag.<br />

16 di <strong>Aeronautica</strong> n. 7/2009).<br />

Il premio è stato ritirato dagli autori del rapporto finale sulla<br />

sperimentazione di strumenti di misura dell’intensità delle<br />

precipitazioni nel corso della cerimonia di chiusura della biennale<br />

conferenza tecnica, organizzata dall’OMM sugli strumenti<br />

e metodi di osservazione (TECO 2010).<br />

Nell’occasione il dott. Eckard Lanzinger, responsabile del<br />

progetto, ha vivamente ringraziato il Servizio Meteorologico<br />

dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare per il supporto fornito durante tutta la<br />

fase di sperimentazione evidenziando in particolare il determinante<br />

contributo recato dal personale del ReSMA.<br />

8 AERONAUTICA 8-9/2010


Un ufficiale dell’USAF assegnato<br />

allo Stato Maggiore AM<br />

In base ad un accordo di cooperazione con l’USAF<br />

relativo ad un programma di scambi non contemporanei<br />

di personale tra le due forze armate, un ufficiale<br />

statunitense sarà impiegato per tre anni allo<br />

Stato Maggiore dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare.<br />

Si tratta del magg. navig. Martin Salinas II che - qualificato<br />

ufficiale di guerra elettronica, esperto nell’impiego<br />

dei sistemi di bordo dei velivoli classe B-52 e già<br />

impiegato nelle operazioni sotto Comando ISAF (International<br />

Security Assistance Force) nei teatri operativi<br />

dell’Iraq e dell’Afghanistan – presterà servizio<br />

presso il 2° Ufficio – Approntamento e Impiego delle<br />

Forze Aerospaziali, 3ª Sezione – Forze da Combattimento<br />

del 3° Reparto dello SMA.<br />

«L’esperienza maturata e le necessità da parte italiana<br />

di completare alcune specifiche competenze di capacità»<br />

si legge in una nota dello SMA, hanno fatto sì<br />

che l’impiego del magg. Salinas contribuirà «in modo<br />

efficace ed estensivo in un’area estremamente importante<br />

per la Forza <strong>Arma</strong>ta» in modo tale che anche<br />

l’<strong>Aeronautica</strong> Militare, attraverso tale ottica privilegiata,<br />

possa «acquisire una diversa e più completa ‘sensibilità<br />

operativa’ nei concetti di impiego di velivoli<br />

occidentali non in inventario».<br />

Brevettati negli USA altri ufficiali<br />

del ruolo naviganti dell’AM<br />

Il 1° luglio, sulla base aerea di Sheppard (USA), alla<br />

presenza del comandante delle Scuole AM-3ª Regione<br />

Aerea gen. SA Pasquale Preziosa, si è svolta la cerimonia<br />

per la consegna del brevetto di pilota militare a tre ufficiali<br />

del corso “Falco 5°” dell’Accademia <strong>Aeronautica</strong> di<br />

Pozzuoli.<br />

L’evento è coinciso con una analoga cerimonia che, sulla<br />

base aerea dell’USAF di Laughlin, ha visto la consegna dei<br />

brevetti di pilota militare a due ufficiali del corso “Eolo<br />

5°” e dei brevetti di navigatore militare ad altri due ufficiali<br />

dello stesso corso.<br />

AERONAUTICA 8-9/2010<br />

AERONAUTICA MILITARE<br />

Raduno del 31° Corso Garat CA...<br />

Il 26 giugno ha avuto luogo a Caserta il 1° raduno dei<br />

frequentatori del 31° Corso GArat CA nel quarantesimo<br />

anniversario della loro uscita da quell’Istituto di formazione<br />

dell’AM al termine del corso stesso.<br />

... e del corso “Zodiaco 3°”<br />

Il 4 settembre, nel 30° anniversario del loro ingresso in<br />

Accademia, numerosi frequentatori del corso “Zodiaco<br />

3°” si sono ritrovati al Circolo Ufficiali del massimo Istituto<br />

di formazione dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare.<br />

I presenti al raduno, dopo aver partecipato alla cena di<br />

gala si sono poi trasferiti presso le camerette degli allievi<br />

del 1° anno dove, dopo alcuni momenti di goliardia, hanno<br />

trascorso una intensa nottata a ricordare il passato e<br />

i colleghi scomparsi.<br />

Il mattino seguente, dopo aver presenziato alla cerimonia<br />

dell’Alza Bandiera, i convenuti hanno lasciato l’Accademia<br />

con un sentito “arrivederci a presto”.<br />

Consegnate altre “aquile turrite” a giovani piloti militari dell’AM<br />

Il 3 settembre, presso il 61° Stormo di Lecce, sette allievi ufficiali piloti del corso ‘Eolo 5°’, 2° scaglione dell’Accademia<br />

<strong>Aeronautica</strong>, dopo aver completato un impegnativo addestramento, hanno ricevuto l’aquila turrita, simbolo<br />

del pilota militare.<br />

La cerimonia è stata presieduta dal comandante delle Scuole dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare - 3ª Regione Aerea, gen. SA<br />

Pasquale Preziosa, accompagnato dal col. pil. Alessandro Bartomeoli, comandante del Reparto. Presenti numerose<br />

autorità civili e militari, rappresentanze con labari dii alcune sezioni <strong>AAA</strong> del luogo, familiari dei giovani piloti e il<br />

personale dell’aeroporto schierato per l’evento.<br />

9


VARIE<br />

STORIA<br />

AERONAUTICA<br />

Operazione “El Dorado Canyon”: il bombardamento<br />

aereo di Tripoli e di Bengasi, nel 1986, e le sue premesse<br />

Nel corso degli anni ‘80, i rapporti tra<br />

gli Stati Uniti del presidente Reagan<br />

e la Libia del colonnello Gheddafi, furono<br />

sempre molto tesi e, in alcuni<br />

momenti, si verificarono anche dei<br />

cruenti scontri armati. I rapporti tra i<br />

due Paesi erano peggiorati fin dai<br />

primi anni di quella decade,<br />

con il passare dei quali si verificarono<br />

tutte le premesse, costituite<br />

da una serie di<br />

reciproche provocazioni, che<br />

portarono la Libia a compiere<br />

una grave azione terroristica<br />

contro gli Stati Uniti, tale da<br />

scatenare, nell’aprile 1986, la<br />

reazione militare di questi ultimi,<br />

che si concretizzò con un<br />

bombardamento aereo di<br />

obiettivi militari situati a Tripoli<br />

e a Bengasi. Anche se non<br />

fu tra i bersagli dichiarati, l’abitazione<br />

di Gheddafi, dove<br />

egli viveva con la famiglia, fu presa di<br />

mira e colpita. Il colonnello riuscì a<br />

scamparla per il “rotto della cuffia”,<br />

grazie ad una provvidenziale “soffiata”,<br />

che arrivò giusto in tempo.<br />

Le premesse<br />

Negli Stati Uniti, nel gennaio 1981,<br />

alla Casa Bianca fu insediato il nuovo<br />

presidente, Ronald Reagan, del Partito<br />

Repubblicano, il quale non tollerava<br />

il terrorismo arabo-palestinese,<br />

che era molto attivo in quel periodo.<br />

In Libia c’era il capo della Jamahiriya,<br />

colonnello Muammar Al-Gheddafi,<br />

da tempo dittatore di quel<br />

paese, il quale si definiva alfiere del<br />

mondo arabo, esprimendo una filoso-<br />

Il caccia con ali a freccia variabile Sukoi<br />

Su-22 Fitter, assieme al Su-20, quì raffigurato,<br />

fu una variante da esportazione<br />

del SU-17, impiegato dalla Forza Aerea<br />

Sovietica.<br />

di Ferdinando Sguerri<br />

fia islamica, panaraba, filopalestinese,<br />

anti-israeliana e anti-americana e<br />

che sosteneva e incoraggiava il terrorismo.<br />

Professando tali idee, egli era<br />

aiutato dall’Unione Sovietica che lo<br />

riforniva di mezzi militari, di armi e<br />

di munizioni.<br />

Il Golfo della Sirte, da Misurata a Bengasi,<br />

è largo 450 km, con un profondità massima<br />

di 210 km (Atlante Geografico De Agostini,<br />

1987).<br />

Gli Stati Uniti, quindi, ritenevano la<br />

Libia un paese coinvolto, direttamente<br />

o indirettamente, in tutti gli attacchi<br />

terroristici arabo-palestinesi<br />

contro gli americani e contro i paesi<br />

occidentali. Inoltre, la Casa Bianca<br />

era fermamente convinta che quel<br />

paese nordafricano fosse anche un rifugio<br />

dei terroristi e sede dei loro<br />

campi di addestramento. Pertanto gli<br />

aerei americani eseguivano continue<br />

ricognizioni sul territorio libico,<br />

mentre le navi della 6ª Flotta effettuavano<br />

frequentemente delle “manovre”<br />

al largo delle coste libiche.<br />

Per impedire tali manovre, nell’estate<br />

1981, Gheddafi annunciò di volere<br />

estendere il limite delle acque territoriali<br />

all’abnorme distanza di 480 chilometri<br />

dalle coste Libiche,<br />

includendo il profondo Golfo della<br />

Sirte, malgrado che il diritto internazionale<br />

stabilisse a sei miglia nautiche<br />

(11,12 km) tale limite. Gli Stati<br />

Uniti, da parte loro, continuarono<br />

imperterriti le loro manovre vicino<br />

alle coste libiche, rinforzando la 6ª<br />

Flotta con una seconda portaerei e<br />

relative navi di appoggio.<br />

Fu così che il 19 agosto 1981, sul<br />

Golfo della Sirte, si arrivò a uno<br />

scontro aereo, in cui due F-14A Tomcat<br />

della portaerei CVN 68 Nimitz, furono<br />

attaccati da due caccia libici<br />

Su-22 Fitter, con ala a freccia variabile,<br />

che fecero l’imprudenza di lanciare<br />

un missile aria-aria. Gli aerei<br />

americani scansarono facilmene il<br />

missile e risposero al fuoco; il<br />

risultato fu l’abbattimento dei<br />

due aerei libici. Gheddafi minacciò<br />

fuoco e fulmini e le<br />

conseguenze di tali minacce si<br />

prolungarono nel tempo.<br />

Alla fine del 1984, Ronald<br />

Reagan ottenne un secondo<br />

mandato presidenziale, per<br />

cui l’impegno contro il terrorismo<br />

non ebbe soste. Il 7 ottobre<br />

1985, un “commando” di<br />

quattro terroristi palestinesi<br />

dell’OLP (Organizzazione per<br />

la Liberazione della Palestina),<br />

sequestrò e dirottò la nave<br />

da crociera italiana “Achille<br />

Lauro”, in navigazione nel sud del<br />

Mediterraneo; in quell’occasione, i<br />

terroristi uccisero a sangue freddo<br />

Leon Klinghoffer, un anziano turista<br />

ebreo-americano invalido. Dopo intense<br />

trattative, il 9 ottobre, la nave<br />

attraccò in un porto egiziano e i terroristi<br />

si arresero alle autorità locali,<br />

in cambio di un salvacondotto; il<br />

giorno 10, i quattro del “commando”,<br />

assieme a un emissario dell’OLP, Abu<br />

Abbas, che era stato anche l’ideatore<br />

del sequestro, furono imbarcati su un<br />

aereo egiziano diretto a Tunisi, sede<br />

del quartier generale dell’Organizzazione.<br />

L’aereo, però, venne intercettato<br />

dai caccia americani della 6ª Flotta<br />

e, con il permesso del Governo italiano,<br />

fu costretto ad atterrare sulla base<br />

NATO di Sigonella, in Sicilia.<br />

Quì cominciò subito uno spiacevole<br />

braccio di ferro su chi dovesse trattenere<br />

i terroristi, se i militari della<br />

“Delta Force” americana o i carabinieri<br />

italiani, i quali si attenevano<br />

agli ordini del capo del Governo, Bettino<br />

Craxi. Alla fine, Abu Abbas e<br />

compagni furono consegnati alle autorità<br />

italiane; un paio di giorni dopo,<br />

i terroristi furono messi su un aereo<br />

diretto a Belgrado, nella Jugoslavia<br />

comunista. Questa sorta di “beffa”<br />

del Governo Craxi fece infuriare la<br />

Casa Bianca.<br />

Tuttavia, gli statunitensi, dovevano<br />

ancora vedere il peggio. Il 27 dicembre<br />

1985, all’aeroporto di Fiumicino<br />

10 AERONAUTICA 8-9/2010


(Roma) i terroristi palestinesi<br />

attaccarono i banchi del<br />

“check-in” della El-Al, israeliana,<br />

e della TWA, americana,<br />

uccidendo 13 persone,<br />

tra cui alcuni americani, e<br />

ferendone altre 75. Questa<br />

azione terroristica fu definita<br />

dalla Libia come una<br />

“operazione eroica”. Per Washington,<br />

ciò confermò che<br />

il responsabile della carneficina<br />

era stato Gheddafi.<br />

A questo punto la Casa Bianca fece<br />

appello agli alleati della NATO, affinché<br />

venissero applicate severe sanzioni<br />

economiche alla Libia. Ma la<br />

maggioranza dei governi europei, per<br />

paura di compromettere i propri<br />

commerci con gli arabi e di un inasprimento<br />

del terrorismo sul proprio<br />

territorio, non fu d’accordo nell’adottare<br />

tale provvedimento.<br />

Nel gennaio 1986, Gheddafi tracciò<br />

una linea tra Tripoli e Bengasi, sul<br />

Golfo della Sirte, denominandola “linea<br />

della morte”: qualunque mezzo,<br />

aereo e navale, che l’avesse oltrepassata,<br />

secondo il dittatore, sarebbe stato<br />

distrutto. Gli americani, per tutta<br />

risposta, aumentarono la 6ª Flotta<br />

con un terza portaerei, portando a<br />

200 il numero degli aerei da combattimento<br />

presenti nel Mediterraneo, e,<br />

nel febbraio 1986, misero in piedi l’operazione<br />

“Prairie Fire”.<br />

L’operazione iniziò il 14 marzo 1986,<br />

con lo scopo di costringere Gheddafi<br />

a reagire, in modo da giustificare<br />

qualche pesante attacco aereo contro<br />

obiettivi militari libici. Dopo alcuni<br />

giorni di titubanza, il mattino del 24<br />

marzo, i libici lanciarono i primi missili<br />

SAM (Surface to Air Missile), an-<br />

Le due basi aeree della RAF, Lakenheath e<br />

Mildenhall, sulle quali stazionano permanentemente<br />

reparti aerei dell’US Air Force<br />

(Air Force Magazine, may 2010).<br />

AERONAUTICA 8-9/2010<br />

Il Grumman F-14A Tomcat, con ala a freccia<br />

variabile, è stato il più potente e il più<br />

micidiale aviogetto da superiorità aerea<br />

impiegato dalla US Navy.<br />

dati a vuoto, contro un aereo americano<br />

che volava sul Golfo della Sirte.<br />

Nel corso della giornata furono lanciati<br />

altri missili SAM, senza successo,<br />

e fu anche tentata, inutilmente,<br />

un’intercettazione da parte di due<br />

MiG-25 Foxbat libici. Nel primo pomeriggio,<br />

gli aerei della US Navy iniziarono,<br />

a loro volta gli attacchi<br />

contro la postazione SAM di Sidra,<br />

che venne distrutta, e contro il naviglio<br />

da guerra libico, danneggiando o<br />

distruggendo quattro unità leggere<br />

armate di missili antinave. Tutto finì<br />

lì. L’Italia prese le distanze dall’azione<br />

della Navy, mentre gli americani si<br />

dissero soddisfatti dei risultati, che<br />

dovevano costituire un avvertimento<br />

a Gheddafi a lasciar perdere le azioni<br />

terroristiche. Ma l’avvertimento fu<br />

inutile.<br />

L’operazione<br />

“El Dorado Canyon”<br />

Dopo la fine della seconda guerra<br />

mondiale, le forze anglo-americane<br />

in Europa, di stanza in Germania,<br />

avevano messo in piedi, secondo<br />

una tradizione consolidata, un ottimo<br />

servizio di intercettazione e di<br />

decrittazione dei messaggi cifrati<br />

trasmessi dai paesi del blocco comunista<br />

e anche dai paesi arabi sospettati<br />

di sostenere il terrorismo<br />

arabo (Libia, Siria, Iran e Repubblica<br />

Democratica Popolare dello<br />

Yemen). Fin dalla fine di marzo,<br />

quindi, gli americani sapevano che<br />

si stava progettando un attentato<br />

contro i militari americani, da effettuarsi<br />

a Berlino, l’ex-capitale tedesca<br />

divisa in due parti: quella<br />

Ovest, occupata dagli anglo-francoamericani,<br />

e quella Est, occupata<br />

dalle forze sovietiche. Tuttavia, il<br />

servizio di ascolto anglo-americano<br />

apprese solo venerdì 4 aprile che<br />

tale attentato era imminente, forse<br />

in quella stessa giornata. La MP (Military<br />

Police) americana tentò di avvisare<br />

le centinaia di militari<br />

americani che si accingevano a passare<br />

il week-end nei bar e nelle disco-<br />

STORIA AERONAUTICA<br />

teche, ma non riuscì nell’intento.<br />

Nelle primissime ore di sabato<br />

5 aprile, un terrorista<br />

lanciò una bomba contro<br />

la discoteca “La Belle”,<br />

gremita di militari americani.<br />

Un sergente ed una<br />

donna tedesca vennero uccisi,<br />

mentre altre 230 persone,<br />

tra cui 79 americani,<br />

furono ferite più o meno<br />

gravemente. I centri di intercettazione<br />

anglo-americani, nel corso della<br />

stessa giornata, captarono un messaggio,<br />

indirizzato all’Ufficio del Popolo<br />

Libico, di Berlino Est, in cui<br />

Tripoli si congratulava; un altro messaggio<br />

libico parlava di ulteriori attentati<br />

antiamericani da compiersi in<br />

tutto il mondo.<br />

Questi messaggi rappresentarono la<br />

goccia che fece traboccare il vaso, per<br />

cui il presidente Reagan decise che<br />

era necessario reagire militarmente,<br />

per stroncare le velleità libiche di<br />

continuare a sostenere il terrorismo.<br />

Reagan, pertanto, dette il via libera al<br />

Pentagono per mettere a punto un<br />

piano di attacco, basato sulla sorpresa,<br />

contro importanti obiettivi militari<br />

libici. Dopo alcuni ripensamenti,<br />

alla fine venne approvato un piano di<br />

attacco, denominato operazione “El<br />

Dorado Canyon”, da effettuarsi congiuntamente<br />

con aerei della US Air<br />

Force (USAF) e della US Navy (USN),<br />

contro obiettivi situati a Tripoli e a<br />

Bengasi. Per attuare il piano nel modo<br />

migliore, era necessaria la collaborazione<br />

di alcuni paesi europei<br />

alleati, i cui territori dovevano essere<br />

Il General Dynamics F-111F, malgrado la sigla,<br />

è stato utilizzato dall’USAF come bombardiere<br />

medio veloce. Nella foto è visibile il<br />

ragguardevole carico di bombe Mk 82, a caduta<br />

libera, trasportato dal velivolo.<br />

11


STORIA AERONAUTICA<br />

Cartina con lo schizzo del tracciato della<br />

rotta da Lakenheath a Tripoli. Il tracciato<br />

fu concepito in modo da passare sempre<br />

su acque internazionali. Nella cartina, le<br />

stelle nere corrispondono, in linea di massima,<br />

alle zone di rifornimento in volo, sia<br />

per la rotta di andata che per quella di ritorno.<br />

Capo Bon, non evidenziato sulla<br />

cartina, costituisce l’estrema punta orientale<br />

della Tunisia.<br />

sorvolati dai bombardieri e dagli aerei<br />

cisterna, di base in Gran Bretagna,<br />

oppure, servire da basi di<br />

partenza per alcuni aerei. Dopo un<br />

giro di colloqui diplomatici emerse<br />

che Francia, Spagna, Portogallo, Germania<br />

e Italia, oltre ad essere contrari<br />

all’operazione, non intendevano<br />

concedere il permesso di sorvolo ai<br />

bombardieri americani diretti in Libia,<br />

partendo dal Regno Unito, qualunque<br />

fosse la rotta prescelta,<br />

inclusa quella più diretta; anzi il go-<br />

Il Boeing KC-10 Extender. Un nutrito numero<br />

di questi aerei, assieme ai più anziani<br />

Boeing KC-135, assicurarono il<br />

rifornimento in volo degli F-111F. Il KC-10<br />

era in grado di erogare, complessivamente,<br />

162 tonnellate di carburante, mentre il<br />

KC-135 poteva erogarne solo 92 tonnellate<br />

circa. (Air Force Magazine, may 2010)<br />

verno tedesco, che non aveva<br />

accesso ai messaggi decrittati<br />

di cui abbiamo parlato, rifiutò<br />

addirittura di<br />

considerare la Libia un paese<br />

terrorista.<br />

Il Regno Unito, invece, il cui<br />

primo ministro, Margaret<br />

Thatcher, era a conoscenza<br />

della situazione e del ruolo<br />

della Libia nelle attività terroristiche,<br />

dette il suo pieno<br />

appoggio al piano degli Stati<br />

Uniti, le cui basi principali<br />

in Inghilterra erano quelle di<br />

Lakenheath e di Mildenhall,<br />

situate entrambe a nord di<br />

Londra. A Lakenheath stazionavano<br />

due Stormi di<br />

bombardieri General Dynamics<br />

F-111F, con ali a freccia<br />

variabile, mentre Mildenhall<br />

era la base degli aerei cisterna<br />

americani KC-135A Stratotanker,<br />

KC-10 Extender e di altri<br />

Gruppi di volo. Inoltre, la Thatcher<br />

mise a disposizione anche gli aeroporti<br />

RAF di Fairford e Upper<br />

Heyford, per ospitare altri aerei cisterna,<br />

e anche l’aeroporto RAF di<br />

Akrotiri, sull’isola di Cipro, a sud della<br />

Turchia. L’unica condizione posta<br />

dal primo Ministro inglese, fu che l’operazione<br />

contro la Libia apparisse<br />

come un’azione armata di difesa, sulla<br />

base dell’articolo 51 della Carta<br />

dell’ONU, che prevedeva il diritto di<br />

difendersi dagli attacchi nemici.<br />

La Grecia, infine, acconsentì che, sull’aeroporto<br />

di Hellenikón, venissero<br />

rischierati due aerei per lo spionaggio<br />

elettronico RC-135W Rivet Joint<br />

che dovevano raccogliere informazioni<br />

preventive sul sistema di difesa aerea<br />

libico, necessarie per la<br />

pianificazione dell’operazione. Queste<br />

informazioni, infatti, dovevano<br />

essere fuse con quelle elettroniche e<br />

fotografiche acquisite da due ricognitori<br />

supersonici da altissima quota<br />

SR-71A Blackbird, che operavano da<br />

Mildenhall, e da tre ricognitori subsonici,<br />

sempre da altissima quota, costituiti<br />

da due TR-1A e da un U-2R,<br />

che operavano da Akrotiri.<br />

Quando gli altri alleati europei si resero<br />

conto che la minacciata azione<br />

americana si stava concretizzando,<br />

tentarono di dissuadere Washington.<br />

Come tentativo estremo, il 14 aprile<br />

fu tenuta una riunione all’Aja, in<br />

Olanda, in cui i governi europei<br />

espressero l’intenzione di aderire alle<br />

sanzioni contro la Libia, osteggiate<br />

all’inizio dell’anno; ma, questo ripensamento<br />

arrivò fuori tempo massimo.<br />

Alle 17,45 di quello stesso 14 aprile,<br />

infatti, iniziò l’operazione “El Dorado<br />

Canyon”, con il decollo, da Mildenhall,<br />

dei primi sei aerei cisterna<br />

KC-135A, seguiti da un KC-10A. Poco<br />

dopo, da Lakenheath, decollò il primo<br />

dei previsti 24 bombardieri F-<br />

111F, assistiti da cinque aerei<br />

EF-111A ECM (Electronic Counter<br />

Measures) decollati da Upper<br />

Heyford; di questi, sei F-111F e due<br />

EF-111A, fungendo da riserva, tornarono<br />

alle loro basi dopo qualche ora.<br />

Altri aerei cisterna incominciarono a<br />

decollare, a orari rigorosamente prestabiliti,<br />

dall’aeroporto di Fairford, a<br />

partire dalle ore 18,00. Intanto, le<br />

portaerei CVA 66 America e CV 43 Coral<br />

Sea, che si erano portate a sud-est<br />

della Sicilia, alle 22,20 del giorno 14<br />

iniziarono i lanci di una forza complessiva<br />

di 14 aerei Grumman A-6E<br />

Intruder, sei McDonnel Douglas F/A-<br />

18A Hornet, sei Vought A-7E Corsair<br />

II e un numero imprecisato di F-14A<br />

Tomcat, oltre a sei Grumman EA-6B<br />

Prowler, per il disturbo elettronico, a<br />

un paio di Grumman E-2C Hawkeye,<br />

per l’avvistamento radar lontano, e di<br />

alcuni aerorifornitori Grumman KA-<br />

6D.<br />

Mentre gli Intruder dovevano attaccare<br />

gli obiettivi a Bengasi e dintorni,<br />

gli Hornet e i Corsair II dovevano<br />

neutralizzare le postazioni SAM con i<br />

loro missili antiradiazione “Shrike”<br />

ed “HARM”. I Tomcat, infine, dovevano<br />

assicurare la copertura contro l’eventuale<br />

reazione dei caccia libici.<br />

La portaerei CVA 66 America, che, con i<br />

suoi aerei, partecipò al raid contro la Libia.<br />

La pianificazione della missione, per<br />

i bombardieri F-111F, fu notevolmente<br />

complessa. Non potendo seguire<br />

una rotta diretta, o comunque breve,<br />

tra Lakenheath e Tripoli, i pianificatori<br />

furono costretti a tracciare un<br />

lungo tragitto spezzettato, con la tratta<br />

principale sull’Oceano Atlantico.<br />

Tale rotta prevedeva di passare al largo<br />

dalle acque territoriali francesi,<br />

spagnole e portoghesi e di sorvolare<br />

le acque internazionali dello Stretto<br />

di Gibilterra, per entrare nel Mediterraneo;<br />

su questo mare, il tracciato<br />

della rotta evitava le acque territoriali<br />

marocchine, algerine e tunisine e,<br />

una volta superato Capo Bon, in Tunisia,<br />

gli aerei potevano virare verso<br />

Tripoli. La rotta di andata, quindi,<br />

12 AERONAUTICA 8-9/2010


Un caccia bombardiere Vought A-7E Corsair<br />

II, mentre sgancia delle bombe Mk 82<br />

Mod.1 “Snakeye”, a caduta ritardata. Notare<br />

i freni aerodinamici delle bombe, che<br />

si approno automaticamente nel momento<br />

in cui esse vengono sganciate.<br />

era di circa 4.700 km, a fronte della<br />

rotta diretta che sarebbe stata di soli<br />

2.500 km circa; per il ritorno, il percorso<br />

era esattamente l’inverso di<br />

quello di andata. I circa 9.400 km<br />

della rotta di andata e ritorno, più il<br />

tempo sugli obiettivi, furono percorsi<br />

in circa 13 ore, con una presunta velocità<br />

media di crociera di circa 760<br />

km/h. Per consentire agli F-111F, che<br />

erano senza serbatoi supplementari<br />

(per lasciare il posto all’armamento<br />

di caduta), di stare in volo per così<br />

lungo tempo, furono organizzati<br />

quattro rifornimenti in volo, lungo la<br />

rotta di andata: il primo al largo delle<br />

coste meridionali francesi; il secondo<br />

al largo delle coste portoghesi, prima<br />

di virare verso Gibilterra; il terzo al<br />

largo delle coste marocchine e il<br />

quarto al largo delle coste tunisine.<br />

Al ritorno gli aerei si dovevano rifornire<br />

negli stessi punti in ordine inverso.<br />

Quindi, otto rifornimenti in volo,<br />

con tempi notevolmente diversi, che<br />

richiesero una pianificazione accurata<br />

degli aerei cisterna.<br />

Una bomba di precisone GBU-10 “Paveway<br />

II”, a guida laser, mentre viene lanciata<br />

da un F-16. La propaggine dotata di<br />

alette mobili di guida, che si estende davanti<br />

all’ogiva della bomba, costituisce il<br />

“seeker” che capta l’energia laser riflessa<br />

dal bersaglio, precedentemente “illuminato”<br />

da un raggio emesso dall’aereo. (Air<br />

Force Magazine, may 2010)<br />

A mezzanotte circa, del 14 aprile, 18<br />

bombardieri F-111F, suddivisi in tre<br />

gruppi di sei, piombarono di sorpresa<br />

su Tripoli ad una quota estremamente<br />

bassa, di circa 60 metri, per<br />

essere sicuri di eludere la sorveglianza<br />

radar, malgrado il disturbo attivato<br />

dagli F-111A ECM. Per la<br />

navigazione notturna a bassissima<br />

quota, gli aerei fecero affidamento<br />

sul loro sistema APQ-110 “Terrain<br />

Following Radar”, asservito all’autopilota.<br />

Alcuni F-111F erano armati<br />

con bombe a caduta ritardata Mk 82<br />

“Snakeye”, da 254 kg, mentre gli altri<br />

avevano bombe di precisione GBU-<br />

10 “Paveway II”, a guida laser, da 907<br />

kg; l’imperativo della missione era<br />

quello di colpire esattamente tutti gli<br />

obiettivi assegnati, soprattutto quelli<br />

che si trovavano a ridosso di abitazioni,<br />

e di evitare di produrre danni<br />

collaterali. Comunque, una volta in<br />

vista della città, completamente illuminata,<br />

ciascuno dei tre gruppi di<br />

bombardieri si diresse verso i propri<br />

obiettivi, portandosi ad una quota di<br />

150 metri per acquisire i bersagli con<br />

gli apparati ottici, radar e laser. Un<br />

gruppo, con le bombe a caduta ritardata,<br />

si diresse verso l’aeroporto militare,<br />

mentre gli altri due gruppi,<br />

con le bombe laser, si diressero, uno<br />

verso la base navale di Sidi Bilal e<br />

l’altro verso la caserma di Bab El-<br />

Aziziya, dove Gheddafi risiedeva assieme<br />

alla sua famiglia. Era evidente<br />

l’intenzione di colpire direttamente<br />

il leader libico, che abitava nel perimetro<br />

della caserma, considerata<br />

obiettivo militare. Ma, per sua fortuna,<br />

Gheddafi, assieme alla maggior<br />

parte della famiglia, era uscito da poco<br />

dalla residenza, per cui tra le macerie<br />

del fabbricato, colpito con<br />

precisione, rimase uccisa solo una figlia<br />

adottiva.<br />

A mezzanotte, contemporaneamente<br />

all’attacco su Tripoli, era iniziato l’attacco<br />

delle postazioni radar e missilistiche<br />

libiche, messe rapidamente<br />

fuori combattimento dai missili antiradiazioni<br />

degli aerei della USN.<br />

Nello stesso momento i bombardieri<br />

A-6E Intruder iniziarono l’attacco degli<br />

obiettivi di Bengasi e dintorni, come<br />

i campi di addestramento dei<br />

terroristi e l’aeroporto di Benina, dove<br />

dovettero affrontare un inefficace<br />

fuoco dei cannoncini antiaerei semoventi<br />

sovietici ZSU-23/4. Ciononostante,<br />

l’attacco fu efficace e tutto<br />

filò liscio come l’olio; l’aeroporto fu<br />

colpito duramente, con la distruzione<br />

di aerei e di infrastrutture, prima che<br />

i caccia libici potessero decollare.<br />

Compiuta la missione senza aver subito<br />

perdite, gli aerei della US Navy<br />

ritornarono verso le loro portaerei,<br />

dove appontarono tutti prima dell’una<br />

di notte.<br />

STORIA AERONAUTICA<br />

Un po’ meno facile fu l’azione degli<br />

F-111F su Tripoli. Per timore di provocare<br />

danni collaterali e vittime tra i<br />

civili, eterno dilemma di questo tipo<br />

di missioni, gli equipaggi dei due<br />

gruppi che dovevano attaccare la base<br />

navale e la caserma, entrambe a ridosso<br />

di abitazioni civili, ebbero<br />

l’ordine di essere molto scrupolosi<br />

nelle acquisizioni dei bersagli, utilizzando<br />

i loro apparati radar e laser; in<br />

caso di dubbio, dovevano interrompere<br />

l’attacco. A causa di informazioni<br />

poco chiare fornite da qualcuno di<br />

tali apparati, cinque F-111F si autoesclusero<br />

dall’azione, per cui solo sette<br />

bombardieri attaccarono tali obiettivi.<br />

Questi, comunque, furono colpiti<br />

tutti, ma vennero danneggiate seriamente<br />

anche alcune case provocando<br />

una ventina di vittime civili. Inoltre,<br />

un F-111F, forse colpito dal fuoco degli<br />

ZSU-23/4, fu visto esplodere a 32<br />

km da Tripoli, sulla rotta di ritorno;<br />

nessun dei due membri dell’equipaggio<br />

si salvò. Tutti gli altri bombardieri<br />

e gli aerei ECM ritornarono a<br />

Lakenheath e a Mildenhall alle 06,30<br />

del mattino del 15 aprile.<br />

Il micidiale missile antiradiazioni AGM-88<br />

“HARM” (High-Speed Anti-Radiation Missile).<br />

Esso si dirige passivamente seguendo<br />

l’emissione delle antenne radar dei<br />

sistemi di puntamento dei missili SAM.<br />

(Air Force Magazine, may 2010)<br />

Durante il 15, 16 e 17 aprile, partirono<br />

numerosi voli di ricognizione ad altissima<br />

quota verso la Libia, per verificare<br />

i danni arrecati. Tali voli<br />

confermarono che tutti gli obiettivi<br />

erano stati colpiti ed avevano subito<br />

pesanti distruzioni; ma le ricognizioni<br />

confermarono anche i danni collaterali,<br />

che, denunciati dalla Libia, contribuirono<br />

a provocare la<br />

disapprovazione dell’operazione americana<br />

da parte di numerosi governi,<br />

inclusi molti di quelli alleati. La Casa<br />

Bianca, da parte sua, dichiarò pubblicamente<br />

che gli Stati Uniti avevano<br />

fatto il loro dovere ed erano soddisfatti<br />

dei risultati ottenuti. In seguito ad<br />

un sondaggio rapido, otto americani<br />

su dieci si dichiararono pienamente<br />

soddisfatti della rappresaglia e anche<br />

il Partito Democratico, all’opposizione,<br />

approvò l’operato del governo.<br />

AERONAUTICA 8-9/2010 13


STORIA AERONAUTICA<br />

La “soffiata”<br />

Dopo il bombardamento della<br />

caserma di Bab El-Aziziya, malgrado<br />

le proteste e le minacce<br />

proferite dagli esponenti della<br />

Jamahiriya libica, Gheddafi non<br />

si fece né vedere né sentire, tanto<br />

che gli americani, in un primo<br />

momento, pensarono che fosse rimasto<br />

sotto le macerie della caserma. In<br />

realtà egli era sano e salvo e si era rifugiato<br />

in una tenda piantata in una<br />

località segreta del deserto libico, da<br />

dove, presumibilmente, non si mosse<br />

per alcuni giorni, onde evitare una<br />

possibile reiterazione dell’attacco<br />

americano. Egli si era salvato grazie<br />

ad una “soffiata” sull’imminenza dell’attacco<br />

americano.<br />

Sul quotidiano Il Giornale, del 31 ottobre<br />

2008, comparve un articolo, a<br />

firma di Livio Caputo, nel quale il ministro<br />

degli Esteri libico, Abdel Rahman<br />

Shalgam, rivelava che era stato<br />

Craxi a salvare Gheddafi dal bombardamento<br />

della caserma.<br />

Il velivolo da ricognizione trisonico,<br />

Lockheed SR-71, in grado di volare ad<br />

una quota di 24.000 m (78.740 ft), al di<br />

fuori della portata di qualsiasi aereo intercettore<br />

esistente.<br />

Il Giornale, inoltre, riportava anche<br />

che questa rivelazione era stata subito<br />

confermata da Giulio Andreotti,<br />

ministro degli Esteri al tempo dell’operazione<br />

americana, per cui non potevano<br />

esserci dubbi sulla veridicità<br />

della notizia. Era successo che il Governo<br />

italiano, nell’imminenza dell’attacco,<br />

aveva informato<br />

l’Ambasciata libica a Roma, la quale<br />

aveva trasmesso il messaggio al leader<br />

libico. Malgrado l’illazione riportata<br />

dal quotidiano di cui sopra, che<br />

l’Ambasciata libica fosse stata informata<br />

due giorni prima, la tempistica<br />

della catena informativa, con i suoi<br />

vari passaggi obbligati, non appaiono<br />

affatto chiari; molto probabilmente,<br />

i tempi furono di gran lunga<br />

più stretti. Le apparenze starebbero<br />

ad indicare che l’avviso arrivò sotto<br />

gli occhi di Gheddafi, quando i bombardieri<br />

americani erano già, più o<br />

meno, all’altezza di Capo Bon (l’estrema<br />

punta della Tunisia), per cui il<br />

Il titolo dell’articolo di Livio Caputo, comparso<br />

su “Il Giornale” del 31 ottobre 2008.<br />

leader libico, con la famiglia, ebbe<br />

solo qualche decina di minuti per lasciare<br />

frettolosamente la sua residenza,<br />

tanto e vero che, per motivi non<br />

noti, la figlia adottiva, rimasta uccisa,<br />

probabilmente non fece in tempo a<br />

seguire il padre. Questa supposizione<br />

sarebbe suffragata anche dal fatto<br />

che il sistema di difesa aerea libico fu<br />

colto praticamente di sorpresa, mentre<br />

Tripoli era uno sfolgorio di luci.<br />

Ciò significa che la catena di comando<br />

non ebbe il tempo necessario per<br />

allertare le postazioni radar, quelle<br />

dei missili SAM, le basi dei caccia intercettori<br />

e la difesa civile.<br />

Ma perché Craxi avvisò Gheddafi,<br />

venendo meno al vincolo<br />

di segretezza che lo legava<br />

agli alleati della NATO?<br />

Una generica risposta è stata<br />

fornita dallo stesso autore dell’articolo,<br />

che cita un brano di<br />

Indro Montanelli e di Mario<br />

Cervi, contenuto nel libro “L’Italia<br />

degli anni di fango”. Secondo<br />

tale citazione, la<br />

politica estera dell’Italia del periodo<br />

craxiano fu contraddistinta da una:<br />

«fedeltà generica e costante all’Occidente,<br />

però con sbandamenti terzomondisti<br />

e una inguaribile riluttanza<br />

ad approvare senza riserve i gesti di<br />

forza degli amici». L’anima terzomondista<br />

di Craxi, quindi, aveva consentito,<br />

al ministro degli Esteri del<br />

suo governo, di stringere un rapporto<br />

di “amicizia” con il leader dell’OLP,<br />

Yasser Arafat, e di avere un occhio di<br />

riguardo anche per la Libia, che, oltre<br />

ad ospitare una nutrita comunità<br />

In questa immagine pittorica sono raffigurati<br />

due veicoli trasportatori-lanciatori di<br />

missili LRINF sovietici SS-20.<br />

italiana, era una grande fornitrice<br />

di petrolio all’Italia; questo atteggiamento,<br />

quindi, spiegava<br />

anche l’episodio di Sigonella. La<br />

Casa Bianca mal tollerava tale<br />

atteggiamento, ma chiudeva un<br />

occhio, in quanto essa apprezzava<br />

la ferma posizione anticomunista<br />

di Craxi; inoltre, gli Stati<br />

Uniti, assieme agli altri alleati della<br />

NATO, avevano apprezzato moltissimo<br />

il fatto che il Governo Craxi, nel<br />

settembre 1983, fosse riuscito a far<br />

approvare dal Parlamento l’installazione<br />

dei missili nucleari LRINF<br />

(Longer-Range Intermediate Nuclear<br />

Force) e GLCM (Ground Launched<br />

Cruise Missile) a Comiso, in Sicilia,<br />

pur sapendo di dover affrontare, come<br />

conseguenza, delle dure reazioni<br />

dei comunisti e dei cosiddetti “pacifisti<br />

a senso unico”. Tale installazione,<br />

infatti, assieme ad altri GLCM in<br />

Gran Bretagna e ai missili balistici<br />

“Pershing II” in Germania, contribuiva<br />

a bilanciare la minaccia dello<br />

schieramento di oltre 300 missili balistici<br />

LRINF SS-20 sovietici, ciascuno<br />

con tre testate nucleari, puntati<br />

contro i paesi europei. Questo schieramento<br />

fu l’ultimo sforzo dell’Unione<br />

Sovietica, prima del crollo, per<br />

cercare di impaurire le popolazioni<br />

di tali paesi e provocare un cambiamento,<br />

a proprio favore, dello “status<br />

quo” politico, in modo da accedere<br />

alle loro economie, alle loro tecnologie<br />

e ai loro commerci.<br />

La fine della storia<br />

Immediatamente dopo l’attacco americano,<br />

il regime libico spese molte<br />

parole per minacciare gli Stati Uniti.<br />

La sera del 15 aprile, dalla Libia furono<br />

lanciati due missili balistici a corto<br />

raggio “Scud”, di fabbricazione<br />

sovietica, verso l’isola italiana di<br />

Lampedusa, distante 330 km dalle<br />

coste libiche, con l’intento di colpire<br />

una stazione “LORAN” (LOng RAnge<br />

Navigation - Sistema di navigazione a<br />

lungo raggio), gestita dalla Guardia<br />

Costiera degli Stati Uniti. A causa<br />

della nota imprecisone di tali missili,<br />

essi esplosero in mare al largo di Capo<br />

Ponente, la punta occidentale dell’isola,<br />

causando solo paura tra la<br />

popolazione. La Libia rivendicò l’azione,<br />

spacciandola per “un avvertimento”,<br />

per cui il Governo italiano<br />

presentò a quello libico un’energica<br />

nota di protesta e, per via aerea, inviò<br />

immediatamente delle truppe a Lampedusa,<br />

per timore di un colpo di mano<br />

dell’infido “amico” libico. Inoltre,<br />

per prudenza, il 31 maggio 1986 la<br />

stazione “LORAN” di Lampedursa<br />

passò sotto il controllo dei militari<br />

italiani, con due anni di anticipo rispetto<br />

al previsto.<br />

14 AERONAUTICA 8-9/2010


Continua il volo di Ikaros<br />

Nel corso del secondo International Symposium on Solar<br />

Sailing che ha avuto luogo in luglio al New York City College<br />

of Technology, ampio spazio è stato dato alla missione<br />

della vela solare Ikaros dell’agenzia spaziale giapponese<br />

JAXA (Japan Aerospace Exploration Agency).<br />

Lanciata con successo il 21 maggio scorso con un vettore H-<br />

IIA - insieme all’orbiter Akatsuki diretto a Venere (dove giungerà<br />

a dicembre) - Ikaros (acronimo di Interplanetary Kite-craft<br />

Accelerated by Radiation Of the Sun) è una sonda spaziale<br />

progettata con lo scopo principale di verificare la possibilità di<br />

utilizzare l’energia solare come propulsore per i veicoli spaziali<br />

durante una navigazione interplanetaria fino a Venere.<br />

Dispiegata completamente il successivo 10 giugno a circa 7,7<br />

milioni di chilometri dalla Terra, la sonda - che con una diagonale<br />

di 20 m ha la forma di un grande aquilone, o vela quadrata,<br />

della superficie di circa 200 mq - ha poi iniziato la sua<br />

attività che ha avuto ed ha, in particolare, i seguenti scopi:<br />

- dispiegamento e controllo di una vela solare costituita da una<br />

membrana sottile;<br />

- sperimentazione delle celle solari a film sottile integrate nella<br />

vela per fornire energia al carico utile;<br />

- misurazione dell’accelerazione dovuta alla pressione di<br />

radiazione esercitata sulla vela solare;<br />

- controllo dell’assetto mediante pannelli con proprietà di<br />

riflesssione variabile.<br />

La missione comprende anche l’investigazione su taluni aspetti<br />

dello spazio interplanetario, come il vento solare e la polvere<br />

cosmica.<br />

La vela solare, che potrebbe in futuro consentire missioni spaziali<br />

nel sistema solare riducendo l’impiego di combustibili chimici,<br />

si basa su una tecnologia ibrida di elettricità e pressione.<br />

Sulla sua superficie è infatti presente una pellicola ultrasottile<br />

contenente piccole celle solari, di spessore di appena 7,5 millesimi<br />

di millimetro, in grado di trasformare l’energia dei fotoni<br />

di luce che vi impattano con una certa pressione in energia<br />

elettrica utilizzabile per la propulsione del veicolo.<br />

Durante la sua missione, della durata prevista di sei mesi, Ikaros<br />

volerà nell’orbita del pianeta Venere e, se la missione stessa<br />

avrà buon esito, gli scienziati della JAXA ne hanno già<br />

programmata una nuova intorno a Giove, per la quale verrà<br />

utilizzata una vela di dimensioni doppie rispetto a questa.<br />

Tra i rischi della missione, avvertono tuttavia gli stessi scienziati,<br />

ci sono però anche quelli di tipo strutturale: la sottilissima<br />

vela potrebbe infatti subire fenomeni di instabilità, piegandosi e<br />

perdendo così la capacità di captare con il giusto angolo i raggi<br />

solari.<br />

All’Esercito il sistema UAV<br />

“Shadow 200”<br />

L’<br />

esecito Italiano sarà dotato del sistema<br />

tattico Shadow 200 per il potenziamento<br />

della protezione delle forze nel corso di<br />

operazioni militari.<br />

Il contratto per la fornitura di quattro di tali sistemi,<br />

che è stato firmato nel luglio scorso da <strong>Arma</strong>ereo<br />

con la statunitense AAI Corporation (già<br />

Aircraft <strong>Arma</strong>ments, Inc.), ha un valore di poco<br />

più di 51 milioni di euro in quattro anni e comprende<br />

il supporto logistico, le pubblicazioni tecniche,<br />

i corsi di addestramento e le attività di<br />

qualifica per la certificazione di omologazione di<br />

aeromobile militare.<br />

Il sistema, reca una nota in proposito, sarà impiegato<br />

dall’Esercito per fornire in tempo «quasi<br />

reale» dati per ricognizione, sorveglianza e acquisizione<br />

bersagli (RSTA) a livello di battaglione<br />

per compiti che vanno dalla sicurezza delle retrovie<br />

alla ricerca e soccorso in combattimento, dal<br />

supporto al tiro di artiglieria e aereo alla valutazione<br />

dei danni inferti.
<br />

Lo Shadow 200, sviluppato dall’RQ-2 Pioneer, è<br />

un velivolo a pilotaggio remoto (APR) lungo 2,4<br />

m, con apertura alare di 4,3 m, peso di circa 170<br />

kg, autonomia di circa sei ore, che è dotato, tra<br />

l’altro, di sensore elettro-ottico a raggi infrarossi<br />

e funzionalità laser, un sistema di lancio, una<br />

stazione di controllo a terra ed un’altra portatile,<br />

un terminale video remoto, un datalink per video<br />

e dati (con due terminali, di cui uno portatile), e<br />

può utilizzare piste semipreparate.<br />

Spostato il CosmoSkyMed 3 per evitare una collisione<br />

SCIENZA, SPAZIO,<br />

TECNICA E INDUSTRIA<br />

Il 9 luglio il satellite CosmoSkyMed 3 (v. pag. 13 di <strong>Aeronautica</strong> n. 10/2008) è stato opportunamente manovrato per<br />

evitare una possibile collisione con un oggetto non catalogato (forse un detrito spaziale) del quale era stato calcolato<br />

il passaggio a poche decine di metri dal satellite stesso.<br />

La manovra evasiva è stata possibile per le segnalazioni fornite tempestivamente da USSTRATCOM (United States<br />

Strategic Command) e dopo le conseguenti verifiche da parte di Telespazio che avevano accertato un rischio di collisione<br />

con il 7 per cento di probabilità.<br />

AERONAUTICA 8-9/2010 15


SCIENZA, SPAZIO, TECNICA E INDUSTRIA<br />

Una proroga al pensionamento<br />

degli “shuttle”?<br />

Se la NASA avrà - come recentemente proposto dalla<br />

commissione scienza del Senato statunitense - i<br />

necessari finanziamenti pari a 1,6 miliardi di dollari,<br />

l’anno prossimo potrebbe effettuare con lo shuttle un volo<br />

in più dei due fino ad oggi ancora programmati prima di<br />

“pensionare” le sue navette spaziali.<br />

Come già riportato da questo periodico, l’ultimo volo attualmente<br />

previsto è quello pianificato per il 28 febbraio<br />

2011 per la missione STS-134 alla quale, lo ricordiamo,<br />

parteciperà il nostro astronauta col. pil. Roberto Vittori<br />

Lo Zephyr ha volato per 14 giorni<br />

Il 28 luglio, dopo 14 giorni e 24 minuti di volo ininterrotto,<br />

l’aereo telecomandato ultraleggero ad energia solare<br />

Zephyr della società britannica Qinetiq (v. anche<br />

pag. 18 di <strong>Aeronautica</strong> n. 8/2008) è atterrato in una base<br />

militare in Arizona.<br />

Lo Zephyr ha così battuto ogni precedente primato di durata<br />

dimostrando nel contempo la possibilità di poter essere<br />

utilizzato per attività prolungate di ricognizione e<br />

osservazione della superficie terrestre per scopi militari e<br />

civili a costi molto ridotti a fronte dei mezzi convenzionali<br />

e dei satelliti.<br />


L’aereo, decollato il 9 luglio dallo stesso aeroporto, è dotato<br />

di sottilissime celle fotovoltaiche in silicio amorfo, posizionate<br />

sulle ali, capaci di generare energia sufficiente<br />

ad alimentare i motori elettrici e, contemporaneamente, di<br />

ricaricare le batterie al litio-zolfo usate per proseguire il<br />

volo durante la notte. 
L’aereo, realizzato in fibre di carbonio<br />

ultraleggere, ha un’apertura alare di 22,5 metri, è lungo<br />

circa quattro metri e pesa appena 50 chili.
<br />

Tra i record battuti da Zephyr - che devono ancora essere<br />

confermati ufficialmente dalla Fédération Aéronautique<br />

Internazionale (FAI) i cui funzionari erano questa volta<br />

presenti all’evento - quello di volo senza pilota più lungo<br />

(il precedente era di 30 ore e 24 minuti, stabilito nel 2001<br />

da un Northrop Grumman RQ-4A Global Hawk) e quello<br />

di volo di maggior durata senza rifornimento che apparteneva<br />

al Voyager di Burt Rutan, rimasto in volo nel dicembre<br />

1986 per 216 ore (nove giorni), tre minuti e 44<br />

secondi.<br />

E’ da ricordare che il velivolo, soprannominato anche “aereo<br />

perpetuo”, è stato chiamato Zephyr, come il vento,<br />

perché quando vola produce un fruscio causato dalle sue<br />

lunghe ali che fendono l’aria.<br />

16<br />

Iran: bombardiere senza pilota<br />

Il 22 agosto l’Iran ha presentato in una zona semi-desertica<br />

del territorio il suo primo UAV (Unmanned<br />

Aerial Vehicle - aereo senza pilota) di fabbricazione<br />

nazionale.<br />

Il velivolo, denominato Karrar (che in persiano significa<br />

“aggressore”), è propulso da un motore turbo-jet, è<br />

lungo circa quattro metri e può trasportare diversi tipi<br />

di ordigni - diventando, in pratica, un piccolo bombardiere<br />

- fino a 1.100 km di distanza e ad una velocità di<br />

circa 900-1000 km.<br />

Il prototipo è stato presentato nel corso di una cerimonia<br />

con la quale Teheran ha inteso dimostrare di essere<br />

in grado di reagire adeguatamente in caso di attacco al<br />

suo programma nucleare.<br />

E’ da sottolineare, infatti, che la cerimonia – presente il<br />

presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad - è avvenuta<br />

in occasione della Giornata nazionale dell’Industria<br />

di difesa iraniana, all’indomani dell’avvio della centrale<br />

di Bushehr, il primo impianto nucleare iraniano.<br />

L’An-112 fuori dalla gara per il<br />

nuovo tanker USAF<br />

L’USAF non ha accettato la proposta che l’US Aerospace,<br />

una piccola società statunitense, aveva avanzato offrendo<br />

– nella gara per il nuovo aerifornitore KC-X – il<br />

grande An-112, un derivato dell’ucraino Antonov An-70<br />

costruito dalla Aviant di Kiev, aereo propulso da quattro<br />

motori a getto turboventola propfan con le ventole,<br />

simili a eliche propulsive, poste all’esterno della gondola<br />

motore.<br />

Secondo l’USAF, l’offerta sarebbe pervenuta dopo il termine<br />

fissato per la gara, ma la US Aerospace ha presentato<br />

un ricorso al Government Accountability Office<br />

(GAO) sostenendo che il suo incaricato è giunto in tempo<br />

utile sulla base aerea di Wright-Patterson (dove dovevano<br />

essere presentate le offerte dei concorrenti alla<br />

gara, attualmente solo Boeing ed EADS - v. anche pag.<br />

19 di <strong>Aeronautica</strong> n. 7/2010), ma che è stato sviato con<br />

informazioni sbagliate giungendo, quindi, dopo lo scadere<br />

dei termini prescritti.<br />

AERONAUTICA 8-9/2010


La lettura di articoli e saggi storici sul ruolo della postazione<br />

inglese sull’isola di Malta nel corso del secondo conflitto<br />

mondiale mi stimola ad aggiungere, a quanto già<br />

scritto, la mia personale esperienza essendo io allora arruolato<br />

nella Regia <strong>Aeronautica</strong>.<br />

E’ stata un’esperienza molto significativa che mi ha lasciato<br />

un ricordo ancora oggi molto vivo. Sottopongo il racconto<br />

all’attenzione dei lettori con la debole speranza che<br />

qualcuno ci si possa in qualche modo riconoscere.<br />

Il volo più triste e pericoloso della mia vita<br />

La mia trasvolata su Malta<br />

nel dicembre 1941<br />

AERONAUTICA 8-9/2010<br />

di Ernesto Zanlucchi<br />

Nel dicembre del 1941, a 26 anni, ero maresciallo<br />

pilota nel 150° Gruppo – 363ª Squadriglia C.T. di<br />

stanza a Tirana in Albania.<br />

Era un momento caratterizzato da uno stato d’animo<br />

particolare poiché da tre mesi ero in attesa di una risposta<br />

alla mia richiesta di licenza straordinaria per matrimonio.<br />

Un giorno il comandante del Gruppo mi convocò nel suo<br />

ufficio e, con un grande sorriso, mi comunicò che avrebbe<br />

concesso il benestare per la licenza matrimoniale, ma<br />

a una precisa condizione. «Prima - mi disse - devi portare<br />

il trimotore Ca.133 con sette motoristi da Tirana a Tripoli».<br />

Da giorni si parlava di un trasferimento dall’Albania al<br />

nuovo fronte africano, ma non mi aspettavo di doverlo<br />

eseguire pilotando un trimotore su cui non avevo mai<br />

volato.<br />

Ero un “cacciatore” abituato ad altre macchine ed addestrato<br />

ai combattimenti per i quali, proprio prima di partire<br />

per questo volo, ero stato decorato con una medaglia<br />

d’argento al VM “sul campo” e proposto per la promozione<br />

a ufficiale. Il mio morale era, come si suol dire, “alle<br />

stelle”.<br />

Il 6 dicembre partii quindi da Tirana con destinazione<br />

Grottaglie. A bordo portavo sette motoristi e un maresciallo<br />

motorista con relativi bagagli.<br />

Dopo 150 minuti di volo raggiunsi Grottaglie e da lì, dopo<br />

alcuni giorni, ripartimmo alla volta di Comiso, in Sicilia.<br />

Qui mi fu consegnata dal comandante della base una busta<br />

sigillata contenente la rotta segreta che avrei dovuto<br />

seguire. Il 15 dicembre mi trasferii a Pantelleria da cui<br />

saremmo poi decollati per Tripoli.<br />

La notte tra il 15 e il 16 dicembre fu per me terribile poiché,<br />

aperta la busta, mi resi conto che la rotta “segreta”<br />

passava per l’isola di Malta, base inglese dei micidiali<br />

Spitfire (a otto mitragliatrici!) attrezzata con il controllo<br />

radar.<br />

Parlando con un collega avevo saputo che, da quando<br />

era stato installato il radar sul punto più alto della collina,<br />

a circa 100 m di altitudine, tutti gli aerei che erano<br />

SUL FILO DEI RICORDI<br />

transitati in quell’area erano stati regolarmente abbattuti.<br />

A quel punto, gravato della responsabilità del numeroso<br />

personale a bordo, presi una decisione, che mi tenni<br />

dentro, dopodiché comunicai al mio “secondo” che le disposizioni<br />

impartite prevedevano la partenza per Tripoli<br />

l’indomani alle 5 del mattino. E così fu.<br />

Rullai per mettermi in dirittura di partenza e, dopo aver<br />

dato tutta la potenza ai tre motori, tirai la manetta dell’alta<br />

quota al motore di sinistra che iniziò a scoppiettare<br />

e mi costrinse a fermare tutti e tre i motori. Rinunciai al<br />

decollo, ritornai alla posizione di partenza e feci controllare<br />

ai motoristi la carburazione di quel motore.<br />

A rapporto dal comandante dichiarai l’inspiegabilità del<br />

comportamento del motore di sinistra e la conseguente<br />

necessità di un controllo.<br />

In realtà avevo creato un inconveniente per ritardare i<br />

tempi stabiliti dalla rotta ”di sicurezza” comunicatami.<br />

Notai un certo nervosismo tra il personale presente.<br />

Il giorno seguente partimmo alla volta di Tripoli. Volai<br />

per 250 minuti alla quota di 30-50 metri sul livello del<br />

mare. A causa del vento proveniente dalla Tunisia, ogni<br />

30 minuti dovevo correggere la rotta di 5°. Dovevo assolutamente<br />

volare sotto la quota del radar per cercare di<br />

non essere intercettato e quindi abbattuto! Quale rotta e<br />

quota?<br />

I miei occhi, e quelli di tutto l’equipaggio, erano incollati<br />

alle onde del mare che era sensibilmente agitato.<br />

Seguendo la strumentazione di bordo e aiutato da molta<br />

fortuna (che nel gergo aeronautico si definirebbe diversamente!)<br />

giungemmo a destinazione.<br />

Infatti, quando la tensione a bordo era ormai molto alta,<br />

all’orizzonte si profilò la lunga striscia bianca di sabbia<br />

dell’aeroporto di Castel Benito di Tripoli.<br />

Ci fu un urlo da parte di tutto l’equipaggio che mi emozionò<br />

moltissimo e due grosse lacrime, che rivivo ancora<br />

al solo parlarne, mi rigarono il volto.<br />

Con una leggera virata a destra mi trovai in dirittura di<br />

atterraggio, manovra che impostai con decisione proprio<br />

mentre il motore di destra si fermò per mancanza di carburante.<br />

Il rullaggio fu di conseguenza un po’ difficoltoso ma comunque<br />

accompagnato dall’applauso liberatorio dell’equipaggio.<br />

Prima di scendere dall’aereo chiesi all’equipaggio la massima<br />

riservatezza sulla rotta/quota di volo seguita, da me<br />

diversamente interpretata, e, poco dopo, consegnai al<br />

comandante dell’aeroporto la busta contenente le disposizioni<br />

ricevute.<br />

Con la mia scelta di modificare la rotta/quota/tempi in<br />

quella circostanza avevo non solo salvato la mia vita e<br />

quella di altre otto persone ma avevo anche rafforzato in<br />

me la convinzione che in guerra la persona diventa un<br />

numero e la vita, sua e altrui, non ha più alcun valore.<br />

17


SUL FILO DEI RICORDI<br />

Sempre all’erta, specie se in volo con un altro pilota<br />

Aeroporto di Galatina (Lecce), Autunno 1964; Corso<br />

istruttori di volo su MB.326.<br />

Un pomeriggio decollo “sotto tendina” (sorta di coperta<br />

di tela per evitare che il pilota guardi fuori e<br />

possa quindi dimostrare di essere in grado di condurre<br />

il volo soltanto con gli strumenti di bordo) dal posto<br />

posteriore. L’istruttore, persona preparata e capace,<br />

sedeva in quello anteriore, sia per valutare la mia capacità<br />

nel volo strumentale (compreso il decollo) sia per<br />

guardare fuori, onde evitare eventuali collisioni con altri<br />

aerei. La missione prevedeva una navigazione alla quota<br />

di 20.000 piedi e ritorno all’aeroporto di partenza. Il cielo<br />

era completamente coperto da nubi tranquille quindi<br />

non temporalesche.<br />

La navigazione proseguiva senza errori significativi da<br />

parte mia: impegnandomi al meglio, ero soddisfatto perché<br />

l’istruttore, esigente e attento al mio pilotaggio tanto<br />

che mi segnalava, via radio, anche piccoli errori di quota<br />

come la perdita o il guadagno di 30/40 piedi (circa 10/13<br />

m): i richiami erano giusti perché eravamo ormai immersi<br />

nelle nubi fin dal decollo, e quindi il mantenimento<br />

della prevista quota era necessario.<br />

All’inizio del secondo tratto della navigazione, che era<br />

dalla verticale del Radiofaro dell’aeroporto di Brindisi a<br />

quella del Radiofaro di Galatina, tendevo ancora a non<br />

mantenere perfettamente l’altitudine prevista: ero sempre<br />

sotto esame e quindi c’era un coinvolgimento emotivo.<br />

Però il mio esigente istruttore non mi richiamava più<br />

per gli errori.<br />

Cominciai perciò a chiamarlo più volte, incuriosito del<br />

suo silenzio e feci anche della argute battute, tipo «Ehi,<br />

cosa fai, non mi correggi più?»<br />

Ma niente, non ottenevo risposta. Continuai a chiamarlo,<br />

insistendo con voce alta e concitata, né potevo battere le<br />

ali con violenza (manovra da evitare nel volo strumentale)<br />

per fargli capire che c’era qualcosa che non andava<br />

per il suo verso.<br />

Intanto lo strumento ADF (per la ricerca automatica della<br />

direzione di volo) mi indicava di essere sulla verticale<br />

di Galatina e quindi era necessario chiedere ed ottenere<br />

dalla Torre di Controllo l’ora esatta per iniziare la procedura<br />

di discesa e l’avvicinamento per l’atterraggio. A quel<br />

punto, ritenendo ormai che l’istruttore fosse svenuto – o<br />

in una situazione peggiore – informai la Torre di quanto<br />

mi accadeva e, tentando di sollevare a stento un lembo<br />

della tendina, rilevai che eravamo ancora nelle nubi. Dichiarai<br />

perciò di essere in “emergenza”, chiedendo l’immediato<br />

inizio della discesa. Avevo intanto superato la<br />

di Umberto Formisano<br />

verticale del Radiofaro e mentre la Torre accelerava la<br />

discesa di un altro velivolo sotto di me mantenendone in<br />

quota un altro al di sopra, mi autorizzò ad eseguire una<br />

virata a destra di 360° (come da procedura di emergenza)<br />

per tenermi nell’area della verticale del Radiofaro:<br />

subito iniziai la discesa a 270 nodi (486 km/h) con aerofreni<br />

fuori. Ma la preoccupazione aumentava perché l’istruttore<br />

non dava segni di vita (vi era stato un vivace<br />

scambio di messaggi tra me e la Torre mentre lui non interveniva)<br />

stante il suo doppio dovere di valutare la mia<br />

condotta di volo e di guardare avanti per evitare collisioni<br />

aeree e, ancora, di badare alle rotte di allontanamento<br />

e di avvicinamento all’aeroporto.<br />

Non potevo ancora lasciare i comandi di volo per tentare<br />

di tirare un po’ indietro la tendina, ma finalmente, con il<br />

Radiofaro in prua ed in volo livellato, riuscii a sbirciare<br />

sotto di essa e vidi nubi a strati e, tra alcuni squarci, lembi<br />

del terreno. Così mi rincuorai, mi protesi in avanti<br />

con ambo le mani riuscendo a portare indietro – a metà<br />

– la tendina: ormai riuscivo a vedere davanti, e, quale<br />

reazione alla forte ansia vissuta, diedi due o tre violenti<br />

sbattimenti d’ala chiamando per nome ad alta voce nell’interfono<br />

il mio “assente” compagno di volo.<br />

Fu così che, mentre estraevo il carrello ed i flaps per l’atterraggio,<br />

sentii una flebile voce – come quando uno viene<br />

invitato a svegliarsi, ma non ne vuol sapere: «Sono<br />

qui, che c’è?»<br />

Ammetto di essermi scaricato a parolacce mentre rullavo<br />

verso il parcheggio e parimenti nel segnare e firmare i<br />

dati del volo sul libretto dell’aereo. A niente valsero, per<br />

me, le sue scuse: «Ma io c’ero». «Già – risposi - certo che<br />

c’eri, ma dormivi profondamente e sappi che non volerò<br />

più con te!»<br />

A sera, con la mia famiglia, eravamo ospiti per la cena a<br />

casa di mia suocera. Avvicinandomi alla tavola, notai che<br />

mia moglie mi guardava in modo insolito dicendo poi:<br />

«Cosa è successo ai tuoi capelli?» (a quel tempo, ne avevo<br />

molti e qualche segno di brizzolatura). «Perché? – risposi<br />

- cosa c’è?»<br />

«Perché sono più brizzolati del solito!» «Ma no, cosa dici,<br />

sono quei pochi accenni di grigio che già avevo».<br />

Forse era vero? Non ricordo se feci poi un controllo allo<br />

specchio. E cominciai a cenare, ma non potevo fare a<br />

meno di pensare all’angoscia provata durante l’ultima<br />

parte del volo pomeridiano, per lunghi minuti di volo:<br />

cosa certamente diversa da altri emozionanti voli in cui,<br />

considerati i pochi secondi del pericolo o dello spavento,<br />

non c’era stato nemmeno il tempo per pensarci. Ma in<br />

quei casi istantanei, dopo e con i piedi per terra, eccome<br />

ci si pensa!<br />

18 AERONAUTICA 8-9/2010


SUL FILO DEI RICORDI<br />

Quella avventurosa sostituzione di un motore<br />

Durante la crisi di Suez nel novembre<br />

1956 le Nazioni Unite<br />

provvidero a inviare uomini e<br />

mezzi in Egitto per ristabilire la pace.<br />

Molte nazioni parteciparono a queste<br />

missioni e tra esse anche l’Italia<br />

che mise a disposizione i velivoli da<br />

trasporto C-119G della 46° Brigata<br />

Aerea per trasferire provviste di vettovagliamento<br />

vario e materiale tecnico<br />

dall’aeroporto di Capodichino<br />

(Napoli) - da dove decollavano alle<br />

02,30 di notte facendo scalo tecnico<br />

all’aeroporto di Souda Bay in quel<br />

dell’isola di Creta intorno alle 06,00 -<br />

e proseguivano nella stessa mattinata<br />

per l’Egitto, rientrando nuovamente<br />

all’aeroporto<br />

di Creta nel pomeriggio<br />

per scalo tecnico.<br />

Un velivolo del mio<br />

Gruppo ebbe un serio<br />

incidente circa<br />

due ore dopo il decollo<br />

da Napoli<br />

quando l’aereo si<br />

trovava in volo sul<br />

mare Mediterraneo:<br />

l’equipaggio udì un<br />

forte scoppio, ma<br />

inizialmente nessuna<br />

segnalazione di<br />

avaria venne rilevata<br />

dagli strumenti<br />

di bordo.<br />

Progressivamente,<br />

dopo un po’, uno<br />

strumento, “il torsiometro”,<br />

segnalò una caduta continua<br />

di potenza su un motore e fu giocoforza<br />

fermarlo e mettere “l’elica in<br />

bandiera”.<br />

Grazie a Dio l’aereo, anche se carico<br />

di un automezzo pesante e di un rimorchio<br />

pieno di materiale e con un<br />

solo motore efficiente, riuscì ad atterrare<br />

regolarmente sull’aeroporto<br />

di Souda Bay.<br />

L’aereo aveva perso in volo una completa<br />

testata di un cilindro e conseguentemente<br />

tutto l’olio lubrificante<br />

del motore, perdita che l’equipaggio<br />

constatò dopo l’atterraggio e ben evidenziata<br />

dal totale imbrattamento<br />

di Pasquale Di Nuzzo<br />

dei piani di coda del velivolo.<br />

In soccorso di questo velivolo partimmo<br />

con un altro C-119G il giorno<br />

successivo da Pisa con una squadra<br />

tecnica, un motore di scorta e materiale<br />

vario per le operazioni di<br />

smontaggio e rimontaggio, ma non<br />

potemmo imbarcare la gru per il suo<br />

eccessivo ingombro.<br />

Fino a quel momento, tutti gli equipaggi<br />

in transito per Souda Bay si<br />

erano limitati alle sole operazioni<br />

previste per lo scalo tecnico, ma<br />

questa volta, per noi, si trattava di<br />

passarvi un po’ di giorni, fino alla rimessa<br />

in efficienza del velivolo in<br />

avaria.<br />

Scoprii così che l’aeroporto non disponeva<br />

di alcun servizio di confort<br />

e assistenza (handling) ed io e la mia<br />

squadra fummo costretti a sistemarci<br />

a dormire nella fusoliera del velivolo<br />

in avaria.<br />

Il vettovagliamento per noi e gli<br />

equipaggi in transito era assicurato<br />

grazie alla presenza nella rada di<br />

una nave appoggio statunitense e<br />

trasportato da una jeep fino all’aeroporto<br />

sia a pranzo, sia a cena. Purtroppo,<br />

constatammo che non era<br />

disponibile alcuna gru per effettuare<br />

la sostituzione del motore.<br />

Ero frastornato dalla mancanza di<br />

tale indispensabile apparato quando<br />

un mio anziano maresciallo suggerì<br />

di farci prestare la jeep dagli americani<br />

in modo da poter andare alla ricerca<br />

di una gru; ed è ciò che feci,<br />

girai e rigirai l’isola finché in una<br />

palazzina in costruzione vidi un camioncino<br />

con la gru, mi avvicinai all’autista<br />

e un po’ con qualche parola<br />

e un po’ a gesti gli chiesi la disponibilità<br />

della gru.<br />

Questi accettò di venire la mattina<br />

successiva in aeroporto prima dell’inizio<br />

lavori e così in poco tempo<br />

mettemmo giù il motore in avaria e<br />

montammo il nuovo motore; ringraziai<br />

l’autista senza chiedere l’importo<br />

per il lavoro fatto e gli<br />

strinsi la mano.<br />

La mattina successiva<br />

giunse il comandante<br />

della 46ª Brigata Aerea<br />

al quale riferii della soluzione<br />

che avevo adottato<br />

per risolvere il<br />

problema della gru e<br />

questi mi rispose: «Solo<br />

un napoletano come te<br />

poteva risolvere il problema<br />

in questo modo».<br />

Alla fine dei lavori ed effettuato<br />

anche il previsto<br />

volo di collaudo ci accingemmo<br />

il mattino successivo<br />

a rientrare a<br />

Pisa, stanchi ma soddisfatti.<br />

Ma non era tutto finito.<br />

Complice la stanchezza,<br />

partimmo senza il piano di volo reso<br />

impossibile per la mancanza di copertura<br />

radio e pertanto divenimmo<br />

un “velivolo non autorizzato” venendo<br />

poi intercettati dall’aeronautica<br />

greca. Subimmo le classiche intimidazioni<br />

compresa una raffica di<br />

traccianti sulla prua del velivolo con<br />

un invito all’atterraggio sull’aeroporto<br />

di Atene.<br />

Tuttavia, durante l’avvicinamento, la<br />

nostra situazione fu chiarita via radio<br />

e la prevista “clearance” finalmente<br />

arrivò.<br />

Proseguimmo così senza ulteriori inconvenienti<br />

per tornare a Pisa.<br />

AERONAUTICA 8-9/2010 19


SUL FILO DEI RICORDI<br />

Il racconto che segue - tratto da “Storia di Famiglia“ scritto dal maresciallo pilota Vincenzo Nostro, diario che il figlio,<br />

maresciallo in congedo Claudio ha ritrovato dopo la scomparsa del padre – costituisce il seguito e il completamento di<br />

quanto pubblicato a pag. 18 di <strong>Aeronautica</strong> n. 12/2009 con il titolo «Il Cant.Z.501 “Gabbiano” protagonista della mia fuga<br />

dall’isola di Lero (9 ottobre 1943-24maggio 1944)».<br />

Idroscalo militare di Siracusa 24 maggio 1944<br />

Siracusa, dove ero giunto con il 1° av. mot. Radi, era un<br />

idroscalo inattivo: vi esisteva solo un piccolo presidio comandato<br />

da un sottufficiale marconista con alcuni avieri di<br />

governo. Tale sottufficiale, al mio arrivo sotto la banchina di<br />

alaggio, mi venne incontro con un dispaccio di Marinavia<br />

che già il giorno prima aveva segnalato il mio arrivo in quella<br />

base ordinando il rifornimento dell’aereo e il mio proseguimento<br />

per l’idroscalo di Brindisi.<br />

Trascorremmo la notte a Siracusa e l’indomani mattina decollammo<br />

per Brindisi che raggiungemmo in un paio d’ore<br />

navigando a manetta ridotta.<br />

Brindisi, al contrario di Siracusa, era un idroscalo armato e<br />

assolutamente efficiente; vi erano dislocate due squadriglie<br />

di Cant.Z.506 e di Cant.Z.501 comandate dal colonnello Michele<br />

Palmiotti. Il nostro arrivo fu un vero avvenimento e<br />

suscitò la curiosità di tutto il personale perché<br />

il nostro “501” era stato… camuffato dagli<br />

inglesi di Abukir i quali gli avevano<br />

disegnato a vivaci colori sulla prua la testa<br />

di un drago con le fauci spalancate, il che gli<br />

dava l’aspetto di uno strano mostro volante.<br />

Il col. Palmiotti ci chiamò nel suo ufficio<br />

ove gli feci la relazione del mio volo di trasferimento<br />

in Italia; lui volle conoscere tutti<br />

i particolari della nostra avventura in Egitto,<br />

ma non mi seppe dire ove fosse il Ten. Vasc.<br />

Osservatore Bruni che avremmo rivisto molto<br />

volentieri.<br />

Il col. Palmiotti ci comunicò che per disposizione<br />

di Marinavia eravamo stati assegnati<br />

alla base di Taranto, base che avremmo dovuto<br />

raggiungere in treno lasciando il nostro<br />

“501” a Brindisi.<br />

A Radi e a me dispiacque molto dover abbandonare<br />

il nostro fidatissimo “Mammaiuto” che ci era<br />

stato compagno in quella straordinaria avventura.<br />

Taranto: 25 maggio 1944<br />

Il giorno dopo arrivammo a Taranto che, come quella di<br />

Brindisi, era una base in piena attività; fummo accolti festosamente<br />

da vecchi amici e camerati di un tempo ed il primo<br />

a venirmi incontro e ad abbracciarmi fu l’amico Dario Tomassi<br />

col quale andai a sistemarmi nella sua camera che disponeva<br />

di un secondo letto libero.<br />

L’idroscalo di Taranto era allora comandato dal ten. col.<br />

Pezzani di Levanto e l’attività che vi si svolgeva non era più<br />

quella di un tempo di carattere prettamente militare: vi era<br />

un Gruppo di “506” e di “501” che venivano impiegati nel<br />

servizio civile. Avevamo, ad esempio, collegamenti bisettimanali<br />

con l’aeroporto di Elmas in Sardegna, qualche volta<br />

facevamo trasporti a Vigna di Valle sul Lago di Bracciano e,<br />

20<br />

Ancora ricordi della mia vita in grigio-azzurro<br />

Dal rientro in Italia col Cant.Z.501 al collocamento in congedo per i limiti di età. (24 maggio 1944 - 20 maggio 1955).<br />

di Vincenzo Nostro<br />

L’autore prima di un volo<br />

tanto ad Elmas che a Bracciano, si trasportava personale<br />

militare e civile, posta e merci varie poiché le linee aeree civili<br />

in quel tempo erano state interrotte.<br />

La guerra che era passata in quelle zone del sud d’Italia e in<br />

Sardegna aveva lasciato i suoi tragici segni e drammatiche<br />

conseguenze come per esempio la carenza assoluta di viveri<br />

e di prodotti alimentari in genere oltre a medicinali e articoli<br />

di prima necessità; le carenze ospedaliere poi erano notevoli<br />

ovunque e così più volte ci capitò di trasportare malati<br />

o feriti per incidenti dalla Sardegna, ove gli ospedali erano<br />

più dissestati che altrove, a Taranto, a Catania o addirittura<br />

a Vigna di Valle per essere poi ricoverati negli ospedali romani.<br />

In sintesi eravamo a disposizione per tutti quegli impieghi<br />

rapidi e primari di cui le regioni del Sud necessitavano; altri<br />

reparti, come quello di Brindisi, avevano il nostro stesso impiego.<br />

Ricordo che in quel periodo istruimmo un<br />

numeroso gruppo di allievi ufficiali dell’ultimo<br />

corso dell’Accademia <strong>Aeronautica</strong> di Nisida<br />

che vennero a Taranto per effettuare il<br />

passaggio sugli idrovolanti.<br />

Si svolgeva tutta questa attività con vero spirito<br />

di sacrificio e di abnegazione, ma ciò che<br />

era più a terra era il morale di buona parte<br />

del personale nel pensare alle proprie famiglie<br />

residenti in regioni del nord Italia ancora<br />

occupate dai tedeschi ed ove continuava la<br />

guerra di liberazione e, pertanto, conoscendone<br />

i pericoli e i disagi eravamo in angosciosa<br />

attesa che gli alleati liberassero quelle<br />

regioni al più presto.<br />

Anche la Toscana era fra le zone più “calde”<br />

perché i tedeschi si erano attestati anche sui<br />

monti pisani contribuendo a tener salda nelle<br />

proprie mani la famosa “linea Gotica”.<br />

Venne finalmente il giorno in cui si seppe che essi erano in<br />

ritirata e che anche la Toscana era stata liberata. Pochi giorni<br />

dopo si diffuse la buona novella che il ten. col. Risaliti, un<br />

livornese, stava organizzando un viaggio su autocarri per<br />

quel personale avente le famiglie nelle zone liberate ed ora<br />

occupate dagli alleati.<br />

Anch’io venni incluso in quel fortunato elenco di nomi ed<br />

una bella mattina partimmo su un convoglio di due autocarri<br />

al comando dello stesso ten. col. Risaliti.<br />

Percorremmo la Penisola a tappe diurne e notturne e man<br />

mano che si risaliva verso nord, attraverso le diverse regioni,<br />

si faceva scendere il personale nei pressi della località<br />

dove era residente la famiglia e si proseguiva il viaggio; l’ultima<br />

regione era la Toscana e l’ultima tappa era Livorno, dove<br />

appunto risiedeva la famiglia di Risaliti.<br />

Ricordo che sull’ultimo tratto del lungo percorso, oltre a Risaliti,<br />

eravamo rimasti in tre.<br />

Avevamo sette giorni da trascorrere in famiglia e per il ritor-<br />

AERONAUTICA 8-9/2010


no era stato fissato un appuntamento per il giorno e l’ora<br />

approssimativa in cui avrebbe dovuto transitare il convoglio;<br />

ciascuno di noi si sarebbe dovuto far trovare in attesa<br />

degli autocarri nel punto medesimo ove era sceso nel viaggio<br />

di andata.<br />

Il viaggio mi sembrò interminabile, impiegammo quattro<br />

giorni e quattro notti per giungere in Toscana appollaiati<br />

sulle panche nell’interno dei due autocarri che avanzavano<br />

spesso con tremendi scossoni dato il dissesto di molte strade.<br />

Ma quel disagio era ben accetto perché ci confortava il pensiero<br />

di rivedere i nostri cari, che talvolta dovevano essere<br />

addirittura ricercati se si erano trasferiti altrove, e questo<br />

era un vero, penoso dramma.<br />

Tornavo a casa senza preavviso. Avrei veramente ritrovata la<br />

mia famigliola dopo tanti mesi di assoluto silenzio e mancanza<br />

di notizie da ambo le parti?<br />

Mi commuovo ancora adesso riandando col pensiero a quel<br />

nostro incontro che lascio immaginare a coloro che mi leggono.<br />

Trascorsi con Eva e i tre piccoli sette giorni indimenticabili<br />

per la gioia incredibile e la soddisfazione di esserci ritrovati<br />

sani e salvi e in buona salute; d’ora in poi il servizio postale<br />

avrebbe ripreso a funzionare e ciò ci era di grande conforto.<br />

Tornato al reparto svolsi una buona attività di volo senza<br />

saltare mai il mio turno bisettimanale nel collegamento con<br />

Elmas, ove sostavamo la notte. Scopo di molti di questi<br />

viaggi era il trasporto di generi alimentari per il rifornimento<br />

delle rispettive mense; per esempio noi recavamo ad Elmas<br />

olio della Puglia e trasportavamo a Taranto latticini,<br />

oltre naturalmente a decine di sacchi di posta per l’isola che<br />

veniva poi inoltrata via terra per le varie province. Nei nostri<br />

viaggi non mancavano mai i passeggeri militari e civili che<br />

trasportavamo gratuitamente.<br />

Una volta ebbi un piacevole incarico: quello di recarmi in<br />

missione per quindici giorni con un Cant.Z.501 all’idroscalo<br />

di Nisida, l’isoletta ove aveva sede la nostra Accademia <strong>Aeronautica</strong>,<br />

per portare in volo gli allievi del primo Corso per<br />

il loro “primo volo di impressione” perché la maggior parte<br />

di loro non aveva mai volato. Furono quindici giorni piacevolissimi<br />

fra quella bella gioventù sana ed entusiasta che<br />

spesso mi ammirava con rispetto come fossi un vecchio lupo<br />

di mare che facesse cose straordinarie.<br />

Poco dopo mi iscrissi ben volentieri ad un corso d’inglese di<br />

tre mesi che si svolgeva all’interno del reparto, corso che<br />

presi molto sul serio e nel quale studiai con molto interesse<br />

e buona volontà… eravamo una decina di allievi fra ufficiali<br />

e sottufficiali. Agli esami che consistevano in un colloquio<br />

in inglese su argomenti vari, mi classificai primo del corso<br />

con la sedicente qualifica di interprete, qualifica in realtà<br />

ben lontana da quella di un interprete vero e proprio, ma<br />

me la cavavo alla meno peggio; del resto avevo già studiato<br />

l’inglese per mio conto.<br />

Iscrivendomi a quel corso non immaginavo le conseguenze<br />

che me ne sarebbero derivate e queste furono il mio trasferimento<br />

al Centro Soccorso Aereo di Linate-Milano.<br />

Avvenne, infatti, che il Ministero chiese un sottufficiale interprete<br />

da assegnare a quel Centro e per la mia classifica riportata<br />

al sopracitato corso fui il prescelto dal col. Pezzani.<br />

Il trasferimento a Linate avvenne verso la metà dell’ottobre<br />

1946; erano trascorsi due anni dal mio ritorno dall’Egitto.<br />

Milano-Linate: ottobre 1946<br />

Al Centro Soccorso Aereo di Linate venni accolto, festeggiatissimo,<br />

dal capitano Edgardo Merli, mio buon amico e<br />

compagno di volo oltre che da una piccola comunità di ufficiali<br />

e sottufficiali che operavano in quelle due stanzette sottostanti<br />

la torre di controllo dell’aeroporto. Non vi erano<br />

altro che una stazioncina ricetrasmittente e un centralino<br />

telefonico oltre ad ampi tavoli su cui erano distese in permanenza<br />

carte nautiche della zona che era sotto il nostro<br />

controllo.<br />

AERONAUTICA 8-9/2010<br />

SUL FILO DEI RICORDI<br />

L’autore ai comandi di un Cant.Z.506 con a fianco il cap.<br />

pil. Polimeni<br />

Il Soccorso era allora ai primi vagiti e il Centro di Linate era<br />

stato uno dei primi ad essere istituito; disponevamo di un<br />

S.79 dell’aeroporto di Bergamo con proprio equipaggio e<br />

noi non ci volavamo perché avevamo solo il compito di<br />

ascolto per ricevere o intercettare eventuali richieste di soccorso<br />

per malati, feriti o dispersi sui monti o anche velivoli<br />

militari e civili con i quali era cessato il contatto radio.<br />

Più tardi venni a sapere che era stato proprio Merli a richiedermi<br />

da Taranto nominativamente.<br />

Con Eva c’erano rapporti di fitta corrispondenza ma le cose<br />

stagnavano e non si vedeva una via di uscita per trovare a<br />

Milano la sistemazione familiare tanto auspicata.<br />

Erano trascorsi così circa venti mesi quando un giorno incontrai<br />

il col. Pezzani che da Taranto era venuto alla 1ª Zona<br />

Aerea Territoriale di Milano in qualità di vice<br />

comandante. Gli esposi la mia situazione familiare che lui<br />

ben comprese e considerò umanamente prendendola a cuore.<br />

Mi disse che solo in Sicilia, forse, avrei potuto trovare la soluzione<br />

a tutti i miei problemi perché molti aeroporti erano<br />

stati disarmati ed erano rimasti liberi molti alloggi per ufficiali;<br />

pertanto c’era per me la possibilità di trovare la giusta<br />

sistemazione familiare.<br />

Anche Merli mi comprese e, pur con suo dispiacere, favorì<br />

la mia richiesta di trasferimento per il Centro Soccorso di<br />

Catania da cui dipendeva quello di Augusta.<br />

Venni trasferito nel giugno del 1948.<br />

Augusta (SR): luglio 1948<br />

Quando arrivai definitivamente ad Augusta venni a sapere<br />

che nel vicino idroscalo di Siracusa, lo stesso ove ero sbarcato<br />

dopo la mia avventura in Egitto, vi era un’abitazione<br />

disponibile, la andai a visitare e ne fui soddisfattissimo.<br />

Il comando di Augusta mi mise a disposizione un capace<br />

autocarro col quale mi recai ad Orbetello ove ritirai le mie<br />

masserizie e le casse ove erano racchiuse le nostre cose.<br />

Ad Augusta la mia Squadriglia, la 149ª dotata di idrovolanti<br />

Cant.Z.506S, svolgeva missioni di soccorso aereo militare e<br />

civile nelle zone che comprendevano il Tirreno meridionale<br />

con le isole Eolie, la Calabria e tutta la Sicilia; si accorreva<br />

con i nostri velivoli ovunque fossero accaduti incidenti marittimi<br />

o aerei, alla ricerca di natanti dispersi o anche dove<br />

erano feriti o malati residenti nelle Eolie che trasportavamo<br />

poi agli ospedali di Catania e di Palermo.<br />

Un giorno il magg. Dal Carobbo mi chiamò nel suo ufficio e<br />

mi fece il seguente discorsetto: «Senta Nostro, le squadriglie<br />

necessitano di piloti ben addestrati e come lei sa, ci sono a<br />

volte anche delle chiamate notturne per missioni particolari.<br />

Lei ci manca e desidereremmo che anche lei fosse in perma-<br />

21


SUL FILO DEI RICORDI<br />

nenza presente qui ad Augusta. Cosa ne pensa di trasferirsi<br />

qui con la sua famiglia? Disponiamo di alloggi INCIS di nostra<br />

gestione ed uno di questi si è reso libero nella palazzina<br />

degli ufficiali».<br />

Gradii moltissimo la proposta e il giorno stesso mi recai a<br />

visitare l’appartamento che mi era stato segnalato, sito all’ultimo<br />

piano della palazzina ufficiali ad un chilometro di<br />

strada dall’idroscalo.<br />

Era un alloggio spazioso e moderno che rispondeva perfettamente<br />

alle nostre esigenze; era superiore ad ogni mia<br />

aspettativa perfettamente pulito e in ordine; il fitto poi era<br />

veramente minimo in rapporto all’abitazione che mi veniva<br />

offerta.<br />

Fu Dal Carobbo che si premurò di farmi avere il mezzo di<br />

trasporto delle masserizie con alcuni avieri e lasciando la<br />

simpatica casa di Siracusa, dopo un paio di settimane prendemmo<br />

possesso del<br />

nuovo alloggio. Ciò avvenne<br />

ai primi di marzo<br />

del 1950. Passarono<br />

così felicemente altri<br />

due anni nella nuova<br />

abitazione di Augusta.<br />

L’<strong>Aeronautica</strong> italiana<br />

intanto si stava avviando<br />

ad una più completa<br />

riorganizzazione<br />

anche nel campo della<br />

difesa aerea con i primi<br />

apparati radar che<br />

aveva acquistati dall’Inghilterra.<br />

Un giorno, dopo una<br />

interessantissima conferenza<br />

tenutaci dal<br />

magg. Dal Carobbo, lo<br />

stesso mi chiese se volevo partecipare ad un corso per tecnici<br />

radaristi tanto più che con i miei 43 anni mi avviavo verso<br />

il collocamento a riposo per limiti di età quale pilota,<br />

mentre, se avessi preso il brevetto di radarista, avrei avuto<br />

forse la possibilità di proseguire nella carriera sia pure in<br />

un’altra specialità.<br />

La cosa mi interessò molto e quando pervenne dal Ministero<br />

una richiesta di personale da inviare ad un corso per radaristi<br />

a Borgo Piave (Latina) fui nuovamente interpellato<br />

da Dal Carobbo. Accettai e fui inviato al corso teorico-pratico<br />

che sarebbe durato soltanto tre mesi. Trovai il corso molto<br />

interessante e mi ci appassionai tanto; eravamo una<br />

trentina di allievi provenienti dai vari reparti dell’Italia, quasi<br />

tutti piloti anziani.<br />

Intanto il tempo passava senza che io vedessi, nemmeno alla<br />

lontana, la soluzione dei miei problemi familiari con moglie<br />

e figli nuovamente lontani, ad Augusta. Una mattina<br />

con un permesso mi recai al Ministero a Roma riuscendo a<br />

far presente a chi di dovere il mio caso e la mia situazione.<br />

Fui ricevuto da un colonnello del Genio Aeronautico, un<br />

pioniere dei centri radar avendo frequentato dei corsi speciali<br />

in Inghilterra e che, per l’appunto, stava organizzando<br />

un po’ da per tutto delle nuove installazioni.<br />

Mi propose di andare a costituire un CRP, ossia un Centro<br />

radar sull’aeroporto disarmato di Chinisia a Trapani; mi<br />

avrebbe fatto ottenere un foglio di viaggio per una missione<br />

in quella base per vederne la situazione.<br />

Con quell’ordine superiore partii da Borgo Piave e mi recai<br />

a Chinisia ove, a prescindere dal dissesto che vi trovai con<br />

un paio di sottufficiali specialisti e un gruppo di avieri che<br />

in quell’aeroporto disarmato non avevano niente da fare,<br />

notai un confortevole alloggio che doveva essere stato quello<br />

del comandante di quella base quando l’aeroporto era efficiente.<br />

Bastò questo per farmi decidere; tornai a Roma da<br />

quel colonnello e gli detti il mio benestare.<br />

Una settimana dopo avevo già assunto il comando dell’aeroporto<br />

di Chinisia.<br />

22<br />

Cant.Z.506 della 149ª Squadriglia ad Augusta<br />

Eravamo così giunti al mese di luglio 1953 e con la mia brava<br />

licenza di trasferimento fui in grado di sistemarmi con<br />

tutta la mia bella famiglia in quella nuova sede di lavoro.<br />

Aeroporto di Chinisia (Trapani): luglio 1953<br />

A Chinisia trascorremmo due anni che furono bellissimi<br />

tanto per me che per i miei cari.<br />

Dipendevo operativamente da Catania e amministrativamente<br />

da Palermo; con tutto ciò mi sentivo pressoché autonomo<br />

in quanto potevo prendere delle iniziative avendo<br />

avuto carta bianca per quanto riguardava l’organizzazione<br />

del nuovo Centro radar (CRP). Avevo la collaborazione di<br />

eccellenti graduati specialisti che mi vennero assegnati in<br />

forza al Centro e così,<br />

piano piano, quell’aeroporto<br />

abbandonato<br />

prese nuova vita, il<br />

personale che avevo alle<br />

dipendenze aumentava<br />

ed era in gran<br />

parte specializzato nel<br />

campo radio e telecomunicazioni.<br />

In pochi mesi riuscii a<br />

portare a termine la<br />

mia fatica approntando<br />

un Centro attivo e<br />

funzionante quasi alla<br />

perfezione con una sala<br />

operativa ove si potevano<br />

svolgere tutte<br />

quelle operazioni tattiche<br />

e strategiche che<br />

avevo imparato ad osservare alla Scuola di Borgo Piave.<br />

Continuavo la mia attività di volo all’aeroporto di Milo-Trapani<br />

con un piccolo aereo da turismo che mi veniva mandato<br />

semestralmente dall’aeroporto di Palermo, ma ben presto<br />

arrivò la data del mio collocamento a riposo per limiti di età<br />

(45 anni): fu nel maggio del 1955.<br />

Mi trovai davanti al dilemma se congedarmi o continuare il<br />

servizio presentando domanda di tre mesi in tre mesi, e<br />

scelsi questa seconda soluzione poiché ero contento del mio<br />

stato, ma poco tempo dopo arrivò da Palermo un tele che<br />

mi comunicava l’arrivo imminente di un maggiore del ruolo<br />

servizi al quale avrei dovuto passare le consegne in quanto<br />

assumeva il comando dell’aeroporto di Chinisia e del CRP.<br />

A questo punto considerai che non me la sarei sentita di capovolgere<br />

di punto in bianco la mia posizione da quella di<br />

comandante in quella di modesto gregario tanto più sapendo<br />

che avrei dovuto cedere l’alloggio che abitavo con la famiglia.<br />

Quando arrivò gli passai le regolari consegne e quindici<br />

giorni dopo presentavo le mie dimissioni per essere collocato<br />

in congedo assoluto, congedo che non tardò ad arrivare<br />

con un dispaccio ministeriale e così, dopo trenta anni di servizio<br />

reso allo Stato, rientravo nella vita civile.<br />

Anche in questa occasione, come già fatto a conclusione di<br />

quanto pubblicato su <strong>Aeronautica</strong> n. 12/2009, mi rivolgo ai<br />

lettori di queste note esprimendo il vivo desiderio di potermi<br />

mettere in contatto con i colleghi piloti e non, o loro familiari,<br />

che hanno conosciuto e volato con mio padre - in special modo<br />

sui Cant.Z.501 e Cant.Z.506 - negli aeroporti e idroscali di<br />

Orbetello, di Cadimare, di Milano Taliedo, di Roma Ciampino<br />

Nord, di Vigna di Valle, di Taranto ed infine ad Augusta, sede<br />

della 149ª Squadriglia Soccorso Aereo invitandoli a contattarmi<br />

a uno dei seguenti miei recapiti: 1° m.llo Claudio Nostro –<br />

Via Francesco Petrarca, 9 – 30027 San Donà di Piave (Venezia)<br />

- Tel. 0421-43021, cell. 335-5233253, e.mail:<br />

claudio.nostro@libero.it<br />

AERONAUTICA 8-9/2010


Consegna di brevetti di pilota e di<br />

specialista a personale dell’AVES<br />

Il 21 luglio, sull’aeroporto di Viterbo, ha avuto luogo la<br />

cerimonia per la consegna dei brevetti di pilota militare<br />

e di tecnico specialista ad una cinquantina tra ufficiali,<br />

sottufficiali e personale di truppa dell’Aviazione dell’Esercito<br />

(AVES) che hanno completato i relativi corsi istruzionali.<br />

La cerimonia, che è stata presieduta dal comandante delle<br />

Forze operative terrestri, gen. CA <strong>Arma</strong>ndo Novelli, e<br />

dal comandante dell’AVES gen. CA Enzo Stefanini, ha visto<br />

anche la consegna di numerosi riconoscimenti agli allievi<br />

che si sono particolarmente distinti durante<br />

l’addestramento.<br />

Nell’occasione il gen. b. Jean Sebastien Tavernier, addetto<br />

militare presso l’Ambasciata di Francia a Roma, ha<br />

consegnato alla vedova del magg. pil. AVES Filippo Fornassi,<br />

deceduto per incidente di volo il 1° giugno 2008 sul<br />

lago di Bracciano, una onorificenza postuma che il governo<br />

di Parigi ha concesso al caduto per il suo impegno a<br />

favore del contingente francese nel corso di operazioni<br />

congiunte nell’ex Jugoslavia.<br />

Presenti all’evento numerose alte autorità religiose, civili<br />

e militari nonché molti familiari dei neo brevettati.<br />

50 anni fa l’ultimo volo del<br />

“Marsupiale”<br />

Scrive il m.llo marc. Enrico Giovacchini, presidente della<br />

sezione <strong>AAA</strong> di Frosinone:<br />

AERONAUTICA 8-9/2010<br />

VARIE<br />

Assoarma ha onorato a Roma i Caduti dell’8 settembre a Porta Capena<br />

L’8 settembre - in concomitanza con le tradizionali cerimonie<br />

celebrative dell’eroica resistenza delle forze armate italiane<br />

contro i tedeschi a Porta San Paolo – il Consiglio permanente<br />

di coordinamento delle Associazioni d’<strong>Arma</strong> (Assoarma) ha<br />

indetto per la prima volta dagli eventi di allora una analoga<br />

manifestazione in Piazza di Porta Capena nel corso della<br />

quale il suo attuale presidente nazionale, gen. CA Mario Buscemi,<br />

ha deposto una corona di alloro al monumento eretto<br />

sul luogo in memoria dei 417 militari di varie Armi che vi persero<br />

la vita nei combattimenti per la difesa di Roma.<br />

Presenti alla cerimonia, con le più alte autorità civili e militari<br />

della Capitale, un plotone in armi con trombettiere per la resa<br />

degli onori e le folte rappresentanze con Labari della quarantina<br />

di Associazioni d’arma e combattentistiche tra le quali<br />

quella del nostro sodalizio guidata dal presidente nazionale<br />

<strong>AAA</strong> gen. SA Gianbortolo Parisi.<br />

«Il 3 agosto scorso è stato il 50° anniversario dell’ultimo<br />

volo del celebre trimotore SIAI Marchetti SM.82 “Marsupiale”<br />

che da molti esperti fu giudicato come il miglior aereo<br />

da trasporto militare del secondo conflitto mondiale.<br />

All’ingegner Alessandro Marchetti il merito di aver progettato<br />

e realizzato un velivolo eccezionale capace di missioni<br />

operative fuori dal comune. Gli aviatori meno<br />

giovani ricorderanno certamente il bombardamento delle<br />

raffinerie del Bahrein, le tante missioni per conto dei Servizi<br />

Aerei Speciali, il trasporto di truppe e benzina verso<br />

l’Africa Settentrionale, dei 51 caccia Fiat CR.42 verso<br />

l’AOI, delle missioni umanitarie per conto dei Cavalieri di<br />

Malta e del Soccorso Aereo, ecc.<br />

In sintesi un aeroplano sul quale equipaggi capaci e coraggiosi<br />

si sono coperti di gloria.<br />

Come non emozionarsi nel ricordare l’ultimo volo, celebrativo,<br />

del “Bosca 97” ovvero della MM 61187 che dalla<br />

base di Guidonia “passa a salutare” quelle di Grottaglie,<br />

Orio al Serio e poi spegnere i motori, per l’ultima volta, in<br />

quella di Roma Centocelle?.<br />

Era il 3 agosto 1960 e quell’esemplare, sul quale ho anch’io<br />

volato tante volte, oggi fa bella mostra di sé al Museo<br />

Storico dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare di Vigna di Valle. Se<br />

la memoria non mi tradisce l’equipaggio era composto dai<br />

piloti Perna e Maltinti, dall’osservatore EI Migliorini e dai<br />

capi specialisti Da Pozzo, Jaccarino e Paolucci rispettivamente<br />

motorista, marconista e montatore.<br />

Cari soci non mancate di rendergli omaggio!»<br />

23


VARIE<br />

Il 2 agosto 1990, esattamente<br />

vent’anni fa, le forze corazzate<br />

irachene, già posizionate da alcuni<br />

giorni per un’improbabile<br />

esercitazione, invadevano il<br />

Kuwait. Erano i prodromi della<br />

Guerra del Golfo, la prima ad essere<br />

esplicitamente combattuta per<br />

il petrolio e di fatto l’ultima – se si<br />

esclude quella ancora con troppe<br />

ombre per l’abbattimento di Saddam<br />

Hussein – ad essere combattuta<br />

come vera guerra, secondo<br />

dottrina e senza troppe falsificazioni<br />

ideologiche. Il pretesto era<br />

stato il rifiuto dell’Emirato ad accettare<br />

una serie di richieste da<br />

parte irachena: cancellazione del<br />

debito contratto nei confronti del<br />

Kuwait durante la guerra con l’Iran;<br />

pagamento di svariati miliardi<br />

di dollari come rimborso per una<br />

presunta frode di petrolio dai pozzi<br />

di frontiera; revisione dei confini<br />

tra i due paesi che prevedeva,<br />

tra l’altro, la cessione di alcune<br />

isole.<br />

Governo, parlamento e<br />

forze armate<br />

Immediatamente il Consiglio di<br />

Sicurezza approva all’unanimità la<br />

risoluzione 660 – ne seguiranno<br />

altre undici – che invita l’Iraq a un<br />

ritiro immediato, varando anche<br />

sanzioni economiche ed embargo<br />

militare. La flotta americana muove<br />

verso il Golfo, dove il 13 agosto<br />

scatta il blocco navale, mentre il<br />

presidente Bush inizia consultazioni<br />

che porteranno ad una coali-<br />

24<br />

Diario di una guerra dimenticata<br />

di Mario Arpino<br />

“…una cosa di cui non si parla non è mai esistita…”<br />

Oscar Wilde<br />

zione militare di 35 nazioni, Egitto<br />

e Siria comprese. Il 25 agosto<br />

un’altra risoluzione autorizza l’eventuale<br />

uso della forza per far rispettare<br />

l’embargo, e in questo<br />

contesto il governo italiano – presieduto<br />

da Giulio Andreotti - nel<br />

turno di presidenza Cee, a nome<br />

dei dodici paesi condanna l’invasione<br />

e aderisce alla richiesta Onu<br />

di ritiro immediato. E’ in questo<br />

quadro che già il 14 agosto il consiglio<br />

dei ministri delibera l’invio<br />

della nostra Marina – viene costituito<br />

il 20° Gruppo navale – che il<br />

successivo 21 agosto fa rotta per il<br />

Golfo, dopo che i nove paesi Ueo<br />

hanno espresso la determinazione<br />

a far rispettare l’embargo anche<br />

con l’uso della forza. Mentre le nostre<br />

navi sono già in rotta, il Parlamento<br />

italiano si esprime a larga<br />

maggioranza in favore del coinvolgimento<br />

italiano nella crisi. Ma<br />

non si parla ancora di guerra. Il 14<br />

settembre il Governo, alla vigilia<br />

della visita a Roma del segretario<br />

di stato americano James Baker,<br />

annuncia il rischieramento nel<br />

Golfo di un gruppo di caccia-bombardieri<br />

Tornado. Il Consiglio di<br />

Sicurezza decreta all’unanimità<br />

anche l’embargo aereo e il 25 settembre<br />

i Tornado, riconfigurati<br />

per il deserto e con la nuova livrea<br />

color sabbia, decollano da Gioia<br />

del Colle per raggiungere la base<br />

di al-Dhafra, negli Emirati Arabi<br />

Uniti, che fino alla metà di marzo<br />

dell’anno successivo sarà sede del<br />

neo-costituito Reparto Autonomo<br />

dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare. Ancora<br />

non si parla di guerra e ufficialmente<br />

i caccia-bombardieri sono<br />

là per proteggere il nostro Gruppo<br />

navale. Gli equipaggi, comunque,<br />

possiedono tutti la qualifica di<br />

“pronti al combattimento” secondo<br />

standard Nato e, con un ulteriore<br />

addestramento congiunto<br />

per assimilare nuove procedure<br />

operative, sarebbero in grado di<br />

integrarsi con celerità nelle forze<br />

aeree della Coalizione.<br />

Una svolta verso la guerra<br />

La svolta avviene il 29 novembre,<br />

quando il Consiglio di Sicurezza<br />

approva la risoluzione 678, che autorizza<br />

l’uso della forza se l’Iraq<br />

non si ritirasse dal Kuwait entro le<br />

24.00 del 15 gennaio 1991 (06.00<br />

del 16 gennaio, ora di Roma). Anche<br />

in Italia si comincia ora a parlare<br />

di guerra, ci sono discussioni<br />

in Parlamento e proteste nel Paese,<br />

dove le frange pacifiste sono<br />

assai attive, ma alla fine anche i<br />

nostri Tornado vengono autorizzati<br />

ad addestrarsi con la coalizione<br />

nel ruolo che è loro proprio (Desert<br />

Shield). Cessa così un improbabile<br />

supporto a una flotta che,<br />

comunque, opera fuori dalla portata<br />

della minaccia aerea irachena.<br />

Il 6 gennaio decolla per la Turchia<br />

anche un’aliquota di RF-104G da<br />

ricognizione, per contribuire alla<br />

sorveglianza dei confini con l’Iraq.<br />

In Italia parlare di guerra ovviamente<br />

è difficile, e così la nostra<br />

Unità di coordinamento aereo<br />

(Ucaereo Riyadh), a pochi giorni<br />

dalla scadenza dell’ultimatum dell’Onu,<br />

non dispone ancora dell’au-<br />

AERONAUTICA 8-9/2010


torizzazione nazionale ad entrare<br />

nella pianificazione reale della<br />

Coalizione.<br />

Ciò provoca difficoltà al Reparto e<br />

disappunto nel comando alleato,<br />

che vorrebbe sapere quale sarà il<br />

nostro ruolo in caso di ordine di<br />

attacco, ritenuto imminente. L’addestramento<br />

viene in ogni caso<br />

completato, anche se la nostra singolare<br />

posizione non ci consente<br />

ancora pieno accesso a tutta l’intelligence<br />

operativa. Siamo in buona<br />

compagnia, perché anche i<br />

colleghi francesi si trovano nella<br />

medesima situazione. Il 16 gennaio,<br />

come previsto, scade l’ultimatum<br />

e la Coalizione si prepara<br />

al primo attacco. Noi non abbiamo<br />

ancora alcuna autorizzazione<br />

e, tra i sorrisetti degli alleati, stiamo<br />

a guardare. Nella stessa giornata,<br />

tuttavia, il Consiglio dei<br />

ministri decide la piena ottemperanza<br />

alla risoluzione 678 ed in<br />

Senato inizia il dibattito parlamentare<br />

per recepire la linea del<br />

governo. In patria, anche l’Esercito<br />

viene mobilitato, a presidio delle<br />

installazioni contro atti di<br />

terrorismo interno. Nella notte del<br />

17 gennaio 2.200 velivoli della<br />

Coalizione iniziano l’operazione<br />

Desert Storm, attaccando obiettivi<br />

militari e siti strategici in Baghdad.<br />

Noi siamo fermi a terra, ancora<br />

senza autorizzazione. Questa,<br />

dopo l’approvazione parlamentare,<br />

arriva il giorno successivo, appena<br />

in tempo per essere frettolosamente<br />

inseriti nel programma della seconda<br />

ondata.<br />

Una firma “saltata”<br />

AERONAUTICA 8-9/2010<br />

Una missione sfortunata<br />

Come noto, l’esito di questa nostra<br />

prima missione è sfortunato. Nella<br />

notte, decollano da al-Dhafra otto<br />

Tornado, armati con cinque bombe<br />

da 1.000 libbre ciascuno. Gli<br />

obiettivi sono una serie di depositi<br />

di munizioni, da colpire volando a<br />

bassissima quota. I nostri fanno<br />

parte di un pacchetto di una quarantina<br />

di velivoli, che devono agganciare<br />

gli aerei-cisterna per<br />

rifornirsi in un’area al largo di<br />

Kuwait City. La zona è temporalesca,<br />

in un fronte di nubi cumuliformi<br />

con forte turbolenza.<br />

Nessuno dei velivoli nazionali e alleati,<br />

nella notte, riesce ad agganciare<br />

il rifornitore e tutti, meno<br />

uno, ritornano alla base. Solo il<br />

maggiore Bellini, che aveva il capitano<br />

Cocciolone come navigatore,<br />

dopo vari tentativi riesce fortunosamente<br />

a rifornire. Prosegue isolato<br />

la sua missione, attacca e<br />

distrugge il deposito di munizioni<br />

volando, di notte, a mille chilometri<br />

all’ora a sessanta metri da terra<br />

– a questo i nostri piloti erano perfettamente<br />

addestrati – ma incappa<br />

in un nutrito fuoco di<br />

contraerea e viene abbattuto. Il resto,<br />

è storia nota. Tutte le successive<br />

225 sortite di attacco<br />

proseguono con successo, fino alla<br />

conclusione della campagna aerea<br />

il 24 febbraio, data in cui iniziano<br />

i quattro giorni di campagna terrestre<br />

che conducono alla vittoria finale<br />

con la liberazione del Kuwait.<br />

25<br />

VARIE<br />

L’epilogo è l’incontro tecnico per la<br />

cessazione del fuoco tra gli esponenti<br />

delle forze contrapposte sotto<br />

la tenda di Safwan, località<br />

irachena al confine con il Kuwait.<br />

E’ il 3 marzo 1991. L’11 marzo<br />

rientrano a Villafranca dalla Turchia<br />

gli RF-104, ed il 15 marzo atterrano<br />

a Gioia del Colle anche i<br />

Tornado.<br />

Desert Storm è terminata.<br />

Guerra vera, guerra<br />

dimenticata<br />

Questa è stata una guerra vera,<br />

senza troppe alterazioni semantiche,<br />

e forse per questo oggi è difficile<br />

leggerla negli innumerevoli<br />

elenchi di “operazioni di pace”.<br />

Guerra da “dimenticare”, scomoda,<br />

forse già dimenticata. Si, perché<br />

gli equipaggi decollavano ogni<br />

giorno da al-Dhafra con l’ordine di<br />

attaccare e distruggere le forze nemiche<br />

in territorio ostile, di giorno<br />

e di notte, a 1.500 chilometri di distanza.<br />

Non c’erano mezzi termini<br />

né caveat, tutto era chiaro, questa<br />

era la missione, e così è stata disciplinatamente<br />

eseguita. Per la Storia,<br />

dopo oltre 45 anni dalla fine<br />

della seconda guerra mondiale, è<br />

stata la prima volta in cui l’Italia<br />

ha deliberatamente deciso di coinvolgere<br />

in un conflitto le proprie<br />

forze armate. Tra di esse, è stata<br />

l’<strong>Aeronautica</strong> Militare ad avere il<br />

privilegio di affrontare per prima<br />

la prova del fuoco.<br />

Nel “cappello” all’articolo di Egisto Corradi “In picchiata sui ribelli Vietcong” pubblicato a pag. 14 di<br />

<strong>Aeronautica</strong> n. 7/2010 - per un banale slittamento dei testi in fase di impaginazione - è “saltata” la firma<br />

del suo autore, il noto giornalista ed apprezzato collaboratore Giorgio Torelli. Ce ne scusiamo vivamente<br />

con lui e con tutti i lettori, certi – comunque – che essi non avranno avuto dubbi nel<br />

riconoscerne l’inconfondibile stile.


VARIE<br />

26<br />

Il 47° Salone aeronautico di Farnborough<br />

Dal 19 al 25 luglio, ha avuto luogo a Farnborough (Gran Bretagna) la 47ª edizione dell’International Airshow, il principale<br />

evento europeo del settore aerospaziale assieme a quello del Bourget, con il quale si alterna ogni anno.<br />

A questo Salone hanno partecipato oltre 1.300 espositori di 38 paesi i cui stand o settori sono stati visitati da un pubblico di<br />

circa 250.000 persone.<br />

Al Salone si sono visti, tra gli altri… (foto di Gregory Alegi)<br />

Il simulacro dell’addestratore avanzato Aermacchi M-346 nella<br />

mostra statica di Finmeccanica.<br />

L’Airbus A400M ha fatto il suo debutto dinanzi al pubblico<br />

mondiale, impressionando per la sua silenziosità.<br />

Il Boeing 737 AEW&C nella configurazione e colori dell’aeronautica<br />

militare turca.<br />

Il nuovo elicottero AgustaWestland AW169, presentato in forma<br />

di simulacro nei colori della polizia inglese.<br />

Il Tecnam MMA, versione da osservazione del bimotore<br />

P2006T.<br />

La mole dell’Airbus A380 continua a dominare la mostra statica.<br />

AERONAUTICA 8-9/2010


Ambiente ed ecocompatibilità hanno dominato il salone. Questo<br />

Diamond DA42, realizzato in collaborazione con EADS, era<br />

uno dei tanti aerei con motori azionati da biocarburanti.<br />

Il piccolo elicottero PZL SW-4 presentato nell’area Finmeccanica<br />

a seguito dell’acquisto della ditta polacca da parte di<br />

AgustaWestland.<br />

Il dimostratore multi-sensore realizzato da Lockheed Martin su<br />

cellula Gulfstream G.III, in parte in risposta al requisito<br />

JAMMS italiano.<br />

… ed è stato annunciato o è avvenuto:<br />

L’Italia rinuncia ad acquisire gli ultimi 25 EF-2000<br />

Nel corso di una conferenza stampa il nostro ministro della<br />

Difesa Ignazio La Russa - in visita al Salone insieme al sottosegretario<br />

al dicastero Guido Crosetto, all’amministratore<br />

delegato di Finmeccanica Pier Francesco Guarguaglini, al<br />

capo di Stato maggiore della Difesa gen. Vincenzo Campo-<br />

AERONAUTICA 8-9/2010<br />

27<br />

VARIE<br />

Il Sukhoi Superjet 100, presente per la prima volta a Farnborough,<br />

era allestito anche all’interno.<br />

L’arrivo del Boeing 787, giunto direttamente da Seattle per il<br />

suo debutto pubblico ufficiale ma subito rientrato negli Stati<br />

Uniti.<br />

Un elicottero AgustaWestland AW109 Power militare nei colori<br />

della Nuova Zelanda.<br />

rini e al segretario generale della Difesa gen. Marco Abrate<br />

- ha annunciato che l’Italia rinuncerà a 25 EF-2000 Typhoon<br />

della tranche 3B per risparmiare circa due miliardi di euro,<br />

precisando poi che «dopo attento studio» è stato accertato<br />

che «gli stessi risultati si possono ottenere con 25 Eurofighter<br />

di meno» rispetto ai 121 inizialmente previsti.<br />

Sostenuto in questo dal gen. Camporini che ha aggiunto<br />

come i 96 EF-2000 che sono oggi nella linea di volo dell’AM<br />

siano «più che sufficienti a garantire la difesa» dei nostri<br />

cieli.<br />

segue alla pagina successiva


VARIE<br />

L’MB.339 alla pattuglia acrobatica degli EAU<br />

Nel corso del Salone è stato ufficialmente annunciato che la<br />

pattuglia acrobatica Al Fursan (“I cavalieri”) degli Emirati<br />

Arabi Uniti, attualmente su Hawker Hawk, ha espresso l’intenzione<br />

di volare su dieci MB.339 come la nostra PAN.<br />

In tale ottica gli EAU hanno acquisito quattro MB.339 che,<br />

già nella linea del 61° Stormo di Lecce, sono ora negli stabilimenti<br />

Alenia Aermacchi di Venegono per una revisione<br />

generale e trasformazione mentre i restanti, già dell’aeronautica<br />

del Dubai e oggi in linea con gli EAU, sono stati già<br />

sottoposti in loco a tali lavori da parte di un team dell’azienda<br />

costruttrice.<br />

Nell’occasione è stato anche reso noto che l’<strong>Aeronautica</strong><br />

Militare fornirà agli EAU l’addestramento dei piloti acrobatici.<br />

Alcuni piloti degli Emirati sono infatti già giunti a Rivolto,<br />

sede delle Frecce Tricolori, dove hanno cominciato a volare<br />

con gli MB.339A del 61° Stormo e piloti militari italiani con<br />

lunga esperienza nella PAN.<br />

Caccia russi Sukhoi all’Algeria e al Vietnam<br />

La Russia ha annunciato a firma di due contratti per la vendita<br />

del Sukhoi Su-30 all’Algeria, che riceverà 16 esemplari<br />

della versione MKA, e al Vietnam che ne acquisirà 20 della<br />

versione MK2.<br />

L’elicottero Sikorsky Cyclone alle forze aeree tedesche?<br />

L’annuncio che nella Repubblica federale tedesca sarà costituito,<br />

da parte della Sikorsky Aircraft Corp., il German<br />

Multi-Role Helicopter Team (GMRHT) lascia ipotizzare che<br />

la Sikorsky stessa voglia incrementare la capacità di penetrazione<br />

nel mercato tedesco dell’elicottero multiruolo Cyclone,<br />

versione militare dell’elicottero S.92, macchina che<br />

sarà offerta alla marina e all’aeronautica di Berlino.<br />

Presentato il nuovo AW169 di AgustaWestland<br />

AgustaWestland ha presentato il suo nuovo elicottero AW169, un biturbina<br />

medio multiruolo da 4,5 tonnellate e 10 passeggeri che si posiziona<br />

a metà tra il GrandNew e l’AW139. Nell’occasione è stato reso<br />

noto che l’azienda prevede di vendere mille macchine in 20 anni.<br />

L’AW169 sarà sviluppato, come già avviene per l’AW149, tra Cascina<br />

Costa e lo stabilimento AW di Yeovil, dove potrebbe essere realizzata<br />

la linea finale. La nuova macchina – propulsa da due Pratt & Whitney<br />

Canada PW210 della classe di mille cavalli-albero ciascuno e la cui<br />

entrata in servizio è prevista per il 2015 - è dotata, tra l’altro, di un rotore<br />

di nuova generazione di avanzata aerodinamica, di una avanzata<br />

avionica con autopilota su quattro assi, integrato alla visione sintetica<br />

già presente sul GrandNew, integrazione comprendente l’ADS-B,<br />

l’impianto che sostituirà i transponder nei futuri sistemi di navigazione.<br />

La presentazione di questo elicottero tutto nuovo al Salone britannico,<br />

è stato sottolineato nell’occasione, è avvenuta «visto il forte potenziale<br />

che questa macchina rappresenta in termini di mercato e industrializzazione<br />

per il Regno Unito».<br />

Accordo a tre nel settore ISR<br />

Finmeccanica, L-3 Communication System-West e<br />

Lockheed Martin hanno firmato un accordo per operare<br />

congiuntamente nel settore ISR aereo (Intelligence, Surveillance<br />

e Reconnaissance) allo scopo di cogliere le migliori<br />

opportunità tecniche e strategiche in tale campo anche al fine<br />

di ottimizzare l’impiego degli assetti C4ISR (Comando,<br />

Controllo, Comunicazioni e Computers – ISR) a favore di<br />

operazioni militari e civili.<br />

28<br />

Il B.787 ha lasciato il Salone scortato da Spitfire<br />

Il 20 luglio il Boeing B.787 Dreamliner ha lasciato Farnborough,<br />

per tornare negli Stati Uniti con l’inizio di un volo re-<br />

so più suggestivo dalla scorta che gli è stata fatta da due<br />

Spitfire britannici, indimenticabili protagonisti della battaglia<br />

d’Inghilterra nel corso del secondo conflitto mondiale.<br />

L’A400M si chiamerà “Grizzly”<br />

Airbus ha annunciato che il suo grande quadrimotore da<br />

trasporto A400M è stato battezzato “Grizzly”. Da sottolineare<br />

che, nell’occasione, i viali che portavano al settore dove<br />

l’A400M era esposto in mostra statica erano stati decorati<br />

con impronte di orso.<br />

Vola ancora il bombardiere Vulcan<br />

Il bombardiere a reazione Avro Vulcan “Spirit of Great Britain”<br />

si è esibito al Salone insieme alla pattuglia acrobatica<br />

“Red Arrows” della RAF. L’aereo, che costa ogni anno due<br />

milioni di sterline per essere mantenuto in condizioni di volo,<br />

dovrebbe essere uno dei protagonisti dei festeggiamenti<br />

programmati nel 2012 per celebrare i 60 anni di regno di<br />

Elisabetta II.<br />

E’ da ricordare in proposito che il Vulcan è uno dei tre famosi<br />

bombardieri “V” insieme all’Handley Page Victor e al<br />

Vickers Valiant.<br />

I cadetti dell’Accademia <strong>Aeronautica</strong> al Salone<br />

Dal 23 al 25 luglio gli 85 frequentatori dei corpi di Commissariato<br />

e Genio del corso Falco 5° e gli aspiranti del corso<br />

Ibis 5° dell’Accademia <strong>Aeronautica</strong>, guidati dal comandante<br />

dell’istituto gen. BA Umberto Baldi, hanno avuto l’opportunità<br />

di visitare il 47° Salone Aerospaziale Internazionale di<br />

Farnborough e di assistere alle esibizioni in volo di numerosi<br />

velivoli militari e civili di varie nazioni, avendo così modo<br />

di conoscere le nuove tecnologie nel settore aeronautico.<br />

Il Brasile acquisirà 28 Embraer KC-390 per la sua forza<br />

aerea<br />

Il Brasile ha annunciato di aver firmato una lettera d’intenti<br />

per l’acquisizione di 28 nuovi bireattori da trasporto militare<br />

Embraer KC-390 da destinare alle proprie forze aeree. Nell’occasione<br />

è stato reso noto che il primo volo di tale macchina<br />

è previsto per il 2014, che la produzione di serie<br />

inizierà nel 2016 e che la consegna sarà completata nel<br />

2019-2020.<br />

AERONAUTICA 8-9/2010


Guida ai Musei Aeronautici italiani<br />

Come molti altri, anche il museo<br />

Piana delle Orme ha avuto<br />

origine da una collezione privata,<br />

quella di Mariano De Pasquale,<br />

un imprenditore floricolo che nel<br />

corso della sua vita ha raccolto<br />

una gran quantità di oggetti,<br />

utensili e macchinari di tutti i tipi<br />

e dimensioni. Si tratta per lo<br />

più delle testimonianze materiali<br />

AERONAUTICA 8-9/2010<br />

A cura di Pier Luigi Bacchini<br />

MUSEO STORICO<br />

PIANA<br />

DELLE ORME<br />

che popolavano la vita quotidiana<br />

delle nostre campagne, ma anche<br />

di mezzi che sono comparsi per<br />

la prima volta durante il periodo<br />

bellico. Più che di un museo si<br />

tratta di un insieme di musei, i<br />

quali, legati dal filo di un racconto<br />

che verte sulla storia del Novecento,<br />

illustrano ognuno una<br />

tematica: particolarmente interessante<br />

il settore aeronautico.<br />

"Tante Storie in una Storia",<br />

dunque, in un percorso indimenticabile<br />

e struggente, che lascia<br />

spazio alla sorpresa, alla commozione<br />

e allo stupore. Il particolare<br />

allestimento scenografico,<br />

organizzato in diorami in scala<br />

1:1 e, volutamente, privo di barriere<br />

tra gli oggetti esposti e il visitatore,<br />

dà la sensazione di<br />

partecipare "in diretta" agli eventi<br />

documentati. Per questo Piana<br />

delle Orme è un museo poco banale,<br />

lontano dalle forme tradizionali,<br />

capace non solo di<br />

sorprendere e di emozionare, ma<br />

anche, e soprattutto, di comunicare<br />

con chiarezza i suoi contenuti.<br />

Piana delle Orme<br />

Via Migliara 43,5<br />

04100 Borgo Faiti (Latina)<br />

Tel. +390773258708<br />

Fax +390773255000<br />

info@pianadelleorme.it<br />

ORARIO INVERNALE<br />

da Novembre a Marzo<br />

Orari di apertura della<br />

biglietteria:<br />

Feriali 9,00 – 16,00<br />

(Chiusura Museo ore 18,00)<br />

Prefestivi e Festivi 9,00 – 17,00<br />

(Chiusura Museo ore 19,00)<br />

ORARIO ESTIVO<br />

da Aprile a Ottobre<br />

Orari di apertura della<br />

biglietteria:<br />

Feriali 9,00 – 18,00<br />

(Chiusura Museo ore 20,00)<br />

Prefestivi e Festivi 9,00 – 18,30<br />

(Chiusura Museo ore 20,30)<br />

Il museo resterà chiuso il 25<br />

Dicembre.<br />

Il 1° Gennaio la biglietteria<br />

apre alle ore 13,00<br />

Costo del biglietto:<br />

Intero € 12,00<br />

Ridotto € 10,00<br />

Bambini 6 -12 anni € 8,00<br />

Come arrivare<br />

29<br />

VARIE


VARIE<br />

30<br />

Tre pubblicazioni su eventi e personaggi aeronautici<br />

L’USAF ordina altri otto C-27J per<br />

il programma JCA<br />

La Forza aerea statunitense ha recentemente ordinato<br />

altri otto bimotori Alenia C-27J Spartan che l’azienda<br />

dovrà consegnare entro il 2012 tramite il partner<br />

americano L-3.<br />

L’ordinativo, del valore di 319 milioni di dollari, porterà a<br />

21 aerei e 812 mlioni il totale dalla scelta dell’aereo italiano<br />

per il requisito Joint Cargo Aircraft (JCA) di quella forza<br />

armata (v. anche pag. 9 di <strong>Aeronautica</strong> n. 7/2007).<br />

E’ Roma e non Monterotondo<br />

Il socio editore Gianni Bianchi di<br />

Massa ha dato alle stampe tre<br />

pubblicazioni su eventi e personaggi<br />

aeronautici delle quali diamo<br />

informazione ai nostri lettori.<br />

Il primo libro, dal titolo “Con l’ala tesa<br />

a gloria o a morte”, scritto dallo stesso<br />

Bianchi su richiesta della sezione<br />

<strong>AAA</strong> di Bovolone, è la storia del ten.<br />

pil. MOVM Franco Cappa del 36°<br />

Stormo aerosiluranti, eroe al quale<br />

quel sodalizio è intitolato. La pubblicazione,<br />

formato 17x24 cm, pagg.<br />

205 – che contiene anche un ampio<br />

corredo fotografico tratto dall’album<br />

personale del Caduto – è in vendita<br />

al prezzo di € 24,00.<br />

Il secondo volume, dal titolo “Cuore<br />

verde” è opera di Rudolf Nowotny e<br />

ripercorre la breve vita del fratello<br />

Walter Nowotny, il famoso pilota da<br />

caccia tedesco della seconda guerra<br />

mondiale che a bordo di Me.109,<br />

FW.190 e Me.262 abbattè complessivamente<br />

ben 258 velivoli avversari<br />

su vari fronti. Il volume, formato<br />

17x24, pagg. 180, è in vendita al<br />

prezzo di € 24,00.<br />

Il terzo libro, intitolato “Il raid di Doolittle<br />

su Tokyo”, è la riedizione italiana<br />

dell’opera “Trenta secondi su Tokyo”<br />

che, scritta a suo tempo da T.W.<br />

Lawson, uno dei protagonisti della<br />

famosa impresa, e dal giornalista B.<br />

Considine, ripercorre tutta la vicenda<br />

del primo bombardamento della capitale<br />

nipponica da parte di sedici bimotori<br />

B.25 Mitchell quale risposta<br />

statunitense all’attacco di Pearl Harbour.<br />

Il volume, formato 17x24 cm,<br />

pagg. 218, è in vendita a € 20,00.<br />

I libri di cui sopra possono essere ordinati<br />

all’autore-editore Gianni Bianchi<br />

– Via Repubblica 116, 54100<br />

Massa, telefono cell. 328 5405547.<br />

Record di funzionamento per un<br />

motore F108-100<br />

Dopo ben 26 anni e 13.409 ore di funzionamento<br />

in volo, il primo propulsore a reazione F108-100<br />

di un aerorifornitore Boeing KC-135R consegnato<br />

all’USAF nell’ambito del programma di rimotorizzazione<br />

di quel tipo di aerocisterna, è stato smontato -<br />

dopo che alcune palette si erano allentate - per essere<br />

sottoposto alla sua prima revisione consentendogli, come<br />

ha dichiarato quella forza armata nell’occasione, di<br />

“prendere un po’ di respiro”.<br />

Il luogo di nascita del gen. Umberto Bernardini, riportato nel necrologio dello scomparso pubblicato a pag. 26 di <strong>Aeronautica</strong><br />

n. 6/2010, non è Monterotondo, come erroneamente indicato, ma Roma. Ce ne scusiamo con la famiglia del<br />

compianto alto ufficiale e con i nostri lettori.<br />

AERONAUTICA 8-9/2010


Prove di certificazione di volo in Italia per il Superjet 100<br />

Il 25 agosto, all’aeroporto di Torino-Caselle, è giunto un esemplare<br />

del nuovo aereo regionale Superjet 100 costruito dalla<br />

Sukhoi e da Alenia <strong>Aeronautica</strong> (v. anche pag. 16 di <strong>Aeronautica</strong><br />

n. 6/2008) per essere sottoporto a prove di certificazione. La<br />

macchina sarà impegnata in molti test, sia sull’aeroporto di Levaldigi<br />

sia negli stabilimenti di Alenia <strong>Aeronautica</strong>, soprattutto relativi<br />

alla misurazione dei livelli di rumore e HIRF (High Radiated<br />

Field), ossia la compatibilità del velivolo alle emissioni elettromagnetiche<br />

di alta intensità.<br />

F-35 per le forze aeree del Canada<br />

Il governo del Canada ha reso nota la sua decisione di acquistare<br />

- con un costo totale di nove miliardi di dollari canadesi -<br />

65 caccia F-35 Lightning II (Joint Strike Fighter) destinati a sostituire<br />

- a partire dal 2016 – gli ormai anziani CF-18 Hornet<br />

delle sue forze aeree.<br />

Ancora un ritardo nella consegna del<br />

B.787<br />

La Boeing, dopo gli annunci di alcuni ritardi nel programma del<br />

B.787 Dreamliner (v. anche pag. 10 di <strong>Aeronautica</strong> n. 1/2010)<br />

ha reso noto il sesto rinvio, presumibilmente fino alla metà del<br />

febbraio del prossimo anno, della consegna del primo esemplare<br />

di tale macchina alla All Nippon Airways a causa di alcuni<br />

problemi relativi alla messa a punto dei motori Rolls-Royce.<br />

Nuovo primato di giro aereo del<br />

mondo<br />

Un bireattore executive Rockwell Sabreliner 65 costruito nel<br />

1980 e decollato da Ginevra con a bordo gli svizzeri Riccardo<br />

Mortara, il figlio Gabriel e Flavien Guderzo, ha stabilito il nuovo<br />

primato mondiale del giro del mondo per velivoli di peso tra le<br />

nove e le 12 tonnellate coprendo la distanza di 36.900 km in<br />

57 ore e 54 minuti alla media di 647 km/h.<br />

L’aereo ha effettuato 10 scali ove erano stati accuratamente<br />

pianificati i rifornimenti e le soste per minimizzarne al massimo<br />

i tempi.<br />

AERONAUTICA 8-9/2010<br />

L’Egitto acquista 20 F-16<br />

L’Egitto ha recentemente firmato un contratto con<br />

Lockheed Martin relativo alla fornitura di 20 caccia<br />

F-16 “Fighting Falcon” da destinare alla propria aeronautica<br />

militare.<br />

Il contratto, del valore di 213 milioni di dollari, prevede<br />

la consegna alle forze aeree del Cairo di 16 F-<br />

16C e di quattro F-16D entro tre anni.<br />

Primo volo della versione<br />

imbarcata del JSF<br />

Sull’aeroporto di Fort Worth (USA), ha recentemente<br />

volato per quasi un’ora il primo esemplare della<br />

versione imbarcata F-35C del Joint Strike Fighter<br />

(JSF).<br />

Tale versione sarà impiegata sulle portaerei di grandi<br />

dimensioni della Marina statunitense e si differnzia<br />

da quella dell’F-35B a decollo corto/atterraggio<br />

verticale destinata ai Marines e alle forze navali del<br />

Regno Unito e dell’Italia che non dispongono di porterei<br />

abbastanza grandi per tale macchina.<br />

31<br />

VARIE


LEGISLAZIONE, PENSIONISTICA,<br />

TRATTAMENTI ECONOMICI<br />

32<br />

(a cura di Michele Mascia)<br />

Manovra economica-finanziaria anno 2010<br />

Il decreto legge n. 78 del 31 maggio 2010, recante “Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica”,<br />

è stato convertito, con modificazioni, in legge 122 del 30.7.2010, pubblicata nel supplemento ordinario n.174/L della Gazzetta<br />

ufficiale n. 176 del 30 luglio 2010. In materia pensionistica, previdenziale e retributiva il provvedimento, in sede di<br />

conversione, non ha subito variazioni di rilievo salvo poche disposizioni che, per alcuni aspetti, hanno riconosciuto la specificità<br />

dello status e la peculiarità dell’impiego del personale militare. Pertanto, rimangono in vigore le norme emanate con il decreto predetto<br />

e sinteticamente illustrate nel n. 6/2010 di <strong>Aeronautica</strong> (pag. 27). Qui di seguito si riportano le disposizioni più importanti approvate<br />

in sede di conversione del decreto predetto.<br />

Trattamento economico<br />

- l’istituzione, per gli anni 2011/12, di un fondo da 80 milioni di euro l’anno per finanziare misure perequative per il personale delle<br />

Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo dei vigili del fuoco interessato dal blocco dei meccanismi di adeguamento retributivo<br />

e degli automatismi contrattuali (art 8 comma 11bis);<br />

- la riduzione del 30% della spesa sostenuta per l’anno 2008 per l’indennità di supercampagna, prevista dal decreto legge 78 a<br />

partire dal 2011, in sede di conversione, è stata procrastinata al 2014 (art. 9, commi 34 e 35);<br />

- con apposito ordine del giorno (9/3638/60) la Camera dei deputati ha impegnato il governo a verificare l’idoneità delle risorse<br />

stanziate integrando le stesse, ove necessario, onde consentire l’adozione di efficaci e complete misure perequative a tutela della<br />

specificità della status ed impiego del personale interessato.<br />

Trattamento previdenziale e buonuscita<br />

Ai fini del calcolo della buonuscita secondo le regole del Trattamento di fine rapporto (Tfr) sulle anzianità contributive maturate dal<br />

1 gennaio 2011, con apposito ordine del giorno (9/3638/1), la Camera dei deputati ha impegnato il governo a valutare l’opportunità<br />

di fornire un’interpretazione della norma al fine di chiarire che, a decorrere dal 1 gennaio 2011, l’indennità di buonuscita discenderà<br />

dalla sommatoria di due quote:<br />

- quota A: determinata sulla base dell’anzianità contributiva maturata al 31 dicembre 2010 e calcolata secondo la normativa attualmente<br />

vigente;<br />

- quota B: determinata sulla base dei contributi versati (6,91% su tutte le voci stipendiali) a decorrere dal 1 gennaio 2011, rivalutati<br />

annualmente in base al 75% dell’indice ISTAT ed un tasso fisso del 1,5%.<br />

E’ il caso di precisare che le nuove disposizioni in materia pensionistica (la cosiddetta “finestra mobile”, che sostituisce le quattro<br />

finestre, nonché il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico dopo 12 mesi dalla data di maturazione dei requisiti per le<br />

cessazioni per limiti età) non si applicano al personale militare il cui trattamento pensionistico continua ad essere attribuito in base<br />

alla normativa attualmente vigente.<br />

Riduzione IRPEF sul trattamento economico accessorio al<br />

personale militare<br />

Con decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 23.4.2010 (Gazzetta ufficiale n. 136 del 14 giugno 2010) è stata confermata<br />

la riduzione Irpef sul trattamento economico accessorio del personale militare anche per l’anno 2010, rideterminata nell’importo<br />

massimo di € 149,50, per ciascun beneficiario il cui reddito complessivo da lavoro dipendente, nell’anno 2009, non sia stato<br />

superiore a 35.000 euro.<br />

Non solo previdenza<br />

Nuovo codice della strada<br />

Sulla Gazzetta ufficiale n.175 del 29 luglio 2010 è stata pubblicata la legge n.120 del 29 luglio 2010 recante “Norme in materia di<br />

sicurezza stradale” con la quale è stato approvato il nuovo codice della strada, in vigore dal 13 agosto 2010. La nuova normativa -<br />

che ha lo scopo di introdurre misure volte a migliorare la sicurezza della circolazione stradale, sia attraverso l’aggravamento delle<br />

sanzioni per violazioni delle norme del codice, sia mediante disposizioni volte alla prevenzione ed all’incremento della messa in sicurezza<br />

delle infrastrutture stradali e viarie - prevede significative modifiche a numerose disposizioni del Codice della Strada e di<br />

alcune norme correlate. Molte sono le novità previste dalla riforma, quelle più importanti e di maggior interesse riguardano l’aumento<br />

delle infrazioni che comportano la riduzione dei punti dalla patente di guida, le nuove modalità per il recupero dei punti<br />

stessi (frequenza corso più un esame finale), e le nuove norme riguardanti la revisione ed il rinnovo della patente (ogni due anni<br />

per gli ultraottantenni). Inoltre, tolleranza zero per quanto riguarda l’alcol. Infatti è previsto il divieto assoluto di bere per i neopatentati<br />

(con patente da meno di 3 anni), per i giovani fino a ventuno anni e per le persone che svolgono a livello professionale attività<br />

di trasporto di persone o cose. Altre ancora sono le novità introdotte dalla legge predetta e che, per motivi di spazio, non<br />

possiamo trattare in questa sede.<br />

Consigliamo quindi di informarsi, tramite gli organi di informazione, su quelle di maggiore interesse.<br />

AERONAUTICA 8-9/2010


Livorno Ferraris<br />

Presidente: av. Giuseppe Ramella;<br />

vice presidenti: av. sc. Pier Christian<br />

Fornarese (anche segretario)<br />

e av. Franco Liboni; tesoriere: av.<br />

sc. Giovanni Padovano; consiglieri:<br />

av. Pierantonio Aimino, av.<br />

Marco Cavalletti e av. Gino Vezzani;<br />

rappresentante dei soci aggregati:<br />

Giancarlo Bertecco.<br />

San Cesario di<br />

Lecce<br />

Presidente: cap. Luigi Giannuzzi;<br />

vice presidenti: 1° m.llo Claudio<br />

Rollo e m.llo 1ª cl. Gian Marco<br />

Sergio (anche tesoriere); segretario:<br />

Enrico Stefano Stifani; consi-<br />

AERONAUTICA 8-9/2010<br />

RINNOVO CARICHE<br />

glieri: lgt. Romeo Liaci, lgt. Cosimo<br />

Profilo, 1° m.llo Luigi Renis e<br />

1° m.llo Giovanni Paolo Telesca;<br />

rappresentante dei soci aggregati:<br />

Salvatore De Carlo.<br />

Soleto<br />

Presidente onorario: aiut. pil.<br />

Bruno Giordano; presidente:<br />

magg. Fernando Danieli; vice presidenti:<br />

1° m.llo Erminio Fasiello<br />

e m.llo 1ª cl. Orlando Mangia; segretario:<br />

1° m.llo Antonio D’Apoli;<br />

tesoriere: 1° m.llo Vito Ancora;<br />

consiglieri: m.llo 1ª cl. Massimo<br />

Cagnazzo, m.llo 1ª cl. Mario Gervasi,<br />

1° m.llo Claudio Pandelli e 1°<br />

m.llo Giovanni Quarta; rappresentante<br />

dei soci aggregati: signora<br />

Rosa Luchena.<br />

L’ASSOCIAZIONE<br />

ARMA AERONAUTICA<br />

Il calendario <strong>AAA</strong> 2011<br />

La Presidenza nazionale dell’<strong>AAA</strong> sta realizzando anche<br />

per il 2011 il calendario celebrativo per ricordare il 100°<br />

anniversario della guerra italo-turca.<br />

Il calendario, al costo di 8 euro a copia comprese le spese<br />

di spedizione in Italia, potrà essere richiesto a:<br />

Presidenza nazionale <strong>AAA</strong> - Servizio amministrativo<br />

via Marcantonio Colonna 23 - 00192 Roma<br />

tel. 06 3215145 int 202 - fax 06 3216882<br />

Rif. maresciallo Trapanese<br />

NUOVI<br />

INDIRIZZI<br />

Galatone<br />

La sezione ha ora anche il<br />

sito internet:<br />

www.aaagalatone.it<br />

Santa Maria Capua<br />

Vetere<br />

La sezione ha ora il seguente<br />

indirizzo: <strong>Associazione</strong><br />

<strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong> –Sezione<br />

di Santa Maria Capua Vetere<br />

– Via Galatina n. 152 –<br />

81055 Santa Maria Capua<br />

Vetere (Caserta).<br />

33


L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />

SEZIONI E NUCLEI ( AVVENIMENTI LIETI (<br />

PROMOZIONI<br />

A brigadiere generale<br />

- Gianluigi Tota (sezione di<br />

Siracusa).<br />

A tenente colonnello<br />

- Paolo Tredici (sezione di<br />

Siracusa).<br />

A maggiore<br />

- Carmelo Catalano (sezione<br />

di San Cesario di Lecce)<br />

CONFERIMENTO ONORI-<br />

FICENZE OMRI<br />

A cavaliere<br />

- all. serg. pil. Renzo Degano<br />

(sezione di Campoformido);<br />

- Umberto Lo Presti (sezione<br />

di Catania);<br />

- Loris Delmastro (nucleo<br />

di Gattinara).<br />

MEDAGLIA MAURIZIANA<br />

- lgt. Luciano Leonetti (sezione<br />

di Lamezia Terme);<br />

- lgt. Cosimo Profilo (sezione<br />

di San Cesario di Lecce).<br />

NOMINE A SOCIO BENE-<br />

MERITO<br />

- Mario Pavia, segretario e<br />

tesoriere (sezione di Asti)<br />

SOCI CHE SI FANNO<br />

ONORE<br />

- Il socio m.llo 2ª cl. Sergio<br />

Cascio della sezione di<br />

Foggia ha ricevuto l’attestato<br />

di “benemerenza”<br />

da parte della Protezione<br />

civile.<br />

- Il socio lgt. Luciano Leonetti<br />

della sezione di Lamezia<br />

Terme è stato eletto<br />

assessore comunale<br />

con delega allo sport, turismo,<br />

urbanistica e ambiente<br />

del comune di Calopezzati<br />

(CS).<br />

- Il socio ten. col. Salvatore<br />

Sperti della sezione di<br />

Maglie è stato nominato<br />

consigliere esterno con<br />

delega ai rapporti tra le<br />

autorità civili e le Forze<br />

armate per quel comune.<br />

- Il socio Giovanni Campagna,<br />

presidente della sezione<br />

di Melbourne, ha ricevuto<br />

il riconoscimento<br />

di “Victorian senior” per<br />

il suo lungo e rilevante<br />

contributo a favore della<br />

comunità locale e dello<br />

34<br />

Stato australiano di Victoria.<br />

- Il socio onorario della sezione<br />

di Montréal, Padre<br />

Pierangelo Paternieri –<br />

cui si deve il permesso di<br />

costruire il Monumento<br />

agli aviatori sul terreno<br />

della chiesa Madonna del<br />

Carmine - è stato nominato<br />

vicario episcopale<br />

dell’Archidiocesi di Montréal<br />

da S.E. il cardinale<br />

Claude Turcotte.<br />

- Il socio 1° m.llo Flavio<br />

Leone del nucleo di Portogruaro<br />

è stato nominato<br />

“coordinatore” del<br />

gruppo Protezione Civile<br />

del comune di Pramaggiore<br />

(VE).<br />

- Il socio Francesco Fabozzi<br />

della sezione di Santa<br />

Maria Capua Vetere, è<br />

stato eletto vice sindaco e<br />

assessore ai lavori pubblici,<br />

tributi e programmazione<br />

economica di quella<br />

città.<br />

- Il socio av. Luigi Mello<br />

Sartor della sezione della<br />

Valle d’Aosta è stato eletto<br />

sindaco di Verres (AO).<br />

LAUREE<br />

In biotecnologie molecolari<br />

- Paola Marzola, figlia del<br />

consigliere di sezione<br />

Bruno (sezione di Alba).<br />

In economia e gestione<br />

aziendale<br />

- socio serg. magg. Massimo<br />

Faà (sezione di San<br />

Gavino Monreale).<br />

In economia e gestione delle<br />

aziende e servizi sanitari<br />

- Sabina Bucci, figlia del<br />

socio lgt. Carmine (sezione<br />

di Canosa).<br />

In filosofia<br />

- Anna Battista, figlia del<br />

socio av.sc. Antonio (sezione<br />

di Mola di Bari).<br />

In giurisprudenza<br />

- Giovanni Spirito, figlio<br />

del socio lgt. Vincenzo<br />

(sezione di Maglie);<br />

- Giorgia Lipani, figlia del<br />

socio 1° av. Michele (nucleo<br />

di Portogruaro);<br />

- Valentina Bianchi, figlia<br />

del socio ten. col. Alberto<br />

(sezione di Parma).<br />

In lingue moderne per la comunicazione<br />

internazionale<br />

- Francesco Anglana, figlio<br />

del socio aiut. Gennaro<br />

(sezione di Campi Salentina);<br />

- Maria Novella Conversano,<br />

figlia del socio Silvio<br />

(sezione di Campi Salentina).<br />

In scienze statistiche<br />

- Barbara Bandone, figlia<br />

del socio Valter (sezione<br />

di Chioggia).<br />

In scienze umanistiche<br />

- Claudia Belli, figlia del<br />

socio Fulvio (sezione di<br />

Frosinone).<br />

In storia dell’arte<br />

- Giovanni Masiello, figlio<br />

del socio lgt. Michele (sezione<br />

di Capurso).<br />

65 ANNI DI MATRIMONIO<br />

Hanno felicemente raggiunto<br />

il prestigioso traguardo il<br />

socio 1° m.llo Antonio Gallo<br />

e la signora Concetta (sezione<br />

di Latina).<br />

NOZZE DI DIAMANTE<br />

Hanno raggiunto l’ambito<br />

traguardo il socio Marco<br />

Facile e la signora Renata<br />

(sezione di Tarcento).<br />

NOZZE D’ORO<br />

Le hanno felicemente festeggiate:<br />

- il socio Enzo Tosolini con<br />

la signora Rita (sezione di<br />

Campoformido);<br />

- il consigliere di sezione<br />

Aldo Vitagliano Stendardo<br />

con la signora Olga<br />

(sezione di Caserta);<br />

- il socio Giampiero Bartolini<br />

con la signora Elena<br />

(sezione di Cesena);<br />

- il socio 1° av. Marco Buldrighini<br />

con la signora<br />

Nella (sezione di Fano);<br />

- il presidente di sezione<br />

m.llo Enrico Giovacchini<br />

con la signora Margherita<br />

(sezione di Frosinone);<br />

- il socio col. pil. Carlo Cimino<br />

con la socia signora<br />

Luigia (sezione di Guidonia);<br />

- il socio com.te Attilio Corallo<br />

con la signora Adele<br />

(sezione di Lecce);<br />

- il socio av. sc. Giandomenico<br />

Tanferi con la signora<br />

Maria Giulia (nucleo di<br />

Legnago).<br />

- il presidente di sezione<br />

gen. brig. Raffaele Selvaggio<br />

con la signora Luisa<br />

(sezione di Novara);<br />

NOZZE<br />

Si sono uniti in matrimonio:<br />

- il socio 1° av. Gianpiero<br />

Iafrate e la signorina Miria<br />

Giovannone (sezione<br />

di Arpino);<br />

- il socio m.llo 2ª cl. Antonio<br />

Malorgio e la signorina<br />

Lisa Vergine (sezione<br />

di Collepasso);<br />

- il socio Andrea Marchi e<br />

la signorina Valentina<br />

Laurenzia Ancona (sezione<br />

di Cortona);<br />

- il socio Fabio Sangermani<br />

e la signorina Sara Pocorobba<br />

(nucleo di Robbio<br />

Lomellina);<br />

- il socio m.llo 2ª cl. Roberto<br />

Flora e il m.llo 2ª cl.<br />

Antonella Sadutto (sezione<br />

di Vallo di Diano).<br />

CULLE<br />

- Il socio av. sc. Alberto<br />

Ambrosi e la signora Moira<br />

annunciano la nascita<br />

del primogenito Tommaso<br />

(sezione di Bovolone).<br />

- La socia Elena Fattori e il<br />

marito Ivan Vazzas, annunciano<br />

la nascita del<br />

primogenito Francesco<br />

(sezione di Campoformido).<br />

- Il socio Andrea Badenchini<br />

e la signora Ilaria annunciano<br />

la nascita del<br />

primogenito Elia (nucleo<br />

di Pianello).<br />

- Il socio m.llo 1ª cl. Domenico<br />

Mello e la signora<br />

Veronica annunciano la<br />

nascita di Lorenzo (sezione<br />

di Soleto).<br />

- Il socio Carlo Tundo e la<br />

signora Milena annunciano<br />

la nascita di Flavio (sezione<br />

di Soleto).<br />

- Il socio consigliere di sezione<br />

Alan Ardissimo e la<br />

signora Katiuscia annunciano<br />

la nascita della primogenita<br />

Ginevra (sezione<br />

di Trino).<br />

AERONAUTICA 8-9/2010


Pagine di<br />

vecchi album<br />

In occasione del 1° Raduno del Reparto Sperimentale<br />

Volo dell’AM, avvenuto a Pratica di Mare<br />

nel 1974, fu scattata questa fotografia che ritrae<br />

la «gloriosa “vecchia guardia” del Nucleo Sperimentale<br />

di Guidonia del 1949». In essa si riconoscono<br />

il gen. Umberto Bernardini (in uniforme)<br />

con alla sua destra il com.te Vittorio Sanseverino<br />

e il gen. Giovanni Zappetta e, indicato dalla freccia,<br />

in secondo piano, il tecnico strumentista Goliardo<br />

Giansanti, il cui figlio Eginaldo ci ha inviato<br />

l’immagine.<br />

AERONAUTICA 8-9/2010<br />

L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />

RICERCHE<br />

Chi ha documenti sul personale<br />

dell’<strong>Aeronautica</strong> nella guerra di Spagna?<br />

Edoardo Grassia, studioso dell’intervento italiano<br />

nel conflitto civile spagnolo e già autore di una pubblicazione<br />

in merito, sta svolgendo una ricerca socio-storica<br />

sul personale della Regia <strong>Aeronautica</strong><br />

impiegato in Spagna durante quel conflitto.<br />

Chi possiede testimonianze dirette e indirette, lettere<br />

o diari personali su tali militari è pregato di contattarlo<br />

ai seguenti recapiti: Edoardo Grassia, Viale<br />

Gramsci, 23 – 00015 Monterotondo (Roma) – cell.<br />

3476253221; e.mail: edoardograssia@libero.it<br />

E chi sul corso “Ippogrifo” a Pescara nel<br />

1943?<br />

L’ing. Filippo Masciocchi, già allievo pilota alla<br />

Scuola di volo di Pescara nel 1943 con il corso “Ippogrifo”,<br />

ricerca l’elenco dei commilitoni (circa 30<br />

persone) di quel corso di pilotaggio. Nell’occasione<br />

ricorda che gli allievi di tale corso furono gli ultimi<br />

a lasciare l’aeroporto di Pescara poco prima del<br />

mezzogiorno del 9 settembre 1943, sotto il comando<br />

del ten. Popper, in quanto era in arrivo una colonna<br />

corazzata tedesca.<br />

Scrivere a ing. Filippo Masciocchi – Corso Matteotti<br />

88 – 21049 Tradate (VA), e.mail:<br />

marco.fontana79@g.mail.com<br />

Caro amico, dove sei? In occasione del 60° anniversario<br />

del giuramento al<br />

CIRAM di Taranto avvenuto<br />

il 20 agosto 1950, l’allievo di<br />

quel Corso istruzione reclute<br />

dell’AM Giovanni Tobanelli,<br />

presidente onorario<br />

della sezione di Gavardo,<br />

chiede ai commilitoni che<br />

si riconoscono nella fotografia<br />

di contattarlo ai seguenti<br />

recapiti: Giovanni Tobanelli,<br />

Via Papa Giovanni<br />

XXIII n. 18 – 25085 Gavardo<br />

(Brescia) – telefono 0365<br />

32765.<br />

35


L’ASSOCIAZIONE ARMA ARMA AERONAUTICA<br />

36<br />

SEZIONI E NUCLEI<br />

VALLE D’AOSTA<br />

In occasione delle “Giornate<br />

aeronautiche” che il<br />

10 e 11 luglio sono state<br />

organizzate presso il locale<br />

aeroporto, la sezione ha<br />

Il 4 agosto una delegazione<br />

della sezione ha partecipato<br />

a Les Chapieux, su<br />

invito dell’ANORAA (associazione<br />

degli ufficiali della<br />

riserva dell’Armée de<br />

l’air) delle DeuxSavoie, al-<br />

PIEMONTE<br />

Torino<br />

allestito una mostra dedicata<br />

all’<strong>Aeronautica</strong> Militare<br />

con l’esposizione di<br />

numerosi cimeli, libri, fotografie<br />

e altro.<br />

la solenne cerimonia per<br />

commemorare il 70° anniversario<br />

della battaglia<br />

che si svolse in quella località<br />

tra le truppe francesi<br />

e quelle italiane.<br />

Verbania<br />

Commemorati due Caduti dell’<strong>Aeronautica</strong><br />

Il 13 agosto 1935 un ricognitore<br />

Ro.1, con a bordo<br />

il serg, pil. Aristide Marchi<br />

ed il ten. osserv. Raffaele<br />

Antonelli del Regio<br />

Esercito – impegnato in<br />

una missione di aerocooperazione<br />

con le truppe -<br />

impattava, causa il maltempo,<br />

le pendici dell’alpe<br />

Ompio in zona Casaraccie<br />

con la morte dell’equipaggio.<br />

Nel 75° anniversario<br />

dell’evento, la sezione ha<br />

partecipato il 13 agosto alla<br />

commemorazione dei<br />

FRIULI VENEZIA GIULIA<br />

Manzano<br />

Commemorata la MOVM Antonio Chiodi<br />

Il 31 luglio la sezione ha<br />

commemorato il 70° anniversario<br />

della scomparsa<br />

due Caduti con la deposizione<br />

di un omaggio floreale<br />

alla croce, recuperata<br />

e ripristinata nel 2008<br />

dal Gruppo Escursionisti<br />

della Valgrande, sul luogo<br />

dell’incidente.<br />

E’ da ricordare in proposito<br />

che lo stesso gruppo<br />

Escursionisti ha realizzato<br />

l’opuscolo “Vallintrasche<br />

2010” ove, tra le storie delle<br />

genti della Valle, vi è<br />

quella che ricostruisce,<br />

dalle testimonianze di chi<br />

lo ricordva, l’incidente<br />

aviatorio commemorato.<br />

della MOVM cap. pil. Antonio<br />

Chiodi al quale è intitolato<br />

il sodalizio con<br />

AERONAUTICA 8-9/2010


una cerimonia che ha<br />

compreso la celebrazione<br />

del rito religioso, la deposizione<br />

di corone d’alloro<br />

ai due monumenti che ricordano<br />

i Caduti della città<br />

e la proiezione di un filmato<br />

– presentato dal<br />

com.te Piero Soré – sulla<br />

trasvolata atlantica del<br />

1933 alla quale l’allora<br />

Nel corso di una recente e<br />

semplice cerimonia, il socio<br />

col. Germano Visentini<br />

ha donato alla sezione una<br />

La sezione ha partecipato<br />

a Cividale del Friuli, sede<br />

di un nucleo <strong>AAA</strong>, alla cerimonia<br />

per lo scoprimen-<br />

AERONAUTICA 8-9/2010<br />

Palmanova<br />

Udine<br />

s.ten. Chiodi prese parte.<br />

Presenti all’evento, con il<br />

presidente nazionale <strong>AAA</strong><br />

gen. SA Gianbortolo Parisi,<br />

numerose rappresentanze<br />

con labari delle sezioni<br />

e nuclei <strong>AAA</strong> e di altre<br />

associazioni d’arma del<br />

Friuli-Venezia Giulia, e<br />

molte autorità civili e militari.<br />

sua opera pittorica raffigurante<br />

“La Pattuglia Acrobatica<br />

Nazionale”.<br />

to di una lapide commemorativa<br />

a ricordo di Antonio<br />

Mattioni<br />

(1880–1961), considerato il<br />

padre dell’aereo a reazione<br />

con la sua “botte volante”<br />

(così detta dalla sua caratteristica<br />

forma) che, sul<br />

Campo di Marte di Firenze<br />

e pilotata da Vasco Magrini,<br />

effettuò i primi voli<br />

Per celebrare il 50° anniversario<br />

di costituzione<br />

della Pattuglia Acrobatica<br />

Nazionale “Frecce Tricolori”<br />

la sezione ha allestito<br />

L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />

SEZIONI E NUCLEI<br />

TOSCANA<br />

Montepulciano<br />

tra la fine del 1923 e i primi<br />

del 1924.<br />

Presenti alla cerimonia, oltre<br />

a varie autorità, anche<br />

i due nipoti del commemorato.<br />

Una mostra dedicata alla PAN<br />

dall’11 al 24 luglio, nel Palazzo<br />

Vescovile della città,<br />

una mostra dal titolo<br />

“Frecce tricolori: ambasciatori<br />

nel mondo” che è<br />

37


L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />

SEZIONI E NUCLEI<br />

stata inaugurata alla presenza<br />

di molte autorità civili<br />

e militari e visitata poi<br />

da un numeroso pubblico<br />

di appassionati.<br />

Da sottolineare che, per<br />

A San Vincenzo (Livorno)<br />

ha avuto luogo la cerimonia<br />

per l’inaugurazione del<br />

locale nucleo <strong>AAA</strong> dipendente<br />

dalla sezione di<br />

Piombino.<br />

L’evento – del quale è stata<br />

madrina la signora Magdala<br />

Giacconi, nipote del<br />

cap. pil. MAVM Magdalo<br />

Ambrosino cui è intitolato<br />

il nucleo stesso – ha visto<br />

anche la celebrazione del<br />

rito religioso da parte del<br />

vescovo mons. Giovanni<br />

38<br />

MARCHE<br />

Santucci e la deposizione<br />

di una corona d’alloro al<br />

monumento ai Caduti.<br />

Presenti alla cerimonia,<br />

accolte dal capo nucleo<br />

Fausto Nannini, numerose<br />

autorità civili e militari<br />

della zona, le rappresentanze<br />

di enti e reparti<br />

dell’AM viciniori e quelle<br />

con labari di alcune sezioni<br />

<strong>AAA</strong> toscane e di altre<br />

associazioni d’arma e<br />

combattentistiche locali.<br />

L’Assemblea regionale delle sezioni marchigiane<br />

Il 26 giugno, a Recanati,<br />

ha avuto luogo l’Assemblea<br />

regionale delle sezioni<br />

marchigiane dell’A.A.A.<br />

L’utile ed interessante<br />

scambio di idee e di espe-<br />

San Vincenzo<br />

l’inaugurazione, è intervenuta<br />

anche la Fanfara della<br />

1ª Regione Aerea che ha<br />

tenuto un applaudito concerto<br />

nella Piazza Grande<br />

di Montepulciano.<br />

Inaugurazione del nucleo <strong>AAA</strong><br />

rienze che ne ha formato<br />

oggetto ha acconsentito<br />

l’approfondimento di temi<br />

di viva attualità e posto le<br />

basi per comuni iniziative<br />

future.<br />

La sezione ha promosso la<br />

realizzazione di un volumetto<br />

dal titolo “You,<br />

black shirt!” che, adattato<br />

dal socio col. Giovanni Tonicchi,<br />

è il diario del novantunenne<br />

aviere scelto<br />

armiere Ovidio Dante Biagiola,<br />

iscritto a quel sodalizio,<br />

che fu a lungo prigioniero<br />

degli inglesi prima<br />

in Sudafrica e poi in<br />

Gran Bretagna. L’opera,<br />

17x24 cm, 36 pagine con<br />

molte fotografie, può essere<br />

richiesta, al prezzo di<br />

10,00 euro, alla sezione di<br />

Tarquinia – c/o Carlo Boseggia<br />

– via D. Emanuelli<br />

8 – 01016 Tarquinia (VT)<br />

tel. 0766 856284 o al col.<br />

Giovanni Tonicchi – via<br />

Scorticagatti 23, 01016<br />

Tarquinia (VT), tel. 0766<br />

858377.<br />

La sezione, nell’ambito<br />

delle manifestazioni sportive<br />

promosse dal locale<br />

Comune, ha organizzato,<br />

allenato e sponsorizzato<br />

una squadra giovanile di<br />

LAZIO<br />

Tarquinia<br />

PUGLIA<br />

Capurso<br />

calcetto a cinque intitolata<br />

al nostro sodalizio che in<br />

un torneo ad eliminazione<br />

diretta si è classificata al<br />

primo posto aggiudicandosi<br />

la Coppa in palio.<br />

AERONAUTICA 8-9/2010


Il 6 agosto, in occasione<br />

della fine dello stage di<br />

combattimento terrestre<br />

frequentato dagli allievi<br />

del corso “Marte 5°”<br />

dell’Accademia <strong>Aeronautica</strong><br />

presso il 16° Stormo<br />

“Protezione delle Forze” di<br />

Martina Franca, il presidente<br />

della sezione magg.<br />

AERONAUTICA 8-9/2010<br />

Jacotenente<br />

Domenico Cozzo ed il sindaco<br />

di Vico del Gargano<br />

Luigi Damiani, invitati ad<br />

un incontro presso quel<br />

reparto AM, hanno rispettivamente<br />

donato il crest<br />

del sodalizio ed una targa<br />

ricordo al capo corso del<br />

Marte 5°.<br />

Il 3 agosto, in accordo con<br />

il comando della Scuola<br />

volontari truppa AM<br />

(SVTAM) di Taranto, la sezione<br />

ha organizzato la cerimonia<br />

per la consegna di<br />

un crest di riconoscimento<br />

In occasione della “2ª Settimana<br />

Azzurra”, ed anche<br />

allo scopo di ricordare il<br />

socio Rosario Salvatore<br />

Garpi, appassionato del<br />

volo, la sezione ha organizzato<br />

– con il patrocinio<br />

dei Comuni di Acireale e<br />

L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />

SEZIONI E NUCLEI<br />

Taranto<br />

SICILIA<br />

Acireale<br />

all’av. Adriano Capasso del<br />

corso “Orfeo”, primo classificato<br />

nei corsi VFP1,<br />

consegna che è stata effettuata<br />

dal presidente della<br />

sezione col. Giuseppe Trani.<br />

Aci Catena - una gara di<br />

volo vincolato circolare<br />

Gip 46 e di acrobazia, valevole<br />

per il campionato<br />

regionale e nazionale delle<br />

due specialità, che ha visto<br />

la partecipazione di numerosi<br />

concorrenti.<br />

39


L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />

Cagliari a Parigi<br />

40<br />

VISITE DI AGGIORNAMENTO TECNICO<br />

E GITE TURISTICO-CULTURALI<br />

Albenga a Parigi, Ginevra e Hautcombe<br />

Rappresentanze delle sezioni di Albenga,<br />

Domodossola, Varese e Verbania hanno<br />

deposto un omaggio floreale al Monumento ai<br />

Caduti di Verbania<br />

Campoformido e Udine in crociera culturale nel<br />

Mediterraneo<br />

Foligno e Cannara a Loreto<br />

AERONAUTICA 8-9/2010


Egisto Andalò<br />

Il 27 luglio, a Roma, è deceduto il gen. SA Egisto Andalò.<br />

Nato nel 1917, dopo la frequenza dell’Accademia<br />

<strong>Aeronautica</strong> con il corso Sparviero, aveva combattuto<br />

nel secondo conflitto mondiale, anche su Me.109 del 3°<br />

Gruppo autonomo CT, meritando una MA e una MB al<br />

VM. Dopo aver aderito all’ANR, negli anni successivi<br />

aveva poi, in particolare, prestato un lungo servizio<br />

presso la 4ª Aerobrigata, dove aveva anche comandato<br />

il 10° Gruppo, e allo Stato Maggiore AM nel quale aveva<br />

ricoperto, tra gli altri, l’incarico di capo del 2° Reparto.<br />

Era insignito del diploma “Paul Tissandier” della FAI.<br />

Piero Bottini<br />

Il 29 agosto è deceduto il presidente della sezione di<br />

Gallarate Piero Bottini. Nato a Gallarate nel 1920, dopo<br />

essere stato assunto come meccanico motorista dal-<br />

AERONAUTICA 8-9/2010<br />

HANNO CHIUSO LE ALI<br />

L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />

SEZIONI E NUCLEI<br />

Legnano a Loreto e al Museo dell’Aviazione<br />

di Rimini<br />

Mortara al Museo “G. Caproni” di Trento<br />

la SIAI Marchetti, fu richiamato per motivi bellici nella<br />

Regia <strong>Aeronautica</strong> con il grado di aviere scelto motorista<br />

e destinato in Africa Settentrionale dove partecipò<br />

a varie azioni belliche fino all’estate del 1943 quando<br />

fu fatto prigioniero dagli alleati e internato negli Stati<br />

Uniti fino al 1946.<br />

Rientrato in patria collaborò ancora con la ditta SIAI<br />

fino al 1950 per poi essere assunto dal Comune di Gallarate.<br />

Attivamente impegnato anche in attività di volontariato,<br />

nel 1972 si iscrisse all’<strong>AAA</strong> locale dove, dopo<br />

aver ricoperto a lungo l’incarico di vicepresidente, assunse<br />

poi nel 2000 quello di presidente distinguendosi<br />

per la sua appassionata opera a favore del sodalizio<br />

promuovendo molte significative iniziative tra le quali<br />

il monumento ai Caduti del volo.<br />

Albino Braida<br />

Roma al 22 Gr.RAM di Licola<br />

il 21 agosto è deceduto il novantenne m.llo pilota R.O.<br />

MAVM Albino Braida della sezione di Manzano che nel<br />

corso della seconda guerra mondiale fu secondo pilota<br />

41


L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />

di idro monomotore da ricognizione marittima distinguendosi<br />

per ardimento e bravura in numerose missioni<br />

belliche.<br />

Marcello Pedretti<br />

Il 17 luglio è deceduto il magg. gen. AArs Marcello Pedretti,<br />

presidente onorario da oltre trent’anni della sezione<br />

di Macerata.<br />

Nato nel 1915 aveva partecipato alla seconda guerra<br />

mondiale, rendendosi protagonista di un valoroso episodio<br />

nel corso del quale rischiò la vita pur di non consegnare<br />

ai tedeschi, dopo l’Armistizio, il deposito siluri<br />

di Rodi, che fece saltare in aria.<br />

Esperto di logistica, dopo aver prestato servizio in vari<br />

enti AM e a missioni all’estero, aveva concluso il servizio<br />

attivo quale comandante della Scuola Specialisti<br />

AM di Macerata.<br />

Dopo il congedo contribuì alla crescita e ai successi della<br />

sezione <strong>AAA</strong> di quella città dedicandosi anche alla<br />

stesura del volume “Volo, l’aviazione, gli aviatori in Macerata<br />

e provincia”, con le biografie di oltre cento personaggi<br />

oltre al ricordo di tutti gli Enti e degli eventi<br />

aeronautici locali.<br />

Aniceto Pollice<br />

Il 23 luglio è deceduto a Roma il gen. SA Aniceto Pollice.<br />

Nato nel 1920, dopo la frequenza dell’Accademia<br />

<strong>Aeronautica</strong> con il corso Urano, nel dopoguerra aveva<br />

prestato servizio, tra l’altro, alla Scuola Volo di Elmas e<br />

aveva successivamente comandato il 28° Gruppo del 3°<br />

Stormo, il 5° Stormo e la Scuola di Aerocooperazione.<br />

Insignito anche del diploma “Paul Tissandier” della FAI,<br />

per molti anni era stato, dopo il congedo, presidente<br />

dell’<strong>Associazione</strong> Nazionale Ufficiali dell’<strong>Aeronautica</strong><br />

(ANUA).<br />

Aveva trasmesso la sua grande passione per il volo al figlio<br />

Carmine, attuale gen. SA comandante della Squadra<br />

Aerea.<br />

Domenico Salvatico<br />

L’8 agosto è deceduto a 85 anni mons. Domenico Salvatico,<br />

socio della sezione di Mondovì.<br />

Aveva trascorso tutta la sua esistenza di religioso indossando<br />

le stellette e prestando un lungo servizio anche<br />

nell’<strong>Aeronautica</strong> Militare dove era stato, tra gli altri incarichi,<br />

cappellano militare presso la Scuola di volo di<br />

Lecce e cappellano capo alla 1ª Regione Aerea. Aveva,<br />

infine, rivestito il prestigioso incarico di Vicario generale<br />

dell’Ordinario Militare per l’Italia a Roma. Appassionato<br />

di volo aveva conseguito il brevetto di pilota civile<br />

ed era rimasto legatissimo alla nostra Forza <strong>Arma</strong>ta.<br />

Lasciato il servizio si era ritirato nel paese di Monbarcaro<br />

dedicandosi alle funzioni di parroco di quel paese.<br />

Il presidente nazionale dell’A.A.A., ricordando le elette virtù di questi commilitoni che ci hanno lasciato, a nome<br />

proprio e di tutti i soci esprime ai familiari degli scomparsi il più sentito cordoglio.<br />

42<br />

- serg. (to) Santino Ammirati, socio fondatore e benemerito<br />

(sezione di Albenga;<br />

- av. sc. mont. Pietro Ravaioli, fondatore e consigliere di<br />

sezione (sezione di Bracciano);<br />

- m.llo Rosolino Raffaeli (sezione di Brescia);<br />

- capitano di vascello Giuseppe Vinciguerra (sezione di<br />

Brindisi);<br />

- m.llo sc. Salvatore Marrasa e ing. Luciano Zanardi,<br />

già vice presidente di sezione e attuale rappresentante<br />

dei soci aggregati (sezione di Cagliari);<br />

- signora Rosanna Longi (sezione di Campoformido);<br />

- 1° cap. Antonino Pluchino (sezione di Catania);<br />

- Marco Faralli (sezione di Cortona);<br />

- Gino Albonetti, Angelo Argnani, Elio Assirelli e sig.ra<br />

Graziella Bertelli (sezione di Faenza);<br />

- signora Adele Bertona Bonazzi (sezione di Ferrara);<br />

- m.llo sc. Domenico Fiori, m.llo sc. Giulio Spaziani (sezione<br />

di Frosinone);<br />

- coad. princ. Raffaele De Filippis, m.llo sc. Rosolino<br />

Scillieri (sezione di Galatina);<br />

- 1° av. Dante Perelli (sezione di Gallarate);<br />

- Giovanni Battista Rossi (sezione di Galliate);<br />

- av. sc. Enzo Doninelli (sezione di Gavardo);<br />

- s.ten. (to) Arturo Piscioneri (sezione di Ghedi);<br />

- signora Giulia Surico (sezione di Gioia del Colle);<br />

- s.ten. (to) Claudio Francescone (sezione di Guidonia);<br />

- signora Paola Briuolo ved. Martino, m.llo sc. mont.<br />

Amerigo Cellitti (sezione di Latina);<br />

- m.llo 1ª cl. Aldiviero Costa, serg. magg. Arturo Dall’Alba<br />

(sezione di Milano);<br />

- 1° av. Gino Carnevali (sezione di Montecassiano);<br />

- av. sc. Giancarlo Beldì, m.llo sc. Gianfranco Municchi,<br />

av. Gian Pietro Nifantani, s.ten. (to) consigliere di sezione<br />

Dino Ruggeri, av. Angelo Sonzini, serg. magg.<br />

(to) Francesco Temporelli (sezione di Novara);<br />

- gen. isp. CCrn Giuseppe Legrottaglie, fondatore e poi<br />

presidente onorario di sezione (sezione di Ostuni);<br />

- av. sc. Cipriano Carpi, consigliere e alfiere di sezione<br />

(sezione di Parma):<br />

- Antonio Martarello (nucleo di Pezzoli);<br />

- all. pil. Benito Marchi, capo nucleo (nucleo di Pozzolengo);<br />

- av. Primo Boni, Lauro Pedroni (sezione di Reggio<br />

Emilia);<br />

- av. Claudio Cennini, Mario Gargani, av. Marcello<br />

Giannini (sezione di Sinalunga);<br />

- Mario Adami (nucleo di Soave);<br />

- av. gov. Luigi Garetto (sezione di Spresiano);<br />

- Ettore Bruno (nucleo di Susa);<br />

- m.llo sc. mot. Guerriero Buonpadre (sezione di Teramo-Giulianova);<br />

- av. Costante Donadoni (nucleo di Treviolo);<br />

- 1° av. Severino Barolo (sezione di Trino);<br />

- av. Mario Balducci (nucleo di Valdarno Superiore);<br />

- av. sc. Carlo Galmarini (sezione di Varese);<br />

- Gino Quali (nucleo di Vergiate);<br />

- gen. BA Giannino Bonfadini, socio fondatore, e m.llo<br />

Giovanni Diani, socio fondatore e già segretario di sezione<br />

(sezione di Viareggio).<br />

AERONAUTICA 8-9/2010


Serge van Heertum e Marco Arys,<br />

Siai Marchetti. Agile Penguins in<br />

Belgian Skies, Flash Aviation,<br />

Eindhoven, 2009. Cm 21 x 24, pp.<br />

144. € 26<br />

Con 300.000 ore di volo e 3.000 piloti<br />

brevettati in 40 anni di servizio, il<br />

Siai SF.260 è un protagonista di<br />

tutto rispetto della storia dell’aviazione<br />

belga. Il Belgio fu il primo<br />

cliente militare del ‘260 ed i suoi<br />

piloti contribuirono a definirne la<br />

configurazione addestrativa. Il volume<br />

si articola su cinque parti dedicate<br />

al servizio in Belgio, alle numerose<br />

formazioni acrobatiche belghe,<br />

ai 48 esemplari utilizzati (diversi dei<br />

quali vantano ormai oltre 9200 ore<br />

di volo) ed alle livree speciali, agli<br />

incidenti ed agli aspetti tecnici, più<br />

un’ampia galleria fotografica. Si scopre<br />

un uso molto intenso, basato<br />

sull’aggiornamento continuo, da<br />

ultimo con la sostituzione delle<br />

semiali per prolungarne la vita operativa<br />

sino al 2015 almeno. Il testo è<br />

gradevole, punteggiato da interviste<br />

e ricordi di piloti che confermano<br />

l’affetto straordinario per quello che<br />

chiamano semplicemente “il Marchetti”.<br />

L’unica carenza riguarda il<br />

parallelo uso civile da parte della<br />

scuola di volo Sabena, che avrebbe<br />

meritato almeno un’appendice. Il<br />

libro è illustratissimo, con circa 330<br />

immagini in gran parte a colori, di<br />

ottima qualità e – almeno ai nostri<br />

occhi italiani – quasi sempre inedite.<br />

Una particolarità: del volume esistono<br />

tre versioni in olandese, francese<br />

Libri<br />

a cura di Gregory Alegi<br />

e inglese, riconoscibili solo dal sottotitolo.<br />

Attenzione, dunque, qualora<br />

lo si volesse aggiungere alla propria<br />

biblioteca.<br />

Disponibile presso l’editore<br />

(www.flash-aviation.nl; Flash Aviation<br />

Shop, Zeelsterstraat 177a, 5652<br />

EG Eindhoven, Olanda).<br />

Maurizio Lanza e Rosellina Piano,<br />

Al galoppo nel cielo. Baldissero<br />

d’Alba, Soletti, 2010. Cm 17 x 24,<br />

pp. 96, euro 18.<br />

Nato a Torino nel 1883 e morto a<br />

Roma nel 1975, Giulio Palma di<br />

Cesnola fu uno dei pionieri dell’aviazione<br />

italiana. Gli autori ne propongono<br />

un agile e illustratissimo profilo<br />

biografico che parte dall’ingresso<br />

al collegio San Tommaso d’Aquino<br />

di Cuneo per concludersi di fatto<br />

negli anni Venti con l’uscita dalla<br />

Regia <strong>Aeronautica</strong>, pare in seguito<br />

ad una lite con Balbo. Palma iniziò<br />

la carriera militare in cavalleria<br />

presso il Piemonte Reale, lo stesso<br />

reggimento di Francesco Baracca.<br />

Brevettatosi pilota nel 1911, Palma<br />

partecipò alla guerra di Libia e poi,<br />

sui bombardieri Caproni, alla prima<br />

guerra mondiale, dove incrociò<br />

D’Annunzio. Alcuni capitoli sono<br />

dedicati anche al fratello Augusto, al<br />

cognato Pico Deodato Cavalieri<br />

(anch’egli pilota) e alla moglie Anita.<br />

Il risultato complessivo è buono, con<br />

spunti per ulteriori ricerche ed<br />

approfondimenti.<br />

Disponibile presso l’editore (Umberto<br />

Soletti Editore, loc. Sigola 41, 12040<br />

Baldissero d’Alba (CN); tel.<br />

0172/40097; info@umbertosolettieditore.com)<br />

Jennifer Craik, Il fascino<br />

dell’uniforme. Dal conformismo<br />

alla trasgressione. Roma, <strong>Arma</strong>ndo,<br />

2010. Cm 22 x 24, pp. 272,<br />

euro 24.<br />

Scritto da un professore di comunicazione<br />

creativa presso l’università<br />

di Canberra, in Australia, il libro<br />

approda alla traduzione italiana cinque<br />

anni dopo l’edizione originale.<br />

Non si tratta di un manuale di<br />

uniformologia basato sui regolamenti<br />

ministeriali ma di un esame<br />

del concetto di uniforme nel suo<br />

senso più ampio, dalle forze armate<br />

alle scuole e dalle compagnie aeree<br />

alle squadre sportive, per approdare<br />

infine alle maschere del Carnevale di<br />

Venezia. Temi centrali sono l’identità,<br />

l’autopercezione, la moda e la<br />

cultura, sino a svelare paradossali<br />

aspetti di trasgressione proprio in<br />

ciò che dovrebbe assicurare la totale<br />

uguaglianza. L’approccio scientifico,<br />

con un vasto apparato critico ed una<br />

bibliografia completa, rende il volume<br />

d’interesse soprattutto accademico<br />

ma offre diversi spunti di riflessione.<br />

Sarebbe stata desiderabile<br />

una migliore riproduzione delle<br />

immagini.<br />

Disponibile in libreria.


L’ultimo“Special color” di un F-104 del 37° Stormo

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