copertina AAA - Associazione Arma Aeronautica
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Direzione, Redazione, Amministrazione - via Marcantonio Colonna, 23 - 00192 Roma<br />
Anno LV<br />
N. 8-9 AGOSTO-SETTEMBRE 2010
8-9<br />
AGOSTO -SETTEMBRE 2010<br />
ANNO LV<br />
In <strong>copertina</strong><br />
Le “Frecce Tricolori” hanno festeggiato<br />
il loro 50° compleanno.<br />
All’evento è dedicato l’articolo a<br />
pag. 6.<br />
La foto in <strong>copertina</strong> è di Marco<br />
Tuveri.<br />
In quarta di <strong>copertina</strong><br />
L’ultimo “special color” di un F-104<br />
del 37° Stormo.<br />
Un dono degli “ex comandanti PAN”<br />
alle attuali “Frecce Tricolori”<br />
In occasione del 50° anniversario delle<br />
“Frecce Tricolori” e nel corso della cena di<br />
gala svoltasi il 10 settembre a Villa Manin di<br />
Passariano per il 10° raduno dei piloti delle<br />
Pattuglie acrobatiche italiane con la partecipazione<br />
del capo di Stato Maggiore dell’AM<br />
gen. SA Giuseppe Bernardis, gli ex comandanti<br />
PAN hanno donato alla attuale formazione<br />
della PAN un significativo quadro,<br />
opera dell’artista Marcella Mencherini.<br />
AERONAUTICA<br />
Anno di fondazione 1956<br />
Pubblicazione mensile edita dall’<strong>Associazione</strong> <strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong><br />
Direttore editoriale<br />
GIANBORTOLO PARISI<br />
Direttore responsabile<br />
SILVANO BRONCHINI<br />
Direzione, Redazione, Amministrazione<br />
00192 - Roma, via Marcantonio Colonna, 23<br />
Tel. 06/3215145 - Tel. e Fax 06/3216882<br />
C.F. 80248150585 – Partita IVA n. 10925071002<br />
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e-mail:assoaeroamministra@libero.it (per l’amministrazione)<br />
www.assoaeronautica.it (per l’<strong>Associazione</strong>)<br />
www.cesmaweb.org (per il Centro Studi Militari Aeronautici)<br />
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via Pompeo Magno, 25 - 00192 Roma -<br />
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Realizzazione grafica e stampa<br />
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Tel. 06/5571229 - Fax 06/5599675 - e-mail: a.raia@veant.it<br />
Registr. Tribunale di Roma n. 5315 del 12.7.56<br />
Iscrizione al R.O.C. n. 6972<br />
“<strong>Aeronautica</strong>” fruisce dei contributi statali diretti di cui alla L. 7/8/1990, n. 250<br />
Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana<br />
Gli articoli rispecchiano esclusivamente le opinioni degli autori.<br />
Proprietà letteraria, artistica e scientifica riservata.<br />
Per le riproduzioni, anche se parziali, dei testi,<br />
è fatto obbligo citare la fonte.<br />
I testi delle collaborazioni - che si intendono comunque inviati a titolo di liberalità<br />
- anche se non pubblicati, non si restituiscono.<br />
Chiuso in redazione il 14 settembre 2010.<br />
Il periodico sarà inviato in omaggio a “sostenitori” che verseranno almeno una<br />
somma annuale di € 21,00; il predetto invio si riferisce al solo territorio nazionale.<br />
Per spedizioni all’estero si invita a prendere contatti con l’amministrazione.<br />
ISSN: 0391-7630
Tematiche politico-militari 4<br />
Riflessioni per un’etica militare<br />
di Vincenzo Camporini<br />
L’<strong>Aeronautica</strong> Militare 6<br />
Celebrato il “cinquantesimo” delle “Frecce Tricolori”<br />
Costituito il Reparto Mobile di Comando e Controllo dell’AM<br />
Storia aeronautica 10<br />
Operazione “El Dorado Canyon”: il bombardamento di Tripoli del 1986<br />
di Ferdinando Sguerri<br />
Scienza, tecnica e industria 15<br />
Sul filo dei ricordi 17<br />
Varie<br />
Diario di una guerra dimenticata<br />
di Mario Arpino<br />
La mia trasvolata su Malta nel dicembre 1941<br />
di Ernesto Zanlucchi<br />
Sempre all’erta, specie se in volo con un altro pilota<br />
di Umberto Formisano<br />
Quell’avventurosa sostituzione di un motore<br />
di Pasquale Di Nuzzo<br />
Ancora ricordi della mia vita in grigio-azzurro<br />
di Vincenzo Nostro<br />
Il 47° Salone aeronautico di Farnborough<br />
Legislazione, pensionistica e trattamenti economici 32<br />
L’<strong>Associazione</strong> <strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong> 33<br />
Libri 43<br />
23<br />
SS<br />
OO<br />
MM<br />
MM<br />
AA<br />
RR<br />
II<br />
OO
TEMATICHE<br />
POLITICO-MILITARI<br />
Tratto da ”Informazioni della Difesa” n. 3/2010, che ringraziamo per avercelo concesso, pubblichiamo il testo<br />
dell’intervento che il capo di Stato Maggiore della Difesa ha tenuto a Roma il 1° giugno scorso in occasione<br />
della cerimonia per la chiusura dell’anno accademico 2009-10 del Centro Alti Studi per la Difesa.<br />
vero piacere che porgo a tutti il saluto caloroso<br />
delle Forze <strong>Arma</strong>te e mio personale in occasione<br />
E’con<br />
della cerimonia di chiusura dell’anno accademico<br />
2009/2010 del Centro Alti Studi per la Difesa che, nella sua<br />
tradizionale e significativa ricorrenza, rappresenta il momento<br />
conclusivo dell’attività formativa di questo istituto.<br />
Momento conclusivo ma anche momento di partenza e di<br />
ringiovanimento.<br />
Ma ringiovanire non significa solamente avere<br />
frequentatori e insegnanti più giovani: significa<br />
guardare al mondo militare con nuovi occhi e<br />
con nuove prospettive senza, tuttavia, perdere<br />
di vista valori che caratterizzano le Forze <strong>Arma</strong>te<br />
e che, in momenti particolari come quelli<br />
odierni, caratterizzati da insicurezza economica,<br />
da instabilità ed incertezza, diventano<br />
un’àncora e una guida sicura.<br />
Ciò che emerge nell’attività di ogni giorno, messa<br />
in atto dai nostri uomini e donne, e che ne<br />
nobilita ogni gesto, è il fortissimo senso morale<br />
e di etica militare che ho potuto riscontrare in<br />
ogni reparto e in ogni singola persona, ad ogni<br />
livello di responsabilità, in Italia come all’estero.<br />
Ed è proprio sul particolare tema dell’etica che<br />
desidero oggi soffermarmi, condividendo alcune<br />
riflessioni che ritengo possano contribuire a ricordare, qualora<br />
ve ne sia ancora bisogno, qual è e quale continuerà ad<br />
essere il ruolo delle Forze <strong>Arma</strong>te nel contesto sociale italiano<br />
ed internazionale.<br />
Etica e morale, comunemente considerati sinonimi, ma con<br />
accezioni leggermente diverse.<br />
L’etica viene spesso identificata con la morale ma, mentre<br />
la morale identifica i comportamenti individuali nei confronti<br />
del bene e del male, l’etica riguarda i principi comportamentali<br />
di una collettività, ovvero l’insieme delle norme di condotta<br />
pubblica e privata che i componenti di un gruppo si<br />
danno e decidono di seguire.<br />
La rettitudine dei comportamenti, il rispetto dei valori etici e<br />
deontologici, sono, in qualsiasi Stato di diritto, la base di<br />
una ordinata convivenza civile, per il bene delle istituzioni,<br />
per il benessere e il progresso dei cittadini.<br />
Nella vita di ognuno questi valori devono prevalere e, in<br />
particolare, devono quasi essere un patrimonio genetico<br />
per il cittadino soldato che si riconosce nei principi dell’etica<br />
militare, considerata quale elemento propulsore di motivazione,<br />
di sacrificio cosciente, di onestà intellettuale e di<br />
onore.<br />
Questi valori di riferimento, questa ricchezza umana della<br />
professione militare, potremmo dire del “mestiere delle ar-<br />
4<br />
Riflessioni per un’etica militare<br />
di Vincenzo Camporini<br />
mi”, non sono cambiati nel tempo.<br />
Anche nel XXI secolo sono gli stessi e si traducono in vario<br />
modo: totale disponibilità ad un rapporto di ben dichiarata e<br />
definita dedizione finalizzato, anche al costo della vita, al<br />
servizio, al senso del dovere e alla fedeltà incondizionata<br />
alla Patria.<br />
Parlare di Patria, parlare di sacrificio e, ancor più, di sacrificio<br />
della vita appare oggi di un’attualità forte e, contemporaneamente,<br />
di una lontananza culturale e<br />
sociale quasi inconcepibile.<br />
Il militare, quindi, opera secondo una sua etica<br />
che si traduce e interagisce con quelle di<br />
altre persone che possono non coincidere<br />
con le proprie.<br />
Esiste, in altri termini, un’etica universale del<br />
militare che deve tradursi di volta in volta in<br />
comportamenti morali adeguati alle circostanze.<br />
Questo è ancor più vero oggi, nel momento<br />
in cui i nostri uomini e le nostre donne sono<br />
impegnati in operazioni fuori dai confini nazionali,<br />
in aree geografiche lontane dall’Italia<br />
non solo nello spazio ma anche negli usi,<br />
nelle consuetudini, nei comportamenti, nella<br />
cultura e nella religione.<br />
In questi contesti, una particolare attenzione va posta nella<br />
valutazione che facciamo - in base alla nostra morale di italiani,<br />
di occidentali e delle indubitabili radici cristiane - della<br />
realtà con cui ci confrontiamo.<br />
Dobbiamo porre, pertanto, un’attenzione sempre aperta a<br />
non deformare, con le lenti della nostra morale, la lettura<br />
dei contesti nei quali operiamo.<br />
Usi e costumi sono naturalmente diversi - “altri dai nostri”<br />
come dicono gli antropologi - ma sono però i valori etici, generalmente<br />
condivisi dall’uomo e parte integrante dell’essere<br />
militari, a far dialogare le persone e le culture.<br />
Fattore aggregante diventa, allora, la ricerca di valori etici<br />
comuni da assumere come riferimenti certi per gestire le relazioni<br />
sociali in modo da consentire a ciascun uomo l’esercizio<br />
di diritti universalmente riconosciuti.<br />
E questi valori sicuramente si allontanano e si differenziano<br />
molto dall’etica del libero mercato e della performance ad<br />
ogni costo; valori che si staccano sempre più per differenza<br />
con quelli edonistici, libertari e privatistici di una società fondata<br />
sul mercato.<br />
In effetti non è accaduto quello che la sociologia classica<br />
sosteneva e cioè che il sottosistema militare sarebbe stato<br />
assorbito dal più ampio sistema sociale in cui era inserito.<br />
Questo processo, che sembrava effettivamente realizzarsi<br />
AERONAUTICA 8-9/2010
si è fermato e, anzi, è subentrata una nuova orgogliosa<br />
consapevolezza: quella che è importante contrastare tale<br />
assorbimento, garantendo la sopravvivenza, nel più ampio<br />
sistema sociale della specificità e irrinunciabilità dei valori di<br />
riferimento e dei modi di funzionare dell’organizzazione militare.<br />
Le Forze <strong>Arma</strong>te, quindi, sono state e sono tuttora “portatrici<br />
sane” di quei valori etici che una parte della nostra società<br />
non dico abbia smarrito ma, forse, ha più o meno<br />
consapevolmente messo al margine dei propri comportamenti.<br />
Oggi un’inarrestabile forza centripeta sta riportando verso il<br />
“centro”, inteso come luogo metaforico delle cose importanti,<br />
quei comportamenti sociali tipici dei valori militari caratterizzati<br />
da scelte impegnative, difficili e di sacrificio.<br />
L’etica militare non si presenta, infatti, semplicisticamente<br />
come un’etica della convinzione basata sulla corrispondenza<br />
del comportamento alle norme, ma soprattutto come<br />
un’etica della responsabilità per cui il comportamento del<br />
singolo viene giudicato non solo per la sua rispondenza al<br />
sistema dei valori stabilito, ma anche per le conseguenze a<br />
cui dà luogo.<br />
Ed è il continuo essere presenti a se stessi, la valutazione<br />
degli effetti del proprio comportamento sul piano etico, che<br />
ispirano l’azione del militare e che lo espongono anche al<br />
concreto rischio della vita.<br />
Azione che non deve mai fondarsi sul timore della sanzione,<br />
bensì sulla sola intima convinzione del militare circa la<br />
necessità di assolvere il compito che gli è assegnato.<br />
Tale indubbia forza dell’etica non può essere misconosciuta,<br />
né si può fondare una compagine militare su fattori che<br />
non la tengano nel dovuto conto, salvo voler procedere ad<br />
una sostanziale “laicizzazione” delle Forze <strong>Arma</strong>te.<br />
L’etica, nel campo della disciplina militare, costituisce l’unica<br />
vera garanzia che principi quali onore, disciplina, coraggio<br />
ed abnegazione non si infrangano davanti a interessi<br />
personali o, più realisticamente, di fronte ai gravi rischi per-<br />
AERONAUTICA 8-9/2010<br />
TEMATICHE POLITICO-MILITARI<br />
sonali cui può andare incontro il militare.<br />
Ecco perché appare indispensabile coltivare e promuovere<br />
l’etica come fattore di principale coesione ed efficacia, a garanzia<br />
dell’assolvimento dei compiti propri delle Forze <strong>Arma</strong>te.<br />
Al diritto basta la sola legalità, alla morale no: così un’azione,<br />
non condannabile giuridicamente, può esserlo moralmente<br />
perché implica una valutazione non solo esterna del<br />
comportamento ma anche interiore, cioè dell’intenzione e<br />
della volontà che ne sono all’origine.<br />
Queste riflessioni acquistano uno spessore più profondo alla<br />
luce degli attuali impegni delle Forze <strong>Arma</strong>te.<br />
Il ruolo di pacificatore nel campo della politica di sicurezza,<br />
esterna ed interna, richiede al militare una chiara sensibilità<br />
professionale motivata dalla consapevolezza dei valori etici<br />
che ispirano una condotta razionale e prudente nella gestione<br />
e nell’impiego dei sistemi d’arma per garantire condizioni<br />
di stabilità per una convivenza pacifica.<br />
In sintesi, il militare deve qualificarsi come un cittadino<br />
esemplare, membro attivo di un’organizzazione che, contrariamente<br />
a quanto avveniva e avviene negli Stati assoluti<br />
dove le Forze <strong>Arma</strong>te sono asservite alla politica del Sovrano,<br />
è, nello Stato democratico, al servizio della comunità<br />
nazionale ed internazionale.<br />
E’ questa la riflessione su cui devono ruotare sempre di più<br />
i percorsi di formazione militare: garantire alla comunità che<br />
il professionista in armi non sia soggetto alle mode delle<br />
“morali”, all’oscillare del senso comune di ciò che è giusto e<br />
di ciò che è sbagliato.<br />
Oggi più che mai, in un momento storico di notevoli difficoltà<br />
sociali ed economiche che non risparmiano nessuna<br />
regione del mondo, è vitale che i militari mantengano saldamente<br />
il senso etico del loro operare, continuando in ogni<br />
momento e circostanza a valutare le conseguenze del proprio<br />
agire sempre per il bene delle comunità al cui servizio<br />
sono impegnati anche a rischio del bene più prezioso.<br />
Ultimo volo del Piaggio P.166 DL3<br />
Il 10 settembre, a Pratica di Mare, il 71° Gruppo del 14°<br />
Stormo ha salutato il velivolo Piaggio P.166 DL3 che sta<br />
lasciando la linea operativa dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare.<br />
Per l’occasione - che ha visto anche il raduno del personale<br />
che ha fatto parte del 71° Gruppo - è stata allestita una<br />
mostra statica dei velivoli del reparto ed una esposizione<br />
fotografica relativa al periodo di attività del velivolo, prima<br />
in linea con il 303° G.A. a Guidonia e successivamente a<br />
Pratica di Mare con il “Perseo”.<br />
Presenti alla cerimonia, oltre al gen.B.A. Vincenzo Parma,<br />
comandante delle Forze di Mobilità e Supporto, anche il<br />
col. nav. Giorgio Serravalle comandante del 14° Stormo.<br />
La cerimonia si è conclusa con il sorvolo del luogo da parte<br />
di due DL3 accompagnati da quattro P.180, aerei che li<br />
stanno sostituendo nella linea volo.<br />
5
AERONAUTICA<br />
MILITARE<br />
AERONAUTICA MILITARE<br />
Con una grande manifestazione aerea sull’aeroporto di Rivolto<br />
Celebrato il “cinquantesimo” delle “Frecce Tricolori”<br />
L’11 e il 12 settembre, a Rivolto, sede del 2° Stormo e del<br />
313° A.A., è stato celebrato il 50° anniversario della costituzione<br />
delle “Frecce Tricolori” che ha avuto come eventi centrali<br />
una grande manifestazione aerea - alla quale hanno<br />
partecipato le più importanti pattuglie acrobatiche militari<br />
del mondo, da sempre vicine alla Pattuglia Acrobatica Nazionale<br />
(PAN) – e una mostra statica che ha visto l’esposizione<br />
di una ventina tra velivoli storici, aerei militari delle<br />
nostre Forze <strong>Arma</strong>te e aerei civili.<br />
La manifestazione di Rivolto si è sviluppata in due giornate:<br />
l’11 come prova generale ed alla quale hanno assistito<br />
comunque migliaia di spettatori, ed il giorno successivo come<br />
evento ufficiale celebrativo del “compleanno” della PAN.<br />
Evento, questo - nel cui ambito si è svolto anche il 10°<br />
Raduno dei piloti e degli specialisti delle Pattuglie acrobatiche<br />
italiane del passato – al quale hanno assisitito il ministro<br />
della Difesa Ignazio La Russa, il capo di Stato Maggiore<br />
della Difesa gen. Vincenzo Camporini, il capo di Stato Maggiore<br />
dell’AM gen. SA Giuseppe Bernardis con le più alte cariche<br />
della forza armata, altre alte autorità civili e militari e,<br />
provenienti da ogni parte d’Italia, isole maggiori comprese,<br />
circa 450.000 spettatori entusiasti e plaudenti tra i quali le<br />
nutrite rappresentanze di molte nostre sezioni <strong>AAA</strong> – alle<br />
quali è stata riservata una particolare e affettuosa accoglienza<br />
in un apposito spazio – gli appartenenti a numerosi<br />
“Club Frecce Tricolori e i rappresentanti dei mezzi d’informazione<br />
con circa 300 giornalisti italiani e stranieri.<br />
Aperta al mattino dal sorvolo di un elicottero AB.212<br />
con bandiera, la manifestazione ha poi visto l’esibizione di<br />
un MB.339 del Reparto Sperimentale Volo (RSV) seguita da<br />
quella della Pattuglia Iskry (“scintille bianche e rosse”) della<br />
Polonia su TS-11 Iskra.<br />
Dopo il volo di un Tornado del RSV è stata quindi la volta<br />
del team della Croazia Krila Oluje (“ali della tempesta”)<br />
su Pilatus PC-7 al quale ha fatto seguito l’esibizione di un<br />
I piloti delle varie pattuglie acrobatiche che si sono esibite a Rivolto<br />
AMX del RSV, quella della pattuglia Royal Jordanian Falcon<br />
su Extra EA300 e dell’M-346, ultimo e modernissimo addestratore<br />
di Alenia Aermacchi.<br />
E poi, via via, la Patrulla Aguila della Spagna su Casa C-<br />
101, la Patrouille Suisse su Northrop F-5E Tiger II, la sempre<br />
spettacolare esibizione di un bimotore C-27J Spartan<br />
del RSV, quella della pattuglia acrobatica francese su<br />
Alphajet (unica pattuglia con una donna come capo formazione)<br />
e di quella britannica delle Red Arrows su BAE Hawk<br />
T1A.<br />
E stata quindi la volta di un EF-2000 del RSV e, infine,<br />
dopo un sorvolo di un AB.212 con bandiera mentre gli altoparlanti<br />
diffondevano le note dell’inno nazionale, la splendida,<br />
impeccabile esibizione dei dieci aviogetti delle<br />
festeggiatissime “Frecce Tricolori” che, oltre all’entusiasmo<br />
del pubblico, hanno suscitato profonda commozione e nostalgia<br />
nei tanti ex piloti acrobatici convenuti per il loro Raduno.<br />
Presenti anche, come partecipanti non in volo, i piloti<br />
delle pattuglie acrobatiche “Black Eagles” della Corea del<br />
Sud, “Blue Impulse” del Giappone e “Silver Falcon” del Sud<br />
Africa.<br />
Nell’ambito delle sue attività di utilità sociale l’<strong>Aeronautica</strong><br />
Militare, in questa particolare occasione, ha messo a disposizione<br />
del pubblico oltre 100.000 gadget, alla vendita<br />
dei quali hanno collaborato i soci della sezione <strong>AAA</strong> di Campoformido<br />
ed il cui ricavato è stato devoluto all’<strong>Associazione</strong><br />
Italiana Ricerca sul Cancro (AIRC).<br />
La manifestazione aerea - perfettamente pianificata e<br />
organizzata anche con gli apprezzati apporti e collaborazioni<br />
della Regione Friuli Venezia Giulia, delle forze dell’ordine,<br />
della CRI, della Protezione civile, di altri enti vari civili,<br />
di aziende e di imprenditori – è stata trasmessa in diretta su<br />
RaiUno e su RaiSport all’interno del programma “Azzurro<br />
Tricolore”.<br />
Da sottolineare, infine, che, dopo i francobolli da 45 e 60<br />
6 AERONAUTICA 8-9/2010
Il ministro della Difesa con le “Frecce Tricolori”<br />
centesimi dedicati alla Pattuglia nel 2005 in occasione del<br />
suo 45° anniversario, le Poste italiane hanno emesso un<br />
nuovo francobollo da 60 centesimi per celebrarne il “Cinquantesimo”<br />
e che a Rivolto è stato distribuito a tutti gli<br />
appassionati un numero speciale di “Airplanes – The Italian<br />
Aviation Magazine”.<br />
E’ da ricordare che “il Cinquantenario” era stato ufficialmente<br />
presentato alla stampa il 2 settembre alla Casa<br />
dell’Aviatore alla presenza del capo di Stato Maggiore dell’AM,<br />
del comandante della PAN, ten. col. Marco Lant, del<br />
presidente del Comitato AIRC (<strong>Associazione</strong> Italiana Ricerca<br />
sul Cancro) del Friuli Venezia Giulia, Sergio Gelmi Di<br />
Caporiacco, del vice presidente della Regione Friuli Venezia<br />
Giulia, Luca Ciriani e di responsabili della RAI-TV.<br />
In tale occasione era stato anche presentato il Volume<br />
‘Frecce Tricolori - Un volo lungo cinquant’anni’, edito dalla<br />
De Agostini in collaborazione con la Aviator Edizioni e con<br />
il coordinamento della Rivista <strong>Aeronautica</strong>, e proiettata<br />
Ricordiamo che, in Italia, l’acrobazia<br />
aerea nacque su iniziativa<br />
del colonnello Rino Corso Fougier<br />
che nel 1930, a Campoformido,<br />
costituì la prima pattuglia acrobatica, la<br />
“Pattuglia Folle” montata su Fiat CR.20<br />
che, sin dal suo esordio, fece subito<br />
storia. Dopo anni di prestigiosi successi<br />
in Europa, in particolare con le manifestazioni<br />
aeree di Budapest e di<br />
Berlino, e in Sud America, la Seconda<br />
Guerra Mondiale chiuse per un decennio<br />
l’attività acrobatica che riprese nel<br />
1952 con la pattuglia del “Cavallino<br />
Rampante”, costituita con quattro velivoli<br />
DH.100 Vampire del 4° Stormo di<br />
stanza a Capodichino.<br />
In quegli anni, la disponibilità di velivoli<br />
in carico alle Aerobrigate permise<br />
la costituzione di una pattuglia acrobatica<br />
l’anno e di una in addestramento<br />
per l’anno successivo. Nell’arco di nove<br />
anni si succedettero le pattuglie dei<br />
“Getti Tonanti” della 5ª Aerobrigata su<br />
AERONAUTICA 8-9/2010<br />
F-84G Thunderjet (1953-55), delle “Tigri<br />
Bianche” della 51ª Aerobrigata su<br />
F-84G Thunderjet (1955-56), ancora<br />
del “Cavallino Rampante” su F-86E<br />
Sabre (1956-57), dei “Diavoli Rossi”<br />
della 6ª Aerobrigata su F-84F Thunderstreak<br />
(1957-59), dei Lancieri Neri della<br />
2ª Aerobrigata su F-86E Sabre<br />
AERONAUTICA MILITARE<br />
un’anteprima del filmato inedito sulle Frecce Tricolori, realizzato<br />
dal Centro Produzione Audiovisivi - ‘Troupe Azzurra’<br />
del 5° Reparto dello Stato Maggiore <strong>Aeronautica</strong>, le cui<br />
immagini, girate in alta definizione sia a terra che in volo,<br />
saranno disponibili entro settembre in un cofanetto contenente<br />
entrambe le versioni (Blu-Ray e DVD). Tale prodotto,<br />
oltre al filmato principale, conterrà anche nove videoclip<br />
descrittive delle varie attività della PAN.<br />
Alla Casa dell’Aviatore era stata anche illustrata l’opera<br />
a fascicoli realizzata in collaborazione con la RCS sulla storia<br />
dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare che comprenderà per ognuno,<br />
oltre ad un inserto illustrato dedicato ai velivoli e alle imprese<br />
belliche e civili della Forza <strong>Arma</strong>ta, una scheda con<br />
l’approfondimento tecnico ed un modellino del velivolo a<br />
cui si riferisce che, in occasione della prima uscita, è dedicata<br />
all’ MB.339 PAN.<br />
Infine, era stato distribuito il fascicolo n. 4/2010 della<br />
Rivista <strong>Aeronautica</strong>, per metà dedicato al 50° anniversario<br />
della PAN.<br />
(1958-59), nuovamente dei “Getti Tonanti”<br />
su F-84F Thunderstreak (1959-<br />
60) fin quando, alla fine del 1960, lo<br />
Stato Maggiore dell’AM decise di costituire<br />
una pattuglia acrobatica nazionale<br />
permanente, le “Frecce Tricolori”,<br />
individuando nella pattuglia della 4ª<br />
Aerobrigata “Cavallino Rampante” il<br />
nucleo originario dal quale sarebbe nato<br />
il 313° Gruppo Addestramento Acrobatico<br />
Pattuglia Acrobatica Nazionale<br />
“Frecce Tricolori” con sede a Rivolto.<br />
In quel lontano 1960 il “Cavallino Rampante”<br />
ricopriva il ruolo di pattuglia di<br />
riserva del team titolare dei “Getti Tonanti”<br />
della 5ª AB in base alla consuetudine<br />
di affidare a turno ai reparti da<br />
caccia dell’<strong>Aeronautica</strong> la responsabilità<br />
di preparare una rappresentativa<br />
acrobatica.<br />
Da allora le “Frecce Tricolori” sono<br />
state equipaggiate prima con gli F-86E<br />
Sabre, poi con i FIAT G.91 PAN e attualmente<br />
con gli MB.339PAN.<br />
7
AERONAUTICA MILITARE<br />
Cambi di comando e<br />
assunzioni d’incarico nell’AM<br />
Il 16 luglio, a Centocelle (Roma), il col.AAra Giuseppe<br />
Raucci ha assunto il comando del Quartier Generale del<br />
Comando Squadra Aerea - Comando aeroporto di Centocelle,<br />
subentrando al col. pil. Paolo Agostini.<br />
Il 2 agosto, il gen. SA Mario Renzo<br />
Ottone è diventato il nuovo comandante<br />
del Combined Air Operations<br />
Center (CAOC 5) di Poggio Renatico.<br />
Il gen. Ottone ha, inoltre, assunto l’incarico<br />
di vice comandante del Comando<br />
Operativo delle Forze Aeree<br />
(COFA) e di comandante del neo costituito<br />
Comando Operazioni Aeree<br />
(COA), articolazione del Comando Squadra Aerea (CSA).<br />
Il gen. Ottone, nato ad Arona (NO) nel 1952, dopo la frequenza<br />
dell’Accademia <strong>Aeronautica</strong> con il corso Orione 3°<br />
e il conseguimento del brevetto di pilota militare è stato assegnato<br />
al 5° Stormo conseguendo l’abilitazione Combat<br />
Ready su velivolo F104/S. Divenuto pilota sperimentatore<br />
dal 1984, ha poi partecipato a importanti programmi di sviluppo<br />
di sistemi d’arma.<br />
Dopo aver comandato il 37° Stormo di Trapani-Birgi e il<br />
Centro Sperimentale di Volo (CSV) dell’AM, è stato capo<br />
Divisione J5 Piani e successivamente capo Reparto pianificazione<br />
presso il Comando Operativo di vertice Interforze<br />
(COI) e, infine, vicecomandante dell’Air Component<br />
Command della NATO a Izmir (Turchia). Ha al suo attivo<br />
oltre 3.500 ore di volo su più di 50 tipi di velivoli.<br />
Il 1° settembre, a Grosseto, il col. pil. Michele Morelli ha<br />
sostituito il pari grado Achille Cazzaniga nel comando<br />
del 4° Stormo.<br />
Il 1° settembre, a Grazzanise, il col. pil. Marino Francavilla<br />
ha assunto il comando del 9° Stormo subentrando al<br />
pari grado Fabio Rinaldi.<br />
Il 2 settembre, a Istrana, il col. pil. Enrico Garettini è subentrato<br />
al pari grado Giandomenico Taricco nel comando<br />
del 51° Stormo.<br />
Il 9 settembre, sull’aeroporto di Al Bateen (Emirati Arabi<br />
Uniti), il col. pil. Massimo Mucci ha assunto il comando<br />
della Task Force Air (TFA) in sostituzione del pari grado<br />
Stefano Porcedda.<br />
Il 14 settembre, a Pratica di Mare, il col. pil. Andrea Viperini<br />
ha sostituito il col. nav. Giorgio Serravalle nel comando<br />
del 14° Stormo.<br />
Prorogato l’incarico al gen.<br />
Camporini<br />
Il 22 luglio il Consiglio dei ministri ha deliberato la proroga<br />
fino al 17 gennaio 2011 dell’incarico di capo di Stato Maggiore<br />
della Difesa al generale Vincenzo Camporini.<br />
Costituito il Reparto Mobile di<br />
Comando e Controllo dell’AM<br />
L’11 agosto, a Bari, presso il Quartier Generale del Comando<br />
Scuole dell’AM - 3ª Regione Aerea ha avuto luogo – alla presenza<br />
del capo del Reparto Supporto Operativo del Comando<br />
Operativo Forze Aeree (COFA), gen. BA Roberto Azzolin,<br />
la cerimonia per l’inaugurazione del Reparto Mobile di Comando<br />
e Controllo del quale è stato nominato responsabile il<br />
brig. gen. Vito Vincenzo Ventrella.<br />
Il Reparto Mobile di Comando e Controllo ha il compito di fornire<br />
e assicurare uno strumento militare rischierabile di tipo<br />
modulare, trasportabile, flessibile, sicuro, tecnicamente autosufficiente,<br />
integrato con i sistemi nazionali di Forza <strong>Arma</strong>ta<br />
ed interoperabile con quelli interforze, NATO e dei paesi alleati,<br />
che ingloba componenti operative e tecniche idonee a<br />
permettere al COFA, nonché al comandante di teatro (quando<br />
rischierato), l’esercizio della funzione di comando e controllo<br />
tramite gli strumenti atti a pianificare, dirigere ed<br />
eseguire operazioni aeree, autonomamente o in concorso<br />
con altre Forze <strong>Arma</strong>te.<br />
Al Servizio Meteo dell’AM il premio<br />
“Väisälä 2010”<br />
Il 1 settembre, a Helisinki, il Servizio Meteorologico dell’AM<br />
ha ricevuto il premio “Väisälä 2010” attribuitogli dal Consiglio<br />
Esecutivo dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale<br />
(OMM) al termine dei lavori svoltisi a Ginevra dall’8 al 18 giugno<br />
scorsi.<br />
Il premio - consegnato alla nostra istituzione quale riconoscimento<br />
della migliore produzione internazionale sul tema “Sviluppo<br />
ed Implementazione di Strumenti e Metodi di<br />
Osservazione” – è intitolato al professore meteorologo e fisico<br />
finlandese Vilho Väisälä ed è stato istituito dall’OMM nel<br />
1985 allo scopo di stimolare interesse nella ricerca nel settore<br />
della meteorologia.<br />
In particolare, è da sottolineare come il riconoscimento sia<br />
stato concesso per i significativi risultati ottenuti nella campagna<br />
per la sperimentazione di strumenti di misura dell’intensità<br />
delle precipitazioni, campagna che fu condotta presso il<br />
Reparto Sperimentazioni di Meteorologia <strong>Aeronautica</strong> (Re-<br />
SMA) di Vigna di Valle dal 1 ottobre 2007 al 26 giugno 2009,<br />
in collaborazione con l’Università di Genova (v. anche pag.<br />
16 di <strong>Aeronautica</strong> n. 7/2009).<br />
Il premio è stato ritirato dagli autori del rapporto finale sulla<br />
sperimentazione di strumenti di misura dell’intensità delle<br />
precipitazioni nel corso della cerimonia di chiusura della biennale<br />
conferenza tecnica, organizzata dall’OMM sugli strumenti<br />
e metodi di osservazione (TECO 2010).<br />
Nell’occasione il dott. Eckard Lanzinger, responsabile del<br />
progetto, ha vivamente ringraziato il Servizio Meteorologico<br />
dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare per il supporto fornito durante tutta la<br />
fase di sperimentazione evidenziando in particolare il determinante<br />
contributo recato dal personale del ReSMA.<br />
8 AERONAUTICA 8-9/2010
Un ufficiale dell’USAF assegnato<br />
allo Stato Maggiore AM<br />
In base ad un accordo di cooperazione con l’USAF<br />
relativo ad un programma di scambi non contemporanei<br />
di personale tra le due forze armate, un ufficiale<br />
statunitense sarà impiegato per tre anni allo<br />
Stato Maggiore dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare.<br />
Si tratta del magg. navig. Martin Salinas II che - qualificato<br />
ufficiale di guerra elettronica, esperto nell’impiego<br />
dei sistemi di bordo dei velivoli classe B-52 e già<br />
impiegato nelle operazioni sotto Comando ISAF (International<br />
Security Assistance Force) nei teatri operativi<br />
dell’Iraq e dell’Afghanistan – presterà servizio<br />
presso il 2° Ufficio – Approntamento e Impiego delle<br />
Forze Aerospaziali, 3ª Sezione – Forze da Combattimento<br />
del 3° Reparto dello SMA.<br />
«L’esperienza maturata e le necessità da parte italiana<br />
di completare alcune specifiche competenze di capacità»<br />
si legge in una nota dello SMA, hanno fatto sì<br />
che l’impiego del magg. Salinas contribuirà «in modo<br />
efficace ed estensivo in un’area estremamente importante<br />
per la Forza <strong>Arma</strong>ta» in modo tale che anche<br />
l’<strong>Aeronautica</strong> Militare, attraverso tale ottica privilegiata,<br />
possa «acquisire una diversa e più completa ‘sensibilità<br />
operativa’ nei concetti di impiego di velivoli<br />
occidentali non in inventario».<br />
Brevettati negli USA altri ufficiali<br />
del ruolo naviganti dell’AM<br />
Il 1° luglio, sulla base aerea di Sheppard (USA), alla<br />
presenza del comandante delle Scuole AM-3ª Regione<br />
Aerea gen. SA Pasquale Preziosa, si è svolta la cerimonia<br />
per la consegna del brevetto di pilota militare a tre ufficiali<br />
del corso “Falco 5°” dell’Accademia <strong>Aeronautica</strong> di<br />
Pozzuoli.<br />
L’evento è coinciso con una analoga cerimonia che, sulla<br />
base aerea dell’USAF di Laughlin, ha visto la consegna dei<br />
brevetti di pilota militare a due ufficiali del corso “Eolo<br />
5°” e dei brevetti di navigatore militare ad altri due ufficiali<br />
dello stesso corso.<br />
AERONAUTICA 8-9/2010<br />
AERONAUTICA MILITARE<br />
Raduno del 31° Corso Garat CA...<br />
Il 26 giugno ha avuto luogo a Caserta il 1° raduno dei<br />
frequentatori del 31° Corso GArat CA nel quarantesimo<br />
anniversario della loro uscita da quell’Istituto di formazione<br />
dell’AM al termine del corso stesso.<br />
... e del corso “Zodiaco 3°”<br />
Il 4 settembre, nel 30° anniversario del loro ingresso in<br />
Accademia, numerosi frequentatori del corso “Zodiaco<br />
3°” si sono ritrovati al Circolo Ufficiali del massimo Istituto<br />
di formazione dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare.<br />
I presenti al raduno, dopo aver partecipato alla cena di<br />
gala si sono poi trasferiti presso le camerette degli allievi<br />
del 1° anno dove, dopo alcuni momenti di goliardia, hanno<br />
trascorso una intensa nottata a ricordare il passato e<br />
i colleghi scomparsi.<br />
Il mattino seguente, dopo aver presenziato alla cerimonia<br />
dell’Alza Bandiera, i convenuti hanno lasciato l’Accademia<br />
con un sentito “arrivederci a presto”.<br />
Consegnate altre “aquile turrite” a giovani piloti militari dell’AM<br />
Il 3 settembre, presso il 61° Stormo di Lecce, sette allievi ufficiali piloti del corso ‘Eolo 5°’, 2° scaglione dell’Accademia<br />
<strong>Aeronautica</strong>, dopo aver completato un impegnativo addestramento, hanno ricevuto l’aquila turrita, simbolo<br />
del pilota militare.<br />
La cerimonia è stata presieduta dal comandante delle Scuole dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare - 3ª Regione Aerea, gen. SA<br />
Pasquale Preziosa, accompagnato dal col. pil. Alessandro Bartomeoli, comandante del Reparto. Presenti numerose<br />
autorità civili e militari, rappresentanze con labari dii alcune sezioni <strong>AAA</strong> del luogo, familiari dei giovani piloti e il<br />
personale dell’aeroporto schierato per l’evento.<br />
9
VARIE<br />
STORIA<br />
AERONAUTICA<br />
Operazione “El Dorado Canyon”: il bombardamento<br />
aereo di Tripoli e di Bengasi, nel 1986, e le sue premesse<br />
Nel corso degli anni ‘80, i rapporti tra<br />
gli Stati Uniti del presidente Reagan<br />
e la Libia del colonnello Gheddafi, furono<br />
sempre molto tesi e, in alcuni<br />
momenti, si verificarono anche dei<br />
cruenti scontri armati. I rapporti tra i<br />
due Paesi erano peggiorati fin dai<br />
primi anni di quella decade,<br />
con il passare dei quali si verificarono<br />
tutte le premesse, costituite<br />
da una serie di<br />
reciproche provocazioni, che<br />
portarono la Libia a compiere<br />
una grave azione terroristica<br />
contro gli Stati Uniti, tale da<br />
scatenare, nell’aprile 1986, la<br />
reazione militare di questi ultimi,<br />
che si concretizzò con un<br />
bombardamento aereo di<br />
obiettivi militari situati a Tripoli<br />
e a Bengasi. Anche se non<br />
fu tra i bersagli dichiarati, l’abitazione<br />
di Gheddafi, dove<br />
egli viveva con la famiglia, fu presa di<br />
mira e colpita. Il colonnello riuscì a<br />
scamparla per il “rotto della cuffia”,<br />
grazie ad una provvidenziale “soffiata”,<br />
che arrivò giusto in tempo.<br />
Le premesse<br />
Negli Stati Uniti, nel gennaio 1981,<br />
alla Casa Bianca fu insediato il nuovo<br />
presidente, Ronald Reagan, del Partito<br />
Repubblicano, il quale non tollerava<br />
il terrorismo arabo-palestinese,<br />
che era molto attivo in quel periodo.<br />
In Libia c’era il capo della Jamahiriya,<br />
colonnello Muammar Al-Gheddafi,<br />
da tempo dittatore di quel<br />
paese, il quale si definiva alfiere del<br />
mondo arabo, esprimendo una filoso-<br />
Il caccia con ali a freccia variabile Sukoi<br />
Su-22 Fitter, assieme al Su-20, quì raffigurato,<br />
fu una variante da esportazione<br />
del SU-17, impiegato dalla Forza Aerea<br />
Sovietica.<br />
di Ferdinando Sguerri<br />
fia islamica, panaraba, filopalestinese,<br />
anti-israeliana e anti-americana e<br />
che sosteneva e incoraggiava il terrorismo.<br />
Professando tali idee, egli era<br />
aiutato dall’Unione Sovietica che lo<br />
riforniva di mezzi militari, di armi e<br />
di munizioni.<br />
Il Golfo della Sirte, da Misurata a Bengasi,<br />
è largo 450 km, con un profondità massima<br />
di 210 km (Atlante Geografico De Agostini,<br />
1987).<br />
Gli Stati Uniti, quindi, ritenevano la<br />
Libia un paese coinvolto, direttamente<br />
o indirettamente, in tutti gli attacchi<br />
terroristici arabo-palestinesi<br />
contro gli americani e contro i paesi<br />
occidentali. Inoltre, la Casa Bianca<br />
era fermamente convinta che quel<br />
paese nordafricano fosse anche un rifugio<br />
dei terroristi e sede dei loro<br />
campi di addestramento. Pertanto gli<br />
aerei americani eseguivano continue<br />
ricognizioni sul territorio libico,<br />
mentre le navi della 6ª Flotta effettuavano<br />
frequentemente delle “manovre”<br />
al largo delle coste libiche.<br />
Per impedire tali manovre, nell’estate<br />
1981, Gheddafi annunciò di volere<br />
estendere il limite delle acque territoriali<br />
all’abnorme distanza di 480 chilometri<br />
dalle coste Libiche,<br />
includendo il profondo Golfo della<br />
Sirte, malgrado che il diritto internazionale<br />
stabilisse a sei miglia nautiche<br />
(11,12 km) tale limite. Gli Stati<br />
Uniti, da parte loro, continuarono<br />
imperterriti le loro manovre vicino<br />
alle coste libiche, rinforzando la 6ª<br />
Flotta con una seconda portaerei e<br />
relative navi di appoggio.<br />
Fu così che il 19 agosto 1981, sul<br />
Golfo della Sirte, si arrivò a uno<br />
scontro aereo, in cui due F-14A Tomcat<br />
della portaerei CVN 68 Nimitz, furono<br />
attaccati da due caccia libici<br />
Su-22 Fitter, con ala a freccia variabile,<br />
che fecero l’imprudenza di lanciare<br />
un missile aria-aria. Gli aerei<br />
americani scansarono facilmene il<br />
missile e risposero al fuoco; il<br />
risultato fu l’abbattimento dei<br />
due aerei libici. Gheddafi minacciò<br />
fuoco e fulmini e le<br />
conseguenze di tali minacce si<br />
prolungarono nel tempo.<br />
Alla fine del 1984, Ronald<br />
Reagan ottenne un secondo<br />
mandato presidenziale, per<br />
cui l’impegno contro il terrorismo<br />
non ebbe soste. Il 7 ottobre<br />
1985, un “commando” di<br />
quattro terroristi palestinesi<br />
dell’OLP (Organizzazione per<br />
la Liberazione della Palestina),<br />
sequestrò e dirottò la nave<br />
da crociera italiana “Achille<br />
Lauro”, in navigazione nel sud del<br />
Mediterraneo; in quell’occasione, i<br />
terroristi uccisero a sangue freddo<br />
Leon Klinghoffer, un anziano turista<br />
ebreo-americano invalido. Dopo intense<br />
trattative, il 9 ottobre, la nave<br />
attraccò in un porto egiziano e i terroristi<br />
si arresero alle autorità locali,<br />
in cambio di un salvacondotto; il<br />
giorno 10, i quattro del “commando”,<br />
assieme a un emissario dell’OLP, Abu<br />
Abbas, che era stato anche l’ideatore<br />
del sequestro, furono imbarcati su un<br />
aereo egiziano diretto a Tunisi, sede<br />
del quartier generale dell’Organizzazione.<br />
L’aereo, però, venne intercettato<br />
dai caccia americani della 6ª Flotta<br />
e, con il permesso del Governo italiano,<br />
fu costretto ad atterrare sulla base<br />
NATO di Sigonella, in Sicilia.<br />
Quì cominciò subito uno spiacevole<br />
braccio di ferro su chi dovesse trattenere<br />
i terroristi, se i militari della<br />
“Delta Force” americana o i carabinieri<br />
italiani, i quali si attenevano<br />
agli ordini del capo del Governo, Bettino<br />
Craxi. Alla fine, Abu Abbas e<br />
compagni furono consegnati alle autorità<br />
italiane; un paio di giorni dopo,<br />
i terroristi furono messi su un aereo<br />
diretto a Belgrado, nella Jugoslavia<br />
comunista. Questa sorta di “beffa”<br />
del Governo Craxi fece infuriare la<br />
Casa Bianca.<br />
Tuttavia, gli statunitensi, dovevano<br />
ancora vedere il peggio. Il 27 dicembre<br />
1985, all’aeroporto di Fiumicino<br />
10 AERONAUTICA 8-9/2010
(Roma) i terroristi palestinesi<br />
attaccarono i banchi del<br />
“check-in” della El-Al, israeliana,<br />
e della TWA, americana,<br />
uccidendo 13 persone,<br />
tra cui alcuni americani, e<br />
ferendone altre 75. Questa<br />
azione terroristica fu definita<br />
dalla Libia come una<br />
“operazione eroica”. Per Washington,<br />
ciò confermò che<br />
il responsabile della carneficina<br />
era stato Gheddafi.<br />
A questo punto la Casa Bianca fece<br />
appello agli alleati della NATO, affinché<br />
venissero applicate severe sanzioni<br />
economiche alla Libia. Ma la<br />
maggioranza dei governi europei, per<br />
paura di compromettere i propri<br />
commerci con gli arabi e di un inasprimento<br />
del terrorismo sul proprio<br />
territorio, non fu d’accordo nell’adottare<br />
tale provvedimento.<br />
Nel gennaio 1986, Gheddafi tracciò<br />
una linea tra Tripoli e Bengasi, sul<br />
Golfo della Sirte, denominandola “linea<br />
della morte”: qualunque mezzo,<br />
aereo e navale, che l’avesse oltrepassata,<br />
secondo il dittatore, sarebbe stato<br />
distrutto. Gli americani, per tutta<br />
risposta, aumentarono la 6ª Flotta<br />
con un terza portaerei, portando a<br />
200 il numero degli aerei da combattimento<br />
presenti nel Mediterraneo, e,<br />
nel febbraio 1986, misero in piedi l’operazione<br />
“Prairie Fire”.<br />
L’operazione iniziò il 14 marzo 1986,<br />
con lo scopo di costringere Gheddafi<br />
a reagire, in modo da giustificare<br />
qualche pesante attacco aereo contro<br />
obiettivi militari libici. Dopo alcuni<br />
giorni di titubanza, il mattino del 24<br />
marzo, i libici lanciarono i primi missili<br />
SAM (Surface to Air Missile), an-<br />
Le due basi aeree della RAF, Lakenheath e<br />
Mildenhall, sulle quali stazionano permanentemente<br />
reparti aerei dell’US Air Force<br />
(Air Force Magazine, may 2010).<br />
AERONAUTICA 8-9/2010<br />
Il Grumman F-14A Tomcat, con ala a freccia<br />
variabile, è stato il più potente e il più<br />
micidiale aviogetto da superiorità aerea<br />
impiegato dalla US Navy.<br />
dati a vuoto, contro un aereo americano<br />
che volava sul Golfo della Sirte.<br />
Nel corso della giornata furono lanciati<br />
altri missili SAM, senza successo,<br />
e fu anche tentata, inutilmente,<br />
un’intercettazione da parte di due<br />
MiG-25 Foxbat libici. Nel primo pomeriggio,<br />
gli aerei della US Navy iniziarono,<br />
a loro volta gli attacchi<br />
contro la postazione SAM di Sidra,<br />
che venne distrutta, e contro il naviglio<br />
da guerra libico, danneggiando o<br />
distruggendo quattro unità leggere<br />
armate di missili antinave. Tutto finì<br />
lì. L’Italia prese le distanze dall’azione<br />
della Navy, mentre gli americani si<br />
dissero soddisfatti dei risultati, che<br />
dovevano costituire un avvertimento<br />
a Gheddafi a lasciar perdere le azioni<br />
terroristiche. Ma l’avvertimento fu<br />
inutile.<br />
L’operazione<br />
“El Dorado Canyon”<br />
Dopo la fine della seconda guerra<br />
mondiale, le forze anglo-americane<br />
in Europa, di stanza in Germania,<br />
avevano messo in piedi, secondo<br />
una tradizione consolidata, un ottimo<br />
servizio di intercettazione e di<br />
decrittazione dei messaggi cifrati<br />
trasmessi dai paesi del blocco comunista<br />
e anche dai paesi arabi sospettati<br />
di sostenere il terrorismo<br />
arabo (Libia, Siria, Iran e Repubblica<br />
Democratica Popolare dello<br />
Yemen). Fin dalla fine di marzo,<br />
quindi, gli americani sapevano che<br />
si stava progettando un attentato<br />
contro i militari americani, da effettuarsi<br />
a Berlino, l’ex-capitale tedesca<br />
divisa in due parti: quella<br />
Ovest, occupata dagli anglo-francoamericani,<br />
e quella Est, occupata<br />
dalle forze sovietiche. Tuttavia, il<br />
servizio di ascolto anglo-americano<br />
apprese solo venerdì 4 aprile che<br />
tale attentato era imminente, forse<br />
in quella stessa giornata. La MP (Military<br />
Police) americana tentò di avvisare<br />
le centinaia di militari<br />
americani che si accingevano a passare<br />
il week-end nei bar e nelle disco-<br />
STORIA AERONAUTICA<br />
teche, ma non riuscì nell’intento.<br />
Nelle primissime ore di sabato<br />
5 aprile, un terrorista<br />
lanciò una bomba contro<br />
la discoteca “La Belle”,<br />
gremita di militari americani.<br />
Un sergente ed una<br />
donna tedesca vennero uccisi,<br />
mentre altre 230 persone,<br />
tra cui 79 americani,<br />
furono ferite più o meno<br />
gravemente. I centri di intercettazione<br />
anglo-americani, nel corso della<br />
stessa giornata, captarono un messaggio,<br />
indirizzato all’Ufficio del Popolo<br />
Libico, di Berlino Est, in cui<br />
Tripoli si congratulava; un altro messaggio<br />
libico parlava di ulteriori attentati<br />
antiamericani da compiersi in<br />
tutto il mondo.<br />
Questi messaggi rappresentarono la<br />
goccia che fece traboccare il vaso, per<br />
cui il presidente Reagan decise che<br />
era necessario reagire militarmente,<br />
per stroncare le velleità libiche di<br />
continuare a sostenere il terrorismo.<br />
Reagan, pertanto, dette il via libera al<br />
Pentagono per mettere a punto un<br />
piano di attacco, basato sulla sorpresa,<br />
contro importanti obiettivi militari<br />
libici. Dopo alcuni ripensamenti,<br />
alla fine venne approvato un piano di<br />
attacco, denominato operazione “El<br />
Dorado Canyon”, da effettuarsi congiuntamente<br />
con aerei della US Air<br />
Force (USAF) e della US Navy (USN),<br />
contro obiettivi situati a Tripoli e a<br />
Bengasi. Per attuare il piano nel modo<br />
migliore, era necessaria la collaborazione<br />
di alcuni paesi europei<br />
alleati, i cui territori dovevano essere<br />
Il General Dynamics F-111F, malgrado la sigla,<br />
è stato utilizzato dall’USAF come bombardiere<br />
medio veloce. Nella foto è visibile il<br />
ragguardevole carico di bombe Mk 82, a caduta<br />
libera, trasportato dal velivolo.<br />
11
STORIA AERONAUTICA<br />
Cartina con lo schizzo del tracciato della<br />
rotta da Lakenheath a Tripoli. Il tracciato<br />
fu concepito in modo da passare sempre<br />
su acque internazionali. Nella cartina, le<br />
stelle nere corrispondono, in linea di massima,<br />
alle zone di rifornimento in volo, sia<br />
per la rotta di andata che per quella di ritorno.<br />
Capo Bon, non evidenziato sulla<br />
cartina, costituisce l’estrema punta orientale<br />
della Tunisia.<br />
sorvolati dai bombardieri e dagli aerei<br />
cisterna, di base in Gran Bretagna,<br />
oppure, servire da basi di<br />
partenza per alcuni aerei. Dopo un<br />
giro di colloqui diplomatici emerse<br />
che Francia, Spagna, Portogallo, Germania<br />
e Italia, oltre ad essere contrari<br />
all’operazione, non intendevano<br />
concedere il permesso di sorvolo ai<br />
bombardieri americani diretti in Libia,<br />
partendo dal Regno Unito, qualunque<br />
fosse la rotta prescelta,<br />
inclusa quella più diretta; anzi il go-<br />
Il Boeing KC-10 Extender. Un nutrito numero<br />
di questi aerei, assieme ai più anziani<br />
Boeing KC-135, assicurarono il<br />
rifornimento in volo degli F-111F. Il KC-10<br />
era in grado di erogare, complessivamente,<br />
162 tonnellate di carburante, mentre il<br />
KC-135 poteva erogarne solo 92 tonnellate<br />
circa. (Air Force Magazine, may 2010)<br />
verno tedesco, che non aveva<br />
accesso ai messaggi decrittati<br />
di cui abbiamo parlato, rifiutò<br />
addirittura di<br />
considerare la Libia un paese<br />
terrorista.<br />
Il Regno Unito, invece, il cui<br />
primo ministro, Margaret<br />
Thatcher, era a conoscenza<br />
della situazione e del ruolo<br />
della Libia nelle attività terroristiche,<br />
dette il suo pieno<br />
appoggio al piano degli Stati<br />
Uniti, le cui basi principali<br />
in Inghilterra erano quelle di<br />
Lakenheath e di Mildenhall,<br />
situate entrambe a nord di<br />
Londra. A Lakenheath stazionavano<br />
due Stormi di<br />
bombardieri General Dynamics<br />
F-111F, con ali a freccia<br />
variabile, mentre Mildenhall<br />
era la base degli aerei cisterna<br />
americani KC-135A Stratotanker,<br />
KC-10 Extender e di altri<br />
Gruppi di volo. Inoltre, la Thatcher<br />
mise a disposizione anche gli aeroporti<br />
RAF di Fairford e Upper<br />
Heyford, per ospitare altri aerei cisterna,<br />
e anche l’aeroporto RAF di<br />
Akrotiri, sull’isola di Cipro, a sud della<br />
Turchia. L’unica condizione posta<br />
dal primo Ministro inglese, fu che l’operazione<br />
contro la Libia apparisse<br />
come un’azione armata di difesa, sulla<br />
base dell’articolo 51 della Carta<br />
dell’ONU, che prevedeva il diritto di<br />
difendersi dagli attacchi nemici.<br />
La Grecia, infine, acconsentì che, sull’aeroporto<br />
di Hellenikón, venissero<br />
rischierati due aerei per lo spionaggio<br />
elettronico RC-135W Rivet Joint<br />
che dovevano raccogliere informazioni<br />
preventive sul sistema di difesa aerea<br />
libico, necessarie per la<br />
pianificazione dell’operazione. Queste<br />
informazioni, infatti, dovevano<br />
essere fuse con quelle elettroniche e<br />
fotografiche acquisite da due ricognitori<br />
supersonici da altissima quota<br />
SR-71A Blackbird, che operavano da<br />
Mildenhall, e da tre ricognitori subsonici,<br />
sempre da altissima quota, costituiti<br />
da due TR-1A e da un U-2R,<br />
che operavano da Akrotiri.<br />
Quando gli altri alleati europei si resero<br />
conto che la minacciata azione<br />
americana si stava concretizzando,<br />
tentarono di dissuadere Washington.<br />
Come tentativo estremo, il 14 aprile<br />
fu tenuta una riunione all’Aja, in<br />
Olanda, in cui i governi europei<br />
espressero l’intenzione di aderire alle<br />
sanzioni contro la Libia, osteggiate<br />
all’inizio dell’anno; ma, questo ripensamento<br />
arrivò fuori tempo massimo.<br />
Alle 17,45 di quello stesso 14 aprile,<br />
infatti, iniziò l’operazione “El Dorado<br />
Canyon”, con il decollo, da Mildenhall,<br />
dei primi sei aerei cisterna<br />
KC-135A, seguiti da un KC-10A. Poco<br />
dopo, da Lakenheath, decollò il primo<br />
dei previsti 24 bombardieri F-<br />
111F, assistiti da cinque aerei<br />
EF-111A ECM (Electronic Counter<br />
Measures) decollati da Upper<br />
Heyford; di questi, sei F-111F e due<br />
EF-111A, fungendo da riserva, tornarono<br />
alle loro basi dopo qualche ora.<br />
Altri aerei cisterna incominciarono a<br />
decollare, a orari rigorosamente prestabiliti,<br />
dall’aeroporto di Fairford, a<br />
partire dalle ore 18,00. Intanto, le<br />
portaerei CVA 66 America e CV 43 Coral<br />
Sea, che si erano portate a sud-est<br />
della Sicilia, alle 22,20 del giorno 14<br />
iniziarono i lanci di una forza complessiva<br />
di 14 aerei Grumman A-6E<br />
Intruder, sei McDonnel Douglas F/A-<br />
18A Hornet, sei Vought A-7E Corsair<br />
II e un numero imprecisato di F-14A<br />
Tomcat, oltre a sei Grumman EA-6B<br />
Prowler, per il disturbo elettronico, a<br />
un paio di Grumman E-2C Hawkeye,<br />
per l’avvistamento radar lontano, e di<br />
alcuni aerorifornitori Grumman KA-<br />
6D.<br />
Mentre gli Intruder dovevano attaccare<br />
gli obiettivi a Bengasi e dintorni,<br />
gli Hornet e i Corsair II dovevano<br />
neutralizzare le postazioni SAM con i<br />
loro missili antiradiazione “Shrike”<br />
ed “HARM”. I Tomcat, infine, dovevano<br />
assicurare la copertura contro l’eventuale<br />
reazione dei caccia libici.<br />
La portaerei CVA 66 America, che, con i<br />
suoi aerei, partecipò al raid contro la Libia.<br />
La pianificazione della missione, per<br />
i bombardieri F-111F, fu notevolmente<br />
complessa. Non potendo seguire<br />
una rotta diretta, o comunque breve,<br />
tra Lakenheath e Tripoli, i pianificatori<br />
furono costretti a tracciare un<br />
lungo tragitto spezzettato, con la tratta<br />
principale sull’Oceano Atlantico.<br />
Tale rotta prevedeva di passare al largo<br />
dalle acque territoriali francesi,<br />
spagnole e portoghesi e di sorvolare<br />
le acque internazionali dello Stretto<br />
di Gibilterra, per entrare nel Mediterraneo;<br />
su questo mare, il tracciato<br />
della rotta evitava le acque territoriali<br />
marocchine, algerine e tunisine e,<br />
una volta superato Capo Bon, in Tunisia,<br />
gli aerei potevano virare verso<br />
Tripoli. La rotta di andata, quindi,<br />
12 AERONAUTICA 8-9/2010
Un caccia bombardiere Vought A-7E Corsair<br />
II, mentre sgancia delle bombe Mk 82<br />
Mod.1 “Snakeye”, a caduta ritardata. Notare<br />
i freni aerodinamici delle bombe, che<br />
si approno automaticamente nel momento<br />
in cui esse vengono sganciate.<br />
era di circa 4.700 km, a fronte della<br />
rotta diretta che sarebbe stata di soli<br />
2.500 km circa; per il ritorno, il percorso<br />
era esattamente l’inverso di<br />
quello di andata. I circa 9.400 km<br />
della rotta di andata e ritorno, più il<br />
tempo sugli obiettivi, furono percorsi<br />
in circa 13 ore, con una presunta velocità<br />
media di crociera di circa 760<br />
km/h. Per consentire agli F-111F, che<br />
erano senza serbatoi supplementari<br />
(per lasciare il posto all’armamento<br />
di caduta), di stare in volo per così<br />
lungo tempo, furono organizzati<br />
quattro rifornimenti in volo, lungo la<br />
rotta di andata: il primo al largo delle<br />
coste meridionali francesi; il secondo<br />
al largo delle coste portoghesi, prima<br />
di virare verso Gibilterra; il terzo al<br />
largo delle coste marocchine e il<br />
quarto al largo delle coste tunisine.<br />
Al ritorno gli aerei si dovevano rifornire<br />
negli stessi punti in ordine inverso.<br />
Quindi, otto rifornimenti in volo,<br />
con tempi notevolmente diversi, che<br />
richiesero una pianificazione accurata<br />
degli aerei cisterna.<br />
Una bomba di precisone GBU-10 “Paveway<br />
II”, a guida laser, mentre viene lanciata<br />
da un F-16. La propaggine dotata di<br />
alette mobili di guida, che si estende davanti<br />
all’ogiva della bomba, costituisce il<br />
“seeker” che capta l’energia laser riflessa<br />
dal bersaglio, precedentemente “illuminato”<br />
da un raggio emesso dall’aereo. (Air<br />
Force Magazine, may 2010)<br />
A mezzanotte circa, del 14 aprile, 18<br />
bombardieri F-111F, suddivisi in tre<br />
gruppi di sei, piombarono di sorpresa<br />
su Tripoli ad una quota estremamente<br />
bassa, di circa 60 metri, per<br />
essere sicuri di eludere la sorveglianza<br />
radar, malgrado il disturbo attivato<br />
dagli F-111A ECM. Per la<br />
navigazione notturna a bassissima<br />
quota, gli aerei fecero affidamento<br />
sul loro sistema APQ-110 “Terrain<br />
Following Radar”, asservito all’autopilota.<br />
Alcuni F-111F erano armati<br />
con bombe a caduta ritardata Mk 82<br />
“Snakeye”, da 254 kg, mentre gli altri<br />
avevano bombe di precisione GBU-<br />
10 “Paveway II”, a guida laser, da 907<br />
kg; l’imperativo della missione era<br />
quello di colpire esattamente tutti gli<br />
obiettivi assegnati, soprattutto quelli<br />
che si trovavano a ridosso di abitazioni,<br />
e di evitare di produrre danni<br />
collaterali. Comunque, una volta in<br />
vista della città, completamente illuminata,<br />
ciascuno dei tre gruppi di<br />
bombardieri si diresse verso i propri<br />
obiettivi, portandosi ad una quota di<br />
150 metri per acquisire i bersagli con<br />
gli apparati ottici, radar e laser. Un<br />
gruppo, con le bombe a caduta ritardata,<br />
si diresse verso l’aeroporto militare,<br />
mentre gli altri due gruppi,<br />
con le bombe laser, si diressero, uno<br />
verso la base navale di Sidi Bilal e<br />
l’altro verso la caserma di Bab El-<br />
Aziziya, dove Gheddafi risiedeva assieme<br />
alla sua famiglia. Era evidente<br />
l’intenzione di colpire direttamente<br />
il leader libico, che abitava nel perimetro<br />
della caserma, considerata<br />
obiettivo militare. Ma, per sua fortuna,<br />
Gheddafi, assieme alla maggior<br />
parte della famiglia, era uscito da poco<br />
dalla residenza, per cui tra le macerie<br />
del fabbricato, colpito con<br />
precisione, rimase uccisa solo una figlia<br />
adottiva.<br />
A mezzanotte, contemporaneamente<br />
all’attacco su Tripoli, era iniziato l’attacco<br />
delle postazioni radar e missilistiche<br />
libiche, messe rapidamente<br />
fuori combattimento dai missili antiradiazioni<br />
degli aerei della USN.<br />
Nello stesso momento i bombardieri<br />
A-6E Intruder iniziarono l’attacco degli<br />
obiettivi di Bengasi e dintorni, come<br />
i campi di addestramento dei<br />
terroristi e l’aeroporto di Benina, dove<br />
dovettero affrontare un inefficace<br />
fuoco dei cannoncini antiaerei semoventi<br />
sovietici ZSU-23/4. Ciononostante,<br />
l’attacco fu efficace e tutto<br />
filò liscio come l’olio; l’aeroporto fu<br />
colpito duramente, con la distruzione<br />
di aerei e di infrastrutture, prima che<br />
i caccia libici potessero decollare.<br />
Compiuta la missione senza aver subito<br />
perdite, gli aerei della US Navy<br />
ritornarono verso le loro portaerei,<br />
dove appontarono tutti prima dell’una<br />
di notte.<br />
STORIA AERONAUTICA<br />
Un po’ meno facile fu l’azione degli<br />
F-111F su Tripoli. Per timore di provocare<br />
danni collaterali e vittime tra i<br />
civili, eterno dilemma di questo tipo<br />
di missioni, gli equipaggi dei due<br />
gruppi che dovevano attaccare la base<br />
navale e la caserma, entrambe a ridosso<br />
di abitazioni civili, ebbero<br />
l’ordine di essere molto scrupolosi<br />
nelle acquisizioni dei bersagli, utilizzando<br />
i loro apparati radar e laser; in<br />
caso di dubbio, dovevano interrompere<br />
l’attacco. A causa di informazioni<br />
poco chiare fornite da qualcuno di<br />
tali apparati, cinque F-111F si autoesclusero<br />
dall’azione, per cui solo sette<br />
bombardieri attaccarono tali obiettivi.<br />
Questi, comunque, furono colpiti<br />
tutti, ma vennero danneggiate seriamente<br />
anche alcune case provocando<br />
una ventina di vittime civili. Inoltre,<br />
un F-111F, forse colpito dal fuoco degli<br />
ZSU-23/4, fu visto esplodere a 32<br />
km da Tripoli, sulla rotta di ritorno;<br />
nessun dei due membri dell’equipaggio<br />
si salvò. Tutti gli altri bombardieri<br />
e gli aerei ECM ritornarono a<br />
Lakenheath e a Mildenhall alle 06,30<br />
del mattino del 15 aprile.<br />
Il micidiale missile antiradiazioni AGM-88<br />
“HARM” (High-Speed Anti-Radiation Missile).<br />
Esso si dirige passivamente seguendo<br />
l’emissione delle antenne radar dei<br />
sistemi di puntamento dei missili SAM.<br />
(Air Force Magazine, may 2010)<br />
Durante il 15, 16 e 17 aprile, partirono<br />
numerosi voli di ricognizione ad altissima<br />
quota verso la Libia, per verificare<br />
i danni arrecati. Tali voli<br />
confermarono che tutti gli obiettivi<br />
erano stati colpiti ed avevano subito<br />
pesanti distruzioni; ma le ricognizioni<br />
confermarono anche i danni collaterali,<br />
che, denunciati dalla Libia, contribuirono<br />
a provocare la<br />
disapprovazione dell’operazione americana<br />
da parte di numerosi governi,<br />
inclusi molti di quelli alleati. La Casa<br />
Bianca, da parte sua, dichiarò pubblicamente<br />
che gli Stati Uniti avevano<br />
fatto il loro dovere ed erano soddisfatti<br />
dei risultati ottenuti. In seguito ad<br />
un sondaggio rapido, otto americani<br />
su dieci si dichiararono pienamente<br />
soddisfatti della rappresaglia e anche<br />
il Partito Democratico, all’opposizione,<br />
approvò l’operato del governo.<br />
AERONAUTICA 8-9/2010 13
STORIA AERONAUTICA<br />
La “soffiata”<br />
Dopo il bombardamento della<br />
caserma di Bab El-Aziziya, malgrado<br />
le proteste e le minacce<br />
proferite dagli esponenti della<br />
Jamahiriya libica, Gheddafi non<br />
si fece né vedere né sentire, tanto<br />
che gli americani, in un primo<br />
momento, pensarono che fosse rimasto<br />
sotto le macerie della caserma. In<br />
realtà egli era sano e salvo e si era rifugiato<br />
in una tenda piantata in una<br />
località segreta del deserto libico, da<br />
dove, presumibilmente, non si mosse<br />
per alcuni giorni, onde evitare una<br />
possibile reiterazione dell’attacco<br />
americano. Egli si era salvato grazie<br />
ad una “soffiata” sull’imminenza dell’attacco<br />
americano.<br />
Sul quotidiano Il Giornale, del 31 ottobre<br />
2008, comparve un articolo, a<br />
firma di Livio Caputo, nel quale il ministro<br />
degli Esteri libico, Abdel Rahman<br />
Shalgam, rivelava che era stato<br />
Craxi a salvare Gheddafi dal bombardamento<br />
della caserma.<br />
Il velivolo da ricognizione trisonico,<br />
Lockheed SR-71, in grado di volare ad<br />
una quota di 24.000 m (78.740 ft), al di<br />
fuori della portata di qualsiasi aereo intercettore<br />
esistente.<br />
Il Giornale, inoltre, riportava anche<br />
che questa rivelazione era stata subito<br />
confermata da Giulio Andreotti,<br />
ministro degli Esteri al tempo dell’operazione<br />
americana, per cui non potevano<br />
esserci dubbi sulla veridicità<br />
della notizia. Era successo che il Governo<br />
italiano, nell’imminenza dell’attacco,<br />
aveva informato<br />
l’Ambasciata libica a Roma, la quale<br />
aveva trasmesso il messaggio al leader<br />
libico. Malgrado l’illazione riportata<br />
dal quotidiano di cui sopra, che<br />
l’Ambasciata libica fosse stata informata<br />
due giorni prima, la tempistica<br />
della catena informativa, con i suoi<br />
vari passaggi obbligati, non appaiono<br />
affatto chiari; molto probabilmente,<br />
i tempi furono di gran lunga<br />
più stretti. Le apparenze starebbero<br />
ad indicare che l’avviso arrivò sotto<br />
gli occhi di Gheddafi, quando i bombardieri<br />
americani erano già, più o<br />
meno, all’altezza di Capo Bon (l’estrema<br />
punta della Tunisia), per cui il<br />
Il titolo dell’articolo di Livio Caputo, comparso<br />
su “Il Giornale” del 31 ottobre 2008.<br />
leader libico, con la famiglia, ebbe<br />
solo qualche decina di minuti per lasciare<br />
frettolosamente la sua residenza,<br />
tanto e vero che, per motivi non<br />
noti, la figlia adottiva, rimasta uccisa,<br />
probabilmente non fece in tempo a<br />
seguire il padre. Questa supposizione<br />
sarebbe suffragata anche dal fatto<br />
che il sistema di difesa aerea libico fu<br />
colto praticamente di sorpresa, mentre<br />
Tripoli era uno sfolgorio di luci.<br />
Ciò significa che la catena di comando<br />
non ebbe il tempo necessario per<br />
allertare le postazioni radar, quelle<br />
dei missili SAM, le basi dei caccia intercettori<br />
e la difesa civile.<br />
Ma perché Craxi avvisò Gheddafi,<br />
venendo meno al vincolo<br />
di segretezza che lo legava<br />
agli alleati della NATO?<br />
Una generica risposta è stata<br />
fornita dallo stesso autore dell’articolo,<br />
che cita un brano di<br />
Indro Montanelli e di Mario<br />
Cervi, contenuto nel libro “L’Italia<br />
degli anni di fango”. Secondo<br />
tale citazione, la<br />
politica estera dell’Italia del periodo<br />
craxiano fu contraddistinta da una:<br />
«fedeltà generica e costante all’Occidente,<br />
però con sbandamenti terzomondisti<br />
e una inguaribile riluttanza<br />
ad approvare senza riserve i gesti di<br />
forza degli amici». L’anima terzomondista<br />
di Craxi, quindi, aveva consentito,<br />
al ministro degli Esteri del<br />
suo governo, di stringere un rapporto<br />
di “amicizia” con il leader dell’OLP,<br />
Yasser Arafat, e di avere un occhio di<br />
riguardo anche per la Libia, che, oltre<br />
ad ospitare una nutrita comunità<br />
In questa immagine pittorica sono raffigurati<br />
due veicoli trasportatori-lanciatori di<br />
missili LRINF sovietici SS-20.<br />
italiana, era una grande fornitrice<br />
di petrolio all’Italia; questo atteggiamento,<br />
quindi, spiegava<br />
anche l’episodio di Sigonella. La<br />
Casa Bianca mal tollerava tale<br />
atteggiamento, ma chiudeva un<br />
occhio, in quanto essa apprezzava<br />
la ferma posizione anticomunista<br />
di Craxi; inoltre, gli Stati<br />
Uniti, assieme agli altri alleati della<br />
NATO, avevano apprezzato moltissimo<br />
il fatto che il Governo Craxi, nel<br />
settembre 1983, fosse riuscito a far<br />
approvare dal Parlamento l’installazione<br />
dei missili nucleari LRINF<br />
(Longer-Range Intermediate Nuclear<br />
Force) e GLCM (Ground Launched<br />
Cruise Missile) a Comiso, in Sicilia,<br />
pur sapendo di dover affrontare, come<br />
conseguenza, delle dure reazioni<br />
dei comunisti e dei cosiddetti “pacifisti<br />
a senso unico”. Tale installazione,<br />
infatti, assieme ad altri GLCM in<br />
Gran Bretagna e ai missili balistici<br />
“Pershing II” in Germania, contribuiva<br />
a bilanciare la minaccia dello<br />
schieramento di oltre 300 missili balistici<br />
LRINF SS-20 sovietici, ciascuno<br />
con tre testate nucleari, puntati<br />
contro i paesi europei. Questo schieramento<br />
fu l’ultimo sforzo dell’Unione<br />
Sovietica, prima del crollo, per<br />
cercare di impaurire le popolazioni<br />
di tali paesi e provocare un cambiamento,<br />
a proprio favore, dello “status<br />
quo” politico, in modo da accedere<br />
alle loro economie, alle loro tecnologie<br />
e ai loro commerci.<br />
La fine della storia<br />
Immediatamente dopo l’attacco americano,<br />
il regime libico spese molte<br />
parole per minacciare gli Stati Uniti.<br />
La sera del 15 aprile, dalla Libia furono<br />
lanciati due missili balistici a corto<br />
raggio “Scud”, di fabbricazione<br />
sovietica, verso l’isola italiana di<br />
Lampedusa, distante 330 km dalle<br />
coste libiche, con l’intento di colpire<br />
una stazione “LORAN” (LOng RAnge<br />
Navigation - Sistema di navigazione a<br />
lungo raggio), gestita dalla Guardia<br />
Costiera degli Stati Uniti. A causa<br />
della nota imprecisone di tali missili,<br />
essi esplosero in mare al largo di Capo<br />
Ponente, la punta occidentale dell’isola,<br />
causando solo paura tra la<br />
popolazione. La Libia rivendicò l’azione,<br />
spacciandola per “un avvertimento”,<br />
per cui il Governo italiano<br />
presentò a quello libico un’energica<br />
nota di protesta e, per via aerea, inviò<br />
immediatamente delle truppe a Lampedusa,<br />
per timore di un colpo di mano<br />
dell’infido “amico” libico. Inoltre,<br />
per prudenza, il 31 maggio 1986 la<br />
stazione “LORAN” di Lampedursa<br />
passò sotto il controllo dei militari<br />
italiani, con due anni di anticipo rispetto<br />
al previsto.<br />
14 AERONAUTICA 8-9/2010
Continua il volo di Ikaros<br />
Nel corso del secondo International Symposium on Solar<br />
Sailing che ha avuto luogo in luglio al New York City College<br />
of Technology, ampio spazio è stato dato alla missione<br />
della vela solare Ikaros dell’agenzia spaziale giapponese<br />
JAXA (Japan Aerospace Exploration Agency).<br />
Lanciata con successo il 21 maggio scorso con un vettore H-<br />
IIA - insieme all’orbiter Akatsuki diretto a Venere (dove giungerà<br />
a dicembre) - Ikaros (acronimo di Interplanetary Kite-craft<br />
Accelerated by Radiation Of the Sun) è una sonda spaziale<br />
progettata con lo scopo principale di verificare la possibilità di<br />
utilizzare l’energia solare come propulsore per i veicoli spaziali<br />
durante una navigazione interplanetaria fino a Venere.<br />
Dispiegata completamente il successivo 10 giugno a circa 7,7<br />
milioni di chilometri dalla Terra, la sonda - che con una diagonale<br />
di 20 m ha la forma di un grande aquilone, o vela quadrata,<br />
della superficie di circa 200 mq - ha poi iniziato la sua<br />
attività che ha avuto ed ha, in particolare, i seguenti scopi:<br />
- dispiegamento e controllo di una vela solare costituita da una<br />
membrana sottile;<br />
- sperimentazione delle celle solari a film sottile integrate nella<br />
vela per fornire energia al carico utile;<br />
- misurazione dell’accelerazione dovuta alla pressione di<br />
radiazione esercitata sulla vela solare;<br />
- controllo dell’assetto mediante pannelli con proprietà di<br />
riflesssione variabile.<br />
La missione comprende anche l’investigazione su taluni aspetti<br />
dello spazio interplanetario, come il vento solare e la polvere<br />
cosmica.<br />
La vela solare, che potrebbe in futuro consentire missioni spaziali<br />
nel sistema solare riducendo l’impiego di combustibili chimici,<br />
si basa su una tecnologia ibrida di elettricità e pressione.<br />
Sulla sua superficie è infatti presente una pellicola ultrasottile<br />
contenente piccole celle solari, di spessore di appena 7,5 millesimi<br />
di millimetro, in grado di trasformare l’energia dei fotoni<br />
di luce che vi impattano con una certa pressione in energia<br />
elettrica utilizzabile per la propulsione del veicolo.<br />
Durante la sua missione, della durata prevista di sei mesi, Ikaros<br />
volerà nell’orbita del pianeta Venere e, se la missione stessa<br />
avrà buon esito, gli scienziati della JAXA ne hanno già<br />
programmata una nuova intorno a Giove, per la quale verrà<br />
utilizzata una vela di dimensioni doppie rispetto a questa.<br />
Tra i rischi della missione, avvertono tuttavia gli stessi scienziati,<br />
ci sono però anche quelli di tipo strutturale: la sottilissima<br />
vela potrebbe infatti subire fenomeni di instabilità, piegandosi e<br />
perdendo così la capacità di captare con il giusto angolo i raggi<br />
solari.<br />
All’Esercito il sistema UAV<br />
“Shadow 200”<br />
L’<br />
esecito Italiano sarà dotato del sistema<br />
tattico Shadow 200 per il potenziamento<br />
della protezione delle forze nel corso di<br />
operazioni militari.<br />
Il contratto per la fornitura di quattro di tali sistemi,<br />
che è stato firmato nel luglio scorso da <strong>Arma</strong>ereo<br />
con la statunitense AAI Corporation (già<br />
Aircraft <strong>Arma</strong>ments, Inc.), ha un valore di poco<br />
più di 51 milioni di euro in quattro anni e comprende<br />
il supporto logistico, le pubblicazioni tecniche,<br />
i corsi di addestramento e le attività di<br />
qualifica per la certificazione di omologazione di<br />
aeromobile militare.<br />
Il sistema, reca una nota in proposito, sarà impiegato<br />
dall’Esercito per fornire in tempo «quasi<br />
reale» dati per ricognizione, sorveglianza e acquisizione<br />
bersagli (RSTA) a livello di battaglione<br />
per compiti che vanno dalla sicurezza delle retrovie<br />
alla ricerca e soccorso in combattimento, dal<br />
supporto al tiro di artiglieria e aereo alla valutazione<br />
dei danni inferti. <br />
Lo Shadow 200, sviluppato dall’RQ-2 Pioneer, è<br />
un velivolo a pilotaggio remoto (APR) lungo 2,4<br />
m, con apertura alare di 4,3 m, peso di circa 170<br />
kg, autonomia di circa sei ore, che è dotato, tra<br />
l’altro, di sensore elettro-ottico a raggi infrarossi<br />
e funzionalità laser, un sistema di lancio, una<br />
stazione di controllo a terra ed un’altra portatile,<br />
un terminale video remoto, un datalink per video<br />
e dati (con due terminali, di cui uno portatile), e<br />
può utilizzare piste semipreparate.<br />
Spostato il CosmoSkyMed 3 per evitare una collisione<br />
SCIENZA, SPAZIO,<br />
TECNICA E INDUSTRIA<br />
Il 9 luglio il satellite CosmoSkyMed 3 (v. pag. 13 di <strong>Aeronautica</strong> n. 10/2008) è stato opportunamente manovrato per<br />
evitare una possibile collisione con un oggetto non catalogato (forse un detrito spaziale) del quale era stato calcolato<br />
il passaggio a poche decine di metri dal satellite stesso.<br />
La manovra evasiva è stata possibile per le segnalazioni fornite tempestivamente da USSTRATCOM (United States<br />
Strategic Command) e dopo le conseguenti verifiche da parte di Telespazio che avevano accertato un rischio di collisione<br />
con il 7 per cento di probabilità.<br />
AERONAUTICA 8-9/2010 15
SCIENZA, SPAZIO, TECNICA E INDUSTRIA<br />
Una proroga al pensionamento<br />
degli “shuttle”?<br />
Se la NASA avrà - come recentemente proposto dalla<br />
commissione scienza del Senato statunitense - i<br />
necessari finanziamenti pari a 1,6 miliardi di dollari,<br />
l’anno prossimo potrebbe effettuare con lo shuttle un volo<br />
in più dei due fino ad oggi ancora programmati prima di<br />
“pensionare” le sue navette spaziali.<br />
Come già riportato da questo periodico, l’ultimo volo attualmente<br />
previsto è quello pianificato per il 28 febbraio<br />
2011 per la missione STS-134 alla quale, lo ricordiamo,<br />
parteciperà il nostro astronauta col. pil. Roberto Vittori<br />
Lo Zephyr ha volato per 14 giorni<br />
Il 28 luglio, dopo 14 giorni e 24 minuti di volo ininterrotto,<br />
l’aereo telecomandato ultraleggero ad energia solare<br />
Zephyr della società britannica Qinetiq (v. anche<br />
pag. 18 di <strong>Aeronautica</strong> n. 8/2008) è atterrato in una base<br />
militare in Arizona.<br />
Lo Zephyr ha così battuto ogni precedente primato di durata<br />
dimostrando nel contempo la possibilità di poter essere<br />
utilizzato per attività prolungate di ricognizione e<br />
osservazione della superficie terrestre per scopi militari e<br />
civili a costi molto ridotti a fronte dei mezzi convenzionali<br />
e dei satelliti.<br />
L’aereo, decollato il 9 luglio dallo stesso aeroporto, è dotato<br />
di sottilissime celle fotovoltaiche in silicio amorfo, posizionate<br />
sulle ali, capaci di generare energia sufficiente<br />
ad alimentare i motori elettrici e, contemporaneamente, di<br />
ricaricare le batterie al litio-zolfo usate per proseguire il<br />
volo durante la notte. L’aereo, realizzato in fibre di carbonio<br />
ultraleggere, ha un’apertura alare di 22,5 metri, è lungo<br />
circa quattro metri e pesa appena 50 chili. <br />
Tra i record battuti da Zephyr - che devono ancora essere<br />
confermati ufficialmente dalla Fédération Aéronautique<br />
Internazionale (FAI) i cui funzionari erano questa volta<br />
presenti all’evento - quello di volo senza pilota più lungo<br />
(il precedente era di 30 ore e 24 minuti, stabilito nel 2001<br />
da un Northrop Grumman RQ-4A Global Hawk) e quello<br />
di volo di maggior durata senza rifornimento che apparteneva<br />
al Voyager di Burt Rutan, rimasto in volo nel dicembre<br />
1986 per 216 ore (nove giorni), tre minuti e 44<br />
secondi.<br />
E’ da ricordare che il velivolo, soprannominato anche “aereo<br />
perpetuo”, è stato chiamato Zephyr, come il vento,<br />
perché quando vola produce un fruscio causato dalle sue<br />
lunghe ali che fendono l’aria.<br />
16<br />
Iran: bombardiere senza pilota<br />
Il 22 agosto l’Iran ha presentato in una zona semi-desertica<br />
del territorio il suo primo UAV (Unmanned<br />
Aerial Vehicle - aereo senza pilota) di fabbricazione<br />
nazionale.<br />
Il velivolo, denominato Karrar (che in persiano significa<br />
“aggressore”), è propulso da un motore turbo-jet, è<br />
lungo circa quattro metri e può trasportare diversi tipi<br />
di ordigni - diventando, in pratica, un piccolo bombardiere<br />
- fino a 1.100 km di distanza e ad una velocità di<br />
circa 900-1000 km.<br />
Il prototipo è stato presentato nel corso di una cerimonia<br />
con la quale Teheran ha inteso dimostrare di essere<br />
in grado di reagire adeguatamente in caso di attacco al<br />
suo programma nucleare.<br />
E’ da sottolineare, infatti, che la cerimonia – presente il<br />
presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad - è avvenuta<br />
in occasione della Giornata nazionale dell’Industria<br />
di difesa iraniana, all’indomani dell’avvio della centrale<br />
di Bushehr, il primo impianto nucleare iraniano.<br />
L’An-112 fuori dalla gara per il<br />
nuovo tanker USAF<br />
L’USAF non ha accettato la proposta che l’US Aerospace,<br />
una piccola società statunitense, aveva avanzato offrendo<br />
– nella gara per il nuovo aerifornitore KC-X – il<br />
grande An-112, un derivato dell’ucraino Antonov An-70<br />
costruito dalla Aviant di Kiev, aereo propulso da quattro<br />
motori a getto turboventola propfan con le ventole,<br />
simili a eliche propulsive, poste all’esterno della gondola<br />
motore.<br />
Secondo l’USAF, l’offerta sarebbe pervenuta dopo il termine<br />
fissato per la gara, ma la US Aerospace ha presentato<br />
un ricorso al Government Accountability Office<br />
(GAO) sostenendo che il suo incaricato è giunto in tempo<br />
utile sulla base aerea di Wright-Patterson (dove dovevano<br />
essere presentate le offerte dei concorrenti alla<br />
gara, attualmente solo Boeing ed EADS - v. anche pag.<br />
19 di <strong>Aeronautica</strong> n. 7/2010), ma che è stato sviato con<br />
informazioni sbagliate giungendo, quindi, dopo lo scadere<br />
dei termini prescritti.<br />
AERONAUTICA 8-9/2010
La lettura di articoli e saggi storici sul ruolo della postazione<br />
inglese sull’isola di Malta nel corso del secondo conflitto<br />
mondiale mi stimola ad aggiungere, a quanto già<br />
scritto, la mia personale esperienza essendo io allora arruolato<br />
nella Regia <strong>Aeronautica</strong>.<br />
E’ stata un’esperienza molto significativa che mi ha lasciato<br />
un ricordo ancora oggi molto vivo. Sottopongo il racconto<br />
all’attenzione dei lettori con la debole speranza che<br />
qualcuno ci si possa in qualche modo riconoscere.<br />
Il volo più triste e pericoloso della mia vita<br />
La mia trasvolata su Malta<br />
nel dicembre 1941<br />
AERONAUTICA 8-9/2010<br />
di Ernesto Zanlucchi<br />
Nel dicembre del 1941, a 26 anni, ero maresciallo<br />
pilota nel 150° Gruppo – 363ª Squadriglia C.T. di<br />
stanza a Tirana in Albania.<br />
Era un momento caratterizzato da uno stato d’animo<br />
particolare poiché da tre mesi ero in attesa di una risposta<br />
alla mia richiesta di licenza straordinaria per matrimonio.<br />
Un giorno il comandante del Gruppo mi convocò nel suo<br />
ufficio e, con un grande sorriso, mi comunicò che avrebbe<br />
concesso il benestare per la licenza matrimoniale, ma<br />
a una precisa condizione. «Prima - mi disse - devi portare<br />
il trimotore Ca.133 con sette motoristi da Tirana a Tripoli».<br />
Da giorni si parlava di un trasferimento dall’Albania al<br />
nuovo fronte africano, ma non mi aspettavo di doverlo<br />
eseguire pilotando un trimotore su cui non avevo mai<br />
volato.<br />
Ero un “cacciatore” abituato ad altre macchine ed addestrato<br />
ai combattimenti per i quali, proprio prima di partire<br />
per questo volo, ero stato decorato con una medaglia<br />
d’argento al VM “sul campo” e proposto per la promozione<br />
a ufficiale. Il mio morale era, come si suol dire, “alle<br />
stelle”.<br />
Il 6 dicembre partii quindi da Tirana con destinazione<br />
Grottaglie. A bordo portavo sette motoristi e un maresciallo<br />
motorista con relativi bagagli.<br />
Dopo 150 minuti di volo raggiunsi Grottaglie e da lì, dopo<br />
alcuni giorni, ripartimmo alla volta di Comiso, in Sicilia.<br />
Qui mi fu consegnata dal comandante della base una busta<br />
sigillata contenente la rotta segreta che avrei dovuto<br />
seguire. Il 15 dicembre mi trasferii a Pantelleria da cui<br />
saremmo poi decollati per Tripoli.<br />
La notte tra il 15 e il 16 dicembre fu per me terribile poiché,<br />
aperta la busta, mi resi conto che la rotta “segreta”<br />
passava per l’isola di Malta, base inglese dei micidiali<br />
Spitfire (a otto mitragliatrici!) attrezzata con il controllo<br />
radar.<br />
Parlando con un collega avevo saputo che, da quando<br />
era stato installato il radar sul punto più alto della collina,<br />
a circa 100 m di altitudine, tutti gli aerei che erano<br />
SUL FILO DEI RICORDI<br />
transitati in quell’area erano stati regolarmente abbattuti.<br />
A quel punto, gravato della responsabilità del numeroso<br />
personale a bordo, presi una decisione, che mi tenni<br />
dentro, dopodiché comunicai al mio “secondo” che le disposizioni<br />
impartite prevedevano la partenza per Tripoli<br />
l’indomani alle 5 del mattino. E così fu.<br />
Rullai per mettermi in dirittura di partenza e, dopo aver<br />
dato tutta la potenza ai tre motori, tirai la manetta dell’alta<br />
quota al motore di sinistra che iniziò a scoppiettare<br />
e mi costrinse a fermare tutti e tre i motori. Rinunciai al<br />
decollo, ritornai alla posizione di partenza e feci controllare<br />
ai motoristi la carburazione di quel motore.<br />
A rapporto dal comandante dichiarai l’inspiegabilità del<br />
comportamento del motore di sinistra e la conseguente<br />
necessità di un controllo.<br />
In realtà avevo creato un inconveniente per ritardare i<br />
tempi stabiliti dalla rotta ”di sicurezza” comunicatami.<br />
Notai un certo nervosismo tra il personale presente.<br />
Il giorno seguente partimmo alla volta di Tripoli. Volai<br />
per 250 minuti alla quota di 30-50 metri sul livello del<br />
mare. A causa del vento proveniente dalla Tunisia, ogni<br />
30 minuti dovevo correggere la rotta di 5°. Dovevo assolutamente<br />
volare sotto la quota del radar per cercare di<br />
non essere intercettato e quindi abbattuto! Quale rotta e<br />
quota?<br />
I miei occhi, e quelli di tutto l’equipaggio, erano incollati<br />
alle onde del mare che era sensibilmente agitato.<br />
Seguendo la strumentazione di bordo e aiutato da molta<br />
fortuna (che nel gergo aeronautico si definirebbe diversamente!)<br />
giungemmo a destinazione.<br />
Infatti, quando la tensione a bordo era ormai molto alta,<br />
all’orizzonte si profilò la lunga striscia bianca di sabbia<br />
dell’aeroporto di Castel Benito di Tripoli.<br />
Ci fu un urlo da parte di tutto l’equipaggio che mi emozionò<br />
moltissimo e due grosse lacrime, che rivivo ancora<br />
al solo parlarne, mi rigarono il volto.<br />
Con una leggera virata a destra mi trovai in dirittura di<br />
atterraggio, manovra che impostai con decisione proprio<br />
mentre il motore di destra si fermò per mancanza di carburante.<br />
Il rullaggio fu di conseguenza un po’ difficoltoso ma comunque<br />
accompagnato dall’applauso liberatorio dell’equipaggio.<br />
Prima di scendere dall’aereo chiesi all’equipaggio la massima<br />
riservatezza sulla rotta/quota di volo seguita, da me<br />
diversamente interpretata, e, poco dopo, consegnai al<br />
comandante dell’aeroporto la busta contenente le disposizioni<br />
ricevute.<br />
Con la mia scelta di modificare la rotta/quota/tempi in<br />
quella circostanza avevo non solo salvato la mia vita e<br />
quella di altre otto persone ma avevo anche rafforzato in<br />
me la convinzione che in guerra la persona diventa un<br />
numero e la vita, sua e altrui, non ha più alcun valore.<br />
17
SUL FILO DEI RICORDI<br />
Sempre all’erta, specie se in volo con un altro pilota<br />
Aeroporto di Galatina (Lecce), Autunno 1964; Corso<br />
istruttori di volo su MB.326.<br />
Un pomeriggio decollo “sotto tendina” (sorta di coperta<br />
di tela per evitare che il pilota guardi fuori e<br />
possa quindi dimostrare di essere in grado di condurre<br />
il volo soltanto con gli strumenti di bordo) dal posto<br />
posteriore. L’istruttore, persona preparata e capace,<br />
sedeva in quello anteriore, sia per valutare la mia capacità<br />
nel volo strumentale (compreso il decollo) sia per<br />
guardare fuori, onde evitare eventuali collisioni con altri<br />
aerei. La missione prevedeva una navigazione alla quota<br />
di 20.000 piedi e ritorno all’aeroporto di partenza. Il cielo<br />
era completamente coperto da nubi tranquille quindi<br />
non temporalesche.<br />
La navigazione proseguiva senza errori significativi da<br />
parte mia: impegnandomi al meglio, ero soddisfatto perché<br />
l’istruttore, esigente e attento al mio pilotaggio tanto<br />
che mi segnalava, via radio, anche piccoli errori di quota<br />
come la perdita o il guadagno di 30/40 piedi (circa 10/13<br />
m): i richiami erano giusti perché eravamo ormai immersi<br />
nelle nubi fin dal decollo, e quindi il mantenimento<br />
della prevista quota era necessario.<br />
All’inizio del secondo tratto della navigazione, che era<br />
dalla verticale del Radiofaro dell’aeroporto di Brindisi a<br />
quella del Radiofaro di Galatina, tendevo ancora a non<br />
mantenere perfettamente l’altitudine prevista: ero sempre<br />
sotto esame e quindi c’era un coinvolgimento emotivo.<br />
Però il mio esigente istruttore non mi richiamava più<br />
per gli errori.<br />
Cominciai perciò a chiamarlo più volte, incuriosito del<br />
suo silenzio e feci anche della argute battute, tipo «Ehi,<br />
cosa fai, non mi correggi più?»<br />
Ma niente, non ottenevo risposta. Continuai a chiamarlo,<br />
insistendo con voce alta e concitata, né potevo battere le<br />
ali con violenza (manovra da evitare nel volo strumentale)<br />
per fargli capire che c’era qualcosa che non andava<br />
per il suo verso.<br />
Intanto lo strumento ADF (per la ricerca automatica della<br />
direzione di volo) mi indicava di essere sulla verticale<br />
di Galatina e quindi era necessario chiedere ed ottenere<br />
dalla Torre di Controllo l’ora esatta per iniziare la procedura<br />
di discesa e l’avvicinamento per l’atterraggio. A quel<br />
punto, ritenendo ormai che l’istruttore fosse svenuto – o<br />
in una situazione peggiore – informai la Torre di quanto<br />
mi accadeva e, tentando di sollevare a stento un lembo<br />
della tendina, rilevai che eravamo ancora nelle nubi. Dichiarai<br />
perciò di essere in “emergenza”, chiedendo l’immediato<br />
inizio della discesa. Avevo intanto superato la<br />
di Umberto Formisano<br />
verticale del Radiofaro e mentre la Torre accelerava la<br />
discesa di un altro velivolo sotto di me mantenendone in<br />
quota un altro al di sopra, mi autorizzò ad eseguire una<br />
virata a destra di 360° (come da procedura di emergenza)<br />
per tenermi nell’area della verticale del Radiofaro:<br />
subito iniziai la discesa a 270 nodi (486 km/h) con aerofreni<br />
fuori. Ma la preoccupazione aumentava perché l’istruttore<br />
non dava segni di vita (vi era stato un vivace<br />
scambio di messaggi tra me e la Torre mentre lui non interveniva)<br />
stante il suo doppio dovere di valutare la mia<br />
condotta di volo e di guardare avanti per evitare collisioni<br />
aeree e, ancora, di badare alle rotte di allontanamento<br />
e di avvicinamento all’aeroporto.<br />
Non potevo ancora lasciare i comandi di volo per tentare<br />
di tirare un po’ indietro la tendina, ma finalmente, con il<br />
Radiofaro in prua ed in volo livellato, riuscii a sbirciare<br />
sotto di essa e vidi nubi a strati e, tra alcuni squarci, lembi<br />
del terreno. Così mi rincuorai, mi protesi in avanti<br />
con ambo le mani riuscendo a portare indietro – a metà<br />
– la tendina: ormai riuscivo a vedere davanti, e, quale<br />
reazione alla forte ansia vissuta, diedi due o tre violenti<br />
sbattimenti d’ala chiamando per nome ad alta voce nell’interfono<br />
il mio “assente” compagno di volo.<br />
Fu così che, mentre estraevo il carrello ed i flaps per l’atterraggio,<br />
sentii una flebile voce – come quando uno viene<br />
invitato a svegliarsi, ma non ne vuol sapere: «Sono<br />
qui, che c’è?»<br />
Ammetto di essermi scaricato a parolacce mentre rullavo<br />
verso il parcheggio e parimenti nel segnare e firmare i<br />
dati del volo sul libretto dell’aereo. A niente valsero, per<br />
me, le sue scuse: «Ma io c’ero». «Già – risposi - certo che<br />
c’eri, ma dormivi profondamente e sappi che non volerò<br />
più con te!»<br />
A sera, con la mia famiglia, eravamo ospiti per la cena a<br />
casa di mia suocera. Avvicinandomi alla tavola, notai che<br />
mia moglie mi guardava in modo insolito dicendo poi:<br />
«Cosa è successo ai tuoi capelli?» (a quel tempo, ne avevo<br />
molti e qualche segno di brizzolatura). «Perché? – risposi<br />
- cosa c’è?»<br />
«Perché sono più brizzolati del solito!» «Ma no, cosa dici,<br />
sono quei pochi accenni di grigio che già avevo».<br />
Forse era vero? Non ricordo se feci poi un controllo allo<br />
specchio. E cominciai a cenare, ma non potevo fare a<br />
meno di pensare all’angoscia provata durante l’ultima<br />
parte del volo pomeridiano, per lunghi minuti di volo:<br />
cosa certamente diversa da altri emozionanti voli in cui,<br />
considerati i pochi secondi del pericolo o dello spavento,<br />
non c’era stato nemmeno il tempo per pensarci. Ma in<br />
quei casi istantanei, dopo e con i piedi per terra, eccome<br />
ci si pensa!<br />
18 AERONAUTICA 8-9/2010
SUL FILO DEI RICORDI<br />
Quella avventurosa sostituzione di un motore<br />
Durante la crisi di Suez nel novembre<br />
1956 le Nazioni Unite<br />
provvidero a inviare uomini e<br />
mezzi in Egitto per ristabilire la pace.<br />
Molte nazioni parteciparono a queste<br />
missioni e tra esse anche l’Italia<br />
che mise a disposizione i velivoli da<br />
trasporto C-119G della 46° Brigata<br />
Aerea per trasferire provviste di vettovagliamento<br />
vario e materiale tecnico<br />
dall’aeroporto di Capodichino<br />
(Napoli) - da dove decollavano alle<br />
02,30 di notte facendo scalo tecnico<br />
all’aeroporto di Souda Bay in quel<br />
dell’isola di Creta intorno alle 06,00 -<br />
e proseguivano nella stessa mattinata<br />
per l’Egitto, rientrando nuovamente<br />
all’aeroporto<br />
di Creta nel pomeriggio<br />
per scalo tecnico.<br />
Un velivolo del mio<br />
Gruppo ebbe un serio<br />
incidente circa<br />
due ore dopo il decollo<br />
da Napoli<br />
quando l’aereo si<br />
trovava in volo sul<br />
mare Mediterraneo:<br />
l’equipaggio udì un<br />
forte scoppio, ma<br />
inizialmente nessuna<br />
segnalazione di<br />
avaria venne rilevata<br />
dagli strumenti<br />
di bordo.<br />
Progressivamente,<br />
dopo un po’, uno<br />
strumento, “il torsiometro”,<br />
segnalò una caduta continua<br />
di potenza su un motore e fu giocoforza<br />
fermarlo e mettere “l’elica in<br />
bandiera”.<br />
Grazie a Dio l’aereo, anche se carico<br />
di un automezzo pesante e di un rimorchio<br />
pieno di materiale e con un<br />
solo motore efficiente, riuscì ad atterrare<br />
regolarmente sull’aeroporto<br />
di Souda Bay.<br />
L’aereo aveva perso in volo una completa<br />
testata di un cilindro e conseguentemente<br />
tutto l’olio lubrificante<br />
del motore, perdita che l’equipaggio<br />
constatò dopo l’atterraggio e ben evidenziata<br />
dal totale imbrattamento<br />
di Pasquale Di Nuzzo<br />
dei piani di coda del velivolo.<br />
In soccorso di questo velivolo partimmo<br />
con un altro C-119G il giorno<br />
successivo da Pisa con una squadra<br />
tecnica, un motore di scorta e materiale<br />
vario per le operazioni di<br />
smontaggio e rimontaggio, ma non<br />
potemmo imbarcare la gru per il suo<br />
eccessivo ingombro.<br />
Fino a quel momento, tutti gli equipaggi<br />
in transito per Souda Bay si<br />
erano limitati alle sole operazioni<br />
previste per lo scalo tecnico, ma<br />
questa volta, per noi, si trattava di<br />
passarvi un po’ di giorni, fino alla rimessa<br />
in efficienza del velivolo in<br />
avaria.<br />
Scoprii così che l’aeroporto non disponeva<br />
di alcun servizio di confort<br />
e assistenza (handling) ed io e la mia<br />
squadra fummo costretti a sistemarci<br />
a dormire nella fusoliera del velivolo<br />
in avaria.<br />
Il vettovagliamento per noi e gli<br />
equipaggi in transito era assicurato<br />
grazie alla presenza nella rada di<br />
una nave appoggio statunitense e<br />
trasportato da una jeep fino all’aeroporto<br />
sia a pranzo, sia a cena. Purtroppo,<br />
constatammo che non era<br />
disponibile alcuna gru per effettuare<br />
la sostituzione del motore.<br />
Ero frastornato dalla mancanza di<br />
tale indispensabile apparato quando<br />
un mio anziano maresciallo suggerì<br />
di farci prestare la jeep dagli americani<br />
in modo da poter andare alla ricerca<br />
di una gru; ed è ciò che feci,<br />
girai e rigirai l’isola finché in una<br />
palazzina in costruzione vidi un camioncino<br />
con la gru, mi avvicinai all’autista<br />
e un po’ con qualche parola<br />
e un po’ a gesti gli chiesi la disponibilità<br />
della gru.<br />
Questi accettò di venire la mattina<br />
successiva in aeroporto prima dell’inizio<br />
lavori e così in poco tempo<br />
mettemmo giù il motore in avaria e<br />
montammo il nuovo motore; ringraziai<br />
l’autista senza chiedere l’importo<br />
per il lavoro fatto e gli<br />
strinsi la mano.<br />
La mattina successiva<br />
giunse il comandante<br />
della 46ª Brigata Aerea<br />
al quale riferii della soluzione<br />
che avevo adottato<br />
per risolvere il<br />
problema della gru e<br />
questi mi rispose: «Solo<br />
un napoletano come te<br />
poteva risolvere il problema<br />
in questo modo».<br />
Alla fine dei lavori ed effettuato<br />
anche il previsto<br />
volo di collaudo ci accingemmo<br />
il mattino successivo<br />
a rientrare a<br />
Pisa, stanchi ma soddisfatti.<br />
Ma non era tutto finito.<br />
Complice la stanchezza,<br />
partimmo senza il piano di volo reso<br />
impossibile per la mancanza di copertura<br />
radio e pertanto divenimmo<br />
un “velivolo non autorizzato” venendo<br />
poi intercettati dall’aeronautica<br />
greca. Subimmo le classiche intimidazioni<br />
compresa una raffica di<br />
traccianti sulla prua del velivolo con<br />
un invito all’atterraggio sull’aeroporto<br />
di Atene.<br />
Tuttavia, durante l’avvicinamento, la<br />
nostra situazione fu chiarita via radio<br />
e la prevista “clearance” finalmente<br />
arrivò.<br />
Proseguimmo così senza ulteriori inconvenienti<br />
per tornare a Pisa.<br />
AERONAUTICA 8-9/2010 19
SUL FILO DEI RICORDI<br />
Il racconto che segue - tratto da “Storia di Famiglia“ scritto dal maresciallo pilota Vincenzo Nostro, diario che il figlio,<br />
maresciallo in congedo Claudio ha ritrovato dopo la scomparsa del padre – costituisce il seguito e il completamento di<br />
quanto pubblicato a pag. 18 di <strong>Aeronautica</strong> n. 12/2009 con il titolo «Il Cant.Z.501 “Gabbiano” protagonista della mia fuga<br />
dall’isola di Lero (9 ottobre 1943-24maggio 1944)».<br />
Idroscalo militare di Siracusa 24 maggio 1944<br />
Siracusa, dove ero giunto con il 1° av. mot. Radi, era un<br />
idroscalo inattivo: vi esisteva solo un piccolo presidio comandato<br />
da un sottufficiale marconista con alcuni avieri di<br />
governo. Tale sottufficiale, al mio arrivo sotto la banchina di<br />
alaggio, mi venne incontro con un dispaccio di Marinavia<br />
che già il giorno prima aveva segnalato il mio arrivo in quella<br />
base ordinando il rifornimento dell’aereo e il mio proseguimento<br />
per l’idroscalo di Brindisi.<br />
Trascorremmo la notte a Siracusa e l’indomani mattina decollammo<br />
per Brindisi che raggiungemmo in un paio d’ore<br />
navigando a manetta ridotta.<br />
Brindisi, al contrario di Siracusa, era un idroscalo armato e<br />
assolutamente efficiente; vi erano dislocate due squadriglie<br />
di Cant.Z.506 e di Cant.Z.501 comandate dal colonnello Michele<br />
Palmiotti. Il nostro arrivo fu un vero avvenimento e<br />
suscitò la curiosità di tutto il personale perché<br />
il nostro “501” era stato… camuffato dagli<br />
inglesi di Abukir i quali gli avevano<br />
disegnato a vivaci colori sulla prua la testa<br />
di un drago con le fauci spalancate, il che gli<br />
dava l’aspetto di uno strano mostro volante.<br />
Il col. Palmiotti ci chiamò nel suo ufficio<br />
ove gli feci la relazione del mio volo di trasferimento<br />
in Italia; lui volle conoscere tutti<br />
i particolari della nostra avventura in Egitto,<br />
ma non mi seppe dire ove fosse il Ten. Vasc.<br />
Osservatore Bruni che avremmo rivisto molto<br />
volentieri.<br />
Il col. Palmiotti ci comunicò che per disposizione<br />
di Marinavia eravamo stati assegnati<br />
alla base di Taranto, base che avremmo dovuto<br />
raggiungere in treno lasciando il nostro<br />
“501” a Brindisi.<br />
A Radi e a me dispiacque molto dover abbandonare<br />
il nostro fidatissimo “Mammaiuto” che ci era<br />
stato compagno in quella straordinaria avventura.<br />
Taranto: 25 maggio 1944<br />
Il giorno dopo arrivammo a Taranto che, come quella di<br />
Brindisi, era una base in piena attività; fummo accolti festosamente<br />
da vecchi amici e camerati di un tempo ed il primo<br />
a venirmi incontro e ad abbracciarmi fu l’amico Dario Tomassi<br />
col quale andai a sistemarmi nella sua camera che disponeva<br />
di un secondo letto libero.<br />
L’idroscalo di Taranto era allora comandato dal ten. col.<br />
Pezzani di Levanto e l’attività che vi si svolgeva non era più<br />
quella di un tempo di carattere prettamente militare: vi era<br />
un Gruppo di “506” e di “501” che venivano impiegati nel<br />
servizio civile. Avevamo, ad esempio, collegamenti bisettimanali<br />
con l’aeroporto di Elmas in Sardegna, qualche volta<br />
facevamo trasporti a Vigna di Valle sul Lago di Bracciano e,<br />
20<br />
Ancora ricordi della mia vita in grigio-azzurro<br />
Dal rientro in Italia col Cant.Z.501 al collocamento in congedo per i limiti di età. (24 maggio 1944 - 20 maggio 1955).<br />
di Vincenzo Nostro<br />
L’autore prima di un volo<br />
tanto ad Elmas che a Bracciano, si trasportava personale<br />
militare e civile, posta e merci varie poiché le linee aeree civili<br />
in quel tempo erano state interrotte.<br />
La guerra che era passata in quelle zone del sud d’Italia e in<br />
Sardegna aveva lasciato i suoi tragici segni e drammatiche<br />
conseguenze come per esempio la carenza assoluta di viveri<br />
e di prodotti alimentari in genere oltre a medicinali e articoli<br />
di prima necessità; le carenze ospedaliere poi erano notevoli<br />
ovunque e così più volte ci capitò di trasportare malati<br />
o feriti per incidenti dalla Sardegna, ove gli ospedali erano<br />
più dissestati che altrove, a Taranto, a Catania o addirittura<br />
a Vigna di Valle per essere poi ricoverati negli ospedali romani.<br />
In sintesi eravamo a disposizione per tutti quegli impieghi<br />
rapidi e primari di cui le regioni del Sud necessitavano; altri<br />
reparti, come quello di Brindisi, avevano il nostro stesso impiego.<br />
Ricordo che in quel periodo istruimmo un<br />
numeroso gruppo di allievi ufficiali dell’ultimo<br />
corso dell’Accademia <strong>Aeronautica</strong> di Nisida<br />
che vennero a Taranto per effettuare il<br />
passaggio sugli idrovolanti.<br />
Si svolgeva tutta questa attività con vero spirito<br />
di sacrificio e di abnegazione, ma ciò che<br />
era più a terra era il morale di buona parte<br />
del personale nel pensare alle proprie famiglie<br />
residenti in regioni del nord Italia ancora<br />
occupate dai tedeschi ed ove continuava la<br />
guerra di liberazione e, pertanto, conoscendone<br />
i pericoli e i disagi eravamo in angosciosa<br />
attesa che gli alleati liberassero quelle<br />
regioni al più presto.<br />
Anche la Toscana era fra le zone più “calde”<br />
perché i tedeschi si erano attestati anche sui<br />
monti pisani contribuendo a tener salda nelle<br />
proprie mani la famosa “linea Gotica”.<br />
Venne finalmente il giorno in cui si seppe che essi erano in<br />
ritirata e che anche la Toscana era stata liberata. Pochi giorni<br />
dopo si diffuse la buona novella che il ten. col. Risaliti, un<br />
livornese, stava organizzando un viaggio su autocarri per<br />
quel personale avente le famiglie nelle zone liberate ed ora<br />
occupate dagli alleati.<br />
Anch’io venni incluso in quel fortunato elenco di nomi ed<br />
una bella mattina partimmo su un convoglio di due autocarri<br />
al comando dello stesso ten. col. Risaliti.<br />
Percorremmo la Penisola a tappe diurne e notturne e man<br />
mano che si risaliva verso nord, attraverso le diverse regioni,<br />
si faceva scendere il personale nei pressi della località<br />
dove era residente la famiglia e si proseguiva il viaggio; l’ultima<br />
regione era la Toscana e l’ultima tappa era Livorno, dove<br />
appunto risiedeva la famiglia di Risaliti.<br />
Ricordo che sull’ultimo tratto del lungo percorso, oltre a Risaliti,<br />
eravamo rimasti in tre.<br />
Avevamo sette giorni da trascorrere in famiglia e per il ritor-<br />
AERONAUTICA 8-9/2010
no era stato fissato un appuntamento per il giorno e l’ora<br />
approssimativa in cui avrebbe dovuto transitare il convoglio;<br />
ciascuno di noi si sarebbe dovuto far trovare in attesa<br />
degli autocarri nel punto medesimo ove era sceso nel viaggio<br />
di andata.<br />
Il viaggio mi sembrò interminabile, impiegammo quattro<br />
giorni e quattro notti per giungere in Toscana appollaiati<br />
sulle panche nell’interno dei due autocarri che avanzavano<br />
spesso con tremendi scossoni dato il dissesto di molte strade.<br />
Ma quel disagio era ben accetto perché ci confortava il pensiero<br />
di rivedere i nostri cari, che talvolta dovevano essere<br />
addirittura ricercati se si erano trasferiti altrove, e questo<br />
era un vero, penoso dramma.<br />
Tornavo a casa senza preavviso. Avrei veramente ritrovata la<br />
mia famigliola dopo tanti mesi di assoluto silenzio e mancanza<br />
di notizie da ambo le parti?<br />
Mi commuovo ancora adesso riandando col pensiero a quel<br />
nostro incontro che lascio immaginare a coloro che mi leggono.<br />
Trascorsi con Eva e i tre piccoli sette giorni indimenticabili<br />
per la gioia incredibile e la soddisfazione di esserci ritrovati<br />
sani e salvi e in buona salute; d’ora in poi il servizio postale<br />
avrebbe ripreso a funzionare e ciò ci era di grande conforto.<br />
Tornato al reparto svolsi una buona attività di volo senza<br />
saltare mai il mio turno bisettimanale nel collegamento con<br />
Elmas, ove sostavamo la notte. Scopo di molti di questi<br />
viaggi era il trasporto di generi alimentari per il rifornimento<br />
delle rispettive mense; per esempio noi recavamo ad Elmas<br />
olio della Puglia e trasportavamo a Taranto latticini,<br />
oltre naturalmente a decine di sacchi di posta per l’isola che<br />
veniva poi inoltrata via terra per le varie province. Nei nostri<br />
viaggi non mancavano mai i passeggeri militari e civili che<br />
trasportavamo gratuitamente.<br />
Una volta ebbi un piacevole incarico: quello di recarmi in<br />
missione per quindici giorni con un Cant.Z.501 all’idroscalo<br />
di Nisida, l’isoletta ove aveva sede la nostra Accademia <strong>Aeronautica</strong>,<br />
per portare in volo gli allievi del primo Corso per<br />
il loro “primo volo di impressione” perché la maggior parte<br />
di loro non aveva mai volato. Furono quindici giorni piacevolissimi<br />
fra quella bella gioventù sana ed entusiasta che<br />
spesso mi ammirava con rispetto come fossi un vecchio lupo<br />
di mare che facesse cose straordinarie.<br />
Poco dopo mi iscrissi ben volentieri ad un corso d’inglese di<br />
tre mesi che si svolgeva all’interno del reparto, corso che<br />
presi molto sul serio e nel quale studiai con molto interesse<br />
e buona volontà… eravamo una decina di allievi fra ufficiali<br />
e sottufficiali. Agli esami che consistevano in un colloquio<br />
in inglese su argomenti vari, mi classificai primo del corso<br />
con la sedicente qualifica di interprete, qualifica in realtà<br />
ben lontana da quella di un interprete vero e proprio, ma<br />
me la cavavo alla meno peggio; del resto avevo già studiato<br />
l’inglese per mio conto.<br />
Iscrivendomi a quel corso non immaginavo le conseguenze<br />
che me ne sarebbero derivate e queste furono il mio trasferimento<br />
al Centro Soccorso Aereo di Linate-Milano.<br />
Avvenne, infatti, che il Ministero chiese un sottufficiale interprete<br />
da assegnare a quel Centro e per la mia classifica riportata<br />
al sopracitato corso fui il prescelto dal col. Pezzani.<br />
Il trasferimento a Linate avvenne verso la metà dell’ottobre<br />
1946; erano trascorsi due anni dal mio ritorno dall’Egitto.<br />
Milano-Linate: ottobre 1946<br />
Al Centro Soccorso Aereo di Linate venni accolto, festeggiatissimo,<br />
dal capitano Edgardo Merli, mio buon amico e<br />
compagno di volo oltre che da una piccola comunità di ufficiali<br />
e sottufficiali che operavano in quelle due stanzette sottostanti<br />
la torre di controllo dell’aeroporto. Non vi erano<br />
altro che una stazioncina ricetrasmittente e un centralino<br />
telefonico oltre ad ampi tavoli su cui erano distese in permanenza<br />
carte nautiche della zona che era sotto il nostro<br />
controllo.<br />
AERONAUTICA 8-9/2010<br />
SUL FILO DEI RICORDI<br />
L’autore ai comandi di un Cant.Z.506 con a fianco il cap.<br />
pil. Polimeni<br />
Il Soccorso era allora ai primi vagiti e il Centro di Linate era<br />
stato uno dei primi ad essere istituito; disponevamo di un<br />
S.79 dell’aeroporto di Bergamo con proprio equipaggio e<br />
noi non ci volavamo perché avevamo solo il compito di<br />
ascolto per ricevere o intercettare eventuali richieste di soccorso<br />
per malati, feriti o dispersi sui monti o anche velivoli<br />
militari e civili con i quali era cessato il contatto radio.<br />
Più tardi venni a sapere che era stato proprio Merli a richiedermi<br />
da Taranto nominativamente.<br />
Con Eva c’erano rapporti di fitta corrispondenza ma le cose<br />
stagnavano e non si vedeva una via di uscita per trovare a<br />
Milano la sistemazione familiare tanto auspicata.<br />
Erano trascorsi così circa venti mesi quando un giorno incontrai<br />
il col. Pezzani che da Taranto era venuto alla 1ª Zona<br />
Aerea Territoriale di Milano in qualità di vice<br />
comandante. Gli esposi la mia situazione familiare che lui<br />
ben comprese e considerò umanamente prendendola a cuore.<br />
Mi disse che solo in Sicilia, forse, avrei potuto trovare la soluzione<br />
a tutti i miei problemi perché molti aeroporti erano<br />
stati disarmati ed erano rimasti liberi molti alloggi per ufficiali;<br />
pertanto c’era per me la possibilità di trovare la giusta<br />
sistemazione familiare.<br />
Anche Merli mi comprese e, pur con suo dispiacere, favorì<br />
la mia richiesta di trasferimento per il Centro Soccorso di<br />
Catania da cui dipendeva quello di Augusta.<br />
Venni trasferito nel giugno del 1948.<br />
Augusta (SR): luglio 1948<br />
Quando arrivai definitivamente ad Augusta venni a sapere<br />
che nel vicino idroscalo di Siracusa, lo stesso ove ero sbarcato<br />
dopo la mia avventura in Egitto, vi era un’abitazione<br />
disponibile, la andai a visitare e ne fui soddisfattissimo.<br />
Il comando di Augusta mi mise a disposizione un capace<br />
autocarro col quale mi recai ad Orbetello ove ritirai le mie<br />
masserizie e le casse ove erano racchiuse le nostre cose.<br />
Ad Augusta la mia Squadriglia, la 149ª dotata di idrovolanti<br />
Cant.Z.506S, svolgeva missioni di soccorso aereo militare e<br />
civile nelle zone che comprendevano il Tirreno meridionale<br />
con le isole Eolie, la Calabria e tutta la Sicilia; si accorreva<br />
con i nostri velivoli ovunque fossero accaduti incidenti marittimi<br />
o aerei, alla ricerca di natanti dispersi o anche dove<br />
erano feriti o malati residenti nelle Eolie che trasportavamo<br />
poi agli ospedali di Catania e di Palermo.<br />
Un giorno il magg. Dal Carobbo mi chiamò nel suo ufficio e<br />
mi fece il seguente discorsetto: «Senta Nostro, le squadriglie<br />
necessitano di piloti ben addestrati e come lei sa, ci sono a<br />
volte anche delle chiamate notturne per missioni particolari.<br />
Lei ci manca e desidereremmo che anche lei fosse in perma-<br />
21
SUL FILO DEI RICORDI<br />
nenza presente qui ad Augusta. Cosa ne pensa di trasferirsi<br />
qui con la sua famiglia? Disponiamo di alloggi INCIS di nostra<br />
gestione ed uno di questi si è reso libero nella palazzina<br />
degli ufficiali».<br />
Gradii moltissimo la proposta e il giorno stesso mi recai a<br />
visitare l’appartamento che mi era stato segnalato, sito all’ultimo<br />
piano della palazzina ufficiali ad un chilometro di<br />
strada dall’idroscalo.<br />
Era un alloggio spazioso e moderno che rispondeva perfettamente<br />
alle nostre esigenze; era superiore ad ogni mia<br />
aspettativa perfettamente pulito e in ordine; il fitto poi era<br />
veramente minimo in rapporto all’abitazione che mi veniva<br />
offerta.<br />
Fu Dal Carobbo che si premurò di farmi avere il mezzo di<br />
trasporto delle masserizie con alcuni avieri e lasciando la<br />
simpatica casa di Siracusa, dopo un paio di settimane prendemmo<br />
possesso del<br />
nuovo alloggio. Ciò avvenne<br />
ai primi di marzo<br />
del 1950. Passarono<br />
così felicemente altri<br />
due anni nella nuova<br />
abitazione di Augusta.<br />
L’<strong>Aeronautica</strong> italiana<br />
intanto si stava avviando<br />
ad una più completa<br />
riorganizzazione<br />
anche nel campo della<br />
difesa aerea con i primi<br />
apparati radar che<br />
aveva acquistati dall’Inghilterra.<br />
Un giorno, dopo una<br />
interessantissima conferenza<br />
tenutaci dal<br />
magg. Dal Carobbo, lo<br />
stesso mi chiese se volevo partecipare ad un corso per tecnici<br />
radaristi tanto più che con i miei 43 anni mi avviavo verso<br />
il collocamento a riposo per limiti di età quale pilota,<br />
mentre, se avessi preso il brevetto di radarista, avrei avuto<br />
forse la possibilità di proseguire nella carriera sia pure in<br />
un’altra specialità.<br />
La cosa mi interessò molto e quando pervenne dal Ministero<br />
una richiesta di personale da inviare ad un corso per radaristi<br />
a Borgo Piave (Latina) fui nuovamente interpellato<br />
da Dal Carobbo. Accettai e fui inviato al corso teorico-pratico<br />
che sarebbe durato soltanto tre mesi. Trovai il corso molto<br />
interessante e mi ci appassionai tanto; eravamo una<br />
trentina di allievi provenienti dai vari reparti dell’Italia, quasi<br />
tutti piloti anziani.<br />
Intanto il tempo passava senza che io vedessi, nemmeno alla<br />
lontana, la soluzione dei miei problemi familiari con moglie<br />
e figli nuovamente lontani, ad Augusta. Una mattina<br />
con un permesso mi recai al Ministero a Roma riuscendo a<br />
far presente a chi di dovere il mio caso e la mia situazione.<br />
Fui ricevuto da un colonnello del Genio Aeronautico, un<br />
pioniere dei centri radar avendo frequentato dei corsi speciali<br />
in Inghilterra e che, per l’appunto, stava organizzando<br />
un po’ da per tutto delle nuove installazioni.<br />
Mi propose di andare a costituire un CRP, ossia un Centro<br />
radar sull’aeroporto disarmato di Chinisia a Trapani; mi<br />
avrebbe fatto ottenere un foglio di viaggio per una missione<br />
in quella base per vederne la situazione.<br />
Con quell’ordine superiore partii da Borgo Piave e mi recai<br />
a Chinisia ove, a prescindere dal dissesto che vi trovai con<br />
un paio di sottufficiali specialisti e un gruppo di avieri che<br />
in quell’aeroporto disarmato non avevano niente da fare,<br />
notai un confortevole alloggio che doveva essere stato quello<br />
del comandante di quella base quando l’aeroporto era efficiente.<br />
Bastò questo per farmi decidere; tornai a Roma da<br />
quel colonnello e gli detti il mio benestare.<br />
Una settimana dopo avevo già assunto il comando dell’aeroporto<br />
di Chinisia.<br />
22<br />
Cant.Z.506 della 149ª Squadriglia ad Augusta<br />
Eravamo così giunti al mese di luglio 1953 e con la mia brava<br />
licenza di trasferimento fui in grado di sistemarmi con<br />
tutta la mia bella famiglia in quella nuova sede di lavoro.<br />
Aeroporto di Chinisia (Trapani): luglio 1953<br />
A Chinisia trascorremmo due anni che furono bellissimi<br />
tanto per me che per i miei cari.<br />
Dipendevo operativamente da Catania e amministrativamente<br />
da Palermo; con tutto ciò mi sentivo pressoché autonomo<br />
in quanto potevo prendere delle iniziative avendo<br />
avuto carta bianca per quanto riguardava l’organizzazione<br />
del nuovo Centro radar (CRP). Avevo la collaborazione di<br />
eccellenti graduati specialisti che mi vennero assegnati in<br />
forza al Centro e così,<br />
piano piano, quell’aeroporto<br />
abbandonato<br />
prese nuova vita, il<br />
personale che avevo alle<br />
dipendenze aumentava<br />
ed era in gran<br />
parte specializzato nel<br />
campo radio e telecomunicazioni.<br />
In pochi mesi riuscii a<br />
portare a termine la<br />
mia fatica approntando<br />
un Centro attivo e<br />
funzionante quasi alla<br />
perfezione con una sala<br />
operativa ove si potevano<br />
svolgere tutte<br />
quelle operazioni tattiche<br />
e strategiche che<br />
avevo imparato ad osservare alla Scuola di Borgo Piave.<br />
Continuavo la mia attività di volo all’aeroporto di Milo-Trapani<br />
con un piccolo aereo da turismo che mi veniva mandato<br />
semestralmente dall’aeroporto di Palermo, ma ben presto<br />
arrivò la data del mio collocamento a riposo per limiti di età<br />
(45 anni): fu nel maggio del 1955.<br />
Mi trovai davanti al dilemma se congedarmi o continuare il<br />
servizio presentando domanda di tre mesi in tre mesi, e<br />
scelsi questa seconda soluzione poiché ero contento del mio<br />
stato, ma poco tempo dopo arrivò da Palermo un tele che<br />
mi comunicava l’arrivo imminente di un maggiore del ruolo<br />
servizi al quale avrei dovuto passare le consegne in quanto<br />
assumeva il comando dell’aeroporto di Chinisia e del CRP.<br />
A questo punto considerai che non me la sarei sentita di capovolgere<br />
di punto in bianco la mia posizione da quella di<br />
comandante in quella di modesto gregario tanto più sapendo<br />
che avrei dovuto cedere l’alloggio che abitavo con la famiglia.<br />
Quando arrivò gli passai le regolari consegne e quindici<br />
giorni dopo presentavo le mie dimissioni per essere collocato<br />
in congedo assoluto, congedo che non tardò ad arrivare<br />
con un dispaccio ministeriale e così, dopo trenta anni di servizio<br />
reso allo Stato, rientravo nella vita civile.<br />
Anche in questa occasione, come già fatto a conclusione di<br />
quanto pubblicato su <strong>Aeronautica</strong> n. 12/2009, mi rivolgo ai<br />
lettori di queste note esprimendo il vivo desiderio di potermi<br />
mettere in contatto con i colleghi piloti e non, o loro familiari,<br />
che hanno conosciuto e volato con mio padre - in special modo<br />
sui Cant.Z.501 e Cant.Z.506 - negli aeroporti e idroscali di<br />
Orbetello, di Cadimare, di Milano Taliedo, di Roma Ciampino<br />
Nord, di Vigna di Valle, di Taranto ed infine ad Augusta, sede<br />
della 149ª Squadriglia Soccorso Aereo invitandoli a contattarmi<br />
a uno dei seguenti miei recapiti: 1° m.llo Claudio Nostro –<br />
Via Francesco Petrarca, 9 – 30027 San Donà di Piave (Venezia)<br />
- Tel. 0421-43021, cell. 335-5233253, e.mail:<br />
claudio.nostro@libero.it<br />
AERONAUTICA 8-9/2010
Consegna di brevetti di pilota e di<br />
specialista a personale dell’AVES<br />
Il 21 luglio, sull’aeroporto di Viterbo, ha avuto luogo la<br />
cerimonia per la consegna dei brevetti di pilota militare<br />
e di tecnico specialista ad una cinquantina tra ufficiali,<br />
sottufficiali e personale di truppa dell’Aviazione dell’Esercito<br />
(AVES) che hanno completato i relativi corsi istruzionali.<br />
La cerimonia, che è stata presieduta dal comandante delle<br />
Forze operative terrestri, gen. CA <strong>Arma</strong>ndo Novelli, e<br />
dal comandante dell’AVES gen. CA Enzo Stefanini, ha visto<br />
anche la consegna di numerosi riconoscimenti agli allievi<br />
che si sono particolarmente distinti durante<br />
l’addestramento.<br />
Nell’occasione il gen. b. Jean Sebastien Tavernier, addetto<br />
militare presso l’Ambasciata di Francia a Roma, ha<br />
consegnato alla vedova del magg. pil. AVES Filippo Fornassi,<br />
deceduto per incidente di volo il 1° giugno 2008 sul<br />
lago di Bracciano, una onorificenza postuma che il governo<br />
di Parigi ha concesso al caduto per il suo impegno a<br />
favore del contingente francese nel corso di operazioni<br />
congiunte nell’ex Jugoslavia.<br />
Presenti all’evento numerose alte autorità religiose, civili<br />
e militari nonché molti familiari dei neo brevettati.<br />
50 anni fa l’ultimo volo del<br />
“Marsupiale”<br />
Scrive il m.llo marc. Enrico Giovacchini, presidente della<br />
sezione <strong>AAA</strong> di Frosinone:<br />
AERONAUTICA 8-9/2010<br />
VARIE<br />
Assoarma ha onorato a Roma i Caduti dell’8 settembre a Porta Capena<br />
L’8 settembre - in concomitanza con le tradizionali cerimonie<br />
celebrative dell’eroica resistenza delle forze armate italiane<br />
contro i tedeschi a Porta San Paolo – il Consiglio permanente<br />
di coordinamento delle Associazioni d’<strong>Arma</strong> (Assoarma) ha<br />
indetto per la prima volta dagli eventi di allora una analoga<br />
manifestazione in Piazza di Porta Capena nel corso della<br />
quale il suo attuale presidente nazionale, gen. CA Mario Buscemi,<br />
ha deposto una corona di alloro al monumento eretto<br />
sul luogo in memoria dei 417 militari di varie Armi che vi persero<br />
la vita nei combattimenti per la difesa di Roma.<br />
Presenti alla cerimonia, con le più alte autorità civili e militari<br />
della Capitale, un plotone in armi con trombettiere per la resa<br />
degli onori e le folte rappresentanze con Labari della quarantina<br />
di Associazioni d’arma e combattentistiche tra le quali<br />
quella del nostro sodalizio guidata dal presidente nazionale<br />
<strong>AAA</strong> gen. SA Gianbortolo Parisi.<br />
«Il 3 agosto scorso è stato il 50° anniversario dell’ultimo<br />
volo del celebre trimotore SIAI Marchetti SM.82 “Marsupiale”<br />
che da molti esperti fu giudicato come il miglior aereo<br />
da trasporto militare del secondo conflitto mondiale.<br />
All’ingegner Alessandro Marchetti il merito di aver progettato<br />
e realizzato un velivolo eccezionale capace di missioni<br />
operative fuori dal comune. Gli aviatori meno<br />
giovani ricorderanno certamente il bombardamento delle<br />
raffinerie del Bahrein, le tante missioni per conto dei Servizi<br />
Aerei Speciali, il trasporto di truppe e benzina verso<br />
l’Africa Settentrionale, dei 51 caccia Fiat CR.42 verso<br />
l’AOI, delle missioni umanitarie per conto dei Cavalieri di<br />
Malta e del Soccorso Aereo, ecc.<br />
In sintesi un aeroplano sul quale equipaggi capaci e coraggiosi<br />
si sono coperti di gloria.<br />
Come non emozionarsi nel ricordare l’ultimo volo, celebrativo,<br />
del “Bosca 97” ovvero della MM 61187 che dalla<br />
base di Guidonia “passa a salutare” quelle di Grottaglie,<br />
Orio al Serio e poi spegnere i motori, per l’ultima volta, in<br />
quella di Roma Centocelle?.<br />
Era il 3 agosto 1960 e quell’esemplare, sul quale ho anch’io<br />
volato tante volte, oggi fa bella mostra di sé al Museo<br />
Storico dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare di Vigna di Valle. Se<br />
la memoria non mi tradisce l’equipaggio era composto dai<br />
piloti Perna e Maltinti, dall’osservatore EI Migliorini e dai<br />
capi specialisti Da Pozzo, Jaccarino e Paolucci rispettivamente<br />
motorista, marconista e montatore.<br />
Cari soci non mancate di rendergli omaggio!»<br />
23
VARIE<br />
Il 2 agosto 1990, esattamente<br />
vent’anni fa, le forze corazzate<br />
irachene, già posizionate da alcuni<br />
giorni per un’improbabile<br />
esercitazione, invadevano il<br />
Kuwait. Erano i prodromi della<br />
Guerra del Golfo, la prima ad essere<br />
esplicitamente combattuta per<br />
il petrolio e di fatto l’ultima – se si<br />
esclude quella ancora con troppe<br />
ombre per l’abbattimento di Saddam<br />
Hussein – ad essere combattuta<br />
come vera guerra, secondo<br />
dottrina e senza troppe falsificazioni<br />
ideologiche. Il pretesto era<br />
stato il rifiuto dell’Emirato ad accettare<br />
una serie di richieste da<br />
parte irachena: cancellazione del<br />
debito contratto nei confronti del<br />
Kuwait durante la guerra con l’Iran;<br />
pagamento di svariati miliardi<br />
di dollari come rimborso per una<br />
presunta frode di petrolio dai pozzi<br />
di frontiera; revisione dei confini<br />
tra i due paesi che prevedeva,<br />
tra l’altro, la cessione di alcune<br />
isole.<br />
Governo, parlamento e<br />
forze armate<br />
Immediatamente il Consiglio di<br />
Sicurezza approva all’unanimità la<br />
risoluzione 660 – ne seguiranno<br />
altre undici – che invita l’Iraq a un<br />
ritiro immediato, varando anche<br />
sanzioni economiche ed embargo<br />
militare. La flotta americana muove<br />
verso il Golfo, dove il 13 agosto<br />
scatta il blocco navale, mentre il<br />
presidente Bush inizia consultazioni<br />
che porteranno ad una coali-<br />
24<br />
Diario di una guerra dimenticata<br />
di Mario Arpino<br />
“…una cosa di cui non si parla non è mai esistita…”<br />
Oscar Wilde<br />
zione militare di 35 nazioni, Egitto<br />
e Siria comprese. Il 25 agosto<br />
un’altra risoluzione autorizza l’eventuale<br />
uso della forza per far rispettare<br />
l’embargo, e in questo<br />
contesto il governo italiano – presieduto<br />
da Giulio Andreotti - nel<br />
turno di presidenza Cee, a nome<br />
dei dodici paesi condanna l’invasione<br />
e aderisce alla richiesta Onu<br />
di ritiro immediato. E’ in questo<br />
quadro che già il 14 agosto il consiglio<br />
dei ministri delibera l’invio<br />
della nostra Marina – viene costituito<br />
il 20° Gruppo navale – che il<br />
successivo 21 agosto fa rotta per il<br />
Golfo, dopo che i nove paesi Ueo<br />
hanno espresso la determinazione<br />
a far rispettare l’embargo anche<br />
con l’uso della forza. Mentre le nostre<br />
navi sono già in rotta, il Parlamento<br />
italiano si esprime a larga<br />
maggioranza in favore del coinvolgimento<br />
italiano nella crisi. Ma<br />
non si parla ancora di guerra. Il 14<br />
settembre il Governo, alla vigilia<br />
della visita a Roma del segretario<br />
di stato americano James Baker,<br />
annuncia il rischieramento nel<br />
Golfo di un gruppo di caccia-bombardieri<br />
Tornado. Il Consiglio di<br />
Sicurezza decreta all’unanimità<br />
anche l’embargo aereo e il 25 settembre<br />
i Tornado, riconfigurati<br />
per il deserto e con la nuova livrea<br />
color sabbia, decollano da Gioia<br />
del Colle per raggiungere la base<br />
di al-Dhafra, negli Emirati Arabi<br />
Uniti, che fino alla metà di marzo<br />
dell’anno successivo sarà sede del<br />
neo-costituito Reparto Autonomo<br />
dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare. Ancora<br />
non si parla di guerra e ufficialmente<br />
i caccia-bombardieri sono<br />
là per proteggere il nostro Gruppo<br />
navale. Gli equipaggi, comunque,<br />
possiedono tutti la qualifica di<br />
“pronti al combattimento” secondo<br />
standard Nato e, con un ulteriore<br />
addestramento congiunto<br />
per assimilare nuove procedure<br />
operative, sarebbero in grado di<br />
integrarsi con celerità nelle forze<br />
aeree della Coalizione.<br />
Una svolta verso la guerra<br />
La svolta avviene il 29 novembre,<br />
quando il Consiglio di Sicurezza<br />
approva la risoluzione 678, che autorizza<br />
l’uso della forza se l’Iraq<br />
non si ritirasse dal Kuwait entro le<br />
24.00 del 15 gennaio 1991 (06.00<br />
del 16 gennaio, ora di Roma). Anche<br />
in Italia si comincia ora a parlare<br />
di guerra, ci sono discussioni<br />
in Parlamento e proteste nel Paese,<br />
dove le frange pacifiste sono<br />
assai attive, ma alla fine anche i<br />
nostri Tornado vengono autorizzati<br />
ad addestrarsi con la coalizione<br />
nel ruolo che è loro proprio (Desert<br />
Shield). Cessa così un improbabile<br />
supporto a una flotta che,<br />
comunque, opera fuori dalla portata<br />
della minaccia aerea irachena.<br />
Il 6 gennaio decolla per la Turchia<br />
anche un’aliquota di RF-104G da<br />
ricognizione, per contribuire alla<br />
sorveglianza dei confini con l’Iraq.<br />
In Italia parlare di guerra ovviamente<br />
è difficile, e così la nostra<br />
Unità di coordinamento aereo<br />
(Ucaereo Riyadh), a pochi giorni<br />
dalla scadenza dell’ultimatum dell’Onu,<br />
non dispone ancora dell’au-<br />
AERONAUTICA 8-9/2010
torizzazione nazionale ad entrare<br />
nella pianificazione reale della<br />
Coalizione.<br />
Ciò provoca difficoltà al Reparto e<br />
disappunto nel comando alleato,<br />
che vorrebbe sapere quale sarà il<br />
nostro ruolo in caso di ordine di<br />
attacco, ritenuto imminente. L’addestramento<br />
viene in ogni caso<br />
completato, anche se la nostra singolare<br />
posizione non ci consente<br />
ancora pieno accesso a tutta l’intelligence<br />
operativa. Siamo in buona<br />
compagnia, perché anche i<br />
colleghi francesi si trovano nella<br />
medesima situazione. Il 16 gennaio,<br />
come previsto, scade l’ultimatum<br />
e la Coalizione si prepara<br />
al primo attacco. Noi non abbiamo<br />
ancora alcuna autorizzazione<br />
e, tra i sorrisetti degli alleati, stiamo<br />
a guardare. Nella stessa giornata,<br />
tuttavia, il Consiglio dei<br />
ministri decide la piena ottemperanza<br />
alla risoluzione 678 ed in<br />
Senato inizia il dibattito parlamentare<br />
per recepire la linea del<br />
governo. In patria, anche l’Esercito<br />
viene mobilitato, a presidio delle<br />
installazioni contro atti di<br />
terrorismo interno. Nella notte del<br />
17 gennaio 2.200 velivoli della<br />
Coalizione iniziano l’operazione<br />
Desert Storm, attaccando obiettivi<br />
militari e siti strategici in Baghdad.<br />
Noi siamo fermi a terra, ancora<br />
senza autorizzazione. Questa,<br />
dopo l’approvazione parlamentare,<br />
arriva il giorno successivo, appena<br />
in tempo per essere frettolosamente<br />
inseriti nel programma della seconda<br />
ondata.<br />
Una firma “saltata”<br />
AERONAUTICA 8-9/2010<br />
Una missione sfortunata<br />
Come noto, l’esito di questa nostra<br />
prima missione è sfortunato. Nella<br />
notte, decollano da al-Dhafra otto<br />
Tornado, armati con cinque bombe<br />
da 1.000 libbre ciascuno. Gli<br />
obiettivi sono una serie di depositi<br />
di munizioni, da colpire volando a<br />
bassissima quota. I nostri fanno<br />
parte di un pacchetto di una quarantina<br />
di velivoli, che devono agganciare<br />
gli aerei-cisterna per<br />
rifornirsi in un’area al largo di<br />
Kuwait City. La zona è temporalesca,<br />
in un fronte di nubi cumuliformi<br />
con forte turbolenza.<br />
Nessuno dei velivoli nazionali e alleati,<br />
nella notte, riesce ad agganciare<br />
il rifornitore e tutti, meno<br />
uno, ritornano alla base. Solo il<br />
maggiore Bellini, che aveva il capitano<br />
Cocciolone come navigatore,<br />
dopo vari tentativi riesce fortunosamente<br />
a rifornire. Prosegue isolato<br />
la sua missione, attacca e<br />
distrugge il deposito di munizioni<br />
volando, di notte, a mille chilometri<br />
all’ora a sessanta metri da terra<br />
– a questo i nostri piloti erano perfettamente<br />
addestrati – ma incappa<br />
in un nutrito fuoco di<br />
contraerea e viene abbattuto. Il resto,<br />
è storia nota. Tutte le successive<br />
225 sortite di attacco<br />
proseguono con successo, fino alla<br />
conclusione della campagna aerea<br />
il 24 febbraio, data in cui iniziano<br />
i quattro giorni di campagna terrestre<br />
che conducono alla vittoria finale<br />
con la liberazione del Kuwait.<br />
25<br />
VARIE<br />
L’epilogo è l’incontro tecnico per la<br />
cessazione del fuoco tra gli esponenti<br />
delle forze contrapposte sotto<br />
la tenda di Safwan, località<br />
irachena al confine con il Kuwait.<br />
E’ il 3 marzo 1991. L’11 marzo<br />
rientrano a Villafranca dalla Turchia<br />
gli RF-104, ed il 15 marzo atterrano<br />
a Gioia del Colle anche i<br />
Tornado.<br />
Desert Storm è terminata.<br />
Guerra vera, guerra<br />
dimenticata<br />
Questa è stata una guerra vera,<br />
senza troppe alterazioni semantiche,<br />
e forse per questo oggi è difficile<br />
leggerla negli innumerevoli<br />
elenchi di “operazioni di pace”.<br />
Guerra da “dimenticare”, scomoda,<br />
forse già dimenticata. Si, perché<br />
gli equipaggi decollavano ogni<br />
giorno da al-Dhafra con l’ordine di<br />
attaccare e distruggere le forze nemiche<br />
in territorio ostile, di giorno<br />
e di notte, a 1.500 chilometri di distanza.<br />
Non c’erano mezzi termini<br />
né caveat, tutto era chiaro, questa<br />
era la missione, e così è stata disciplinatamente<br />
eseguita. Per la Storia,<br />
dopo oltre 45 anni dalla fine<br />
della seconda guerra mondiale, è<br />
stata la prima volta in cui l’Italia<br />
ha deliberatamente deciso di coinvolgere<br />
in un conflitto le proprie<br />
forze armate. Tra di esse, è stata<br />
l’<strong>Aeronautica</strong> Militare ad avere il<br />
privilegio di affrontare per prima<br />
la prova del fuoco.<br />
Nel “cappello” all’articolo di Egisto Corradi “In picchiata sui ribelli Vietcong” pubblicato a pag. 14 di<br />
<strong>Aeronautica</strong> n. 7/2010 - per un banale slittamento dei testi in fase di impaginazione - è “saltata” la firma<br />
del suo autore, il noto giornalista ed apprezzato collaboratore Giorgio Torelli. Ce ne scusiamo vivamente<br />
con lui e con tutti i lettori, certi – comunque – che essi non avranno avuto dubbi nel<br />
riconoscerne l’inconfondibile stile.
VARIE<br />
26<br />
Il 47° Salone aeronautico di Farnborough<br />
Dal 19 al 25 luglio, ha avuto luogo a Farnborough (Gran Bretagna) la 47ª edizione dell’International Airshow, il principale<br />
evento europeo del settore aerospaziale assieme a quello del Bourget, con il quale si alterna ogni anno.<br />
A questo Salone hanno partecipato oltre 1.300 espositori di 38 paesi i cui stand o settori sono stati visitati da un pubblico di<br />
circa 250.000 persone.<br />
Al Salone si sono visti, tra gli altri… (foto di Gregory Alegi)<br />
Il simulacro dell’addestratore avanzato Aermacchi M-346 nella<br />
mostra statica di Finmeccanica.<br />
L’Airbus A400M ha fatto il suo debutto dinanzi al pubblico<br />
mondiale, impressionando per la sua silenziosità.<br />
Il Boeing 737 AEW&C nella configurazione e colori dell’aeronautica<br />
militare turca.<br />
Il nuovo elicottero AgustaWestland AW169, presentato in forma<br />
di simulacro nei colori della polizia inglese.<br />
Il Tecnam MMA, versione da osservazione del bimotore<br />
P2006T.<br />
La mole dell’Airbus A380 continua a dominare la mostra statica.<br />
AERONAUTICA 8-9/2010
Ambiente ed ecocompatibilità hanno dominato il salone. Questo<br />
Diamond DA42, realizzato in collaborazione con EADS, era<br />
uno dei tanti aerei con motori azionati da biocarburanti.<br />
Il piccolo elicottero PZL SW-4 presentato nell’area Finmeccanica<br />
a seguito dell’acquisto della ditta polacca da parte di<br />
AgustaWestland.<br />
Il dimostratore multi-sensore realizzato da Lockheed Martin su<br />
cellula Gulfstream G.III, in parte in risposta al requisito<br />
JAMMS italiano.<br />
… ed è stato annunciato o è avvenuto:<br />
L’Italia rinuncia ad acquisire gli ultimi 25 EF-2000<br />
Nel corso di una conferenza stampa il nostro ministro della<br />
Difesa Ignazio La Russa - in visita al Salone insieme al sottosegretario<br />
al dicastero Guido Crosetto, all’amministratore<br />
delegato di Finmeccanica Pier Francesco Guarguaglini, al<br />
capo di Stato maggiore della Difesa gen. Vincenzo Campo-<br />
AERONAUTICA 8-9/2010<br />
27<br />
VARIE<br />
Il Sukhoi Superjet 100, presente per la prima volta a Farnborough,<br />
era allestito anche all’interno.<br />
L’arrivo del Boeing 787, giunto direttamente da Seattle per il<br />
suo debutto pubblico ufficiale ma subito rientrato negli Stati<br />
Uniti.<br />
Un elicottero AgustaWestland AW109 Power militare nei colori<br />
della Nuova Zelanda.<br />
rini e al segretario generale della Difesa gen. Marco Abrate<br />
- ha annunciato che l’Italia rinuncerà a 25 EF-2000 Typhoon<br />
della tranche 3B per risparmiare circa due miliardi di euro,<br />
precisando poi che «dopo attento studio» è stato accertato<br />
che «gli stessi risultati si possono ottenere con 25 Eurofighter<br />
di meno» rispetto ai 121 inizialmente previsti.<br />
Sostenuto in questo dal gen. Camporini che ha aggiunto<br />
come i 96 EF-2000 che sono oggi nella linea di volo dell’AM<br />
siano «più che sufficienti a garantire la difesa» dei nostri<br />
cieli.<br />
segue alla pagina successiva
VARIE<br />
L’MB.339 alla pattuglia acrobatica degli EAU<br />
Nel corso del Salone è stato ufficialmente annunciato che la<br />
pattuglia acrobatica Al Fursan (“I cavalieri”) degli Emirati<br />
Arabi Uniti, attualmente su Hawker Hawk, ha espresso l’intenzione<br />
di volare su dieci MB.339 come la nostra PAN.<br />
In tale ottica gli EAU hanno acquisito quattro MB.339 che,<br />
già nella linea del 61° Stormo di Lecce, sono ora negli stabilimenti<br />
Alenia Aermacchi di Venegono per una revisione<br />
generale e trasformazione mentre i restanti, già dell’aeronautica<br />
del Dubai e oggi in linea con gli EAU, sono stati già<br />
sottoposti in loco a tali lavori da parte di un team dell’azienda<br />
costruttrice.<br />
Nell’occasione è stato anche reso noto che l’<strong>Aeronautica</strong><br />
Militare fornirà agli EAU l’addestramento dei piloti acrobatici.<br />
Alcuni piloti degli Emirati sono infatti già giunti a Rivolto,<br />
sede delle Frecce Tricolori, dove hanno cominciato a volare<br />
con gli MB.339A del 61° Stormo e piloti militari italiani con<br />
lunga esperienza nella PAN.<br />
Caccia russi Sukhoi all’Algeria e al Vietnam<br />
La Russia ha annunciato a firma di due contratti per la vendita<br />
del Sukhoi Su-30 all’Algeria, che riceverà 16 esemplari<br />
della versione MKA, e al Vietnam che ne acquisirà 20 della<br />
versione MK2.<br />
L’elicottero Sikorsky Cyclone alle forze aeree tedesche?<br />
L’annuncio che nella Repubblica federale tedesca sarà costituito,<br />
da parte della Sikorsky Aircraft Corp., il German<br />
Multi-Role Helicopter Team (GMRHT) lascia ipotizzare che<br />
la Sikorsky stessa voglia incrementare la capacità di penetrazione<br />
nel mercato tedesco dell’elicottero multiruolo Cyclone,<br />
versione militare dell’elicottero S.92, macchina che<br />
sarà offerta alla marina e all’aeronautica di Berlino.<br />
Presentato il nuovo AW169 di AgustaWestland<br />
AgustaWestland ha presentato il suo nuovo elicottero AW169, un biturbina<br />
medio multiruolo da 4,5 tonnellate e 10 passeggeri che si posiziona<br />
a metà tra il GrandNew e l’AW139. Nell’occasione è stato reso<br />
noto che l’azienda prevede di vendere mille macchine in 20 anni.<br />
L’AW169 sarà sviluppato, come già avviene per l’AW149, tra Cascina<br />
Costa e lo stabilimento AW di Yeovil, dove potrebbe essere realizzata<br />
la linea finale. La nuova macchina – propulsa da due Pratt & Whitney<br />
Canada PW210 della classe di mille cavalli-albero ciascuno e la cui<br />
entrata in servizio è prevista per il 2015 - è dotata, tra l’altro, di un rotore<br />
di nuova generazione di avanzata aerodinamica, di una avanzata<br />
avionica con autopilota su quattro assi, integrato alla visione sintetica<br />
già presente sul GrandNew, integrazione comprendente l’ADS-B,<br />
l’impianto che sostituirà i transponder nei futuri sistemi di navigazione.<br />
La presentazione di questo elicottero tutto nuovo al Salone britannico,<br />
è stato sottolineato nell’occasione, è avvenuta «visto il forte potenziale<br />
che questa macchina rappresenta in termini di mercato e industrializzazione<br />
per il Regno Unito».<br />
Accordo a tre nel settore ISR<br />
Finmeccanica, L-3 Communication System-West e<br />
Lockheed Martin hanno firmato un accordo per operare<br />
congiuntamente nel settore ISR aereo (Intelligence, Surveillance<br />
e Reconnaissance) allo scopo di cogliere le migliori<br />
opportunità tecniche e strategiche in tale campo anche al fine<br />
di ottimizzare l’impiego degli assetti C4ISR (Comando,<br />
Controllo, Comunicazioni e Computers – ISR) a favore di<br />
operazioni militari e civili.<br />
28<br />
Il B.787 ha lasciato il Salone scortato da Spitfire<br />
Il 20 luglio il Boeing B.787 Dreamliner ha lasciato Farnborough,<br />
per tornare negli Stati Uniti con l’inizio di un volo re-<br />
so più suggestivo dalla scorta che gli è stata fatta da due<br />
Spitfire britannici, indimenticabili protagonisti della battaglia<br />
d’Inghilterra nel corso del secondo conflitto mondiale.<br />
L’A400M si chiamerà “Grizzly”<br />
Airbus ha annunciato che il suo grande quadrimotore da<br />
trasporto A400M è stato battezzato “Grizzly”. Da sottolineare<br />
che, nell’occasione, i viali che portavano al settore dove<br />
l’A400M era esposto in mostra statica erano stati decorati<br />
con impronte di orso.<br />
Vola ancora il bombardiere Vulcan<br />
Il bombardiere a reazione Avro Vulcan “Spirit of Great Britain”<br />
si è esibito al Salone insieme alla pattuglia acrobatica<br />
“Red Arrows” della RAF. L’aereo, che costa ogni anno due<br />
milioni di sterline per essere mantenuto in condizioni di volo,<br />
dovrebbe essere uno dei protagonisti dei festeggiamenti<br />
programmati nel 2012 per celebrare i 60 anni di regno di<br />
Elisabetta II.<br />
E’ da ricordare in proposito che il Vulcan è uno dei tre famosi<br />
bombardieri “V” insieme all’Handley Page Victor e al<br />
Vickers Valiant.<br />
I cadetti dell’Accademia <strong>Aeronautica</strong> al Salone<br />
Dal 23 al 25 luglio gli 85 frequentatori dei corpi di Commissariato<br />
e Genio del corso Falco 5° e gli aspiranti del corso<br />
Ibis 5° dell’Accademia <strong>Aeronautica</strong>, guidati dal comandante<br />
dell’istituto gen. BA Umberto Baldi, hanno avuto l’opportunità<br />
di visitare il 47° Salone Aerospaziale Internazionale di<br />
Farnborough e di assistere alle esibizioni in volo di numerosi<br />
velivoli militari e civili di varie nazioni, avendo così modo<br />
di conoscere le nuove tecnologie nel settore aeronautico.<br />
Il Brasile acquisirà 28 Embraer KC-390 per la sua forza<br />
aerea<br />
Il Brasile ha annunciato di aver firmato una lettera d’intenti<br />
per l’acquisizione di 28 nuovi bireattori da trasporto militare<br />
Embraer KC-390 da destinare alle proprie forze aeree. Nell’occasione<br />
è stato reso noto che il primo volo di tale macchina<br />
è previsto per il 2014, che la produzione di serie<br />
inizierà nel 2016 e che la consegna sarà completata nel<br />
2019-2020.<br />
AERONAUTICA 8-9/2010
Guida ai Musei Aeronautici italiani<br />
Come molti altri, anche il museo<br />
Piana delle Orme ha avuto<br />
origine da una collezione privata,<br />
quella di Mariano De Pasquale,<br />
un imprenditore floricolo che nel<br />
corso della sua vita ha raccolto<br />
una gran quantità di oggetti,<br />
utensili e macchinari di tutti i tipi<br />
e dimensioni. Si tratta per lo<br />
più delle testimonianze materiali<br />
AERONAUTICA 8-9/2010<br />
A cura di Pier Luigi Bacchini<br />
MUSEO STORICO<br />
PIANA<br />
DELLE ORME<br />
che popolavano la vita quotidiana<br />
delle nostre campagne, ma anche<br />
di mezzi che sono comparsi per<br />
la prima volta durante il periodo<br />
bellico. Più che di un museo si<br />
tratta di un insieme di musei, i<br />
quali, legati dal filo di un racconto<br />
che verte sulla storia del Novecento,<br />
illustrano ognuno una<br />
tematica: particolarmente interessante<br />
il settore aeronautico.<br />
"Tante Storie in una Storia",<br />
dunque, in un percorso indimenticabile<br />
e struggente, che lascia<br />
spazio alla sorpresa, alla commozione<br />
e allo stupore. Il particolare<br />
allestimento scenografico,<br />
organizzato in diorami in scala<br />
1:1 e, volutamente, privo di barriere<br />
tra gli oggetti esposti e il visitatore,<br />
dà la sensazione di<br />
partecipare "in diretta" agli eventi<br />
documentati. Per questo Piana<br />
delle Orme è un museo poco banale,<br />
lontano dalle forme tradizionali,<br />
capace non solo di<br />
sorprendere e di emozionare, ma<br />
anche, e soprattutto, di comunicare<br />
con chiarezza i suoi contenuti.<br />
Piana delle Orme<br />
Via Migliara 43,5<br />
04100 Borgo Faiti (Latina)<br />
Tel. +390773258708<br />
Fax +390773255000<br />
info@pianadelleorme.it<br />
ORARIO INVERNALE<br />
da Novembre a Marzo<br />
Orari di apertura della<br />
biglietteria:<br />
Feriali 9,00 – 16,00<br />
(Chiusura Museo ore 18,00)<br />
Prefestivi e Festivi 9,00 – 17,00<br />
(Chiusura Museo ore 19,00)<br />
ORARIO ESTIVO<br />
da Aprile a Ottobre<br />
Orari di apertura della<br />
biglietteria:<br />
Feriali 9,00 – 18,00<br />
(Chiusura Museo ore 20,00)<br />
Prefestivi e Festivi 9,00 – 18,30<br />
(Chiusura Museo ore 20,30)<br />
Il museo resterà chiuso il 25<br />
Dicembre.<br />
Il 1° Gennaio la biglietteria<br />
apre alle ore 13,00<br />
Costo del biglietto:<br />
Intero € 12,00<br />
Ridotto € 10,00<br />
Bambini 6 -12 anni € 8,00<br />
Come arrivare<br />
29<br />
VARIE
VARIE<br />
30<br />
Tre pubblicazioni su eventi e personaggi aeronautici<br />
L’USAF ordina altri otto C-27J per<br />
il programma JCA<br />
La Forza aerea statunitense ha recentemente ordinato<br />
altri otto bimotori Alenia C-27J Spartan che l’azienda<br />
dovrà consegnare entro il 2012 tramite il partner<br />
americano L-3.<br />
L’ordinativo, del valore di 319 milioni di dollari, porterà a<br />
21 aerei e 812 mlioni il totale dalla scelta dell’aereo italiano<br />
per il requisito Joint Cargo Aircraft (JCA) di quella forza<br />
armata (v. anche pag. 9 di <strong>Aeronautica</strong> n. 7/2007).<br />
E’ Roma e non Monterotondo<br />
Il socio editore Gianni Bianchi di<br />
Massa ha dato alle stampe tre<br />
pubblicazioni su eventi e personaggi<br />
aeronautici delle quali diamo<br />
informazione ai nostri lettori.<br />
Il primo libro, dal titolo “Con l’ala tesa<br />
a gloria o a morte”, scritto dallo stesso<br />
Bianchi su richiesta della sezione<br />
<strong>AAA</strong> di Bovolone, è la storia del ten.<br />
pil. MOVM Franco Cappa del 36°<br />
Stormo aerosiluranti, eroe al quale<br />
quel sodalizio è intitolato. La pubblicazione,<br />
formato 17x24 cm, pagg.<br />
205 – che contiene anche un ampio<br />
corredo fotografico tratto dall’album<br />
personale del Caduto – è in vendita<br />
al prezzo di € 24,00.<br />
Il secondo volume, dal titolo “Cuore<br />
verde” è opera di Rudolf Nowotny e<br />
ripercorre la breve vita del fratello<br />
Walter Nowotny, il famoso pilota da<br />
caccia tedesco della seconda guerra<br />
mondiale che a bordo di Me.109,<br />
FW.190 e Me.262 abbattè complessivamente<br />
ben 258 velivoli avversari<br />
su vari fronti. Il volume, formato<br />
17x24, pagg. 180, è in vendita al<br />
prezzo di € 24,00.<br />
Il terzo libro, intitolato “Il raid di Doolittle<br />
su Tokyo”, è la riedizione italiana<br />
dell’opera “Trenta secondi su Tokyo”<br />
che, scritta a suo tempo da T.W.<br />
Lawson, uno dei protagonisti della<br />
famosa impresa, e dal giornalista B.<br />
Considine, ripercorre tutta la vicenda<br />
del primo bombardamento della capitale<br />
nipponica da parte di sedici bimotori<br />
B.25 Mitchell quale risposta<br />
statunitense all’attacco di Pearl Harbour.<br />
Il volume, formato 17x24 cm,<br />
pagg. 218, è in vendita a € 20,00.<br />
I libri di cui sopra possono essere ordinati<br />
all’autore-editore Gianni Bianchi<br />
– Via Repubblica 116, 54100<br />
Massa, telefono cell. 328 5405547.<br />
Record di funzionamento per un<br />
motore F108-100<br />
Dopo ben 26 anni e 13.409 ore di funzionamento<br />
in volo, il primo propulsore a reazione F108-100<br />
di un aerorifornitore Boeing KC-135R consegnato<br />
all’USAF nell’ambito del programma di rimotorizzazione<br />
di quel tipo di aerocisterna, è stato smontato -<br />
dopo che alcune palette si erano allentate - per essere<br />
sottoposto alla sua prima revisione consentendogli, come<br />
ha dichiarato quella forza armata nell’occasione, di<br />
“prendere un po’ di respiro”.<br />
Il luogo di nascita del gen. Umberto Bernardini, riportato nel necrologio dello scomparso pubblicato a pag. 26 di <strong>Aeronautica</strong><br />
n. 6/2010, non è Monterotondo, come erroneamente indicato, ma Roma. Ce ne scusiamo con la famiglia del<br />
compianto alto ufficiale e con i nostri lettori.<br />
AERONAUTICA 8-9/2010
Prove di certificazione di volo in Italia per il Superjet 100<br />
Il 25 agosto, all’aeroporto di Torino-Caselle, è giunto un esemplare<br />
del nuovo aereo regionale Superjet 100 costruito dalla<br />
Sukhoi e da Alenia <strong>Aeronautica</strong> (v. anche pag. 16 di <strong>Aeronautica</strong><br />
n. 6/2008) per essere sottoporto a prove di certificazione. La<br />
macchina sarà impegnata in molti test, sia sull’aeroporto di Levaldigi<br />
sia negli stabilimenti di Alenia <strong>Aeronautica</strong>, soprattutto relativi<br />
alla misurazione dei livelli di rumore e HIRF (High Radiated<br />
Field), ossia la compatibilità del velivolo alle emissioni elettromagnetiche<br />
di alta intensità.<br />
F-35 per le forze aeree del Canada<br />
Il governo del Canada ha reso nota la sua decisione di acquistare<br />
- con un costo totale di nove miliardi di dollari canadesi -<br />
65 caccia F-35 Lightning II (Joint Strike Fighter) destinati a sostituire<br />
- a partire dal 2016 – gli ormai anziani CF-18 Hornet<br />
delle sue forze aeree.<br />
Ancora un ritardo nella consegna del<br />
B.787<br />
La Boeing, dopo gli annunci di alcuni ritardi nel programma del<br />
B.787 Dreamliner (v. anche pag. 10 di <strong>Aeronautica</strong> n. 1/2010)<br />
ha reso noto il sesto rinvio, presumibilmente fino alla metà del<br />
febbraio del prossimo anno, della consegna del primo esemplare<br />
di tale macchina alla All Nippon Airways a causa di alcuni<br />
problemi relativi alla messa a punto dei motori Rolls-Royce.<br />
Nuovo primato di giro aereo del<br />
mondo<br />
Un bireattore executive Rockwell Sabreliner 65 costruito nel<br />
1980 e decollato da Ginevra con a bordo gli svizzeri Riccardo<br />
Mortara, il figlio Gabriel e Flavien Guderzo, ha stabilito il nuovo<br />
primato mondiale del giro del mondo per velivoli di peso tra le<br />
nove e le 12 tonnellate coprendo la distanza di 36.900 km in<br />
57 ore e 54 minuti alla media di 647 km/h.<br />
L’aereo ha effettuato 10 scali ove erano stati accuratamente<br />
pianificati i rifornimenti e le soste per minimizzarne al massimo<br />
i tempi.<br />
AERONAUTICA 8-9/2010<br />
L’Egitto acquista 20 F-16<br />
L’Egitto ha recentemente firmato un contratto con<br />
Lockheed Martin relativo alla fornitura di 20 caccia<br />
F-16 “Fighting Falcon” da destinare alla propria aeronautica<br />
militare.<br />
Il contratto, del valore di 213 milioni di dollari, prevede<br />
la consegna alle forze aeree del Cairo di 16 F-<br />
16C e di quattro F-16D entro tre anni.<br />
Primo volo della versione<br />
imbarcata del JSF<br />
Sull’aeroporto di Fort Worth (USA), ha recentemente<br />
volato per quasi un’ora il primo esemplare della<br />
versione imbarcata F-35C del Joint Strike Fighter<br />
(JSF).<br />
Tale versione sarà impiegata sulle portaerei di grandi<br />
dimensioni della Marina statunitense e si differnzia<br />
da quella dell’F-35B a decollo corto/atterraggio<br />
verticale destinata ai Marines e alle forze navali del<br />
Regno Unito e dell’Italia che non dispongono di porterei<br />
abbastanza grandi per tale macchina.<br />
31<br />
VARIE
LEGISLAZIONE, PENSIONISTICA,<br />
TRATTAMENTI ECONOMICI<br />
32<br />
(a cura di Michele Mascia)<br />
Manovra economica-finanziaria anno 2010<br />
Il decreto legge n. 78 del 31 maggio 2010, recante “Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica”,<br />
è stato convertito, con modificazioni, in legge 122 del 30.7.2010, pubblicata nel supplemento ordinario n.174/L della Gazzetta<br />
ufficiale n. 176 del 30 luglio 2010. In materia pensionistica, previdenziale e retributiva il provvedimento, in sede di<br />
conversione, non ha subito variazioni di rilievo salvo poche disposizioni che, per alcuni aspetti, hanno riconosciuto la specificità<br />
dello status e la peculiarità dell’impiego del personale militare. Pertanto, rimangono in vigore le norme emanate con il decreto predetto<br />
e sinteticamente illustrate nel n. 6/2010 di <strong>Aeronautica</strong> (pag. 27). Qui di seguito si riportano le disposizioni più importanti approvate<br />
in sede di conversione del decreto predetto.<br />
Trattamento economico<br />
- l’istituzione, per gli anni 2011/12, di un fondo da 80 milioni di euro l’anno per finanziare misure perequative per il personale delle<br />
Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo dei vigili del fuoco interessato dal blocco dei meccanismi di adeguamento retributivo<br />
e degli automatismi contrattuali (art 8 comma 11bis);<br />
- la riduzione del 30% della spesa sostenuta per l’anno 2008 per l’indennità di supercampagna, prevista dal decreto legge 78 a<br />
partire dal 2011, in sede di conversione, è stata procrastinata al 2014 (art. 9, commi 34 e 35);<br />
- con apposito ordine del giorno (9/3638/60) la Camera dei deputati ha impegnato il governo a verificare l’idoneità delle risorse<br />
stanziate integrando le stesse, ove necessario, onde consentire l’adozione di efficaci e complete misure perequative a tutela della<br />
specificità della status ed impiego del personale interessato.<br />
Trattamento previdenziale e buonuscita<br />
Ai fini del calcolo della buonuscita secondo le regole del Trattamento di fine rapporto (Tfr) sulle anzianità contributive maturate dal<br />
1 gennaio 2011, con apposito ordine del giorno (9/3638/1), la Camera dei deputati ha impegnato il governo a valutare l’opportunità<br />
di fornire un’interpretazione della norma al fine di chiarire che, a decorrere dal 1 gennaio 2011, l’indennità di buonuscita discenderà<br />
dalla sommatoria di due quote:<br />
- quota A: determinata sulla base dell’anzianità contributiva maturata al 31 dicembre 2010 e calcolata secondo la normativa attualmente<br />
vigente;<br />
- quota B: determinata sulla base dei contributi versati (6,91% su tutte le voci stipendiali) a decorrere dal 1 gennaio 2011, rivalutati<br />
annualmente in base al 75% dell’indice ISTAT ed un tasso fisso del 1,5%.<br />
E’ il caso di precisare che le nuove disposizioni in materia pensionistica (la cosiddetta “finestra mobile”, che sostituisce le quattro<br />
finestre, nonché il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico dopo 12 mesi dalla data di maturazione dei requisiti per le<br />
cessazioni per limiti età) non si applicano al personale militare il cui trattamento pensionistico continua ad essere attribuito in base<br />
alla normativa attualmente vigente.<br />
Riduzione IRPEF sul trattamento economico accessorio al<br />
personale militare<br />
Con decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 23.4.2010 (Gazzetta ufficiale n. 136 del 14 giugno 2010) è stata confermata<br />
la riduzione Irpef sul trattamento economico accessorio del personale militare anche per l’anno 2010, rideterminata nell’importo<br />
massimo di € 149,50, per ciascun beneficiario il cui reddito complessivo da lavoro dipendente, nell’anno 2009, non sia stato<br />
superiore a 35.000 euro.<br />
Non solo previdenza<br />
Nuovo codice della strada<br />
Sulla Gazzetta ufficiale n.175 del 29 luglio 2010 è stata pubblicata la legge n.120 del 29 luglio 2010 recante “Norme in materia di<br />
sicurezza stradale” con la quale è stato approvato il nuovo codice della strada, in vigore dal 13 agosto 2010. La nuova normativa -<br />
che ha lo scopo di introdurre misure volte a migliorare la sicurezza della circolazione stradale, sia attraverso l’aggravamento delle<br />
sanzioni per violazioni delle norme del codice, sia mediante disposizioni volte alla prevenzione ed all’incremento della messa in sicurezza<br />
delle infrastrutture stradali e viarie - prevede significative modifiche a numerose disposizioni del Codice della Strada e di<br />
alcune norme correlate. Molte sono le novità previste dalla riforma, quelle più importanti e di maggior interesse riguardano l’aumento<br />
delle infrazioni che comportano la riduzione dei punti dalla patente di guida, le nuove modalità per il recupero dei punti<br />
stessi (frequenza corso più un esame finale), e le nuove norme riguardanti la revisione ed il rinnovo della patente (ogni due anni<br />
per gli ultraottantenni). Inoltre, tolleranza zero per quanto riguarda l’alcol. Infatti è previsto il divieto assoluto di bere per i neopatentati<br />
(con patente da meno di 3 anni), per i giovani fino a ventuno anni e per le persone che svolgono a livello professionale attività<br />
di trasporto di persone o cose. Altre ancora sono le novità introdotte dalla legge predetta e che, per motivi di spazio, non<br />
possiamo trattare in questa sede.<br />
Consigliamo quindi di informarsi, tramite gli organi di informazione, su quelle di maggiore interesse.<br />
AERONAUTICA 8-9/2010
Livorno Ferraris<br />
Presidente: av. Giuseppe Ramella;<br />
vice presidenti: av. sc. Pier Christian<br />
Fornarese (anche segretario)<br />
e av. Franco Liboni; tesoriere: av.<br />
sc. Giovanni Padovano; consiglieri:<br />
av. Pierantonio Aimino, av.<br />
Marco Cavalletti e av. Gino Vezzani;<br />
rappresentante dei soci aggregati:<br />
Giancarlo Bertecco.<br />
San Cesario di<br />
Lecce<br />
Presidente: cap. Luigi Giannuzzi;<br />
vice presidenti: 1° m.llo Claudio<br />
Rollo e m.llo 1ª cl. Gian Marco<br />
Sergio (anche tesoriere); segretario:<br />
Enrico Stefano Stifani; consi-<br />
AERONAUTICA 8-9/2010<br />
RINNOVO CARICHE<br />
glieri: lgt. Romeo Liaci, lgt. Cosimo<br />
Profilo, 1° m.llo Luigi Renis e<br />
1° m.llo Giovanni Paolo Telesca;<br />
rappresentante dei soci aggregati:<br />
Salvatore De Carlo.<br />
Soleto<br />
Presidente onorario: aiut. pil.<br />
Bruno Giordano; presidente:<br />
magg. Fernando Danieli; vice presidenti:<br />
1° m.llo Erminio Fasiello<br />
e m.llo 1ª cl. Orlando Mangia; segretario:<br />
1° m.llo Antonio D’Apoli;<br />
tesoriere: 1° m.llo Vito Ancora;<br />
consiglieri: m.llo 1ª cl. Massimo<br />
Cagnazzo, m.llo 1ª cl. Mario Gervasi,<br />
1° m.llo Claudio Pandelli e 1°<br />
m.llo Giovanni Quarta; rappresentante<br />
dei soci aggregati: signora<br />
Rosa Luchena.<br />
L’ASSOCIAZIONE<br />
ARMA AERONAUTICA<br />
Il calendario <strong>AAA</strong> 2011<br />
La Presidenza nazionale dell’<strong>AAA</strong> sta realizzando anche<br />
per il 2011 il calendario celebrativo per ricordare il 100°<br />
anniversario della guerra italo-turca.<br />
Il calendario, al costo di 8 euro a copia comprese le spese<br />
di spedizione in Italia, potrà essere richiesto a:<br />
Presidenza nazionale <strong>AAA</strong> - Servizio amministrativo<br />
via Marcantonio Colonna 23 - 00192 Roma<br />
tel. 06 3215145 int 202 - fax 06 3216882<br />
Rif. maresciallo Trapanese<br />
NUOVI<br />
INDIRIZZI<br />
Galatone<br />
La sezione ha ora anche il<br />
sito internet:<br />
www.aaagalatone.it<br />
Santa Maria Capua<br />
Vetere<br />
La sezione ha ora il seguente<br />
indirizzo: <strong>Associazione</strong><br />
<strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong> –Sezione<br />
di Santa Maria Capua Vetere<br />
– Via Galatina n. 152 –<br />
81055 Santa Maria Capua<br />
Vetere (Caserta).<br />
33
L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />
SEZIONI E NUCLEI ( AVVENIMENTI LIETI (<br />
PROMOZIONI<br />
A brigadiere generale<br />
- Gianluigi Tota (sezione di<br />
Siracusa).<br />
A tenente colonnello<br />
- Paolo Tredici (sezione di<br />
Siracusa).<br />
A maggiore<br />
- Carmelo Catalano (sezione<br />
di San Cesario di Lecce)<br />
CONFERIMENTO ONORI-<br />
FICENZE OMRI<br />
A cavaliere<br />
- all. serg. pil. Renzo Degano<br />
(sezione di Campoformido);<br />
- Umberto Lo Presti (sezione<br />
di Catania);<br />
- Loris Delmastro (nucleo<br />
di Gattinara).<br />
MEDAGLIA MAURIZIANA<br />
- lgt. Luciano Leonetti (sezione<br />
di Lamezia Terme);<br />
- lgt. Cosimo Profilo (sezione<br />
di San Cesario di Lecce).<br />
NOMINE A SOCIO BENE-<br />
MERITO<br />
- Mario Pavia, segretario e<br />
tesoriere (sezione di Asti)<br />
SOCI CHE SI FANNO<br />
ONORE<br />
- Il socio m.llo 2ª cl. Sergio<br />
Cascio della sezione di<br />
Foggia ha ricevuto l’attestato<br />
di “benemerenza”<br />
da parte della Protezione<br />
civile.<br />
- Il socio lgt. Luciano Leonetti<br />
della sezione di Lamezia<br />
Terme è stato eletto<br />
assessore comunale<br />
con delega allo sport, turismo,<br />
urbanistica e ambiente<br />
del comune di Calopezzati<br />
(CS).<br />
- Il socio ten. col. Salvatore<br />
Sperti della sezione di<br />
Maglie è stato nominato<br />
consigliere esterno con<br />
delega ai rapporti tra le<br />
autorità civili e le Forze<br />
armate per quel comune.<br />
- Il socio Giovanni Campagna,<br />
presidente della sezione<br />
di Melbourne, ha ricevuto<br />
il riconoscimento<br />
di “Victorian senior” per<br />
il suo lungo e rilevante<br />
contributo a favore della<br />
comunità locale e dello<br />
34<br />
Stato australiano di Victoria.<br />
- Il socio onorario della sezione<br />
di Montréal, Padre<br />
Pierangelo Paternieri –<br />
cui si deve il permesso di<br />
costruire il Monumento<br />
agli aviatori sul terreno<br />
della chiesa Madonna del<br />
Carmine - è stato nominato<br />
vicario episcopale<br />
dell’Archidiocesi di Montréal<br />
da S.E. il cardinale<br />
Claude Turcotte.<br />
- Il socio 1° m.llo Flavio<br />
Leone del nucleo di Portogruaro<br />
è stato nominato<br />
“coordinatore” del<br />
gruppo Protezione Civile<br />
del comune di Pramaggiore<br />
(VE).<br />
- Il socio Francesco Fabozzi<br />
della sezione di Santa<br />
Maria Capua Vetere, è<br />
stato eletto vice sindaco e<br />
assessore ai lavori pubblici,<br />
tributi e programmazione<br />
economica di quella<br />
città.<br />
- Il socio av. Luigi Mello<br />
Sartor della sezione della<br />
Valle d’Aosta è stato eletto<br />
sindaco di Verres (AO).<br />
LAUREE<br />
In biotecnologie molecolari<br />
- Paola Marzola, figlia del<br />
consigliere di sezione<br />
Bruno (sezione di Alba).<br />
In economia e gestione<br />
aziendale<br />
- socio serg. magg. Massimo<br />
Faà (sezione di San<br />
Gavino Monreale).<br />
In economia e gestione delle<br />
aziende e servizi sanitari<br />
- Sabina Bucci, figlia del<br />
socio lgt. Carmine (sezione<br />
di Canosa).<br />
In filosofia<br />
- Anna Battista, figlia del<br />
socio av.sc. Antonio (sezione<br />
di Mola di Bari).<br />
In giurisprudenza<br />
- Giovanni Spirito, figlio<br />
del socio lgt. Vincenzo<br />
(sezione di Maglie);<br />
- Giorgia Lipani, figlia del<br />
socio 1° av. Michele (nucleo<br />
di Portogruaro);<br />
- Valentina Bianchi, figlia<br />
del socio ten. col. Alberto<br />
(sezione di Parma).<br />
In lingue moderne per la comunicazione<br />
internazionale<br />
- Francesco Anglana, figlio<br />
del socio aiut. Gennaro<br />
(sezione di Campi Salentina);<br />
- Maria Novella Conversano,<br />
figlia del socio Silvio<br />
(sezione di Campi Salentina).<br />
In scienze statistiche<br />
- Barbara Bandone, figlia<br />
del socio Valter (sezione<br />
di Chioggia).<br />
In scienze umanistiche<br />
- Claudia Belli, figlia del<br />
socio Fulvio (sezione di<br />
Frosinone).<br />
In storia dell’arte<br />
- Giovanni Masiello, figlio<br />
del socio lgt. Michele (sezione<br />
di Capurso).<br />
65 ANNI DI MATRIMONIO<br />
Hanno felicemente raggiunto<br />
il prestigioso traguardo il<br />
socio 1° m.llo Antonio Gallo<br />
e la signora Concetta (sezione<br />
di Latina).<br />
NOZZE DI DIAMANTE<br />
Hanno raggiunto l’ambito<br />
traguardo il socio Marco<br />
Facile e la signora Renata<br />
(sezione di Tarcento).<br />
NOZZE D’ORO<br />
Le hanno felicemente festeggiate:<br />
- il socio Enzo Tosolini con<br />
la signora Rita (sezione di<br />
Campoformido);<br />
- il consigliere di sezione<br />
Aldo Vitagliano Stendardo<br />
con la signora Olga<br />
(sezione di Caserta);<br />
- il socio Giampiero Bartolini<br />
con la signora Elena<br />
(sezione di Cesena);<br />
- il socio 1° av. Marco Buldrighini<br />
con la signora<br />
Nella (sezione di Fano);<br />
- il presidente di sezione<br />
m.llo Enrico Giovacchini<br />
con la signora Margherita<br />
(sezione di Frosinone);<br />
- il socio col. pil. Carlo Cimino<br />
con la socia signora<br />
Luigia (sezione di Guidonia);<br />
- il socio com.te Attilio Corallo<br />
con la signora Adele<br />
(sezione di Lecce);<br />
- il socio av. sc. Giandomenico<br />
Tanferi con la signora<br />
Maria Giulia (nucleo di<br />
Legnago).<br />
- il presidente di sezione<br />
gen. brig. Raffaele Selvaggio<br />
con la signora Luisa<br />
(sezione di Novara);<br />
NOZZE<br />
Si sono uniti in matrimonio:<br />
- il socio 1° av. Gianpiero<br />
Iafrate e la signorina Miria<br />
Giovannone (sezione<br />
di Arpino);<br />
- il socio m.llo 2ª cl. Antonio<br />
Malorgio e la signorina<br />
Lisa Vergine (sezione<br />
di Collepasso);<br />
- il socio Andrea Marchi e<br />
la signorina Valentina<br />
Laurenzia Ancona (sezione<br />
di Cortona);<br />
- il socio Fabio Sangermani<br />
e la signorina Sara Pocorobba<br />
(nucleo di Robbio<br />
Lomellina);<br />
- il socio m.llo 2ª cl. Roberto<br />
Flora e il m.llo 2ª cl.<br />
Antonella Sadutto (sezione<br />
di Vallo di Diano).<br />
CULLE<br />
- Il socio av. sc. Alberto<br />
Ambrosi e la signora Moira<br />
annunciano la nascita<br />
del primogenito Tommaso<br />
(sezione di Bovolone).<br />
- La socia Elena Fattori e il<br />
marito Ivan Vazzas, annunciano<br />
la nascita del<br />
primogenito Francesco<br />
(sezione di Campoformido).<br />
- Il socio Andrea Badenchini<br />
e la signora Ilaria annunciano<br />
la nascita del<br />
primogenito Elia (nucleo<br />
di Pianello).<br />
- Il socio m.llo 1ª cl. Domenico<br />
Mello e la signora<br />
Veronica annunciano la<br />
nascita di Lorenzo (sezione<br />
di Soleto).<br />
- Il socio Carlo Tundo e la<br />
signora Milena annunciano<br />
la nascita di Flavio (sezione<br />
di Soleto).<br />
- Il socio consigliere di sezione<br />
Alan Ardissimo e la<br />
signora Katiuscia annunciano<br />
la nascita della primogenita<br />
Ginevra (sezione<br />
di Trino).<br />
AERONAUTICA 8-9/2010
Pagine di<br />
vecchi album<br />
In occasione del 1° Raduno del Reparto Sperimentale<br />
Volo dell’AM, avvenuto a Pratica di Mare<br />
nel 1974, fu scattata questa fotografia che ritrae<br />
la «gloriosa “vecchia guardia” del Nucleo Sperimentale<br />
di Guidonia del 1949». In essa si riconoscono<br />
il gen. Umberto Bernardini (in uniforme)<br />
con alla sua destra il com.te Vittorio Sanseverino<br />
e il gen. Giovanni Zappetta e, indicato dalla freccia,<br />
in secondo piano, il tecnico strumentista Goliardo<br />
Giansanti, il cui figlio Eginaldo ci ha inviato<br />
l’immagine.<br />
AERONAUTICA 8-9/2010<br />
L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />
RICERCHE<br />
Chi ha documenti sul personale<br />
dell’<strong>Aeronautica</strong> nella guerra di Spagna?<br />
Edoardo Grassia, studioso dell’intervento italiano<br />
nel conflitto civile spagnolo e già autore di una pubblicazione<br />
in merito, sta svolgendo una ricerca socio-storica<br />
sul personale della Regia <strong>Aeronautica</strong><br />
impiegato in Spagna durante quel conflitto.<br />
Chi possiede testimonianze dirette e indirette, lettere<br />
o diari personali su tali militari è pregato di contattarlo<br />
ai seguenti recapiti: Edoardo Grassia, Viale<br />
Gramsci, 23 – 00015 Monterotondo (Roma) – cell.<br />
3476253221; e.mail: edoardograssia@libero.it<br />
E chi sul corso “Ippogrifo” a Pescara nel<br />
1943?<br />
L’ing. Filippo Masciocchi, già allievo pilota alla<br />
Scuola di volo di Pescara nel 1943 con il corso “Ippogrifo”,<br />
ricerca l’elenco dei commilitoni (circa 30<br />
persone) di quel corso di pilotaggio. Nell’occasione<br />
ricorda che gli allievi di tale corso furono gli ultimi<br />
a lasciare l’aeroporto di Pescara poco prima del<br />
mezzogiorno del 9 settembre 1943, sotto il comando<br />
del ten. Popper, in quanto era in arrivo una colonna<br />
corazzata tedesca.<br />
Scrivere a ing. Filippo Masciocchi – Corso Matteotti<br />
88 – 21049 Tradate (VA), e.mail:<br />
marco.fontana79@g.mail.com<br />
Caro amico, dove sei? In occasione del 60° anniversario<br />
del giuramento al<br />
CIRAM di Taranto avvenuto<br />
il 20 agosto 1950, l’allievo di<br />
quel Corso istruzione reclute<br />
dell’AM Giovanni Tobanelli,<br />
presidente onorario<br />
della sezione di Gavardo,<br />
chiede ai commilitoni che<br />
si riconoscono nella fotografia<br />
di contattarlo ai seguenti<br />
recapiti: Giovanni Tobanelli,<br />
Via Papa Giovanni<br />
XXIII n. 18 – 25085 Gavardo<br />
(Brescia) – telefono 0365<br />
32765.<br />
35
L’ASSOCIAZIONE ARMA ARMA AERONAUTICA<br />
36<br />
SEZIONI E NUCLEI<br />
VALLE D’AOSTA<br />
In occasione delle “Giornate<br />
aeronautiche” che il<br />
10 e 11 luglio sono state<br />
organizzate presso il locale<br />
aeroporto, la sezione ha<br />
Il 4 agosto una delegazione<br />
della sezione ha partecipato<br />
a Les Chapieux, su<br />
invito dell’ANORAA (associazione<br />
degli ufficiali della<br />
riserva dell’Armée de<br />
l’air) delle DeuxSavoie, al-<br />
PIEMONTE<br />
Torino<br />
allestito una mostra dedicata<br />
all’<strong>Aeronautica</strong> Militare<br />
con l’esposizione di<br />
numerosi cimeli, libri, fotografie<br />
e altro.<br />
la solenne cerimonia per<br />
commemorare il 70° anniversario<br />
della battaglia<br />
che si svolse in quella località<br />
tra le truppe francesi<br />
e quelle italiane.<br />
Verbania<br />
Commemorati due Caduti dell’<strong>Aeronautica</strong><br />
Il 13 agosto 1935 un ricognitore<br />
Ro.1, con a bordo<br />
il serg, pil. Aristide Marchi<br />
ed il ten. osserv. Raffaele<br />
Antonelli del Regio<br />
Esercito – impegnato in<br />
una missione di aerocooperazione<br />
con le truppe -<br />
impattava, causa il maltempo,<br />
le pendici dell’alpe<br />
Ompio in zona Casaraccie<br />
con la morte dell’equipaggio.<br />
Nel 75° anniversario<br />
dell’evento, la sezione ha<br />
partecipato il 13 agosto alla<br />
commemorazione dei<br />
FRIULI VENEZIA GIULIA<br />
Manzano<br />
Commemorata la MOVM Antonio Chiodi<br />
Il 31 luglio la sezione ha<br />
commemorato il 70° anniversario<br />
della scomparsa<br />
due Caduti con la deposizione<br />
di un omaggio floreale<br />
alla croce, recuperata<br />
e ripristinata nel 2008<br />
dal Gruppo Escursionisti<br />
della Valgrande, sul luogo<br />
dell’incidente.<br />
E’ da ricordare in proposito<br />
che lo stesso gruppo<br />
Escursionisti ha realizzato<br />
l’opuscolo “Vallintrasche<br />
2010” ove, tra le storie delle<br />
genti della Valle, vi è<br />
quella che ricostruisce,<br />
dalle testimonianze di chi<br />
lo ricordva, l’incidente<br />
aviatorio commemorato.<br />
della MOVM cap. pil. Antonio<br />
Chiodi al quale è intitolato<br />
il sodalizio con<br />
AERONAUTICA 8-9/2010
una cerimonia che ha<br />
compreso la celebrazione<br />
del rito religioso, la deposizione<br />
di corone d’alloro<br />
ai due monumenti che ricordano<br />
i Caduti della città<br />
e la proiezione di un filmato<br />
– presentato dal<br />
com.te Piero Soré – sulla<br />
trasvolata atlantica del<br />
1933 alla quale l’allora<br />
Nel corso di una recente e<br />
semplice cerimonia, il socio<br />
col. Germano Visentini<br />
ha donato alla sezione una<br />
La sezione ha partecipato<br />
a Cividale del Friuli, sede<br />
di un nucleo <strong>AAA</strong>, alla cerimonia<br />
per lo scoprimen-<br />
AERONAUTICA 8-9/2010<br />
Palmanova<br />
Udine<br />
s.ten. Chiodi prese parte.<br />
Presenti all’evento, con il<br />
presidente nazionale <strong>AAA</strong><br />
gen. SA Gianbortolo Parisi,<br />
numerose rappresentanze<br />
con labari delle sezioni<br />
e nuclei <strong>AAA</strong> e di altre<br />
associazioni d’arma del<br />
Friuli-Venezia Giulia, e<br />
molte autorità civili e militari.<br />
sua opera pittorica raffigurante<br />
“La Pattuglia Acrobatica<br />
Nazionale”.<br />
to di una lapide commemorativa<br />
a ricordo di Antonio<br />
Mattioni<br />
(1880–1961), considerato il<br />
padre dell’aereo a reazione<br />
con la sua “botte volante”<br />
(così detta dalla sua caratteristica<br />
forma) che, sul<br />
Campo di Marte di Firenze<br />
e pilotata da Vasco Magrini,<br />
effettuò i primi voli<br />
Per celebrare il 50° anniversario<br />
di costituzione<br />
della Pattuglia Acrobatica<br />
Nazionale “Frecce Tricolori”<br />
la sezione ha allestito<br />
L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />
SEZIONI E NUCLEI<br />
TOSCANA<br />
Montepulciano<br />
tra la fine del 1923 e i primi<br />
del 1924.<br />
Presenti alla cerimonia, oltre<br />
a varie autorità, anche<br />
i due nipoti del commemorato.<br />
Una mostra dedicata alla PAN<br />
dall’11 al 24 luglio, nel Palazzo<br />
Vescovile della città,<br />
una mostra dal titolo<br />
“Frecce tricolori: ambasciatori<br />
nel mondo” che è<br />
37
L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />
SEZIONI E NUCLEI<br />
stata inaugurata alla presenza<br />
di molte autorità civili<br />
e militari e visitata poi<br />
da un numeroso pubblico<br />
di appassionati.<br />
Da sottolineare che, per<br />
A San Vincenzo (Livorno)<br />
ha avuto luogo la cerimonia<br />
per l’inaugurazione del<br />
locale nucleo <strong>AAA</strong> dipendente<br />
dalla sezione di<br />
Piombino.<br />
L’evento – del quale è stata<br />
madrina la signora Magdala<br />
Giacconi, nipote del<br />
cap. pil. MAVM Magdalo<br />
Ambrosino cui è intitolato<br />
il nucleo stesso – ha visto<br />
anche la celebrazione del<br />
rito religioso da parte del<br />
vescovo mons. Giovanni<br />
38<br />
MARCHE<br />
Santucci e la deposizione<br />
di una corona d’alloro al<br />
monumento ai Caduti.<br />
Presenti alla cerimonia,<br />
accolte dal capo nucleo<br />
Fausto Nannini, numerose<br />
autorità civili e militari<br />
della zona, le rappresentanze<br />
di enti e reparti<br />
dell’AM viciniori e quelle<br />
con labari di alcune sezioni<br />
<strong>AAA</strong> toscane e di altre<br />
associazioni d’arma e<br />
combattentistiche locali.<br />
L’Assemblea regionale delle sezioni marchigiane<br />
Il 26 giugno, a Recanati,<br />
ha avuto luogo l’Assemblea<br />
regionale delle sezioni<br />
marchigiane dell’A.A.A.<br />
L’utile ed interessante<br />
scambio di idee e di espe-<br />
San Vincenzo<br />
l’inaugurazione, è intervenuta<br />
anche la Fanfara della<br />
1ª Regione Aerea che ha<br />
tenuto un applaudito concerto<br />
nella Piazza Grande<br />
di Montepulciano.<br />
Inaugurazione del nucleo <strong>AAA</strong><br />
rienze che ne ha formato<br />
oggetto ha acconsentito<br />
l’approfondimento di temi<br />
di viva attualità e posto le<br />
basi per comuni iniziative<br />
future.<br />
La sezione ha promosso la<br />
realizzazione di un volumetto<br />
dal titolo “You,<br />
black shirt!” che, adattato<br />
dal socio col. Giovanni Tonicchi,<br />
è il diario del novantunenne<br />
aviere scelto<br />
armiere Ovidio Dante Biagiola,<br />
iscritto a quel sodalizio,<br />
che fu a lungo prigioniero<br />
degli inglesi prima<br />
in Sudafrica e poi in<br />
Gran Bretagna. L’opera,<br />
17x24 cm, 36 pagine con<br />
molte fotografie, può essere<br />
richiesta, al prezzo di<br />
10,00 euro, alla sezione di<br />
Tarquinia – c/o Carlo Boseggia<br />
– via D. Emanuelli<br />
8 – 01016 Tarquinia (VT)<br />
tel. 0766 856284 o al col.<br />
Giovanni Tonicchi – via<br />
Scorticagatti 23, 01016<br />
Tarquinia (VT), tel. 0766<br />
858377.<br />
La sezione, nell’ambito<br />
delle manifestazioni sportive<br />
promosse dal locale<br />
Comune, ha organizzato,<br />
allenato e sponsorizzato<br />
una squadra giovanile di<br />
LAZIO<br />
Tarquinia<br />
PUGLIA<br />
Capurso<br />
calcetto a cinque intitolata<br />
al nostro sodalizio che in<br />
un torneo ad eliminazione<br />
diretta si è classificata al<br />
primo posto aggiudicandosi<br />
la Coppa in palio.<br />
AERONAUTICA 8-9/2010
Il 6 agosto, in occasione<br />
della fine dello stage di<br />
combattimento terrestre<br />
frequentato dagli allievi<br />
del corso “Marte 5°”<br />
dell’Accademia <strong>Aeronautica</strong><br />
presso il 16° Stormo<br />
“Protezione delle Forze” di<br />
Martina Franca, il presidente<br />
della sezione magg.<br />
AERONAUTICA 8-9/2010<br />
Jacotenente<br />
Domenico Cozzo ed il sindaco<br />
di Vico del Gargano<br />
Luigi Damiani, invitati ad<br />
un incontro presso quel<br />
reparto AM, hanno rispettivamente<br />
donato il crest<br />
del sodalizio ed una targa<br />
ricordo al capo corso del<br />
Marte 5°.<br />
Il 3 agosto, in accordo con<br />
il comando della Scuola<br />
volontari truppa AM<br />
(SVTAM) di Taranto, la sezione<br />
ha organizzato la cerimonia<br />
per la consegna di<br />
un crest di riconoscimento<br />
In occasione della “2ª Settimana<br />
Azzurra”, ed anche<br />
allo scopo di ricordare il<br />
socio Rosario Salvatore<br />
Garpi, appassionato del<br />
volo, la sezione ha organizzato<br />
– con il patrocinio<br />
dei Comuni di Acireale e<br />
L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />
SEZIONI E NUCLEI<br />
Taranto<br />
SICILIA<br />
Acireale<br />
all’av. Adriano Capasso del<br />
corso “Orfeo”, primo classificato<br />
nei corsi VFP1,<br />
consegna che è stata effettuata<br />
dal presidente della<br />
sezione col. Giuseppe Trani.<br />
Aci Catena - una gara di<br />
volo vincolato circolare<br />
Gip 46 e di acrobazia, valevole<br />
per il campionato<br />
regionale e nazionale delle<br />
due specialità, che ha visto<br />
la partecipazione di numerosi<br />
concorrenti.<br />
39
L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />
Cagliari a Parigi<br />
40<br />
VISITE DI AGGIORNAMENTO TECNICO<br />
E GITE TURISTICO-CULTURALI<br />
Albenga a Parigi, Ginevra e Hautcombe<br />
Rappresentanze delle sezioni di Albenga,<br />
Domodossola, Varese e Verbania hanno<br />
deposto un omaggio floreale al Monumento ai<br />
Caduti di Verbania<br />
Campoformido e Udine in crociera culturale nel<br />
Mediterraneo<br />
Foligno e Cannara a Loreto<br />
AERONAUTICA 8-9/2010
Egisto Andalò<br />
Il 27 luglio, a Roma, è deceduto il gen. SA Egisto Andalò.<br />
Nato nel 1917, dopo la frequenza dell’Accademia<br />
<strong>Aeronautica</strong> con il corso Sparviero, aveva combattuto<br />
nel secondo conflitto mondiale, anche su Me.109 del 3°<br />
Gruppo autonomo CT, meritando una MA e una MB al<br />
VM. Dopo aver aderito all’ANR, negli anni successivi<br />
aveva poi, in particolare, prestato un lungo servizio<br />
presso la 4ª Aerobrigata, dove aveva anche comandato<br />
il 10° Gruppo, e allo Stato Maggiore AM nel quale aveva<br />
ricoperto, tra gli altri, l’incarico di capo del 2° Reparto.<br />
Era insignito del diploma “Paul Tissandier” della FAI.<br />
Piero Bottini<br />
Il 29 agosto è deceduto il presidente della sezione di<br />
Gallarate Piero Bottini. Nato a Gallarate nel 1920, dopo<br />
essere stato assunto come meccanico motorista dal-<br />
AERONAUTICA 8-9/2010<br />
HANNO CHIUSO LE ALI<br />
L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />
SEZIONI E NUCLEI<br />
Legnano a Loreto e al Museo dell’Aviazione<br />
di Rimini<br />
Mortara al Museo “G. Caproni” di Trento<br />
la SIAI Marchetti, fu richiamato per motivi bellici nella<br />
Regia <strong>Aeronautica</strong> con il grado di aviere scelto motorista<br />
e destinato in Africa Settentrionale dove partecipò<br />
a varie azioni belliche fino all’estate del 1943 quando<br />
fu fatto prigioniero dagli alleati e internato negli Stati<br />
Uniti fino al 1946.<br />
Rientrato in patria collaborò ancora con la ditta SIAI<br />
fino al 1950 per poi essere assunto dal Comune di Gallarate.<br />
Attivamente impegnato anche in attività di volontariato,<br />
nel 1972 si iscrisse all’<strong>AAA</strong> locale dove, dopo<br />
aver ricoperto a lungo l’incarico di vicepresidente, assunse<br />
poi nel 2000 quello di presidente distinguendosi<br />
per la sua appassionata opera a favore del sodalizio<br />
promuovendo molte significative iniziative tra le quali<br />
il monumento ai Caduti del volo.<br />
Albino Braida<br />
Roma al 22 Gr.RAM di Licola<br />
il 21 agosto è deceduto il novantenne m.llo pilota R.O.<br />
MAVM Albino Braida della sezione di Manzano che nel<br />
corso della seconda guerra mondiale fu secondo pilota<br />
41
L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />
di idro monomotore da ricognizione marittima distinguendosi<br />
per ardimento e bravura in numerose missioni<br />
belliche.<br />
Marcello Pedretti<br />
Il 17 luglio è deceduto il magg. gen. AArs Marcello Pedretti,<br />
presidente onorario da oltre trent’anni della sezione<br />
di Macerata.<br />
Nato nel 1915 aveva partecipato alla seconda guerra<br />
mondiale, rendendosi protagonista di un valoroso episodio<br />
nel corso del quale rischiò la vita pur di non consegnare<br />
ai tedeschi, dopo l’Armistizio, il deposito siluri<br />
di Rodi, che fece saltare in aria.<br />
Esperto di logistica, dopo aver prestato servizio in vari<br />
enti AM e a missioni all’estero, aveva concluso il servizio<br />
attivo quale comandante della Scuola Specialisti<br />
AM di Macerata.<br />
Dopo il congedo contribuì alla crescita e ai successi della<br />
sezione <strong>AAA</strong> di quella città dedicandosi anche alla<br />
stesura del volume “Volo, l’aviazione, gli aviatori in Macerata<br />
e provincia”, con le biografie di oltre cento personaggi<br />
oltre al ricordo di tutti gli Enti e degli eventi<br />
aeronautici locali.<br />
Aniceto Pollice<br />
Il 23 luglio è deceduto a Roma il gen. SA Aniceto Pollice.<br />
Nato nel 1920, dopo la frequenza dell’Accademia<br />
<strong>Aeronautica</strong> con il corso Urano, nel dopoguerra aveva<br />
prestato servizio, tra l’altro, alla Scuola Volo di Elmas e<br />
aveva successivamente comandato il 28° Gruppo del 3°<br />
Stormo, il 5° Stormo e la Scuola di Aerocooperazione.<br />
Insignito anche del diploma “Paul Tissandier” della FAI,<br />
per molti anni era stato, dopo il congedo, presidente<br />
dell’<strong>Associazione</strong> Nazionale Ufficiali dell’<strong>Aeronautica</strong><br />
(ANUA).<br />
Aveva trasmesso la sua grande passione per il volo al figlio<br />
Carmine, attuale gen. SA comandante della Squadra<br />
Aerea.<br />
Domenico Salvatico<br />
L’8 agosto è deceduto a 85 anni mons. Domenico Salvatico,<br />
socio della sezione di Mondovì.<br />
Aveva trascorso tutta la sua esistenza di religioso indossando<br />
le stellette e prestando un lungo servizio anche<br />
nell’<strong>Aeronautica</strong> Militare dove era stato, tra gli altri incarichi,<br />
cappellano militare presso la Scuola di volo di<br />
Lecce e cappellano capo alla 1ª Regione Aerea. Aveva,<br />
infine, rivestito il prestigioso incarico di Vicario generale<br />
dell’Ordinario Militare per l’Italia a Roma. Appassionato<br />
di volo aveva conseguito il brevetto di pilota civile<br />
ed era rimasto legatissimo alla nostra Forza <strong>Arma</strong>ta.<br />
Lasciato il servizio si era ritirato nel paese di Monbarcaro<br />
dedicandosi alle funzioni di parroco di quel paese.<br />
Il presidente nazionale dell’A.A.A., ricordando le elette virtù di questi commilitoni che ci hanno lasciato, a nome<br />
proprio e di tutti i soci esprime ai familiari degli scomparsi il più sentito cordoglio.<br />
42<br />
- serg. (to) Santino Ammirati, socio fondatore e benemerito<br />
(sezione di Albenga;<br />
- av. sc. mont. Pietro Ravaioli, fondatore e consigliere di<br />
sezione (sezione di Bracciano);<br />
- m.llo Rosolino Raffaeli (sezione di Brescia);<br />
- capitano di vascello Giuseppe Vinciguerra (sezione di<br />
Brindisi);<br />
- m.llo sc. Salvatore Marrasa e ing. Luciano Zanardi,<br />
già vice presidente di sezione e attuale rappresentante<br />
dei soci aggregati (sezione di Cagliari);<br />
- signora Rosanna Longi (sezione di Campoformido);<br />
- 1° cap. Antonino Pluchino (sezione di Catania);<br />
- Marco Faralli (sezione di Cortona);<br />
- Gino Albonetti, Angelo Argnani, Elio Assirelli e sig.ra<br />
Graziella Bertelli (sezione di Faenza);<br />
- signora Adele Bertona Bonazzi (sezione di Ferrara);<br />
- m.llo sc. Domenico Fiori, m.llo sc. Giulio Spaziani (sezione<br />
di Frosinone);<br />
- coad. princ. Raffaele De Filippis, m.llo sc. Rosolino<br />
Scillieri (sezione di Galatina);<br />
- 1° av. Dante Perelli (sezione di Gallarate);<br />
- Giovanni Battista Rossi (sezione di Galliate);<br />
- av. sc. Enzo Doninelli (sezione di Gavardo);<br />
- s.ten. (to) Arturo Piscioneri (sezione di Ghedi);<br />
- signora Giulia Surico (sezione di Gioia del Colle);<br />
- s.ten. (to) Claudio Francescone (sezione di Guidonia);<br />
- signora Paola Briuolo ved. Martino, m.llo sc. mont.<br />
Amerigo Cellitti (sezione di Latina);<br />
- m.llo 1ª cl. Aldiviero Costa, serg. magg. Arturo Dall’Alba<br />
(sezione di Milano);<br />
- 1° av. Gino Carnevali (sezione di Montecassiano);<br />
- av. sc. Giancarlo Beldì, m.llo sc. Gianfranco Municchi,<br />
av. Gian Pietro Nifantani, s.ten. (to) consigliere di sezione<br />
Dino Ruggeri, av. Angelo Sonzini, serg. magg.<br />
(to) Francesco Temporelli (sezione di Novara);<br />
- gen. isp. CCrn Giuseppe Legrottaglie, fondatore e poi<br />
presidente onorario di sezione (sezione di Ostuni);<br />
- av. sc. Cipriano Carpi, consigliere e alfiere di sezione<br />
(sezione di Parma):<br />
- Antonio Martarello (nucleo di Pezzoli);<br />
- all. pil. Benito Marchi, capo nucleo (nucleo di Pozzolengo);<br />
- av. Primo Boni, Lauro Pedroni (sezione di Reggio<br />
Emilia);<br />
- av. Claudio Cennini, Mario Gargani, av. Marcello<br />
Giannini (sezione di Sinalunga);<br />
- Mario Adami (nucleo di Soave);<br />
- av. gov. Luigi Garetto (sezione di Spresiano);<br />
- Ettore Bruno (nucleo di Susa);<br />
- m.llo sc. mot. Guerriero Buonpadre (sezione di Teramo-Giulianova);<br />
- av. Costante Donadoni (nucleo di Treviolo);<br />
- 1° av. Severino Barolo (sezione di Trino);<br />
- av. Mario Balducci (nucleo di Valdarno Superiore);<br />
- av. sc. Carlo Galmarini (sezione di Varese);<br />
- Gino Quali (nucleo di Vergiate);<br />
- gen. BA Giannino Bonfadini, socio fondatore, e m.llo<br />
Giovanni Diani, socio fondatore e già segretario di sezione<br />
(sezione di Viareggio).<br />
AERONAUTICA 8-9/2010
Serge van Heertum e Marco Arys,<br />
Siai Marchetti. Agile Penguins in<br />
Belgian Skies, Flash Aviation,<br />
Eindhoven, 2009. Cm 21 x 24, pp.<br />
144. € 26<br />
Con 300.000 ore di volo e 3.000 piloti<br />
brevettati in 40 anni di servizio, il<br />
Siai SF.260 è un protagonista di<br />
tutto rispetto della storia dell’aviazione<br />
belga. Il Belgio fu il primo<br />
cliente militare del ‘260 ed i suoi<br />
piloti contribuirono a definirne la<br />
configurazione addestrativa. Il volume<br />
si articola su cinque parti dedicate<br />
al servizio in Belgio, alle numerose<br />
formazioni acrobatiche belghe,<br />
ai 48 esemplari utilizzati (diversi dei<br />
quali vantano ormai oltre 9200 ore<br />
di volo) ed alle livree speciali, agli<br />
incidenti ed agli aspetti tecnici, più<br />
un’ampia galleria fotografica. Si scopre<br />
un uso molto intenso, basato<br />
sull’aggiornamento continuo, da<br />
ultimo con la sostituzione delle<br />
semiali per prolungarne la vita operativa<br />
sino al 2015 almeno. Il testo è<br />
gradevole, punteggiato da interviste<br />
e ricordi di piloti che confermano<br />
l’affetto straordinario per quello che<br />
chiamano semplicemente “il Marchetti”.<br />
L’unica carenza riguarda il<br />
parallelo uso civile da parte della<br />
scuola di volo Sabena, che avrebbe<br />
meritato almeno un’appendice. Il<br />
libro è illustratissimo, con circa 330<br />
immagini in gran parte a colori, di<br />
ottima qualità e – almeno ai nostri<br />
occhi italiani – quasi sempre inedite.<br />
Una particolarità: del volume esistono<br />
tre versioni in olandese, francese<br />
Libri<br />
a cura di Gregory Alegi<br />
e inglese, riconoscibili solo dal sottotitolo.<br />
Attenzione, dunque, qualora<br />
lo si volesse aggiungere alla propria<br />
biblioteca.<br />
Disponibile presso l’editore<br />
(www.flash-aviation.nl; Flash Aviation<br />
Shop, Zeelsterstraat 177a, 5652<br />
EG Eindhoven, Olanda).<br />
Maurizio Lanza e Rosellina Piano,<br />
Al galoppo nel cielo. Baldissero<br />
d’Alba, Soletti, 2010. Cm 17 x 24,<br />
pp. 96, euro 18.<br />
Nato a Torino nel 1883 e morto a<br />
Roma nel 1975, Giulio Palma di<br />
Cesnola fu uno dei pionieri dell’aviazione<br />
italiana. Gli autori ne propongono<br />
un agile e illustratissimo profilo<br />
biografico che parte dall’ingresso<br />
al collegio San Tommaso d’Aquino<br />
di Cuneo per concludersi di fatto<br />
negli anni Venti con l’uscita dalla<br />
Regia <strong>Aeronautica</strong>, pare in seguito<br />
ad una lite con Balbo. Palma iniziò<br />
la carriera militare in cavalleria<br />
presso il Piemonte Reale, lo stesso<br />
reggimento di Francesco Baracca.<br />
Brevettatosi pilota nel 1911, Palma<br />
partecipò alla guerra di Libia e poi,<br />
sui bombardieri Caproni, alla prima<br />
guerra mondiale, dove incrociò<br />
D’Annunzio. Alcuni capitoli sono<br />
dedicati anche al fratello Augusto, al<br />
cognato Pico Deodato Cavalieri<br />
(anch’egli pilota) e alla moglie Anita.<br />
Il risultato complessivo è buono, con<br />
spunti per ulteriori ricerche ed<br />
approfondimenti.<br />
Disponibile presso l’editore (Umberto<br />
Soletti Editore, loc. Sigola 41, 12040<br />
Baldissero d’Alba (CN); tel.<br />
0172/40097; info@umbertosolettieditore.com)<br />
Jennifer Craik, Il fascino<br />
dell’uniforme. Dal conformismo<br />
alla trasgressione. Roma, <strong>Arma</strong>ndo,<br />
2010. Cm 22 x 24, pp. 272,<br />
euro 24.<br />
Scritto da un professore di comunicazione<br />
creativa presso l’università<br />
di Canberra, in Australia, il libro<br />
approda alla traduzione italiana cinque<br />
anni dopo l’edizione originale.<br />
Non si tratta di un manuale di<br />
uniformologia basato sui regolamenti<br />
ministeriali ma di un esame<br />
del concetto di uniforme nel suo<br />
senso più ampio, dalle forze armate<br />
alle scuole e dalle compagnie aeree<br />
alle squadre sportive, per approdare<br />
infine alle maschere del Carnevale di<br />
Venezia. Temi centrali sono l’identità,<br />
l’autopercezione, la moda e la<br />
cultura, sino a svelare paradossali<br />
aspetti di trasgressione proprio in<br />
ciò che dovrebbe assicurare la totale<br />
uguaglianza. L’approccio scientifico,<br />
con un vasto apparato critico ed una<br />
bibliografia completa, rende il volume<br />
d’interesse soprattutto accademico<br />
ma offre diversi spunti di riflessione.<br />
Sarebbe stata desiderabile<br />
una migliore riproduzione delle<br />
immagini.<br />
Disponibile in libreria.
L’ultimo“Special color” di un F-104 del 37° Stormo